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Foucault e Hayek. Tra biopolitica e liberalismo
Esiste una relazione tra due autori come Michel Foucault e Friedrich von Hayek caratterizzati da universi di pensiero apparentemente così distanti? In questo libro si cerca di mostrare come un accostamento sia possibile. Se l'interpretazione biopolitica del mercato data da Foucault, in cui l'attore sociale è primariamente definito dal paradigma razional-utilitaristico dell'homo oeconomicus, denota grande distanza dal pensiero di Hayek, è sul tema del ""governo dei poteri"""" che i due finiscono per incontrarsi. Per entrambi, infatti, il potere è una costante delle relazioni umane e, prima di essere concettualizzato all'interno di forme giuridico-politiche, viene esercitato nello scambio."" -
Il pubblico ha sempre ragione? Presente e futuro delle politiche culturali
Quale ruolo deve avere lo Stato in ambito culturale? Come si può incentivare la produzione e il consumo di arte? In quale modo è possibile favorire la buona gestione di un museo? Che importanza hanno le preferenze degli spettatori? In definitiva, quali obiettivi dovrebbero avere e quali forme dovrebbero assumere le ""politiche culturali""""? Dal settore educativo alla gestione del patrimonio, l'impostazione seguita nel nostro Paese è ancora oggi """"statocentrica"""". Si tratta, però, di un sistema che è all'origine di numerosi problemi e che andrebbe ripensato, per restituire spazio allo spirito d'iniziativa e alla creatività dei singoli, capaci - oltre che di fare scelte consapevoli come consumatori - di fornire un'offerta culturale ampia e plurale. Tutti i capitoli del libro (scritti da importanti studiosi e operatori di settore) cercano di fare una fotografia del presente e di indicare una nuova direzione da seguire, per rendere il settore culturale più flessibile, vivace ed economicamente sostenibile, e per offrire sia agli individui sia alle organizzazioni più libertà, ma anche più responsabilità."" -
Cosa succede se usciamo dall'euro?
Cosa succede se l'Italia esce dall'euro? Tra piani A, piani B, minibot e pugni sul tavolo, pressoché tutti i partiti politici hanno caldeggiato, esorcizzato, pubblicamente negato e privatamente accarezzato l'ipotesi del ritorno a una moneta sovrana. Questo libro intende presentare - attraverso i punti di vista degli studiosi - le modalità, le conseguenze e i costi di tale prospettiva. I contributi qui raccolti gettano luce sugli aspetti meno conosciuti e più critici: come dovrebbe avvenire l'uscita? Quali implicazioni avrebbe sulla partecipazione italiana al mercato interno? Chi ne trarrebbe vantaggio, e chi ne pagherebbe i costi? La risposta è che per il nostro paese l'uscita dall'euro sarebbe un disastro: l'economia andrebbe a rotoli, le finanze pubbliche entrerebbero in crisi, le disuguaglianze aumenterebbero, il sistema bancario andrebbe incontro a fallimenti e disservizi, le nostre imprese perderebbero l'accesso ai mercati europei e molti posti di lavoro sarebbero distrutti. -
Imposizione fiscale e libertà. Sottrarre e ridistribuire risorse nella società contemporanea
«A questo mondo non v'è nulla di certo tranne la morte e le tasse». Così scriveva Benjamin Franklin al fisico francese Jean-Baptiste Le Roy il 13 novembre 1789, ma forse in poche altre realtà come nell'Italia odierna queste parole, che accostano morte e imposizione fiscale, suonano angosciose. Le cifre parlano infatti chiaro per quel che riguarda le ricadute della nostra fiscalità sulle attività produttive e, dunque, su quanto costituisce condizione di ogni sostentamento e progettualità. Alla base di questa abnormità del prelievo fiscale nel nostro paese vi è peraltro l'esasperazione di presupposti tipici dell'età moderna, studiati con accuratezza soprattutto dalla tradizione liberale propriamente detta, la quale non ha mai mancato di evidenziare nello Stato, e nell'ideologia che lo sorregge, la radice ultima del problema del progressivo incremento dei poteri coercitivi fiscali. È allora con l'accettazione di una mentalità ""impositiva"""", inculcataci fin dalla nascita, che bisogna confrontarsi (anche) quando si parla di fisco; una mentalità per la quale lo Stato, ammantato da un'aura sacrale, di tutto sarebbe chiamato a incaricarsi e, dunque, tutto potrebbe pretendere."" -
La guerra degli intellettuali al capitalismo
Perché gli intellettuali non amano il capitalismo? Saggi, romanzi, opere teatrali e manifesti: da sempre gli uomini di cultura puntano il dito contro i mali prodotti dal sistema economico basato sulla proprietà privata. Posizioni simili uniscono personalità molto diverse tra loro: da Gustave Flaubert a Karl Marx, da T.S. Eliot a Friedrich Nietzsche, da Ezra Pound a Pablo Picasso. Da due secoli, l'intellighenzia rifiuta il progresso economico e la libera impresa, affidandosi di volta in volta a movimenti politici diversi, dal nazionalismo al socialismo, dal fascismo al comunismo, col solo obiettivo di superare il grigiore e la volgarità della società commerciale. Ai nostri giorni, come scrive Kahan nella sua prefazione, tutti i movimenti populisti «esprimono una comune antipatia per il libero mercato e per la crescente autorità delle organizzazioni sovranazionali che incoraggiano la libera circolazione dei capitali e delle persone (cioè l'immigrazione)». ""La guerra degli intellettuali"""" al capitalismo racconta la storia di questo scontro, prova a spiegare i motivi di tale ostilità e tenta di individuare possibili forme di convivenza pacifica fra intellighenzia e mondo produttivo."" -
Morire di aiuti. I fallimenti delle politiche per il Sud (e come evitarli)
Cosa sappiamo dell'efficacia delle politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno? Hanno raggiunto gli obiettivi che si proponevano? Ci sono stati degli effetti collaterali negativi? Negli ultimi venticinque anni il progresso della scienza economica e la disponibilità di nuovi dati hanno consentito di passare da una generica aspettativa alla misurazione rigorosa degli effetti degli aiuti al Meridione. Siamo ora in grado di verificare, con metodologie statistiche rigorose, se i trasferimenti monetari abbiano effettivamente contribuito a sollevare le sorti del Sud. Quello che emerge dalla lettura di questo libro è che l'evidenza a favore di tali interventi è scarsa, ed è più deludente di quella desumibile da politiche simili messe in atto negli altri Paesi. Come scrive Nicola Rossi nella sua prefazione, «il pamphlet di Accetturo e de Blasio è, per certi versi e giustamente, financo impietoso nel segnalare l'inefficacia delle politiche di sviluppo territoriale. Non uno degli strumenti messi in campo dalla politica regionale dell'ultimo quarto di secolo viene in qualche senso e in qualche misura risparmiato dal lavoro puntuale dei due economisti». -
Noi e lo Stato. Siamo ancora sudditi?
Il 2 giugno 1946, la maggioranza degli italiani votava per la Repubblica. La parola ""sudditi"""", presente per due volte nello Statuto albertino, sarebbe di lì a poco scomparsa, per lasciare spazio ai """"cittadini"""" evocati per ben 33 volte nella Costituzione. La promessa di un agire libero e responsabile, da cittadini e non da sudditi, può dirsi oggi, dopo più di settant'anni, compiuta? Come già aveva fatto il libro """"Sudditi"""" - pubblicato nel 2012 da IBL Libri, a cura di Nicola Rossi - """"Noi e lo Stato"""" raccoglie esperienze di subalternità all'imperio e all'arbitrio dello Stato. Studiosi, giornalisti e scrittori raccontano di attitudini, prassi e regole che mostrano una sorta di continuità tra il suddito dell'antico regime e il cittadino dello Stato democratico. """"Noi e lo Stato"""" non vuole essere una raccolta di lamentele riguardanti la giustizia, il fisco, la tutela della proprietà privata o il fare impresa oggi in Italia. Al contrario, il libro indaga, attraverso le diverse prospettive degli autori, le ragioni di un rapporto asimmetrico e immaturo tra il cittadino e il potere pubblico, a partire da una nostra acerba vocazione alla libertà."" -
Cosa succede se usciamo dall'euro? Nuova ediz.
Cosa succede se l'Italia esce dall'euro? Tra piani A, piani B, minibot e pugni sul tavolo, pressoché tutti i partiti politici hanno caldeggiato, esorcizzato, pubblicamente negato e privatamente accarezzato l'ipotesi del ritorno a una moneta sovrana. Questo libro intende presentare le modalità, le conseguenze e i costi di tale prospettiva. I contributi raccolti in questa nuova edizione aggiornata e ampliata - scritti da Carlo Amenta e Carlo Stagnaro, Sandro Brusco, Lorenzo Codogno e Giampaolo Galli, Natale D'Amico, Veronica De Romanis, Eduardo Fernández Luiña, Paolo Manasse, Tommaso Monacelli, Alberto Saravalle, Filippo Taddei - gettano luce sugli aspetti meno conosciuti e più critici: come dovrebbe avvenire l'uscita? Quali implicazioni avrebbe sulla partecipazione italiana al mercato interno? Chi ne trarrebbe vantaggio, e chi ne pagherebbe i costi? La risposta è che per il nostro Paese l'uscita dall'euro sarebbe un disastro. -
Proprietà e libertà
Perché la storia della Russia è caratterizzata dalla presenza di governi dispotici, fino a giungere al socialismo reale? E per quale motivo, invece, proprio in Inghilterra sono nate per la prima volta istituzioni rispettose della libertà individuale? Per Richard Pipes, per rispondere a queste domande occorre prendere in considerazione la forma e la storia della proprietà privata. I diritti di proprietà sono stati l'argine più saldo per limitare il potere dello Stato e consentire alle istituzioni liberali di evolvere e prosperare nel mondo occidentale. Per questo motivo, in un Paese come l'Inghilterra i diritti di proprietà e il governo parlamentare sono progrediti di pari passo, mentre in Russia le restrizioni alla proprietà hanno garantito per centinaia di anni il mantenimento di regimi autoritari. Dopo aver ricostruito la storia della proprietà e dimostrato sulla base degli esempi contrastanti di questi due Paesi quanto sia stretta la correlazione tra proprietà e libertà, Pipes analizza gli sviluppi del ventesimo secolo, nel quale i governi - in nome della giustizia sociale e del ""bene comune"""" - hanno abolito o calpestato i diritti di proprietà."" -
La forza del capitalismo. Un viaggio nella storia recente di cinque continenti
Agli occhi di molti, il crollo dell'Unione Sovietica aveva dimostrato chiaramente la superiorità del sistema capitalista sulle alternative. Trascorsi tre decenni, gli attacchi all'economia di mercato non si sono però affatto placati, anzi hanno ripreso slancio, soprattutto dopo la crisi finanziaria del 2008. È necessario un maggiore intervento pubblico? È l'economia di mercato la vera responsabile dei nostri problemi? Rainer Zitelmann effettua una ricognizione della storia recente di cinque continenti, con l'obiettivo di cercare regolarità e trarre lezioni dalla storia economica. È proprio l'esperienza che dovrebbe indurci a guardare con speranza agli aspetti del sistema capitalistico che attecchiscono e sopravvivono in diversi contesti. La Cina dei tempi di Mao non è nemmeno lontana parente della Cina di oggi: il merito di questa sua crescita risiede proprio nell'avere adottato, poco per volta, molti elementi di un'economia di mercato. Paragonando la Germania Est e la Germania Ovest, le due Coree oppure il liberista Cile e il socialista Venezuela, Zitelmann fornisce un quadro d'insieme per capire quanta libertà economica c'è nel mondo e quali sono i suoi effetti. -
La conclusione del sistema marxiano
Il lungo saggio di Eugen von Böhm-Bawerk ""La conclusione del sistema marxiano"""" apparve nel 1896 e si pose immediatamente al centro delle discussioni sulla possibilità di costruire il socialismo sulla base delle teorie economiche di Karl Marx. Per questo Joseph A. Schumpeter scrisse che «non cesserà di essere la critica a Marx per eccellenza» e per questo rappresenta da sempre un serio ostacolo sulla via di quanti si chiedono a che cosa possa ancora servire Marx e credono che «come è esistito un socialismo prima di Marx, allo stesso modo continuerà ad esistere anche dopo di lui». Fondandosi su un'analisi puntuale, rigorosa e pacata della teoria marxiana del valore-lavoro e delle sue contraddizioni, Böhm-Bawerk ne distrugge la consistenza ma, sulla base della convinzione che «il sistema marxiano ha un passato e un presente, ma non un futuro di grande prospettiva», avanzò una previsione che si rivelò errata. Si tratta di un """"classico"""" della teoria economica del quale, nel Saggio introduttivo, Raimondo Cubeddu ricostruisce la genesi, l'importanza, l'influenza e il modo in cui fu inteso dagli altri esponenti della Scuola Austriaca nella loro battaglia contro il socialismo."" -
101 grandi pensatori liberali
Che cos'è il liberalismo? Quali sono i suoi principali pensatori? E come si sono trasformate le idee liberali nel corso degli anni? La tradizione di pensiero incentrata sulla libertà individuale ha avuto nel tempo numerosi interpreti. Le loro vite e le loro idee sono state raccolte da Eamonn Butler in ""101 grandi pensatori liberali. Una tradizione a difesa della libertà"""". Tutti questi pensatori ritengono che nelle questioni politiche, economiche e sociali sia necessario accordare la massima libertà agli individui e ridurre il potere dello Stato. Al tempo stesso, essi si differenziano per le loro idee su come si possa raggiungere questo obiettivo e su quanto dovrebbe essere esteso il ruolo dello Stato. Come scrive Butler nell'introduzione, «questo libro è rivolto a tutti coloro che vogliono comprendere le ragioni per schierarsi a favore della libertà»."" -
Quale Europa? Una polemica liberale
Il processo di unificazione europea è una speranza o una minaccia per le libertà individuali e, soprattutto, per la libertà economica? Nella vita di ognuno di noi, l'Europa è un mercato unico nel quale scambiare beni e servizi o un potere intrusivo che arriva a regolamentare i campi più disparati di attività? Pensatori e osservatori di ispirazione liberale hanno dato, nel tempo, risposte molto diverse a questi interrogativi, che non perdono d'attualità con l'evoluzione del progetto europeo. Tito Tettamanti da anni conduce una battaglia fortemente critica nei confronti degli aspetti più distorsivi del progetto europeo e sulle ambizioni neo-centralistiche di Bruxelles. Una battaglia che in primo luogo riguarda il rapporto fra Confederazione elvetica e Unione europea, ma che chiama anche in causa scelte politiche e valori fondamentali. Questo volume presenta una selezione dei suoi scritti sul tema e alcune reazioni di protagonisti della vita economica e della discussione pubblica, che testimoniano un'esigenza di confronto, sia nell'adesione che nella critica, con le tesi di Tettamanti. -
Razionalismo in politica e altri saggi
Con il termine Razionalismo, Michael Oakeshott si riferiva alla moderna tendenza a elevare la teoria formale e astratta al di sopra della conoscenza pratica, le cui conseguenze hanno inoltre portato all'espansione dei pubblici poteri, che oggi non si limitano più a fissare una cornice di regole entro cui le persone possono provare a perseguire i propri obiettivi, ma si sostituiscono a esse. Come scrive Giovanni Giorgini nella sua introduzione, «al Razionalismo, alla sua fede nella verità e nella perfezione, Oakeshott oppone una visione scettica della conoscenza che fa da fondamento a una concezione liberale dello Stato nella quale ha un ruolo centrale la nozione di tradizione». Pubblicato per la prima volta nel 1962, ""Razionalismo in politica e altri saggi"""" diede notorietà a Michael Oakeshott. Il suo pensiero, come questo libro dimostra, continua a rappresentare uno dei vaccini più efficaci contro l'""""abuso della ragione"""" e le presunzioni del potere."" -
La guerra dei cinquant'anni. Storia delle riforme e controriforme del sistema pensionistico
Le pensioni sono un'ossessione per l'Italia, un argomento capace di infiammare lo scontro politico in qualsiasi occasione. Nel dibattito non contano i dati di fatto, ma solo le istanze e le rivendicazioni, le più diverse tra loro. Un problema cruciale come la sostenibilità dei sistemi pensionistici obbligatori viene presentato ormai come una ""variabile indipendente"""", quando invece condiziona e garantisce la tenuta di un Paese. Affrontare il tema della previdenza senza considerare questioni come l'invecchiamento della popolazione e la denatalità, l'incremento dell'occupazione, la crescita e lo sviluppo dell'economia, oltre che la stabilità dei conti pubblici, conduce infatti soltanto sul binario morto della protesta impotente e della struggente nostalgia per la pensione facile, generosa e anticipata il prima possibile. In questo libro - scritto da un """"combattente"""" nella Guerra dei cinquant'anni - viene illustrato tutto quello che sarebbe opportuno conoscere dell'universo del sistema pensionistico e delle sue interconnessioni, ma che di solito non viene raccontato. Numeri, vicende, progetti di riforma realizzati e falliti. Prefazione di Elsa Fornero."" -
Quante lampadine servono per cambiare il mondo? Innovazione, crescita e scenari futuri
Con un commento di Stephen Davies. -
Il pensiero antico. Lezioni di filosofia del diritto
Le lezioni sul pensiero antico di Bruno Leoni rappresentano uno straordinario affresco dell'idea del diritto e della politica nel mondo greco e in quello romano. Analizzando autori e scuole di pensiero Leoni ne mostra l'evoluzione, ne indica l'eredità nella moderna cultura giuridico-politica e ne esamina le conseguenze per la tutela della libertà individuale. In queste pagine egli anticipa alcune riflessioni che un decennio dopo riprenderà nel suo capolavoro, ""Freedom and the Law"""", e che avranno grande influenza sul liberalismo contemporaneo. Tra i tanti temi trattati spiccano, per le loro attuali implicazioni, l'analisi del diritto commutativo in Aristotele, che «prefigura una riduzione del diritto obbligatorio all'economia»; l'esame della dicotomia naturale-artificiale nel diritto e la sua ricomposizione prima nella concezione stoica e poi nella dottrina giuridica epicurea del contratto; la concezione dei Romani, che vedevano il diritto assai più come «un oggetto da osservare e da conoscere che come una volontà da manifestare o un comando da esprimere». Chiude il libro un'appendice sul pensiero cristiano."" -
Scambio dei poteri e stato delle pretese. Scritti su Bruno Leoni
Filosofo del diritto, della politica, delle scienze sociali, fondatore della rivista Il Politico e presidente della Mont Pelerin Society, Bruno Leoni è oggi considerato il più importante e originale pensatore liberale italiano e un protagonista del revival della tradizione liberal-individualistica della seconda metà del XX secolo. In Italia è stato a lungo dimenticato. -
Luigi Einaudi e la politica
Come possiamo disegnare istituzioni capaci di garantire i diritti individuali? Quali sono le relazioni tra politica e mercato? La democrazia deve davvero basarsi sul predominio della maggioranza? Che tipo di legge elettorale può agevolare il buongoverno? Come si seleziona una buona classe dirigente? Per commemorare i sessant'anni dalla scomparsa di Luigi Einaudi, questo libro contiene una selezione sintetica ma completa degli scritti politici dell'economista e statista piemontese, affiancando alcuni saggi piuttosto noti, ma non sempre facilmente reperibili, a interventi pressoché sconosciuti eppure utilissimi per comprendere le risposte - sempre originali e stimolanti - che diede a questioni politiche ancora attuali. Un liberalismo, quello einaudiano, ispirato a princìpi ideali ma pragmatico nelle soluzioni, che parla ai cittadini di oggi e li spinge a riflettere sui dilemmi che attanagliano le nostre società nel bel mezzo di una crisi di legittimità senza precedenti. -
Il futuro dell'energia nucleare
Quali sono le prospettive sull'utilizzo dell'energia nucleare? Il dibattito sulla transizione ecologica e sulle strategie per combattere i cambiamenti climatici ha riportato d'attualità, in Italia, il tema del nucleare. Contrariamente a quanto pensano molti osservatori, l'energia nucleare, o meglio la produzione di energia elettrica generata dal calore della fissione nucleare, non è affatto superata. Oltre alle centinaia di reattori nucleari in esercizio nel mondo, molti progetti innovativi sono in corso di sviluppo, la maggior parte dei quali è in fase avanzata e pronta per essere realizzata. Obiettivo del libro è quello di dare al lettore una visione panoramica sull'evoluzione di una tecnologia che si pone sempre più come uno dei principali strumenti per affrontare le questioni ambientali, i mutamenti del clima, la ridotta disponibilità di alcuni combustibili fossili, la volatilità dei loro costi, le implicazioni geopolitiche e la prospettiva di un significativo aumento del consumo di energia elettrica nei paesi sviluppati, anche per la mobilità, e nei paesi in via di sviluppo.