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Santa Caterina Fieschi Adorno e i suoi apostoli di carità. Ettore Vernazza e la venerabile Battista Vernazza
Caterina Fieschi Adorno nacque a Genova nel 1447, discendente di un'antica e potente famiglia feudale, crebbe in un ambiente austero e di severa educazione. Nel 1463, all'età di 16 anni, si sposò con Giuliano Adorno, di ricca famiglia borghese, uomo irascibile e dissoluto. Dieci anni dopo abbandonò la vita mondana intraprendendo la via della purificazione interiore, e attraverso la via spirituale giunse alla dimensione contemplativa di Dio. Il valore della preghiera e il prodigarsi nella carità verso gli infermi e i poveri fu costante. Con la sua bontà convertì il marito che con lei condivise l'attenzione verso i più diseredati. Ettore Vernazza nacque nel 1470 da una famiglia borghese ligure; fu discepolo di Caterina e cofondatore della ""Compagnia del Divino Amore"""" finalizzata all'attività caritativa. La prima opera di questo movimento fu l'istituzione in Genova, nel 1499, del """"Ridotto degli Incurabili"""" per gli abbandonati dalle famiglie e respinti dall'Ospedale della città. La sua attività caritativa si estese agli orfani abbandonati, ai carcerati, alle prostitute disposte a riscattarsi. Nel 1517, l'istituzione da lui fondata dedicata a san Giuseppe, che tuttora esiste, iniziò a svolgere attività assistenziale ed educativa e assistenza medica e farmaceutica a favore dei poveri. Battista (Battistina) Vernazza, figlia di Ettore Vernazza, nacque nel 1497 e fu battezzata con il nome di Tommasina. Ricevette una rigorosa educazione ed entrò ben presto nel Monastero delle Grazie e nel 1511 fece la professione religiosa. Fu maestra delle novizie, poi economa, quindi vicaria e infine priora fino alla morte avvenuta nel 1587. Pregare incessantemente con la mente fissa in Dio fu la caratteristica della sua spiritualità."" -
Monsignor Giovanni Ferro C.R.S.. Arcivescovo di Reggio Calabria e Vescovo di Bova. «Nessuno così Padre»
Il carisma della sua consacrazione religiosa somasca, che guarda al mondo dell'educazione come al campo privilegiato per l'annuncio evangelico, illuminò il suo stile di Vescovo, che si diede tutto a tutti, soprattutto a ragazzi e giovani bisognosi, testimoniando assieme ad una fede profonda una carità operosa, costruendo, così, attorno a sé unità e pace. Il gesto tipico delle braccia allargate nel segno dell'accoglienza amorevole è rimasto impresso nel cuore dei Reggini. -
Beata Elisabetta Canori Mora. Una donna per il nostro tempo
Roma: Elisabetta Canori nasce il 21 novembre 1774 da una famiglia agiata e di profonda fede. In un momento economicamente difficile, nel 1785, i genitori la inviano, insieme alla sorella, a Cascia presso le monache Agostiniane, dove resteranno per quasi tre anni. Ritornata a Roma, Elisabetta comincia a frequentare i salotti della nobiltà. Il 10 gennaio 1796 sposa Cristoforo Mora, il quale pur amando Elisabetta, ben presto manifesta una pericolosa immaturità affettiva, dimostrandosi molto possessivo e geloso. I primi due figli di Elisabetta sopravvivono solo pochi giorni. Intanto il marito comincia a tradire Elisabetta e a essere sempre più assente. Nel 1799 nasce Marianna e due anni dopo Maria Lucina. Elisabetta subisce umiliazioni dal marito infedele e dai famigliari di quest'ultimo che la ritengono responsabile di tutti i guai coniugali. Per mantenere le figlie lavora instancabilmente come sarta. In mezzo a tanta sofferenza, Elisabetta raggiunge altissime vette spirituali, vivendo profondamente l'esperienza delle ""nozze mistiche"""" con il Signore e sperimentando estasi e altri fenomeni mistici. Inoltre, estremamente sensibile ai poveri, agli ammalati, ai bisognosi, si impegna generosamente nella carità. Il 13 dicembre 1807 entra a far parte del Terz'Ordine laicale trinitario. In poco tempo si diffonde la fama di santità di quest'umile donna e tantissime persone, di ogni rango sociale, la cercano per avere consigli e per chiederle l'intercessione nella preghiera. Per tutta la vita cercherà di riportare il marito sulla retta via, con tenerezza e pazienza: solo dopo la sua motte il marito pentito si convertirà ed entrerà in convento. Elisabetta muore serenamente il 5 febbraio 1825."" -
Santa Giulia. Vergine e martire
Le notizie storiche su santa Giulia sono incerte e ci sono varie tradizioni agiografiche legate alla sua vita. Secondo la più accreditata, Giulia, appartenente ad una nobile famiglia, nasce a Cartagine, nel V secolo. Quando il nord Africa cade nelle mani dei Vandali, di credo ariano, i cristiani cattolici vengono perseguitati e costretti ad abiurare la loro fede. La giovane Giulia si rifiuta e perciò viene venduta come schiava. Giulia è comprata da un ricco mercante siriano, Eusebio, il quale con la sua nave fa vela verso la Gallia, ma una tempesta fa incagliare l'imbarcazione sulla costa settentrionale della Corsica, presso il villaggio di Nonza. -
Pietro Giuseppe Triest. Un'icona della carità
Bruxelles (Belgio): Pietro Giuseppe Triest nasce il 31 agosto 1760 in una famiglia benestante. Malines (Belgio): studia a Geel, presso la rinomata ""Scuola latina"""", e all'università di Lovanio, poi decide di diventare sacerdote ed entra nel seminario di Malines. Viene ordinato il 9 giugno 1786. Dopo due anni con incarichi di coadiutore, il 7 dicembre 1788 viene nominato vice-parroco della parrocchia di Nostra Signora sopra il fiume Dijle a Malines. Asse (Belgio): nel giugno 1789 diviene vice-parroco ad Asse e a ottobre 1791 ritorna a Malines nella parrocchia di Santa Maria di Hanswijk. Renaix (Ronse, Belgio): nel 1797 è nominato parroco nella parrocchia di San Pietro a Renaix. A causa della rivoluzione francese, avendo lui rifiutato di pronunciare l'abiura, è costretto a vivere in clandestinità per cinque anni. Nel maggio 1802, in seguito al concordato, può tornare a svolgere il suo ministero pubblicamente. Lovendegem (Belgio): sorti dei contrasti con il sindaco, il Triest, nel febbraio del 1803, è inviato come parroco a Lovendegem. Fonda le Suore della Carità di Gesù e Maria. Gand (Belgio): nel luglio del 1805 gli viene chiesto di trasferirsi a Gand con un gruppetto di suore per curare i malati terminali nella vecchia abbazia di Terhaegen. È nominato direttore dell'ospedale De Bijtoke. Nel 1807 riceve il titolo di """"canonico d'onore del capitolo di San Bavone"""". Si prende cura di poveri, anziani, malati mentali, bambini abbandonati, sordomuti, non vedenti, infermi, fondando istituti all'avanguardia per principi e per metodi. Fonda altre tre congregazioni: i Fratelli della Carità, i Fratelli di san Giovanni di Dio, le Suore dell'infanzia di Gesù. Il canonico Pietro Giuseppe Triest muore il 24 giugno 1836."" -
San Giustino martire
Flavia Neapolis (odierna Nablus in Cisgiordania): san Giustino nasce, intorno al 100 d.C, a Flavia Neapolis, situata in Samaria e fondata nel 72 d.C. dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme da parte dei romani. È cittadino romano di famiglia greca e religione pagana. L'educazione intellettuale e spirituale del giovane Giustino avviene poco prima della metà del II secolo d.C, nell'area dell'Asia Minore. Con l'obiettivo di scoprire la vera sapienza che conduce al bene supremo, Giustino saggia le diverse scuole filosofiche del tempo, rimanendo però insoddisfatto delle risposte dei saggi contemporanei. Intorno al 132 si colloca l'evento che segna la svolta nella vita di Giustino: l'incontro col cristianesimo. Convertitosi a Cristo, sente nel cuore un fuoco che lo spinge a percorrere l'Asia, la Grecia e l'Italia, per diffondere dovunque il cristianesimo. Roma: si stabilisce a Roma, dove apre una scuola. Per prendere le difese di alcuni cristiani condannati a morte ingiustamente, viene a sua volta denunciato e arrestato con l'accusa di essere cristiano. Durante il processo Giustino conferma con coraggio il suo amore a Cristo e si rifiuta di adorare gli dei, per cui viene condannato, insieme ad altri cristiani, alla decapitazione: nell'anno 165 avviene il martirio del grande apologista Giustino. -
Beata Chiara Badano. «Luce d'amore»
Chiara Badano nasce nel 1971. A nove anni scopre il Movimento dei Focolari, e ne fa il suo ideale. Alla fine del 1988 un terribile male incurabile: osteosarcoma con diffuse metastasi. Ha inizio la sua ""via crucis"""" negli ospedali. Chiara si abbandona docilmente e in modo totale alla volontà di Dio. Entra nella gioia eterna di Dio il 7 ottobre 1990. È beatificata il 25 settembre 2010."" -
Gianluigi
Una persona speciale, una persona che è stata capace di seminare il bene perché aveva un sogno: quello di liberare le persone da paure e da nodi interiori, attraverso proposte positive, come lavorare insieme, coltivare bene i prodotti della terra, imparare a essere uniti nel nome di Gesù. Spesso, alla fine di una lunga giornata di lavoro, lo si vedeva passeggiare nei cortili della missione con il suo grosso rosario che sgranava, ricordando le tante persone che si affidavano alle sue preghiere. Introduzione di Dino Franchetto. Età di lettura: da 6 anni. -
Beato Modestino di Gesù e Maria
Domenico Nicola Mazzarella nasce nel 1802. Il 3 novembre 1822 veste l'abito francescano a Piedimonte d'Alife, assumendo il nome di Modestino di Gesù e Maria. Nel 1854, scoppia l'ennesima epidemia di colera: Padre Modestino, offrendo generosamente la sua vita per salvare il popolo napoletano, il 22 luglio contrae il morbo e muore due giorni dopo. Il 29 gennaio 1995 è beatificato da Giovanni Paolo II. -
La chiesa di Sant'Antonio Abate a Quarona. «Dal Monte al Piano». Ediz. a colori
La chiesa, intesa come edificio, è il luogo dove si incontra un'altra chiesa fatta di ""pietre vive"""", come ci rammenta san Pietro. Siamo noi battezzati a formare questa chiesa che ha bisogno di spazi, di luoghi appropriati e di oggetti sacri per celebrare il grande mistero di Dio che ha deciso di abitare con noi."" -
Santi, beati e testimoni della fede nella Chiesa di Palermo
Le nostre Chiese locali non dovrebbero dimenticare di essere oggi il frutto del lungo pellegrinaggio di una comunità credente; noi, cristiani del nostro tempo, dovremmo ricordare di essere bambini sulle spalle di giganti, eredi di una storia di santità che dalle origini ai giorni nostri ci chiama e ci coinvolge... I santi, i beati, i testimoni della fede sono i capolavori che lo Spirito stesso ha suscitato: uomini e donne, fragili come tutti, divenuti Vangelo vivente in una terra e in un’epoca. Di questo flusso di grazia anche Palermo, così come ogni Chiesa locale, è testimone. Numerose sono le personalità straordinarie che hanno illuminato la storia della Chiesa palermitana, dal Vescovo Mamiliano e Rosalia, nei primi secoli, fino a don Giovanni Messina, nel secolo scorso, e al martire don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993. Valorizziamo, dunque, i santi delle nostre terre perché essi ne sono il tesoro, loro che hanno incarnato il Vangelo nelle stesse strade in cui oggi camminiamo, fra la nostra stessa gente. -
Madre Teresa Quaranta. Missionaria del Sacro Costato
Nell'anno commemorativo del 50° anniversario della sua nascita al cielo, con questo pur piccolo lavoro, si vuol rendere omaggio a questa benemerita Madre e, insieme, diffondere la conoscenza della sua figura, della santità della sua vita e delle sue non comuni virtù. -
Giordania. «La porta del cielo»
Le pagine di questa guida offrono notizie storiche e culturali in genere che possono essere preziose sia per coloro che siano in viaggio in Medio Oriente, sia per tante lettrici e tanti lettori che desiderino iniziare un percorso di approfondimento non necessariamente in vista di recarsi in questa zona del mondo. Questa guida aiuta a conoscere le località della Giordania che hanno attinenza con la Bibbia ed in particolare con il Nuovo Testamento. -
San Gaudenzio primo vescovo di Novara
Dal punto di vista strettamente critico di Gaudenzio si sa pochissimo: con molta probabilità egli fu Vescovo di Novara dal 398 fino alla sua morte nel 418. Secondo la più antica tradizione, Gaudenzio era originario di Ivrea, di nobile stirpe. Fortemente attratto, sin dall'infanzia, dalla vita religiosa, divenne sacerdote. -
Pietro
In questo piccolo libro l’autrice presenta la storia di Pietro Gamba, un medico che ha fatto della sua vita una missione verso i campesinos (i contadini) della Bolivia, la sua fede in un Dio fatto uomo e il credere fermamente nella provvidenza lo ha portato a realizzare un sogno che sembrava impossibile realizzare. Età di lettura: da 6 anni. -
San Vincenzo Ferreri. Uomo della Parola, predicatore della verità, apostolo della pace
Valenza (Spagna). Vincenzo Ferreri nasce il 23 gennaio 1350. A circa diciassette anni, nella sua città, entra nell'Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani). Tappe della sua formazione spirituale e culturale saranno anche Barcellona, Lerida e Tolosa. È presto conteso in diverse città come professore e come consigliere e confessore. Avignone (Francia). È chiamato da Benedetto XIII ad Avignone come Penitenziere Apostolico e Maestro-Teologo. Guarito miracolosamente da una grave malattia, Vincenzo lascia il Palazzo dei Papi e si ritira nel convento domenicano di Avignone. Italia. Il '22 novembre 1399, lascia Avignone per dedicarsi ad una missione itinerante di evangelizzazione in Europa: Spagna, Francia, Svizzera e Italia del Nord avranno il privilegio di ascoltare la Parola di Dio da lui annunciata con forza e dolcezza. Più volte attraverserà il Piemonte, la Savoia, la Liguria, la Lombardia, fino a Bologna, impegnandosi sempre nell'appassionata predicazione del Vangelo e nel portare pace tra le fazioni. Migliaia di persone cominciano a seguirlo ovunque. La sua predicazione è accompagnata da innumerevoli miracoli, in particolare di guarigione, e da una speciale capacità di consolare gli afflitti e i sofferenti. Vannes (Francia). Trovatosi, nel 1419, a predicare la Quaresima a Vannes, Vincenzo si ammala e il 5 aprile muore. Qui sono ancora custodite e venerate le sue spoglie mortali. -
Santa Zita vergine
Zita nasce all'inizio del Duecento a Monsagrati in una famiglia povera. Passa l'infanzia e la fanciullezza tra casa, chiesa e lavoro. Le ristrettezze economiche ne condizionano il sano sviluppo fisico; la formazione religiosa cristiana eccellente unita a un'indole amabile e a una straordinaria generosità la fanno ben volere da tutti. A dodici anni entra al servizio della facoltosa famiglia Fatinelli di Lucca. In poco tempo attira la stima e la benevolenza dei padroni di casa: Zita si dimostra operosa, responsabile e onesta nelle faccende domestiche, buona e rispettosa con tutti, pia nella preghiera, generosa con i poveri. Decide nel suo cuore di consacrare tutta se stessa al Signore. Dopo dodici anni di servizio viene messa a capo di tutto il personale della casa. Il 27 aprile 1278, ultrasessantenne, Zita muore ""in odore di santità"""". Sarà canonizzata da papa Innocenzo XII il 5 settembre 1696."" -
In principio è l'amore
Una riflessione sull'amore considerato da prospettive diverse a cominciare dall'amore di Dio per l'uomo, da quando Adamo ed Eva passeggiavano nudi in quel giardino in Eden a oriente ove germogliavano alberi graditi alla vista e buoni da mangiare tra cui l'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male. Prefazione di Costante Scarpellini. -
Santa Marta a Varallo. La chiesa scomparsa. Ediz. illustrata
La chiesa di Santa Marta, a Varallo, fu demolita nel 1931 per consentire un nuovo assetto urbanistico della piazza centrale della città. Molti si potrebbero domandare perché una ricerca ed una pubblicazione su una chiesa che non esiste più, con le numerose altre che ci sono sparse sul nostro territorio. La risposta è molto semplice: per cercare di adempiere a quello che potremmo definire il ""debito della memoria"""". Un contributo per non dimenticare tante pagine importanti della storia, non solo religiosa, ma anche civile e culturale, della nostra Varallo."" -
Padre Lino da Parma
Il 23 giugno 1967, Paolo VI tenne un discorso ai superiori provinciali dei Frati Minori provenienti da tutto il mondo per il Capitolo Generale. Richiamando le linee portanti del carisma francescano, fece il nome di due modelli che lo avevano incarnato. Fra i tanti, grandi di santità e dottrina, scelse questi due: San Francesco e frate Lino da Parma. Questo il passaggio del discorso del Papa: ""Frate Lino, di Parma, è vostro; e quanti fra voi come lui irradiano nel nostro tempo, e non solo nel campo dell'assistenza popolare, ma anche in ogni settore delle umane necessità, in quella religiosa e missionaria per prima, la luce benefica ed amica della carità, inventiva e sollecita, che omnia suffert, omnia credit, omnia sperat, omnia sustinet [Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta] (1 Cor 13,7). Della carità, non vive forse la Chiesa?"""".""