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L'educatore geografo dell'umano. Accompagnare famiglie con bambini in situazione di vulnerabilità
Una professione come quella educativa, orientata spesso alla costruzione di relazioni “significative” all’interno della quotidianità di nuclei familiari in situazione di vulnerabilità, ha bisogno di dotarsi di una struttura e di strumenti di lavoro soprattutto nella fase iniziale dedicata alla conoscenza delle famiglie, da cui la figura dell’educatore è spesso esclusa. L’educatore invece concorre al pari di altre professioni e con specifiche attività alla costruzione di un Progetto Quadro inteso come insieme degli interventi che rispondono ai bisogni di un bambino/adolescente e della sua famiglia. Le fasi e gli strumenti del metodo della conoscenza educativa proposte in queste pagine sono l’esito della rilettura del metodo della Valutazione partecipata presentato nelle Linee d’Indirizzo Nazionali, emanate dal MLPS del 2017, dal punto di vista della professionalità educativa. Per questa ragione il libro può essere d’aiuto anche ai professionisti di area sociale e psicologico/psichiatrica che desiderano comprendere meglio il particolare contributo che i loro colleghi educatori possono dare valorizzandone le specificità. L’educatore come geografo dell’umano è allora un’immagine che rappresenta il modo di esprimersi di una professione che fa della prossimità la cifra del proprio essere ed agire in équipe. Le famiglie in situazione di vulnerabilità si trovano metaforicamente come in una barca nel mare in tempesta e gli educatori sono essi stessi parte dell’equipaggio. La responsabilità dei professionisti implica però che essi si dotino prima di salire a bordo di una strumentazione tecnica fatta di mappe, bussole e funi, che aiuti a cercare e mantenere la rotta, tra le onde della bonaccia e i flutti della burrasca. E questo libro accompagna sicuramente a costruire un buon equipaggiamento. -
Marenostro. Naufraghi senza volto
Un libro parlante che dà voce alle voci di chi, in vita, non ha avuto il diritto di essere donna o uomo, bambina o bambino. Sono le voci di chi fuggiva da violenze, persecuzioni, fame, guerre ed ora giace nel Mediterraneo a due passi da casa nostra. Voci dei prigionieri torturati nei lager libici; della delusione dei latinos americani davanti alla tortilla border innalzata davanti a loro, al confine tra USA e Messico; della disperazione delle popolazioni sub-sahariane nell’attraversamento del deserto del Mali. Nessuno di noi può dire che non c’era, che non sapeva mentre quelle voci urlavano il loro diritto alla libertà, alla dignità e alla vita. Eravamo tutti al corrente di tutto, talvolta anche in diretta mentre la politica era intenta a raccogliere consenso sui social. Il movimento dei popoli è sempre stato una sfida. Percepirlo ancora come minaccia ci allontana dalla nostra umanità e dal futuro. I migranti, questi diversi da noi, sono l’occasione che l’Occidente ricco, che si sente al sicuro nei propri confini e bastevole a se stesso, ha di comprendere che una società chiusa è destinata a morire. Nessuno si salva da solo. Oggi più di ieri. Non li abbiamo salvati mentre le loro voci imploravano un approdo. Riascoltare quelle voci, grazie a questo libro, è un modo per custodire la memoria e ricordare che il nostro mare è anche il loro: mare nostrum, appunto. Sull’una e sull’altra riva ci sono volti, persone, vite, anime. Basta poco – davvero poco – perché nessuno diventi un altro naufrago senza volto. -
Il vaso rotto e i fiori. Con-vivere la malattia (e) generare la vita
Questo è un libro corale perché dentro ha la comunità di persone che, grazie all'esperienza della malattia di Enrico Signorile, si è ritrovata. Non sono pagine di dolore o di struggente nostalgia di chi non c'è. Sono pagine che fanno memoria delle scoperte fatte, dei processi avviati, della bellezza che nasce ogni qual volta non si attraversano le storie che viviamo ingannando noi stessi e gli altri, ma con lealtà che è la cosa che rende l'amicizia philia. Sono pagine che hanno un valore metaforico ora che cominceranno a passare di mano in mano: tra gli amici di Enrico e i lettori che non hanno conosciuto Enrico. Escono in un anno in cui ognuno di noi sta facendo i conti con la malattia come esperienza di comunità. Negarla comunitariamente significa negare la vita. Attraversarla insieme, condividendo le emozioni, le paure, le gioie che pure ci sono, i dubbi, è l'esperienza che rende ogni sofferenza utile. -
Parola di donna. La figura di Maria in don Tonino Bello. Nuova ediz.
“Molti hanno scritto di Maria. Tanti lo faranno ancora. Gli scritti di don Tonino Bello su Maria sono tra quelli che più accompagnano gli incontri, le preghiere, le invocazioni alla Madre di Dio da diversi anni. Respirano di un profumo che piace a molti: credenti e non credenti. Scritti intensi, poetici e profetici con i quali il vescovo di Molfetta strappò l’icona di Maria al cielo portandola nelle strade della sua diocesi, dandole i nomi delle donne le cui storie conosceva e vedeva attraversando, da vescovo, il mondo a lui contemporaneo e cogliendo in esse i segni dell’incarnazione che ancora Dio chiedeva a ognuno e ognuna di accogliere. Queste pagine di Michele Illiceto ci aiutano a evitare che anche l’operazione di incarnazione di Maria fatta da don Tonino, con il passare degli anni, si normalizzi. Ogni testo di don Tonino a Maria è attraversato da una scrittura antropologica, pastorale, poetica, mistica. Per questo ognuno dei quadri che lui tratteggia ci appaiono veri, nostri. Tradurli, nel senso di condurli, ancora di più a noi e ai nostri giorni, è quanto fa l’autore che ci aiuta a capire che il concetto di salvezza è nella deponenza della forza e nell’apertura a un sì generativo e che tutto questo non è mistero di Dio, ma scelta di vita. E anche parola di donna.” (dalla Prefazione di Elvira Zaccagnino) -
Le parole per dirlo. Gli adolescenti e la morte
Il dolore cupo, le urla, i pianti e dopo il silenzio, il vuoto ma anche la rabbia o al contrario l’abbandono. E poi il filo tenue con chi resta, con la parola che aiuta a rialzarsi e a ritrovare il senso, la forza di riprovare. Storie di giovani che si dicono la morte. -
Arcangelo
“Per me e mia moglie il cervello di Arcangelo è un vagone libero, viaggia senza locomotiva, va dove gli pare e noi ci siamo dentro, sopra. Ci porta a vedere posti belli anche con la pioggia, luoghi che altrimenti non avremmo scoperto mai. E noi ci stiamo bene e non vogliamo scendere. Mai. E aspettiamo, il prossimo viaggio, il prossimo paesaggio. Ovunque lui vorrà portarci. Non scendiamo e aspettiamo. Questa storia io non la volevo raccontare perché inizia proprio qui dove finisce.” Età di lettura: da 6 anni. -
Scatto di famiglia. Storie ed emozioni di adolescenti in quarantena
Cosa è avvenuto nella testa e nel cuore dei giovani adolescenti durante il lockdown imposto dalla pandemia da Covid-19? ""Scatto di famiglia. Storie ed emozioni di adolescenti in quarantena"""" nasce da una sfida letteraria creata e promossa dal Centro Asteria di Milano che ha cercato, durante la quarantena, di farsi vicino agli studenti, dando loro voce per raccontare la condizione di 'reclusione' in famiglia. I tanti testi ricevuti rimandano un'immagine della famiglia italiana per certi aspetti inedita: con sguardo sincero e commovente i giovani hanno riscoperto, pur in una situazione drammatica, il dialogo con genitori, fratelli e nonni."" -
Giacomo di cristallo e altre storie. InBook
"Giacomo di cristallo, Terésin che non cresceva, La casa di Tre Bottoni, Re Mida e il brigante Filone, La principessa Allegra in questo libro celebrano in simboli il loro autore preferito: Gianni Rodari."""" Queste pagine raccolgono 5 celebri storie di Gianni Rodari, per la prima volta disponibili in simboli all'interno della collana Parimenti. Proprio perché cresco, dedicata a lettori con disabilità linguistiche e cognitive. Grazie a questa traduzione, potranno assaporare il genio di Rodari senza più barriere. Un testo da portare nelle scuole, nelle biblioteche, nelle comunità, perché il piacere della lettura sia davvero per tutti, ma proprio tutti. Età di lettura: da 6 anni." -
Il cerchio di Panikkar
Il mare di Panikkar è ancora tutto da navigare. Si allunga oltre l'orizzonte del tempo presente, oltre la bagarre feriale delle nostre scaramucce del quotidiano e si staglia in quella dimensione infinita del tempo che egli aveva definito con un neologismo: tempiternità. Ossia lo stare nel tempo come se fossimo distesi sulla riva a contemplare la terra, il cielo, l'uomo. Sostare in un presente infinito senza l'assillo delle cose da fare, degli appuntamenti fissati nell'agenda, dello scorrere dell'orologio. In questo tempo della vita circolare egli ci ha affidato un compito immane: preparare una dimora per la saggezza. Ossia aspirare alla felicità, alla gioia, all'armonia e dargli un habitat, uno spazio, un diritto. A dieci anni dalla morte di Raimon Panikkar, la sua opera rappresenta uno dei progetti più affascinanti, profondi e ambiziosi per rilanciare un discorso nuovo sull'uomo, su Dio e sul Cosmo. Questo libro vorrebbe tentare la traversata del mare di Panikkar ripercorrendo le sue grandi visioni. Non è una semplice introduzione al pensiero e nemmeno uno studio articolato e completo sulla vita e l'opera di uno dei più illuminati pensatori, teologi e mistici del nostro tempo. È un racconto a partire da una amicizia ed è il contributo che l'autore ha voluto portare alla celebrazione di un maestro, che ha seminato tanto e che ci ha aiutato a destrutturare l'idea classica di considerare l'identità come una sorta di baluardo a difesa di una unica opzione culturale o religiosa. Preparare una dimora per la saggezza è il compito immane che Panikkar ci lascia per l'avvenire. Senso, promessa e premessa di salvezza. Postfazione di Serge Latouche. -
Il guaritore infetto. La cura ai tempi del coronavirus
Prima di covid-19 veleggiavamo in tutta serenità verso quel “sempre”, inesistente in biologia, ma ben radicato nelle nostre speranze. La pandemia da covid-19 ha improvvisamente interrotto la navigazione con un inaspettato naufragio. Non è cambiato proprio nulla: il destino e la fragilità biologica dell’uomo rimangono sempre quelli. Solo che improvvisamente abbiamo preso coscienza di quanto possiamo essere deboli e di come il destino di tutti ci coinvolga. Il covid-19 ha trasformato tutti gli “altri” in “noi” e abbiamo improvvisamente preso coscienza dell’impossibilità di fronte all’ignoto della certezza di sapere sempre come guarire, richiamando la necessità della cura. Il prendersi cura ai tempi del coronavirus, ci dicono queste pagine, è possibile anche quando il guarire non è possibile. La trasformazione del compito del medico da guaritore a curante richiede un cambio di mentalità, un lasciar posto alla solidarietà e all’empatia. Vuol dire anche accettare, come “guaritori”, che il dolore degli altri ci ferisca; vuol dire prendere coscienza che quello che solitamente tentiamo di nascondere non è mero indice di debolezza, ma evidenza del fatto che si è uomini e donne come gli altri. E come tutti si soffre e si è vittima del dolore: il dolore dei curanti necessita esso stesso di essere preso in cura. L’epidemia da coronavirus è stata un’esperienza traumatica collettiva e come tale va curata attraverso l’elaborazione, la comunicazione e la catarsi. Le va data voce perché la parola è essa stessa cura. -
Lo schiaffo di don Milani. Il mito educativo di Barbiana
Cosa è accaduto dopo Barbiana? È tutto finito con la chiusura, poco dopo la morte del Priore, della scuola? A questa domanda - che può sembrare per certi versi cinica - Piergiorgio Reggio tenta di rispondere con questo testo. Non una biografia del sacerdote e dell'educatore ma una rilettura della sua eredità, avendo in mente educatori ed educatrici, operatori sociali, insegnanti ma anche genitori e giovani incontrati in decenni di attività sociale, educativa e formativa. Non sono pagine rivolte a professionisti dell'istruzione e dell'educazione, ma a tutti coloro che intendono vivere relazioni significative di apprendimento. Lo schiaffo di don Milani, sferzante e irato, è rivolto al conformismo delle mode assunte acriticamente, di un'educazione senza interrogativi, imposta e accettata, di adeguamento alla mentalità corrente. Oggi, come cinquanta anni fa, il mito di Barbiana consiste nel concepire l'educazione come elemento concreto della quotidianità. C'è ancora bisogno di reinventare l'esperienza di don Milani in forme adeguate alle circostanze attuali, perché è proprio vero, come lasciò scritto lo stesso don Lorenzo, che ""essere fedeli ad un morto è la peggiore infedeltà"""". Don Milani divide ancora oggi, come cinquant'anni fa. Andando alla radice delle contraddizioni, egli obbliga a schierarsi. Anche se sono cambiati (e cambieranno ancora) le forme, i modi, i nomi dell'esclusione, resta sempre la necessità di prendere parte e di fare la propria parte per esprimere la propria umanità nel mondo."" -
Il viaggio di Zaher. Percorso interculturale di cittadinanza e solidarietà
8 dicembre 2008. Deve ancora cominciare l’inverno. Nel limbo di Patrasso Zaher si imbarca su una nave diretta verso l’Italia. Come compagno e confidente il suo taccuino. Ecco il mare: l’ultima traversata per lui. La prima di tante per chi leggerà il suo taccuino. Il viaggio di Zaher è il frutto di un progetto di didattica interculturale e inclusiva pensato per le scuole per sensibilizzare gli alunni all'interculturalità e, in particolare, alla realtà dei minori stranieri non accompagnati, come Zaher Rezai, il minore afghano sbarcato a Venezia nel dicembre 2008 e deceduto sotto il camion con cui tentatava di raggiungere un luogo sicuro in cui chiedere asilo. La vicenda di Zaher è raccontata come un intreccio di tre sezioni: prosa e poesia, scritte dai bambini della scuola di Favaro Veneto (VE) in cui il progetto è nato, si mescolano alla storia vera, illustrate dalla mano di Letizia Camiletti, per concludersi con approfondimenti tematici in forma di schede ludico-didattiche, che possono essere affidate direttamente ai bambini o diventare punto di partenza per attività interdisciplinari. -
Mamma, io sono grande. Come far fiorire la personalità dei bambini
Tra le sfide che il nostro tempo, complesso e mutevole, ci pone, quella educativa è sicuramente la più difficile e fondamentale. C’è bisogno di ripensare il rapporto genitori-figli in un’ottica centrata sulla crescita e sullo sviluppo del bambino, considerando però anche che i genitori sono impreparati a svolgere il loro ruolo. Questo libro pone al centro della relazione adulto/bambino l’idea che i bambini sono, fin dalla loro nascita, persone consapevoli dei loro bisogni e suggerisce ai genitori soluzioni efficaci e indicazioni fondamentali per aiutarli a sviluppare positivamente la personalità e le potenzialità dei loro bambini. Il libro si rivolge a genitori di bambini di età compresa tra i due e gli otto anni. Ma anche a educatori e insegnanti alle prese con bambini di quella fascia di età. È una guida utile e indispensabile per non trovarsi impreparati rispetto alle fasi di crescita di un’età delicata e importante. Attraverso esercizi e consigli, i genitori vengono aiutati a vivere il loro ruolo educativo, senza eccessivi affanni e con molta gioia e responsabilità. L’obiettivo che questa proposta educativa raggiunge risulterà efficace in quanto aiuterà sia i genitori sia i bambini ad avere fiducia in se stessi. -
Ethnic cook. Sapori e storie dal mondo
Arrivati in onde di colori, camminate di sapori, voli di odori. Racconti profumati di storie lontane, storie di madri, padri, figli, famiglie… nelle valigie solo la memoria, espressa nelle mani che impastano, amalgamano, condiscono… condita è l’anima, di dolori, solitudine, ricordi, saudade… voglia di andare avanti, di sorridere ancora. Nel cuore bolle l’amore per la propria terra. E a fuoco lento pian, piano, addensa quello per la terra ospitale. In ogni preparazione, ogni portata, ogni impiattamento serviamo quel che siamo, con il nostro amore e la nostra bellezza, Amore e Bellezza… Dipende solo da “come” ci volete guardare… Un ricettario risultato di un progetto nato dall’idea che l’inclusione passi dalla convivialità dei sapori che conservano tracce di saperi, costumi, tradizioni. Ogni piatto racconta di tradizioni che viaggiano sempre con chi parte da un Paese, il suo, e arriva in altra terra e qui impiatta il suo cibo tenendo vivi i colori, i profumi, la vita dei luoghi. Ricette da venti Paesi diversi e una sezione dedicata ai dolci di più nazioni. Ventuno cuochi e cuoche che in ogni preparazione, in ogni portata, in ogni impiattamento, servono anche ciò che sono e lo raccontano in queste pagine con il loro amore e la loro bellezza. Dipende solo da “come” li vogliamo guardare, da come vogliamo avvicinarci ai loro piatti e al loro mondo, il futuro che anche condividendo le tavole del mondo proviamo a costruire. Con le fotografie di Michele Carnimeo. -
E non mi chiami signora bella! L'ascolto e il racconto nel percorso di cura
Anche con la malattia vale quello che Bonatti diceva delle esperienze in montagna. Ognuno vive in maniera unica e irripetibile la propria esperienza, sia per arrampicare, fare una semplice passeggiata o scalare un imprevisto Ottomila. Non esistono nella vita mete regalate, anche le più banali sono il frutto dell’impegno e della fatica. Pagine che buttano fuori la paura e il dolore, ma che esprimono coraggio, quella forza e quella voglia di credere nel futuro. Trascorsi nove anni dalla scoperta del cancro, per Paola è giunto il momento di donare agli altri questa sua intima esperienza con la malattia scrivendo pagine dense di significato, tese ad aiutare anche e soprattutto chi sta dall’altra parte. Lì dove il tempo è sospeso, cadenzato solo dalle terapie, dove la vita si stravolge nei ritmi, nelle priorità e nei desideri, bisogna imparare ad aiutare. Un aiuto che non sia invadenza, che non esageri nei modi e nei tempi, perché è importante imparare quella vicinanza discreta che dice sommessamente e con amore: “Io sono qui”. Prefazione Manuela Quaranta Spacapan. -
La violenza di genere. Una questione complessa
La violenza sulle donne o “violenza di genere”, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito “una pandemia invisibile”, continua a rappresentare una minaccia, tra quelle rilevanti, per la salute pubblica globale. Il fenomeno si è acuito in modo sensibile durante il periodo di lockdown per il Covid-19 che ha costretto alla convivenza e all’isolamento coppie e famiglie. La stesura di questo testo nasce dall’importante lavoro di ricerca fatto dalle autrici sul tema della violenza sulle donne, con riferimento ad un ampio contesto storico, culturale e sociale, secondo il modello psicosocioanalitico, di cui le autrici sono portavoce e a cui sempre più guarda chi opera in campo Psicosociale. -
Cittadini digitali. Riflessioni e strumenti per l’educazione civica
Nell’attuale network society, l’emergenza del Covid-19 ha demandato ai professionisti della formazione il potere di organizzare, con i nuovi strumenti della comunicazione, una modalità altra per mantenere l’apprendimento su base sociale. I docenti hanno dovuto assumere la prospettiva reticolare e non strutturata dei nuovi media; la Rete scolastica però appare spesso vulnerabile dinnanzi al moltiplicarsi di comportamenti aggressivi e violenti online mostrando scarso senso civico. A partire dal 2020 è stato introdotto, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, l’insegnamento obbligatorio dell’educazione civica, per cui spetta ancora una volta ai docenti gettare le basi per una convivenza possibile e partecipata. Il presente volume propone riflessioni e strumenti per l'educazione civica, con l'obiettivo di renderla una materia trasversale e non isolata che utilizzi i media, a partire dai social e dal Web, per educare alla legalità e alla cittadinanza attiva in termini di rispetto di sé e degli altri. Partendo dall’educazione al senso di comunità, il libro pone l’attenzione sull’educazione alla salute e all’ambiente e, infine, alla cittadinanza digitale con particolare attenzione ai fenomeni dilaganti del cyberbullismo e del sexting. -
I sogni hanno la testa dura
Le storie raccolte in questo libro, tratte da articoli pubblicati da Elena Buccoliero sul blog on line di Azione Nonviolenta “Prima le donne e i bambini”, nascono dall’esperienza dell’autrice maturata durante il periodo di servizio come giudice onorario al tribunale per i minorenni di Bologna, dal suo impegno con insegnanti, adolescenti, tutori volontari per il Comune di Ferrara, dalla Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati. Sono affidate al lettore non con la presunzione che la visione dell’autrice sia esaustiva e offra un punto di vista oggettivo, ma come semplice stimolo a nuove riflessioni. Non smarrire la traccia dei pensieri è azione necessaria non solo per sé ma anche per altri quando la cronaca riconsegna eventi o singoli episodi analoghi. Il filo tematico che ordina i testi definisce capitoli che si reintrecciano di continuo. Nella raccolta si attraversano diverse “stanze” che affrontano temi quali la tutela dei bambini, la violenza sulle donne e quella assistita dai figli, la migrazione e l’intreccio tra culture, il coronavirus con il suo impatto sferzante sulla vita di ognuno, gli adolescenti (il bullismo, la scuola, la giustizia penale minorile…). Ogni pagina è una finestra sul nostro mondo e sul mondo, alla ricerca di ciò che sa renderci umani e capaci di accogliere l’umanità dell’altro. -
Dietro la notizia, il volto. Fake news e reti sociali
Attraverso la metafora del “telefono senza fili” si comprende il contesto e la portata deformante che alcune informazioni possono assumere nella loro diffusione, sia che questa avvenga con il passaparola, sia che proceda in modo più formale attraverso i mass media. Oggi i media conversazionali non possono essere considerati la causa principale delle fake news. Le pratiche d’uso delle reti sociali e le logiche interne hanno una funzione determinante nelle cosiddette “echo chamber” (camere dell’eco), all’interno delle quali gli stessi contenuti vengono reiterati e amplificati a scapito della loro autenticità, rilevanza, pertinenza e affidabilità, generando così una spirale che tende a compensare, schiacciandola, la fame continua di informazioni cui si è continuamente esposti a livello informativo. Il contesto in cui viviamo, profondamente segnato dalle innovazioni tecnologiche, condiziona in un certo senso la nostra vita, compresa anche la conoscenza di ciò che avviene. Ecco, allora, che al sovraccarico di notizie, favorito dalle reti sociali, corrisponde un disorientamento diffuso. In questo volume gli autori si addentrano nel contesto mediatico contemporaneo, analizzandolo e proponendo una visione etica rinnovata che punti alla costruzione della grande comunità umana. È sempre più urgente elaborare una nuova etica della comunicazione, un’etica che trovi le sue fondamenta proprio sulla questione della relazione interpersonale che deve trovare un modo nuovo e responsabile di “stare” e di comunicare. Da dove ripartire quindi? Dalla consapevolezza del potenziale della parola e dall’importanza di riappropriarsi della propria soggettività comunicativa. Perché quello che è in gioco è l’umano! -
DAD. Dove Andiamo Da soli? Una straordinaria esperienza di didattica a distanza
A marzo 2020 la Scuola è finita in un computer, anzi nei tanti computer dai quali bambini e bambine hanno cominciato a collegarsi per fare lezione con i loro insegnanti. La Scuola, azzerata nei suoi modi e nei suoi tempi, si è salvata, come da sempre accade, quando bambini e bambine hanno trovato un insegnante che con loro ha sognato e fatto scuola diversamente. Questo libro racconta la straordinaria esperienza di didattica a distanza della classe V della scuola ""Dalla parte dei bambini"""" di Napoli. Anche se l’essere chiusi e fare scuola in casa impediva a tutti di uscire non proibiva però di sognare e immaginare di viaggiare con la fantasia ovunque. Questo hanno fatto i bambini e le bambine scoprendo anche che per loro Dad non significava Didattica A Distanza ma, al contrario, la conferma che in ogni Dove è bello non Andare Da soli perché l’avventura e la scoperta sono esperienze da condividere e fare insieme.""