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Fullonia. L'origine
L'autore, appassionato di storia, ha messo mano alla penna, nel vero senso della parola, e ha deciso di raccontare l'origine di Follonica sotto forma di romanzo, ripercorrendo i viaggi che gli antichi Traci hanno compiuto, sfuggendo ai Greci, sino ad arrivare in Italia dove incontrano i Troiani, superstiti dalla distruzione della loro città. Questi due popoli scelgono il golfo di Follonica e le colline metallifere come nuova patria dove fondare nuove città, dando così origine poi, al popolo etrusco, grazie all'unione con il popolo d'Esperia (L'Italia dei Greci). L'autore narra, attraverso battaglie colpi di scena e misteri esoterici, l'arrivo di questi nuovi popoli, fino alla nascita di Follonica. L'autore racconta, inoltre, la vicissitudini di Enea ed Odisseo che però, al contrario di ciò che comunemente si crede, qui non sono quegli eroi da tutti conosciuti e osannati. -
La macchina per guarire. Medicina e sanità nell'Ospedale di Piombino (1810-1945)
Si può costruire la storia sociale di una ciltà attraverso il suo ospedale? È quello che è stato fatto per Piombino, partendo dall'archivio dell'ospedale, per un periodo che va dai primi dell'Ottocento alla fine della seconda guerra mondiale. Oltre alla storia sanitaria, attraverso la vita quotidiana del vecchio ospedale di Piombino, affacciato sul mare, con i suoi protagonisti, dai medici agli ammalati, è stato possibile ricostruire la storia territoriale, sociale, economica e politica di un'intera città toscana, in un periodo di mutazioni. Da città rurale e di mare, circondata dalle paludi maremmane, a città industriale fra le più importanti in Italia nel campo della siderurgia. Dalla grande trasformazione del periodo napoleonico all'Italia del secondo dopoguerra, passando per il Granducato di Toscana, l'Italia unita nel suo periodo liberale, il regime fascista, la guerra mondiale in un affresco sociale che, con i progressi della medicina, ci fa leggere un'Italia in profonda trasformazione. -
Acquario. 21 gennaio 19 febbraio. Nei zodiaci del mondo antico
L'Acquario è segno aperto all'amicizia e alla collaborazione. Non ricerca la solitudine, ma il rapporto umano, l'amicizia. Si sbizzarrisce con la fantasia, sa avvicinarsi al mondo dello spirito con la giusta sensibilità. Infatti, in questo segno, nascono spesso filosofi, pensatori, musicisti. Sa guardare davanti a sé senza cancellare il passato. Anzi, a volte, precede fin troppo i tempi, rischiando in tal modo di essere mal compreso e male accettato. Ama l'originalità, la sensazione che crea esperienze diverse. La routine, il vivere convenzionale, non fanno per lui. La personalità è affascinante e trascinante. Il suo modo d'amare è particolare, è più universale che individuale. Ha l'animo dell'artista. Sa non annoiarsi mai, neppure in solitudine. Spesso lo si può definire geniale. Anche il campo affettivo - sentimentale è motivo di riflessione per lui. Ha un'istintiva riluttanza verso legami stretti e duraturi o soffocanti, opta per unioni più libere. La sua è una coscienza di gruppo; per lui l'individuale diventa universale. È estroso, curioso, teso a risolvere ogni problema con spirito di solidarietà, preferisce di solito i settori scientifici e tecnici. -
Capricorno. 22 dicembre-20 gennaio. Nei zodiaci del mondo antico
Questo segno invernale, serio, essenziale, copre con una corazza di durezza un tumulto di sentimenti profondi, di ansie, di insicurezze. Chi riesce a conoscerlo in profondità può apprezzare le sue qualità. È permaloso, e può esprimere un autoritarismo non gradito a tutti. Un po' di diffidenza esiste in lui, ma possiede anche il potere della logica. Un segno forte e debole, soprattutto coerente e tenace. Realista lo è sempre. Anche nel settore dell'amore ha difficoltà ad esprimersi per quel suo riserbo che spesso viene scambiato per freddezza o incapacità d'amare ma se incontra il partner giusto sa instaurare un rapporto duraturo. Riserva ai figli molto amore e tanta tenerezza. Per chi lo frequenta, il Capricorno può essere ""profeta di sventura"""" ed egualmente """"grillo saggio"""". È un introverso che molto spesso non viene compreso. Possiede una resistenza eccezionale e non solo fisica: sa sopportare in silenzio, con serena filosofia, con pazienza. Di solito esprimono con franchezza i loro pensieri, senza porsi il dubbio se questo potrà ferire od offendere qualcuno. Il loro senso della misura fa sì che raramente vadano in collera e di solito per questioni poco importanti."" -
Pesci. 20 febbraio 20 marzo. Nei zodiaci del mondo antico
I Pesci sono il dodicesimo e ultimo segno dello zodiaco. Nonostante la loro calma apparente, i Pesci sono esseri turbati da forti contrasti interiori e dall'incertezza. Il carattere è complesso e diviso tra due opposte tendenze. Sono generosi e ospitali, ma non spesso allegri, dato che la tendenza dei loro pensieri è la malinconia. Il fatto che riescano a donare volentieri, fa di loro dei buoni sociologi, assistenti sociali, capaci di grandi sacrifici per alleviare il dolore del mondo. Pur mancando di senso pratico, hanno comunque un sesto senso per quel che riguarda gli affari e il denaro; nella loro maturità, raggiungono quasi sempre l'agiatezza. Di solito riescono negli affari svolti in società, dove possono evitare grosse responsabilità personali. Hanno buona memoria, facilità d'apprendimento nello studio delle matematica e nelle lingue. Possono uscire anche in campo artistico. Le relazioni sono di solito durature e spesso strette con persone importanti che li proteggono. Non sanno prendere al volo le occasioni perché lenti e indecisi. Buone le abitudini nella musica e, se il temperamento è tendente al mistico, possono seguire la carriera religiosa. -
Piombino napoleonica (1805-1814) il principato dei baciocchi
Il 18 marzo 1805, Napoleone Bonaparte donava l'antico Stato di Piombino, in piena sovranità, alla sorella Elisa attribuendo al di lei marito, Felice Baciocchi, il titolo di Principe dell'Impero. Il Principato piombinese mantenne, come succedeva da secoli, la propria completa autonomia sotto il profilo giuridico, benché, adesso, fosse palesemente inquadrato in un rapporto di vassallaggio con la Francia. Alcune branche dell'amministrazione centrale di esso, come le cancellerie e le segreterie dei regnanti, certi affari militari e di polizia, finirono ovviamente per essere cumulate con quelle inerenti al Principato di Lucca, prima, e al Granducato di Toscana, poi. Il Principato napoleonico piombinese si reggeva su un ordinamento tipico dell'assolutismo monarchico. Poiché il regime dei Baciocchi fu strettamente personale, Felice I deteneva in sé il potere legislativo e, pertanto, emanava leggi e decreti di ""motuproprio"""", demandandone l'attuazione a ministri e funzionari, per lo più francesi e provenienti dall'esercito. Sulla scorta dell'esperimento francese, i Baciocchi riformarono interamente l'ordinamento giuridico dello Stato piombinese, sicché, anche in tale regione, come altrove, in Italia, «la legislazione napoleonica incise in tutti i settori della società e della vita civile. Limitandoci qui agli aspetti più duraturi di quest'opera di rifondazione, ricordiamo in primo luogo [...] l'introduzione dei codici francesi (codice civile detto codice Napoleone, codice penale, codici di procedura civile e criminale, codice di commercio, codice del notariato) che mantenuti in vigore nelle loro parti essenziali dai governi della Restaurazione serviranno di base alle codificazioni dell'Italia unita»"" -
Jennifer
"Ho scritto ciò che leggerete in seguito nell'inverno del 1980, avevo diciassette anni. Dal manoscritto originale la stesura ha subìto poche modifiche, e ora, questa strana storia vede la luce dopo circa quarant'anni, quaranta lunghi anni che l'aveva vista chiusa ma non dimenticata, gelosamente custodita in un cassetto speciale, come fosse una sorta di capsula del tempo"""" (L'autore). """"«Ehi tesoro, cos'hai? Sei un po' pallida e sudata...» «Infatti, non mi sento molto bene, ho un forte mal di testa...» Ma di colpo... nella maniera più assurda... un urlo terrificante squarciò l'aria della stanza... Robert istintivamente impugnò la sua inseparabile pistola, e balzando in piedi si girò di scatto precipitandosi in un baleno alla finestra, l'aprì e guardò fuori: niente di niente. La donna vicina, Diana, stendeva i panni nel giardino accanto borbottando tra sé e sé, e il figlio Cristian era tutto preso nel riempire il rimorchio del suo camioncino con la ghiaia della strada. Tutto questo si svolse nel giro di pochi secondi...""""" -
Urbanistica e architettura a Piombino 1900-1940
L'occasione di questa pubblicazione nasce da un preciso stimolo, da parte dell'amministrazione comunale, a redigere un documento utile ad accompagnare lo svolgersi delle giornate di studio dedicate al 900: ""urbanistica e architettura a Piombino"""" e di una mostra a queste legate, da tenersi nel febbraio 1997. Senza la pretesa di creare alcunché di esaustivo o di concluso, il testo, come nelle intenzioni della collana che lo contiene (tutta incentrata sui caratteri della storia e delle tradizioni piombinesi), desidera documentare un """"pezzo"""" della storia della città: nel caso specifico una parte assai importante, visto che il materiale proposto ci permetterà, questo il fine ultimo, di comprendere le intime ragioni dello sviluppo della struttura urbana di Piombino così come oggi la vediamo e la fruiamo. L'architettura determina i luoghi dove viviamo, trasforma gli spazi e li rende """"città"""", l'urbanistica indica i luoghi dell'architettura, combina territorio e costruito, mostra una strada da percorrere per la città del domani. La """"città"""" dunque ed il suo sviluppo, in un periodo breve ma significativo, anzi, decisivo per le sorti del territorio in esame; dal 1900 al 1940; dall'interno della città murata, che vedeva l'inizio del secolo praticamente intatta dopo quasi cinquecento anni di assalti, al folle traguardo della seconda guerra mondiale. Non ci soffermeremo sulle scelte e non commetteremo i risultati delle trasformazioni che registreremo nel testo, ritenendo non essere questa la sede adatta: ci limiteremo a prendere atto delle modifiche sul territorio e dei suoi effetti nello spazio del vissuto, l'urbanistica e l'architettura appunto, soprattutto attraverso documenti e schede che, ancora una volta, siamo certi, riproporranno il volto di una città che ha molto da mostrare a chi abbia ancora voglia di vedere."" -
Strategie di sistema e gestione snella nelle autorità di sistema portuale
Le Autorità di Sistema Portuale (AdSP) nascono con la riforma del 2016 attraverso l'accorpamento delle 24 ex Autorità Portuali e governano attualmente un sistema nazionale costituito da 58 porti con l'obiettivo di recuperare i ritardi, modernizzare e rendere competitiva la nostra portualità, coordinare le politiche di sviluppo infrastrutturale e logistico ed integrare i retroporti, rilanciare lo sviluppo portuale con l'acquisizione di nuovi traffici e contribuire al più generale sviluppo economico del Paese. L'attenzione è stata spostata dal singolo porto al sistema portuale gestito dalle AdSP ed in questa ""nuova"""" missione è diventato imperativo (e corretto) pensare ed agire secondo una logica di sistema. Fare sistema, coltivare relazioni in un clima di fiducia, interagire con tutti gli attori del settore, sviluppare in concreto connessioni materiali ed immateriali con """"un occhio particolare"""" all'intermodalità e all'ultimo miglio, perseguire il miglioramento tecnologico ed energetico ambientale, curare l'acquisizione di competenze e lo sviluppo del capitale umano, sono le basi dei compiti di programmazione e di gestione delle AdSP. Con la istituzione delle ZES e delle ZLS le AdSP hanno rafforzato ulteriormente il loro ruolo di enti promotori di sviluppo assumendo un ruolo centrale nelle politiche di attrazione e di insediamento di imprese. Occorre pertanto definire una offerta insediativa attrattiva e competitiva ed una conduzione in team che assicuri gestione snella e miglioramento continuo, semplificazione amministrativa, agevolazioni finanziarie e fiscali, innovazione. Nella fase attuale di grandi incertezze e di cambiamenti globali accelerati molto dipenderà dalle risposte che l'Italia e L'Europa sapranno dare per rendere il nostro Paese più efficiente, flessibile e reattivo, anche perfezionando le previsioni della riforma portuale che, tuttavia, mantiene una sostanziale validità e richiede di entrare in una veloce fase attuativa. In questo quadro, mantenere una visione di insieme, pensare sistemico, cercare di """"vedere la circolarità dei fenomeni"""", dialogare con la propria comunità portuale e logistica può consentire alle AdSP di leggere gli scenari e le tendenze in atto nel mondo ed impostare una appropriata iniziativa nel proprio ambito operativo, coerente con il quadro nazionale e sorretta da """"un senso dell'urgenza"""" che si concentra sul fare, sul conseguimento degli obiettivi, sul creare innovazione, sviluppo sostenibile ed occupazione."" -
Sulle ali della metamorfosi
"Se il lettore desidera leggere un libro dalla complicata trama narrativa o scorrerlo come un fumetto, questo non è il suo libro. Qui non ci sono neppure gli eroi dei grandi classici, non ci sono saggisti o critici letterari che combattono sulla trincea della """"cultura"""" o sull'impegno e il disimpegno o antieroi di qualsiasi specie. Ma allora di cosa si tratta diranno i miei lettori? Inizierò col dire che alle soglie del 2021 l'Italia si porta addosso da circa venti o trent'anni un ansia e una smania di rivolgimenti culturali del costume e delle tradizioni, del modo di vivere all'interno di una cultura che era giudicata """"vecchia"""" e divenuta tale; ormai in crisi senile rispetto ad altri paesi europei occidentali. Questo libro propone ai lettori una serie di riflessioni sulla """"metamorfosi"""" del costume ad iniziare dagli anni venti del secolo scorso fino ai giorni nostri. Ecco allora che offro al lettore una rapida cronaca e frammenti di vita degli avvenimenti succedutisi nel corso di un secolo: inframezzati di tanto in tanto da considerazioni, analisi, racconti, piccole storie e fatti sul passato e sul presente con altri recuperati dalla memoria e qualche ipotesi sull'incerto futuro...""""" -
Briciole di universo. Ovvero il cosmo per chi non se ne intende
Cosa possiamo capirne, noi profani, di certe cose? Questa è la sfida. Può chi non se ne intende pretendere di capire l'universo, di addentrarsi nelle teorie che lo descrivono, di rispondere a domande fondamentali sulla sua struttura e il suo funzionamento? Può un non addetto ai lavori penetrare negli strati più profondi della realtà e svelare i veri ingredienti del mondo? Può una persona comune riconoscere le stranezze dell'universo nelle piccole cose della vita quotidiana? Forse. Chiunque, purché sufficientemente curioso, è invitato ad accompagnare l'autore in questo affascinante viaggio tra i misteri del cosmo. Con linguaggio semplice e senso dell'umorismo, il lettore verrà trasportato dall'immensamente grande (le stelle, le galassie) all'immensamente piccolo (gli atomi, le particelle subatomiche) e viceversa, alla ricerca della natura ultima della realtà, fino ai limiti estremi delle attuali conoscenze sull'universo. ""Voglio parlarti del mondo. il mondo al quale siamo venuti. L'universo insomma. E magari anche della possibilità di altri universi."""" Prefazione di Filippo Martelli."" -
Poesie per Elizabeth. «Dalla mente al cuore, gorgheggi d'amore»
"Credo che veramente Gino Pozzi raggiunga vertici di vera, pura poesia quando crea Poesie d'amore. Gino Pozzi è un uomo fortunato per due ragioni: perché ama, sa amare ed è riamato, e perché è capace di esternare questo sentimento profondo, serio, viscerale della sua anima, in maniera lirica, tonale e cromatica. Le sue poesie d'amore sono dei piccoli capolavori di colore e musicalità, e tutto questo istintivamente, tutto senza calcoli o preorganizzazione. [...] la loro lettura integrale è sicuramente un'occasione di arricchimento spirituale e culturale. Raramente un poeta con i suoi ermetismi, con i suoi colori apparentemente stridenti, con le sue tonalità cangianti come un arcobaleno, sa trasfondere al lettore, quasi in un fenomeno osmotico, i suoi convincimenti, le sue emozioni, i propri concetti. Ed il miracolo avviene senza che il lettore abbia punti di riferimento lessicale, o addirittura grammaticale! In altre parole, un po' come in Lorca, le parole sono concetti ricoperte da suoni, in un linguaggio che proviene direttamente dal cuore e non dal cervello né dalla bocca."""" (Giancarlo Alù)" -
Echi dal futuro: Riflessi cosmici-Il popolo degli specchi-Sterminium-A.N.I.M.A
Il libro è composto da quattro romanzi di fantascienza, opera dei due fratelli Pozzi. Quattro storie dal futuro con trame avvincenti e nello stesso tempo anticipatrici del futuro prossimo. Quello che descrivono è una realtà che ha già messo le sue radici nel nostro presente e a cui l'uomo non si potrà opporre se non con dure lotte di riconquista della libertà ormai ridotta ad una vuota parola. Scienziati pazzi, astronavi disperse nello spazio, olocausti di animali, e controllo completo delle masse sono il ""trade d'union"""" di questi romanzi."" -
Il viaggio
...Un viaggio metafisico, dopo la fuga da un pianeta morente, ove l'intreccio dei ricordi produce realtà e la realtà genera sogni. Tutto si svolge all'interno di una incredibile astronave, che come un camaleonte simbiontico rigenera Onig, il protagonista. È un gioco di specchi introspettivi, un guardare il sé come oggetto distaccato, avulso, per poi ricondurlo verso la vera umanità. Le innumerevoli clonazioni avvengono nella Sala Lazzarus, qui il miracolo della nuova vita si compie, la farfalla esce dalla crisalide. È la rigenerazione sublimata dall'impegno sino alla vittoria sulla logica. Le stelle dello spazio infinito sembrano brillare di fredda luce, ma... non è così. Come la fondazione di Roma si erse dal solco del sacro aratro e dai vaticini degli Aruspici, il viaggio di Onig prosegue, tra le spire insondabili del tempo... (Antonio Pozzi) -
Nave traghetto Garibaldi & Porto Venezia. I problemi della navigazione a Venezia e nella sua laguna
Il primo cenno ufficiale di una linea di navi-traghetto delle Ferrovie dello Stato tra continente e Sardegna fu fatto alla Camera dei Deputati il 24 ottobre 1955, durante il dibattito sul bilancio dei Trasporti. Nel luglio 1957 il Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno decise l'istituzione della nuova linea sotto la gestione delle Ferrovie dello Stato. Nel presente libro viene tracciata la storia della realizzazione della menzionata linea, dall'impiego delle prime due navi-traghetto (Tyrsus ed Hermaea) alle ultime unità costruite (Garibaldi e Logudoro), nonché delle numerose navi-traghetto che nel tempo da Messina furono inviate in sussidio al servizio della rotta sarda. Riteniamo opportuno articolare il presente libro in due parti. Nelle prima parte ci soffermiamo sulla particolare tecnologia della nave-traghetto ""tuttomerci"""" Garibaldi, prima e unica unità ad alta tecnologia della flotta delle Ferrovie dello Stato. Nella seconda parte tracciamo la storia completa delle navi-traghetto delle Ferrovie dello Stato in servizio tra Civitavecchia e Golfo Aranci. La storia di Venezia è legata alla tradizione del suo porto, documentata fino al VI secolo d. C. Questo porto è posto allo sbocco della pianura padana, non lontano dai valichi alpini che conducono ai paesi dell'Europa centrale. Per secoli la principale via d'accesso alla laguna fu il canale di San Nicolò. Dalla metà del secolo XVI tutti i canali, e in particolare quello di San Nicolò e lo sbocco del Lido furono interessati da un processo di interramento, che nel 1726 richiese lo scavo del canale di Santo Spirito al fine di consentire alle navi di giungere al porto, da tempo collocato nel Bacino di San Marco. I traffici marittimi si espansero verso l'Oriente e il Mar Mediterraneo occidentale. L'intera città divenne un grande porto. La seconda parte del libro, che tratta degli attuali problemi della navigazione marittima a Venezia, si compone di quattro parti, nelle quali ci soffermiamo, con criteri di proporzione, sugli argomenti seguenti: il porto di Venezia dalle origini fino agli anni '30 del ventesimo secolo; l'epoca delle grandi navi da crociera; navi-traghetto e """"general cargo ships"""" problemi concernenti la navigazione nei canali cittadini."" -
Il primo panda
Il racconto ""Il primo panda"""" dà il titolo a questa serie di fiabe sugli animali """"dedicate ai suoi nipoti e pronipoti"""" ma anche a tutti i bambini del mondo che Aldo amava profondamente, non cessando mai di scrivere per loro storie divertenti e anche istruttive. Sempre con una piccola morale che non guasta, specialmente in questo mondo tecnologico privo di sentimenti. Aldo aveva compreso che per rendere il mondo più vivibile e """"ecologico"""" era necessario iniziare ad educare i lettori fin da piccoli quando ancora i loro spiriti non sono induriti dagli egoismi, possessioni, e narcisismi. Età di lettura: da 6 anni."" -
Il gatto robot
Vespertino, il gatto protagonista di questo racconto, è un vero gatto in tutti i sensi tranne che è composto di transitori e latta e manda dei strani bip, bip che spaventano i topi, le blatte e gli scarafaggi, con grande piacere della sua padrona la baronessa Eufemia che è anche allergica ai gatti! Il gatto procura l'invidia della sue amiche che tentano pure di rapirlo... Ma il bello succede poi quando incontra la bellissima Chicca, una gattina snob e con la puzza al naso... Questo racconto, scritto nel 1981, anticipa i tempi della comparsa nella nostra vita quotidiana dei robot e dell'intelligenza artificiale. Età di lettura: da 7 anni. -
La bertuccia malandrina
La bertuccia malandrina, conigli lepri, galline, elefanti, ranocchie e pesci sono i protagonisti di queste divertenti storie scritte tanti anni fa da Aldo Zelli, per i bambini che amava molto, e a cui dedicava tanto tempo, sia a scuola che in vari incontri in biblioteca o in altre sedi. La sua simpatia era l'arma principale con cui espugnava i cuori anche dei più coriacei. Sapeva suscitare l'amore per la lettura attraverso le sue meravigliose storie e romanzi che rimangono tutt'oggi attuali. Età di lettura: da 7 anni. -
La santa Vergine nella devozione piombinese attraverso i secoli. Piombino: disegno storico della città
"A trent'anni esatti dalla pubblicazione de """"La santa Vergine nella devozione Piombinese attraverso i secoli"""" mi piace riproporne la ristampa aggiungendovi il seguente sottotitolo: Piombino: Disegno Storico della Città. Perché tale aggiunta? Semplicemente per il fatto che alcuni di coloro che hanno letto il libro con interesse e discernimento mi hanno significato di aver trovato """"riduttivo"""" il titolo originario. Il lavoro infatti non è solo una monografia sul passato ecclesiastico di Piombino, e sull'accentuata devozione popolare alla Santa Vergine, ma anche una storia tutta intrecciata, con spaccati di vissuto ordinario in una sorta di disegno storico sui generis della città. Un secondo motivo che mi ha indotto alla ristampa, devo dire brevemente, è che la sostanza del libro è frutto di ricerche archivistiche, le quali non perdono mai d'importanza, e qui, in alcune parti, restano degli interrogativi da sciogliere e da definire. Parlo, in particolare, della mitica antichissima Abbazia di San Giustiniano di Falesia, scomparsa, la cui ubicazione ignota io ritengo di avere individuato. Inoltre rimane, altresì, ancora in sospeso l'ultima parola sull'Autore della Madonna del Latte della Sala Consiliare del Palazzo Civico; Autore che io riconosco nel pittore piombinese Giovanni Maria Tacci, vissuto nel Cinquecento, riscontrando, tuttavia, diverso parere da altri. In definitiva, ciò che può giustificare la ristampa di un libro di storia locale, dal taglio insolitamente religioso, sono proprio le risultanze archivistiche che danno risalto alle mutazioni apportate nella società locale nei secoli passati e specialmente durante il regno di Elisa Bonaparte, che enorme importanza ha avuto nell'Ottocento piombinese, costituendo le premesse della società attuale""""." -
Aiuto!!! La befana ha perso.... Ediz. illustrata
Dalle ricerche in Biblioteca si è evidenziato che libri a tema ""Befana"""" ce ne sono pochissimi; infatti, mentre la letteratura per l'infanzia sul tema """"Babbo Natale"""" è molto ricca, non lo è altrettanto sul nostro personaggio. Ecco dunque che, senza azzardare ipotesi (Befana come strega? Vecchietta brutta e quindi paurosa per i bambini? Befana che giudica i buoni ed i cattivi, portando ai primi i dolci e agli altri il carbone), ma data questa necessità, una lettrice volontaria ha riscoperto la sua vena di scrittrice e, coinvolgendo un'amica che si è resa disponibile a realizzare le illustrazioni, insieme si sono cimentate a produrre racconti a tema; un altro amico ha curato l'impostazione grafica. Ecco così che sono nate ben 5 storie con la nostra protagonista e questa che pubblichiamo di seguito, dal titolo """"Una insolita Befana"""", è la seconda nata, ma prima ad essere stampata; ogni libro racconta, comunque, un'avventura completa in cui ritroviamo gli stessi personaggi con qualche piccola aggiunta. Naturalmente questi libri sono già stati """"testati"""" sui bambini al Museo nelle varie ricorrenze della Befana e dobbiamo riconoscere che sono piaciuti, da qui la decisione di stamparli per poterli distribuire e farli leggere anche ad altri piccoli lettori. """"La befana ha perso..."""" ci permette di avvicinare i bambini con una trama semplice ma coinvolgente, ben comprensibile, che si dipana fino alla soluzione finale grazie alla presenza di piccoli animali amici che la rendono poetica e ricca di risvolti emotivi. Le immagini sono collegate al testo verbale in modo da permettere al bambino di associare lo scritto ai disegni estremamente dettagliati e intercalati da sonorità che specificano quanto viene letto. Buon divertimento, dunque, a tutti i bambini e a tutti gli adulti che vorranno leggerla! Età di lettura: da 5 anni.""