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Il tappeto afghano
Dopo ""Il mio Afghanistan"""", Gholam Najafi torna nella sua terra d’origine attraverso 16 racconti: storie di donne, di infanzie, di amicizie, di difficoltà e di piccole gioie che, come fili intessuti, tracciano la trama dell’Afghanistan, “terra aspra e un non sempre morbido tappeto”, come scrive Giampiero Bellingeri nell’introduzione. Storie che sono testimonianza di un legame ancora forte dell’autore con la sua terra e con il distendersi dei suoi ricordi. Introduzione di Giampiero Bellingeri."" -
Oh Mà! Storia di Michael, ragazzo difficile
“Questo non è il classico libro... Si tratta del mio manoscritto in cui racconto un periodo della mia vita che vede protagonista mio figlio Michael... Un ragazzo ‘difficile’ che, cresciuto per strada, aveva scelto di vivere fuori dalle regole e dal rispetto della legalità. Il mio è un racconto diretto, esplicito e senza fronzoli. È il racconto di una madre.” È con queste parole che Daniela Manzitti introduce la storia di Michael, un ‘documento’, come lei lo definisce, in cui racconta suo figlio, i suoi rapporti familiari, la sua trasformazione da ragazzo pacato a turbolento, con le sue certezze e le sue poche paure. La storia di un ragazzo difficile fitta di errori e sofferenze. Una storia in cui, tra il racconto sentito e le lettere autografe tratte dall’assidua corrispondenza tra i protagonisti della vicenda, emerge tutto l’amore di una madre. È da questo che trae origine la sua forza, che le ha permesso di continuare a sostenere Michael, nonostante tutto, fino a prendere anche la faticosa decisione di consegnarlo lei stessa nelle mani dei carabinieri per salvarlo da un destino forse peggiore. Un’esperienza che ha lasciato profondi segni, ma da cui è nata anche l’associazione “Oh Mà” per aiutare i ragazzi difficili che rischiano la detenzione in carcere e quelli che ne sono reduci. -
Vedo, ascolto, parlo... Ti aiuto. Come accogliere e comprendere le situazioni di maltrattamento e abuso che vedono coinvolti i minori
Il maltrattamento all'infanzia è una realtà che ha da sempre accompagnato la storia dell'umanità. La storia dei diritti dei soggetti di minore età e della loro rappresentanza nella società è piuttosto recente e prende corpo a partire da una maggiore considerazione del bambino come persona, come soggetto di diritti. Nonostante siano state rilevate e studiate le varie forme di maltrattamento e le gravi conseguenze sull'evoluzione fisica e psicologica del minore, tuttora la violenza sui bambini e sugli adolescenti è un fenomeno diffuso e trasversale a tutte le classi sociali, ma al contempo sottostimato e sottovalutato, se non negato, dalla società attuale. In tutto il mondo ogni anno milioni di soggetti in età evolutiva continuano ad essere vittime e testimoni di violenza fisica, sessuale, psicologica e di sfruttamento. La risposta alla complessità necessita sempre di un approccio globale, multidisciplinare e interistituzionale, caratterizzato da competenza e da una formazione specifica sul tema. Questo testo, pensato tenendo in considerazione i punti di vista e il diverso coinvolgimento delle varie figure professionali, nasce dal desiderio di riunire pensieri e percorsi elaborati in tanti anni di lavoro sul campo in un'area sempre estremamente articolata e complessa che spesso disorienta. Le autrici, un gruppo di professioniste che ha condiviso anni di lavoro e formazione nell'ambito dell'abuso, si rivolgono in primis a tutti coloro che, incontrando per lavoro bambini, ragazzi e famiglie, possono trovarsi ad affrontare tali contesti e, non avendo una specifica competenza in queste tematiche, sentono l'esigenza di capire e vagliare come muoversi di fronte a situazioni così difficili e complesse. Il testo si rivolge ad operatori dei Servizi sociosanitari, ma anche a educatori, insegnanti, medici e infermieri, avvocati, giudici e forze dell'ordine e a tutti coloro che possono incontrare nel loro quotidiano bambini che mandano segnali di disagio o raccontano episodi di maltrattamento o abuso. -
Il ragazzo nel pozzo
Un libro diviso in due parti e scritto a quattro mani: una delle due è a cura di Michela Magnifico e raccoglie storie di cronaca della Capitanata, tutte avvenute in anni particolari, quelli a ridosso delle più grosse operazioni di polizia e dei più gravi fatti di cronaca che Foggia e la provincia abbiano vissuto. A fare da filo conduttore, Agostino De Paolis, un “investigatore vecchio stampo” per anni ai vertici della Polizia di Stato, che dei delitti raccontati ne ha indagato non solo le circostanze ma anche le più profonde motivazioni. Ed è proprio da uno di questi racconti che nasce la seconda parte del volume: il romanzo di Gianmatteo Pepe re-immagina la storia del “ragazzo nel pozzo”, Antonio Perrucci Ciannamea, che nel 1999, a soli 16 anni, fu ritrovato morto in un pozzo dopo essere stato rapito per estorcere un ricatto alla famiglia. Si trattava di una strategia criminale nuova per quegli anni, adottata dalla mafia locale per tenere in scacco un intero territorio. Nel romanzo di Pepe, la storia reinventata ruota attorno ad una figura femminile; si tratta di una scelta meditata per offrire al lettore una doppia possibilità di lettura, per andare oltre i fatti di cronaca e aprire a nuovi spazi di riflessione. Il volume che risulta dall’insieme delle due parti è un testo di analisi che combina il racconto di quello che è stato con quello di ciò che sarebbe potuto essere, con un finale aperto, ancora tutto da scrivere, nelle mani dei lettori. Perché essere “terra di mafia” non sia un marchio infame da mantenere senza contrasto alcuno, ma la presa di coscienza di un problema da affrontare con la certezza di poterlo combattere e battere. -
Dell'amore e del merito. Grovigli e sgrovigli dell'educatore pastorale
"Per essere educatori c’è bisogno di fare un passaggio molto intimo, personale, umanizzante, che non ha a che fare con le capacità organizzative, ma con la capacità di guardarsi e di scoprire che in ognuno di noi, nella nostra vita più intima e profonda, non siamo degli angeli caduti magari per sbaglio sulla Terra: per “annunciare a tutti la Salvezza” dobbiamo imparare a guardare che anche in noi c’è qualcosa che andrebbe “evangelizzato” ancora, di nuovo, forse per la prima volta. Questo è un libro tenero e allo stesso tempo molto duro. È un libro che potrà accompagnare ogni giovane o ogni adulto che sentirà dentro la voglia di donarsi per annunciare la bellezza della proposta del Vangelo. Questo libro aiuta a guardarsi dentro, a essere speleologi della più profonda vita e a considerare con delicatezza le cose (anche nostre) più strambe per provare ad abbracciarle. E poi... non lasciarle.""""" -
Caro Tonino. Appunti e disappunti
Questo libro testimonia il rapporto speciale dell’autore con suo fratello Tonino. La maggior parte degli scritti sono nati sulla tomba di don Tonino nel cimitero di Alessano, il luogo in cui Marcello Bello ha tenuto sempre vivo il dialogo con il fratello condividendo le sue riflessioni in una corrispondenza che, talvolta, assume anche il genere epistolare, un genere caro al vescovo di Molfetta, e che per i due fratelli rappresenta il momento della preghiera, della condivisione intima delle gioie e delle difficoltà del proprio cammino. Nei testi che si succedono in maniera cronologica, il lettore scorgerà in filigrana anche la storia di don Tonino, che l’autore ripercorre riempiendo i vuoti nei momenti difficili, il legame forte tra i tre fratelli e le domande talvolta senza risposta, le fragilità imposte dal dolore, con la letizia di chi guarda al Signore con grande speranza come don Tonino ha insegnato a tutti. Queste pagine rappresentano una grande eredità perché insegnano che guardare a testimoni autentici del Vangelo, come don Tonino, può incidere in maniera decisa nelle scelte di vita quotidiana, indicando una direzione significativa all’esistenza di ognuno di noi. -
Quando il povero non deve pensare. Dalla missione alla destituzione
“Se non potete eliminare l’ingiustizia, raccontatela a tutti”. A partire da questo invito di Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace 2003, l’autore racconta la sua esperienza missionaria vissuta in Brasile, interrotta per ragioni discutibili e che aprono a un confronto vero sul rapporto tra Chiesa ed evangelizzazione nei territori più poveri del nostro pianeta. Come può accettare l’ingiustizia chi è rimasto per quindici anni al fianco dei poveri, come don Marco, per dire e testimoniare che la Chiesa è loro vicina, che il Vangelo dice no alla prepotenza, alla passività e poi vedersi impedire la continuità del suo servizio missionario? Una vicenda che interroga su come la normale divergenza tra uomini di Chiesa nasconda talvolta un clericalismo accettato e praticato, che contraddice radicalmente il Vangelo che i sacerdoti annunciano. Leggere questo libro, oggi, ci aiuta anche ad approfondire l’intuizione profetica di papa Francesco, secondo la quale la vicenda della pedofilia tra i religiosi, al di là dell’evidente questione morale, ha portato a galla un ben più profondo e radicato problema: quello dell’autoritarismo nella Chiesa e del potere del clero. -
Improvviso educativo. Per una didattica «reidratante»
Può uno spaventapasseri orientare più che spaventare? La storia di Bu, uno spaventapasseri spaventato che irrompe nelle aule scolastiche e ribalta il consueto modo di intendere e fare la scuola, ci dice di sì. Dalle nozioni alle relazioni. Dai parametri numerici all’unicità della persona. È questo il ruolo di Bu, che nel libro guida il lettore nel disorientamento che attraversa la scuola italiana tra funzionalismo e burocrazia esasperata. L’invito degli autori a una pedagogia dell’improvvisazione a scuola – che nulla a che fare con la preparazione improvvisata – si radica nella pedagogia degli ultimi due secoli, nelle forme di teatro-laboratorio, nelle correnti filosofiche personaliste in cui al centro è la relazione tra insegnante e alunno, senza la quale ogni didattica risulta inefficace. L’educazione all’empatia, all’ascolto del corpo e delle emozioni, alla comunicazione narrativa, all’espressività artistica per educare cittadini consapevoli e liberi, è ciò che il lettore/insegnante troverà in queste pagine. Il libro punta a sostenere e accompagnare i docenti che credono in una Scuola capace di far emergere l’unicità di ogni alunno. -
Canto di Natale. InBook
Un romanzo ambientato nella Londra del diciannovesimo secolo divenuto una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo, tradotto in simboli di Comunicazione Aumentativa e Alternativa per essere fruito anche da lettori e lettrici con disabilità. “Canto di Natale”, grazie alla traduzione del gruppo di lavoro Librarsi, è parte della collana accessibile Parimenti. Proprio perché cresco, che raccoglie classici della letteratura italiana e internazionale tradotti in simboli o secondo il modello inbook adottato dal Centro Studi Inbook. I libri in simboli rientrano nella categoria dei libri su misura, costruiti attraverso un adattamento e una traduzione in simboli del testo scritto affinché, attraverso il continuo rimando all’immagine, il lettore possa essere facilitato nella comprensione di quanto scritto. Sono libri INsoliti, INtuitivi, INterculturali, che servono per stare INsieme, per l’INcontro, per INcuriosire e per l’INtegrazione. Età di lettura: da 8 anni. -
Egoista a 18 anni?
Monsignor Bettazzi torna con un immediato e scorrevole testo per i giovani che stanno per intraprendere le proprie scelte di vita. A loro l’autore si rivolge con il tono diretto e spigliato di chi conosce la realtà giovanile, dai sentimenti alle relazioni, dalla solitudine all’intenso desiderio di libertà e condivisione, tipica di questa età. Con un breve cenno alla storia recente, Bettazzi mette in luce in modo naturale – proprio di chi le ha vissute – le dinamiche con cui l’Occidente ha gestito libertà e democrazia, preparando un mondo che non sa più amare, accogliere, includere. Incarnando nella storia l’umanità e la divinità di Cristo, il vescovo di Ivrea apre ai giovani una prospettiva umana e divina insieme, in cui l’uomo non è asservito ma co-partecipe e co-responsabile, insieme al suo Creatore, della gestione del mondo e dei rapporti sociali. In questa sorta di memorandum, Bettazzi sollecita i ragazzi ad agire in una realtà che li preferisce addomesticati, silenziosi, repressi, affinché realizzino la propria pienezza e libertà nell’unico modo possibile: mettendosi in relazione. -
Stay Clown. In viaggio alla scoperta dell'essere umani
Questo volume più che un manuale è un racconto di viaggio: dalla Sicilia ad Auschwitz, dal Nepal a Taiwan, pagina dopo pagina propone una carrellata di incontri con ragazzi, donne, disabili, superstiti, di persone e dei loro bambini interiori nei quali, la clowneria, che è arte con le sue regole, si è fatta occasione di sperimentazione e processo di cambiamento. Perché questo fa il clown contemporaneo: parlare al bambino che è in noi, per risvegliarlo, farlo emergere e renderlo cittadino attivo. Il naso rosso rompe le barriere e le convenzioni che ci bloccano e ci guida in una danza interiore ed esterna che ci porta a cambiare noi stessi e il mondo. Queste pagine sono un workshop sperimentato e sperimentabile nel quale il lettore è parte attiva e dove le esperienze programmate o in free clowning scandagliano volti e luoghi, popoli e storie, con parole lucide e spontanee lasciandoci ridere, commuovere e soprattutto immaginare processi in grado di ricordarci che restare umani e imparare a vedere la bellezza è il fine di ogni progetto educativo che ha come obiettivo l’essere cittadini. Il naso rosso non è solo un pezzo di plastica e il clown non ci distrae dalla realtà ma ce la consegna liberandoci per vederla meglio. Il potere di questo libro sta nella possibilità che il lettore si dà di liberarsi. -
Dal desiderio alla legge. Manuale del teatro di cittadinanza
Come, un po’ per scherzo un po’ per il caso ma un po’ anche per un’incontenibile creatività, una compagnia di attori viene eletta nel consiglio comunale di una grande metropoli e il teatro diviene uno strumento per fare politica, cioè per tradurre bisogni e desideri in legge. Come nasce il teatro legislativo cioè quell’azione scenica in cui lo spettatore non solo diventa protagonista ma anche cittadino. Come si scopre che il teatro forum può convertirsi in un laboratorio per redigere collettivamente un bilancio comunale o una proposta sulla sicurezza sociale. Come, per dirla altrimenti, il teatro può trasformarsi in un veicolo di “democrazia transitiva”, cioè di partecipazione diretta e attiva, ma anche di dialogo, interazione e scambio con le istituzioni. Come non perdersi, insomma, l’ultimo sorprendente capitolo della ricerca di Augusto Boal, con cui il teatro, in tempo di globalizzazione, giunge fino ad offrirsi alla politica per declinarla con la comunità piuttosto che con il potere. -
Solo Mia. Storie vere di donne
«Per sopravvivere mi ero sdoppiata in due persone, quella serena e quella con un segreto soffocante, terribile. Ora in me c’è solo voglia di riscatto. Non voglio più pensare a ciò che non ho.» ""Solo Mia"""" raccoglie storie di donne dal carcere e non, racconti reali riportati all'interno di una cornice di fantasia che mettono al centro storie incredibili, fatte di violenza subita e a volte taciuta, attese tradite, affetti soffocati e speranze. Storie di dolore ma anche di svolte e di rinascita, che affrontano temi delicati come la maternità, il rapporto con i familiari, la detenzione, l’abuso: a trionfare, però, è l’importanza dei legami, del riconnettersi alla società e alle relazioni, nonostante i traumi vissuti."" -
Adesso basta. Ascoltami! Educare i ragazzi al rispetto delle regole
Prima di essere genitori, educatori, insegnanti, operatori sociali siamo tutti maestri di vita perché impegnati a riconoscere alle nuove generazioni il desiderio di nascere come persone in un gruppo. Durante questo percorso trova sempre un bambino che non ascolta, un ragazzo che trasgredisce, un giovane che si ribella. La mancanza di regole pregiudica la loro maturazione e non sempre si svolge una presenza efficace. Ed è allora che il ragazzo urla per farsi vedere e ascoltare. Ed è appunto a questo grido che le pagine seguenti vogliono rispondere. L’indisciplina dei bambini sfibra; la fermezza è una qualità sfuggente; l’autorevolezza è una competenza ostica. Il cammino suggerito in queste pagine, dense e coinvolgenti, è impervio. Il traguardo però sicuramente allettante. Il punto d’arrivo è proprio la comprensione del motivo per il quale non si ottiene l’obbedienza. La via suggerita è l’ascolto della parola, ingenua quanto acuta, dei ragazzi, in fondo i veri autori di questo libro. Ma per udire la parola del bambino è necessario sedersi e fare silenzio. Allora ci si potrà stupire o adirare, divertirsi o commuoversi. L’importante è lasciare che le parole del bambino giungano alla parte più innocente e semplice del maestro di vita che è in ciascuno di noi. -
Ci vuole audacia. Parole ai giovani
"Ci vuole audacia. La Vita che state vivendo vivetela in modo denso. Perché non tornerà più. E non abbiate paura di entusiasmarvi per le cose. Molti di voi hanno paura. Hanno paura che un giorno la Storia, il loro futuro possa ridacchiare sul loro presente. Molti hanno paura di esporsi. Per non correre il rischio di subire il contraccolpo di questa disunione tra i sogni di oggi e la realtà di domani, preferiscono non sognare. E questo significa dare le dimissioni dalla Vita. Aver paura di entusiasmarsi oggi, alla vostra età, significa suicidio. Un giorno vi scalderete alla brace divampata nella vostra giovinezza. Non abbiate paura di entusiasmarvi. C'è tantissima gente che mangia il pane bagnato col sudore della fronte dei sognatori. Ci sono tanti sognatori. Meno male che c’è questa dimensione del sogno nella vita: sporgenze utopiche a cui attaccarci. Meno male che ci sono dei pazzi da slegare, da mettere in circolazione perché vadano a parlare di grandi utopie. Quello che è pericoloso, è che le grandi utopie si raffreddino nel cuore dei giovani. Io vi voglio augurare che non abbiate a perdere la dimensione della quotidianità e del sogno. Scavate sotto il vostro lettuccio e troverete il tesoro. Non siete inutili, siete irripetibili"""". Tre interventi di don Tonino rivolti ai giovani, raccolti in circostanze diverse, per testimoniare il suo valore di educatore e il suo amore per la vita. Tre interventi da leggere per tornare ad essere audaci." -
Giochi d'autore. Come far nascere nuovi lettori
L’obiettivo di queste pagine è proporre iniziative per catalizzare l’attenzione di futuri lettori, invitati ad attraversare un sentiero che parte dalla parola intesa come trastullo, fuoco di artificio e polline di sogni per arrivare alla scrittura creativa e alla lettura. Gli esercizi, le attività, le iniziative e i laboratori (in una parola: i giochi) raccolti nell'agile volume, pensati e realizzati durante i vent’anni di “LibriAmo”, rassegna di promozione della lettura, si rivolgono a chiunque voglia cimentarsi con l’ambiguità, l’allegria e la creatività delle parole. Uno strumento, insomma, per docenti e operatori culturali alla ricerca di un “pacchetto di idee” da utilizzare in classe o in altri contesti di studio e lavoro per far nascere i lettori ‘forti’ di domani. -
Genitori vs insegnanti. Come allearsi nella sfida educativa del web
Da alcuni anni nella scuola italiana serpeggia un irragionevole conflitto tra genitori e insegnanti. Entrambi educatori dei medesimi ragazzi dovrebbero, secondo logica, collaborare. Accade sempre più spesso, invece, che si trasformino in avversari, entrando in conflitto e giudicando gli uni l’operato degli altri. Quello che dovrebbe essere un necessario confronto si trasforma in un irrimediabile scontro. La situazione è diventata più preoccupante con l’avvento di Internet, per non parlare del telefonino e del tablet. I gruppi WhatsApp sono spesso rivelatori di dinamiche grottesche ed esasperate. Chi fa le spese di questo conflitto, che a volte è sommerso, talvolta esplosivo, come sempre, sono i figli-alunni. Essi si collocano nella terra di nessuno, tra i due fronti, costretti ad assistere a spettacoli spesso indecenti, pronti ad approfittare di questa situazione in cui le regole latitano. In queste pagine troverete una rassegna dei pericoli e delle insidie del Web ed alcune proposte per sancire un’intesa educativa fra genitori e insegnanti, che traduca quel versus in verso gli altri e non contro gli altri. La strada per farlo è la condivisione di un sistema di regole approvato da genitori e insegnanti, partendo da una consapevolezza comune: non possiamo più fare a meno del Web, ma dobbiamo imparare a controllarlo e a difenderci. Per farlo è necessario stringere una forte alleanza. Questo libro prova a tracciare una strada da percorrere insieme. -
Lasciarsi ribaltare. La scuola è aperta a tutti
C’è una scuola diversa: meno retorica, più accogliente, talvolta sovversiva. Una scuola dove la logica dell’in cattedra fa i conti con la logica del corridoio, che è lo spazio più abitato dagli alunni “fuoriclasse”, spesso accompagnati fuori dalle aule per buona pace del fare lezione. Disturbano, non tengono il passo, difficili, dagli apprendimenti differenti e con storie di vita già complicate. Dunque sono alunni più bisognosi degli altri di una scuola che li faccia sentire parte di una comunità che ha fiducia in loro. Le storie di questo libro sono racconti di una scuola diversa, che disegnano come prospettiva possibile e necessaria per rispondere al compito dell’insegnante: includere ogni alunno, consentendo a ciascuno di avere lo spazio, il tempo e le risorse adeguate perché apprenda lo stare al mondo. Ribaltarsi per ribaltare: è l’azione prima per garantire che la scuola sia per tutti occasione di crescita. Un’azione quotidiana della classe docente e di ogni singolo insegnante, perché a loro la comunità affida il compito di sognare ogni alunno. -
Conoscere il gruppo. Spunti e appunti circolari
L’appartenenza ad un gruppo accompagna ogni essere umano dal momento della sua venuta al mondo fino alla conclusione della sua vita. Nasciamo in una famiglia, studiamo in una classe, giochiamo in una squadra, frequentiamo delle associazioni, ideiamo gruppi di lavoro, fondiamo équipe nei servizi sociali e sanitari, promuoviamo collettivi, viviamo in comunità, ci organizziamo dentro a delle istituzioni, siamo cittadini della Polis. Molto spesso però non comprendiamo come funzioni la dinamica del gruppo nel quale siamo inseriti o con il quale ci troviamo a collaborare o, ancora, che abbiamo il compito di coordinare. Le domande che spesso sorgono sul motivo che porta un gruppo, sia esso familiare, sociale, scolastico, associativo o lavorativo, a non raggiungere la sua finalità trovano allora nel testo una narrazione chiarificatrice. Il libro infatti risponde al bisogno di comprendere la struttura e la dinamica dei gruppi per poterli vivere e coordinare, costruire e far evolvere, fondare e interpretare. Il testo narra quindi, in una forma allo stesso tempo leggera e profonda, scientifica e poetica, evocativa e rigorosa come prendersi cura delle relazioni tra le persone che si riuniscono insieme. Ne rivela gli affetti, i sentimenti, i pensieri, i travagli, i sogni e le passioni. La narrazione psicoanalitica applicata a diversi ambiti gruppali porta dunque dentro a una pluralità di storie che suggeriscono come occuparci della sofferenza psichica collettiva prendendocene cura nei diversi campi dove la vita di ognuno si dispiega. Il modello psicosocioanalitico, attraverso la concezione operativa, è il filo rosso che introduce con tatto e pazienza ma anche con risolutezza e tenacia, alla conoscenza di una precisa teoria e tecnica di lavoro con i gruppi. Il gruppo operativo si dimostra una disciplina complessa e innovativa che sviluppa però un metodo dotato di un’intrinseca bellezza che vivifica il sapere, che appassiona all’apprendimento, che incrementa la creatività. Una dimensione dove bene, bello e vero si identificano. E di estetica ed etica i gruppi umani hanno oggi un grande bisogno. -
Mirta si fida. La famiglia Bottoni: una famiglia che accoglie
«Ora inizio un nuovo viaggio. Tremo un po’, ma è per l’emozione buona che mi scalda. Dici che posso fidarmi? Beh! Ho deciso: Io mi fido.» In queste pagine si incontrano due storie, unite da un unico filo: quella di Mirta, una bambina vivace ma con genitori fragili che faticano a prendersi cura di lei, e quella della Famiglia Bottoni, una famiglia accogliente, che sceglie di prendersi cura di Mirta per un periodo della sua vita. Due storie, nate da una campagna di sensibilizzazione del Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare di Bassano del Grappa (VI), che hanno l’obiettivo di rispondere ad una domanda: cos’è l’affido familiare e a quali bisogni risponde? Il libro che risulta dall’unione delle due parti diventa uno strumento per promuovere e diffondere queste tematiche con persone di tutte le età, per preparare i minori che devono affrontare l’esperienza dell’affido, per raccontare, in modo semplice e naturale, la storia di tanti bambini e bambine in affido ai loro coetanei.