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Capitalismo e libertà
Pubblicato per la prima volta nel 1962, ""Capitalismo e libertà"""" è divenuto in poco tempo un classico del pensiero liberale del Novecento. Milton Friedman, Premio Nobel per l'Economia nel 1976, in queste pagine produce un'argomentata difesa del libero mercato, come condizione indispensabile per lo sviluppo di una società libera e come strumento migliore per realizzare fini socialmente condivisi. Passando in rassegna diversi ambiti in cui lo Stato interviene per regolare la vita degli individui, poco alla volta delinea un nuovo modo di concepire il ruolo del settore pubblico. Dalle politiche commerciali al sistema finanziario internazionale, dalle politiche fiscali alla lotta contro la povertà e le discriminazioni, dall'educazione al mercato del lavoro e allo Stato sociale, Friedman suggerisce strategie innovative per ridisegnare i confini fra autonomia individuale e intervento pubblico - ancora attuali a quasi cinquant'anni dalla pubblicazione."" -
Tra Stato e mercato. Libertà, impresa e politica nella storia del pensiero economico, da Adam Smith a Ronald Coase
Dai primi passi della scienza economica ad oggi, i testi proposti in questa antologia costituiscono un affresco dell'incessante dibattito intorno all'intervento pubblico nell'economia. (Nella prima parte sono riportati ampi estratti di quattro dei pensatori più significativi del proprio tempo: dalle concezioni filosofiche e politiche di John Locke e David Hume, allo studio dell'economia e della morale che ha condotto con Adam Smith alle prime indagini sulla ricchezza delle nazioni, alla sistematizzazione neoclassica di John Stuart Mill. A seguire vengono presentate le varie posizioni che hanno fatto oscillare il ""pendolo"""" a favore di un forte intervento pubblico (con John Maynard Keynes) o del completo laissez-faire (con Murray Rothbard). Rilevante nel corso del Novecento è stato il problema delle """"esternalità"""": utilizzato da Arthur Pigou per dimostrare come la """"mano invisibile"""" non porti sempre benefici agli individui e affrontato da Ronald Coase nel celeberrimo saggio sul costo sociale per giungere a conclusioni opposte. Completano il volume le riflessioni di James Buchanan e Friedrich Hayek, e i testi anticipatori di due grandi studiosi italiani, Bruno Leoni e Franco Romani."" -
In lode del profitto e altri scritti
Luigi Einaudi è indubbiamente una tra le figure di maggior prestigio della cultura italiana del Novecento. Insigne economista, eminente uomo di Stato, influentissimo editorialista dei principali quotidiani del paese, viene spesso esaltato quale esempio di onestà, competenza e rigore morale. Eppure, al medesimo tempo, continua a condividere il triste destino che accomuna i liberali italiani d'ogni tempo: molto citati, generalmente apprezzati (anche dagli avversari), talvolta osteggiati, ma sempre scarsamente letti e ancor meno compresi. I saggi, interventi e discorsi raccolti in questa antologia hanno l'ambizione di invertire una simile tendenza, cercando di gettar luce su alcuni aspetti non troppo noti del suo pensiero. Con il proposito di restituire al pubblico, a cinquant'anni dalla sua scomparsa, l'Einaudi (volutamente) dimenticato: un Einaudi liberista, anti-keynesiano, esaltatore del risparmio privato e nemico del collettivismo. -
Europa. Sovranità dimezzata
Da almeno cinque anni, ovvero dall'inizio della grave crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo, l'Europa è diventata l'anello debole dell'economia mondiale e, dietro la facciata idealista dipinta dai media, si rivela profondamente disunita anche sulle questioni politiche essenziali. Come abbiamo fatto a ridurci così? A perderci tra i codicilli sprecando quell'enorme occasione storica che è stato il 1989? Perché, di fronte all'imponente accelerazione che ha segnato il mondo degli ultimi trent'anni (rivoluzione digitale, globalizzazione dei mercati, turbofinanza), non abbiamo saputo reagire con energie innovative? Per capire le origini della situazione attuale, e soprattutto per indicare una via per uscirne, Antonio Pilati indaga, in undici capitoli, le questioni più controverse: dall'equivoco sul debito pubblico allo strano ruolo della Germania, fino all'inedito scontro di classe che va delineandosi. Aiuta a comprendere, per risolvere. -
Contro Keynes. Presunzioni fatali e stregonerie economiche
Friedrich A. von Hayek e John Maynard Keynes sono stati i protagonisti del più importante dibattito economico e politico del Novecento. Hayek tuttavia non scrisse mai una critica organica della ""Teoria generale"""" di Keynes: """"Mi sono sempre rimproverato per tale mancanza"""". Questa raccolta di saggi, curata da Sudha Shenoy, pone finalmente rimedio a tale grande lacuna, riunendo i lavori in cui Hayek discusse l'edificio teorico keynesiano. Essa presenta una devastante critica delle tesi interventiste che hanno dominato la scienza economica nell'ultimo secolo. L'influenza esercitata dal pensiero di Keynes è ancora forte e se ne vedono anche oggi le conseguenze in quasi tutti i Paesi occidentali."" -
Morale e mercato. Storia evolutiva del mondo moderno
Che rapporto c'è tra morale e mercato? Davvero il mercato è inevitabilmente nemico di una condotta etica? L'armonia o la dissonanza fra i sistemi di valori morali e le regole di una economia di mercato possono portare a grandi benefici o a fragorosi danni. Ma cosa intendiamo in realtà con l'espressione ""codici morali"""" e perché sono tanto importanti? E quali sono i veri imperativi morali? Da dove provengono? Inoltre, cosa determina il conflitto tra i mercati e i principi morali e, soprattutto, come potrebbe essere risolto? Daniel Friedman risponde a queste domande raccontando un vasto campionario di storie, con un assortimento di argomenti che va dalle amebe a William Blake, da Boris Eltsin a Zorro. Ciascuna storia contribuisce a spiegare qualcosa dei principi morali o dei mercati, o delle connessioni tra i due. I nostri codici morali e le regole del mercato - pur essendo a volte in conflitto - sono dei """"dispositivi evolutivi"""" aventi più o meno le stesse finalità, e la società funziona meglio quando la morale e il mercato sono in equilibrio fra loro."" -
L' economia in una lezione. Capire i fondamenti della scienza economica
Con oltre un milione di copie vendute negli Stati Uniti, ""L'economia in una lezione"""" è ormai un testo classico della divulgazione economica. Conciso e istruttivo, oltre che incredibilmente preveggente e di ampio respiro, questo volume individua con precisione e chiarezza gli errori più diffusi nel modo in cui le persone interpretano i fatti economici. Idee errate non per questo sono meno influenti. Ieri come oggi, non c'è politica economica che non sia condizionata, quando non addirittura determinata, da alcuni degli errori logici che finiscono sotto la spietata analisi di Hazlitt. Come dice il titolo stesso, il libro vuole essere una introduzione ai principi fondamentali della scienza economica. Per Hazlitt, molte tesi in circolazione - che pure possono apparire geniali, nuove o in anticipo sui tempi - sono tanto vecchie quanto banali, sebbene confezionate secondo il gusto corrente. Tutto questo, ai suoi occhi, conferma ancora una volta la verità della massima: """"chi ignora il passato è condannato a ripeterlo""""."" -
Centocinquant'anni di finanza pubblica in Italia. Ediz. italiana e inglese
C'è una sola costante nei primi centocinquant'anni di storia dell'Italia unita: il ciclico ripresentarsi di crisi fiscali, che talora hanno lambito il rischio del fallimento sovrano. Da che cosa origina il perenne ""disordine fiscale"""" del nostro Paese? Come mai proprio l'assenza di rigore nelle finanze pubbliche unisce momenti storici e classi dirigenti tanto diverse? Quali sono i """"peccati originali"""" che l'Italia porta con sé, sin dalla sua nascita? Sono queste le grandi domande esplorate, con la curiosità dello storico ed il rigore dell'economista, da Vito Tanzi nella II Lectio Marco Minghetti dell'Istituto Bruno Leoni."" -
I vizi degli economisti, le virtù della borghesia
In che direzione va la scienza economica? Secondo Deirdre McCloskey, da oltre cinquant'anni gli economisti continuano a ripetere gli stessi errori. La ricerca è ancora oggi pesantemente condizionata dai grandi progetti costruttivisti elaborati dagli anni Quaranta da tre premi Nobel: Lawrence Klein, Paul Samuelson e Jan Tinbergen. Scienziati sociali quanto mai autorevoli, l'influenza di Klein, Samuelson e Tinbergen ha portato gli economisti a praticare sempre più diverse forme di ingegneria sociale, con l'ambizione di prevedere e controllare la vita delle persone. I ""vizi"""" degli economisti sono una conseguenza dell'abbandono delle """"virtù borghesi"""", anche nella vita intellettuale. La buona ricerca scientifica dovrebbe funzionare come un mercato, non in modo freddo e meccanico, ma attraverso la fiducia, il dialogo e la persuasione. Per McCloskey bisogna allora tornare, nello studio dell'economia, alle virtù intellettuali e morali di David Hume e Adam Smith: un insieme di principi morali che predicano serietà nell'esaminare i fatti, attenzione nella costruzione delle teorie e prudenza nella politica economica."" -
La mente servile. La vita morale nell'era della democrazia
Il destino di tante miserevoli vittime del comunismo nel ventesimo secolo ha assunto in molti casi un aspetto paradossale: mentre questi oppositori scalavano muri e cercavano in altri innumerevoli modi di trovare la libertà in Occidente, gli intellettuali occidentali proclamavano con trasporto che proprio i regimi comunisti rappresentavano il futuro. Nel nostro secolo, si sta mettendo in scena una situazione simile: mentre le vittime dell'arretratezza e del dispotismo del Terzo Mondo si riversano in Occidente, gli stessi intellettuali, chiusi nella loro torre d'avorio, affermano che la vita in Occidente è un incubo in termini di ineguaglianza e di oppressione. Nel suo ""La mente servile"""" Kenneth Minogue esamina la lunga adorazione che gli intellettuali hanno mostrato per l'ideale della perfezione sociale e sottolinea come questo sogno idealistico stia distruggendo proprio i fattori che hanno fatto sì che l'Occidente potesse esercitare un fascino irresistibile per i popoli degli altri paesi. """"La mente servile"""" cerca di capire come la moralità occidentale si sia trasformata in una semplice posa, in una esaltazione acritica di cause etiche."" -
La città rende liberi. Riformare le istituzioni locali
Le nostre città novecentesche hanno subito una drastica riduzione delle libertà individuali a seguito dell'introduzione di forme di pianificazione urbanistica fortemente vincolistiche e regolamenti sempre più invasivi per ogni tipo di edificio e attività urbana, e come conseguenza dell'istituzione di un forte monopolio pubblico nella fornitura di gran parte delle infrastrutture e dei servizi. Questo libro si chiede come aumentare in modo più significativo la libertà urbana, restituendo alla città un suo fondamentale elemento costitutivo. -
Einaudi versus Keynes. Due grandi del Novecento e la crisi dei nostri giorni
Cos'hanno da dirci, oggi, Luigi Einaudi e John Maynard Keynes? Come spiegherebbero la crisi del debito pubblico? In che maniera immaginerebbero il futuro del nostro Paese? Economista, opinionista e uomo politico, Einaudi aveva ben chiaro che quella fra crescita e rigore è una falsa dicotomia. Contro l'inflazione keynesiana egli proponeva una politica di stabilità monetaria. Desiderava un pareggio di bilancio attuato attraverso il taglio delle spese improduttive, l'eliminazione delle bardature all'economia e il freno all'aumento delle imposte, di ostacolo a risparmio e produttività. Per la capacità produttiva inutilizzata Einaudi proponeva investimenti, non una generica espansione dei consumi. Al contrario, l'idea di raggiungere il pareggio di bilancio con elevati aumenti fiscali, come accaduto in Grecia, è essa stessa un tributo al pensiero di Keynes: lo Stato ha sempre la priorità sui singoli. Questo libro di Francesco Forte, la cui lunga gestazione è durata dal 2009 al 2015, non si limita a confrontare le tesi economiche di Einaudi e di Keynes, ma esplora le loro diverse concezioni del mondo. Da una parte, infatti, vi è l'uomo intero di Einaudi, il suo liberalismo delle regole, quel buon senso per cui - come diceva Adam Smith - ""ciò che è saggezza nella gestione di ogni famiglia, difficilmente può risultare follia nel governo di un grande regno"""". Dall'altra parte l'umanità idealizzata e astratta di Keynes, il primato della macro sulla microeconomia, il suo neomercantilismo."" -
Il tempo della politica e dei diritti
Tempo e incertezza costituiscono la cornice dell'azione umana. Il primo è sempre scarso e la seconda non può essere eliminata. La filosofia politica troppo spesso non prende in esame tali aspetti e immagina istituzioni abitate da individui senza tempo e in cui la dimensione dell'incertezza ricopre un ruolo marginale. Muovendo da una delle più importanti tradizioni del liberalismo classico (quella della Scuola Austriaca) e prendendo in considerazione la possibilità di fare a meno della politica, il libro si chiede come si possa giustificare la coercizione e sulla base di che cosa sia possibile elaborare criteri di valutazione delle azioni individuali e delle istituzioni. Si tratta di questioni non secondarie in un mondo ormai privo di regolarità, dal momento che l'innovazione e l'invenzione hanno preso il posto dei tentativi di scoprire i principi universali e perenni dell'azione umana e della politica. -
Breve storia della libertà
Che cos'è esattamente la libertà? Perché è così importante e preziosa? Quali istituzioni promuovono e proteggono le forme di libertà più desiderabili? E come mai le società libere sono così fragili? Pur essendo uno degli ideali più amati, la libertà ha una natura sfuggente. Tentare di definirla vuol dire ripercorrerne anche la storia.Utilizzando un'impostazione che muove dai metodi propri delle scienze sociali, della filosofia e della ricerca storiografica, questa Breve storia della libertà fornisce un'indagine sintetica di momenti cruciali dell'evoluzione della libertà individuale, anche attraverso la messa a fuoco di alcune figure chiave: da John Knox a Martin Luther King, passando per Adam Smith e Karl Marx. Gli autori esaminano come i successi passati (per quanto incompleti) della lotta in difesa della libertà abbiano condotto molti di noi all'""ultima frontiera"""" dell'indipendenza personale: gli ostacoli interni di natura psicologica che ci impediscono di essere autonomi come vorremmo. I lettori vengono così incoraggiati a riflettere sulla propria idea di libertà individuale: in che cosa consiste? Da dove proviene?"" -
Liberi di scegliere. Una prospettiva personale
In questo libro, ormai un vero e proprio classico, il premio Nobel Milton Friedman e sua moglie Rose offrono argomenti a favore dell'economia di mercato. Per i due Friedman, solo attraverso il libero mercato è infatti possibile tutelare i consumatori e i lavoratori, raggiungere elevati livelli d'istruzione, evitare l'inflazione e la disoccupazione, consentire ai cittadini di vivere in sicurezza. Pubblicato originariamente nel 1980, ""Liberi di scegliere"""" evidenzia come la perdita della libertà generi costi gravosi, dato che troppe leggi e regolamenti, una spesa pubblica fuori controllo e una tassazione predatoria impoveriscono la società nel suo insieme. In queste pagine Milton e Rose Friedman sviluppano pure un'analisi sulle potenzialità della cooperazione spontanea fra individui. Consentendo a chiunque di cooperare anche a grande distanza, il mercato rappresenta per giunta un argine alla formazione di qualsiasi concentrazione di potere politico."" -
Come la Cina è diventata un paese capitalista
"Come la Cina è diventata un paese capitalista"""" racconta lo straordinario viaggio che la Cina ha compiuto nel corso degli ultimi trent'anni. Negli anni Settanta, quella cinese era un'economia di stampo socialista, chiusa e basata sull'agricoltura; oggi è una delle maggiori potenze economiche. Alla luce della storia economica cinese e di un'attenta analisi delle riforme avvenute dopo la morte di Mao, Ronald Coase (uno dei maggiori economisti del Novecento) e Ning Wang sostengono che i riformatori cinesi hanno accettato la """"lezione"""" proveniente dall'Occidente liberista seguendo il tradizionale principio pragmatico cinese del """"cercare la verità a partire dai fatti"""". Per gli autori, il potenziale di crescita della Cina è ancora enorme, tuttavia può essere ostacolato dalla propensione dei leader del partito unico a controllare e indirizzare non solo l'economia, ma anche le idee e la vita delle persone." -
This lady is not for turning
Margaret Thatcher si è spenta l'8 aprile 2013 all'età di 87 anni. Nel Regno Unito e in tutto il mondo, l'opinione pubblica si è divisa sulla sua eredità. Ha salvato l'Inghilterra dal declino o posto le basi della crisi finanziaria? Ha distrutto lo Stato sociale o aperto un'era di sviluppo economico? In questa raccolta di discorsi, interviste e dibattiti parlamentari è la stessa Margaret Thatcher, la Lady di Ferro, a spiegare, con parole sue, le idee e i valori che l'hanno accompagnata per tutta la vita. -
Breve introduzione alla politica
Che cos'è la politica? Kenneth Minogue comincia la sua riflessione dalle società greca e romana: laddove la discussione politica, per come la conosciamo in Occidente, ha avuto inizio. Le idee e i concetti elaborati allora determinano ancora oggi il perimetro del dibattito: dalla cittadinanza al patriottismo, dall'individualismo al senso della comunità. Questa ""introduzione alla politica"""" si sviluppa attraverso una duplice prospettiva: storica e teorica. Minogue riesce così a delineare alcune grandi tendenze che caratterizzano l'epoca moderna. Tra queste, il conferimento di un ruolo sempre maggiore allo Stato, che riduce gli spazi di autonomia della persona e cambia in profondità obiettivi e ambizioni della politica. Minogue esamina soprattutto le conseguenze negative dell'egualitarismo (che comporta una crescente deresponsabilizzazione degli individui) e dell'idealismo politico (che con le buone intenzioni apre la strada al potere dispotico).Per l'autore, l'ordine giuridico-politico non può soddisfare le esigenze fondamentali della persona umana: ha unicamente il compito di disegnare la cornice istituzionale entro cui gli individui possono provare a essere se stessi."" -
Libertates. Stato, politica e diritto alla prova delle libertà individuali
Il presente lavoro raccoglie relazioni e interventi relativi a un convegno sul rapporto tra libertà individuale e ordine politico tenutosi a Verona nel 2010. Lo spunto era stato offerto da The Voluntary City, un testo a più voci pubblicato dall'Independent Institute e volto a sostenere la tesi che anche in assenza dello Stato sia possibile tutelare beni fondamentali come la salute, la giustizia, la sicurezza, l'istruzione etc. Approfondendo la prospettiva di The Voluntary City, il volume curato da Carlo Lottieri e Daniele Velo Dalbrenta intende evidenziare come l'indebita pretesa statuale di gestire in esclusiva settori cruciali della vita sociale si sia affermata in età moderna utilizzando la formula dei beni ""pubblici"""" ed estromettendo dalla tutela degli stessi l'apporto delle volontà individuali, in nome di una visione assai astratta e - per così dire - del tutto strumentale della cittadinanza."" -
Produzione e produttività. Sull'«effetto Ricardo»
David Ricardo sosteneva che macchine e lavoro sono in continua competizione, perché un aumento dei salari spinge i capitalisti a sostituire il lavoro con le macchine. Friedrich A. von Hayek chiama ""effetto Ricardo"""" la serie di reazioni causate dal mutamento del rapporto tra macchine e lavoro nelle decisioni d'investimento. Per il grande economista austriaco, la domanda aggregata non è la chiave per la comprensione dei problemi del ciclo economico. La domanda di beni di consumo non determina automaticamente i beni capitali che servono a produrre i beni finali richiesti. Ciascuno dei possibili fornitori di macchine investe solo sulla base di specifiche attese di profitto; e una medesima domanda di beni di consumo può essere soddisfatta con differenti volumi d'investimento. Hayek paragona il complesso processo della produzione a un flusso, nel quale la consistenza dei vari affluenti non è determinata dalla domanda finale, ma dalla struttura dei prezzi relativi dei differenti fattori produttivi. L'economia è un mondo di scarsità relative: non ci sarà mai l'età dell'oro, o l'abbondanza di tutte le cose.""