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Storia di un incontro. Rudolf Steiner e Friedrich Nietzsche
Steiner incontrò Nietzsche ancora vivo - se pur già scivolato nella tenebra della follia - e si occupò direttamente dell'Archivio del filosofo. Riassunse i risultati del suo lavoro in un libro a lui dedicato, nonché in svariati saggi e innumerevoli conferenze. Tuttavia, ben presto, sui suoi studi su Nietzsche calò una cortina di silenzio. Ci sarebbero voluti decenni prima che qualcuno si rendesse conto della validità di certe istanze, sdoganando, sia pur a denti stretti e frettolosamente, il pensiero di Steiner su Nietzsche. E ancora oggi, a distanza di oltre 120 anni dall'uscita del suo libro su Nietzsche, i portavoce della critica ufficiale persistono nella congiura del silenzio. Il fatto è che Rudolf Steiner viene considerato - dai portavoce del 'pensiero unico accademico' - un autore che si occupa prevalentemente di 'spiritualismo' e questo basta per ignorarne completamente le opere squisitamente filosofiche. È ora tempo che tale ostracismo venga revocato. È ora, insomma, di fare giustizia. -
Libertà e persona nell'etica di Luigi Sturzo. La vita soprannaturale nella storia
Il volume indaga la filosofia morale di Luigi Sturzo (1871-1959) ritrovando nel suo pensiero storico-sociologico il valore della sintesi della persona come centro della libertà nella storia. L'autonomia della persona, infatti, rende presente il trascendente nelle forme sociali e manifesta l'infinita vita di Dio a fondamento etico del personalismo spirituale sturziano. L'etica di Sturzo conserva l'insieme di distinzione e unità restando dentro un dualismo spirituale e affida al sapere storico-sociale il compito di superare i limiti di ogni monismo permettendo in tal modo di scoprire il rapporto con il Soprannaturale. Storia e sociologia hanno sempre compimento nell'etica della persona, che è il centro di ogni solidarismo nella vita economica, sociale e nell'agire in politica. Sulla scia del Rosmini, l'azione sociale in Sturzo non è semplice mezzo utilitario ma cammino della persona nella storia in grado di rendere presente il Soprannaturale. Solo la libertà della persona consente a ciascuno di essere produttore di storia: solo la persona resta la vera custode dei fini etici nella propria vita e in quella collettiva. Infatti per Sturzo, la vita della ""persona"""" è incessante realizzazione del rapporto spirituale del soprannaturale nell'umanità degli uomini."" -
Un prisma agostiniano di filosofia del linguaggio
Di Agostino d'Ippona si ricorda sempre che in gioventù era stato un professore di grammatica e retorica, eppure nell'abbondantissima letteratura su di lui scarseggiano gli studi che indagano la sua figura di filosofo del linguaggio. I sei interventi raccolti in questo libro mettono in luce alcune sfaccettature del suo pensiero semiotico-linguistico, che ha esercitato un influsso profondo sulla cultura occidentale, e ragionano su temi quali il ruolo dei segni, l'apprendimento linguistico, la natura della frase, il rapporto fra tempo e linguaggio, la persuasione. La prospettiva storico-teorica che li unifica, senza alcun intento di completezza, fa del libro un interessante invito alla lettura. -
La corsa a ostacoli. Cronaca di una legislatura vissuta pericolosamente
In un momento storico in cui il dibattito politico in Italia è troppo spesso condizionato da populismi e personalismi, questo libro prova a riportare il dibattito su temi cruciali per lo sviluppo del paese. La corsa a ostacoli. Cronaca di una legislatura vissuta pericolosamente è il racconto della recente stagione politica a trazione democratica, di riforme in materia di giustizia, sia in ambito civile che penale. È la cronaca delle riforme in tema di lotta alla corruzione, di equo compenso per i liberi professionisti e di mercato del lavoro e di contrasto al caporalato. È la cronaca delle riforme in ambito di tutela dei beni culturali, del rimpianto per la mancata riforma della Costituzione, ma anche del successo di una riforma attesa da anni, quella sulle unioni civili. È la cronaca degli interventi per il sostegno del Mezzogiorno, di quelli già attuati e di quelli che si potrebbero effettuare nei prossimi anni. Non è una cronaca fredda e distaccata, l'autore arricchisce il racconto dell'esperienza politica e parlamentare con aneddoti personali, considerazioni e pensieri di speranza per il futuro del paese, che non deve per forza essere nero come vogliono farci credere. Prefazione di Andrea Orlando. -
«Coloro che discutono» (Hoi dialegomenoi). La dialettica aristotelica tra metafisica, retorica e psicologia
In questa monografia sono indagati i rapporti tra la dialettica e altre discipline di cui Aristotele si occupò. Il filosofo, infatti, trattò tra l'altro delle argomentazioni dialettiche che possono essere costruite per provare o confutare l'attribuzione di un genere a una specie, e nel farlo elaborò una teoria metafisica dei rapporti tra le diverse classi in cui rientra un ente individuale. La dialettica è però in primo luogo un metodo argomentativo, ed è quindi strettamente collegata alla retorica: per questo vengono analizzate le affermazioni di Aristotele sui rapporti tra le due tecniche. Quando espone i diversi tipi di argomentazioni dialettiche, lo Stagirita fa spesso ricorso ad esempi, alcuni dei quali riguardano la psicologia e più in particolare le proprietà delle tre parti dell'anima di cui aveva parlato Platone. La questione del significato di questi riferimenti alle parti razionale, irascibile e desiderativa dell'anima è anch'essa affrontata in questo volume. -
Identità nazionali. Teorie, narrazioni, istituzioni
In che modo il paradosso può essere considerato un utile strumento dell'indagine epistemologica volta alla comprensione storiografica? A questa domanda risponde il filo rosso che lega gli interventi che compongono questo lavoro collettivo. Come non definire paradossale e al tempo stesso raffinatamente stimolante il tema del tradimento ""motore della Storia"""". Uno dei concetti fondanti la dottrina, quello di identità nazionale, viene oggi profondamente rivisto, superato, quindi """"tradito"""". Occorre tradire la tradizione per cercare di comprendere la valenza attuale di termini quali popolo, nazione. L'idea di nazione può ancora essere considerata forza attrattiva aggregante dell'idea di popolo dopo le tragedie del XX secolo? Oppure deve essere tradita e rifondata su basi epistemologiche, dimensioni territoriali, sociali ed etniche del tutto differenti. Tradimento come motore della Storia, ipotesi suggestiva e affascinante, seguita o preceduta che si voglia, dalla disponibilità perenne alla revisione critica dell'analisi storiografica."" -
Grecia, Persia, Sicilia. Lisia 33: Olimpico
L'Olimpico di Lisia è una delle tre orazioni che non ci è pervenuta attraverso i codici. Dobbiamo una parte del discorso a Dionigi di Alicarnasso che nell'opera dedicata all'oratore ne riporta un brano iniziale, per giunta non molto ampio. In effetti, si tratta di un frammento dell'orazione che risulta più breve della c. Ippoterse pervenuta per via papiracea. Nella forma a noi giunta il discorso appare soltanto pamphlet contro Dionisio I di Siracusa, città da cui proveniva la sua famiglia. Secondo la notizia dello stesso Lisia, il padre Cefalo era venuto da Siracusa ad Atene sotto l'invito di Pericle, dove viveva da meteco. La violenza con la quale L'oratore attacca Dionisio I pone il problema del rapporto tra un meteco e la sua città d'origine. Lisia non ebbe tentennamenti. Decise di schierarsi apertamente con la città attica. Nel periodo di soggiorno a Thurii parteggiò per Atene contro Siracusa e per questo fu costretto all'esilio dalla fazione filopeloponnesiaca. Atene non solo era un punto di attrazione per i cittadini delle altre poleis, ma riusciva a creare un rapporto privilegiato che univa profondamente il meteco alla città. Aperta all'accoglienza dell'altro, Atene era tuttavia avara nel concedere la cittadinanza, che costituiva la massima aspirazione di un meteco. Lisia, malgrado i suoi servizi prestati alla parte democratica durante e subito dopo il governo dei Trenta, ottenne il privilegio dell'isotelia, ma non quello della cittadinanza. L'Olimpico è anche l'unica orazione nella quale l'autore affronta temi di carattere politico senza essere condizionato da contingenti problemi giudiziari. Appare naturale, quindi, chiedersi quale fosse il vero pensiero politico di Lisia e di quale fazione facesse parte. Pur con i limiti rappresentati dalla brevità dell'orazione emerge una posizione politica ignota dal resto della tradizione. Dal confronto con il Menesseno di Platone e con il Panegirico di Isocrate vien fuori un Lisia che sembra seguire la tradizione filodemocratica della famiglia. Non si tratterebbe tuttavia di una democrazia radicale, ma di una forma che lo avvicinerebbe alla posizione politica di Tucidide. Dall'Olimpico emerge, quindi, un Lisia diverso da quello riscontrabile nelle altre orazioni, dove sono prevalenti le circostanze legate all'azione giudiziaria. Sembra emergere inoltre la presenza di una fazione politica minoritaria che guardava ancora a quell'unità delle città greche, che in passato era stata capace di tenere lontano la Persia e la tirannide, impersonata in questo caso da Dionisio I. Insomma, pur con la sua retorica non sempre pregevole l'Olimpico rappresenta un documento unico per la comprensione del periodo storico riguardante il primo ventennio del IV secolo a.C. -
Metafisica e linguaggio
Si potrebbe definire la metafisica come una riflessione sulla totalità dei fenomeni, quando questa totalità sia concepita non come una semplice sommatoria bensì come un tutto dotato di senso. In che misura quest'immagine totalizzante è condizionata dalla natura simbolica del nostro accesso al mondo, e più specificamente dal linguaggio? Attraverso una riflessione che coinvolge pensatori molto differenti tra loro (Walter Benjamin, Henry Bergson e soprattutto Ludwig Wittgenstein), si proporrà un quadro unitario, basato su una concezione modesta della razionalità. Non disponiamo di alcun accesso privilegiato a una presunta unità razionale. La conoscenza e l'agire umano non hanno dunque altra scelta che partire dalla complessità del molteplice, strappando a esso quel tanto di unità che è possibile. -
Cibo e pratiche alimentari tra diritto e religione. Strategie euristiche dell'età premoderna
Sotto il profilo terminologico e rispetto ai problemi che suscita, in che modo il cibo fu ""oggetto"""" di una specifica attenzione nella lunga stagione dello """"ius commune"""" Quali furono le categorie interpretative che questa secolare cultura giuridica approntò per disciplinare il suo uso? Quali le """"domande di giustizia"""" a cui pretese di dare una risposta? Il consumo del cibo - profilo centrale di tutti i complessi religiosi per le sue ineludibili connessioni con il mondo degli affetti, degli istinti primari e della morale - rappresentò quasi naturalmente uno dei tanti pilastri intorno al quale la raffinatissima scienza giuridica di antico regime si interrogò su """"facultates agendi"""" e articolò una rete protettiva di norme restrittive e permissive. Con uno speciale focus sulla riflessione canonistica e teologico-morale dell'età premoderna, guardando alla sua prospettiva teorica - contraddistinta nelle sue molte varianti dall'originaria tensione escatologica -, e al """"soggetto"""" postulato dalla sua antropologia - tra permanenze e cambi di volto -, questo libro si propone di tematizzare (e problematizzare) alcuni aspetti di un paesaggio tanto resistente all'usura della """"longue durée"""" quanto frastagliato nei suoi disseminati """"tòpoi""""."" -
«A noi due». Bufalino e la sfida al lettore
Da alcuni anni, e con sempre maggiore insistenza, l'opera narrativa di Gesualdo Bufalino è oggetto di un costante e progressivo interesse da parte della critica, ed è di fatto riuscita a conquistare un posto saldo all'interno di quella costellazione di romanzieri che contraddistingue l'ultima parte del Novecento. È riuscita insomma a imporsi nel canone contemporaneo. E tuttavia, troppe volte (ma non sempre per fortuna), Bufalino è descritto come l'autore di un solo libro: ""Diceria dell'untore"""". Senza negare la centralità del primo romanzo, pubblicato nel 1981, in questo volume si prende in esame l'intera produzione narrativa di Bufalino, letta all'insegna della continuità e della coesione. Ciò non toglie che quei quindici anni che separano l'esordio dalla morte siano a loro volta suddivisibili in grandi fasi, che rivelano nuove strategie e una differente consapevolezza; qui ne vengono indicate sostanzialmente tre: l'esordio con """"Diceria"""", le prove degli anni Ottanta, gli ultimi romanzi. Ma anche nell'evoluzione un tratto resta costante: la sfida che Bufalino lancia al suo lettore, secondo un principio che è agonistico ma anche educativo; una sfida che suona come un monito: «A noi due»."" -
Sicurezza e legalità. Le armi nelle case degli italiani. Prima ricerca italiana sugli omicidi commessi con armi legalmente detenute
Tradizionalmente le armi sono state sempre presenti nelle case degli italiani: come strumento di caccia o come attrezzo sportivo e ricreativo, le armi hanno sempre accompagnato la cultura del nostro Paese. Ma già con il fascismo - che, come tutti i regimi totalitari, richiedeva un preciso controllo e una rigida sorveglianza sulla possibilità di portare armi - questi strumenti e attrezzi cominciano ad allontanarsi dalla quotidianità degli italiani. Nel secondo dopoguerra, con l'introduzione in Italia di elementi della cultura statunitense - i film dell'epopea del West prima, poi i film di guerra e infine i film e telefilm d'azione e i videogames - le armi cessano di essere mezzi di utilità e svago per divenire, nell'immaginario collettivo, strumento di morte. Nel contempo il terrorismo e gli ""anni di piombo"""" portano a irrigidire ulteriormente la normativa sulle armi, rafforzando il controllo già previsto dal fascismo e a esso sopravvissuto. Le armi escono quindi dalle case degli italiani: la doppietta dietro la porta o appesa sopra il camino viene chiusa nell'armadio blindato, sparisce dalla vista. Tra gli italiani e le armi si scava un fossato, si determina una distanza cognitiva che rafforza la visione negativa delle armi generata dalla cultura dell'intrattenimento statunitense. Le armi cominciano a far paura, vengono considerate come oggetti carichi di negatività, da cui tenere lontani i giovani per evitare che ne siano corrotti. Lo stato sociale maturo ha generato un modello di tutela sociale in cui il rischio percepito prende il posto di quello reale nella progettazione delle politiche pubbliche, e qualsiasi azione individuale che possa comportare un rischio potenziale viene scoraggiata e ingabbiata in severe e complesse regole di comportamento. Così le armi detenute dai cittadini sono quindi viste come un elemento di turbativa dell'ordine pubblico, almeno potenziale, ed è patrimonio comune il pensiero che la limitazione delle armi private diminuisca i reati e aumenti la sicurezza, e che l'aumento delle armi detenute dai cittadini aumenti parimenti i reati compiuti con le armi. Queste convinzioni erano rese possibili dal fatto che mancava, finora, una ricerca sui reati compiuti con le armi legalmente detenute, e, in particolare, sugli omicidi. Questo studio colma la lacuna, e contribuisce, come primo passo, al tentativo di avviare una valutazione più serena del fenomeno, mettendo in luce elementi che smentiscono alcuni luoghi comuni, e aprono nuovi interrogativi che costituiscono un importante filone di ricerca, ancora tutto da scoprire."" -
Quando l'America puntò sull'Europa. I rapporti tra gli Alleati e la Resistenza italiana (1943-1946)
Raccogliendo in questo volume alcuni studi - editi e inediti - dedicati alla resistenza italiana nel contesto internazionale, Gianni Perona ha voluto segnalare un filone di ricerca che lo ha attratto fin da quando, nel 1972, furono aperti gli archivi inglesi e americani fino ad allora secretati. Saggi e contributi a convegni prodotti nel corso di quasi quarant'anni sono legati qui dal filo conduttore di una lettura che inserisce la Resistenza in un quadro segnato sia dalla visione contestuale delle strategie militari dei Tedeschi e degli Alleati nell'Europa mediterranea, sia dalle valutazioni ideologiche e dagli interessi spesso contrastanti delle potenze alleate riguardo all'Italia e al suo futuro. L'attento e corposo utilizzo di fonti primarie consente all'Autore di intrecciare tali dimensioni con le situazioni locali, ricostruendo i contrasti con la progettualità politica dei CLN nonché le ricadute sull'attività dei partigiani e sulle condizioni dei civili. Di capitolo in capitolo, il lettore può seguire un percorso di ricerca segnato anche dagli sviluppi delle modalità e dei mezzi di produzione scientifica. Attento all'evolversi della tecnologia, infatti, Perona ne intuì da subito il potenziale per il lavoro dello storico e fu un pioniere nella creazione di archivi digitali e banche dati tuttora consultabili. L'analisi dei casi, esaminati nelle loro sfaccettature grazie anche a tali strumenti, conduce a una visione generale e a un acuto giudizio storico che porta a riflettere sul presente. -
Cattaneo o Bonaparte? Una proposta federalista mancata
Perché non siamo diventati uno stato federale? Ci abbiamo provato davvero, con estrema onestà e attraverso un dibattito talmente avvincente da coinvolgere tutti gli schieramenti politici presenti in Parlamento? Abbiamo accolto e discusso veramente ogni proposta credibile giunta, anche e forse soltanto dall'''unione"" dei soggetti che governano il territorio italiano in """"periferia""""? Dopo il disastroso azzeramento di leader causato da Tangentopoli, la destra di Fini e la sinistra di D'Alema, cercarono di sdoganare, con intelligenza e tantissima pazienza, le rispettive storie """"antiche"""". Berlusconi e la Lega aiutarono tale processo fino al terribile ritiro di Bossi dalla scena politica. E dopo? Il centro-sinistra continuò a modo suo il processo e il centro-destra si spostò un po' troppo a destra. Bossi e Fini non l'avrebbero mai permesso: uno voleva il federalismo, l'altro il presidenzialismo. Queste due """"rivoluzioni"""" costituzionali avrebbero forse trasformato il nostro Paese in uno stato laico e """"progressista""""; avrebbero costretto la politica italiana a bipolarizzarsi davvero; avrebbero sconfitto il populismo e permesso alla sinistra di trasformarsi in ciò che da molto tempo desidera: un partito democratico su modello americano."" -
Del male. Il silenzio di Freud
Armando Faraone in questo saggio svolge un'appassionata riflessione sull'origine del male nel tentativo di gettare un po' di luce su un fenomeno su cui si è affaticata la mente di tanti pensatori. Scartata l'ipotesi istintivista, come la spiegazione economico-sociale dell'origine del male, Faraone indaga scegliendo il versante delle motivazioni profonde dell'agire umano e quindi della psicoanalisi. Pur salvaguardando il valore euristico della psicologia del profondo, ne denuncia i limiti, spostando la ricerca sul piano speculativo. Un libro, questo, che ci interpella e che come scrive Carmelo Vigna nella presentazione: «è una sorta di distillato dell'anima, un tentativo di risposta a una domanda antica, antica per la biografia del nostro Autore, ma altrettanto antica per la ""biografia"""" dell'umanità intera: è la domanda intorno all'origine del male». presentazione di Carmelo Vigna."" -
È tutto un fritto misto. Storie da una cucina ebraica poco ortodossa
Una ebrea romana da almeno sette generazioni sposa un mezzosangue marchigiano-abruzzese-lombardo-romano con affini svedesi e americani. Una commistione culturale esplosiva e gustosa, raccontata attraverso tradizioni e memorie culturali e culinarie. Storie e aneddoti familiari si intrecciano con la Storia Universale, dal plotone di soldati che sfugge alle conseguenze dell'8 Settembre, alla caduta fisica, ma non mentale, del Muro di Berlino; dalle Memorie del Ghetto, all'incontro con il mondo ebraico americano; dalla Pizza Giudia alla Zuppa della Madonna: ingredienti di una identità che si radica nei sapori e si esprime con una ironia sottile e mai banale. -
Luigi Pirandello. I romanzi, i miti
Di Pirandello e della sua produzione novellistica e teatrale, quella che ha avuto un riscontro di notevolissimo successo, molto si è detto e scritto. Minore interesse hanno suscitato i suoi romanzi e il teatro dei miti. Eppure, per inquadrare appieno la figura dello scrittore, non si può prescindere da essi. Obiettivo del volume è appunto quello di presentarli senza pesi accademici e senza ingombri di erudizione. L'approfondimento è valido e utile sia per chi abbia letto i romanzi e i miti sia per chi voglia accostarsi a essi per la prima volta. Il saggio non si limita a esplicitare trame, intrighi, percorsi psicologici, ma fa emergere il profilo di un Pirandello in un clima di profonda delusione storica ed esistenziale. L'analisi dei testi lo mostra non privo di religiosità e ossessionato dalle false certezze, dai dogmi soffocanti, dalla molteplicità dell'anima individuale. Ampi stralci dell'opera sono stati riportati anche per fare intravedere al lettore la straordinaria singolarità dello stile. -
Gli ebrei a Catania nel XV secolo. Tra istituzioni e società
La comunità ebraica di Catania all'indomani dell'Editto di Granada, a differenza di quanto accadde in Castiglia e Aragona, ne vide l'applicazione in Sicilia ben tre mesi dopo. Non a caso, il ceppo giudaico originario definisce la Sicilia 'Achèr Israel', ovvero 'Altro Israele'. Ciò ci permette di ipotizzare un particolare ruolo della comunità ebraica relativamente al tessuto economico e sociale siciliano e, specificatamente, catanese. L'ipotesi generale intorno alla rilevanza economica e sociale della comunità ebraica catanese è confrontata, in questo lavoro, con l'accurata storiografia in merito, sia in forma bibliografica che in forma archivistica, allo scopo di elaborare nuove ipotesi interpretative che diano ragione della sopravvivenza di modelli culturali e comunitari ebraici nell'area etnea. -
Esistenzialismo etico ovvero i filosofi e la morale
Questo libro non ha lo scopo di dare ""ricette"""" per la problematica etica, ma vuole essere un tentativo di esaminare la questione morale attraverso l'analisi delle riflessioni fatte su questo tema dai filosofi, dagli albori del pensiero ad oggi. L'ultimo capitolo è dedicato alla crisi identitaria, sul piano etico, della società globale, drammaticamente sottolineata dai pensatori degli ultimi anni, che, di fronte alla caduta verticale dei costumi e dei valori, hanno cercato di indicare vie percorribili per il recupero di modelli comportamentali adeguati."" -
Comunità, Carte di franchigia, Comuni. Insediamenti umani fra area alpina e Pianura padana occidentale (secoli XI-XV)
Gli studi relativi alle comunità dei due versanti dell'area alpina occidentale, sulle quali da alcuni anni si è avviato un progetto di ricerca multidisciplinare, si possono avvalere proficuamente di confronti con il territorio subalpino e padano. In questo contesto emerge, tra gli altri aspetti, l'importanza delle carte di franchigia e del riconoscimento di privilegi e di antiche consuetudini, da parte del potere pubblico e di signori territoriali e locali, atti che stanno alla base del rinvigorimento organizzativo delle comunità dei due versanti montani. Nell'Italia nord-occidentale il conferimento di privilegi da parte di re italici e imperatori ad alcune comunità urbane, o a gruppi rilevanti di possessori e di mercanti, costituì infatti una delle principali premesse per lo sviluppo delle autonomie locali. Ma soprattutto per le comunità rurali e per i centri minori del versante transalpino delle Alpi occidentali le carte di franchigia rappresentano un atto fondamentale per l'origine e per lo sviluppo istituzionale dei comuni. Poiché a monte di queste ricerche vi sono alcune analisi preliminari sulle forme del popolamento alpino, nella seconda parte del volume si fa il punto anche sulla cronologia e sulle dinamiche socio-economiche che stanno alla base dell'origine dell'insediamento umano e della struttura delle comunità ancor prima che le medesime si orientassero a organizzarsi a comune. -
Lezioni di letteratura tedesca
Queste lezioni sono un'introduzione alla Letteratura tedesca dal Settecento ai giorni nostri, da Lessing e Goethe ad Handke. Sono sorte durante la sospensione dei corsi 'in presenza' con lo scopo di fornire uno strumento 'tradizionale' a discenti e docenti, nonché una guida per avvicinarsi ai principali autori, movimenti e opere della civiltà letteraria tedesca. L'emergenza del momento ha suggerito di puntare sulle epoche salienti della Letteratura tedesca: L'""età di Goethe"""" (1750-1830) e il Primo Novecento, non trascurando informazioni sulla cultura letteraria dell'Ottocento come pure sulla recente letteratura tedesca.""