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Camminare. Meditazioni per chi va a piedi
Quella del camminatore è un’esperienza profonda, che ha a che fare con la soddisfazione del corpo e dello spirito prodotta dal duro esercizio, e con la bellezza dei paesaggi attraversati; chi cammina conosce bene la sensazione, ma riuscire a descriverla può essere difficile. Arthur Hugh Sidgwick ha trovato il modo di raccontare questa «attività suprema» con uno sguardo ampio e una scrittura appassionata percorsa da ironia, quando non da una pura comicità. Otto saggi pubblicati nel 1912 che colgono l’arte e la filosofia del camminare, nella natura selvaggia dei monti del Lake District come nella «più grande e mostruosa di tutte le città», Londra, da soli o in compagnia, cantando o in silenzio, con digressioni di tipo pratico – l’equipaggiamento del camminatore – e molte altre squisitamente letterarie. -
Ammalarsi-Appunti dall'infermeria
La malattia, ritiene Virginia Woolf, è un tema marginale in letteratura perché richiede un linguaggio specifico, «più primitivo, più sensuale, più osceno». I malati sono i disertori dell’armata dei lavoratori, e i soli ad avere il tempo di osservare la natura e coglierne l’indifferenza. In questo saggio scritto dal letto della convalescenza, Woolf esplora molti temi: la solitudine e i lettori cinesi di Shakespeare, la letteratura e i dentisti, il suicidio e l’elettricità, e lo fa con lo stile della divagazione in cui risuonano i romantici de Quincey e Coleridge, ma anche Milton e Rimbaud. Scritto in un periodo intenso del suo rapporto con Vita Sackville-West, questo saggio esplora le terre ignote della malattia fisica e mentale e le trasforma in materia letteraria. E a questo testo si affianca ""Appunti dall’infermeria"""" di Julia Stephen, sua madre, infermiera per vocazione, che ha dato vita a un prontuario sulla cura del malato, documento in cui si scorgono un’ironia e delle doti artistiche che permettono di illuminare le radici di una delle massime scrittrici del Novecento."" -
L'avventura londinese o l'arte del vagabondaggio
Un labirinto di digressioni, ricordi, misteriosi episodi di cronaca, un'appassionata ricerca dei luoghi dickensiani: questo e molto altro si trova affastellato in questo curioso esperimento di Arthur Machen, autore che H.P. Lovecraft additò come «maestro moderno del sovrannaturale». Un'avventura per le vie di una Londra che è paradigma del materialismo moderno, alla ricerca, tra lussuosi edifici in decadenza e disordinate architetture, dei suoi tesori più nascosti, quelli che non sono indicati da nessuna mappa. Un vagabondaggio mentale e una lettura privilegiata per accostarsi all'universo di Arthur Machen, capostipite dimenticato di gran parte della letteratura fantastica del Novecento. -
Il catechismo della pecora
Il primo ottobre del 1964, Mariàca Tidòngia sale sul davanzale della scuola di Telévras e scappa. Mariàca è figlia di un pastore e il suo futuro sembra già segnato; ciononostante Marcellino Nonies, maestro unico al suo primo incarico, fa di tutto perché quella bambina straordinariamente intelligente riesca a prendere almeno la licenza elementare. Un giorno però Mariàca, appena quattordicenne, annuncia di essere incinta e si rifiuta di dire chi è il padre del bambino. Poco dopo scompare nel nulla. Sono passati cinquant’anni e in paese nessuno sembra più ricordare questa storia finché non si torna a parlare di Mariàca e la sua presenza aleggia come un’ombra, insieme a due morti sospette, sulla piccola comunità di Telévras. Ettore Tigàssu, “brigadiere per l’eternità”, ce la metterà tutta per scoprire il mistero che circonda da decenni la donna e saranno i ricordi del maestro unico, vergati a mano in “bella e ornata grafia” ad aiutarlo a comprendere – almeno in parte – la verità. Mezzo secolo di storia narrato attraverso i miti culturali e politici degli anni Sessanta e Settanta (come il terrorismo, latitanti e pentiti inclusi), miti che ritornano prepotenti in questa nuova avventura narrata da Gesuino Némus, autore/protagonista de ""La teologia del cinghiale""""."" -
La cugina Phillis
Paul Manning ha diciannove anni e lavora come apprendista nelle ferrovie. Durante un incarico nel Cheshire, inizia a frequentare dei parenti che vivono nelle vicinanze. Suo zio, il reverendo Holman, è anche un simpatico agricoltore e un uomo di lettere; ha una moglie devota e una figlia diciassettenne, Phillis, che è bella, colta e ingenua, e per la quale Paul non tarda a provare una forte affezione. Un giorno, Paul conduce il suo migliore amico e supervisore, l’affascinante Holdsworth, a incontrare gli Holman: nasce così un triangolo amoroso che inaugura l’educazione sentimentale di Paul, voce narrante, e di sua cugina Phillis, che si ritrova a fronteggiare, impreparata, l’impetuoso arrivo dell’età adulta. Seppure colme di delusioni ed eventi traumatici, le vicende sono descritte da Gaskell con sincerità, senza mai indulgere in giudizi morali. Ambientato nella idillica, conservatrice campagna inglese che lentamente fa spazio al nuovo con l’arrivo della ferrovia, ""La cugina Phillis"""" è considerato tra le migliori opere di Elizabeth Gaskell."" -
Una casa quasi perfetta
Lady Bianche Chester, neosposa bella e piena di vita, si trasferisce in una villetta bifamiliare nelle campagne inglesi. Aspetta un bambino, e per questo non ha potuto seguire il marito negli incarichi governativi che lo impegnano all'estero. La sorte le riserva dei vicini distanti per classe sociale - gli Hopkinson appartengono alla middle class - ma molto affini per inclinazioni e carattere, con cui Bianche, talvolta capricciosa ma di buon cuore, instaura una solida amicizia. L'intrusione dei baroni Sampson, snob e arrivisti, rischia però di turbare questo miracoloso equilibrio... -
Con le mani cariche di rose
Londra 1908. Una giovane donna si distende su un divano con un mazzo di violette e una coppa di laudano tra le mani; si lascia condurre da una voce guida. Le danzano intorno i suoi amori spezzati: Violet, Hélène, Kérimé, Natalie. La donna è Renée Vivien, al secolo Pauline Tarn, una delle poetesse più raffinate e trasgressive tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Pagò la sua omosessualità e il suo anticonformismo con la messa al bando da parte della società borghese del tempo. ""Con le mani cariche di rose"""" è un libro sull’amore, assoluto, universale; è l’omaggio a una donna libera e geniale, la cui figura merita un seppur tardivo riconoscimento."" -
Enigmi. Testo inglese a fronte
"Enigmi"""" è una detective story scritta da Louisa May Alcott nel 1864, lo stesso anno in cui esordì con il controverso romanzo per adulti """"Mutevoli umori"""". Come lo scrivano Bartleby di Melville, il protagonista viene ingaggiato da un aristocratico per copiare un misterioso manoscritto sulla politica italiana. Travestimenti, colpi di scena, cambi d'identità, complotti carbonari sono gli elementi squisitamente drammatici di questo bel racconto carico di suspense e di omaggi più o meno velati ai maestri del Rinascimento americano, negli anni d'intenso apprendistato in cui l'autrice era ancora determinata ad affermarsi anche presso un pubblico di adulti. """"Enigmi"""" è qui proposto con il testo originale a fronte e la cura di Daniela Daniele." -
Diario di un reduce
Petar Rajic è un giovane soldato serbo dell'esercito austroungarico, colto, sensibile, disincantato, che dopo lo spartiacque della Prima Guerra Mondiale vive lo straniamento di chi è costretto a sentirsi sempre ""fuori posto"""". Il diario di Rajic è il racconto della sua realtà interiore ed esteriore: di un amore nato sul letto d'ospedale, del legame tra un figlio e una madre, dello stordimento della trincea. Tra i fischi dei proiettili nell'inferno dei campi di battaglia italiani e galiziani, la noia della vita matrimoniale in una città di provincia in Serbia e l'azzurro litorale adriatico, è la storia del tormentato girovagare a cui sono condannati tutti i reduci, nel loro perpetuo e impossibile ritorno verso casa."" -
Fili di rame e d'amore. Dal diario inesistente di Anna Coleman Ladd
Anna Coleman Ladd, scultrice, dedicò la sua vita a ricostruire con maschere di rame i volti dei soldati mutilati durante la Prima Guerra Mondiale. Il suo diario immaginario, gli episodi ivi raccontati, la sua storia rivivono nel sentimento di due giovani ricercatori del futuro, incaricati da un Governo Mondiale di resettare la memoria storica da tutti i device. La forza che la Ladd prestava nel riparare l’animo di quegli uomini, prima ancora che i loro volti, emerge nel tratteggio poetico – a tratti romantico – dell’autore. Il romanzo è una riflessione sull’estetica della vita, e sulla necessità di riportare l’umanità al valore antico e autentico delle virtù. -
Vite di ricambio. Manuale di autodifesa di uno spettatore
Il viaggio nella memoria di uno spettatore incallito, attraverso quarant’anni di storia d’Italia filtrati attraverso la lente teatrale. Voce autorevole del nostro teatro, Nicola Fano conduce il lettore alla scoperta di aspetti curiosi e rivelatori tra storie private e collettive, ritratti di volti celebri e frammenti di piccole avventure artistiche. Così, incrociamo Dürrenmatt alle prese con un tramezzino e Samuel Beckett con il suo caffè rituale, passando per la conversione di Ionesco e le libertà interpretative di Albertazzi, fino agli anni di piombo visti da Strehler e a quelli del riflusso secondo Brecht. Un manuale di autodifesa dello spettatore, una mappa per orientarsi dentro una forma d’arte che «sopravvive felice da due millenni e mezzo» perché rende lecita «un’esigenza primaria dell’essere umano: far finta di essere qualcos’altro e avere qualche vita di ricambio». -
Lo specchio della zia Margaret
L’anziana zia Margaret rivela all’unico nipote rimastole un’oscura storia familiare: ai primi del ’700 la loro antenata Lady Jemima aveva sposato un affascinante avventuriero, Sir Philip Forester, che aveva abbandonato lei e i figli qualche anno dopo. Affranta per la sua scomparsa, la donna cercherà di avere notizie del marito con ogni mezzo, compreso l’aiuto di un indovino e del suo specchio magico. In questa incursione nel sovrannaturale del padre del romanzo storico, tra i salotti dell’alta società di Edimburgo e lo studio di un sensitivo, tra il fascino dell’ombra e una luminosa ironia, compare un simbolo, lo specchio magico, destinato a vasta fortuna nella letteratura a venire. -
Uomini e libri
La grande caccia ai libri di Andrew Lang, letterato scozzese tra i più prolifici e versatili della sua epoca, si conclude nel 1886. Dopo una vita passata tra gli antiquari della Londra vittoriana a inseguire una prima edizione di Shelley o una rara stampa di Molière nelle bancarelle parigine, Lang è pronto a lasciare il suo sport «come il giocatore di cricket che appende la mazza al chiodo» e regalare ai bibliofili di tutto il mondo il «canto del cigno di un cacciatore di libri». Le frodi letterarie più clamorose, i racconti degli scrittori che hanno vissuto e amato Roma, gli spettri delle fiabe giapponesi e la storia delle leggendarie edizioni degli elzeviri, sogno di qualsiasi collezionista: sedici scritti letterari che compongono un libro sui libri, un prontuario scritto da un autore “bibliomaniaco” capace di umorismo ardito, e padrone di un’immensa cultura. -
Nessuna ragione al mondo
Andrea è un giornalista di cronache parlamentari, frustrato dall’inerzia del lavoro e dalla stanca relazione con la sua compagna. Un giorno, mentre sta guardando la televisione, vede sullo schermo il viso di un uomo: dallo studio dicono che fa il libraio ed è scomparso. Anche se invecchiato di vent’anni, in quel viso e in quegli occhi familiari Andrea riconosce Sergio, un suo vecchio compagno di scuola. Eppure il nome impresso sotto la foto è un altro. Che cosa significa? Possibile che si sbagli così? Andrea vuole vederci chiaro, perché quello è, deve essere Sergio, il migliore amico, il fratello spirituale della giovinezza, almeno fino a quando non si è trasformato in nemico. Per qualche ragione – o per nessuna ragione al mondo – Sergio deve aver deciso di vivere buona parte della vita sotto falso nome prima di volatilizzarsi. Per scoprire la verità su un’impostura e una sparizione, Andrea dovrà ricostruire il legame che li univa seguendo le tracce lasciate dall’uomo, in un’indagine che lo porterà ad affrontare il trauma che li ha allontanati in passato. Una storia intensa e umanissima di amicizia maschile, tra le ambizioni folli della gioventù e il cinismo dell’età adulta. -
Un'incredibile luna di miele
Edward è convinto che se non fosse nato al tempo degli aeroplani, dei motori e dei telegrafi, sarebbe stato un cavaliere errante, o almeno un “simpatico scudiero”; invece, bloccato nell’arida vita dell’ingegnere, è rassegnato a trovare l’avventura solo nelle favole. Finché non gli capitano per le mani i soldi di un’eredità e finalmente, con al seguito l’esuberante cane Charles, può partire alla scoperta del mondo. Presto fa la conoscenza di una ragazza pura e idealista quanto lui, e se ne innamora all’istante. Riesce addirittura a persuaderla a scappare di casa, dalla zia tirannica con cui vive, per celebrare un matrimonio clandestino. Ha così inizio una bizzarra “luna di miele” in incognito, con i due fuggitivi che si fingono fratello e sorella, tra i verdi orizzonti del Kent. Pubblicato per la prima volta nel 1916, “Un’incredibile luna di miele” è un romanzo di tensione e dolcezza, una storia per adulti che ha tutto l’incanto dei racconti per ragazzi che hanno reso celebre l’autrice. -
Tra i cacciatori di teste
Giovanni Battista Cerruti partì da Varazze e finì per diventare imperatore dei Sakai della Malesia, venerato come un dio. Fu scopritore di miniere, agente di commercio senza senso per gli affari, naturalista improvvisato; le sue esplorazioni del Sud-Est asiatico alla fine dell’Ottocento sfumano tra la cronaca e la leggenda. In “Tra i cacciatori di teste” Cerruti fa il suo ingresso clandestino nell’isola di Nias, al largo di Sumatra, attrezzato di una bella scorta di tabacco che risulterà preziosissimo nei negoziati, in una terra dove il rango sociale si misura in maiali posseduti e in crani umani appesi alla propria capanna. Per attraversare la giungla deve mettere in gioco tutta la diplomazia di cui è capace, aiutato dall’inaspettata affinità tra la lingua dei popoli Nias e il dialetto savonese e da una bottiglia di whisky che gli vale lo status di sciamano. Gli indigeni, feroci con i nemici, superstiziosi oltre ogni dire ma capaci della gratitudine e dell’accoglienza più commoventi, sono raccontati con rispetto da Cerruti; il quale, se non era un letterato, era di certo un narratore, in grado di costruire la tensione e poi di scioglierla con una gran risata. -
La terra salvata dagli alberi
Il cambiamento climatico di origine antropica sta devastando il pianeta: un dato ormai impossibile da ignorare. Un professore di Arboricoltura, Francesco Ferrini, e uno scrittore di “green thriller”, Ludovico Del Vecchio, uniscono le forze per raccontare l’alleato più prezioso nella lotta per sopravvivere a noi stessi: l’albero, compagno silenzioso dell’umanità, la cui storia precede e affianca la nostra. “La Terra salvata dagli alberi” spazia dagli aspetti scientifici (l’evoluzione delle specie, la distribuzione sulla superficie terrestre, l’intrinseca capacità di arrestare la catastrofe climatica) a quelli sociali (il contributo dei parchi e dei giardini nel favorire una pacifica convivenza tra cittadini), psicologici (i benefici del verde sulla mente) e culturali (come continua fonte di ispirazione artistica), per arrivare alle azioni virtuose quanto improrogabili che dovremmo adottare come collettività e come individui. Una guida per la creazione di una governance sia locale che internazionale nella gestione del verde urbano, con un invito rivolto a ciascuno di noi a intraprendere da subito una gentile “resistenza verde”. Con una nota di Emanuele Biggi. -
Senza ritorno
Per Irene Ochoa le violenze del marito Marcos sono diventate una routine infernale. Per sopravvivere alle mura della casa di Pamplona, sempre più soffocanti, vede un’unica soluzione, quella estrema. Un mercoledì sera Marcos rientra più ubriaco del solito e si addormenta sul letto; il suo corpo verrà estratto ore dopo tra le macerie fumanti dell’incendio. Irene ha inscenato un perfetto incidente domestico, ma c’è qualcosa che sfugge al suo controllo: quella stessa notte conosce David Vázquez, l’ispettore messo a capo delle indagini, e scivola in una relazione con lui tanto appassionata quanto pericolosa. Per tenersi stretti sia il nuovo amante sia la libertà, Irene dovrà sbarazzarsi di chiunque possa collegarla all’incendio. David, mentre il quartiere di Gorraiz è ancora sotto shock per l’incidente, si trova invece alle prese con il caso più difficile della sua carriera: una serie di omicidi brutali tra i pellegrini del Cammino di Santiago. -
Consigli per essere un bravo immigrato
Siete scampati alla guerra, alla fame, ai pericoli dei viaggi clandestini. Adesso che siete finalmente in un luogo dove forse avrete qualche possibilità di rifarvi una vita, dovete però convincere una commissione di estranei che avete avuto valide ragioni per sopportare tutto ciò. A Ismail, un ragazzo gambiano, non hanno creduto, e adesso gira con un pezzo di carta in tasca nel quale si attesta che la sua storia non è plausibile. Ma perché, si chiede Ismail? Quali caratteristiche deve avere il racconto di una vita perché appaia convincente? La stessa domanda se la pone Elvira, una scrittrice italo-bosniaca, arrivata in Italia vent’anni prima di lui. Dal dipanarsi delle loro vicende, nasce il racconto – sul filo dell’assurdo – dell’imprevedibile violenza della burocrazia. Muovendosi tra scomparse, nostalgie e rabbia, con l’ostinato desiderio di salvaguardare la propria dignità e sfuggire allo stereotipo dell’immigrato, i due protagonisti riflettono, non senza ironia, sul potere che traccia il confine tra verità incredibili e finzioni accettabili senza considerare che la vita troppo spesso supera di gran lunga la fantasia. -
Il giardiniere del signor Darwin
Thomas, il giardiniere di Charles Darwin, ha perso la moglie ed è rimasto solo a crescere due figli malati: secondo gli abitanti di Downe, un piccolo villaggio nel Kent, questo è il segno evidente della disapprovazione divina per le sue tendenze atee e per gli strani esperimenti che conduce sulle piante. La comunità accetta il grande botanico, illustre e benestante, ma non tollera il suo giardiniere, proiettando su di lui l’astio e le angosce provocate dallo sgretolarsi del loro quieto mondo chiuso di fronte alle dirompenti scoperte scientifiche in atto. In un affresco sapiente e documentato le vicende si dipanano incalzanti, tra pettegolezzi al vetriolo e vendette collettive, dando vita a un romanzo corale, ironico e lieve, vincitore in patria di due prestigiosi premi letterari.