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La rivoluzione di Papa Francesco. Profezia, sogno, utopia
L'immagine di un Papa che, vescovo di Roma, voglia essere il parroco di una comunità è sintomatica della portata riformistica della proposta di conversione ecclesiastica sognata da Bergoglio. Sembra che ci si trovi di fronte a un carrierismo alla rovescia: piuttosto che aspirare a dominare, bisogna farsi servitori; piuttosto aspirare a essere primi, bisogna correre a essere ultimi, sull'esempio di Cristo. È una rivoluzione totale. Queste pagine accompagnano il lettore in un viaggio nel pontificato di papa Francesco, un condensato alchemico di quello che, in questi otto anni, ha offerto al mondo intero attraverso il suo specifico servizio alla Chiesa: profezia, sogno, utopia. Prefazione MichaelDavide Semeraro. -
A scuola del sé. Percorsi di crescita e sviluppo per conoscere se stessi e sostenere gli altri
Questo libro desidera incuriosire e predisporre all’intuizione del Sé, rimarcando le qualità e il valore di ognuno a partire dalla domanda: è possibile migliorarsi senza la necessità di cambiare? Attraverso l’autoformazione e la consapevolezza del proprio sentire, in termini di bisogni ed emozioni, possiamo modificare alcune modalità di comportamento e comunicazione, per risvegliare la nostra vera essenza e vivere emotivamente più intelligenti e amorevoli. Sono pagine che rispondono al bisogno di imparare e di insegnare ad avere riguardo di sé e dell’altro, cogliendo risorse, abilità e capacità. In particolare desiderano essere stimolo, supporto e sostegno a insegnanti, genitori, educatori (a chiunque sia in relazione con una vita in evoluzione) apportando alcuni contenuti teorici rilevanti l’autoformazione seguiti da esercitazioni che invitano a sperimentare l’autoconoscenza attraverso pratiche meditative, di mindfulness e numerosi spunti di riflessione per conoscersi meglio. L’autrice accompagna il lettore tra teorie di counseling e psicosintesi, illustrate come strumenti che facilitano la conoscenza e la consapevolezza del Sé, esplorando bisogni ed emozioni, spesso taciuti o negati. Poiché ognuno di noi, con le sue ferite, limiti e vulnerabilità possiede la chiave per arrivare ad essere il migliore se stesso possibile. “Un libro che esplora la possibilità di costruire un Io forte per andare con più potenza verso un noi senza barriere.” (Carlo Praful Saracino) -
Il gioco che guarisce. Teoria e pratiche di psicoterapia con bambini e adolescenti
Il bambino si sviluppa attraverso l’esperire. La consapevolezza di sé infatti è così strettamente legata al fare esperienza che non può esistere l’una senza l’altra e viceversa. Allo stesso modo, via via che in terapia il bambino sperimenta i suoi sensi, il suo corpo, le sue emozioni e il modo in cui può usare l’intelletto, riacquista una sana posizione verso la vita. Amare i bambini, stabilire con loro un rapporto di accettazione di fiducia, conoscere qualcosa del loro sviluppo, di come crescono e apprendono, comprendere i contenuti importanti che corrispondono a particolari livelli di età, sono i presupposti di base necessari per chiunque lavori con i bambini. Le innumerevoli tecniche di psicoterapia con bambini e adolescenti descritte dall’autrice in queste pagine servono a dare al bambino esperienze sensoriali, corporee, emozionali, intellettive e verbali e aprono all’immaginazione dell’adulto (sia esso psicoterapeuta, insegnante, educatore o semplicemente genitore) un’infinita gamma di possibilità creative per comprendere i bambini e aiutarli a superare le loro difficoltà. L’obiettivo di questo approccio nella psicoterapia è quello di aiutare il bambino a prendere consapevolezza di se stesso e della sua esistenza nel suo mondo. Ogni terapeuta troverà il proprio modo di raggiungere quel delicato equilibrio esistente fra il dirigere e guidare la seduta da una parte e, dall’altra, seguire le direttive del bambino. Chi lavora con i bambini utilizza molte tecniche creative, espressive e di gioco, ma talvolta questo lavoro viene mal compreso e visto come un “solo giocare”, e invece rappresenta la principale forma di contatto possibile tra l’adulto e il bambino. Un libro realistico, facile, pratico, che può diventare una finestra aperta sul bambino che è in voi e con voi. -
Io resto a casa. Un’indagine su genitori e figli durante il lockdown
La famiglia è un contesto fondamentale di promozione della salute. Le interazioni delle singole soggettività, ciascuna con i propri valori di riferimento per età e ruolo, con gli altri membri della famiglia tessono trame relazionali sottili, preziose e fragili, perennemente in equilibrio, messe a dura prova durante lo scorso confinamento sociale. Le famiglie come hanno strutturato tempo e spazi? Come hanno gestito le emozioni di paura e incertezza legate al contagio e la loro comunicazione? Cosa è rimasto di questo tempo esclusivo vissuto insieme? A un anno esatto dallo scoppio della pandemia l’indagine promossa da “Spazio Giovani” entra in queste trame, fotografando il rapporto tra genitori e figli durante il lockdown, in un momento storico in cui le relazioni interne ai nuclei familiari sono state messe a dura prova, ma hanno mostrato anche scenari non scontati. -
Sud a caro prezzo. Il cambiamento come sfida
Don Tonino riformatore sociale. Del Sud. Anzi, l’ultimo grande riformatore sociale del Mezzogiorno che ha infranto le regole del buon costume episcopale, frantumato le sbarre invisibili dell’esclusione sociale, sovvertito l’ordine dei valori dominanti. Come tutti i grandi riformatori ha misurato la fatica del cambiamento prima sui problemi concreti, strutturali. La casa, la disoccupazione, il disagio, la criminalità, lo sviluppo. La polvere e la strada. E poi le cose che non si toccano, la cultura, le relazioni. Lo scetticismo. Le coscienze. Essere vescovo al Sud è difficile. Don Tonino lo sa. E lo impara, come testimoniano queste pagine nelle quali sono raccolte, per la prima volta, riflessioni ancora oggi di straordinaria lucidità sulle più significative esperienze in cui si è imbattuto. Come vescovo. -
Padri allo specchio
È difficile trovare nei libri la voce dei padri, più facile incontrare quella di chi cerca di analizzarli, interpretarli, comprenderli; spesso si parla di loro, ma difficilmente si parla con loro. I padri non amano raccontarsi, o meglio non lo fanno di primo acchito, e sono pochi i luoghi e le relazioni in cui un uomo trova uno “spazio” aperto e accogliente, disponibile a stare in ascolto del suo racconto di paternità. Alcuni uomini tengono la storia della loro vita di padre scritta nel cuore: non che non ci siano parole da dire, il problema è che si fatica a dirle. Non si sa esattamente quali siano, come dovrebbero essere pronunciate, messe in ordine. Per cui riesce più facile inscenare un brindisi che una narrazione intorno al mondo dei sogni, dei desideri, delle paure, delle emozioni che ognuno trova dentro di sé quando si inoltra nel viaggio della propria paternità. Questo libro apre una porta sulle loro storie. Li narra, mostrandoli in tutta la loro disarmante bellezza e verità; li mostra fragili e forti allo stesso tempo, presenti e coinvolti, desideranti e sognatori, ma anche consapevoli e coerenti con un ruolo che, seppure a volte descritto in letteratura come “assente” o “evaporato”, in realtà non è tale. Introduzione Alberto Pellai. -
Tanta vita. Storie meticce da una città plurale
«Case e parchi e condomini e strade di questa città non solo antica, di questa città cambiata da un tempo di incontri e scontri e di chiusure e slanci, di abbracci impossibili e di possibili, auspicabili, domani.» Quattordici storie, un mosaico di differenze mostrate nelle loro stesse esperienze. Sette storie di donne, sei di uomini, una di coppia: frutto dell’incontro tra i protagonisti narratori e i due raccoglitori di storie. Ognuna riporta una sorta di conclusione narrativa: una riflessione finale, una sfida, un’immagine, un salto nelle radici familiari, un’illuminazione, un programma d’incontro familiare, un vestito ritrovato. Ai due autori il compito di raccontare, attraverso la proposta dei temi e la creazione di un clima di confidenza, libertà e rispetto, il ritmo dell’esistenza e le riflessioni che la storia ha portato, richiamando in qualche modo le sorprese che la vita può concedere e le sfide che può offrire. -
Viaggio nei colori. Educare alla bellezza con l'acquerello. Con Prodotti vari
Il libro di Laura Cortinovis è un esercizio alla bellezza attraverso la tecnica dell'acquerello. Pagine belle da sfogliare, ma belle soprattutto perché insegnano a ricercare la bellezza in ciò che ci circonda, a sperimentare la capacità di coglierla e riprodurla su carta. Un testo che avvicina alla tecnica ma che non è solo tecnica, che si accompagna agli strumenti per cominciare a dipingere: due fogli di carta per acquerelli Amatruda (uno da 200 grammi e uno da 340 grammi a grana liscia), un pennello tondo n.6, della serie 400 collezione Italia 1951 di Borciani & Bonazzi, e 3 mezzi godet della Linea Van Gogh di Hammeley. -
L'educattore. Manuale di formazione teatrale per educatori
Questo non è il solito manuale di giochi e strumenti per fare teatro in educazione. Al contrario, la formazione teatrale per educatori che propone è di fare dell’educazione un teatro, con le sue maschere, ruoli, materiali di scena, perché l’educazione non è la vita, ma la vita rimemorata, inventata, giocata e recitata. Anzi, come il teatro, anche l’educazione è una struttura di finzione. Come l’arte e come il teatro, infatti, l’esperienza educativa modifica le cose per rendere possibile un’esperienza che altrimenti non sarebbe possibile. Educare attraverso il teatro non nel senso, dunque, di gestire una compagnia teatrale o una scuola per attori o mimi, ma come anima dell’educazione stessa. Il teatro non come possibilità educativa, ma come lente, visore, decodificatore dell’esperienza educativa stessa. Due occhi che ti guardano così vicini e veri hanno senso solo se gli occhi sono dietro una maschera, velati e trasfigurati dal gioco di ruoli che è tipico dell’attività educativa. Altrimenti non riusciremmo né a educare né a vivere. -
Evermind. Educare all’attenzione e alla concentrazione
Evermind è un progetto, una ricerca pedagogica, un percorso di formazione, ma soprattutto è l’idea che quanto accade “ci importa”, e che occorre una “mente presente”, sempre, perché apprenda dall’esperienza che sta vivendo. Prendendo spunto dalle esperienze di formatori, educatori, insegnanti, ricercatori si è compreso che niente dall’esterno è in grado di catturare permanentemente la nostra attenzione, ma quel che esiste, che è reale, che è da educare, è invece una mente attenta. Per fare ciò, bisogna concentrarsi su quanto è parte di noi ed è presente in ogni istante, e rappresenta l’unica insostituibile esperienza su cui basare l’attenzione a quanto accade: il respiro. È con questo atteggiamento d’interesse verso la breve permanenza dell’istante che gli autori hanno esplorato il tema dell’attenzione e concentrazione a scuola, vivere l’attimo in presenza, per offrire opportunità educative che si basano su due semplici caratteristiche: sostenibilità ed essenzialità, accompagnando i momenti di esperienza condivisa e suscitando consapevolezza di quanto accade dentro e fuori di noi. Anche l’interazione docente-allievo avviene nell’attimo che stiamo vivendo, e richiede piena presenza e attenzione agli studenti a cuore aperto. Non curarsi solo di quanto è produttivo, di quanto sembra irrinunciabile, ma concedere tempo a quanto è significativo. -
Tra due famiglie
«Sorrido ma col cuore incerto. I nostri vecchi vestiti e il nostro vecchio gommone sono diventati l’assurda casa per i pesci sott’acqua! L’unica vita che avevamo l’abbiamo giocata, le nostre parole ora infiammano da lontano. Non sono da solo, non sono orfano, intorno e me sento i suoni di tutti coloro che non sanno di essere orfani.» Due famiglie per una sola persona sono un fardello molto difficile da portare: vuol dire avere più affetti, più ricordi, ma anche più sofferenze. Due società così lontane, così sconosciute l'una all'altra, così diverse tradizionalmente e mentalmente, possono essere tanto per una persona sola. In queste pagine, Gholam Najafi costruisce nuovi collegamenti tra le sue due vite, dei ponti tra il suo passato e il suo presente, che sono inevitabilmente ponti tra l'Oriente e l'Occidente, tra l'Afghanistan, terra natia, e l'Italia, terra adottiva. -
Sorelle tutte
La lettera enciclica “Fratelli tutti” affronta una pluralità di argomenti nella quale la parola “fratelli”, volendo essere inclusiva di tutti, si presta fin troppo facilmente all’esclusione di molte e molti: c’è, infatti, un silenzio importante che riguarda la vita delle donne. La “sororità” non è semplicemente il parallelo equivalente e di segno femminile della fraternità, ma è pratica di frattura rispetto ad un mondo presunto “neutrale e universale” che in realtà è solo maschile; il rigido binarismo di genere maschile-femminile è tutt’altro che uniformemente testimoniato nella spiritualità e nella teologia tradizionale, benché abbia subito nella tradizione ecclesiale il destino di una dimenticanza. Far venire alla luce le “sorelle” anche solo nel linguaggio significherebbe influire sulla concezione patriarcale dei rapporti di forza relazionali e simbolici fra i sessi, dove il femminile è definito e riconosciuto solo ed esclusivamente per sottrazione. Occorre superare – con verità e misericordia – ciò che ci divide mantenendo vivo “un fondamentale senso di appartenenza” e tenendo bene a mente che condizioni di ingiustizia impediscono la pace. -
La scatola magica. Uno strumento per facilitare le relazioni con il bambino
La scatola magica, offrendo al bambino la possibilità di immergersi nel suo mondo interiore, permette di osservare l’altro e farlo proprio attraverso l’imitazione consentendo anche il conflitto, come esperienza di arricchimento. Non serve spiegare come svolgerla, né esiste un modo universale per farlo, sarà l’educatore stesso che, in momenti diversi della giornata, utilizzerà in assoluta autonomia la sua scatola personale che ogni volta gli permetterà di essere unico, scegliendo di estrarre e narrare ciò che in quel momento può condividere in modo autentico. L’autrice, lavorando da oltre vent’anni con minori da 0 a 6 anni e non solo, in ambito educativo prima e psicologico poi, ha allargato l’utilizzo della scatola magica anche alla sfera psicopedagogica perché è la magia, che pian piano si genera, a portare i bambini ad avvicinarsi e prendere posto per restare in attesa di ciò che uscirà dalla scatola dando il via al processo di relazione. Non si tratta quindi della semplice estrazione di un oggetto e di qualche canzone cantata, ma del contenuto che veicola significati più ampi e profondi sviluppando il pensiero magico del bambino, poiché ogni cosa all’interno della scatola magica è per lui viva e animata da sentimenti. Così la macchinina sarà arrabbiata o felice e il maialino spaventato o triste, progressivamente i bambini comprendono azioni e prevedono reazioni agli oggetti in un’ottica di sviluppo di pensiero. Si potrà allora affrontare con loro una moltitudine di argomenti quali il lutto, l’identità di genere, l’intelligenza, il bilinguismo e tutto ciò che il bambino riuscirà ad esprimere. La magia scaturita della scatola magica, intesa come il semplice piacere di assistere ad una sorta di spettacolo o un libro narrato con trame sempre diverse, si può difficilmente raccontare a parole. Bisogna usarla. -
I soliti sospetti. Gioco di ruolo su società e giustizia
“I soliti sospetti” è un larp (ossia un gioco di ruolo dal vivo), scritto per simulare in modo simbolico ma realistico un’udienza nell’ambito del processo penale in Italia e, come tutti i larp, ha una profonda valenza educativa che risiede nel provare in prima persona cosa significhi vivere, anche solo per qualche ora, l’esistenza di un altro essere umano. Lo scopo del gioco è di promuovere la comprensione del mondo della giustizia e della società facendo addentrare il giocatore nei meccanismi della giustizia penale così da aiutarlo a trovare le risposte ai dubbi e, soprattutto, a porsi o a stimolare domande nuove. “I soliti sospetti” si rivolge a tutti coloro che vogliono capire di più, che non si accontentano dei luoghi comuni e che vogliono impegnarsi per migliorare la società in cui vivono. È stato pensato per offrire a insegnanti, educatori, animatori, studenti l’opportunità di esplorare e comprendere questioni complesse e attuali, giocando e mettendosi in gioco. Può quindi costituire uno strumento didattico di supporto nella scuola nell’ambito dei percorsi di Cittadinanza e Costituzione e di Educazione Civica, ma può essere utilizzato efficacemente da facilitatori, educatori, animatori in diversi contesti educativi, formativi ed aggregativi. -
Povero Gesù
Che succede in tempi strani e misteriosi quando si interrompono le attività ordinarie e si teme che si possa essere untori o unti non appena si incontra qualcuno? Si può mettere ordine nei pensieri e affrontare problemi prima rimossi perché troppo impegnativi, concentrarsi sull’essenziale della vita e il riordino mentale: si riordina il “disordinato”, il confuso, sperando che alla fine della fatica il puzzle, se non completo e nitido, sia almeno accettabile. Le pagine che seguono non sono il racconto di tormenti, né un trattato teologico; sono il tentativo di trovare il coraggio di entrare nel “tunnel” per uscirne rinnovati. Gesù direbbe “risorti” o “rinati”. La verità ci possiede, noi non la possediamo, dunque la cerchiamo per poterla vivere. La cosa più accessibile non è partire dal “mistero” di Dio, né dal “mistero” di Gesù di Nazareth – benché questo sia centrale – ma dall’esperienza che l’uomo ha fatto di Gesù, dal Vangelo quindi, e poi da come è stata presentata la novità cristiana dalla Chiesa, anzi da coloro che sono il “fondamento” della Chiesa: il popolo che segue Gesù e, in particolare, gli Apostoli. Ripercorrere un cammino può essere utile, anche per dire che tanti anni di vita religiosa e presbiterale non hanno prodotto un “pentito”. Almeno per ringraziare il Signore, ne vale la pena. -
Il territorio come luogo di cura per il fine vita
Le cure di fine vita non possono essere considerate come un’area specialistica di lavoro, avulsa dalle singole professioni coinvolte nel trattamento del fine vita. Molti operatori si trovano spesso a prestare supporto e assistenza a persone vicine alla morte, sia per malattia o per l’età avanzata, con una preparazione poco adeguata perché lontana dalle proprie competenze professionali. Se si trascurano gli aspetti sociali della malattia tutto il percorso di cura risulta inficiato. È fondamentale che tutti siano preparati a dare un contributo competente e positivo, inserendo all’interno dell’équipe di cura la dimensione sociale della malattia e della morte. Il termine medicina contiene al suo interno la radice “med-”, che rimanda alla capacità di trovare la giusta “mediazione” tra curing, attenzione alla malattia, e caring, attenzione al malato. È evidente che l’accompagnamento alla “morte” richiede competenze e conoscenze non solo clinico-sanitarie, ma anche sociali e relazionali. I contributi proposti dai membri della Rete Nazionale degli Assistenti Sociali Cure Palliative, nello specifico il Gruppo di Lavoro CROAS Veneto, approfondiscono le tematiche che rendono maggiormente qualificato l’intervento professionale degli assistenti sociali nelle Cure Palliative: Servizio Sociale; etica e politica; bioetica nella rete dei servizi; il senso del lavoro all’interno dell’hospice: dai principi normativi alla realtà professionale. Uno strumento utile per la formazione universitaria delle nuove generazioni di assistenti sociali e per la formazione continua delle diverse professionalità che lavorano nei setting di cura di fine vita presenti su tutto il territorio nazionale. Autori: Martinelli Nicola, Mondin Tiziana, Pomaro Maria Cristina, Quanilli Monica, Rensi Silvia, Rizzi Maria Rosa, Russo Anna Maria. -
Radici nel futuro. La vita di Adele Costa Gnocchi (1883-1967)
In Grazia Honegger Fresco è sempre stato vivo ciò che lei stessa chiamava “il dovere della memoria” verso l’instancabile opera rivoluzionaria portata avanti da Adele Costa Gnocchi, nei confronti della nascita, dell’infanzia, della vita stessa. Giunta alla vecchiaia, salda il debito di gratitudine con questo libro (pubblicato in prima edizione nel 2001), che è sì la storia di Costa Gnocchi ma, allo stesso tempo, quella di un gruppo pionieristico di giovani donne sbarcato in quel territorio sconosciuto che, nel dopoguerra, erano il neonato e il bambino. Una vicenda appassionante che illumina per il coraggio, la tenacia, l’acume. Se Maria Montessori è stata la lente attraverso cui Grazia Honegger Fresco ha guardato i bambini, Adele Costa Gnocchi è stata la sua maestra. Da lei ha appreso la difficile arte dell’osservazione, l’approccio maieutico nella formazione, il piglio deciso e insieme affettuoso con i genitori. Da lei la convinzione che l’educazione non può che partire da una nascita e da una crescita rispettosa del bambino, in un ambiente calmo, con un’assenza di tensioni, nella libertà di scelta e di seguire i propri ritmi, con la presenza rassicurante di adulti non improvvisati. La speranza è che questo libro venga letto e riletto, soprattutto da chi, giovane come lo era Grazia nel 1947, inizia ora ad affacciarsi al mondo dell’educazione, perché nelle sue pagine è viva quella chiave di cui Adele Costa Gnocchi era sempre in cerca nelle persone che chiamava accanto a sé per portare avanti lo studio sulla lunga infanzia umana. Questa nuova edizione è a cura di Sara Honegger, Fulvio Honegger e Marcello Grifò. -
Occorre un uomo. Tonino Bello educatore
«Tanti sono i punti di incontro tra una visione sostanzialmente religiosa dell'educazione, quale quella di don Tonino Bello e dell'appassionato autore che narra e analizza in questo volume le sue convinzioni e il suo modo di agire, e quella di un laico, diciamo pure un non credente quale sono io che qui scrivo. Il punto di arrivo è assai simile anche quando il punto di partenza è diverso. [...] Dice don Tonino che gli educatori sono coloro 'che disturbano il manovratore; coscienza critica; spina dell'inappagamento conficcata nel fianco del mondo', ed è questa una definizione appassionata e definitiva che concerne chi crede e chi non crede, tutti coloro che avvertono nel loro sangue e nella loro anima l'indispensabilità, il dovere. La necessità assoluta di reagire alla Storia, all'imperfezione dell'uomo e delle sue costruzioni, alla prepotenza del potere e all'oscenità delle sue manifestazioni. I credenti, forse, perché forti del loro Dio, con minor ""eroismo"""" dei non-credenti, ma certamente non con minore impegno, con minore passione. Don Tonino Bello, come dimostra l'appassionato e però anche stimolatore e provocatorio saggio che abbiamo ora in mano, è stato, da dentro la Chiesa, un educatore vero e grande e ben più socratico che aristotelico, una figura imprescindibile per la comprensione e la messa in pratica di una pedagogia della liberazione che ci appare oggi più necessaria che mai di fronte alle razionali paure di un nero futuro incombente, al sentimento della indispensabilità di una reazione nei confronti delle manipolazioni che finanza e cultura mettono in atto per il dominio e che, coscientemente o meno, avvicinano la fine dell'uomo.» (dalla prefazione di Goffredo Fofi)"" -
Adolescenti e musica. Come l'esperienza musicale accompagna la crescita emotiva
Il rapporto con la musica avviene già nell’utero materno: il ritmo del cuore della mamma rappresenta per il feto la prima colonna sonora della vita. Nel corso dell’infanzia ciascuno costruisce gradualmente una sua prima esperienza sonora grazie ai suoni che percepisce intorno a sé. Ma è con l’adolescenza che i ragazzi e le ragazze cominciano a formare una propria identità musicale più sintonica con i cambiamenti del corpo e della mente scegliendo autori, generi musicali e, in alcuni casi, percorsi di studio. La musica rappresenta una risorsa preziosa da sempre nella formazione della personalità di ciascuno. Svolge un ruolo fondamentale nella costruzione di valori etici e contribuisce alla definizione e anche al riconoscimento dell’identità sociale di ognuno. Anche per questo nei Paesi europei, compreso il nostro, l’educazione musicale sta assumendo sempre più importanza tra gli obiettivi previsti dal curricolo scolastico che vede il rafforzamento delle intelligenze emotive. Questo libro aiuta a comprendere quanto e come la musica accompagni la crescita emotiva della personalità dei ragazzi e come una formazione attraverso di essa debba essere inserita tra gli strumenti utili per il miglioramento del sistema scolastico. Perché la musica non sia più considerata una semplice “risorsa ricreativa” o passione di pochi, bensì uno dei linguaggi educativi della Scuola pubblica che consentono a tutti e tutte di diventare cittadini. -
Tè. Pensieri, parole e aromi
Foto e pensieri per raccontare nuove e antiche ricette della bevanda più bevuta al mondo.