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Essere
Amiche, zie, sorelle, cugine, mogli, nonne, mamme, amanti, compagne di scuola, vicine di casa, acrobate, psicoterapiste, attrici, osservatrici, viaggiatrici, ladre, designers, vacanziere, anfitrione, spione. In questo libro è ritratta un'intera stupefacente galleria di donne con sorpresa ironia, pungente perfidia, tenera complicità. E' difficile che la lettrice o il lettore sfogliando queste pagine non riconoscano almeno una delle nature femminili che hanno segnato con influenze o presenze significative la loro vita. -
Secondo la propria degnità. Leon Battista Alberti e Simone Weil
(...) ""rivivranno la sensibilità dell'amicizia come bene amato dall'amico, e questo esser forza delle repubbliche e base di una convivenza, questo amore e fiducia per le leggi naturali, e come la repubblica ciceroniana è basata sulla formazione individuale, così quella dell'Alberti sul valore dell'educazione e creazione della personalità; così come il richiamo lucianesco è esterno, valida rimane quest'osservazione, che le esigenze degli antichi, l'etica statale romana veniva naturalmente risentita in questa piccola repubblica albertiana, e l'uomo singolo, se si addomesticava a viverci, di sé e della propria famiglia e dello stato aveva idea rispettosa ma ristretta, famigliare, sì, cittadina, pur se moralmente ampia ed alta. Ritrovano presso la sua sensibilità valore la coscienza della modestia, della tolleranza, della comprensione; epoche egli accoglie, ricche di contrastanti interessi, epoche idealmente rinnovate, e si può dire sognate, esempi indicatori;(...)"""" (dal testo sull'Alberti)"" -
Il palcoscenico insegna. Milano, l'Umanitaria, il Teatro del Popolo
La Scala. La Rai. Il Piccolo Teatro. Il Nuovo Canzoniere Italiano. Sono solo alcuni dei soggetti con cui è venuto a contatto il Teatro del Popolo dell'Umanitaria durante gli anni della sua programmazione (1911-1967), quando i maggiori artisti e musicisti - da Arturo Toscanini a Victor De Sabata, da Rosina Storchio a Francis Poulenc, da Bela Bartók a Lyda Borelli, da Arturo Benedetti Michelangeli a Sem Benelli - non perdevano l'occasione di esibirsi davanti alle moltitudini immense che ne affollavano le sale: fosse il palcoscenico del ""capannone"""" di via Fanti (un ex stabilimento industriale, poi distrutto nel 1943), il proprio Salone degli Affreschi, oppure il palco riadattato nelle sedi rionali (grazie ad un innovativo sistema teatrale decentrato), o ancora il salone del Regio Conservatorio o dei maggiori teatri cittadini, che negli anni sentirono il dovere morale di affiancare l'Umanitaria nella sua opera di educazione dei lavoratori: """"andare alla plebe e farla elevare a popolo"""". Il Teatro del Popolo rimane un unicum, un'esperienza grandiosa non solo per il panorama artistico di Milano, ma per l'Italia e per l'Europa, proprio perché nel corso del tempo ha rappresentato uno spartiacque, un punto di non ritorno, un modo nuovo di sentire e fare arte. Prefazione di Giuliano Pisapia. Introduzione di Piero Amos Nannini. Intervento di Sergio Escobar."" -
Pesci in faccia. Verità che scottano
La sensazione che scuote il lettore è quella di un terribile déjà vu. Oppure quella di risvegliarsi una mattina e ritrovarsi catapultato nell'Italia di sessant'anni fa, con il ricorso alla ""legge truffa"""", con la corruzione e i voti di scambio, con la tragedia del Polesine, con le sale d'aspetto ministeriali, con """"prebende intrallazzi camarille prepotenze e scandali"""" che sembrano anticipare l'odierna Italia delle caste. Ma leggendo le pagine di questa nuova antologia baueriana, non è solo l'Italia di oggi a confondersi in maniera incredibile (e vergognosa) con quella di ieri; perfino lo scenario internazionale sembra lo stesso, con i fermenti dell'Africa del Nord, dove si risveglia il desiderio di libertà e democrazia."" -
I crostacei
Un libro interamente illustrato in cui il cuoco Claudio Pasquarelli propone ricette a base di crostacei che esaltano la freschezza e le leggerezza della cucina ligure. -
Per le vie e altre novelle lombarde
Il volume raccoglie tutta la produzione novellistica del periodo milanese. Trasferitesi nel 1872 a Milano, a quell'epoca centro culturale vivo e aperto alle sollecitazioni europee, Verga frequenta i ritrovi eleganti del capoluogo lombardo ed entra in contatto con gli scapigliati Arrigo Boito, Giuseppe Giacosa e Salvatore Farina nei salotti più brillanti della città. -
Terra nuova. Prima cronaca dell'Agro Pontino
Pubblicato nel 1934 dall'Istituto Nazionale di Cultura Fascista, per i tipi delle Edizioni Novissima, ""Terra Nuova"""" viene oggi riproposto al lettore italiano. Un testo di Alvaro dimenticato spesso dalle note bio-bibliografìche, che pur ci mostra uno scrittore capace di far vibrare la pagina e di muovere a ironia una materia che, forse, doveva apparire apologetica. Ma """"Terra Nuova"""" non è solo la testimonianza storica della nascita di Sabaudia e dell'opera di risanamento delle paludi pontine. L'invenzione, il racconto si mescolano in un libro importante nella produzione saggistica e letteraria di Corrado Alvaro, che ne rivela, ancora una volta, la sottile capacità di tessitura dei contenuti sotto le trame delle parole; una serpe in seno al regime, come già furono molti intellettuali, veramente accusati di compromissione?"" -
L' uomo dal fiore in bocca
Allestito per la prima volta al Teatro degli indipendenti di Roma, diretto da Anton Giulio Bragaglia, il 21 febbraio 1923, ""L'uomo dal fiore in bocca"""" è titolo enigmatico che costringe lo spettatore a seguire con attenzione lo svolgimento dialogico attraverso il quale è portato a scoprire che si tratta di un dialogo sulla morte e non già come sembrerebbe, un dialogo sulla vita e sulla quotidianità. Atto unico, praticamente un monologo, """"L'uomo dal fiore in bocca"""" è tratto dal racconto """"Caffè notturno"""" , pubblicato nel 1918 e ristampato nel 1923 con il titolo definitivo di """"La morte addosso""""."" -
La cena delle ceneri e racconto fiorentino
I racconti inediti La cena delle ceneri e Racconto fiorentino ci consegnano un frammento di Fortini solitario scrittore degli anni Cinquanta; la data di stesura, rispettivamente 1948 e 1956, non inganni il lettore, come anche il riferimento alla guerra o al periodo immediatamente postbellico. I temi e le riflessioni che avanzano tra le righe della narrazione, avvincente nell'un caso come nell'altro, sono di pregnante attualità. Attuali sono le domande intorno al significato della giustizia, l'interrogarsi sul tradimento, la consapevolezza che questa società tende a separare, più che a unire. Attuali sono le incertezze sui valori, la necessità di un investimento ideale nel sociale. Attuali, a livello letterario, l'attraversamento critico del neorealismo, lo stile e la pensosità della scrittura che mai vanno a discapito della trama o del piacere della lettura. -
Al Giro d'Italia. Vasco Pratolini al 38° Giro d'Italia (14 maggio-5 giugno 1955)
Della propria passione sportiva, e per il Giro in particolare, Vasco Pratolini non ha mai fatto mistero. Non solo, ""dato che sport e nostalgia sono compenetrabili l'un l'altro"""", ecco emergere i due termini che meglio qualificano la disposizione e l'atteggiamento dello scrittore nei confronti del Giro: """"vacanza"""" e, al tempo stesso, """"vacanza memoriale"""". Il Giro è dunque una vacanza che è allo stesso tempo una vacanza della memoria e nella memoria. L'autore si muove infatti tra presente e ricordi, recuperando con questi ultimi una visione adolescenziale e festosa, della corsa."" -
Poesie sparse
Guido Gozzano è considerato uno dei più importanti poeti del primo Novecento. La sua arte appare quasi rivoluzionaria, in quanto riesce, attraverso un'apparente imitazione, a superare e a capovolgere la tradizione letteraria del passato. Dice bene a questo proposito Eugenio Montale: «Gozzano fu il primo dei poeti del Novecento che riuscisse ad ""attraversare D'Annunzio"""" per approdare a un territorio suo». Gozzano riesce a fare propria la poetica di D'Annunzio, ma la rielabora in modo critico e personale, fino ad arrivare al punto di superarla e perfino capovolgerla."" -
I neoplatonici
I Neoplatonici"" è un breve racconto dello scrittore e patriota Luigi Settembrini ritrovato, sotto forma di manoscritto, presso la Biblioteca Nazionale di Napoli nel 1937 da Raffaele Cantarella, studioso crociano, con il titolo """"I Neoplatonici"""", per Aristeo di Megara, traduzione dal greco e pubblicato postumo nel 1977. """"I Neoplatonici"""" sono una fantasia omoerotica ambientata nella Grecia antica. Scritto durante la prigionia (vale a dire fra il 1858 e il 1859), il manoscritto fu inviato dall'autore alla moglie come (presunta) traduzione di un testo greco antico. Lasciato alla morte del Settembrini fra le carte inedite, il manoscritto fu esaminato fra gli altri da Benedetto Croce, che pose il veto alla pubblicazione, giudicando l'opera un «lubrico e malsano [...] errore letterario del venerato maestro, martire patriottico dei Borbone», e per questo motivo rimase inedito fino al 1977. """"I Neoplatonici"""" è uno scritto breve, ma rivelatore delle fantasie intime del suo autore. Privo di una vera trama, segue passo passo le vicende di due ragazzi che s'innamorano l'uno dell'altro e divengono amanti, e si conclude con le contemporanee nozze dei due. Il racconto comprende descrizioni di rapporti sessuali che non hanno paralleli nella letteratura italiana di quell'epoca."" -
Le due Marianne. In appendice: I coniugi Spazzoletti
Questo testo data presumibilmente 1896, anno della sua rappresentazione presso il teatrino ""familiare"""" di Paderno Dugnano, luogo di villeggiatura dei De Marchi. La messinscena fu dello stesso autore che ebbe un ruolo nella recitazione accanto ad altri attori dilettanti. L'intera commedia prende le mosse da un fortuito scambio di mogli dallo stesso nome, le due Marianne del titolo, verificatosi in una stazione ferroviaria al momento della partenza di un treno. L'equivoco innesta subito il confronto comico, e fra i quattro protagonisti si propone un felice contrasto, sia per la differenza di età, sia per la diversa estrazione sociale. Ciò che attrae il lettore, tuttavia, non è soltanto la """"fabula"""", ma i vari registri linguistici e stilistici con cui De Marchi compone il suo testo, rivelatori non solo della maestria dell'autore, ma insieme specchio e simbolo di una realtà sociale che l'autore è sempre incline a misurare e interpretare."" -
Spagna
Il libro è la rielaborazione delle corrispondenze inviate da De Amicis a «La Nazione» di Firenze in occasione di un suo viaggio in Spagna all'epoca della breve permanenza su quel trono di Amedeo Savoia-Aosta, figlio di Vittorio Emanuele II. Suddiviso in tredici capitoli, ciascuno è dedicato a una città, ossia a una tappa del viaggio. In ogni città, De Amicis gira liberamente alla stregua di un turista d'oggi, visitando monumenti, soffermandosi nei caffè, alloggiando in alberghi, assistendo a manifestazioni culturali e folkloristiche, passeggiando per le strade, intrecciando discorsi con la gente del luogo. Tutto ciò ci viene restituito con una prosa di gradevole lettura, in cui sono riconoscibili le doti più caratteristiche di De Amicis scrittore: una vena non profonda, ma facile, limpida e continua e una felice attitudine a un modo di narrare suggestivamente familiare e pacato. Barcellona, Saragozza, Burgos, Valladolid, Madrid, Toledo, Cordoba, Siviglia, Cadice, Malaga, Valencia sono tra le città descritte da De Amicis. Il volume è ricco di diverse scene e scenette - una specie di ""cartoline illustrate"""" - che rendono la lettura scorrevole e piacevole, anche a quasi 150 anni di distanza."" -
Sfogliando un libro. Letture novecentesche
Con contributi di Claudio Magris e Salvatore Silvano Nigro. Introduzione di Pierantonio Frare. -
Della dissimulazione onesta
Meditando sul conformismo e sull'ipocrisia della società del suo tempo, Accetto si chiede quale possa essere la risposta e la reazione dell'uomo onesto. Nella sua prospettiva la dissimulazione, quando si identifica con la prudenza e non giunge alla volgare menzogna, diventa nelle mani del saggio un'arma per difendersi dall'oppressione dei potenti. Accetto tratta della dialettica contrastante fra realtà e apparenza, mettendo in evidenza che il dissimulare non è dire il falso, bensì una virtù che ci permette di dimostrare meno cose di quello che dovremmo o vorremmo. La dissimulazione, in ogni caso, deve essere soltanto un breve riposo della mente, poiché si rischierebbe di allontanarsi dalla realtà. -
Silenzio rosso e altre prose
Alessandro Ghignoli è nato a Pesaro il 19 dicembre 1967. È professore associato di Filologia italiana alla facoltà di Humanidades dell'Università di Castilla-La Mancha. Ha pubblicato il libro di poesia ""La prossima impronta""""; è presente in varie antologie, fra cui """"100 poesie d'amore""""; """"Nodo sottile"""" e """"Percorsi differenti"""". Collabora con studi critici, poesie e traduzioni a riviste italiane ed estere. È redattore de """"L'aerea di Brica"""". Ha collaborato con le pagine culturali del """"Corriere della Serra"""" e del """"Sole 24 ore""""."" -
Aprile. Memorie su Rilke
Andreas-Salomé Lou 1861-1937 nata a Pietroburgo e morta a Gottingen. Figlia di un generale russo, fu molto legata alla cultura europea a cavallo tra Ottocento e Novecento, soprattutto per la sua amicizia con Nietzsche, Rilke (con cui compì due viaggi in Russia), Wedekind e Freud (col quale collaborò a Vienna). Studiosa di Ibsen, di Nietzsche, dei problemi religiosi, dell'eros e della psiche, fu intelligentissima autrice di saggi e racconti. Fu la prima donna psicoanalista. -
Quasi e altre poesie
Mário de Sá-Carneiro, nato a Lisbona il 19 maggio 1890 muore a Parigi suicida nel 1916. Nel 1911 si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza di Coimbra, per poi trasferirsi all'università di Parigi, senza mai concludere gli studi. Tiene una fitta corrispondenza con Fernando Pessoa, lettere in cui emerge la sua forte tendenza all'idea della morte e del suicidio. Nel 1914 pubblica ""Dipersão"""" e """"A confissão de Lúcio"""", mentre l'anno successivo si unisce al lancio della rivista """"Orpheu"""" dove poi pubblicherà la poesia futurista """"Manucure"""", provocando forti polemiche nel mondo letterario. Il 26 aprile 1916 si toglie la vita. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Princípio; Céu em Fogo; Indícios de Ouro; Cartas a Fernando Pessoa 2 voll."" -
Finale e altre poesie
Camilo Pessanha nacque a Coimbra nel 1867 (morì a Macao nel 1926), fu professore a Macao, pubblicò saggi critici e versioni poetiche dal cinese in Cina (China, pubbl.postumo 1944). Le sue poesie raccolte in Clessidra (Clepsidra, 1920) sono le più rilevanti del movimento simbolista portoghese, per l'eleganza metrica e la raffinata essenzialità lessicale.