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Sinistra. Una storia di fantasmi
"Uno spettro si aggira per l'Europa, scriveva il Vecchio Barbone, e tutti gli danno la caccia. L'immagine è ripresa da Christian Blasberg per raccontare questa storia di spettri, di fantasmi, che è diventata negli ultimi decenni la sinistra europea. Memorie mai concluse, eredità dissipate, come ogni storia di fantasmi anche questa è una storia maledetta. Lo spettro del comunismo e del socialismo condizionò l'intera storia del mondo e dell'Europa nel secolo successivo, ma ora, arrivati a giudicare i primi venti anni del nuovo secolo, è necessario chiedersi se quella parte politica che è stata chiamata sinistra sia destinata a svanire, come accadde all'inizio del Novecento in gran parte alle classi dirigenti liberali che avevano guidato l'innovazione politica e scientifica nell'Ottocento. I liberali lasciarono il posto a laburisti e socialisti, oggi ovunque la sinistra è sostituita in larghe fasce dell'elettorato da formazioni populiste. È la dissoluzione di un patrimonio, non solo ideologico, ma culturale, sociale, organizzativo, di cui l'autore individua il momento decisivo nei mesi centrali del 2016, collocati tra il referendum sulla Brexit in giugno e l'ascesa e poi l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca in novembre, ma di cui è molto più difficile trovare il punto di inizio."""" (Dalla prefazione di Marco Damilano)" -
Declino. Una storia italiana
L'Italia è in declino: da vent'anni a questa parte, ben poco sembra essere rimasto del Paese del ""boom economico"""", erede ideale del precoce capitalismo delle città italiane che, come scrisse Fernand Braudel, furono capaci per alcuni secoli di """"irradiare la propria luce"""" per tutto il mondo. Dopo aver registrato, nel primo decennio del Ventunesimo secolo, il più basso tasso di crescita al mondo, e aver attraversato la più lunga recessione dell'eurozona, l'Italia sembra destinata a perdere ulteriore terreno rispetto agli altri paesi avanzati. Ma cosa ha provocato questo declino? Cosa frena la nazione che fu teatro di una delle più formidabili vicende del capitalismo contemporaneo? Questo libro tenta un'indagine sistematica delle ragioni della """"decelerazione"""" dell'Italia, mostrando come problemi risalenti anche a periodi lontani siano diventati vincoli per lo sviluppo proprio quando l'economia italiana si affacciò sulla frontiera della produttività, impedendole di completare l'evoluzione del suo modello di crescita. """"Declino. Una storia italiana"""" propone un'originale interpretazione dei principali problemi dell'Italia, che parte dalla produttività dell'economia e giunge ai difetti del sistema politico, e la illustra mediante una rapida cavalcata attraverso la storia unitaria del Paese. Scorrendo le pagine di questo libro, il lettore vedrà sorgere e consolidarsi l'equilibrio politico-economico che, come una spirale, tuttora cinge la società italiana e ne comprime le potenzialità, e ripercorrerà le occasioni che l'Italia mancò per darsi un equilibro più equo ed efficiente. Tutto è dunque perduto? No: l'inversione di tendenza non sarà facile, ma è senz'altro possibile se il Paese sarà di nuovo capace di generare idee innovatrici e crederci. Prefazione di Gianfranco Pasquino."" -
Il paradosso dell'integrazione. Perché la società aperta genera conflitti
La nostra società è scissa e il mondo è impazzito,rnè uscito dai cardini. Sembra che sianorntutti d’accordo su questo. Ma le conclusionirnche se ne traggono sono le più diverse: c’è chirnvuole mantenere la rotta cercando al contemporndi riconquistare l’antica stabilità padroneggiandornla crisi, e c’è chi vuole tornarernsenz’appello ai vecchi tempi e desidera unarnsvolta radicale. Ma cosa c’è dietro questa diagnosi?rnIn questo studio, accolto già con clamore inrnpatria, il sociologo tedesco Aladin El-Mafaalanirnsostiene che la realtà si trova all’esattornopposto rispetto a come viene comunementerndescritta. La società cresce compatta e ilrnmondo sembra essersi rimpicciolito, ne conseguernche molte cose si muovono insieme ernnon è facile governarle. I cambiamenti provocanorntensioni e conflitti, e nessuno harnun’idea certa di dove porti questo processo.rnVenirsi incontro e crescere insieme non sonorndi certo processi piacevoli, e senza un obiettivornchiaro rappresentano una sfida ancorarnpiù grande.rnLa strada che abbiamo davanti, però, è quellarnverso una società aperta, percorso forse nonrnancora completo, ma in gran parte già realizzato,rne arrivato a un punto che persino irnpiù ottimisti non pensavano possibile.rnAbbiamo a che fare, quindi, con le dinamicherndi una crescente apertura sociale e di un generalernavvicinamento, e non con una progressivarnspaccatura della società. Per quanto possarnsembrare paradossale, è proprio da queste dinamichernpositive di apertura e integrazionernche scaturiscono resistenze e conflitti. -
I poteri pubblici nell'età del disincanto. L'unità perduta tra legislazione, regolazione e giurisdizione
La perdita di centralità della funzione legislativa, lo sviluppo e i momenti di crisi sperimentati dalle giurisdizioni, l'irruzione dei poteri regolatori delle autorità indipendenti, hanno determinato un senso di dispersione e frammentazione dei poteri pubblici, accentuando la crisi di consenso che circonda le istituzioni repubblicane. Giovanni Legnini e Daniele Piccione, dopo aver tratteggiato l'evoluzione delle tre funzioni, individuano i sentieri da percorrere per evitare i rischi di soccombenza della produzione giuridica al cospetto dell'economia e della finanza globalizzata, effetti amplificati dal dirompente volano delle tecnologie digitali. All'orizzonte si staglia la necessità di un'equilibrata ed effettiva tutela dei diritti fondamentali. La chiave risiede nella leale collaborazione tra i poteri, nell'impiego degli spazi di integrazione tra le reciproche sfere di autonomia, nel ricomporre i fini delle politiche pubbliche nel contesto dell'integrazione europea e nella dimensione globale dell'economia e del diritto. Prefazione di Natalino Irti. -
La cura della concorrenza. L'industria farmaceutica tra diritti e profitti
Al di là delle sue dimensioni commerciali globali, secondo stime recenti ormai prossime ai mille miliardi di euro l'anno e in crescita costante, l'industria farmaceutica si trova al centro di un complesso intrico di questioni che, sotto la veste economica e giuridica, nascondono un corpo sociale sensibilissimo. I prodotti di questa industria, divenuti da decenni il fondamento delle cure mediche, incidono infatti sulla vita dei cittadini nel senso più immediato del termine: a ben vedere, l'effettiva disponibilità di cure farmaceutiche invera spesso il diritto alla vita stessa. Una delle tesi di fondo di questo libro è che una concorrenza debitamente operante, nel rispetto delle normative poste a sua garanzia e dei principi fondamentali dell'ordinamento di riferimento, costituisca un mezzo potente per garantire il soddisfacimento di diritti di accesso a beni essenziali, quali i farmaci, dai quali di fatto dipende la concreta integrazione del diritto alla vita e delle sue più specifiche declinazioni, in primo luogo il diritto alla salute. -
Gli ultimi giorni dell'Unione. Sulla disintegrazione europea
Nessuna creazione umana è eterna: le grandi opere, le istituzioni e persino le costruzioni politiche degli uomini sono destinate, un giorno, a sparire senza lasciar traccia di sé. Quello che però, spesso, dimentichiamo è che ciò riguarda anche la realtà a cui siamo abituati e l'Unione Europea, come l'Impero asburgico dissoltosi nel volgere di poco tempo dopo l'assassinio di Francesco Ferdinando, come l'Unione Sovietica che sembrava solida ai suoi cittadini nei giorni che ne precedevano il collasso, rischia oggi di essere vicina alla propria fine. Messa alla prova dalla sfida di nazionalisti e populisti, divisa su questioni cruciali come la crisi migratoria, contestata nei tratti salienti della propria ragion d'essere (la democrazia liberale, la libera circolazione di beni e persone), l'Unione è oggi vista con sospetto da molti dei suoi stessi cittadini ed è chiamata a rispondere alla minaccia esistenziale che si trova ad affrontare. Ivan Krastev, che ha vissuto sulla sua pelle il disfacimento del blocco comunista, non ha paura di svelare in questo libro le contraddizioni e le debolezze di un continente che, dalla fine della Guerra Fredda a oggi, è sembrato procedere in direzione inversa a quella che il 1989 sembrava promettere. ""Gli ultimi giorni dell'Unione"""" è, al tempo stesso, una lucida analisi degli errori commessi e dei gravi pericoli che il futuro imminente porta con sé, e l'accorato appello a riconsiderare le proprie posizioni, mettendo in dubbio ciò di cui siamo più convinti, per non ritrovarci un giorno a fissare con occhi increduli le macerie di un sogno, quello dell'Europa """"libera e unita"""", forse mai diventato del tutto realtà. Prefazione di Francesco Saraceno."" -
Il modello Cina. Meritocrazia politica e limiti della democrazia
Gli occidentali sono abituati a dividere il mondo politico tra ""buoni"""" - i governi democratici - e """"cattivi"""" - i regimi autoritari. Eppure, nella Cina degli ultimi trent'anni, è emerso con forza un modello diverso, difficile da inserire in una di queste categorie, per struttura, funzionamento e tradizione. È quello della meritocrazia politica, che con la sua straordinaria efficienza e i suoi sorprendenti risultati sembra mettere a dura prova le nostre convinzioni: crescita economica costante, sempre maggiore prestigio internazionale, una macchina amministrativa efficiente sembrerebbero dimostrare che il modello cinese funzioni molto meglio di quelli ai quali siamo abituati. In questo studio già diventato un classico, Daniel A. Bell analizza a fondo il sistema politico cinese, mostrandone le incongruenze e i possibili limiti, ma evidenziando anche che la meritocrazia politica potrebbe rappresentare un'importante risorsa per la democrazia occidentale oggi in crisi. Intellettualmente provocatorio e ampiamente discusso come capita soltanto alle grandi opere, Il modello Cina rappresenta oggi un contributo di inestimabile valore al dibattito occidentale, e una lettura irrinunciabile per tutti coloro che si interrogano sulle sorti della democrazia. Prefazione di Sebastiano Maffettone."" -
Critica della ragione artificiale. Una difesa dell'umanità
L’intelligenza artificiale, fino a poco tempo fa confinata nei laboratori di ricerca, ha fatto negli ultimi anni il suo ingresso dirompente nella vita di tutti i giorni. Politici, businessmen e semplici cittadini sembrano esserne quasi ossessionati: le promesse di crescita e sviluppo che essa porta con sé sembrano infinite, e così le possibilità che ognuno degli innumerevoli ambiti di applicazione, sfruttando una tecnologia sempre più efficiente e pervasiva, diventi più affidabile, fluido e ottimizzato. Non mancano gli osservatori che segnalano come il fare affidamento su macchine capaci di performance molto migliori di quelle umane metta a rischio posti di lavoro e renda problematica la sopravvivenza di interi settori industriali: ma persino di fronte a una minaccia così concreta, spesso, ci si limita a formali richiami all’etica, come se brandire questo vessillo potesse fare da scudo supremo contro le deviazioni delle tecnologie digitali. Con Critica della ragione artificiale, Éric Sadin mette a punto l’opera più compiuta e lucida del suo percorso di acuto critico delle nuove tecnologie, evidenziando come esse, presentate come semplici strumenti al nostro servizio, stiano invece erodendo le facoltà di giudizio e azione, ossia le capacità che più di tutte ci rendono umani. Sadin, recuperando in senso letterale il ruolo politico della filosofia, non sterile riflessione fine a sé stessa ma strumento in grado di decrittare la realtà allo scopo di servire la comunità, svela il retropensiero antiumanistico dei discorsi a sostegno dell’indiscriminato sviluppo tecnologico, e presenta una appassionata difesa dell’umanità – ossia di tutto ciò che dobbiamo tenere a mente e trasmettere ai più giovani se vogliamo evitare che lo stesso strumento che può garantirci prosperità e sviluppo si tramuti in terribile macchinario di oppressione. -
Haçienda. Come non si gestisce un club
Non c'è successo come il fallimento, cantava Bob Dylan in una delle sue ballate e, se questo è vero, nessuna storia come quella dell'Haçienda lo conferma. Dalla sua apertura nel 1982 a Manchester, all'epoca grigia e cupa città industriale, all'ultima serata, nel giugno del 1997, l'Haçienda, un club nato con l'ambizione di importare nel nord dell'Inghilterra il fastoso mondo dei più celebri locali newyorkesi, si rivelò al tempo stesso un disastro economico e un capolavoro culturale. Creata, sotto la guida del leggendario discografico Tony Wilson, da idealisti privi di qualsiasi preparazione organizzativa e manageriale, convinti che il club fosse un dono alla comunità e il luogo ideale dove le giovani generazioni potessero coltivare la propria creatività, l'Haçienda - come il Cabaret Voltaire, il CBGB's o lo Studio 54 - si trasformò ben presto in uno di quei luoghi capaci di creare arte e cultura, esercitando la propria influenza ben oltre i confini della propria esistenza fisica. Introduzione di Christian Zingales. -
La terza porta. Viaggio alla scoperta dell'arte di farcela
Quella di Alex Banayan è la storia di un universitario diciottenne, figlio di rifugiati iraniani, che dopo aver vinto un premio a un gioco televisivo decide di partire per un’incredibile avventura, un viaggio alla scoperta dei segreti più profondi che si celano dietro ogni successo, per conoscere in prima persona storie di vite straordinarie e personalità fuori dal comune. Dall’assemblea degli azionisti di Warren Buffett all’inseguimento a Larry King fuori da un supermercato, per poi finire in un nightclub con Lady Gaga. E poi Bill Gates, Maya Angelou, Steve Wozniak, Jane Goodall, Jessica Alba, Pitbull, Tim Ferriss, Quincy Jones e molti altri. Artisti, imprenditori, visionari e icone del nostro tempo che hanno tutti un’unica cosa in comune: hanno preso la “terza porta”. Per Banayan nella vita e negli affari ci sono sempre tre modi di entrare. C’è la prima porta, l’ingresso principale, quella dove il 99% delle persone aspetta in fila in attesa del proprio turno. Poi c’è la seconda porta, l’ingresso VIP, dove accedono per status sociale persone di successo e celebrità. Quello che in pochi riescono a scoprire però è che c’è sempre una terza porta: è quella che ti costringe a saltare fuori dalla fila, a entrare dalla finestra quando l’ingresso è sbarrato, a passare dalla cucina sul retro quando entrare sembrava impossibile. È questa la magia che c’è dietro la prima vendita di software di Bill Gates, o la strada che ha portato Steven Spielberg a essere il più giovane regista nella storia di Hollywood: hanno tutti scelto di prendere la terza porta. -
Contro i numeri. Perché l'ossessione per dati e quantità sta rallentando il mondo
Dall’istruzione alla medicina, dal business alla politica, Contro i numeri dimostra come l’ossessione per la quantificazione potrebbe non solo portarci in direzioni sbagliate rispetto ai nostri obiettivi, ma soprattutto lontano da quello che è davvero importante.rnrnLe organizzazioni di ogni tipo, struttura e latitudine sono oggi governate da un unico grande dogma: quantificare le performance, analizzare i risultati e misurare gli obiettivi. I parametri sono percepiti come gradini necessari da percorrere nella scala del successo. Più che un approccio, secondo Jerry Muller, è diventata un’ossessione, una vera e propria tirannia dei numeri dalla quale non riusciamo più a uscire e in cui la qualità della nostra vita, del nostro lavoro e delle nostre stesse relazioni è ingabbiata in una serie di sovrastrutture che ne impediscono lo sviluppo. Viviamo nell’epoca dell’accountability, degli incentivi alle performance e della fiducia assoluta nei benefici della trasparenza. Riporre troppa fiducia nei numeri tuttavia risulta fallace, specialmente perché troppo spesso questi parametri semplicemente non sono veri, o peggio, fotografano una realtà tanto diversa quanto inattaccabile proprio in virtù della loro natura matematica. Dall’istruzione alla medicina, dal business alla politica, Contro i numeri dimostra come l’ossessione per la quantificazione potrebbe non solo portarci in direzioni sbagliate rispetto ai nostri obiettivi, ma soprattutto lontano da quello che è davvero importante. -
La scienza inutile. Tutto quello che non abbiamo voluto imparare dall'economia
Viviamo anni di dissesti economici e finanziari, ma per fortuna lo studio della storia economica aiuta leader politici a evitare errori già commessi in passato. Giusto? Sbagliato: questo libro mostra proprio come la negligenza dei policy makers e persino degli stessi economisti nello studio delle vicende economiche mondiali sia uno dei fattori dell’aggravarsi dei momenti di crisi. La scienza inutile ripercorre la storia e la lotta delle idee lungo tutta la storia del moderno pensiero economico, dalla Grande depressione all’attuale crisi del sistema bancario, dimostrando come i tanti interventi sbagliati a livello politico e istituzionale rientrino tutti all’interno di un ciclo di corsi e ricorsi storici che si ripetono più volte, e ogni volta peggio. Il racconto è inframezzato da una serie di approfondimenti che mostrano come la conoscenza del pensiero economico ci aiuterebbe a capire fenomeni attuali: il sistema bancario al collasso, la politica economica di Donald Trump e i deludenti e tardivi risultati del Jobs Act. -
Guerra digitale. Il 5G e lo scontro tra Stati Uniti e Cina per il dominio tecnologico
Stati Uniti e Cina stanno combattendo una lotta senza esclusione di colpi per il controllo del 5G, la rete di telecomunicazioni ultraveloce e ultrapotente; e si affrontano, con altrettanta determinazione, per conquistare il primato nell'intelligenza artificiale e nella robotica. Stiamo precipitando in un secondo girone della rivoluzione digitale, che promette rivolgimenti rispetto ai quali i vent'anni alle nostre spalle sembreranno solo una pallida premessa; e per controllare le tecnologie e le industrie che sono la chiave di questo futuro è scoppiata una nuova guerra fredda tra l'America, che ha governato i decenni passati, e la Cina, che sta rivendicando la leadership per il domani. La posta in gioco è il comando tecnologico nel Ventunesimo secolo e - di fatto - il primato geopolitico. Un nuovo tipo di colonialismo ne è conseguenza: i territori e i loro abitanti diventano ""miniere di dati"""", la materia prima da sfruttare per la supremazia nelle industrie del futuro. Tramontati gli anni della globalizzazione senza vincoli, la difesa della sovranità digitale s'impone per proteggere lo sviluppo dell'economia e la libertà degli individui."" -
La grande illusione. Perché la democrazia liberale non può cambiare il mondo
«Un libro notevole» – La LetturarnrnNegli ultimi anni le democrazie occidentali sono apparse improvvisamente fragili e inadeguate di fronte all'assalto di forze spesso definite populiste o sovraniste, ma in ogni caso ostili al modello liberale. Se tutto ciò sta accadendo con ogni evidenza davanti ai nostri occhi, è spesso più difficile accorgersi di quanto avviene sul piano internazionale - e cioè sul delicato terreno dei rapporti tra Stati e nel quale ha avuto origine il disgregarsi del sogno di pace globale che la caduta del Muro di Berlino sembrava promettere. Con La grande illusione John Mearsheimer, uno dei maggiori esperti al mondo di relazioni internazionali, mostra infatti come alla fine della Guerra Fredda non abbia fatto seguito un ""mondo nuovo"""", libero e unito, ispirato ai principi di un Occidente guidato dagli Stati Uniti d'America, bensì l'emersione di modelli alternativi in un contesto che ha rifiutato nettamente il progetto della egemonia liberale. """"La grande illusione"""", uno studio approfondito, una disamina spietata e anche un appassionato appello al realismo politico, ripercorre la storia del crollo dell'edificio liberale, evidenziando gli errori anche tragici che sono stati commessi, ma che possono oggi essere di insegnamento per una convivenza globale più equilibrata. Introduzione di Raffaele Marchetti."" -
La tragedia delle grandi potenze
Nel grande scacchiere della politica internazionale, ogni volta che una potenza ambisce all'egemonia regionale le altre si coalizzano per contrastarla. La guerra è uno degli esiti più probabili del bilanciamento dei poteri globali e gli Stati devono essere sempre pronti a combatterla. È questa la tragedia delle grandi potenze raccontata da John Mearsheimer che, con questo studio, si è affermato come uno dei più autorevoli politologi al mondo. Il realismo offensivo qui elaborato è a sua volta uno dei modelli teorici più accreditati nello studio e nella comprensione delle dinamiche in atto nelle relazioni tra Stati. In questo saggio, considerato tra i grandi classici sui temi della politica internazionale, Mearsheimer usa gli strumenti dello storico e del politologo per consegnare una profonda riflessione sull'inevitabilità della guerra, resa evidente dal perdurare e dall'inasprirsi dei conflitti nel trentennio seguito alla caduta del Muro di Berlino e alla fine della Guerra fredda. La presente edizione è arricchita da un nuovo capitolo sull'ascesa della Cina, precedentemente inedito in italiano, in cui l'autore si interroga sulle possibilità che essa avvenga senza conflitti. -
Il valore di uno. Il Movimento 5 Stelle e l'esperimento della democrazia diretta
È passato oltre un decennio da quando, il 4 ottobre 2009, Beppe Grillo celebrava l'atto fondativo del Movimento 5 Stelle, l'""asteroide"""" della politica italiana che molti avevano previsto si sarebbe dissolto al contatto con l'atmosfera. Non è stato così: l'impatto, soprattutto elettorale, è stato deflagrante, e dieci anni più tardi, dopo vittorie clamorose e momenti di difficoltà, apprezzamenti e critiche feroci, battaglie di opposizione e responsabilità di governo, è giunto il momento di analizzare nel profondo l'esperienza politica del partito dell'""""uno vale uno."""" Quanta sostanza c'era nei proclami dei primi tempi? Cosa si è conservato e cosa si è perso dei primi manifesti programmatici? Quali mutazioni ha attraversato il Movimento e perché? Lontano dalle faziosità, Davide Vittori ripercorre la prima, compiuta esperienza di democrazia diretta in Italia, descrivendone gli aspetti innovativi e le peculiarità che ne hanno garantito la durata e i punti di debolezza che, invece, sono stati concausa delle fasi critiche. """"Il valore di uno"""", un'accurata analisi politologica del Movimento 5 Stelle, lascia da parte sensazionalismi e animosità intendendo fornire uno strumento utile a valutare un'esperienza alla quale i voti hanno dato sostanza e che resta, anche nei limiti talora mostrati, un caso rilevantissimo nello studio della democrazia e della sua trasformazione in atto. Prefazione di Piero Ignazi."" -
Sovranismo islamico. Erdogan e il ritorno della grande Turchia
Recep Tayyip Erdogan, dodicesimo presidente della Repubblica di Turchia, è una figura che unisce e che divide: amato fino alla venerazione o contestato fino al disprezzo, nei quasi vent'anni trascorsi dalla sua ascesa al potere il leader conservatore ha trasformato il suo Paese dando voce a settori della società che erano ai margini della vita politica fino al suo arrivo, e al tempo stesso imbavagliando i dissidenti. Ma chi è veramente Erdogan, e a cosa deve il suo successo? La sua affermazione è solamente frutto di coercizione, corruzione e metodi clientelari, come vogliono gli oppositori, o c'è invece sostanza nel suo modello politico? Attraverso un viaggio che ripercorre le principali fasi della sua vita privata, dalle umili origini al potere assoluto, e del suo percorso politico, questo libro rivela i tratti meno conosciuti della personalità del leader turco, analizzando le peculiarità della cornice ideologica creata intorno alla sua figura, il sovranismo islamico, e restituendo un ritratto accurato di una delle figure più importanti e complesse del Medio Oriente contemporaneo. Prefazione di Alessandro Campi. -
Anno zero. Idee riformiste per il futuro dell'Italia
Ogni nuova formazione politica, una volta giunta al governo, promette cambiamenti di direzione e nuove strade da percorrere. Al di là delle promesse però l'anno zero sembra non arrivare mai. L'Italia ancora cinta dalla crisi economica del 2008 è smarrita, e il percorso per ritrovare la strada maestra sembra ancora lontano. Domenico Del Prete attraverso interviste e dialoghi conduce dieci intellettuali, ognuno esperto in un settore, verso una tagliente analisi di errori passati e pericoli futuri, ripercorrendo il ruolo dell'Italia all'interno dell'Europa stretta dalla morsa sovranista, la difficile ma necessaria transizione verso un futuro sostenibile. E ancora, l'immigrazione, il complicato rapporto tra verità e consenso elettorale, la disoccupazione, la parità di genere e le disuguaglianze sociali sempre più marcate. ""Anno zero"""" è un itinerario di analisi, critiche e riflessioni per capire la via da percorrere per mettere il punto e andare a capo."" -
Breve e universale storia degli algoritmi
L'algoritmo è un procedimento che risolve un determinato problema attraverso un numero finito di passi elementari. Una sequenza di processi che sembrerebbe restare nel freddo territorio dei numeri, e che si esprime in un linguaggio informatico incomprensibile ai più. Eppure questi algoritmi controllano l'andamento dei mercati azionari, scelgono il prezzo di un biglietto aereo, progettano una serie tv o decidono quali sono le notizie, le pubblicità e i contenuti che ci interessa di più vedere sui nostri social network. Partendo dalle origini e ripercorrendo le tappe che da Babilonia a Google hanno segnato la loro ascesa, ""Breve e universale storia degli algoritmi"""" mostra come la loro importanza non sia da ricercare nelle infinite possibilità del calcolo numerico, ma nell'enorme impatto sulla società moderna e nel potere derivante dalla gestione di flussi di dati e informazioni, che con l'esplosione della rivoluzione digitale hanno portato gli algoritmi ad essere lo strumento più potente mai esistito nelle mani del nuovo capitalismo. Uno strumento neutro però, che può generare progresso o distruzione solo nella misura in cui siamo noi a volerlo."" -
Guida razionale per elettori emotivi. Evitare le trappole mentali che indirizzano le nostre scelte
"Guida razionale per elettori emotivi"""" è al tempo stesso divertente e inquietante. Accattivante fin dal titolo, si propone come una guida per aiutare """"gli elettori indifesi"""" a muoversi nel grande oceano dei trabocchetti elettorali, insegnando loro a evitare le trappole emotive disseminate lungo il cyber-sentiero che porta al seggio. Ma questo è solo il primo livello di lettura: ce n'è un altro più profondo e, appunto, in grado di suscitare una certa inquietudine. Esso rispecchia la funzione capillare della rete informatica in cui siamo immersi e che ha il punto di ricaduta più immediato nelle scelte elettorali, o per meglio dire nella formazione di un'opinione pubblica nel senso più ampio del termine. In realtà la società del web va oltre: l'ignoranza diventa quasi un valore aggiunto. Giudizi e pregiudizi fossilizzati sugli """"smartphone"""" creano circuiti chiusi in cui diversi gruppi si confrontano e quasi sempre s'insultano in base a preconcetti resi compatti e pressoché insuperabili proprio dal meccanismo del web. Prefazione di Stefano Folli."