Sfoglia il Catalogo ibs018
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 7041-7060 di 10000 Articoli:
-
Castiglione della Pescaia nei secoli XVI-XIX. Mappe e territorio. Ediz. illustrata
Il libro - ispirandosi al fondamentale studio di Danilo Barsanti del 1984 - costituisce un profilo storico di Castiglione della Pescaia e del suo territorio dai tempi tardo-medievali fino a quelli unitari con utilizzazione della cartografia del passato. Centinaia di mappe, quasi tutte manoscritte, furono prodotte dal potere politico (specialmente statale) per conoscere e governare un'area strategica per il suo immenso lago-padule e per la sua portuosità, a servizio della Maremma. Le immagini qui considerate consentono di ripercorrere: l'organizzazione territoriale tradizionale della zona umida - con le sue attività di navigazione, di pesca e di produzione del sale - e le vicende della sua lunga e complessa bonifica idraulica; l'assetto della comunità di Castiglione della Pescaia, con la sua trasformazione amministrativa ed economico-sociale; l'evoluzione del paesaggio e soprattutto degli insediamenti, a partire dal centro murato e dalla sua graduale discesa verso il porto-canale e il mare, e dalle altre strutture fortificate costiere. Il volume dimostra che le mappe del passato possono oggi essere consapevolmente utilizzate per la pianificazione (governo del territorio e del patrimonio culturale), per la didattica e l'educazione nelle scuole e per la formazione di una cittadinanza attiva. -
1384 la presa della città. Arezzo nelle mani di Enguerrand De Coucy
La città di Arezzo, sullo scorcio del Trecento, era segnata dalla politica degli Arciguelfi e dalla politica filofiorentina, forti correnti che trovavano scontri con frange di ghibellina memoria; forti divisioni, contrasti, anche economici, che si intese gestire manu militari, avvelenarono la città. Le sorti della città furono presto piegate da eventi che ebbero risvolti locali ma che, in realtà, appartenevano ad un quadro di scala internazionale. Settimo di una lunga dinastia, ""uomo quanto valoroso, altrettanto modesto"""", secondo la Cronica di Buonaccorso Pitti, Enguerran de Coucy fu un soldato professionista, capitano della propria armata, potente personaggio di Francia la cui fortificazione, a Coucy, vantava il donjon cilindrico più imponente di quel mondo tardo medievale, un esempio di gigantismo. L'intesa tra il Sire de Coucy e i Tarlati, ad un passo dal riprendersi il governo della città, sfociò con l'offerta di Arezzo alla vicina Siena per venticinque mila fiorini, tosto declinata per le pressioni di Firenze cui fu ceduta per quarantamila fiorini. Non fu certo Enguerran VII a determinare la débâcle di Arezzo, fisiologica ed inevitabile in quelle storiche sabbie mobili; egli fu solo l'ultimo capitano di ventura che intervenne nelle lotte tra Arciguelfi e Ghibellini, con un risultato che fu solo il prodotto dei tempi e della politica aretina. C'è forse, dunque, la necessità di un approccio più neutro ed oggettivo o comunque tale che non risulti segnato da alcun accento filofrancese, come nell'opera di P. Durrieu, La Prise d'Arezzo, ovvero segnato da campanilismo o revanscismo storico. Prefazione Luca Berti."" -
Renato Pieraccioli. Un uomo, un padre, uno sportivo. Il mistero del derby e la scomparsa di un allenatore
È il racconto della vita di un uomo, ma soprattutto di uno sportivo, scomparso improvvisamente dopo un derby calcistico. Renato Pieraccioli nasce a Pistoia e nel 1929 si trasferisce a Montevarchi per giocare nella squadra locale. Qui incontra la moglie ed avrà due figli. Rimarrà presto vedovo, nonostante ciò, resterà ad abitare nella casa della moglie e continuerà a seguire il settore giovanile e la prima squadra come allenatore. Nel 1944 dopo la fine di una partita amichevole con la squadra di San Giovanni V.no di lui si perderà ogni traccia a seguito di tafferugli avvenuti, negli spalti e fuori dal campo di gioco, per il risultato della partita. Molte sono state le ipotesi, nessuna è stata confermata. L'unica verità è la scomparsa di un uomo che ha fatto del settore giovanile e del calcio un obiettivo, raggiungendo traguardi di eccellenza per una città di provincia, in epoche in cui ancora non si conosceva bene l'importanza determinante dell'allenamento. -
Ville dei Medici in Toscana. Patrimonio dell'umanità
La proposta del libro è quella del viaggio: un viaggio in Toscana fra ville e fattorie che, un tempo, sono state abitate dai diversi membri della Casata de' Medici. L'idea è quella di spaziare fra luoghi e personaggi senza un itinerario predefinito, suggerendo una serie di soste in cui il visitatore possa scegliere architetture, giardini e personaggi, curiosare fra oggetti e ricordi e andare alla ricerca di situazioni conosciute o proposte meno note, ma non per questo meno intriganti e suggestive. Da qui la scelta di una restituzione agile che propone una sintetica scheda descrittiva per ogni villa selezionata, secondo un ordine esclusivamente alfabetico. Le ville hanno avuto committenti importanti e fanno riferimento a personaggi noti, da Lorenzo il Magnifico a Cosimo I e ai loro discendenti; ma accanto agli uomini illustri ci sono state donne di eccezionale statura, certamente meno famose, che hanno trascorso parte della loro vita ed hanno condotto queste eccezionali dimore. Di alcune di loro è stato tracciato un breve medaglione. La narrazione delle singole ville è trattata secondo un ordine prevalentemente cronologico, che tenta di riordinare in modo sintetico le vicende storico-architettoniche dando conto dei cambiamenti di proprietà, dei principali proprietari, dei principali interventi e degli artisti che vi hanno operato. Nel testo si fa spesso riferimento ad un'iconografia antica per meglio contestualizzare, rispetto al periodo di costruzione, le architetture e i giardini che, nel tempo, hanno inevitabilmente subito trasformazioni e modifiche. In particolare compare, sia nelle immagini che nel testo, spesso il riferimento alle Lunette che Giusto Utens ha dipinto su incarico del granduca Ferdinando I fra il 1595 e il 1606 per la Sala Grande di Artimino. -
La geografia di Dante. Toscana e Italia, città e luoghi nella Divina Commedia
Il libro mette in luce la conoscenza non comune - e, anzi, per l'epoca straordinaria - della geografia da parte di Dante Alighieri, mediante gli innumerevoli richiami e descrizioni di territori e centri abitati, ambienti e paesaggi, fenomeni fisico-naturali e antropici: passi che oggi ci appaiono corretti, puntuali e spesso innovativi. La Divina Commedia presenta così - accanto ai tre mondi immaginari ove si svolge l'itinerario letterario del poeta - una geografia fatta di luoghi reali, osservati con attenzione dall'autore o da altri, utilizzati come testimoni. Insieme alla geografia in versi più significativa, viene sottolineata l'ampia e profonda cultura fatta di meditate letture di opere classiche e medievali, ma anche della conoscenza e dell'uso della più innovativa cartografia nautica e geografica e persino degli strumenti per orientarsi e per misurare la Terra. In appendice, sono elencati i viaggi e i soggiorni di Dante e gli oltre 300 luoghi geografici denominati nel poema, compresi gli oltre 60 della Toscana, regione in assoluto privilegiata rispetto al resto dell'Italia e del mondo. -
Arare umano est. Flessioni e riflessioni agricole nella civiltà moderna
Marcello è il primo Essere umano della storia ed è anche il primo contadino dell'umanità. Il libro ripercorre tutta la storia dell'umanità vista attraverso gli occhi e le gesta di Marcello, che inventa prima l'agricoltura, perché si rende conto di non essere adatto a quel mondo primordiale e selvaggio, poi il fuoco, per cucinare il primo cinghiale che riesce a catturare dopo che l'ungulato gli ha distrutto le prime coltivazioni, dando così il via a tutta l'umanità, fino ai giorni nostri. Scopriremo come nasce la zappa e l'importanza fondamentale che tale strumento avrà nella nostra evoluzione, ma si parla anche del problema legato alla comparsa sul pianeta dei primi esseri ""non contadini"""" che di fatto cambieranno totalmente gli equilibri e la vita di Marcello che, sempre più disorientato, senza rendersene conto si troverà in una società totalmente scollegata dalla Natura e dalla Terra, una società che diviene """"moderna"""", nella quale i supermercati nascono ovunque e si moltiplicano a dismisura grazie anche ai loro reparti di """"sfrutta e verdura"""". Si vedrà Marcello alle prese con i vegani armati di seitan fino all'arrivo sulla scena di Carlo Cracco e la sua cucina stellata, che darà il colpo finale al capostipite dei contadini e ad una storia durata millenni. Le vicende di Marcello si alternano con le """"flessioni e riflessioni agricole"""" dell'autore, un contadino del secondo millennio che con ironia e leggerezza tenta di portare avanti la propria personale idea di umanità, cercando di trattare temi anche molto seri come il valore dei prodotti agricoli e lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. L'idea di umanità che l'autore tenta di presentarci viene definita da lui stesso come """"naturale"""", fermo restando che di """"naturale"""" nell'essere umano c'è ben poco. Se è vero che errare ed arare sono le caratteristiche che più di tutte differenziano l'essere umano dagli animali, non riesco a capire perché tutti quanti errano ma soltanto in pochissimi arano! Gridiamo con orgoglio""""arare umano est""""!"" -
I racconti dell'acqua. Storie toscane di fiumi e torrenti
Sono come il tempo, i fiumi: scorrono e si tuffano in un'acqua più grande. E anche come le parole che si riversano nelle storie e così ci raccontano ciò che è stato per puntare ancora avanti. Per questo raccontare i fiumi, raccontare le loro storie, è un buon modo per saperne di più di noi stessi e dei luoghi che abitiamo. Ci prova questo libro, opera di diversi scrittori ognuno dei quali alle prese con un corso d'acqua e con le parole che ne raccontano una storia. Pochi sono i fiumi importanti, conosciuti: a parte l'Arno, il più toscano di tutti i fiumi. Quasi tutti, in effetti, sono modesti torrenti che riesce difficile persino collocare su una carta geografica. Per questo ancora più affascinanti: con la loro acqua e le loro storie aiutano a disegnare una mappa alternativa della Toscana, sospesa tra storia e fantasia, tutta da scoprire: con i versi di Dante o Dino Campana così come con sorprendenti itinerari a piedi. -
Racconti & ricette. 50 le storie che portano a tavola
Leonardo Romanelli nei suoi racconti trae spunto dalla commistione di umori, sapori e sentimenti di donne e uomini e la fa culminare in un altro racconto, che più che la classica ricetta con ingredienti, tempi, difficoltà e modalità di realizzazione è semmai la cronistoria affettuosa della genesi di un piatto o di un cibo, una riflessione emotiva sul perché di una carbonara o di un tiramisù. Storia e ricetta finiscono così per intrecciarsi e ci fanno vivere in un microaffresco di vita. Tanti aspetti della vita quotidiana dove la tavola e la cucina non sono mai luoghi di passaggio, dove l'atto del mangiare assume un ruolo diverso a seconda del momento: può essere consolatorio, rabbioso, felice, comico ma non risulterà mai banale o inutile. Le ricette, alla fine, devono essere eseguite basandosi sul sentimento, non risulteranno mai uguali anche se fatte tutte i giorni, perché saranno diversi gli stati d'animo. -
Arte e storia a Prato e nei comuni della sua provincia. Guida per picci(o)ni viaggiatori
Un viaggio in compagnia di una guida speciale alla scoperta della città di Prato e dei Comuni della sua Provincia, per scoprirne la storia, le tradizioni e i luoghi più belli e significativi da visitare. La Provincia di Prato è composta da 7 comuni: Prato, Vaiano, Vernio, Cantagallo, Montemurlo, Poggio a Caiano e Carmignano. Il territorio al suo interno è molto diversificato: si va dalle montagne dell'Appennino alla pianura, ma ci sono anche dolci colline e il fiume Bisenzio che scorre da nord a sud. Un percorso a tappe attraverso tutta la Provincia di Prato che ci permetterà di scoprire la storia, le curiosità e anche i prodotti tipici più importanti di questo territorio, con alcuni box di approfondimento tradotti in inglese e cinese per i piccoli lettori che conoscono meglio, o preferiscono, una delle due lingue straniere. Età di lettura: da 6 anni. -
La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963
La vicenda del Campo profughi di Laterina (AR), è stata solo accennata nei libri di argomento storico generale. Questo libro è una novità. Dal 1941 al 1943, sotto il fascismo, è un Campo di concentramento per prigionieri inglesi, sudafricani e canadesi. Sottoalimentazione e scarsa igiene nelle baracche provocano nei 2.500-3.000 prigionieri varie malattie debilitanti, come dissenteria e tifo. Poi per un anno il Campo è stato un reclusorio sotto la sorveglianza nazista. Dopo la liberazione, avvenuta nel 1944, a cura della VIII Armata britannica, si trasforma fino al 1946 in un campo di concentramento per tedeschi e repubblicani della RSI catturati al Nord. Dal 1946 al 1963, per ben diciassette anni, funziona come Campo profughi per italiani in fuga dall'Istria, Fiume e Dalmazia (per oltre 10mila persone), terre assegnate alla Jugoslavia col trattato di pace del 10 febbraio 1947. Sono italiani della patria perduta. Patiscono il freddo e la fame. Tra i più anziani di loro ci fu un alto tasso di suicidi. A Laterina giungono pure alcuni sfollati dalle ex colonie italiane. Non c'è un libro che tratti in modo specifico questi anni di vita quotidiana e di incontro-scontro con la popolazione locale, fino alla completa integrazione sociale, mediante qualche matrimonio misto (di solito: marito toscano e moglie istro-dalmata) e, soprattutto, col lavoro e con l'assegnazione delle case popolari ai profughi. -
Rifugi precari. Ricordi degli anni 1943-44
Mentre infuriavano a Firenze le persecuzioni antiebraiche, Lionella Neppi Modona Viterbo viveva la sua prima adolescenza. Lei e la sua famiglia -i genitori e un fratello più piccolo- a metà ottobre del 1943, spinti dalla drammaticità delle circostanze ed esortati anche dall'amatissimo rabbino Nathan Cassuto a «cercare solo di sopravvivere», abbandonarono la loro casa e cominciarono una vita clandestina. Per molti lunghi mesi, prima in città poi ad Anghiari, si ingegnarono a vivere in una dimensione fino a poco tempo prima del tutto inimmaginabile, dovendo fronteggiare oltre al rischio continuo di essere arrestati e deportati, anche lutti, malattie, piccole e grandi emergenze in una realtà stravolta. Con una memoria prodigiosamente nitida e ricchezza di dettagli, l'autrice ripercorre questo periodo cruciale della sua vita. Non intende esibire velleità letterarie, e le è altresì estraneo il registro sentimentale: quasi sempre il suo mondo interiore resta fuori dall'economia della scrittura. Nessuna indulgenza per malinconie e rammarichi percorre queste pagine; né tanto meno Lionella Neppi Modona Viterbo indulge a forme di autocommiserazione, a cui è del tutto aliena non solo nello scrivere ma per carattere anche nella vita reale. Questo suo memoriale rappresenta invece un'onesta, circostanziata e veridica testimonianza, preziosa per la storiografia e per chiunque voglia comprendere la quotidianità nei drammatici frangenti delle persecuzioni. -
Cent'anni della nostra storia. Castelfranco di Sopra. Vol. 2: 1951-1975
Il progetto editoriale inerente la pubblicazione dei volumi ""Cent'anni della nostra storia"""" prevedeva due uscite, ma dopo la presentazione del primo, si è verificato un inaspettato apprezzamento per l'iniziativa. Molte persone si sono sentite coinvolte e hanno desiderato raccontare fatti e circostanze per incrementare e ampliare le future cronache: episodi semplici ma interessanti, curiosi e significativi che non devono essere dimenticati. Le numerose testimonianze hanno così ristretto il contesto da narrare storicizzando gli avvenimenti dal 1951 al 1975. Il resto verrà narrato nella terza uscita che riguarderà gli anni dal 1976 al 2000. Anche le numerose foto in bianco e nero, personali e familiari, che sono state messe a disposizione, testimoniano la volontà di creare un diario da dove si ricava una immagine di vita comunitaria. Guardando con tranquillità queste foto si potranno individuare dei particolari che forse la fretta non ci aveva fatto scoprire. Le stesse potrebbero creare facili """"commenti"""" ma ricordiamoci sempre di giudicarle rispettando e conoscendo il loro contesto storico e il motivo per cui sono state scattate. Se questo volume creerà nuovo interesse e susciterà ancora emozioni il merito è ancora una volta di una comunità che ha dato prova di condividere la propria storia passata per creare un fraterno futuro senza antistoriche nostalgie."" -
Castiglione della Pescaia. Storia, arte e tradizioni
Il volume illustra l'aspetto storico, artistico e naturalistico di un borgo medievale situato su un promontorio su cui svetta il Castello aragonese racchiuso da una cinta muraria, che domina il litorale maremmano. Castiglione della Pescaia rappresenta un territorio suggestivo e unico con le preziose tracce archeologiche della città etrusca di Vetulonia, le splendide ed estese pinete, le spiagge sabbiose e rocciose, le riserve naturali con l'immenso lago-padule, il porto-canale e le strutture fortificate costiere. -
Fa bene quel buio. Cesare Pavese e i mestieri del cinema
Cesare Pavese (1908-1950) è stato un grande intellettuale europeo: poeta, narratore, dirigente editoriale, mitografo, gran conoscitore di film nonché scrittore di, su e per il cinema. Questo libro è dedicato all'approfondimento di questi ultimi due fra i suoi tanti ""mestieri"""". Essi si espressero in vario modo: Pavese, infatti, fu non soltanto uno spettatore instancabile e attento (la scoperta, da parte sua, del cinema americano fu una componente importante della propria storica divulgazione, in Italia e durante il fascismo, della cultura americana, portatrice di modernità, di rinnovamento, di democrazia) ma anche un esperto cinephile, un critico rigoroso, un teorico acuto, un soggettista creativo, un letterato capace di fare del cinema - dei suoi appassionati e delle sale da loro frequentate - un """"luogo letterario"""", un """"topos"""" particolarmente suggestivo e simbolico dei suoi romanzi. I multiformi rapporti di Pavese con il cinema si vanno rivelando, con gli anni, uno degli aspetti più interessanti della sua - sempre colta, sempre innovativa, sempre tormentata - ricerca espressiva, intellettuale, esistenziale."" -
Firenze immaginata. Lettere mai scritte di personaggi storici fiorentini
Questo volume raccoglie scorci inediti delle vite di personaggi più o meno noti della storia di Firenze in una serie di trentaquattro lettere mai scritte, ma ritrovate nella mente di chi le ha pensate. L'autore infatti è penetrato idealmente nel pensiero e nei sentimenti dei protagonisti calandosi nel loro contesto storico. Attraverso le parole delle lettere si percorrono le strade e i quartieri di una città unica al mondo, unica anche per gli ingegni straordinari che vi vissero, che l'amarono e che soffrirono dentro le sue mura. Trentaquattro storie per scoprire il volto nascosto della città, un percorso nello spazio e nel tempo in trentaquattro tappe: un numero simbolico come la sommatoria delle lettere ebraiche e che rimanda alla prima lettera della Bibbia, escatologico come i canti dell'Inferno dantesco, ipnotico come la costante di un quadrato magico quattro per quattro, lacerante come la cella di Edmond Dantès al Castello d'If. Forse ciò che è davvero interessante della Storia avviene lontano dalla luce del sole e si scoprono solo per caso le vicende degli uomini tra le righe di una lettera anche solo immaginata. La storia millenaria di una città si intreccia così con la memoria individuale dei suoi abitanti illustri, una memoria ricostruita grazie alla quale il lettore ripercorre vicende ed emozioni, rivede i luoghi, gli oggetti di una quotidianità vissuta e la loro bellezza. George Gordon Byron scriveva che uno dei piaceri di leggere le vecchie lettere, è sapere che non occorre rispondere; quindi non resta che intraprendere questo viaggio insolito alla scoperta di Firenze attraverso la storia dei suoi personaggi. -
Controvento. Il coraggio della pecora nera
"Non posso farci nulla se il mio essere libero mi porta molto spesso ad andare ostinatamente in direzione contraria. Come quando tira un forte vento e continui a camminare, facendo tanta fatica ma fiero di sfidare quella forza della natura. E un po' come la pecora nera: derisa, disapprovata, fino a essere emarginata. Ricerche scientifiche hanno messo in luce che le pecore nere sviluppano un elemento fondamentale: la resilienza, ossia la capacità di un materiale di assorbire un urto senza ammaccarsi e senza rompersi. In psicologia, tale parola indica l'abilità di un individuo di affrontare un trauma o un periodo difficile superandolo senza conseguenze. Insomma, si tratta del potere di risorgere dalle proprie ceneri, di trasformarsi e rigenerarsi senza cambiare la propria natura e traendo vantaggio dalle esperienze negative. Un po' quello di cui abbiamo bisogno un po' tutti noi, per superare questo lunghissimo incubo chiamato """"Covid-19"""" e andare oltre la tempesta""""." -
Storia e memoria di una comunità. La scuola elementare «Isidoro Del Lungo». Cento anni di attività scolastica. Ediz. illustrata
Un volume dedicato al centenario dalla costruzione della Scuola Elementare Isidoro del Lungo a Montevarchi, che fu inaugurata nel mese di giugno 1920. La prima grande operazione urbanistica legata all'amministrazione guidata dal Sindaco Pietro Guerri, considerata come la più importante opera pubblica di edilizia civile della provincia. La possibilità di utilizzare la grande area del vecchio campo vaccino rappresentò quindi un'opportunità unica per attuare quel grande ""piano di ampliamento"""" che per molti rappresentò """"l'atto di vita nuovo"""" del Comune di Montevarchi. Ripercorrere le vicende che portarono alla realizzazione del primo edificio scolastico del capoluogo, significa quindi confrontarsi con un pezzo di storia della città che si dipana per circa un quarto di secolo, a cavallo tra la fine dell'Ottocento e il primo dopoguerra. È il periodo nel quale Montevarchi vive la sua trasformazione industriale. Con oltre 200 foto relative ai progetti e alla costruzione dell'edificio, alle scolaresche in posa davanti alla scuola e nelle aule durante lo svolgimento delle lezioni, agli alunni fotografati nelle recite e durante le festività o nella tradizionale festa degli alberi. Le fotografie di questo volume sono comprese tra i primi del '900 e gli anni '60."" -
Strumenti mentali. «Questa casa non è un albergo... » e altri segni d'affetto
Questo pacchetto di strumenti mentali in forma di libro ha due anime: è sia un contributo teorico che un manuale pratico, per tutti. L'esperienza della realtà è un processo cognitivo, di costruzione della realtà, a partire dalla propria. Rendersene conto e imparare a usare questo potere in prima persona è importantissimo per chiunque, e tanto più per chi progetta e costruisce la realtà in cui viviamo e vivranno le prossime generazioni. Ma qual è il rapporto tra architettura e comunicazione? Entrambe sono in grado di condizionare in modo sottile e implicito il benessere delle persone, una specie di magia. Non vi è dubbio: esistono spazi che comunicano energia e felicità, e altri che abbattono, che mettono in difficoltà. Architettura significa poter fare il proprio mondo quale ci piace averlo, in contrattazione continua con la storia, gli elementi della natura, la forza di gravità, il moto ondoso, i venti e i dislivelli, il materialmente possibile, i desideri, le visioni e le necessità di soggetti i più disparati. E contrattare è comunicare. Una comunicazione inconsapevole e la bruttezza di alcuni spazi in cui vivono esseri umani sono mancanze di riguardo. Come ogni altra mancanza di riguardo verso persone, spazi e cose, creano sfiducia, ottundimento, sofferenza, malessere. Nel riconoscere questo disagio come un segnale si impara a comunicare meglio. -
Leggere il tedesco per gli studi umanistici. Principianti
A rendere pressante, per ogni ambito professionale e culturale, la necessità di comunicare nelle maggiori lingue europee con precisa cognizione dei diversi lessici specialistici, è l'ormai diffusa realtà del ""villaggio globale"""" e delle sue più dirette implicazioni. La presente collana intende rispondere a queste esigenze. Nel caso specifico, la realizzazione di un testo che avvia in tempi rapidi alla comprensione della lingua tedesca prova come si possa insegnare a comunicare, anche in situazioni di dichiarata difficoltà: è solo questione di metodo."" -
Nabokov. Un'eredità letteraria
Raccolta dei contributi presentati all'International Colloquium ""Nabokov. Un'eredità letteraria"""" tenutosi a Venezia nei giorni 24-25 novembre 2005.""