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Aristide Antonas. Ediz. italiana e inglese
Il libro è una sorta di Atlante del lavoro teorico e progettuale di Aristide Antonas sul tema dell'abitare contemporaneo che condivide in rete affinché il suo pensiero diventi bene comune. Digitando il suo nome l'archivio digitale della propria memoria si rivela attraverso le immagini dei suoi progetti conservate sui server dei social network e non solo: parole prima scritte e poi custodite dai blog, suggestioni provocate dall'osservazione del reale, raccolte nel tempo in tante scatole virtuali. Questo libro si propone di riordinare tutti questi frammenti in una narrazione continua per creare un percorso all'interno dell'archivio che porterà a scoprire un altro possibile significato per l'architettura come luogo dell'interpretazione della contemporaneità, è un pretesto per una riflessione più ampia sul mondo che sta cambiando, su come sia possibile progettare non seguendo le leggi di mercato. -
Una ragazza che suonava
Questo libro è la storia autobiografica di un architetto che parla di architettura in modo semplice citando Loos, Siza, Barragan, Ungers, ma anche di musica, di Chopin e Mozart. Parla soprattutto di gente comune che in vario modo ha contribuito alla sua formazione universitaria e professionale e di tutti coloro che sono entrati nella storia dei progetti e ne hanno determinato la buona riuscita. Figure spesso ignorate ma che consentono alle idee di prendere forma, di diventare realtà costruita. Di diventare musica costruita. Un racconto spontaneo ed immediato che incrocia lati personali e legati a ricordi perduranti con riflessioni intense, condivisibili e di grande sincerità, come un'architettura che si disvela pian piano e fa conoscere le proprie tracce materiche. -
Architettura sacra. Paolo Zermani. Ediz. italiana e inglese
Salvo rare eccezioni, la vicenda dell'architettura sacra in Italia ha messo in evidenza una diffusa frenesia degli architetti di affermare una personale interpretazione del tema, attraverso stravaganti soluzioni generate, talvolta, da confuse rielaborazioni delle forme liturgiche, condizione che rende ""impossibile distinguere visualmente tra un cinema e una chiesa"""". Zermani, viceversa, lavora ai propri progetti con la consapevolezza che l'architettura sacra deve essere interpretata come il frutto di un cantiere ininterrotto ove si richiede la consapevolezza di un orizzonte temporaneo, ma non occasionale, di uno scenario frammentato e incerto, che tuttavia non giustifica licenze. """"Il principio di fondo dei miei progetti - scrive Zermani - rimane, come da sempre è stato per gli architetti della cristianità occidentale, quello di rivelare, nell'edificio, la croce. La manifestazione della croce, gradualmente acquisita come elemento tipologico, è la cruna entro cui lo spazio sacro continua ad avverarsi""""."" -
Casa Brown. Una architettura di Stefano Staffa a Bastia Umbra
Casa Brown rappresenta il tangibile manifestarsi di un percorso significativo per raggiungere la piena concretezza della costruzione, la sua ""consistenza materiale"""", in grado di esprimere con chiarezza la natura stessa di un progetto, la solidità delle idee che ne sono alla base. L'edificio, senza mimetismi e adottando l'eloquio contemporaneo, riesce pienamente a stabilire un dialogo fatto di allusioni e sottintesi, espresso con sincera affettuosità, verso l'edificio preesistente e con l'ambiente circostante tanto da essere definito """"la casa delle conifere""""."" -
Paesaggio paesaggi. Vedere le cose
Nel gran discutere di ""paesaggio"""", di """"tutela del paesaggio"""", di paesaggio come """"bene comune"""", si avverte un rischio di eterogenesi dei fini, si creano, cioè, le premesse per ridurre questi discorsi a semplici retoriche che lasciano in fondo mano libera al saccheggio e alla distruzione dell'ambiente. Questa situazione dipende da un dato essenziale: il """"paesaggio"""" non è una """"cosa"""", piuttosto è un """"modo di vedere le cose"""". Dunque non può essere semplicemente tutelato, come si trattasse di una rendita, dato che la reificazione del paesaggio ne determina l'immediato assorbimento nel circuito di valorizzazione privata. La prima intenzione di questo volume è essenzialmente """"politica"""", connotato da uno sforzo teorico, un approccio largo, che rimette in discussione i termini stessi della questione. Il volume si avvale dei saggi di Marco Assennato e Anna Longo e di un piccolo apparato iconografico: """"immagini di paesaggi"""" di un'artista, un cineasta, un designer, un architetto, un musicista ecc."" -
Collaborations. Tatiana Bilbao. Ediz. italiana e inglese
"Il volume prende in esame recenti progetti dell'architetto messicano Tatiana Bilbao in cui emerge un rapporto sostanziale e vitale con la geometria delle forme, un rapporto quasi magico; la forma con le sue regole instaura un doppio legame con il luogo e con gli spazi funzionali del progetto. Il suo è un lavoro che non svolge mai da sola, sempre con altri colleghi, spesso con artisti e sempre condiviso con le maestranze che lo realizzano. Più collaborazione, più lavoro: un'idea che fa venire in mente l'efficienza del cantiere medievale delle cattedrali di cui non conosciamo alcun autore."""" (dall'introduzione di Michela Esposito)" -
Drawn memories. Ediz. italiana e inglese
"Drawn memories"""" è un libro che ne racchiude due, uno in inglese l'altro in arabo. Un diario di pensieri e disegni di luoghi visitati. L'autore è famoso per le spedizioni intraprese in tutto il mondo per realizzare disegni, che l'hanno portato in modo particolare a visitare i paesi del Mediterraneo e a esplorare a fondo l'Italia." -
Opaco Mediterraneo. Modernità informale
La ""mediterraneità"""", che costituisce il filo rosso di questo libro, è considerata una condizione spaziale dell'architettura contemporanea, caratterizzata da una dimensione di """"opacità"""" che discende, direttamente o indirettamente, dagli ambienti urbani e dalle architetture vernacolari dell'area mediterranea. La tesi proposta è che molte strategie operative della progettazione architettonica contemporanea abbiano origine dall'adozione, da parte di alcuni maestri del Movimento Moderno, dei processi di costruzione tipici dell'ambiente tradizionale mediterraneo. Esemplificativo è il lavoro di Le Corbusier che s'innamorò del paesaggio di quest'area proponendo una modernità ispirata alla sua architettura, sia a quella alta del classicismo che a quella bassa e ambigua dei contesti popolari. Un altro esempio è la figura di Bernard Rudofsky che introdusse ed esaltò l'edilizia vernacolare mediterranea come modello possibile di un'architettura astorica, basata sulle esigenze degli abitanti."" -
Anna e Lawrence Halprin. Paesaggi e coreografie del quotidiano
Il libro propone una riflessione sul progetto dello spazio pubblico come architettura dei comportamenti e come luogo performativo, a partire dalla ricognizione di alcune esperienze didattiche, di ricerca e progetto del paesaggista Lawrence Halprin e della coreografa e danzatrice, sua sposa, Anna Schumann, collocate nella decade dei Sessanta. Sono workshop e attività didattiche (Experiments in Environment, 1966-1971), ricerche teoriche e codifiche metodologiche (Motation, 1965 e rsvp Cycles, 1969), nonché opere tra le più significative dell'architettura del paesaggio del Novecento (Sequenza di spazi pubblici di Portland, 1963-1970), tutti tra loro intrecciati. Il libro li documenta e illustra, con materiali provenienti dall'archivio The Lawrence Halprin Collection, dell'Architectural Archive of University of Pennsylvania di Philadelphia. -
Quindici anni di vita e di lavoro con l'amico e maestro architetto Giuseppe Terragni
Luigi Zuccoli ha lavorato con Giuseppe Terragni praticamente per tutto il corso della sua breve ed intensa carriera, i quindici anni a cui fa riferimento il titolo di questo volume. In questa asciutta autobiografia vengono rievocate, con la precisione del testimone oculare, le vicende che portarono alla costruzione di alcuni capolavori del XX secolo, il Novocomum, la Casa del Fascio di Como, casa Giuliani Frigerio e i retroscena di alcuni progetti che occupano pagine importanti nelle storie dell'architettura, quali i concorsi per il Palazzo del Littorio, il Danteum, il quartiere residenziale di Rebbio. Zuccoli tratteggia con efficacia il clima straordinario della Como di quegli anni, il ""Gruppo Como"""", le figure di architetti quali Lingeri, Asnago, Cereghini, Sartoris; pittori come Radice, Nizzoli e Rho, il loro operare nel quadro delle avanguardie italiane ed europee mentre il vasto dramma della Seconda Guerra Mondiale sconvolge l'Europa, l'Italia e la vita di molti di quei protagonisti. La nuova edizione è completata da saggi di Luca Lanini, Giovanni Menna, Valerio Paolo Mosco, Franco Purini e da un ricordo di Carlo Zuccoli."" -
Come giardini. Alphaville architects. Ediz. italiana e inglese
Questo libro racconta dodici recenti architetture di Alphaville. La ricchezza di contenuti condensati in questa collezione si apre a molte interpretazioni, quella proposta in questo volume è di guardare alle architetture di Alphaville come a dei giardini - giardini in metafora - interni e compressi nella dimensione spaziale e concettuale dell'edificio. L'originale ricerca di Kentaro Takeguchi e Asako Yamamoto rivisita e riedita una serie di modalità compositive elaborate in seno all'architettura del paesaggio tradizionale giapponese: Soglia-Shakkei, Misura-Shukkei, Obliquità-Sumikake, Corpo-Sharawadgi. Il giardino vi è assunto come repertorio di figure del comporre, che informano il progetto di architettura, a prescindere dalla pertinenza tematica. -
Il clima come materiale da costruzione e altri scritti su Le Corbusier
Il volume raduna alcune riflessioni sul ruolo del clima nell'approccio progettuale di Le Corbusier da Chandigarh a Ahmedabad, che sembrano diventare ancora più urgenti in epoca di ""Climate Change"""", intervallate da un intervento sul quartiere Frugés a Pessac e da una ricerca che vede l'opera di Le Corbusier come snodo determinante tra architettura storica e architettura contemporanea. Infine due lezioni che introducono alla comprensione della centralità di questo maestro del novecento. Parole come ricerca e didattica, che rischiano di diventare slogan sia nelle università che nella professione di architetto, trovano qui un focus nella grande opera dell'architetto di La-Chaux-des-Fonds, scomparso appena cinquanta anni fa nelle acque del Mediterraneo."" -
La città paesaggio. 1925-2015
La città paesaggio è la company town di Dalmine, progettata tra il 1925 e il 1944 dall'architetto Giovanni Greppi con la coerenza di un disegno unitario portato a compimento in un ventennio. La storia di Dalmine raccontata in questo libro coincide con gli anni e con l'esperienza che ha vissuto la più anziana dei suoi abitanti. Questa corrispondenza anagrafica introduce un primo tema che sta sullo sfondo della ricerca: più che un passato da osservare con nostalgia, il racconto che si sviluppa nel libro, ed i continui rimandi che testi, oggetti, documenti e disegni aprono nel flusso delle immagini fotografiche, descrive un eterno presente. Una dimensione temporale continuamente viva, che si rinnova e che non conosce oblio, quella di una città giardino, contraddistinta dalla straordinaria vegetazione arborea dei suoi quartieri, dalla presenza delle sue architetture monumentali e dal paesaggio naturale del fiume Brembo, un ecosistema ancora oggi preservato e frequentato dalla comunità. Questo libro è l'esito di una ricerca etnografica e fotografica condotta tra il 2013 e il 2015, in cui la fotografia permette di planare sui luoghi e sui ricordi, di compiere uno scavo nel tempo. -
Warum Florenz? o delle ragioni dell'espressionismo di Michelucci, Ricci, Savioli e Dezzi Bardeschi
Perché Firenze? Perché proprio a Firenze si rintracciano le maggiori fioriture ""espressioniste"""" del panorama architettonico italiano del secondo Novecento? Il saggio, muovendo dall'urgenza di fare un poco di chiarezza intorno a una presunta e leggendaria """"scuola fiorentina"""", prova a indagare le ragioni storiche e geografiche di quella """"tensione"""" espressionista che ha contrassegnato le personalità più rappresentative della scuola di architettura di Firenze: Giovanni Michelucci, Leonardo Ricci, Leonardo Savioli, a cui l'autore aggiunge Marco Dezzi Bardeschi. Partendo dalle Biennali veneziane, in cui forte soffiava il vento delle varie Secessioni, si giunge a quella congerie di pulsioni idealistiche ed estetizzanti che era la Firenze a cavallo del secolo, dove, tra il «Leonardo», Böcklin e D'Annunzio, Michelucci compiva il suo apprendistato."" -
Manthey Kula
I lavori dello studio norvegese Manthey Kula, formato da Beate Hølmebakk e Per Tamsen, sono stati in gran parte progetti con fini pratici e programmi semplici. Nonostante il loro ambito utilitaristico, sono edifici che hanno una specifica qualità scultorea dove l'idea formale si identifica in un concetto strutturale adeguato al suo sviluppo. La struttura si manifesta come matrice dello spazio ma anche come potenziale narrativo e poetico. Ne consegue la scelta di lavorare con strutture a vista trovando una forte espressività in dettagli scarni e forti. Il volume ripercorre, attraverso i numerosi progetti presentati, il processo progettuale dello studio, analizzandolo dal punto di vista della costruzione, della narrazione e rappresentazione e infine dell'insegnamento, luogo privilegiato della loro ricerca. -
Rural urban framework. Ediz. bilingue
Il volume presenta i progetti di Rural Urban Framework, il collettivo no-profit di architetti con sede presso l'Università di Hong Kong e guidato da Joshua Bolchover e John Lin, il cui lavoro parte da un'attenta analisi dell'urbanizzazione recente innescata dai villaggi e dai collettivi rurali in Cina per fondare un lavoro processuale e partecipativo dove l'architettura non può mai considerarsi un prodotto finito (come spesso siamo abituati in Occidente) ma un elemento relazionale aperto al contesto in cui si trova ad operare. -
Borgate romane. Storia e forma urbana
Nate in territori di frontiera tra la città e la campagna, le borgate realizzate dall'Istituto Case Popolari dalla seconda metà degli anni Trenta hanno conservato nel processo di espansione urbana una loro distinta identità e sono oggi tra i luoghi più affascinanti e vitali della periferia romana. Seppur afflitte da profondi problemi, nonché prigioniere di antichi e mai del tutto sopiti pregiudizi, appaiono come isole dalle qualità e dalle risorse inaspettate nella marea urbanizzata della capitale. La bassa densità, la generosità degli spazi aperti e il loro rapporto misurato con il costruito, sono i caratteri distintivi delle borgate ""ufficiali"""", risultato di una fertile sperimentazione sulla città in grado di riallacciarsi sia alla tradizione italiana del disegno urbano sia alle ricerche più avanzate del Movimento Moderno. Il volume, arricchito di numerose foto storiche e dello stato attuale, di planimetrie, schemi compositivi e di un ampio e documentato regesto, ricostruisce la storia delle borgate dal fascismo al dopoguerra, i principi insediativi, i caratteri tipologici e i temi figurativi."" -
Capolavori. 12 architetture fondamentali di tutti i tempi
Questo libro nasce da un dialogo di molti anni fa tra Roberto Masiero e Livio Vacchini. La domanda iniziale era: ""Quali opere ti hanno fatto vedere con chiarezza i problemi dell'architettura, che poi hai provato a risolvere nelle tue stesse opere?"""". Vacchini ha così ripercorso la sua stessa autobiografia architettonica consegnandoci delle riflessioni con le quali possiamo continuare a misurarci non per trovare delle sintonie con Vacchini, ma per dare al progetto di architettura la dignità che nasce solo se la consideriamo """"questione mentale"""" e sintesi tra una dimensione teoretica e una tecnico costruttiva. Livio Vacchini se ne è andato dieci anni fa. Le sue opere, che sfuggono a qualsiasi definizione o collocazione storico critica, continuano a porci delle domande che non riguardano solo il Contemporaneo dell'architettura, ma la sua stessa natura e la sua storia, una storia senza tempo. Prefazione di Roberto Masiero, postfazione di Maura Manzelle."" -
Spazi sacri che danno da pensare. Ediz. italiana e inglese
Il volume presenta tre opere di natura ecclesiale. Si tratta di un allestimento per S. Maria Annunciata a Milano di Dan Flavin, la cappella di S. Miguel Arcángel al barrio Cerrito ad Asunción (Paraguay) di Javier Corvalán e la cripta della Cattedrale di Caserta di Francesco Venezia. La prima è un intervento di uno dei grandi padri del minimalismo americano che ridisegna con i suoi neon lo spazio della chiesa progettata da G. Muzio nel 1932. La seconda è una cappella di un architetto paraguaiano capace di far vivere con intensità la passione civile prima che religiosa di un progetto ecclesiale. La terza è il ridisegno di una cripta da parte di un architetto di grande qualità come Francesco Venezia che con straordinaria sensibilità rimodella la luce, i colori, i materiali, per rendere suggestivo un mondo ipogeo. Quello che emerge nella singolarità delle opere, nella loro esemplarità, è l'urgenza di riflettere intorno alla relazione tra la spiritualità, la religiosità e il problema, forse il più drammatico, che sta attorno alla domanda: ""Che cosa è accaduto del sacro?"""". I testi sono di Tiziano Scarpa, Esteban Bedoya, Francesco Venezia, il saggio introduttivo di Roberto Masiero."" -
Forme della città contemporanea. Frammenti di visioni urbane
Il volume è frutto di una ricerca che si inquadra in un filone di studi di progettazione architettonica e urbana che, partendo da una tradizione specificamente italiana - e tuttavia ricca di significative ricadute e ramificazioni internazionali - è attenta a descrivere e costruire relazioni interscalari tra architettura, città e paesaggio. In particolare, in costante dialettica sia con il pensiero espresso dalla cultura contemporanea, sia con le accidentate condizioni di costante trasformazione fisica del territorio, la teoria e le strumentazioni tecniche della ricerca progettuale sono in continuo affinamento per proporsi come modo della conoscenza e della descrizione della realtà e come strumento per il governo della forma fisica dello spazio antropizzato. Le relazioni tra gli elementi formali del territorio, non solo crescono esponenzialmente, ma sono descrivibili attraverso molteplici strutture formali autonome e compresenti, nello spazio e nel tempo, che riorganizzano dinamicamente gli stessi elementi secondo diverse scale, diverse velocità, diversi ordini di relazioni.