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Sciami
È una poesia del tempo e degli sciami quella che Mario De Santis scrive, frammenti che paiono aggregarsi in un insieme: la figura che si forma è quella di un'idea di Storia e al tempo stesso il ritratto di una forma di interiorità. Il superamento della lirica e della questione della soggettività riportano però di fronte la nuda esistenza di un io, la necessità di una pronuncia e le cose del mondo. Per De Santis la poesia tenta comunque di definire una condizione di possibilità di conoscere il nostro tempo dentro destini generali. Essere presente di un io che si fa o noi o nessuno, collocato in un flusso di materia, a cui De Santis riferisce continuamente: con paesaggi, con dettagli e nomi, una geografia storica di spettri e conflitti, che allude anche ad una mappa della memoria degli ultimi venti anni. Il perno sono le domande sul senso dell'esistere in questo paesaggio di umanità e fantasmi, di vivi e morti. Avere coscienza della realtà brutale e muta come quella attorno a noi, è possibile? Anche se non siamo che una parte di questa materia? -
Piume nel tempo
Il terzo millennio irrompe a pagina 28 con testi inediti o pubblicati sul Corriere della sera. Si tratta di fulminei racconti biografici, intensi e subito accessibili. Dego evita come la peste il ""poetese"""" (Lord Byron lo definiva """"onanismo poetico""""), e la raccolta interesserà molti lettori: essa illustra, di fatto, in modi concreti, le reazioni del poeta alla realtà di costume, po1itica, culturale, cosmica, e quindi anche intima, dei nostri giorni. Compaiono, qua e là, riferimenti agli spiriti dell'aldilà, la cui esistenza è oggi scientificamente documentata dalle loro voci registrate e dalle fotografie."" -
Corpo mio
C'è un personaggio, Maria, che irrompe nell'incipit del romanzo. È stramba. Fa collezione di scarpe. Va in giro scalza. Scompare. Almeno così pare. Perché la storia cede il passo a un'altra persona, Laura, che dopo trent'anni di matrimonio con Alberto, una vita agiata, invidiabile, resta sola. Il lutto dell'abbandono la travolge con una carica devastante, paralizzando la sua mente e il suo corpo, al quale affida il compito di testimoniare le fasi della disperazione, finché imprevista, a un tratto, sopraggiunge la svolta. Al ritorno da un viaggio a Parigi, dove tocca il culmine della perdita di sé, ma anche il miraggio di una risalita, Laura riceve la notizia della morte di Alberto. Qualcosa di imponderabile accade dentro di lei e qualcosa di ancora più detonante accade davanti a lei. Nella sua esistenza entra con tenerezza struggente e impetuosa determinazione un giovane. Chi è quella persona che Laura si ostina a chiamare ""il tuo ragazzo"""", rivolgendosi in un dialogo ideale al marito assente? Perché, pur volendolo, non riesce a liberarsene?"" -
Le filosofie inconsapevoli. Pedagogia della non conoscenza
C'è un punto di vista in noi del quale non siamo consapevoli, una posizione esistenziale che può essere in disaccordo con il nostro Io consapevole. Stiamo parlando di uno sguardo filosofico con il quale osserviamo e ci osserviamo, un esteta rigoroso e intransigente nascosto dietro a tante maschere e come diceva Nietzsche: ""Tutto ciò che è profondo ama la maschera"""". Ripetiamo, nel corso dell'esistenza, comportamenti, atteggiamenti ed errori in nome di un tema ricorrente che pilota in maniera silente e non dichiarata le nostre scelte, le nostre indecisioni, le idiosincrasie, le preferenze, gli odi, gli amori e altro ancora. Non stiamo parlando di inconscio nel senso freudiano del termine, non si tratta di scarti della mente, di materiale rimosso o di traumi da dimenticare ma proprio di un assetto esistenziale, una disposizione naturale dell'Essere e, in esso, la presenza di una visione, strutturata, di sé e dell'esistenza. Il tutto a livello pre-cosciente. Ci muoviamo secondo un modo di vedere, di sentire e di recepire il mondo che è così intimo da non esserci noto: questo non appartiene all'Io, ma all'Essere."" -
La giornata altrove
"Sono stato veramente in dubbio se rivelare al lettore che sto per presentare l'opera prima di un autore molto giovane, perché l'età e la novità non sempre sono considerate nel giusto modo, anzi danno adito a preconcetti contrastanti: alcuni pensano che, per produrre opere di pregio, occorra esperienza, altri invece si lanciano ad esaltare il testo suggestionati dalla moda. Non è il caso nostro, né delle nostre edizioni né della rivista 'Atelier', istituzioni che, pur proponendosi di valorizzare le opere dei giovani e di rendere visibili autori appartati, hanno sempre inteso procedere con grande cautela, operando scelte in base a precisi criteri."""" (Giulio Greco)" -
Jochanaan
"Vi sono libri, come in questo di Marisa Papa Ruggiero, in cui la parola poetica mette in scena un teatro di figure della mente gravide di attesa, di tensione, di pathos che contagiano chi legge. Una scena che è una densa contrapposizione di molecole cromatiche sulla retina transitanti nel campo sensoriale secondo flussi allusivi, eccentrici, mai narrativi, dietro cui si intravede una necessità estetica di fondo, una precisa condizione dell'essere. Parola poetica come dialettica metamorfica dell'accadere chiamata a segnare un passo problematico all'interno di dinamiche visive molto accentuate; parola come dramma in atto che sperimenta se stesso, come sguardo rivolto all'interno del corpo scenico in azione per coglierne tanto la fugace essenza, che la sua alterità."""" (Giulio Greco)" -
Ghiaccio nero
"Il tessuto intellettuale di un contesto poetico, il cui impatto emotivo risulta prima di tutto trappola per il lettore attento e agguerrito, privilegia senza alcun dubbio il linguaggio, alludendo ad un intermediario specifico che tenta di incrociare progetto e figura. Il mito non riesce a sopravvivere, nascoste le trasfigurazioni nelle quali bisogna confidare e perdersi. In questa raccolta di Giulio Marchetti l'arte si colloca di nuovo nel rapporto fra la tradizione e l'universo postmoderno nell'accorato scenario di forme vuote, magari ripensate con distacco utopico, e il positivo impatto della memoria involontaria nel riuso della parola. Una parola ripetutamente incisiva, che cerca con insistenza e capacità personale di creare l'atmosfera giusta per le vibrazioni del pensiero costretto a levitare tra le coincidenze delle mutazioni e gli incidenti dell'imprevisto"""" (dalla prefazione di Antonio Spagnuolo)." -
Nicole
Durante i mesi che precedono la fine della dittatura la Romania sembra esser caduta in una faglia che divide il vecchio mondo totalitario dal sogno occidentale. Parallelamente Nicole si trova in un vuoto tra adolescenza e maturità dal quale non riesce a uscire. Gli strascichi lasciati dal regime hanno effetti complicati e, mentre il Paese fatica a decollare verso un assetto nuovo, in modo analogo, le sciagure attraverso cui è passata la famiglia della ragazza hanno su di lei un potere paralizzante. Lusingata dalla sua avvenenza, ma ossessionata dalla tragica fine della madre, Nicole sembra rifiutare di diventare adulta: ha bisogno di ricevere protezione e non è in grado di darne. Dopo la sparizione del padre, tenta di incamminarsi sulle sue tracce, ma non esita ad affidare i fratelli minori a un orfanotrofio. Fondamentale l'incontro con Maria Fianu, un'anziana speaker della radio rumena che cercherà di farle da madre; determinante il rapporto con un maturo industriale durante la permanenza in Italia. -
L' autenticità dell'opera. La filosofia dell'arte di Carlo Chenis
Carlo Chenis (1954-2010) pone la riflessione sull'arte e sulla bellezza al centro del proprio impegno teoretico. Alla ricerca del ""proprium"""" del linguaggio artistico, individua la verità dell'opera d'arte nella sua autenticità, ovvero nella sua compiutezza ontologica. L'opera d'arte è interpellata innanzitutto come un ente e poi come un manufatto, con forte tenore ontologico; l'opera viene interrogata poi in quanto parola, discorso, trasformazione significante della materia, espressione di significato, apertura verso l'infinito, in un percorso gnoseologico così profondo da coinvolgere l'intera filosofia, e nel quale la sensibilità contemporanea, sollecitata dalla fenomenologia e dalla ermeneutica, trova espressione nell'impianto teoretico di spessore tomista. Chenis interroga con il metodo della filosofia anche l'opera d'arte sacra, nel tentativo di capirla entro l'orizzonte ontologico e antropologico in cui si collocano tutti i fenomeni umani, senza tuttavia ridurre lo spessore del sacro, predisponendo anzi un'armoniosa apertura verso la conoscenza per Fede."" -
Ricordati lo scorpione
Un tremendo terremoto ha appena colpito la capitale peruviana. Nella popolazione, da una parte colpita dal disastro e dall'altra ipnotizzata dai risultati dalle partite del Campionato Mondiale di calcio che si svolgono Messico nel 1970, serpeggiano enormi tensioni. Al detective Simón Weiss spetta il compito di risolvere due omicidi sconvolgenti e apparentemente scollegati: la crocifissione e la decapitazione di un giapponese in una sala da biliardo e l'apparente impiccagione di un anziano ebreo. Sulla scia di un paio di reati orrendamente perpetrati dalla Seconda Guerra Mondiale, Weiss intende scoprire la relazione sorprendente tra gli autori, mentre lavora nella profondità della propria psiche per vincere i suoi demoni. -
La fontana della ninfa
Nell'immaginario paese di Crozza rivivono personaggi che tutti abbiamo masticato, attraverso letture scolastiche e non. Mitologia, si sarebbe tentati di pensare, eppure in essi pulsano sentimenti e passioni comuni a ogni uomo e donna, in ogni tempo e luogo. Così Scilla e Cariddi, vincendo la mostruosità del male, allacciano la loro storia d'amore. Nella chioccia dai pulcini d'oro c'è la riscoperta della natura e della sua ricchezza. Alla fontana della ninfa sgorga l'acqua che alimenta in due ragazzi una passione finita in tragedia. E poi ancora Polifemo, i briganti, Circe, le sirene, i folletti ci proiettano in un mondo tra storia e fiaba, dove si perpetua il duello tra bene e male. -
La memoria
Sulla memoria si costituisce la storia degli individui e delle società; eppure, non la si può considerare a fondo se non prendendo parallelamente in esame anche l'oblio: teniamo a mente molte vestigia e civiltà del passato, ma altrettante ne abbiamo dimenticate. Non si può ricordare tutto, né ogni cosa è degna di essere ricordata. Partendo da tali presupposti, grazie alla collaborazione di alcuni autori alla base della cui poetica sta un discorso dialettico sulla memoria, abbiamo voluto creare un volume che sia un fiume del ricordare e che finisca per essere, inevitabilmente, pure un fiume dell'oblio. -
Il giorno tutto
"L'incontrovertibile e più originale qualità di Martina Abbondanza consiste nel rendere prima di tutto credibile e transitivo all'esperienza del lettore anche il dettaglio più minimo dei suoi ambienti e dei suoi paesaggi. La sua è una scrittura poetica esatta eppure affabile, icastica ma delicata, capace di verità anche durissime ma aperta sempre a una plausibile e anzi necessaria risposta dell'Altro. Priva di alonature liricizzanti e di qualunque residuo mistico, quella di Martina Abbondanza sa essere però scrittura religiosa nel profondo, coi suoi aneliti che - dalla testimonianza e dalla constatazione che il negativo è parte imprescindibile dell'esperienza umana - non cessano mai di religare (secondo etimologia) l'astratto e il concreto, il quotidiano e il metafisico, gli interstizi e i deserti."""" (dalla Prefazione di Alberto Bertoni)" -
Il mistero dell'ombra furtiva. Il giallo investigativo che frantuma della mortalità
Un killer appicca lembi di pelle umana ad alberi e frigoriferi. Coordinano le indagini il commissario Luca Bonsanto e la criminologa Gaia Degli Occhi. Ma nell'ambulatorio di una delle presunte vittime, Gaia scopre indizi contradditori. Vola allora con Luca all'Arthur Finlay College, un castello inglese dove si riuniscono i più celebri medium del pianeta. Ma a risolvere questo e altri misteri sarà la registrazione su nastro, scientificamente documentata, di dialoghi con l'aldilà. Nel corso di sconvolgenti vicende, sarà così indagato anche il nostro rapporto coi semprevivi. Tra Gaia a Luca, intanto, nasce e si sviluppa un difficile amore. -
In concerto
Che cosa si nasconde dietro l'attrazione di Andrea per le ragazze? Quali i rapporti con gli adulti, con i social network, con il mondo del lavoro e con gli amici? La multiformità, l'assurdità, la casualità, in cui sono immerse le vicende della vita, riusciranno a trovare la giusta armonia per risuonare in uno splendido e meraviglioso concerto? L'autore, pertanto, ci invita ad addentrarci in un mondo misterioso e ribelle a qualsiasi inquadramento interpretativo, che a ogni sguardo riserva sorprese e scoperte. -
Drammaturgia privata
"Angela Schiavone in 'Drammaturgia privata' si accosta al verso, alla parola con la sincerità e l'attenzione profonda che le detta l'anima, e lo fa con spasmodica attenzione alla assoluta sincerità della parola, aprendo le vesti della poesia per mostrare il petto nudo di una quotidianità mai banale, ma percorsa da bagliori di ribellione che ne risvegliano ombre improvvise e colme di significato"""" (Aldo Ferraris)." -
Verso te
La raccolta di Salvatore Carvelli va interpretata come un percorso d'amore, suddiviso in tre parti e un'appendice, affrontato dall'io lirico dall'adolescenza fino alla maggiore età. Attraverso una serie di vicende si raccontano le fasi dell'innamoramento, con i tremori e le angosce del ragazzo di fronte al prodigio di un sentimento sconosciuto, potente e misterioso. Nelle parti successive l'esperienza del distacco produce un'atmosfera completamente diversa: la poesia si carica di sofferenza... eppure al fondo, sia pure velato tra le lacrime, rimane un messaggio leopardiano di solidarietà, l'unico in grado di trovare una fiammella di speranza nelle tenebre dell'esistenza. -
Diarietto cattolico
"Certo è che leggere questo """"Diarietto cattolico"""" del giovane Giorgio Casali (classe '86) è di per sé un piccolo miracolo. Alla nostra poesia, e sopratutto ultimamente, manca l'audacia (o forse la consapevole incoscienza che ammette la possibilità del rischio) di scelte fuori dalle logiche di strategia e opportunismo intellettuali così vilmente dilaganti. Di tutto questo l'autore non sembra preoccuparsi e, anzi, si appoggia al verso poetico per alzare la più onesta delle preghiere, con coraggio e umiltà. Pochi testi, a volerci ulteriormente convincere del fatto che le cose più vere sanno anche avere la qualità dell'essenziale, che ci riportano con la memoria ad alcune esperienze di conversione così eclatanti nel nostro panorama letterario: una su tutte quella di Giovanni Testori che, fra l'altro, Giorgio Casali cita in epigrafe ad un testo."""" (Francesco Iannone)" -
Il filo rosso
A tutti capita di smarrirsi nel folto bosco dei sentimenti che si intrecciano e si accavallano. Come il filo di Arianna, il filo rosso dei sentimenti, dell'amore nella molteplicità delle sue varie sfumature guida nel tortuoso percorso esistenziale di ciascuno. Seguendolo si percorre una via non agevole ma, ascoltato il proprio cuore, rielaborato il passato, si può giungere a scelte serene. Proprio il filo dei sentimenti lega le quattro storie che formano il libro, in esso incontriamo: Carlotta, Nora, Giovanna, Marta, figure femminili intorno a cui si incardinano storie avvincenti e complesse, specchio di un modo di pensare, di una educazione, di essere, di tempi e luoghi diversi; personaggi tenaci, forti, delicati, teneri, conformisti e anticonformisti, emblemi di donne vere che affrontano la vita come fidanzate, mogli, madri, amanti, donne che non tradiscono il loro ruolo, quale che sia il prezzo. -
Moran
Alessandro, pittore toscano, compie un affascinante viaggio nell'esotico Kenya alla ricerca del padre scomparso. Gli indizi in suo possesso lo conducono verso un asilo per rinoceronti, dove inizia a vivere e a lavorare come guardiano. Scopre un mondo d'amore e di rispetto incondizionato verso tutti gli animali, ma soprattutto per le specie che troppo spesso vengono uccise per il commercio dell'avorio.