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L'immaginazione. Vol. 304
"L'immaginazione"""", rivista di letteratura diretta da Anna Grazia D'Oria, è presente da ventidue anni e si conferma una realtà davvero interessante, soprattutto per la poesia. Esce con cadenza bimestrale, rivolgendo particolare attenzione alle tendenze poetiche contemporanee, con la presentazione di versi inediti di poeti noti e meno noti. Per gli appassionati del genere la rivista, fiore all'occhiello del gruppo editoriale Manni, è una miniera inesauribile di notizie, approfondimenti e curiosità sulla poesia contemporanea mondiale." -
Il colpo degli uomini d'oro. Il furto del secolo alle Poste di Torino
Una appassionante vicenda di nera raccontata come un romanzo giallornrn“Quei sacchi pieni di banconote che gli passavano ogni giorno tra le mani erano diventati un’ossessione.”rnrnGiovedì 27 giugno 1996, ore 8 del mattino: alla direzione delle Poste di Torino i funzionari dell'Ufficio Cassa aprono i sacchi raccolti il giorno prima dalle varie sedi postali. Sono pieni fino all'orlo, è in scadenza il pagamento dell'ICI. rnDentro però, invece del denaro, trovano fumetti di Topolino e pagine di libri scolastici tagliuzzati della misura delle banconote da 100 e 50.000 lire. rnNel giro di recupero che fa il furgoncino blindato, preceduto e seguito da due auto di scorta, è successo qualcosa, anche se tutto sembrava andare liscio e nessuno si è accorto di niente.rnQuattro insospettabili – o forse di più? - e la 'ndrangheta, le fughe in Albania e Costarica e due cadaveri nascosti in un noccioleto della Val Susa, pistole del secolo scorso ancora fumanti, playboy di provincia e mogli gelose...rnBruno Gambarotta ricostruisce la cronaca dettagliata del colpo sabaudo del secolo, una storia realmente accaduta che per molti mesi ha tenuto col fiato sospeso l'Italia. E lo fa lavorando sugli articoli della “Stampa”, intervistando avvocati e pubblici ministeri, studiando le carte del processo. rnUna appassionante vicenda di nera raccontata come un romanzo giallo, dove le cose non sono mai quelle che sembrano. -
Stazioni. 1994-2017
La raccolta comprende due sezioni di quattordici testi con relativi congedi: un viaggio sentimentale a tutto campo, forse una doppia via crucis, umana e spirituale. La prima si compone di poemetti e quasi poemetti, intendendo con tale espressione la loro brevità rispetto al problema toccato: si fermano quando il discorso del cuore pare concluso e non vuole forzature. La seconda parte è composta da due sequenze di sette poesie e quasi poesie, in cui il soggetto entra nel dramma collettivo con tutta la non-potenza dell'umiltà e della compassione. Declinano voci di profondo impegno morale ed ecologico, attraverso una emozione linguistica: la poesia deve contenere la passione e il turbamento che l'hanno generata, e i versi disegnano l'utopia di una società autentica mentre scuotono e sommuovono la lingua, come ha scritto Rodolfo Zucco. -
Per non dimenticarmi
Due sezioni racchiudono le fasi di un percorso poetico dove l'io si rivela attraverso brani di vita distinti e insieme compatti, serrati uno all'altro come i chicchi di una melagrana. -
Torre saracena. Viaggio sentimentale nel Salento
Questo libro è un viaggio nel Salento, e un ritorno nei luoghi dell'infanzia e adolescenza dell'autore. È una rievocazione personale fatta ""da lontano"""" e assieme un itinerario fisico per strade e paesi della provincia di Lecce. Attraverso gli occhi di Antonio Prete conosciamo un Salento altro: entriamo nelle case di Gallipoli e Otranto d'inverno, guardiamo ballare una tarantata, scopriamo i menhir e la città fortificata di Acaya, lavoriamo la cartapesta, ci spingiamo fino a Leuca finisterrae e alla grotta preistorica dei Cervi, passeggiamo nel barocco di Lecce... Un percorso d'autore che racconta com'era il Salento prima che diventasse meta di migliaia di turisti, e il Salento com'è oggi, con i luoghi e gli aspetti sconosciuti che pur conserva: una terra che ha la sua peculiarità nei tratti antichi di storie e leggende, profumi e sapori ancora così autentici e inesplorati."" -
Eppure sono lieve
"L'autrice è un'anima lieve, silenziosa. Ha lo sguardo sereno sul mondo di chi ha conosciuto il buio e ora ha qualcosa da dire. Ascoltiamola."""" - Giovanni AllevirnrnDue amiche si ritrovano dopo i tempi del liceo. Hanno quarant'anni, un lavoro di successo, dei figli. Bruna, pediatra, è separata, Giovanna è costretta in un matrimonio che la sta poco a poco annientando e da cui non riesce a svincolarsi. Il romanzo, che racconta una vicenda reale, è composto da due diari che si incrociano. Quello di Giovanna, vittima inconsapevole, insieme ai due figli, di un marito aggressivo e manipolatore. E quello di Bruna, che tenta di sostenere l'amica in un percorso di consapevolezza e richiesta di aiuto presso un centro antiviolenza. È un romanzo sul tema dell'abuso domestico, sul maltrattamento psicologico, il cosiddetto mobbing famigliare, una violenza ambigua e difficile da riconoscere, tanto per la vittima quanto per chi le sta attorno. Ma è anche un romanzo sull'amicizia, sul potere della fiducia e della vicinanza. La drammaticità di una questione tanto grave quanto sommersa e misconosciuta è temperata dalla levità, dalla poesia e da una sottile ironia con cui l'autrice riesce a raccontare la rabbia, il senso di impotenza, la vergogna e il dolore con cui, fino alla fine, bisogna fare i conti." -
Dente di cane
In una piccola città ai piedi del Vesuvio il maestro elementare Gilberto Raimo inciampa in una trama ordita dai potenti locali che ne temono l'impegno politico e civile. Antonio Melfi, suo ex allievo, si impegna a guidare un'azione collettiva che ne riscatti l'onore. Il lavoro di indagine per portare a galla la verità diviene cammino esistenziale. -
Polpettology. Storia, filosofia e ricette della polpetta. Teoria e pratica del cibo più amato al mondo
Certo non è solenne come la lasagna. Non è raffinata come una crêpe al tartufo. Non è effervescente come i gamberoni al curry. Ma è comoda come una pantofola. Familiare come la voce della ninna nanna. Saporita come una battuta popolare. La polpetta non è aggressiva, non è esibizionista, non è possessiva. Se dovessimo scegliere un cibo da decretare piatto nazionale, sarebbe certo lei. È una pietanza locale che in ogni regione ha la sua declinazione, e si ritrova in tutte le culture del mondo. È un cibo plurimillenario, che ha saputo adattarsi alla contemporaneità, e se negli anni Sessanta nessun bravo padrone di casa le avrebbe offerte per cena, oggi hanno conosciuto una riscossa, sono sempre più presenti non solo sulla mensa famigliare ma anche negli aperitivi al bar e nei light lunch alle convention. E poi, basta aggiungere un po' di pane raffermo, formaggio, un uovo, ed ecco che quella che doveva essere una portata per due diventa per quattro, per sei, per otto. Allora, cosa bolle in pentola? Un libro di cucina - ma non solo, anche se contiene molte ricette di facile realizzazione. Un libro di storia materiale - ma non solo, anche se racconta la polpetta dalle origini ai giorni nostri. Soprattutto, questo è un libro di filosofia della polpetta, dal tono semiserio, in cui il piatto diventa metafora di un modo di essere, anzi di polpettare, che passa dal riutilizzo e riciclo, alla capacità di adattarsi, al gusto della condivisione. -
Respiro dello sciamano
Il mito, la storia, il quotidiano, sentimenti personali e collettivi si intrecciano senza confondersi in questa raccolta poetica animata da una profonda religiosità. -
Candida
Le vicende di Candida, una donna coraggiosa, della sua famiglia, di una comunità del profondo Meridione italiano, negli anni Sessanta, si confrontano con la vita della moderna metropoli europea. -
Addimora
Addimora è una raccolta poetica con un linguaggio di ossa e di nervi, mai sdolcinato, anche quando i sentimenti intensi sono in primo piano. In una scrittura essenziale mescidata di vocaboli dialettali o della lingua letteraria dotta, e anche di neologismi e arcaismi, il dialogo in versi è con un tu e dice della realtà che è. -
La grotta dei cervi e la preistoria nel Salento. Ediz. italiana e inglese
Il volume traccia la storia del genere Homo attraverso le varie epoche e in particolare le vicende legate alle grotte, del Salento ma non solo. Per tutta la durata della preistoria le grotte hanno offerto riparo e protezione e sono state considerate il luogo ideale per entrare in contatto col divino e con il mondo ""di sotto"""". Fin dal Paleolitico l'uomo le ha utilizzate come abitazione, e anche per allestire cerimonie, praticare riti, seppellirvi i morti, rendendole dunque imprescindibile punto di ritrovo e socializzazione. In particolare il libro analizza la Grotta dei Cervi (Porto Badisco - Otranto), frequentata a partire dal 6.000 a.C. e fino all'Età messapica e romana, uno dei monumenti d'arte parietale più importanti del Mediterraneo, nota come la Cappella Sistina della preistoria per la ricchezza delle raffigurazioni. Sede di cerimonie collettive in onore della Grande Madre, vi sono confluite genti da tutto il bacino del Mediterraneo, fino a farne un fondamentale crocevia per stringere patti, scambiarsi doni, incontrare persone di altri luoghi. Il fascino delle pitture che si snodano lungo le pareti della Grotta dei Cervi racconta di un linguaggio che, nella condivisione di codici espressivi, non conosce barriere territoriali."" -
Polvere e vita
Passato e presente convivono in una storia di tante storie che vede in primo piano uno spaccato del Salento. Il territorio nei suoi aspetti peculiari e negli eventi epocali è il vero protagonista: i contadini, piegati dal duro lavoro al servizio dei signori, dal periodo della dominazione spagnola fino ai ragazzi dell'oggi, i canti tradizionali d'amore e del lavoro, voce di un riscatto agognato e mai raggiunto, la pizzica, nelle sue radici più autentiche, San Paolo, icona di speranza per le donne di ogni tempo... -
La donna del ventesimo secolo. Vol. 1: Dal cancan al charleston.
Il lettore è invitato a un viaggio nel mondo femminile del primo Novecento con interviste impossibili. Protagoniste, fra le altre, Lina Cavalieri, la Bella Otero, Mata Hari, Matilde Serao, Carolina Invernizio, Sibilla Aleramo, Ada Negri, Amalia Guelminetti, Rosa Luxemburg. -
La Gabriella in bicicletta. La mia Resistenza raccontata ai ragazzi
Dobbiamo non perdere la memoria di quello che è avvenuto, di quello che abbiamo pagato perché la storia si ripete, non c’è niente e nessuno che ci possa salvare il giorno in cui noi questa storia la tradissimo proprio nella memoria.rnrn26 settembre 1944, Tina Anselmi ha 17 anni, siamo nel pieno dell’occupazione nazista. Quel giorno a Bassano del Grappa, dove Tina va a scuola, i tedeschi impiccano 43 giovani partigiani nella piazza del paese, e tra questi c’è il fratello di una sua compagna di classe. Tina ne è scioccata: viene da una famiglia antifascista e anche nell’Azione Cattolica ha appreso valori ben diversi da quelli imparati a scuola nell’ora di Dottrina fascista. Decide così di unirsi alla lotta partigiana. rn“Se ti prendono i tedeschi, prega che t’ammazzino perché altrimenti quello che ti faranno sarà peggio”, le dice il comandante della Brigata Battisti che va a incontrare sul Monte Grappa. Ma Tina ha il coraggio che viene da quella situazione di ingiustizia, dalla certezza di stare dalla parte della ragione: “C’era un pizzico di incoscienza, ma c’era soprattutto la convinta fiducia in quello che facevamo”, scrive. rnCon il nome di battaglia di Gabriella, per molti mesi percorre un centinaio di km al giorno mantenendo i collegamenti tra le formazioni partigiane, trasportando stampa clandestina, armi, messaggi. rnTina racconta delle imprese che erano la normalità, i rischi che correva, l'aiuto che riceveva; e racconta cos’è accaduto in Italia in quegli anni, quali fossero le speranze, le idee, le vicende personali e collettive della Resistenza, con semplicità, immediatezza e profondità che riescono a rendere la complessità della Storia.rnIl libro contiene anche agili schede sui momenti salienti del Fascismo e della Resistenza, sui principali personaggi, come Matteotti e Pertini, e alcune lettere dei partigiani condannati a morte. -
Chi si tocca muore. Un trattato del 1830 sulle conseguenze fatali della masturbazione
Sedici acquerelli, sedici stazioni della Via crucis dell'autoerotismo. Prefazione di David Riondino.rnrnrnNel 1830 l'anonimo direttore di un carcere minorile francese firma l'altrettanto anonimo Le livre sans titre per illustrare ai giovani i danni dell'onanismo, considerato la fonte di ogni male fisico e morale: debolezza, astenia, disturbi del sonno, vomito, caduta dei capelli e dei denti, sbocchi di sangue, asma, febbre, consunzione delle ossa, infine la morte. rnOgni capitoletto racconta uno scalino di questo precipizio verso la tomba, ed è accompagnato dal ritratto di un ragazzo vittima del “vizio solitario”, dapprima jeune et beau, e poi sempre più debole, emaciato, sfibrato.rnSedici acquerelli, sedici stazioni della Via crucis dell'autoerotismo.rnrnIl testo è accompagnato da un saggio sulla storia della masturbazione: parte dall'antichità e arriva alla odierna concezione di tale comportamento sessuale come pienamente naturale ed eticamente legittimo, passando per la condanna drastica dei Padri della Chiesa fondata sulla sanzione biblica di Onan, e per il pensiero scientifico del Sette e Ottocento quando, anche in pieno Illuminismo, l'influenza del cattolicesimo indusse fino a metodi molto cruenti per debellare il male, dalla clitoridectomia alla amputazione del pene. Meno feroce sistema quello del miliardario John Kellogg il quale, convinto che i cibi saporiti sollecitassero le pulsioni sessuali, inventò un prodotto leggero -
Sul retro di cuori
La scrittura, in questa raccolta poetica, nasce negli angoli bui e polverosi del quotidiano, dove il segno, nel dare corpo alle intuizioni emotive e logiche, cerca di conoscere nelle risposte il suo senso e la sua forza. I versi si presentano come un diario confidente in cui vivere profonde visioni libere dai contesti del presente, quasi un mondo parallelo che legga l'altro e se stesso in cammino, come rotaie di un treno inseparabili e indispensabili. -
Il contrario di padre
Proposto per il Premio Strega 2020 da Giovanni Pacchiano.rnrnQuando sa della morte del padre, Giulio non lo vede da trent'anni, da quell'estate del 1977 in cui sua madre ha dovuto lasciarlo all'ex marito. Mamma Elena è ansiosa e intransigente, papà Geremia affascinante e inaffidabile, Giulio un bimbo di 10 anni riservato e sensibile, che a scuola prende solo buoni voti e per quel viaggio parte con un bloc-notes pieno di regole e divieti da rispettare. Bloc-notes che finisce presto dimenticato: a bordo di una Giulia super color amaranto il padre lo porterà al Circeo, a Capri, in Liguria, e lui imparerà a bere Coca Cola fino al mal di pancia, a tuffarsi dallo scoglio più alto per far colpo sulle ragazzine, a percorrere da solo il tratto più buio dei sentieri. Tra scherzi e bugie, notti passate a giocare a poker e traffici da spallone, in attesa di un gommone che non si riesce a prendere mai e nuotate a perdifiato verso i Faraglioni, insieme alla giovane fidanzata Clem che profuma di limone fritto, Geremia fa vivere al figlio l'estate più bella della sua vita.rnrnProposto per il Premio Strega 2020 da Giovanni Pacchiano: «C'è candore mescolato a nostalgia, c'è dolore per quel che non è stato e felicità per un unico momento di gioia passata, c'è soprattutto una notevolissima e consapevole lievità di scrittura che non cade mai in melensaggini (mi ricorda per molti versi un autore illustre come Valery Larbaud per le sue Enfantines) nel romanzo di Sebastiano Mondadori, Il contrario di padre. Storia soave e terribile, articolata in due tempi. Il primo, durante una vacanza estiva, che si perde nel passato, del complicato rapporto fra Giulio, un bambino di 10 anni, e il padre, Geremia, 38 anni, un fainéant, ameno irresponsabile, un bugiardo cronico, giocatore di poker, spallone di denaro, spudorato dongiovanni, imprevedibile e inaffidabile, eppure, nei momenti migliori divertente e allegro e affettuoso col figlio. Il secondo: il tempo di un rendiconto, quando Giulio, passati trent'anni senza aver più visto il padre, svanito nel nulla dopo quella memorabile vacanza, fatto scendere il figlio davanti alla casa dell'ex moglie con un allegro: ""Ci vediamo presto, campioncino"""", apprende dall'imprevista telefonata di """"una voce femminile quasi implorante"""", quella di Carla, la seconda moglie di Geremia, che il padre è morto, stroncato da un tumore al fegato. Sicché nel romanzo il momento della felicità, il passato, e quello del cordoglio, il presente, si distinguono e insieme si confondono nell'animo di Giulio, che, di fronte a Carla, dopo averla raggiunta per condividere con lei il lutto, si abbandona al ricordo. Quell'agosto meraviglioso, quando Geremia imbarca il figlioletto, imbottito di raccomandazioni da una madre apprensiva, su una Giulia super amaranto (la spinge a 200 all'ora e il figlio è allibito), portandolo in vacanza a casa di amici, al Circeo e poi a Capri. E delicato è il racconto dell'apertura del piccolo Giulio alla vita: le innocenti infatuazioni per le ragazze più grandi di lui, lo sbalordimento e i timori per la sfacciata sventatezza... -
Se tu fossi una brava ragazza
Marco ha quarant'anni, e ha deciso di prendere le distanze da tutto, dalla famiglia, dalle donne, dagli amici. Conduce una vita silenziosa, divisa tra la mania per i vinili dei cantautori italiani e il lavoro di ausiliario del traffico. L'unico legame con il mondo è il bar, quello del caffè la mattina, quello della birra la sera. E se nel primo incontra Lidia, timida, solare, dolce, nel secondo incappa in Aspra, che come un meteorite spazza via tutto, lo travolge con i suoi tormenti e la sua passione, lo restituisce alla vita - e gli toglie ogni centro. Ma in questo percorso di allontanamento da sé, di ricerca di un equilibrio nuovo, Marco scopre nuovi porti, e approda a una serenità che, alla fine, è quella più pura cui ha sempre teso. -
L' albero custode
Questa raccolta poetica è costruita come un organico percorso interiore per ritrovare le radici e accettare e affrontare una realtà che cambia...