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Intelligenza analogica. Oltre il mito della ragione
Queste pagine si inseriscono nella cornice degli ultimi sviluppi delle scienze della complessità e propongono una lettura dell'Uomo e della Natura come aspetti unificati da un unico centro: l'archetipo del Sé. Il simbolo e l'analogia, figure dell'immaginario nonché strumenti mentali troppo spesso trascurati perché considerati inadatti dalla mentalità tecnico-scientifica a descrivere con rigore l'apertura conoscitiva all'uomo e al mondo, diventano le chiavi di accesso allo studio della Vita, in grado di operare quella ""trasmutazione"""" concettuale della coscienza umana necessaria al superamento del varco presente fra il mondo della """"scienza"""" e quello degli archetipi. Insegnando che l'albero simboleggia i molteplici stati dell'essere, o che la montagna è il simbolo del cosmo, o che il sole è il simbolo dei principi intelligibili dell'universo si mette in evidenza come le varie forme della vita siano intrecciate in modo indissolubile con le immagini archetipiche scaturite dalla profondità dell'inconscio collettivo. Questo intreccio è definito dalle scienze della complessità ecobiopsicologia, disciplina che ricerca nel mondo (eco) un ordine presente sia nell'evoluzione del corpo dell'uomo (bios) sia nella storia dei suoi sogni e dei suoi miti (psiche) e che, indagando il codice psicosomatico del vivente, cerca di ricomporre quell'harmonia mundi secondo cui il microcosmo-uomo risponde a una logica analoga a quella del microcosmo-universo."" -
Pinocchio siamo noi. Saggio di psicologia del narcisismo
Pinocchio è un'anima inquieta: scappa di casa, abbandona la scuola, frequenta personaggi ambigui, non rispetta regole né promesse, non sa valutare i pericoli né le conseguenze delle sue azioni: per sette volte rischia la morte. È il ritratto di ragazzi reali, che non riescono a completare un percorso scolastico e non sanno costruire un percorso di vita, ma attraversano di corsa luoghi ed esperienze, occupazioni e frequentazioni costantemente alle prese con un'incessante emergenza. Sono affettuosi e irriverenti, dinamici e incostanti, competenti e sprovveduti. Invidiabili fuori e invidiosi dentro, si muovono in bilico tra onnipotenza fittizia e impotenza vera. La psicologia chiama narcisismo questo stile di vita e Pinocchio mostra che, prima di essere patologia, esso è esuberanza di soggettività. Pinocchio è unico ed eccezionale quando ancora è un pezzo di legno e fino alla fine segue le inconsuete vie della singolarità: pratica la ribellione, perché ama l'indipendenza; eccede in stravaganze, perché insegue l'originalità; è incurante dell'altro, perché privilegia la considerazione di sé. Il suo narcisismo è energia individuativa e la sua storia è un progressivo raffinamento di questa energia: Pinocchio vive di narcisismo, non ne muore. Come lui ognuno è esposto al rischio di eccedenze narcisistiche e nessuno è esente da velature narcisistiche, perché il narcisismo è una forza che spinge a esplorare la propria singolarità, a esprimere la propria unicità, ad affermare la propria personalità. -
L' octopus e i suoi simboli
L'influsso delle immagini animali nutre la psiche. Ab origine, la personalità umana calibra il proprio processo identitario riflettendosi nello specchio delle altre forme di vita. Così essa mantiene in relazione gli opposti di cui è costituita: la permanenza degli istinti con la volatilità dello spirito, il bestiale con il divino, l'immanenza con la trascendenza. La sfera del sacro e il fenomeno della coscienza hanno in ciò fondamento archetipico. Di tale funzione simbolica il polpo (octopus) rappresenta un caso esemplare. Tra i più antichi abitanti del mare, l'octopus ha doti d'intelligenza e duttilità che lo rendono comparabile a mammiferi d'ordine superiore (fatto sorprendente per un mollusco), combinate a facoltà che in natura non hanno equivalente: polimorfo e policromo, esso vive in mimesi con il paesaggio sottomarino, vigilando con vista acutissima e mediante una sensibilità chimico-gustativa tramite cui analizza ogni evento delle acque intorno. Non stupisce allora che nella storia dell'immaginario esso rivesta un ruolo significativo, ben al di là di quel che comunemente si crede. Le immagini che l'octopus ispira ricalcano mimeticamente le vicende della coscienza, sostenendone le peripezie e compensandone l'unilateralità. Remote e aliene, ma non meno empatiche, le tracce mitiche dell'octopus tutelano fin dall'alba dei tempi il senso degli accadimenti umani, rinsaldando il vincolo con l'Anima del mondo. -
Introduzioni alla sincronicità
Ai margini della scienza e ai limiti della conoscenza s'estende un regno incerto di esperienze indiscutibili, ma inspiegabili: coincidenze involontarie e sorprendentemente puntuali, incontri occasionali e oculatamente propizi, combinazioni casuali e tristemente infauste. Fantasie vaghe anticipano fatti precisi, soluzioni fortuite si rivelano più felici di quelle a lungo cercate, sogni assurdi precorrono eventi impensati, impressioni immotivate trovano la loro giustificazione in fatti sconosciuti. Sincronicità è termine che compendia esperienze di questo tipo, prive di cause note o immaginabili, che presuppongono conoscenze necessarie ma impossibili, che richiedono condizioni precise ma inverosimili, che sfuggono alla spiegazione della ragione e alla comprensione della mente. Da tempi immemori, per questi fenomeni il pensiero magico escogita spiegazioni che il pensiero scientifico non sa trovare, la parapsicologia immagina processi che la psicologia non sa sondare. Da tempi più recenti la fisica dei quanti e la psicologia del profondo affermano che si tratta di fenomeni inspiegabili, ma non per questo inconoscibili. Senza pretesa di fornire spiegazioni, avanzano descrizioni nuove, che infrangono griglie descrittive insufficienti e consentono di contemplare anche ciò che non è dimostrato, di comprendere ciò che non viene spiegato, di cogliere il senso in ciò che è privo di causa. -
Archetipi. Gli universali che ci determinano
È nella convinzione di Jung che la psiche dell'uomo e la vita in generale si organizzino secondo linee strutturali impalpabili, che ne costituiscono l'immateriale intelaiatura. Invisibili linee di forza determinano la forma che assume un cristallo o la disposizione dei corpi in un campo magnetico; analoghe linee di forza prefigurano i modi di percepire, intendere e reagire dell'individuo. Jung chiama ""archetipi"""" queste linee strutturanti a carattere generale, che supportano il configurarsi della realtà. Il concetto di archetipo costituisce uno degli elementi più originali e controversi della metapsicologia junghiana. La critica epistemologica è serrata e talvolta giunge a sconfessarne l'esistenza. Un'altra parte della psicologia analitica, invece, ne riafferma la validità e recupera all'intuizione di Jung il supporto di acquisizioni provenienti da distretti diversi dell'indagine scientifica. Questo volume offre una prospettiva ad ampio spettro della concezione di archetipo. Analisti junghiani tra i più impegnati in questo settore delineano la sua evoluzione nel pensiero di Jung e in quello a lui posteriore. Specialisti di discipline parallele illustrano come molti ambiti del sapere assumano concezioni convergenti con quella di archetipo, dilatando le intuizioni di Jung e confermandone il valore. Analisti impegnati nella clinica mostrano che l'archetipo conferisce una caratura specifica all'analisi junghiana. Consente ed esige un approccio singolare alla vita psichica, un'attenzione alla dinamica delle immagini, un'apertura alle dimensioni sovra-personali della psiche, uno sguardo rivolto alla realtà ultima delle cose."" -
Manuale di siglatura del test di Wartegg secondo il CWS - Crisi Wartegg System
Frutto di un'esperienza pluridecennale nell'uso del Test di Wartegg, il presente Manuale si pone come obiettivo primario e centrale quello di consegnare nelle mani dello psicologo modalità più chiare ed esplicite di siglatura del test secondo il Crisi Wartegg System (CWS). Nella pratica psicodiagnostica, infatti, ottenere una siglatura corretta e coerentemente uniforme consente di conseguire due obiettivi fondamentali: da un lato, pervenire a una corretta valutazione psicologica dell'esaminato e, dall'altro - aspetto imprescindibile nella validazione soprattutto di un test proiettivo - raggiungere un elevato livello di attendibilità. Gli Autori hanno realizzato tali finalità attraverso un'attenta e puntuale rivisitazione delle modalità di somministrazione e di conteggio ma, soprattutto, dedicando una particolare attenzione alla coerenza interna dei criteri di siglatura, aspetto che ha permesso di meglio chiarire, affinare e approfondire le indicazioni già fornite nel Manuale del Test di Wartegg. Norme per la raccolta, la siglatura e l'interpretazione, di cui il presente volume è parte integrante. Il numero particolarmente elevato di esempi pratici messi a disposizione dello psicodiagnosta - tra cui circa 1.700 definizioni relative alla Qualità Affettiva, più di 1.200 verbi suddivisi nelle varie possibili direzioni e un elenco delle risposte popolari suddiviso per fasce d'età - testimonia anche il fatto che il Test di Wartegg, parimenti ad altri test proiettivi, rappresenta una materia viva che accompagna l'evoluzione delle conoscenze psicologiche e i cambiamenti delle società in cui viene applicato, modificandosi con essi. -
Visioni. Appunti del Seminario tenuto negli anni 1930-1934
Il Seminario prende l'avvio dal caso di una donna americana di circa trent'anni, Christiana Morgan, seguita da Jung in un percorso analitico all'interno del quale si erano presentate visioni piuttosto articolate. Le stesse visioni diventano, nel corso delle conferenze, un viaggio all'interno della psiche inconscia in un itinerario saturo di incontri di chiara natura archetipica. Attraverso le straordinarie amplificazioni di queste immagini, Jung spalanca le porte all'intero universo della propria ricerca intellettuale e del proprio confronto con l'inconscio. Abbandonando completamente la prospettiva della coscienza, che lo aveva in parte guidato nel corso dell'analisi, volge tutto il suo interesse al linguaggio immaginale. E le immagini delle visioni, a volte punto di partenza della sua immaginazione attiva, rendono ragione della processualità dell'inconscio. I singoli tasselli della teoria - l'Anima e l'Animus, l'inconscio individuale e collettivo, il processo d'individuazione - si connettono per formare, tramite le visioni, la visione della psiche e dei suoi processi. L'agio e la naturalezza di Jung nel muoversi nel mondo simbolico non cessano mai di stupire. Dalla lettura del testo traspaiono la leggerezza e la vivacità di quel linguaggio colloquiale che Jung sapeva utilizzare con grande maestria, senza rinunciare ad argomentazioni complesse, a slanci di erudizione e a chiarificazioni sul piano clinico, che arrivano puntuali ogni qualvolta si teme di poter perdere il filo della narrazione. La minuziosa trascrizione delle conferenze, a cura di Claire Douglas, comprende le riproduzioni delle pitture di Christiana Morgan le quali, a sostegno delle parole e al di fuori di esse, ritraggono la realtà della psiche. Gli argomenti trattati da Jung, così come tutti quelli che riguardano aspetti più profondi e universali dell'uomo, mantengono inalterati la loro attualità e il loro interesse. L'uomo di oggi, alla stregua dei partecipanti al seminario - non necessariamente addetti ai lavori - si scopre con l'identica brama di conoscenza di se stesso e del mondo dei suoi predecessori, anche i più remoti. -
La vita è bella. Dialoghi al tramonto del tempo
Quale differenza c'è tra il pensare alla morte come a un fatto ineluttabile, che prima o poi capiterà a ciascuno di noi, e saperla in cammino per raggiungerci - più o meno velocemente - dopo una diagnosi che l'ha annunciata? Dalle testimonianze, che sono il cuore pulsante di questo libro, delle persone che, in vario modo, si sono accostate nella loro vita alla morte o che hanno dovuto fare i conti con la propria, emerge il territorio ai confini ultimi dell'esistenza e le sue connessioni con i percorsi di vita compiuti. Si narra qui di cure palliative, di morte naturale, di suicidio, quello tentato e quello assistito. Si ascolta la voce di una madre che ha perso un figlio. Ci si interroga sulla malattia e sulle scelte che essa talvolta comporta. Si racconta di vite mancate e di vite compiute, di risate e di felicità, possibili sul limitare dei giorni. E di amore. Di arte, anche, come mezzo utile per esorcizzare l'angoscia del morire e per indagare il mistero del trapasso. Si narra di morte, ma ancor di più si narra di vita; si familiarizza con la morte per allentare l'inquietudine che il suo pensiero suscita e per capire che non si tratta affatto del lato opposto della vita, ma della sua parte integrante. Per scoprire che, pur continuando ad averne timore, accogliere l'idea della morte rende migliore la propria esistenza. -
Autismo: un futuro nell'arte. Quando il talento supera la disabilità
"Autismo: un futuro nell'arte"""" è un augurio e una realtà, che assumono già la diversità come talento e in quanto tale esigono che esso venga debitamente riconosciuto e valorizzato. Ma succede che, all'interno della disabilità, in questo caso nell'autismo, ci si trova di fronte a un talento vero o alle predisposizioni invidviduali verso la creatività artistica che aprono a possibilità inaspettate e sorprendenti, anche nel campo riabilitativo. L'attenzione alle produzioni artistiche di soggetti con problemi mentali - ci ricorda nel suo saggio Magda Di Renzo risale ai primi anni del Novecento grazie all'imponente lavoro di Hans Prinzhorn. La sua classificazione di circa 600 disegni di pazienti ricoverati nella clinica psichiatrica di Heidelberg ha dato l'avvio a ulteriori esperimenti, come quelli di Nise da Silveira, per esempio, che fondò, con i disegni delle persone ricoverate, il Museo dell'Inconscio a Rio de Janeiro. I contributi raccolti in questo volume, indagando l'intersecarsi dei processi creativi e quelli di cura nei soggetti affetti da autismo, fanno parte dello stesso filone di ricerca e approfondiscono alcuni dei suoi interrogativi di base. Come riconoscere e valorizzare il talento, nell'ambito delle arti espressive, nei soggetti affetti da autismo? Come intendere e sostenere l'individualità all'interno della sindrome? Quali sono le dinamiche che sottendono l'atto creativo e come esso si esplica? Come e dove i soggetti autistici possono praticare l'arte? Il punto focale del libro è la descrizione del laboratorio Ultrablu, attivo a Roma e nato per far convivere alla pari artisti normodotati e quelli affetti da disturbi dello spettro autistico, o che presentano altre difficoltà, e per far vivere loro una vera condivisione di esperienze artistiche, farli interagire liberamente all'interno e all'esterno di uno spazio in cui non esiste canone per definire la normalità e l'espressione artistica. Il repertorio iconografico di questa realtà, incluso nel volume, fa cogliere la singolarità, l'unicità e il potenziale di questa esperienza." -
Il coffy test. Test proiettivo per l'età scolare. Con Prodotti vari
Il Coffy Test è di rapido impiego, di facile interpretazione clinica e fornisce importanti elementi di conoscenza sul funzionamento emotivo del bambino in età scolare, confortati da una codifica quantitativa statisticamente convalidata. Sebbene il Coffy Test faccia esplicito riferimento alle teorie dell'attaccamento e dei sistemi motivazionali, si presta ad essere utilizzato anche dai professionisti della salute mentale infantile che fanno riferimento alle teorie psicoanalitiche basate sulle relazioni oggettuali, in quanto indaga le caratteristiche introiettate delle relazioni tra il soggetto e le figure genitoriali. La scatola contiene: Il Manuale; 12 Tavole; 12 Schede di Somministrazione e Valutazione. -
I sogni dell'anima e miti del corpo
Permettere al nostro immaginario di oltrepassare le norme e i modelli proposti dalla psicologia corrente, sino a poter leggere più consapevolmente il linguaggio cifrato della nostra anima, è la finalità dello studio di cui questo libro ripercorre le tappe fondamentali. Attraverso alcuni sogni personali dell'Autore, a valenza archetipica, è possibile esplorare concretamente il linguaggio del daimon, il «demone», la guida spirituale che ciascuno di noi riceve come compagno al momento della nascita. Nella prospettiva di questa ricerca, improntata sui concetti dell'ecobiopsicologia, anche il mito assume un significato innovatorio di «grande sogno» collettivo, in cui è possibile rintracciare, accanto alla lettura psichica, la sua origine scaturita dagli aspetti più reconditi del corpo e della filogenesi. E così corpo e anima non rappresentano più le disgiunte membra studiate dalla scienza, ma assumono il significato di specchio reciproco della memoria della Vita, informandosi reciprocamente ed evocando la trasformazione della coscienza personale nella direzione del Sé archetipico. -
Il perturbante nell'espansione urbana. Elementi di psicologia dei luoghi
L'epoca ipermoderna, con le sue città enormi, altamente popolate, spersonalizzate e spersonalizzanti, è una fucina dei non-luoghi, dove si è costretti a vivere, ma che è impossibile abitare. Quali sono le conseguenze, sul piano psichico, di vivere in un luogo che è impraticabile, che evoca immagini di dolore, di evasione, che costituisce una minaccia, dove è impossibile rivelare la propria identità e la propria natura? Nella loro smisurata crescita le città hanno finito per perdere forma e identità, trasformandosi da luoghi comunitari in aggregati multiformi e dando spazio e nutrimento al perturbante urbanistico: periferie degradate, abbandono, miseria, sovrappopolamento, assenza di servizi e condizioni di vita difficili. Depressione, solitudine, senso di estraneità, perdita di identità e frammentazione sociale saranno i correlati psicologici dell'attuale modello di sviluppo, che costruisce luoghi privi di anima. Le ombre gettate dal perturbante dei luoghi prendono la forma di un'anestesia nei confronti dell'anima mundi, provocando la scissione tra Tecnica e Psiche, che così drammaticamente segna la nostra epoca. -
Il guaritore ferito. Mito e misteri della cura
Il guaritore ferito costituisce l'immaginale fondamento del rapporto tra terapeuta e paziente. La consapevolezza della sua presenza porta alla scomparsa di ogni artificiosa divisione tra salute e malattia, tra curante e curato e sintonizza la sensibilità terapeutica sui valori più profondi dell'animo umano. -
L' identità invisibile. Essere autistico, essere adulto
Le persone con autismo, diventando adulte, scompaiono dall'immaginario collettivo e spesso anche dall'attenzione di medici e ricercatori. Perdono «l'identità diagnostica» e «l'identità sociale»; cambiano i loro «interlocutori della cura» e i «contenitori istituzionali» e acquisiscono quella che l'Autore definisce «l'identità invisibile», come espressione di disuguaglianza e di disparità sociale nell'utilizzo di risorse e di servizi, ma soprattutto come espressione di diminuita qualità di vita. Questo libro è una storia di vita, la vita di Gabriele, affetto da autismo, e quella di un genitore, che quelle vite le racconta come un susseguirsi di ostacoli e di sfide. I disagi nella vita del figlio diventano i disagi nella vita del padre, perché entrambi sono (stati lasciati) soli. La società, le istituzioni, le strutture sono punti precari, non offrono appigli... È davvero dura. Il forte senso di solitudine e d'abbandono fa sì che la quotidianità assuma a volte forme talmente logoranti da far perdere il senso dell'appartenenza alla società e la consapevolezza dei propri diritti. Questo racconto - crudo e tenero, tagliente e lucido - fa comprendere appieno la gravosa condizione di vivere e di convivere con la sindrome autistica in individui adulti e denuncia storture, contraddizioni, errori, insensibilità e ingiustizie che quotidianamente si consumano nei confronti di tanti Gabriele e di tanti loro papà. -
Plasmare la complessità. Autismo tra mente e corpo
Il punto di partenza dei contributi che questo libro raccoglie è l'inserimento in ambito diagnostico della categoria ""Disturbi dello Spettro Autistico (DSA)"""", che ha reso subito possibile parlare di autismi, e non più solo di autismo. Ciò ha consentito di riconferire complessità a un disturbo che, chiamando in causa tutti gli elementi dello sviluppo, si struttura in modo totalmente differente in base ai deficit e alle potenzialità del singolo bambino. Gli autori sottolineano come i bambini affetti da dsa devono affrontare, nel corso del loro sviluppo, una grande quantità di frustrazioni per la difficoltà di essere compresi nei loro bisogni e desideri e, quindi, accumulano un profondo senso di sfiducia verso il mondo esterno. Considerarli solo in riferimento all'etichetta significa ignorare il fatto che ogni essere umano, a qualunque patologia faccia riferimento, è dotato di una spinta vitale e di un'intenzionalità che ne fanno un individuo a tutti gli effetti. Gli autori riflettono sugli attuali metodi terapeutici che spesso, in nome di singole prestazioni, rischiano di disattendere le necessità vitali del bambino, colludendo con le sue difese e bloccando possibili ulteriori sviluppi che, oggi, vanno ben oltre le vecchie aspettative. C'è ancora molto da imparare sulla fenomenologia dell'autismo ed è necessario uno sforzo per rendere l'intervento terapeutico più rispettoso della complessità dei disturbi. Altrimenti il rischio è che, oltre a essere stati penalizzati dalla Natura, i soggetti autistici siano ulteriormente penalizzati dalla Cultura."" -
Il tempo. L'estendersi dell'esistenza
Il tempo investe l'intera nostra esistenza. Nel suo divenire percorriamo svariati itinerari in cui la nostra vita si snoda sull'onda di sentimenti, pensieri, progetti e obiettivi gioiosi, inevitabilmente inframezzati di imprevisti, ostacoli, sofferenze, sconfitte e delusioni. In un simile contesto, lungo le età della vita, il tempo riveste un ruolo fondamentale nella costruzione della nostra personalità. Anche se centrale nel nostro agire di ogni giorno, il tempo continua a rimanere un grande enigma dell'universo. Il suo volto ci appare affascinante, ma anche inquietante nella sua sconfinata pluralità di significati. Il tempo è circolare, lineare e virtuale, fisico e psichico, in continuo divenire a cui si è tentati di porre un freno. In una società in rapida evoluzione domina prepotentemente il tempo presente. Siamo talmente immersi nel tempo dell'accelerazione e dell'immediatezza che lo stesso tempo libero ha bisogno di essere liberato. A ciò si sta cercando di reagire scoprendo il valore del tempo dell'attesa, della lentezza e della tensione, mai sopita, tra il tempo e l'eternità. Abituati a vivere sul registro spensierato del tutto e subito, l'inquietante pandemia del Covid-19 ci ha obbligati a mettere ordine nel nostro vissuto caotico del tempo e a riconoscere che il tempo ha una successione e una durata nella sua triplice dimensione di passato, di presente e di futuro. E là dove si riscontrano quadri psicopatologici sappiamo che è possibile risolverli sperimentando il tempo dell'analisi. -
Gifted. Conoscere e valorizzare i giovani plusdotati e di talento dentro e fuori la scuola
Il tema del talento si sta facendo faticosamente strada nel nostro paese. È importante avere della plusdotazione una visione ampia, articolata e costruttiva, affinché i talenti siano riconosciuti, valorizzati e integrati con il resto della personalità, per far sì che ogni bambino e ragazzo si sviluppi il più possibile in modo armonico e in accordo con il suo vero sé. Il libro è rivolto a tutte le figure che si occupano di gifted, ovvero coloro che hanno un dono, un talento, un funzionamento cognitivo superiore o molto superiore alla media. Insegnanti, psicologi, genitori ed educatori potranno avvalersi di nozioni teoriche e indicazioni pratiche che li aiuteranno a individuare, comprendere e sostenere i giovani plusdotati. La conoscenza e la valorizzazione della giftedness, che costituiscono il denominatore comune dell'intera trattazione, permettono la visione a tutto tondo del fenomeno, mentre la struttura del volume consente di approcciare le diverse sfaccettature della plusdotazione mediante una lettura globale e sequenziale oppure tramite una consultazione tematica focalizzata sulle aree di maggiore interesse del lettore. La prima parte del libro fornisce una panoramica delle principali teorie di riferimento, un focus sulle questioni ancora aperte e in evoluzione riguardo le definizioni e la terminologia, un approfondimento degli aspetti emotivi e relazionali con un'attenzione particolare alle eventuali vulnerabilità che possono caratterizzare i gifted. Segue un quadro ampio e dettagliato su come individuare, sostenere e promuovere il benessere dei gifted in famiglia e a scuola, con una parte dedicata alla panoramica sulle normative internazionali e una alle nuove indicazioni del Ministero dell'Istruzione per l'inclusione e la valorizzazione dei gifted nel contesto scolastico italiano. È presente, inoltre, una sezione di approfondimento che declina il tema della plusdotazione negli ambiti della neurobiologia, delle funzioni esecutive, della metacognizione e della doppia eccezionalità. -
Racconti dai luoghi dell'autismo. Casi clinici
Questa raccolta di storie cliniche di bambini affetti da autismo rappresenta la possibilità di focalizzare le singole difficoltà del piccolo paziente alla ricerca di un senso nel suo penoso vissuto e in quello di tutti coloro che gli sono accanto. Per trovare le risposte terapeutiche adeguate, gli autori - tutti psicoterapeuti dell'età evolutiva che condividono la prospettiva psicodinamica - si interrogano sul significato di ogni comportamento del bambino nel tentativo di comprendere i meccanismi psicologici e psicopatologici che tengono in vita le disfunzioni presenti e di scoprire le potenzialità e le capacità emergenti. I percorsi narrati non sono facili; presuppongono, da parte del terapeuta, una buona conoscenza del disturbo e della fenomenologia psichica che lo accompagna, affinché la compassione, che è necessario sperimentare, sia radicata su un competente sapere delle problematiche presenti, oltre che sulla capacità di provare empatia. Presuppongono, altresì, che il terapeuta si interroghi sulle difficoltà che è costretto a provare al cospetto di sentimenti tormentati ed elabori il proprio controtransfert per trovare le risorse che gli permetteranno di stare accanto a quel bambino anche nei momenti più drammatici. In queste storie i sintomi diventano opportunità, che riescono a rivelare ciò che ancora non ha trovato forma per raccontarsi. Sono narrazioni che permettono di comprendere le sfumature del disagio, le aree di passaggio da uno stadio evolutivo all'altro, i cambiamenti nei sistemi difensivi da dimensioni arcaiche a strutturazioni più mature e che, quindi, restituiscono un bambino con tutto il suo spessore umano. 21 casi clinici a testimonianza che dietro un disturbo autistico c'è sempre un bambino che aspetta di essere ""trovato"""" e che la dignità umana appartiene sempre alla relazione e non a un singolo individuo."" -
La fabbricazione dei bambini. Una vertigine tecnologica
Siamo a un passo dall'era di poter fabbricare i bambini. Le biotecnologie della predizione sono in grado di operare con l'obiettivo di concepire il bambino così come lo si desidera. È una vertigine tecnologica che stordisce, di cui non comprendiamo la portata e che non sappiamo gestire. Franppis Ansermet, specialista nei temi della procreazione medicalmente assistita, apre le porte del suo studio per raccontare i casi concreti che incontra nella pratica professionale. È ormai una realtà: intorno alla nascita di un bambino non ci sono solo i suoi due genitori. Può esserci la donna che affitta l'utero e porta avanti la gestazione, il donatore di sperma, la donatrice di ovuli, senza contare una miriade di medici e biologi e laboratori all'avanguardia in grado di lavorare direttamente sul genoma umano. I progressi della scienza creano un mondo nuovo, che ci pone di fronte a una realtà inedita, difficile da pensare, difficile da dire. Dov'è il limite? Fin dove possiamo andare? Fin dove andremo? -
Costruzione psicologica e sviluppo del soggetto. Una prospettiva clinico-psicologica dell'ontogenesi
Il libro offre un ampio panorama dello sviluppo psicologico precoce dell'essere umano, percorrendo un itinerario che inizia nel momento del concepimento e si estende fino al periodo in cui si costituisce la coscienza psicologica, ossia intorno a un anno di vita. Il lettore è invitato a pensare all'uomo partendo dalla sua dimensione etica. Tramite l'analisi del concetto di esthesis - forza vitale che il soggetto possiede per intraprendere e gestire l'esperienza - l'autrice focalizza l'attenzione sull'importanza della sensibilità verso la vita e sul ruolo che questa sensibilità occupa nella costituzione della coscienza. In questa visione l'uomo viene riconosciuto come un essere culturale e sociale il quale, per riuscire a organizzarsi e strutturarsi psicologicamente, dipende dalle relazioni con gli altri. Per sviluppare e dipanare questa tesi un'attenzione particolare viene dedicata alle interazioni precoci che il neonato intrattiene con la madre (o con chi primariamente si occupa di lui) e vengono esemplificate - basandosi su ciò che l'autrice ha osservato nella pratica clinica con bambini autistici - le varie possibilità dello sviluppo che possono verificarsi qualora queste relazioni primarie siano perturbate.