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Adriana Seroni
«Adriana Seroni fu una madre autorevole e affettuosa per un'intera generazione di donne comuniste, quella degli anni 70/80, che visse il femminismo e fu protagonista di importanti battaglie e di grandi conquiste. (...) Nuovo diritto di famiglia, diritto al lavoro, nuovo welfare, divorzio, aborto, non erano ""i temi delle donne"""", come di fatto ritenevano molti uomini del partito e della sinistra. Erano grandi questioni generali di cambiamento del Paese e di arricchimento della democrazia.» (dalla Prefazione di Livia Turco)"" -
Casa Mansi. Balli, serate e ricevimenti. I diari 1892-1947. Il ricettario
Dal titolo dato dal marchese Raffaello Mansi ai due quadernetti relativi ai balli, ai ricevimenti e ai concerti tenuti a Palazzo Mansi tra il 1892 e il 1947, oggi gelosamente custoditi da Marcello Salom, discendente da parte di madre dei Mansi, risulta evidente come le intenzioni dalle quali era mosso il marchese nella loro redazione non fossero né storicistiche né autobiografiche. Il suo proposito era di mettere insieme una serie di regole e norme a cui attenersi per le serate di intrattenimento da organizzare nel palazzo «a San Pellegrino», riservandosi il duplice ruolo di regista invisibile e, più raramente, di padrone di casa, ruolo che svolgerà in maniera inappuntabile. Del resto, già molto prima della ""Soirée"""" del 22 febbraio 1892, con la quale ufficialmente riaprirà il palazzo, Raffaello si era impegnato nel rimediare ai guasti subiti dall'edificio a causa della prolungata chiusura. A cura di Patrizia Giusti Maccari, Rosanna Morozzi - I Diari di Casa Mansi dal 1892 al 1947 - In Casa Mansi e, come è da credere nelle case degli Spada, Minutoli, Orsetti, Mazzarosa, è tutto un susseguirsi di brillanti ricevimenti, dove si affermano, in tempi rapidi e con grande successo, i balli moderni da eseguirsi in coppia, particolare certo non secondario, che decretano il tramonto di quelli antichi, invece figurati. Il Valtzer, o «waltzer», come allora si chiamava e il Boston, quest'ultimo nato nell'omonima città americana, vengono ballati con grande successo e abilità, favoriti dalla diffusione dei manuali da ballo e dalle lezioni tenute dai mastri di danza, impartite anche ai giovanissimi: «Luigi Mansi in età di 7 anni si distinse ottimo ballerino di Boston» annota Raffaello nel 1907, orgoglioso del maggiore dei suoi tre figli maschi. A cura di Claudio Casini - Il ricettario di Casa Mansi - Alla fine del '600 matura l'idea di creare un grande edificio di rappresentanza con arredi, suppellettili e decorazioni pittoriche per ospitare principi e re durante le loro visite ufficiali a Lucca, come il principe Guglielmo Filippo di Neuburg, figlio dell'Elettore Palatino (1690), Gian Gastone de' Medici con Violante di Baviera (1691), Federico IV di Danimarca e Norvegia (1692 e 1706), il re Ferdinando I di Borbone con la consorte Maria Carolina e i granduchi di Toscana Pietro Leopoldo e Maria Luisa (1775)."" -
Tina Anselmi
Un profilo narrativo di Tina Anselmi, giovane staffetta partigiana che macina chilometri con la sua bicicletta per le strade dissestate della Castellana, sindacalista a difesa delle operaie tessili, impegnata in politica fino a ricoprire importanti incarichi affidati per la prima volta nella storia repubblicana a una donna, come il dicastero del Lavoro e quello della Sanità, e rischiosi e delicati impegni istituzionali a cui risponde con coraggio e rigore. Una donna che ama la propria terra, capace di agire per il bene comune, oltre le proprie convinzioni etiche e personali, una vera e propria icona di moralità. Pagine di intensa empatia, un riconoscere oltre le differenze e le generazioni un filo che lega l'essere e il fare. L'autrice la definisce una donna della primavera, il suo tempo ideale e simbolico. Solare, allegra, così vicina, così distante, riconcilia la scrittrice con quel tempo. Il libro ci offre e intreccia altre trame di vita, rimandando a una storia collettiva e corale che pone il Novecento come fulcro e sguardo privilegiato. -
Percorsi negli archivi
Il volume, terzo della collana scrinium diretta da Antonio Romiti, include quattro saggi: i primi a cura di Laura Giambastiani indagano sul sistema di archiviazione del contado e delle parrochie il primo mentre il secondo descrive il materiale archivistico di Bagno a Corsena tra il Periodo Napoleonico, con la riforma voluma da Elisa Bonaparte Baciocchi delle Vicarie fino a Regno d'Italia. Il terzo saggio di Annantonia Martorano invece è un prezioso esempio della riordinazione di un archivio d'artista, in questo caso di quello di Galileo Chini. L'ultimo saggio di Giovanni Aprea indaga sulle problematiche e le prospettive della ricerca sul fondo privato Mario e Bona Gigliucci -
«Dalla fabbrica alla città». Conflitto sociale e sindacato alla Cucirini Cantoni Coats di Lucca (1945-1972)
Il saggio esamina la Cantoni Cucirini Coats e i movimenti sociali, sovente sfociati nel conflitto. Sorta come società semplice nata dalla fusione tra il cotonificio Niemack (a Lucca dal 1878) e quello Cantoni di Milano la fabbrica a da sempre avuto un ruolo rilevante nella città toscana. L'analisi prende il via dall'immediato dopoguerra fino a giungere ai primi anni settanta. Dopo quegli anni infatti il sistema sociale ed economico lucchese e italiano cambia. È il secolo del lavoro che muta le sue forme. È l'assetto produttivo lucchese che, investito dalle trasformazioni indotte dal neoliberismo, conosce un graduale smantellamento dei suoi complessi industriali più significativi. Ciò porta negli anni al decentramento della produzione, prima in altre province italiane poi alla chiusura direttamente all'estero. Il volume però ci riconduce ad un'Italia che ormai non vediamo più e che si può riconoscere solo nei ricordi dei nostri genitori o nonni. La fabbrica chiuderà definitivamente nel 2007 interrompendo così un legame storico tra la fabbrica e la città. Un legame nato nel 1904 che, nello scorso secolo, ha trasformato la società lucchese perché la Cantoni, ad ogni modo, non ha rappresentato solo ed esclusivamente un punto di avanzamento economico per la Lucchesia, ma anche e soprattutto sociale. Sarà questo, guardando al secondo dopoguerra, l'obiettivo del presente lavoro: dimostrare cioè come le forme di rivendicazionismo sociale e sindacale si siano sviluppate all'interno dello stabilimento tra il 1945 e il 1972, finendo per condizionare l'intera struttura produttiva della città sul finire degli anni 70. -
Colleghi & Carogne
Non è un noir né un giallo nel vero senso del termine. Marco Amerigo Innocenti descrive la realtà pura e semplice. Ma l'autore da buon giornalista non fa una spietata e banale cronaca di giornale, ma ricostruisce, indaga e sviscera nei minimi dettagli come il malaffare si insinui tra le mura domestiche, nei comportamenti di molti, nelle istituzioni pubbliche e di come il male d'Italia sia fra noi, fra la gente comune e i lavori di tutti i giorni, sia fra ""Colleghi & Carogne""""."" -
Vita lucchese nel Settecento
Le pagine di Sardi ci accompagnano in un viaggio nel tempo che ci rende maggiormente consapevoli, rispetto a quanto siamo avvezzi a pensare, di come le condizioni materiali di vita, nel XVIII secolo, fossero ancora tanto lontane dalle nostre, e influenzassero in maniera determinante tutti gli aspetti della realtà sociale e dell'esistenza personale. [...] I viaggiatori che giungevano in città erano obbligati a passare da Porta San Pietro e a consegnare le armi che eventualmente avessero con sé; erano anche tenuti a registrarsi al loro arrivo, ottenendo un biglietto da esibire al locandiere, senza il quale non avrebbero potuto trovare un alloggio. Nondimeno, nel corso del XVIII secolo Lucca fu visitata da molti personaggi, più o meno illustri, che non erano attratti tanto dalle chiese romaniche, anzi all'epoca ancora poco considerate (eccetto che da Bernardo Bellotto, che raffigurò, fatto per nulla scontato, San Martino e Santa Maria Bianca), quanto dalla fama di ordine e decoro di questa piccola repubblica linda e ben governata, priva di accattonaggio e di criminalità, sobria negli usi e nel tenore di vita, oculata nell'amministrazione. Introduzione di Paolo Bolpagni. -
Jackson Pollock. Dripping Dance
Tam-Tam-Rataplan! Jackson getta a terra la tela e inizia a sgocciolare il colore al ritmo immaginario dei tamburi degli indiani del West. È una danza rituale, incalzante, solo lui sa dove andranno i passi e quando si interromperanno. Anche i colori ballano, intrecciandosi gli uni agli altri e disegnando linee curve e danze, come serpenti aggrovigliati. L'intero universo sembra volteggiare nei suoi quadri: il mare, la cometa, una foresta incantata, il sole d'estate...Jackson Pollock si sente finalmente libero! Età di lettura: da 6 anni. -
Vocabolario lucchese
Il Vocabolario Lucchese è stato realizzato da Idelfonso Nieri nel XIX secolo e questa che oggi torna disponibile è l'anastatica dell'edizione edita nel 1902 della Tipografia Giusti. Il Vocabolario Lucchese nasce da un caldo amore per tutto ciò che è tradizione paesana, ""nostralità"""": un amore però congiunto con una salda formazione sui classici latini e italiani. Il Nieri è stato infatti prolifico produttore di scritti folcloristici,di quelli sul vercolo lucchese."" -
Castruccio Castracani degli Antelminelli. Signore di Lucca, Pistoia, Pisa, Sarzana, Carrara, Pontremoli e Lerici
Castruccio Castracani: uno dei più grandi condottieri della prima metà del XIV secolo. La storia di un grande personaggio lucchese e delle sue sanguinose lotte: guelfi e ghibellini, Lucca e Pisa una toscana che non esiste più ma di cui ancora il territorio è ricco di testimonianze. ma la vita e le gesta di Castruccio si svolsero anche lontano dalla terra Natale, alla corte di Eduardo re d'oltremanica, e poi il sacco di Lucca in cui diede una mano a Uguccione della Faggiuola per ammazzare fratelli, distruggere casate, ma Lucarelli non giudica, preferendo porre nella giusta prospettiva, le vite e gli atti di uomini del XIV secolo. -
La strada del coraggio. Parabola di un virus
"Coraggio. È la parola con la quale Francesco Maria Bovenzi - Direttore della Struttura Complessa di Malattie Cardiovascolari dell'Ospedale San Luca di Lucca - riassume lo stato d'animo col quale è stato affrontato il periodo tremendo di maggior incidenza dell'infezione da Covid-19. E ce ne è voluto davvero di coraggio per attraversare i mesi da febbraio a maggio di quest'anno 2020, segnati dalle quarantene, dall'isolamento, dalla contabilità giornaliera dei morti, dal blocco di gran parte delle attività economiche. E altrettanto ce ne vorrà per il tempo che abbiamo davanti, ancora così pieno di incertezza circa l'evoluzione di un'epidemia che ha assunto diffusione planetaria, sebbene con diversi fattori di incidenza da un continente all'altro. L'affermarsi del contagio, Bovenzi l'ha vissuta dall'interno, parte di quella straordinaria falange professionale e umana fatta di medici, infermieri, personale sanitario, volontari, che con grande forza d'animo, con sacrificio e reale esposizione al pericolo ha affrontato l'epidemia quando essa dilagava, arginandola, contenendola, fino ad avere oggi, tre mesi dopo la piena consapevolezza che il nostro Paese era sottoposto all'azione violenta del virus, condizioni che ci consentono una maggiore rassicurazione nel guardare ai giorni, ai mesi prossimi. Il racconto di Bovenzi è un incedere analitico serrato, che tocca, in un breve spazio, aspetti essenziali della nostra vita collettiva, ai quali l'epidemia ci ha prepotentemente ricondotti, scuotendoci dalla distrazione di un tempo frenetico, altamente centrato sulla individualità e sul perseguimento ossessivo della soddisfazione personale, che pareva dovesse durare all'infinito."""" (dalla prefazione del Sindaco di Lucca Alessandro Tambellini)" -
Fingendis moribus, relaxandis animis. L'intrattenimento a Sarzana dai primordi all'avvento del cinema sonoro
Pur in assenza di teatri pubblici - il primo fu eretto nella seconda metà del XVIII secolo - l'intrattenimento cólto fiorì a Sarzana come altrove utilizzando le sale residenziali del governante di turno e dei possidenti, possidenti che talora s'ingegnavano in prima persona nell'arte drammatica e musicale, come compositori e come interpreti. Quello popolare fu di più vaste proporzioni e forme, la più antica delle quali si può riconoscere nelle manifestazioni di esultanza organizzate a seguito di vittorie militari, di eventi anagrafici riguardanti cittadini illustri, del passaggio di regnanti, prelati o papi e di rivolgimenti istituzionali. Vi sono poi le feste nate nell'ambito della cristianità: il Carnevale e quelle patronali o comunque legate al culto religioso, feste talora associate a fiere richiamanti folle dai paesi circostanti, prima fra tutte quella in onore di una reliquia conservata a Sarzana e creduta sangue di Cristo. In questa mescolanza e contrapposizione di mondanità e pratiche religiose, di sacro e profano, di sfarzo e miseria, di spensieratezza e gravità, la necessità di intrattenimento si esplicò con intensità e risultati alterni nelle sale pubbliche e private, nelle chiese, nei teatri, nelle scuole e all'aperto. Il volume è il risultato di una ricerca ad ampio raggio che, spaziando dalla musica sacra e profana al teatro, alle fiere e alle feste, al ballo e al cinema, restituisce un affresco della vita culturale di Sarzana in oltre settecento anni di storia. Nella seconda parte, le pagine dedicate al teatro offrono una notevole mole di informazioni relative, in particolare, a quello degli Impavidi, tutt'oggi in attività. -
Maggiano. Gli anni del cambiamento. 1958-1968. Con DVD video
Il pensiero di poter ripercorrere la storia di Maggiano attraverso un contatto diretto con i protagonisti di quegli anni mi ha spinto a una convulsa ed eccitante ricerca di contatti che sembravano quasi essersi appannati nella nebbia del tempo, che inesorabilmente ricopre la storia. Grazie all'aiuto di alcuni infermieri che avevano mantenuto i rapporti con la Fondazione, abbiamo potuto recuperare i numeri telefonici di alcuni colleghi, dei medici che avevano lavorato all'ospedale fino alla sua chiusura, dei pochi degenti storici ancora in vita. Ed è iniziato il nostro lavoro sotto la guida di Giovanni Contini che ci ha dato i primi rudimenti per iniziare le interviste. Sempre seguendo i suoi consigli, ci siamo forniti di una videocamera di buona qualità, quasi professionale, e abbiamo fissato il nostro primo appuntamento in un caldo pomeriggio estivo del 2012. Il personaggio che andammo a trovare era l'infermiere Scipioni, già anziano, che ci raccontò la sua esperienza manicomiale durante i lunghi anni di servizio. I ricordi fluivano veloci, sembrava quasi che fosse ancora lì nelle corsie, con gran vivacità raccontò di quando andò da Tobino, con cui aveva un rapporto di profonda stima, per spingerlo a scrivere qualcosa per difendere i malati, per far capire come fosse pericoloso per loro chiudere il manicomio! Circa un anno dopo ci telefonò per dirci che non aveva raccontato tutto, che ancora aveva urgenza di dire e questa volta venne lui stesso a Maggiano a rendere la sua testimonianza. Quante emozioni nel rivedere quel luogo dove aveva trascorso gran parte della sua vita a stretto contatto con la follia! Dopo pochi mesi ci ha lasciato facendomi recapitare una foto dove era ritratto con lo zio davanti alla porta della, allora, Casa Medici. -
Nero nero e rosso cremisi. Amori, intrighi e politica nella Lucca del '600
Dal rinvenimento di un antico manoscritto torna alla luce la vicenda di due passioni impossibili, quella principale di Sante e Maddalena e quella principesca di Federico e Maria Maddalena. Una battaglia senza fine fra bene e male, tra luce e buio, tra verità e menzogna, ambientata nella Lucca del XVII secolo: due gli scenari distinti ed ancora riconoscibili, quello dentro le Mura della città-stato repubblicana e quello fuori dalle mura identificato nella ""corte"""", tipico agglomerato urbano e sociale peculiare del contado lucchese."" -
Umberto Vittorini nelle collezioni private. Tradizione e modernità nella pittura di un maestro del Novecento
Catalogo della mostra dedicata ad Umberto Vittorini nel 2016, presso la Fondazione Ricci ONLUS di Barga. Il volume ripropone le opere presenti nella mostra; solo due, ritrovate e acquisite in seguito, sono state aggiunte: Festa in campagna (degli anni '20) e Deposizione del 1958. Amico di Lorenzo Viani, Umberto Vittorini nasce a Sommocolonia nel 1890. La sua arte si inserisce nella corrente della pittura segnata dal realismo toscano, non immune alle volte da elementi d'avanguardia soprattutto in queste acqueforti e contaminazioni con il cenacolo dei pittori versiliesi. Un pittore come anche Viani e molti altri toscani fin de siècle che rimarranno a cavallo tra la tradizione pittorica cristallizzata e canonizzata da Fattori e le prime istanze d'avanguardia. Passato attraverso le due guerre, scomparso nel 1979, Vittorini rappresenta ancora oggi un'esperienza figurativa significativa e originale. -
Marmi blasonati. Conoscere Lucca attraverso stemmi ed emblemi
Lucca è una città millenaria e il centro storico resta a testimonianza di molte fasi, da quella romana ad oggi. I palazzi, inoltre, portano, in bella mostra su facciate e portali, antichi stemmi ed emblemi delle famiglie che quegli stessi palazzi hanno posseduto; simboli e forme che ad un occhio frettoloso possono apparire solo come mere decorazioni. Ma così non è, molte di queste dinastie familiari, spesso oggi disperse, hanno ancora il loro stemma - e la loro storia - proprio in questi emblemi. Stili e forme fra le più disparate e anche stati di conservazione diversi, rendono questi testimonianze lapidee un gruppo molto eterogeneo, ma che, con l'aiuto di questo volume, possono ancora leggersi e che ci raccontano una volta di più la storia della città, e delle genti che l'hanno abitata. -
Puntrèmel. Lungo la strada. In Lunigiana tra storia e tavola
La Storia e le Storie passano lungo la strada. La Lunigiana è una terra antica, qui vivevano popoli ben prima dei romani. Cavalieri e Imperatori, ma anche poeti in esilio e barbari conquistatori hanno avuto questa terra come loro palcoscenico. Personalità illustri e gente comune le cui gesta sono state tramandate nei secoli. Storie e memorie, tradizioni e sapori di Lunigiana, patrimonio di chi ancora oggi questa terra la abita. Un viaggio nel tempo Lungo la Strada, dove tutti i racconti cominciano... -
La Linea Gotica nella Valle del Serchio
Le immagini raccolte in questo libro rappresentano forse l'ultima testimonianza possibile di questi luoghi tristemente bagnati dal sangue. Molti rifugi, che solo i vecchi ricordano, oggi sono crollati o scomparsi e, tra non molto, il tempo finirà per cancellare tutto, lasciando solo la memoria scritta dei fatti che accaddero tra l'estate del 1944 e la primavera del 1945. La Linea Gotica è la più famosa e sviluppata linea difensiva costruita dai Tedeschi in Italia a partire dall'ottobre 1943, non era ancora ultimata quando venne attaccata dagli Alleati nell'Agosto 1944. Basata sul concetto militare di ""difesa elastica"""", la Linea Gotica era formata da una fascia lunga circa 320 chilometri che partiva dalla provincia di Massa Carrara, attraversava la Valle del Serchio, la parte montuosa delle provincie di Pistoia e Prato congiungendosi ai passi della Futa e del Giogo; da qui scendeva attraversando il Casentino e, correndo lungo il fiume Foglia, raggiungeva il mare a Pesaro. La sua profondità si estendeva nel territorio da 15 a 50 chilometri. I tedeschi ebbero tempo di fortificare in cemento solo le zone ritenute più delicate, mentre il resto della linea basava la sua forza sulla morfologia del territorio: trincee e rifugi scavati in terra o roccia, ricoperti di legno e pietra, postazioni di mitragliatrici posizionate in cima alle montagne o alle alture, campi minati, reticolati di filo spinato e fossati anticarro. L'assalto alla Linea Gotica iniziò il 25 agosto 1944 sul fronte adriatico e dopo settimane di duri scontri, tra il 20 e 21 settembre, (...) L'ultima e decisiva offensiva sulla Linea Gotica fu avviata il 5 Aprile 1945 nel settore apuo-versiliese per proseguire il 9 Aprile nella Valle del Serchio e il 14 sull'Appennino emiliano. Dopo ben otto mesi la linea tedesca cedette e il 21 Aprile fu liberata Bologna. Sul percorso della Linea Gotica si trovano quasi esclusivamente musei, cimiteri di guerra e cippi commemorativi che ricordano gli eventi bellici. Pochi invece i siti originali rimasti, alcuni dei quali valorizzati individualmente da associazioni locali. Con questa premessa è iniziata una ricerca """"impossibile"""": trovare e documentare iconograficamente e sistematicamente le residue tracce di quella che è stata l'ultima linea difensiva tedesca in Italia. Una scommessa proprio contro l'apparente assenza di reperti. Partendo dalle poche informazioni scritte o da cartine, la ricerca è stata resa possibile dalle indicazioni fornite dalla testimonianza orale di persone che erano ragazzi ai tempi della guerra oppure da ricercatori e appassionati di storia, collegati ai musei della memoria esistenti lungo l'intera Linea Gotica, che si sono prodigati con generosità per la riuscita del progetto è stato necessario effettuare lunghi percorsi di avvicinamento in mezzo a boschi, su sentieri di montagna, inerpicarsi per grotti, avere la determinazione di infilarsi sotto terra o in grotta, ipotizzare situazioni seguendo fievoli tracce, per poi arrivare a identificare con soddisfazione i contorni di una fossa scavata nella terra. E quella fossa, che oggi è un semplice avvallamento del terreno, tanti anni fa è stato un rifugio o una trincea in cui è stata combattuta una... -
Il piantastorie. Narrazioni etnobotaniche in terra apuana
In questo suo primo romanzo - erboristico - come lui stesso lo definisce, ci accompagna come di consueto fra arte natura, storia e tradizioni popolari in un viaggio fra spazio e tempo. Racconti di storie e ricette, di luoghi e di alberi. Storie di gemme e di fioriture. Di erbe misteriose raccolte solo in particolari condizioni. -
Netsuke. Capolavori dalla Collezione Bresciani-Masterpieces from the Bresciani Collection. Ediz. illustrata
I netsuke (letteralmente 'oggetto fissato, tsuké, all'estremità, ne, di una corda') erano oggetti usati dagli uomini giapponesi tra il XVII e il XIX secolo (il periodo Edo, 1615-1868) quando la mancanza di tasche nell'abito nazionale, il kimono, suggerì di utilizzare l'ampia fascia o cintura, l'obi, per appendervi un contenitore, il sagamono o inro (una scatolina a più livelli), dove erano poste medicine e piccoli oggetti personali, sostenuto da un cordoncino di seta che, passando sotto la cintura, era tenuto fermo in alto da un contrappeso, il netsuke appunto, dove i due buchi, gli himotoshi, lasciavano passare il cordonicino fissato da un elemento rotondo scorrevole, lo ojime. Il volume è il catalogo dell'omonima mostra a Palazzo Lanfranchi di Pisa, nel Museo della Grafica. I pezzi facevano parte della Collezione della professoressa Edda Bresciani (1930-2020). Edda Bresciani (1930-2020) è stata Professore Emerito di Egittologia dell'Università di Pisa e insignita dell'ordine del Cherubino, medaglia d'oro del Presidente della Repubblica per la scienza e la cultura, socia nazionale dell'Accademia Nazionale dei Lincei, socia corrispondente dell'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres di Parigi, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione del Museo Egizio di Torino. Appassionata collezionista e studiosa di netsuke, Edda Bresciani era una riconosciuta hajin (maestra di haiku).