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Un'infanzia felice
Un libro autobiografico in cui compaiono le storie di famiglia che, arricchite e reinventate, saranno la materia dei libri degli anni a venire: la prima guerra mondiale, le veglie nella stalla, la vita quotidiana, il destino triste di ""barba"""" Bepu, la scuola fascista, il lavoro in filanda, la tragedia della Russia e la guerra partigiana. Un'opera dimenticata da quindici anni in un cassetto riscoperta dall'autrice stessa."" -
A mani giunte. Religiosità popolare tra Langhe e Roero
Suore, preti, sacrestani, perpetue, confraternite, oratori, parrocchie, ex voto, piloni... l'universo della religiosità nelle campagne delle Langhe e del Roero nel secolo appena trascorso, nella memoria di quanti credono, pregano, si inginocchiano, si rivolgono ai campanili per chiedere un buon matrimonio, un futuro migliore, la vigna risparmiata dalla tempesta, una morte benigna. Il libro di Giovanna Zanirato è una preziosa ricerca di tutto ciò, di come la gente più umile, i contadini, le donne, i religiosi, hanno testimoniato la fede, la speranza, la carità, in pace e in guerra, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà. -
La relijoun di nosti paire
Un libro che ripercorre la storia secolare della religione alpina, attraverso un percorso di immagini che riportano alla luce un patrimonio straordinario di arte e fede quasi dimenticato: dalle meravigliose chiese affrescate di Elva e Castelmagno allo stupendo santuario di San Costanzo al Monte, dalle cappelle che hanno segnato la religiosità contadina nei luoghi più inaccessibili ai piloni votivi abbandonati nei boschi un tempo ricchi di vita e di lavoro. Un libro con quasi 800 fotografie, rilievi e piantine esplicative, oltre ad un racconto puntuale e dettagliato della storia di ogni opera. Un cammino nell'arte e nella fede popolare delle valli alpine piemontesi e provenzali fondamentale per tutti coloro che non hanno ancora dimenticato quanto sia importante il senso delle radici. -
Storie piemontesi
Storie piemontesi, ovvero leggende, favole, parabole proverbiali, satire, memorie più o meno veritiere. Quarantasei storie tra il possibile e l'improbabile, vicende paradossali, racconti divertenti, satirici, grotteschi, veri, assolutamente non veri, di costume, scostumati, irriverenti, tradizionali, storici, quasi storici, inventati di sana pianta e di pianta assai malvagia, miti rivisitati, ricordi travisati... Eroi balbettanti, masche benevole, marziani ubriachi, bocciatori infelici: una varia umanità popola il Piemonte antico e moderno, sospeso tra un passato da rispettare e un futuro da inventare. Storie per tutte le stagioni, per lettori di ogni età, anche (e soprattutto) per i non piemontesi. -
Amori, americhe e amarezze
Una rilettura attuale della memoria nascosta. A distanza, confrontando le sensibilità, filtrando con il senno di poi e arricchendo con nuovi apporti le storie che hanno vinto il tempo. Maria Maddalena Moschetti, Emma Montanaro e Gina Borgarelli sono donne delle Langhe che hanno saputo conservare l'esperienza propria e collettiva in quaderni degni di non rimanere in ambito familiare. Danilo Manera e Donato Bosca ne hanno scelto alcune parti meno private, su episodi remoti, commentandole per offrirle ai lettori di oggi. Vi si ritrovano tutta la solidità degli affetti, capaci di far superare le amarezze della vita, e le tracce di grandi eventi e geografie, dalla guerra all'America. Proprio dalla California giunge poi un altro testo ritrovato, quello di Gian Balsamo, scritto una trentina d'anni fa, e relativo a un'infanzia e adolescenza ancora precedenti. Anche qui c'è una vicenda di paese, di famiglia e d'iniziazione al vivere a ritmo di balera, chiosata stavolta dall'autore stesso. Infine c'è Bruno Murialdo che insegue Van Gogh e l'incanto dell'arte in un racconto per immagini. -
La felicità sotto casa
Sigismondi Spina abitava in uno dei caselli ferroviari sopravvissuti alla modernizzazione degli impianti anche nelle tratte secondarie. Modernizzare voleva dire risparmiare. Automatizzando un tronco di linea, meglio la linea intera, si evitava la remunerazione di più persone che avevano data all'Azienda energie ed entusiasmi traendone giusto profitto. Questo valeva per quanti erano censiti, protocollati nei libri-paga, ricevevano il cedolino con le varie voci della mercede mensile, il cui nome accompagnato dalla qualifica figurava nell'Annuario delle FF.SS. cioè delle Ferrovie dello Stato, debitamente raddoppiate le sigle, com'è per le sole persone delle Trinità, per la Vergine, e per qualche Santo ultrapopolare che rende degna di superlativo l'aureola. -
La mia chitarra suona il rock. Un viaggio con il pensiero da Alba alla «swinging» London degli anni '60
Un tuffo nei mitici anni '60, raccontati dal di ""dentro"""", così come apparivano agli occhi di un ragazzino albese che apparteneva a Gli scoiattoli, una delle infinite """"boy band"""" che verso la metà di quegli anni spuntarono un po' dappertutto sulla scia del fenomeno musicale e di costume innescato dai Beatles e dai Rolling Stones. Un racconto vivace sull'era del Beat: l'epoca del """"casco d'oro"""" di Caterina Caselli, della minigonna di Mary Quant, del nuovo modello femminile proposto dall'anoressica modella Twiggy, dei ragazzi zazzeruti fasciati in vestiti attillati, giacche corte e pantaloni """"a sigaretta"""", con ai piedi gli stivaletti alla Beatles e con in testa il berretto alla John Lennon. Alba è il fulcro della narrazione, ma il microcosmo che ne fa da sfondo è quello di infinite altre città più o meno con le stesse situazioni: chiunque abbia ballato e cantato le canzoni di quel periodo si riconoscerà e potrà riviverle in queste pagine."" -
Il Rapulé. 22 ricette tipiche del Rapulé
Ogni anno a Calosso si organizza la Fiera del Rapulé, che si svolge generalmente il terzo fine settimana di ottobre e prende il nome dall'operazione di raccolta dei ""rapulin"""", ovvero i grappoli più piccoli che restano dopo la raccolta dell'uva. La sagra propone un percorso enogastronomico con degustazione di vini e piatti tipici tra i crotin, le cantine scavate nel tufo che custodiscono il vino migliore. Il borgo del paese viene per due giorni animato da musiche, mostre e manifestazioni teatrali. La fiera del rapulé è l'occasione ideale per visitare il castello di Calosso, la Chiesa barocca e il restaurato Coro ligneo della Parrocchia di San Martino e le quattro Antiche Scalinate del Centro Storico."" -
Il baule della zia Teresa. Viaggio nell'Italia unita: dal Piemonte contadino alla Torino industriale
Nella seconda metà del XX secolo, in particolare dal secondo dopoguerra, l'evoluzione tecnologica e il lavoro di ricostruzione hanno determinato la più grande trasformazione nelle abitudini di vita che si sia mai verificata. Sono scomparse modalità di lavoro tramandate per secoli e le relazioni umane sono cambiate per effetto dei nuovi mezzi di comunicazione. Le giovani generazioni, con le sole nozioni scolastiche di storia, rischiano di non sapere più da dove provengono culturalmente in quanto del ""come si viveva"""" non rimane traccia, se non nei pochi attrezzi conservati negli ecomusei. La scomparsa della civiltà contadina, l'industrializzazione """"selvaggia"""" e le successive crisi del modello di sviluppo socio-economico hanno provocato l'affievolirsi dell'identità individuale e, se anche certe modalità di vita del passato non sono più accettabili, tuttavia, è opportuno farle conoscere e consegnarle alla memoria non nel senso di rammarico o di commiserazione per chi le ha sperimentate, ma semplicemente perché anche le piccole storie concorrono alla formazione della """"grande storia"""" dell'umanità."" -
Le donne del cardinale. Cronache parziali di antiche memorie
Ogni volta che Romano affronta una nuova fatica letteraria l'antico mondo del paganesimo torna come per incanto ad animarsi, emergendo dal remoto passato nel quale pare imprigionato. In questo terzo libro che dedica alle maschere di Paroldo, l'opera di scavo nell'anima vivente dell'Alta Langa raggiunge uno strato ancora più profondo, attingendo agli albori dell'Età Moderna. ""... quelle donne vissute nei due secoli del Rinascimento hanno sicuramente dato voce ad un mondo minore sull'Alta Langa e hanno compiuto una magia, nel senso letterale che hanno combattuto una natura avversa, difficile e pericolosa in una società che usciva dal Medioevo..."""""" -
Il bue Biund e altri animali di Langa
"I bei racconti di Silvio Marengo mi hanno per un attimo riportato a quegli anni, quando era normale andare a chiedere consiglio ai settemini e ai guaritori, quando in casa sentivo mio padre e i suoi amici cacciatori narrare di inseguimenti, trappole, colpi di fucile, con lepri, pernici, marenche che sfidavano ogni giorno l'uomo, lottando per la propria sopravvivenza e per quella della prole. Un mondo arcaico, per certi aspetti primitivo, con le sue leggi, infiniti episodi di complicità tra uomo e animali, una familiarità che risultava evidente già a partire dai nomi perché era normale che anche i gatti, i vitelli, persino le galline, avessero un segno distintivo, un soprannome, un difetto fisico o una particolarità nel piumaggio, nel pelo e nel colore che li distingueva uno dall'altro. Solo un veterinario amico della natura e degli animali poteva accompagnare tutti noi a riscoprire quel mondo e a riascoltarne in silenzio le voci.""""" -
Chicago. La rappresentazione del grattacielo. Struttura e forma nella ricerca della scuola di Chicago
La storia di Chicago è la storia d'America, fatta di conquiste e di contraddizioni, di miserie e di enormi ricchezze, di razzismo e di idealità, di soprusi e di grandi imprese; una realtà permeata di orgoglio e di intraprendenza, di ambizione e di pragmatismo, di devastazione e di rinascita. Il grattacielo non poteva che prendere forma qui, nel luogo dove tutto è possibile, dove la caparbietà dei suoi abitanti ha saputo indirizzare il corso della storia e inventare una città, volgendo condizioni avverse in una nuova realtà che la farà diventare, in pochi anni, una delle città più potenti del mondo. Il grattacielo è uno dei suoi prodotti migliori, ciò che, consapevolmente, la rappresenta e ne accompagna il destino. E che, per qualche decennio, a cavallo fra ottocento e novecento, si fa straordinario ed eroico come la sua storia. -
Ci vuole un albero...
Nel paesaggio del mondo esiste una casa di campagna dove abitano un Papà e una Mamma Radice, con due figli, il Bambino e la Bambina Radice, che accudiscono un bel Gatto Radice. La loro è una vita naturale in cui dialogare con la natura selvaggia grazie alle visite del Lupo Radice e con gli spiriti della terra grazie ai sensi della Nonna Radice. La famiglia Radice vive in una vera e propria Casa Radice,vicino ad una Scuola Radice, in un paese fatto tutto di fronde, di foglie, di fiori, di prati e ovviamente di radici! Età di lettura: da 8 anni. -
Aurora boreale. Giovani vite tra la guerra e la pace
Un romanzo di formazione. Donne e uomini si affacciano alla vita adulta durante la guerra civile tra il 1943 e il 1945 e vengono risucchiati dalle vicende della Storia. Qualcuno muore, ma quelli che sopravvivono al conflitto ne saranno per sempre intossicati. Nel Piemonte del dopoguerra, a Torino e in montagna, Roberta e Silvia vivono la loro giovinezza nonostante tutto, tra amori, delusioni, sogni, desideri. E il futuro sarà roseo, se lo si vuole per davvero. -
Il coraggio di Angela
La storia di una famiglia nel Piemonte tra la fine dell'Ottocento e la Seconda Guerra Mondiale attraverso gli occhi di Angela, una bambina della Valle Stura che cresce tra grandi difficoltà e sogni altrettanto grandi. Generazioni di uomini e donne affrontano la vita, ogni giorno con speranze e delusioni, piccole gioie e preoccupazioni infinite. La Storia, fatta di guerre, soprusi, assassinii, destini inesorabili, non spegnerà mai la volontà di creare famiglie felici, di dare al mondo bambini coraggiosi che supereranno con dignità le prove di un'esistenza sempre in bilico tra morte e rinascita. Protagonista è naturalmente l'Italia del Novecento: la Grande Guerra, il fascismo, la guerra partigiana. -
Trattoria dei cacciatori 1943-1948. Storia di una famiglia ebrea scampata alla Shoà
La storia autobiografica di una famiglia ebrea rifugiata nelle Langhe, tra Monforte e Roddino, dal 1943 al 1946. Una storia delicata e divertente, nonostante il periodo tragico della guerra e della paura. Gli anni più bui del fascismo e dell'occupazione nazista raccontati da una bambina: una spaventosa epoca storica che è prima di tutto una storia d'infanzia, dove le persone, nonostante la guerra e il dolore, vivono e amano, giocano, scappano e si nascondono, raccontano e sperano. Un piccolo gioiello, nato da un diario tenuto in quei giorni dalla protagonista insieme a sua nonna, un inno alla gioia di vivere che solo l'incoscienza dei bambini permette ed assolve. -
Orsi, spose e carnevali. Saggi di etnologia del Piemonte 1996-2012
I sei saggi sul folklore del Piemonte che appaiono in questo volume sono stati scritti in un arco di tempo di sedici anni e in maggior parte già pubblicati con interventi sparsi e talvolta incompleti. L'occasione di questa pubblicazione consente di raccogliere in maniera organica il lavoro fatto in questo arco di tempo, e al contempo di fissarne la stesura originaria e definitiva. Dallo stupore giovanile nel vedere apparire in un lontano carnevale una maschera da orso ""danzante"""", fino alle più approfondite analisi storiche e strutturali su alcuni temi ricorrenti della cultura popolare, un filo rosso lega tutti questi scritti: l'autore afferma di appartenere a quella schiera di """"pendolari sociali"""", sospesi tra culture urbane e cultura della campagna, i quali coscienti da tempo del proprio sradicamento, ma non rassegnati, si guardano di tanto in tanto alle spalle per raccogliere qualche frammento delle proprie origini, della propria storia, di quel """"tempo dei sogni"""" che ha lasciato loro un'impronta nell'anima, non senza l'ormai inevitabile disincanto."" -
Vestivamo alla poveraccia
"Vestivamo alla poveraccia"""" è un libro-intervista, una fedele trascrizione di alcune conversazioni che Alessandro Dutto tenne con Maria Tarditi nel 2009, nella casa di Pievetta. Ne viene fuori la Tarditi più vera, sincera, uguale a quel che leggiamo nei suoi romanzi, nelle sue storie. Una scrittrice che fu maestra, come disse Gianni Martini, suo scopritore, e che rimane, anche oggi alle soglie degli ottantacinque anni, una grande donna dei nostri tempi, un esempio morale, oltreché una straordinaria narratrice. """"A San Martino non ci sono nata. Avevamo i poderi. Nessuno ci è nato là. La terra era al Bricco di San Martino. C'era la vigna, un ciabot. E in mezzo ci coltivavamo la meliga, il grano, tra i filari larghi. E nei campi più ampi un anno mettevamo la meliga un anno il grano. Terrazzato, ci stavano due vitelli. E facevamo un po' di vino. Vigne ben tenute, i miei le tenevano bene. Il vino lo regalavamo, e poi lo beveva mio padre. E noi piccoline dopo la poppata ci davano il bavaglino inzuppato di dolcetto""""." -
Sangue sul Tour
Una storia breve e feroce: un attentato sconvolge il Tour de France. Esplode un camper sul Tourmalet, mitica salita nei Pirenei, e il mondo rimane a bocca aperta. Chi ha potuto infangare un luogo sacro dello sport davanti a milioni di telespettatori? Qual è la verità intorno ad un fatto così assurdo? La verità, che verrà a galla lontana dagli investigatori ( a caccia del colpevole tra ETA e terrorismo islamico), è di tutt'altra natura. L'ombra lunga e devastante del doping non lascia scampo. -
Certe famiglie
Un romanzo, due civiltà. ""Certe famiglie"""" è una vicenda di destini che si incrociano, poi si allontanano, infine si uniscono. Una storia che è la nostra storia, dei tempi che stiamo vivendo. Famiglie, coppie, individui dell'Africa islamica si affacciano sull'Europa del benessere, mentre esistenze """"perbene"""" soltanto nel diverso trovano il loro equilibrio. Un libro poderoso, scritto con passione. Ancora una volta Mariapia Peirano rimette in discussione il concetto di famiglia. Il suo non è un rifiuto, ma un ripensamento: l'inquieta Elena, già protagonista di """"Certi riguardi"""", non riuscirà a """"farsi una famiglia"""", o meglio non vorrà. Memore della sua infelice infanzia, lacerata dal difficile rapporto con la madre, deciderà, consciamente o no, di non creare dolore; prenderà sulle sue spalle tutti i problemi dei famigliari, se ne farà carico, ma a lei non succederà il miracolo: rimarrà sola, almeno fino alla maturità, quando ci sarà un provvidenziale e fortuito intervento della sorte (o del suo desiderio di riscatto)? In parallelo la storia di un'altra famiglia, apparentemente molto diversa: gli Ahrami, marocchini di Casablanca; dodici fratelli che si dividono tra Marocco e Francia, impegnandosi in tutti i modi per raggiungere una dignità e un benessere """"europei"""".""