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Mickey. Uomini e topo
Il mondo di Topolino raccontato da uno scrittore che, per lavoro e passione, è autore delle sue mirabolanti vicende. Il rapporto che lega il topo più celebre della storia a Tito Faraci è fatto di un vero dialogo in cui lo sceneggiatore immagina avventure e comportamenti del suo piccolo e celeberrimo eroe. Lo fa quotidianamente e tra i due non poteva che nascere una relazione del tutto particolare. Tito Faraci ci racconta il suo Topolino con una penna sognante e fantasiosa, capace di donarci uno sguardo nuovo sul mondo del fumetto e i suoi tanti abitanti. Un Topolino come non lo abbiamo mai letto, raccontato in prima persona da chi, ormai da anni, parla con lui. ""La mia vita con Topolino. Prima e dopo essere diventato un fumettista. Le storie che ho letto, quelle che ho scritto. Quello che ho raccontato di lui, a volte anche per difenderlo dall'accusa di essere """"antipatico"""" e """"perfettino"""". È tempo di fare giustizia. Tutta la verità su Topolino: reale e inventata""""."" -
La mafia siamo noi
Spesso si parla di “infiltrazione” delle mafie, come se qualcosa di infetto entrasse in un tessuto sano, ma sono tante le fasce della società invischiate nella rassicurante zona del compromesso e della contiguità. La mafia è una presenza pervasiva, una rete che tiene insieme le molte figure che fanno funzionare l’economia, la politica, la società: piccoli e grandi imprenditori, uomini di chiesa, professionisti, manovalanza, funzionari, pedine mute che lasciano che le cose accadano, senza reagire. La mafia siamo noi che non ci chiediamo cosa accade dietro le quinte, cosa provocano i nostri consumi, le nostre serate in discoteca e nei ristoranti alla moda, chi finanziano e quale sistema rafforzano. Il primo passo è conoscere la realtà che ci circonda, farci carico dei problemi del nostro territorio. Seguendo il percorso delle inchieste, Sandro De Riccardis disegna una mappa del fenomeno mafioso e del movimento antimafia tra il nord e il sud, raccontando le storie di chi – con «sottile coscienza» – custodisce lo spazio in cui vive e decide di agire. Libero Grassi, Renata Fonte, Angelo Vassallo, Lea Garofalo, don Pino Puglisi, Rosario Livatino, Hyso Telharaj, Cortocircuito, WikiMafia, e tutti gli altri ci dicono che l’impegno condiviso di cittadini che credono in un progetto di riscatto è più forte della paura e dell’intimidazione. -
La ricchezza nascosta delle nazioni. Indagine sui paradisi fiscali
I paradisi fiscali custodiscono capitali per almeno 7.200 miliardi di euro. Una cifra che corrisponde a circa l'8% del patrimonio finanziario mondiale. L'opacità finanziaria è all'origine delle crescenti ineguaglianze economiche e, senza che nessuno sembri accorgersene, costituisce una seria minaccia per le democrazie moderne fondate su un contratto fondamentale: tutti devono pagare le tasse su una base equa e trasparente. Le disparità sociali e le ingiustizie prosperano con facilità in un mondo in cui la ricchezza viene occultata e protetta in modi illegali. Gabriel Zucman, economista francese dell'Università di Berkeley, ricostruisce la storia dei paradisi fiscali e racconta in modo semplice e diretto come funzionano e come sono organizzati. Dove si nascondo i soldi? Chi li gestisce? Che effetto hanno sull'economia globale? ""La ricchezza nascosta delle nazioni"""" è però soprattutto un libro propositivo, perché ipotizza nuove modalità di controllo e di risposta da parte delle nazioni che vedono erose le proprie entrate per colpa dei paradisi fiscali. In un clima di illegalità diffusa e incontrollata, a perderci sono i cittadini onesti cui, sistematicamente, ogni giorno viene portato via un pezzo di futuro."" -
Joseph Pulitzer. L'uomo che ha cambiato il giornalismo
Pulitzer. È sufficiente il nome perché la mente vada al premio che, da un secolo, è il più ambito nel mondo dell'informazione e incarna l'idea di un giornalismo rigoroso e autorevole. Il premio Pulitzer nasce grazie al lascito di Joseph Pulitzer, uno dei più influenti editori e giornalisti di tutti i tempi, immigrato ungherese che, nel 1864, approdò negli Stati Uniti con pochi soldi e molta intraprendenza. Uomo di straordinario talento, Pulitzer occupò la scena pubblica americana per anni, ingaggiando battaglie e polemiche dalle colonne del suo giornale, il «World». Il suo modo di intendere il giornalismo era rivoluzionario, così come la sua costante ricerca dei migliori cronisti che sottraeva ai giornali concorrenti. Anni di lavoro indefesso lasciarono su di lui i segni della fatica e Pulitzer, ancora giovane, perse la vista e venne colpito da una grave malattia nervosa. Nei suoi ultimi mesi di vita, passati lontano dal mondo, ma sempre con l'assoluto controllo del giornale, fa la sua comparsa l'autore di questo libro, Alleyne Ireland, viaggiatore e «uomo di mondo» inglese, il quale entra a far parte della schiera dei segretari di Pulitzer. Sono mesi in cui Ireland scopre il genio di quest'uomo, ne subisce il fascino e le vessazioni, avendone in cambio jun immenso appagamento intellettuale. Nel 1914 Ireland scrisse questo libro che mette insieme ammirazione per il suo datore di lavoro e sorpresa di fronte alla grandezza; un ritratto potente e raffinato di un uomo che ha segnato la storia. -
Bob Dylan. Il fantasma dell'elettricità
Un’autobiografia per interposto cantante, una lettera d’amore, un corpo a corpo romanzesco con un volto e una voce, che ci racconta moltissimo di Bob Dylan, ma anche del nostro rapporto con il mistero della musica.rnrn“La discografia di Bob Dylan non esiste. Non c’è, non sussiste, non respira su questo pianeta. Agente, è inutile che lei vada a cercare l’elenco cronologico dei dischi pubblicati in vita – studio, live, antologie, omaggi, eccetera – su Wikipedia, perché quello è un elenco fantasma. Devo essere più chiaro? Non ha un senso, non ha un significato. Sì, certo. I dischi esistono, hanno una consistenza fisica, e sono apparsi in quell’ordine. Eppure sono fantasmi. Dylan non è un cantante, ma un flusso musicale, una tradizione che si protrae, un ininterrotto dialogo tra quello che è stato e quello che sarà nella musica americana. Sì, certo, ho bevuto molto e ora sto per dirle che Dylan esisteva ben prima che esistesse Dylan e lei, agente, non capirà. Ma non importa. Non capire a volte è importante, è l’inizio delle cose belle.”rnrnIl fantasma dell’elettricità è un’autobiografia per interposto cantante, una lettera d’amore, un corpo a corpo romanzesco con un volto e una voce, che ci racconta moltissimo di Bob Dylan, ma anche del nostro rapporto con il mistero della musica. -
Cantona. Come è diventato leggenda
Eric Cantona è una persona estremamente sensibile.rnrnRaccontare Cantona non è un gioco. Daniele Manusia lo fa.rnrn“Il volume di Manusia è una perla di umanità e sport” - Finzioni magazinernrn“È più un romanzo che una fredda biografia, perché c’è suspense, c’è azione, ci sono cadute e uscite di scena e rientri scenografici e botte-e-risposta” - Rivista StudiornrnEric Cantona ha smesso di giocare a calcio una prima volta a ventiquattro anni, poi una seconda a trenta. Ha preso a calci e pugni un tifoso del Crystal Palace nel gennaio del 1995 ed è stato squalificato per otto mesi. Ha scagliato il pallone su un arbitro che gli aveva fischiato un fallo contro nel 1991. Ha gettato a terra la maglia dell’Olympique Marsiglia durante un’amichevole di beneficenza. Ha dato del sac à merde ad Henri Michel, allenatore della nazionale francese, nel 1988.rnrnEric Cantona è una persona estremamente irritabile.rnrnEric Cantona ha recitato in una ventina di film e molte pubblicità. Ha fatto un film con Ken Loach. È il direttore sportivo dei New York Cosmos. Dipinge e colleziona quadri da quando ha vent’anni. Ha pubblicato libri di fotografie in bianco e nero. Nel 2010 ha provato a far crollare il sistema bancario invitando tutti a ritirare i propri risparmi il 7 dicembre. -
Intima convinzione. Come sono diventato europeo
«Ho scritto queste pagine in modo quasi febbrile, come chi grida “al fuoco” vedendo l’incendio all’orizzonte: la rinascita dei nazionalismi, la disaffezione verso l’Unione, il crescente rifiuto dell’idea stessa di unità delle nostre nazioni. Tuttavia, non avrei mai immaginato che si sarebbe propagato così in fretta. Quello che il dopoguerra pensava di aver seppellito per sempre – frontiere, identità etniche e religiose, paura dell’altro e ripiegamento su sé – torna e sta prendendo il sopravvento. Di elezione in elezione, sono sempre più numerosi coloro che si rifiutano di accettare che, da solo, nessuno dei nostri paesi è in grado di raccogliere le sfide di un mondo nuovo e che, volgendo le spalle all’unità, corriamo incontro al declino. Se vogliamo scegliere il nostro destino, se vorremo davvero “un’altra Europa”, le nostre libertà ci offrono ogni mezzo utile a questo scopo. L’Europa non esiste come stato di natura, ma deve esistere come frutto della nostra volontà. Né utopia né ideale romantico, ma convinzione realistica che deve farci pensare, per esempio, a una politica industriale europea, una Difesa europea. Le radici di questa convinzione affondano in una rigorosa analisi dei fatti e, nel contempo, nel mio essere stato testimone diretto di rotture e ricomposizioni storiche. Niente è impossibile, se solo lo vogliamo.» -
Giorni di grazia. La mia storia
Nel percorso umano e sportivo di Arthur Ashe si intrecciano molte storie. Dalla nascita in una Virginia ancora soggetta alle leggi della segregazione razziale, alle difficoltà di farsi strada nel mondo del tennis, da sempre appannaggio dei bianchi, la vita di Ashe si è scontrata con la fatica di doversi guadagnare il rispetto degli altri. Amato da tutti, corretto in campo e fuori, attento a dare sempre il meglio di sé, il campione di Richmond è stato uno dei tennisti più apprezzati dal pubblico. Vincitore di tre tornei del Grande Slam, capitano in Coppa Davis negli anni di Connors e McEnroe, amico di Nelson Mandela, idolo di tennisti più giovani, nel 1988 contrasse il virus dell'Hiv a causa di una trasfusione, in anni in cui la malattia stava mietendo le prime vittime e portava con sé un immaginario di nuova peste del secolo. Ashe non lasciò che la malattia distruggesse la sua voglia di combattere e negli ultimi anni di vita scrisse questo libro che è insieme un testamento vitale, un racconto del periodo d'oro del tennis e un'autobiografia sincera e struggente. Il libro si chiude con una commovente lettera alla figlia Camera. -
Don Milani. Parole per timidi e disobbedienti
Cos'è cambiato nei cinquant'anni passati dalla pubblicazione di Lettera a una professoressa? Che cosa succede se quella Lettera viene riportata oggi sui banchi di scuola, data ai ragazzi da leggere e da discutere? Andrea Schiavon lo ha fatto, intrecciando la vita e gli scritti di don Milani con i problemi, le aspettative e i sogni degli studenti di oggi. «E se io non rientrassi in un numero che va dallo zero al dieci?» chiede uno di loro, interrogandosi sui voti. «Come può funzionare un sistema dove gli insegnanti non hanno voglia di insegnare e gli studenti di imparare?» domanda un altro. I capitoli che raccontano don Milani si alternano a quelli in cui i ragazzi scoprono la forza della Lettera, esplorando le possibilità della scrittura collettiva, in un dialogo che unisce il tempo di ieri a quello del nostro presente. -
Una vita cinese. Vol. 2: Il tempo del partito
“Il tempo del Partito” è il secondo volume della trilogia “Una vita cinese”, un viaggio nel tempo in cui la vita dell'autore scorre parallela alla storia della rossa superpotenza mondiale tra nostalgia e consapevolezza. 1976, la Cina è in lutto: il grande timoniere, Mao Zedong, è morto. Disorientati, sconcertati, i cinesi sono sotto shock. Che ne sarà della rivoluzione culturale? Una nuova aria soffia sulla Cina, una nuova epoca è iniziata. La famiglia di Xiao Li è sparpagliata per accondiscendere al modello rivoluzionario: il padre si trova in un campo di rieducazione, la madre lavora in fabbrica, la sorella è andata in campagna a difendere la rivoluzione, Xiao Li è nell'esercito popolare di liberazione ed è arrivato per lui il momento di entrare nel partito. Prefazione di Pierre Haski. -
Sulle spalle dei giganti. La mia Harlem: basket, jazz, letteratura
Il ritratto di un campione indimenticabile, del suo modo di vedere il mondo e della sua straordinaria formazione umana e culturale.rnrn«Jabbar ci regala la sua lettura del Rinascimento di Harlem e lo fa con una storia toccante che parla di tempo e di cultura» – Muhammad AlirnrnIl libro ripercorre la vita e la storia di Harlem, ""capitale non ufficiale di una nazione non ufficiale"""", quella degli afroamericani che proprio nel quartiere newyorkese diedero vita a un possente movimento culturale e di riscossa civile. Passato alla storia con il nome di """"Harlem Reinassance"""", quello vissuto a New York tra gli anni Venti e i Quaranta è il vero rinascimento di un popolo che da lì è partito per ricostruire e ritrovare il proprio posto nella società americana. Ad Harlem sono nati grandi scrittori e una nuova idea di letteratura, è esploso un modo di fare jazz che ha conquistato il mondo e lì è stata fondata la prima squadra di basket composta interamente da neri – i Rens – che ha sfidato le leggi razziali e le squadre dei bianchi. Nel libro Kareem racconta questo mondo e lo fa alternando capitoli storici a capitoli autobiografici in cui parla della """"sua"""" Harlem, del """"suo"""" jazz e, soprattutto, del """"suo"""" basket, imparato prima sui campetti e poi nelle tante vittorie sui parquet della nazione."" -
Pillole. Storie di farmaci, medici, industrie
Costi, benefici, pubblicità, investimenti, informazioni. Il percorso del farmaco è fatto di tanti aspetti e di decine di passaggi cruciali che permettono a una pillola di arrivare alla sua destinazione: il paziente. Cosa succede però in questo tragitto, e cosa sta cambiando negli ultimi anni nel mondo di Big Pharma? Pillole non è solo un libro di denuncia su come vanno le cose, ma è uno sguardo attento e competente sui diversi elementi che ruotano attorno al mondo della sanità, perché un ""sano scetticismo"""" è lo spirito migliore per affrontare le promesse dell'industria farmaceutica. Tra scandali, tentativi di nascondere dati e soldi spesi per promuovere i propri prodotti, le industrie cercano di ottimizzare gli utili trascurando la componente etica del loro lavoro. Ma qual è l'equilibro tra il diritto (sacrosanto) di fare utili di un'azienda e l'utilità sociale dei suoi prodotti? Esiste una risposta univoca? Attraverso storie esemplari, racconti di casi paradigmatici, ma anche di buone pratiche italiane e internazionali, Guido Giustetto e Sara Strippoli restituiscono una mappatura del variegato universo fatto di medici, industrie, pillole per permettere al paziente di aprire gli occhi con più consapevolezza quando qualcuno si sta occupando della sua salute."" -
La crepa
Dopo tre anni di viaggio, decine di articoli e un World Press Photo, il fotografo Carlos Spottorno e il giornalista Guillermo Abril decidono di dare una nuova forma narrativa alle 25.000 fotografie e ai 15 taccuini di appunti nati per raccontare ciò che succede sulle frontiere dell’Unione europea. Prende così forma La crepa, un libro a metà strada tra graphic novel e foto giornalismo, tra diario e reportage, in cui si affronta il grande tema della nostra contemporaneità: lo scontro e l’incontro tra i popoli. -
Lanterne in volo
Erano passati dieci anni da quando Dahai aveva sepolto il suo diario. Il taccuino in pelle lo aspettava nella terra secca ai piedi di un pino, in cima al monte dietro la casa della sua infanzia. Dahai lo aveva interrato a dìciott'anni, in una scatoletta scura di teak che serviva per conservare il tè, insieme a un pacchetto di sigarette e a qualche vecchia fotografia. Nato nel 1985, Dahai era un figlio della nuova Cina. La sua era la prima generazione a non avere ricordi di Tiananmen, una generazione di figli unici, in un paese che cresceva veloce quanto loro: nati nel suo presente vorticoso, eredi del suo futuro incerto. Questa è la generazione che cambierà la Cina e il mondo: trecentoventi milioni di giovani, più dell'intera popolazione degli Stati Uniti. Dahai, figlio di un militare che sfoga curiosità e insoddisfazione online, «ripostare è potere»; Xiaoxiao, hipster del gelido nord che sfida la regola che ancora oggi vuole le donne sposate presto, prima di tramutarsi in scarti; Snail, schiacciato da un serio problema di dipendenza dai videogiochi online e motivato dal desiderio di lasciare la campagna; Fred, figlia di un uomo del Partito e studente di Scienze Politiche negli Stati Uniti; Mia, ribelle fashionista che si tatua un AK-47 e frequenta gli stessi locali di Pechino dove suona Lucifer, aspirante celebrità che abbandona il punk per il pop e i reality. Nati tra il 1985 e il 1990, come i ragazzi di ogni latitudine vogliono uscire di casa, trovare un lavoro, innamorarsi. Alee Ash segue i sei personaggi e i loro sogni con empatia: sono suoi coetanei, la loro storia è anche la sua. -
Una vita cinese. Vol. 3: tempo del denaro, Il.
"Una vita cinese"""" è l'autobiografia a fumetti dell'artista Li Kunwu, disegnata da lui stesso e scritta a quattro mani con P. Òtié. Un'opera in tre volumi che racconta la Cina dall'interno, dalla presa di potere di Mao Zedong a oggi. """"Il tempo del denaro"""" è dedicato ai travolgenti anni del boom economico, dagli anni ottanta fino ai giorni nostri. Quando la rivoluzione culturale finisce e parte una politica di apertura e riforma, in Cina si diffondono nuove aspirazioni e nuovi timori, come accade con ogni cambiamento epocale. Storie di contadini e robivecchi diventati grandi industriali, passando dai campi di riso alla firma di contratti con le più potenti multinazionali, si accompagnano alle opinioni dell'autore su ciò che sta accadendo attorno a lui. Dai fatti di piazza Tiananmen al turbocapitalismo della contemporaneità, Li Kunwu e il co-autore P. Ótié, anche lui personaggio in questo terzo volume, mettono a nudo, in una sequenza di dialoghi illuminanti, la complessità del confronto tra la visione del mondo occidentale e quella cinese. Una sfida per il lettore che sarà pronto a coglierla." -
Coach Wooden and me. 50 anni di amicizia dentro e fuori dal campo
Coach Wooden and me è la biografia di un grande allenatore e l’omaggio a un uomo, al basket e alla vita. Un libro per chi ama lo sport e per chi crede nel valore dell’amicizia. 50 anni di amicizia dentro e fuori dal campo.rnrnAll’età di 18 anni Lew Alcindor da New York City approda a Los Angeles, a UCLA alla corte di John Wooden. Tra i due nasce un rapporto di amicizia e fiducia tra i più duraturi della storia dello sport, raccontato da due foto scattate nello stesso luogo a 41 anni di distanza.rnrnNella prima un allenatore bianco, cinquantaseienne, indica a un diciannovenne nero di due metri e venti come si sta in campo. Nella seconda, lo stesso uomo bianco, quasi centenario, si appoggia a quel ragazzo nero, ormai uno degli sportivi più famosi del mondo, per uscire dal campo tra gli applausi.rnDopo la morte di Wooden nel 2010, Kareem Abdul-Jabbar ha iniziato a pensare e scrivere questo libro, pubblicato a maggio 2017 in America e subito diventato un best seller, in cui racconta i particolari di un rapporto sportivo, umano e culturale che ha segnato la sua vita.rnrnRicco di aneddoti, di ricordi e di momenti di vita e di basket, il libro ripercorre le tappe di una carriera eccezionale, fatta anche di momenti difficili e di battaglie come quella contro il razzismo e la discriminazione. Uomo di solidi principi, capace di comprendere e di stare vicino ai suoi atleti, coach Wooden attraverso il basket insegnava ai ragazzi a studiare e capire il mondo anche fuori dal campo.rnrn«Sono impressionato dai tuoi voti, Lew» disse coach Wooden al nostro primo incontro, mentre mi sedevo davanti a lui e alla sua scrivania piena di appunti.rnVoti? Ho pensato. Sei l’allenatore di una delle migliori squadre di basket del Paese e parli di voti? E le mie statistiche impressionanti?rnCome se avesse capito cosa stavo pensando, mi guardò negli occhi per tranquillizzarmi e disse: «Per la maggior parte degli studenti, il basket è qualcosa che passa. La conoscenza invece ti accompagna per sempre.» -
Scherma, schermo. Il regista dietro la maschera
"Scherma, schermo"""" racchiude due passioni o, meglio, una passione che si accompagna a un lavoro appassionante. Davide Ferrario è un regista, ma il suo vero grande amore è la scherma, incontrata da adolescente alla fine degli anni Sessanta, un po' dimenticata per i casi della vita, poi riscoperta e mai più abbandonata. Dietro la maschera, con l'arma in mano, si è soli con se stessi e le connessioni con il mondo del cinema sono molte, talvolta inattese, talvolta lampanti perché in un combattimento si è allo stesso tempo attori, registi e spettatori. Ferrario racconta la scherma come girerebbe un film, partendo da un primissimo piano su un atleta fermo in pedana, per poi allargare l'inquadratura sul mondo attorno a lui, con gli occhi di chi sta per affondare una stoccata: tesi, concentrati, emozionati." -
Anni luce
Candidato al Premio Strega 2018rnrnAndrea Pomella racconta di una passione e di un'età incerta e la sua voce conserva in sé un'altra voce, quella di Eddie Vedder, il cantante dei Pearl Jam. Questa è la storia di un viaggio al crepuscolo del secolo.rnrn""C'era una volta il mondo. Nel mondo c'era una città in cui pioveva trecento giorni all'anno. La città si chiamava Seattle, estremo occidente degli Stati Uniti d'America. In questa città arrivò un surfista di San Diego, un fan scatenato degli Who e dei Ramones. In questo surfista c'era un'anima. In quest'anima c'era lo spirito di un'epoca... Se fosse una favola inizierebbe così.""""rnrn«Anni luce» è un romanzo di formazione, e i Pearl Jam sono la colonna sonora di uno spazio di luce e di ombre che ha affascinato una generazione. «""""Ten"""", il primo disco dei Pearl Jam, uscito nel 1991 fu un treno che travolse la mia giovinezza. Venticinque anni dopo, decisi di scriverci un pezzo, la ricorrenza lo meritava. Il treno passò di nuovo sopra le mie rovine trascinandosi dietro tutto ciò che si metteva in moto quando dalle casse dello stereo fluiva una loro canzone, il vortice di angosce, divertimenti, memorie, furori, gioie, inquietudini che si incanalava attraverso la loro musica. """"Anni luce"""" riguarda, certo, i Pearl Jam. Ma non solo. È la storia di un'amicizia, di chi mi fece conoscere i Pearl Jam: il compagno di sbronze, l'amico, il viaggiatore, il chitarrista geniale, il folle, il saggio, l'esagerato, l'imprevedibile, il lunatico Q.». Andrea Pomella racconta di una passione e di un'età incerta e la sua voce conserva in sé le tracce di un'altra voce, quella di Eddie Vedder, il cantante dei Pearl Jam. Questa è la storia di un viaggio al crepuscolo del secolo, una spedizione da vagabondi sulle strade d'Europa per esorcizzare la paura della vita adulta che bussa alle porte."" -
Atlante delle frontiere. Muri, conflitti, migrazioni
Migranti, Brexit, conflitti ai confini della Russia e in Medio Oriente, tensioni in Asia, un muro tra il Messico e gli Stati Uniti: le frontiere non sono mai state così attuali.rnrn«In quest'epoca di transizione e grandi migrazioni, bisogna leggere e rileggere questo indispensabile ""Atlante delle frontiere""""» – Alain Franchon, Le MondernrnEsistono 323 frontiere terrestri su circa 250.000 km. Aggiungendo le frontiere marittime, delimitate o meno, si arriva a un totale di circa 750 frontiere tra Stati. Alcune si attraversano facilmente, altre sono invalicabili, alcune sono visibili, altre invisibili (aeree, astronomiche). Ma esistono anche frontiere immaginarie o arbitrarie: politiche, economiche, culturali (lingua, religione, civiltà) che quasi mai coincidono con le frontiere internazionali. Quali sono le frontiere esterne dell'Europa: quelle dello spazio Schengen, quelle dell'Unione Europea o quelle dell'Europa in quanto idea o concetto? Le tre non si sovrappongono. Si possono tracciare linee di separazione tra grandi aree culturali? Dove comincia l'Asia? Qual è la frontiera più militarizzata? Qual è il muro di difesa più lungo? E il reticolato più alto? Come si determinano le frontiere aeree? Ci sono ancora """"zone bianche"""", le terrae nullius che non appartengono a nessuno? Il cambiamento climatico può modificare certe frontiere esistenti? Le frontiere favoriscono la pace o sono foriere di guerre? Questo Atlante dedicato alle frontiere ci aiuta a capire le sfide che si nascondono dietro queste linee che dividono o uniscono i popoli. Con più di 40 cartine e infografiche originali, gli autori raccontano il mondo attraverso il prisma delle frontiere."" -
Freedom hospital. Una storia siriana
Una delle narrazioni più potenti della catastrofe siriana, raccontata in bianco e nero.rnrnÈ la primavera del 2012 e 40.000 persone sono morte dall'inizio della primavera araba siriana. In una piccola città di provincia, inventata ma che somiglia a molte città del nord della Siria, Yasmine, pacifista militante, ha istituito un ospedale clandestino. La città in cui vive è controllata dal regime di Assad, ma è relativamente stabile. Nell'ospedale vivono con lei undici figure, malati e medici, che rispecchiano la complessità della società siriana: un curdo, un alauita, una giornalista franco-siriana, membri dell'armata libera e un islamista radicale. Al ritmo delle stagioni, il libro racconta le loro vite, l'impegno politico, il tradimento, le amicizie che si rompono e si ricompongono, sotto l'ombrello onnipresente della guerra. Fino a una nuova primavera. Prefazione di Cecilia Strada.