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Domani è il '68. 50 fogli di diario quasi-privato di un militante
È la vigilia del '68. Mentre si avvertono le prime avvisaglie della ""grande esplosione"""", i gruppi rivoluzionari, che consumano la loro rottura con il riformismo ed il revisionismo dei partiti della sinistra istituzionale, dibattono la questione del nuovo partito rivoluzionario e ne tentano la pratica costruzione. È la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova stagione di lotte? Il '68 darà in parte una risposta a questa domanda. In questo diario, attraverso la problematica del rapporto """"privato-politico"""" di un militante, traspare lo sforzo di condurre a fondo la rottura con le posizioni del tradimento di classe, distruggendo nel contempo il mito del partito-chiesa, per una nuova prospettiva rivoluzionaria."" -
Tilèt dël Partì comunista
La posizione di Pasolini nei confronti del dialetto è sia affettiva - legata al ricordo dell'infanzia e della madre - sia politica, ovvero schierata contro quel paradigma che vorrebbe fare del dialetto un'espressione meramente locale e di scarso valore nazionale. L'attenzione - critica e linguistica - dedicata dallo scrittore friulano alla letteratura dialettale ci è sembrata di cosi vasta portata da giustificare l'uso della sua penna come introduzione a questo Focus. ""Il contadino che parla il suo dialetto è padrone di tutta la sua realtà"""". Così scriveva Pier Paolo Pasolini in Dialetto e poesia popolare, testo critico del 1951 dedicato alla differenza esistente tra poesia dialettale e poesia popolare. Ma sull'argomento lo scrittore tornerà più e più volte, tra il 1944 e il 1958. Il suo rapporto con la lingua sarà sempre e prima dì tutto emotivo: col friulano delle poesie giovanili, ma anche col romanesco di Ragazzi di vita. Una vita violenta e Accattone; col napoletano del Decameron o l'abruzzese del Vangelo secondo Matteo. Pasolini vedeva nel dialetto l'ultima sopravvivenza di ciò che ancora è puro e incontaminato. Come tale doveva essere """"protetto"""", per questo - nel 1943 - aprirà una scuola per l'insegnamento del friulano accanto all'italiano. Deperimento verrà bloccato sul nascere dal provveditorato di Udine, ma Pasolini lo riproporrà due anni più tardi con la fondazione dell'Academiuta di tenga furlana, una sorta di laboratorio linguistico attraverso il quale cercherà di rendere onore al friulano occidentale, fino ad allora realtà linguistica soltanto orale, rintracciandone le radici storiche trecentesche e nella tradizione romanza. Partendo da Dialet, lenga e stil del 1944, in cui si adopera nel fanalizzare il rapporto tra la lingua nazionale e il dialetto locale - risalendo addirittura ai tempi in cui il latino era lingua ufficiale e l'italiano soltanto un dialetto - sono molti i testi in cui l'autore ripercorrerà le origini storiche, geografiche e culturali della tradizione orale. Ne citiamo soltanto tre, scelti unicamente per l'ampiezza delle considerazioni in essi contenuti: """"Sulla poesia dialettale"""" del 1947, """"Pamphlet dialettale"""" apparso tra il 1952 e il 1953, """"Passione e ideologia"""" composto tra il 1948 e il 1958. Il primo è un'accurata analisi dei grandi dialettali dell'Ottocento, corredata da una fine osservazione delle influenze romantiche sulla scelta del dialetto come mezzo espressivo più """"autentico""""."" -
Capire lo stato di Israele. Ideologia, religione e società
Questo testo è un invito alla riconciliazione con l'ebraismo: esso segna con la precisone di un bisturi una netta linea di separazione fra lo spirito ebraico e il cancro sionista. Esso denuda l'inganno in cui cadono coloro che, rinnegando religione e morale, sono proiettati verso le ingannevoli lusinghe del mondo. Un ebreo con la mente aperta, leggendo questo libro, scoprirà la parte migliore di sé stesso. -
La civiltà infelice. Ascoltare il cuore e tornare alla natura
Cosa sarà che ci fa volere di tutto, anche se è di niente che abbiamo bisogno? Perché non troviamo pace? Finché inseguiremo il progresso, non la troveremo di certo. L’incontentabilità è segno di infelicità! Mentre ci seduce con promesse a cui sembra illogico dire di no, il progresso insidia i nostri bisogni più intimi e inestinguibili, quelli biologici. È un attacco sleale alla felicità. Dal punto di vista di Madre Natura, il progresso è un capriccio inspiegabile: una creatura disdegna la vita per la quale è predispota??? Un pesce non può vivere fuor d’acqua. Contrastando la nostra natura ci infognamo nella devianza, ci abbrutiamo e smarriamo la sintonia col cosmo. Le altre civiltà hanno avvertito la blasfemia del progresso e si sono fermate. Solo noi continuiamo a cavalcarlo con cieca voluttà; e non paghi, dato che progresso vuol dire anzitutto armi progredite, costringiamo le altre civiltà alla nostra stessa infelicità o a scomparire. -
Tesori d'arte della Serbia medievale. Un viaggio tra Oriente e Occidente
«Nel Medioevo proprio l'Italia fu, per vicinanza geografica, politica e culturale, la principale cassa di risonanza per la diffusione in Occidente di suggestioni bizantine e balcaniche. Purtroppo il debito contratto con quel mondo è stato a lungo quasi ignorato, a causa di secolari pregiudizi, incentivati anche dalla scarsa informazione sulla reale consistenza di un patrimonio, i cui maggiori monumenti sono in buona parte riaffiorati tra fine '800 e inizi del '900: salvo pochi vertici, l'intera arte bizantina è stata a lungo conosciuta in Italia soprattutto tramite opere tarde, o periferiche e «provinciali», che non rendono giustizia alla sua grandezza». -
Domino
Milano, fine anni Settanta. Pietro Belli possiede una fiorente azienda di cosmetici. Nel 1982 subisce un’estorsione da parte di malavitosi locali legati alla mafia siciliana e alla ’ndrangheta calabrese. Persecuzioni, debiti, usura; un effetto domino che percorre il romanzo e lo incalza fino all’epilogo. Accanto a Pietro ci sono Maria, la moglie, e i loro tre figli che vivono l’intera vicenda, ognuno nella trama della propria vita quotidiana. La narrazione della storia da parte dei cinque protagonisti è una testimonianza intima, un racconto umano, che denuncia gli effetti socio-politici di una città in espansione economica, in cui il potere pubblico e la criminalità stabilivano strette relazioni. Travolti da una sequenza di fatti drammatici, rifletteranno sull’assenza e sull’ambiguità della giustizia e, lentamente, si libereranno dai valori fatui di quell’epoca d’oro. -
Manifesto do partïo comunista. Testo genovese
La posizione di Pasolini nei confronti del dialetto è sia affettiva — legata al ricordo dell'infanzia e della madre —sia politica, ovvero schierata contro quel paradigma che vorrebbe fare del dialetto un'espressione meramente locale e di scarso valore nazionale. L'attenzione — critica e linguistica — dedicata dallo scrittore friulano alla letteratura dialettale ci è sembrata di cosi vasta portata da giustificare l'uso della sua penna come introduzione a questo Focus. «Il contadino che parla il suo dialetto è padrone di tutta la sua realtà». Così scriveva Pier Paolo Pasolini in ""Dialetto e poesia popolare"""", testo critico del 1951 dedicato alla differenza esistente tra poesia dialettale e poesia popolare. Ma sull'argomento lo scrittore tornerà più e più volte, tra il 1944 e il 1958. Il suo rapporto con la lingua sarà sempre e prima di tutto emotivo: col friulano delle poesie giovanili, ma anche col romanesco di """"Ragazzi di vita"""", """"Una vita violenta"""" e """"Accattone""""; col napoletano del """"Decameròn"""" o l'abruzzese del """"Vangelo secondo Matteo"""". Pasolini vedeva nel dialetto l'ultima sopravvivenza di ciò che ancora è puro e incontaminato. Come tale doveva essere """"protetto"""", per questo — nel 1943 — aprirà una scuola per l'insegnamento del friulano accanto all'italiano. L'esperimento verrà bloccato sul nascere dal provveditorato di Udine, ma Pasolini lo riproporrà due anni più tardi con la fondazione dell'Academiuta di lenga furlana, una sorta di laboratorio linguistico attraverso il quale cercherà di rendere onore al friulano occidentale, fino ad allora realtà linguistica soltanto orale, rintracciandone le radici storiche trecentesche e nella tradizione romanza. Partendo da """"Dialet, lenga e stil"""" del 1944, in cui si adopera nell'analizzare il rapporto tra la lingua nazionale e il dialetto locale — risalendo addirittura ai tempi in cui il latino era lingua ufficiale e l'italiano soltanto un dialetto — sono molti i testi in cui l'autore ripercorrerà le origini storiche, geografiche e culturali della tradizione orale. Ne citiamo soltanto tre, scelti unicamente per l'ampiezza delle considerazioni in essi contenuti: """"Sulla poesia dialettale"""" del 1947, """"Pamphlet dialettale"""" apparso tra il 1952 e il 1953, """"Passione e ideologia"""" composto tra il 1948 e il 1958."" -
La squadra d'urto della CIA. Cuba, Vietnam, Angola, Cile, Nicaragua...
Per quanto si cerchi, non se ne potrà trovare un altro con gli stessi precedenti. È stato il gruppo di manovali di azioni clandestine e terroristiche più efficace e leale prodotto dalla Central Intelligence Agency statunitense, CIA. È stata una Squadra d'Urto, una squadra di punta. Questo gruppo è stato utilizzato in diverse parti del globo terracqueo. Cuba, Vietnam, Laos, Repubblica Dominicana, Angola, Congo, Argentina, Cile, Nicaragua: sono alcuni dei Paesi che hanno patito il suo passaggio. Ma le sue azioni devastanti sono arrivate anche in Canada, Francia, Italia, Messico, etc. La sua impronta è stata lasciata perfino in azioni all'interno della stessa propria Nazione. -
Cosa ti porti dietro? (se sai di non tornare più). 15 storie vere di chi ha deciso di rifarsi una vita in un paese lontano
"Un giorno fuggirò!"""". Te lo sei mai detto? Fuggire da cosa? Dalle tasse, dalle bollette, dalla burocrazia, dal quartiere dormitorio, dalle solite facce del bar, dal coniuge, dalla politica, dalle serate monotone davanti al televisore? C'è sempre un momento in cui si pensa di mollare, magari senza un motivo vero. Guardi la TV e vedi quello che è emigrato nell'isola dei Caraibi oppure il ricercato che addirittura ha cambiato connotati. Come avranno fatto ad organizzare tutto e come potrei riuscirci io? La convinzione che la vita è eterna ti fa rimandare all'infinito le tue scelte e le paure che hai dentro ti suggeriscono l'alibi. Meglio lasciarlo agli avventurieri, a chi non ha né legami né mutuo. Un giorno forse... I racconti contenuti nel libro, tratti da storie vere, fanno capire che non è necessario essere stressati o inseguiti per voler fuggire. È un pensiero latente che sonnecchia in ognuno di noi!" -
Sabun
«Come nelle opere di Susan Abulhawa, la vita quotidiana dei palestinesi, costretti a vivere sotto la crudele occupazione israeliana, segue uno schema comune a tutte le comunità del mondo: il lavoro, gli amori tra giovani, le difficoltà economiche, l'emigrazione verso l'occidente alla ricerca di progetti di vita degni di questo nome, i conflitti generazionali. La cornice nella quale questa quotidianità assume un andamento epico, e unifica una comunità che s'identifica nel dolore e nell'ingiustizia, è il tallone di ferro dell'occupazione militare israeliana (...) Diversamente da tanti romanzi che lasciano ben poco alla coscienza dei lettori, questa prima opera di Alae Al Said ha il merito di farci partecipare alle vicissitudini reali dei suoi protagonisti e di accompagnarci alla comprensione storica e politica della tragedia di un intero popolo che non intravede ancora una soluzione.» (Dalla prefazione di Diego Siragusa) -
Cuba: medicina, scienza e rivoluzione, 1959-2014. Perché il servizio sanitario e la scienza sono all'avanguardia
Sessant’anni fa la Rivoluzione cubana irruppe sulla scena mondiale con una carica innovativa che sovvertì le strategie rivoluzionarie stantie e fornì linfa vitale ai movimenti mondiali che sarebbero esplosi nove anni dopo. Il Governo rivoluzionario assunse una sfida che appariva impossibile per un piccolo paese povero di risorse e assediato dall’impero statunitense: sviluppare un servizio sanitario gratuito e universale al livello dei paesi sviluppati e un sistema scientifico avanzato, per rispondere alle esigenze della popolazione e del paese. Questo progetto è stato completamente raggiunto. Dagli anni Ottanta Cuba ha sviluppato un settore di biotecnologia che ha raggiunto livelli riconosciuti di eccellenza mondiale e che costituisce oggi una delle principali fonti di ingresso di valuta pregiata per il paese, con un modello alternativo e, per ammissione degli esperti, più efficiente di quello capital-intensive dominante. In questo libro discutiamo questi sviluppi arricchendoli con annotazioni e commenti sulla società cubana e notizie inedite sui legami con la cultura e la scienza italiane. -
La censura di Facebook agli ordini dei sionisti
Prefazione di Paolo Borgognone. -
La quinta stagione. Pensieri in libertà
Questo libro non è un semplice racconto, non è un romanzo e neanche un saggio. È un po' tutte e tre queste cose. Ci sono pensieri in libertà - come recita il sottotitolo - e, pur tuttavia, tali pensieri appaiono organizzati e razionali: un insieme di flash sulla politica, sulle incongruenze e sulle distorsioni della società, sulla stessa nostra esistenza. Intenzione dichiarata dall'autrice: emozionare il lettore, farlo sorridere e riflettere. -
Il frate e la gallina. Una storia di Montù Beccaria
Autunno dell'anno 1643: due frati Gerolamini di Montebello vengono inviati nel convento dei Frati Barnabiti di Montù Beccaria con una missione ben precisa. Uno dei frati, Martino, è uno speziale, ossia un farmacista: il suo compito è quello di sopperire per qualche mese all'improvvisa mancanza di uno speziale nel convento di Montù. L'altro frate è l'anziano Costantino, burbero e disincantato, che ha il compito di accompagnare Martino e di limitarne gli entusiasmi di sperimentatore e inventore. I due frati, però, non sono i soli a raggiungere il convento di Montù: con loro è la gallina rossa Lucrezia, a loro affidata da Frate Ezechiele, il gerolamino addetto alla cura degli animali da cortile, affinché possano nutrirsi delle sue uova durante il soggiorno nel convento di Montù. E sarà proprio la gallina Lucrezia a innescare involontariamente una serie di vicende che culmineranno in un tentato assassinio fra le mura del convento. -
Nel pianeta delle farine estinte
Età di lettura: da 8 anni. -
In chat veritas. Brevi storie del 2000
Cinque racconti brevi per narrare la storia di alcune persone le quali, grazie al servizio offerto dalle chat, hanno potuto dar voce al loro vivido recondito, facendo però attenzione a non abbandonare troppo in fretta la strada del dubbio: oltre il video, infatti, è facile mentire, soprattutto per coloro che portano dentro l'infausto tarlo della malafede. -
Emozioni in cascina. Favole del cuore per tutte le età. Ediz. a colori
Mano nella zampa con cinque specialissimi animali, guide per tutti i viaggi dell'anima, il lettore potrà vivere in questo libro di favole, pagina dopo pagina, indimenticabili avventure alla scoperta di emozioni universali: gioia, tristezza, paura, rabbia, disgusto. Un inno all'educazione emotiva, base imprescindibile per l'evoluzione di tutti i bambini in adulti che possano definirsi davvero tali. Età di lettura: da 5 anni. -
La bomba. Storia scoppiettante di un paese sottosopra
Una bomba inesplosa che si trova nei pressi di una cascina; un vecchio agricoltore che, a distanza di anni, cerca di ricavarne profitto; gli amministratori di un piccolo paese che, all'improvviso, si trovano di fronte una bella gatta da pelare; un simpatico ed esperto maresciallo dei carabinieri; un buon sacerdote, pastore di anime; una serie di vivaci personaggi; le infinite chiacchiere nei bar e i mille pettegolezzi che si rincorrono nei negozi: questi gli elementi che compongono un puzzle davvero spassoso. La storia è ambientata in un paese della bassa padana, la cui variegata comunità viene letteralmente sconvolta da una vicenda che talvolta assume i toni della farsa. -
La casa con le scale. Storie di gatti, di pipistrelli e di un fantasma gentile
Questo è un libro di storie, non di favole. I libri di favole sono zeppi di fate, maghi, gnomi e compagnia bella: tutta gente che qui non c'è. Nei libri di favole capitano cose incredibili come magie, cataclismi vari, apparizioni e sparizioni: tutta mercanzia che non troverete fra queste pagine. Questo libro racconta di una vecchia casa e dei suoi abitanti, narra di gatti e pipistrelli, lupi e piccioni, fantasmi e vento e notti e boschi lontani: roba vera, insomma. Il fatto che i gatti parlino, gli animali ragionino e gli oggetti abbiano un loro modo di vedere e di pensare è assolutamente normale. Ogni bambino lo sa. Età di lettura: da 12 anni. -
Come per magia. Fiabe da... raccontare
Ci sono undici fiabe da leggere e da ascoltare. Le storie, leggere e gustose, si lasciano trasportare sulle nuvole della fantasia... I personaggi ci vengono incontro e ci stringono la mano, salutandoci con un sorriso: qualcuno sembra un po' più scontroso di altri, ma ben presto diventa cordiale e solare. Pronti, allora, a conoscere Babbo Natale Ninja? E, con lui, anche un piccolo robot, un topolino innamorato, una farfalla e una nonnina; e poi, l'uomo delle nevi e Ronald, con un piccolo aeroplano, sempre nei nostri cuori, e una magica polvere di fortuna con cui annusare il profumo dolce di una viola e di un bucaneve... come per magia! Età di lettura: da 5 anni.