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Per rabbia o per amore. Lo sport in dodici racconti
Per rabbia o per amore dimostra che lo sport e la letteratura hanno molto più in comune di quanto si possa immaginare.Un pugile con sei mani in un futuro distopico, un calciatore del campionato cadetto che sperimenta la peak experience, una giovanissima ginnasta dalla carriera incerta, un gruppo di vecchi giocatori di bocce in rivolta, un'insegnante di nuoto sincronizzato che attraversa lo Stretto di Messina, un talento del calcio sudamericano in lotta contro sé stesso, una generazione di nuotatori nella Romania di Ceausescu, un tennista disertore, una vecchia gloria del Milan che ripensa al suo passato, un'atleta curda e la sua squadra di ribelli, un grande cestista jugoslavo, guerrieri greci sulla piana di Ilio che si sfidano in onore di Patroclo. Sono loro i protagonisti dei dodici racconti inediti di questa antologia, nata dalla collaborazione con la rivista «effe - Periodico di Altre Narratività», per scoprire le nuove voci della narrazione sportiva. Agonistico, amatoriale, fonte di passione o dolore, lo sport è il cuore pulsante di queste storie. I loro autori, tutti giovani o giovanissimi, affiancati da Matteo Nucci e Davide Orecchio, sono la prova di una tendenza nuova che risponde però a un'esigenza da sempre presente nel panorama letterario italiano: il desiderio di conoscere l'universo sportivo attraverso le voci di narratori di talento. ""Per rabbia o per amore"""" dimostra così che lo sport e la letteratura hanno molto più in comune di quanto si possa immaginare."" -
Discorso sull'origine della disuguaglianza tra gli uomini
Con il presente trattato, presentato in concorso all’Accademia di Digione nel 1753, Rousseau pone le basi del “Contratto sociale”, la sua opera più nota in campo politico e sociale. Alla domanda se le disuguaglianze tra gli uomini traggano autorizzazione dalla natura stessa dell’uomo Rousseau risponde negativamente separando lo “stato di natura” dalla “società civile”. L’origine delle disuguaglianze è da ricercare esclusivamente nel secondo campo in quanto è con la “società civile” e con l’invenzione della “proprietà privata” che l’uomo ha costruito schemi e modelli di convivenza basati sulle differenze tra ricchi e poveri, potenti e deboli. Tale impostazione produce abuso di potere, ingiustizia, conflittualità e malvagità tra nazioni e uomini. Nello “stato di natura”, invece, le uniche disuguaglianze sono quelle fisiche; l’uomo è per natura buono e per niente incline a veder soffrire i suoi simili. L’unico motivo che avrebbe l’uomo naturale a commettere del male è la difesa della propria sopravvivenza. La “società civile” per migliorarsi e sanare le disuguaglianze dovrà quindi attuare una “ristrutturazione” che sappia considerare gli elementi naturali dell’uomo. -
Leggende del mare
Vascelli fantasmi, eroi, isole misteriose, spiriti e mostri, streghe e sirene, sono solo alcuni degli elementi fantastici e suggestivi evocati dalla grandezza e dal fascino del mare. L'autrice, dopo un lavoro di ricerca, racconta in questo volume l'immensa produzione leggendaria sul mare, nata e tramandata nel corso dei secoli e alimentata ancora oggi con nuove storie e varianti delle leggende più celebri. -
Così parlò Zarathustra
Pubblicata tra il 1883 e il 1885, “Così parlò Zarathustra” è un’opera divisa in quattro parti che adotta una tecnica narrativa molto particolare. Si tratta infatti di un poema in prosa in stile biblico, ricco di variazioni linguistiche, parabole, annunci e profezie che si inserisce nell'ultima evoluzione della filosofia di Nietzsche, ovvero la maturazione della teoria del “superuomo” e il definitivo allontanamento dal pensiero di Schopenhauer e di Wagner, punti di riferimento per gran parte della sua vita. Definito dallo stesso Nietzsche come “il più profondo che sia mai stato scritto“, il libro è un denso ed esoterico trattato di filosofia e di morale, e tratta della discesa di Zarathustra dalla montagna al mercato per portare l’insegnamento all'umanità. Collana filosofica a cura di Salvatore Primiceri. Copertina di Ivan Zoni. -
Opere minori, frammentarie e inedite
Il presente volume raccoglie per la prima volta sulla scena editoriale italiana varie opere minori di Cesare, alcune finora inedite. Tutte le opere sono tradotte, annotate e commentate da Mirko Rizzotto, Alvise Schiavon, Federico Reggio e Giuseppe Petruzzelli. Sono contenute nel presente volume: Orazioni – Dicta Collectanea (Apophthegmata) – Commentari sulla Guerra di Lusitania – Leggi Giulie – Epistolario – De Analogia – Poesie – Le Lodi di Ercole – Anticatone – Edipo – Libro sugli Auspici o Auguralia – Sulla Divinazione – Astronomica – Sui corpi celesti – Additamenta agli Annales Pontificales – Efemeridi – Detti Celebri – Testamento – Acta Caesaris. -
Lettere al figlio su arte e anarchia. Nuova ediz.
Camille Pissarro, uno dei maggiori esponenti dell'impressionismo e del neoimpressionismo francese, ebbe negli ultimi vent'anni della sua vita (1883-1903) una fitta corrispondenza con il figlio Lucien. Questo straordinario epistolario, che nulla concede alla mitizzazione postuma di quell'epoca, ci porta nel cuore della scena artistica, culturale e politica della Belle Époque, una scena in pieno fermento che sta scardinando, nell'arte ma non solo, tutti i canoni consolidati. Quasi in presa diretta entriamo nelle vite quotidiane di personaggi dell'arte e della cultura come van Gogh e Toulouse-Lautrec, Manet e Renoir, Zola e Mirbeau, che ci vengono restituiti con le loro genialità d'artista e le loro debolezze umane. Ma anche con le loro passioni sociali, che in Pissarro si esprimono in una lucida visione anarchica che si riverbera in tutta la sua opera, così come in quella del figlio Lucien. -
Pensiero e azione. L'anarchismo come «logos», «praxis», «ethos» e «pathos»
Un racconto di vita militante, dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, che traccia un'inedita storia del dissenso in Italia.rnrnDalle liti con don Giussani al tempo del liceo Berchet alla militanza quotidiana con Giuseppe Pinelli durante la ""strategia della tensione"""", dal primo rapimento politico del dopoguerra alla paziente costruzione di quel composito mosaico che è la cultura libertaria contemporanea, questo racconto autobiografi co trascende la singolarità di chi racconta per farsi storia collettiva. Una storia """"dal basso"""", estranea alle narrazioni uffi ciali, che traccia un itinerario esistenziale controcorrente fatto di incontri e scontri, di gioiosa creatività libertaria e di resistenza al """"mondo così com'è"""". Pieno di ironia e autoironia, lontano dalla retorica e mai autoassolutorio, questo racconto di fatto corale rende conto con disincanto e passione delle fughe in avanti e dei vicoli ciechi che hanno segnato il dissenso italiano negli ultimi sei decenni. Con la chiara consapevolezza, da parte di chi narra, di avere in defi nitiva """"perso"""", non essendo riuscito a realizzare la propria utopia, ma di avere al contempo vissuto una vita mai banale, intensa, coerente, e soprattutto capace di realizzare nel qui e ora – ad esempio in un progetto editoriale come elèuthera – quel tanto di anarchia possibile."" -
La fame aguzza l'ingegno
I piatti proposti in questo volume, tutti ripresi dai ricettari di difesa alimentare scritti durante la Grande Guerra, ci raccontano come la «cucina povera» - quella inventata dalla retorica dei bei tempi andati - in realtà non sia mai esistita. È invece esistita una cucina dei poveri - «i diseredati dalla fortuna costretti a fare di necessità virtù», come li ha definiti Pellegrino Artusi - che per mettere insieme il pranzo con la cena hanno sempre aguzzato l'ingegno, facendo un uso attento e creativo delle risorse disponibili per cucinare cose buone anche in tempi difficili. Così questa narrazione ci parla al contempo di una gastronomia inventata con gli alimenti più comuni, ma anche della cultura delle classi minori italiane all'inizio del Novecento e della loro distanza dal potere. Anche davanti ai fornelli. Un libro nato da una ricerca storica che vorrebbe essere uno stimolo per una nuova cucina resistente. Perché i tempi difficili non sono ancora finiti. -
Contro la corrente
Nel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei maggiori protagonisti dell'anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici, passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. A sessant'anni dalla morte, queste sue riflessioni ancora inedite in italiano, che vanno dal 1919 al 1953, consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa. -
L' immaginario rivoluzionario
Eduardo Colombo, argentino di nascita e francese d'adozione, è stato uno dei pensatori anarchici più profondi e raffinati degli ultimi decenni. Attraverso un'intervista biografica che ne ripercorre l'itinerario esistenziale, dall'Argentina dei golpe militari all'Europa di oggi, si delinea il ritratto vivo e coinvolgente di un rivoluzionario mai pentito che ha riassunto in sé sia i modi della modernità, con le sue barricate e la sua lotta clandestina, sia quelli della postmodernità, con la sua consapevole costruzione di un immaginario sociale radicale in grado di cambiare il mondo. Ma al di là delle vicende esistenziali quello che viene ripercorso è al tempo stesso un itinerario intellettuale che lo ha portato ad affrontare – anche come psicoanalista – quelle che sono le parole chiave del pensiero libertario contemporaneo: la definizione di potere, l'inscindibile rapporto tra libertà e uguaglianza, l'idea di servitù volontaria e il concetto di rottura rivoluzionaria: non più la Grand Soir ma un processo storico capace di scardinare la società del dominio e il suo immaginario gerarchico. -
Dinanzi... Il mare. Storie di mare e di isole
Capita a tutti, prima o poi, di avere il proprio momento dinanzi... il mare della vita, quello dei ricordi, dei rimpianti, dei rimorsi, il mare che spesso è protagonista o fa da contorno a tante vicende umane, belle o brutte, collettive o individuali, vere o di fantasia. La narrazione permette alla nostra mente di ordinare, oltre che rivivere, le nostre storie caratterizzando e definendo così la nostra identità. Questi racconti ci parlano del mare, delle isole e di quello che era, che è stato e soprattutto della gente di mare. Riascoltare queste storie ci ricorda l'Odissea «...Ulisse si copre il volto e piange. Non aveva mai pianto prima, certo non quando i fatti che ora sente narrare erano realmente accaduti. Soltanto ascoltando il racconto egli acquisisce piena nozione del suo significato» (Hannah Arendt). Lungo l'elenco delle terre di mare, in tempi diversi con storie coinvolgenti: Liguria con Pieve Ligure, San Michele, Capraia, Sardegna, Sicilia con Lipari, Stromboli e Panarea ma anche l'Africa, l'Oriente con India, Giappone e tante altre. -
L' urbanistica della ricostruzione. Genova dal dopoguerra agli anni Sessanta
Il saggio ricostruisce gli interventi urbanistici che, dopo le distruzioni del conflitto bellico, hanno trasformato in un ventennio il volto di Genova: la sistemazione del fronte a mare, lo sviluppo edilizio nelle aree collinari e nel levante cittadino; i nuovi quartieri di edilizia popolare, la trasformazione del centro cittadino con i piani di Piccapietra e via Madre di Dio; l'espansione del settore petrolifero, la realizzazione della ""Sopraelevata"""" e della """"Pedemontana"""". Le fasi di questo sviluppo sono analizzate con una attenta analisi delle scelte e dei contenuti degli strumenti tecnici e amministrativi che le hanno consentite, primo tra tutti il Piano Regolatore Generale, nonché del confronto politico e culturale che ha accompagnato la ricostruzione della città."" -
Storica (2018). Vol. 70
"Storica"""" è una rivista fondata in Italia nel 1995, che accoglie contributi, oltre che in italiano, in inglese, francese e spagnolo. La rivista vuole essere un luogo di discussione sulla natura, le regole e le finalità della storiografia, aperto a tutte le discipline interessate alla riflessione sul passato. """"Storica"""" pubblica tre tipi di testi: saggi veri e propri (nelle sezioni Primo piano e Filo rosso), discussioni a proposito di uno o più libri (Questioni) e ampie recensioni critiche (Contrappunti). I saggi sono sottoposti a peer review." -
Lotterie, lotto, slot machines. L'azzardo del sorteggio: storia dei giochi di fortuna. Ediz. italiana e inglese
Qualche anniversario merita di essere festeggiato. Così, dopo trent'anni d'impegno della Fondazione Benetton Studi Ricerche nel campo degli studi sulla ludicità e la storia del gioco, è parso logico proporre qualcosa che ne fosse una concreta testimonianza. Ci si è dunque orientati su una ben ragionata esposizione che segnalasse l'importanza dell'argomento, puntando in particolare sul gioco di sorte e di fortuna, tenendo conto di come l'azzardo oggi e da sempre sia l'aspetto della ludicità più in evidenza per le sue ricadute anche finanziarie e i molti rischi che lo accompagnano. In modo serio e insieme chiaro e non sgradevole si è voluto seguire un lungo percorso che giunge fino a oggi. Questo parziale catalogo ne vuole conservare gli elementi di fondo. È la testimonianza di quel trentennale impegno di ricerca attestato dalla rivista «Ludica» che si pubblica dal 1995 e della quale la mostra è del resto un concreto risultato. -
Meridiana (2019). Vol. 94: Meridiana.
A distanza di trent'anni dalla nascita di «Meridiana» abbiamo deciso di riunire le forze che, in questo periodo, hanno consentito alla rivista di continuare a vivere e a pubblicare studi e ricerche in un incontro intitolato Il Sud che vorremmo, che si è svolto a Napoli nel settembre 2018. Questo numero propone alcuni contributi presentati in questa occasione. Il convegno è stato un momento di confronto e di discussione intorno alla storia di «Meridiana» in rapporto a uno dei suoi principali campi di osservazione: il Mezzogiorno d'Italia. Molte sono state le domande che hanno ispirato l'iniziativa: qual è l'eredità della rivista? Quali le categorie interpretative che possiamo considerare ancora valide e quali, al contrario, quelle obsolete? Quali le prospettive di ricerca future? Ha ancora senso studiare il Sud d'Italia? E se sì, da quali punti di osservazione e con quali chiavi di lettura? Tutti i contributi sembrano convergere nel riconoscere il valore della proposta «decostruzionista» della rivista, e cioè della presa in considerazione del Mezzogiorno come realtà plurale e fortemente differenziata al proprio interno, come uno spazio di analisi intorno al quale è possibile sperimentare metodologie e strumenti interpretativi fondati sul rifiuto di visioni univoche e sulla critica all'uso rigido delle categorie analitiche. Proprio attraverso la prospettiva decostruzionista «Meridiana» ha voluto raccontare il Mezzogiorno andando oltre il «divario», oltre il «dualismo». Questo è stato il filo rosso che ha unito le diverse fasi che la rivista ha vissuto, l'elemento che ne ha rappresentato la continuità. Nel corso del tempo, «Meridiana» non è però rimasta uguale a se stessa. Le modalità analitiche e i campi di ricerca e di riflessione sono cambiati con il mutare del dibattito pubblico e del contesto politico, degli approcci scientifici e delle realtà storiche, della dimensione internazionale e del sopraggiungere di nuove- problematiche sociali, pur rimanendo coerente con il quadro concettuale e valoriale delle origini. I contributi contenuti in questo fascicolo offrono alcune indicazioni anche per il futuro: dall'urgenza di studiare le diseguaglianze interne che si sono fortemente accentuate nel corso del nuovo secolo all'esigenza di analizzare il Mezzogiorno collocandolo in una dimensione globale in grado di cogliere le connessioni con mondi lontani, dallo sforzo di sperimentare la categoria di sviluppo e di modernizzazione andando oltre il mero approccio economicista all'importanza di svelare gli stereotipi e i luoghi comuni che ne alterano l'immagine pubblica. Non c'è dubbio infatti che un aspetto cruciale del Mezzogiorno riguarda la sua rappresentazione. Qualunque intervento, qualunque politica sarà vana se non si fa luce su questo aspetto. Il Mezzogiorno ha bisogno di conoscenza. La riflessione collettiva presente in questo volume di «Meridiana» sembra condividere l'idea che il Sud che vorremmo è questo: un Sud che conosce se stesso e che sia riconosciuto dagli altri per ciò che è realmente. Ampio è lo spettro dei temi affrontati: da una riflessione complessiva sul percorso culturale di Meridiana negli scorsi trent'anni al rapporto tra saperi esperti e democrazia, dalle interdipendenze tra Nord e Sud nella storia d'Italia alla dimensione internazionale del «meridionalismo», dalle trasformazioni... -
Critica del testo (2019). Vol. 221
"Critica del testo"""" è una rivista fondata in Italia nel 1998 da Roberto Antonelli, che si presenta come ancorata alle più salde e prestigiose radici della filologia romanza e italiana, ma aperta alle prospettive che la crisi della cultura umanistica e lo sviluppo di nuove proposte metodologiche hanno posto sin dall'inizio del XX secolo, secondo una concezione pluralistica e aperta di """"critica"""" e di """"testo"""". Il primo fascicolo di ogni annata è monografico, il secondo ed il terzo sono dedicati ad argomenti di varia pertinenza spaziale e temporale. """"Critica del testo"""" pubblica articoli in tutte le principali lingue romanze, in inglese ed in tedesco." -
Critica del testo (2019). Vol. 222
"Critica del testo"""" è una rivista fondata in Italia nel 1998 da Roberto Antonelli, che si presenta come ancorata alle più salde e prestigiose radici della filologia romanza e italiana, ma aperta alle prospettive che la crisi della cultura umanistica e lo sviluppo di nuove proposte metodologiche hanno posto sin dall'inizio del XX secolo, secondo una concezione pluralistica e aperta di """"critica"""" e di """"testo""""." -
Meridiana (2019). Vol. 96: Mezzogiorno a 5 stelle.
Il Movimento 5 Stelle (M5S) è la più importante novità politica del decennio appena trascorso. Dopo l'ottimo esordio alle elezioni politiche del 2013, nel 2018 il M5S ha incrementato il proprio consenso, raccogliendo circa un terzo dei voti validi. Nella sua dinamica evolutiva è sembrato occupare i vuoti di rappresentanza determinati dall'urgenza di problemi sociali ed economici e dalla sfiducia nelle formazioni politiche più tradizionali. Ha subito e subisce, quindi, la concorrenza di altri partiti che crescono sulla frontiera della crisi. Prova ne è la mutata distribuzione territoriale del voto: se nel 2013 il M5S era considerato il «nuovo vero partito della nazione», nel 2018 emerge una chiara localizzazione territoriale del voto, col Sud che premia il M5S e il Nord la Lega di Salvini. Questo numero di Meridiana si prefigge l'obiettivo di indagare in profondità alcuni aspetti utili a comprendere gli elementi, talora contraddittori, che hanno caratterizzato l'exploit del 2018 (ma anche il successivo declino), a partire dalle modalità di azione e dalle caratteristiche con cui il M5S si presenta nel Mezzogiorno. Consensi che si aggirano in media al 47% dei voti fanno tornare alla mente altre stagioni e attori politici, ma in questo caso l'affermazione si è realizzata senza mediatori insediati nei territori, senza ricorso al voto di preferenza, senza cospicue rappresentanze istituzionali, senza vantare esperienze significative nel governo locale. Insomma, il voto per il M5S al Sud appare come una scatola nera che è necessario aprire per capire meglio dove va la politica italiana. E dove va il Mezzogiorno. Gli articoli che compongono la sezione monografica di questo numero vanno oltre i grandi quadri esplicativi di portata nazionale o macroregionale, soffermandosi su alcuni aspetti puntuali e circoscritti. Il M5S è riuscito a intercettare gran parte del voto meridionale espressione di un disagio sociale, ottenendo consensi ampi nelle aree periferiche delle grandi città (non solo meridionali, come testimonia il saggio su Milano), in passato roccaforti della sinistra, dove le reti di solidarietà informale risultano più indebolite. Sul piano della composizione della sua classe politica (sulla quale si concentrano i saggi sul ceto politico regionale e sul personale politico siciliano), il partito ha saputo proporre candidati nuovi, rappresentativi di una varietà di categorie sociali. Ma la debole connessione con i circuiti fiduciari e di scambio dei contesti locali ha rappresentato anche un limite nella sua capacità di penetrazione, in modo particolare dove il radicamento elettorale viene sfidato da reti clientelari preesistenti (come nel caso calabrese) o da soggetti politici complementari che condividono con il M5S radici comuni (ad esempio il Movimento arancione a Napoli). Ne risulta un quadro incerto, messo fortemente in discussione dall'esperienza di governo iniziata nel giugno del 2018 che sembra aver accelerato l'inevitabile processo di invecchiamento di un partito «nuovo», come mostra anche il saggio che accosta la vicenda dell'Uomo qualunque a quella del M5S. -
Storica (2018). Vol. 72
"Storica"""" è una rivista fondata in Italia nel 1995, che accoglie contributi, oltre che in italiano, in inglese, francese e spagnolo. La rivista vuole essere un luogo di discussione sulla natura, le regole e le finalità della storiografia, aperto a tutte le discipline interessate alla riflessione sul passato. """"Storica"""" pubblica tre tipi di testi: saggi veri e propri (nelle sezioni Primo piano e Filo rosso), discussioni a proposito di uno o più libri (Questioni) e ampie recensioni critiche (Contrappunti). I saggi sono sottoposti a peer review." -
Ludica. Annali di storia e civiltà del gioco. Ediz. italiana, francese e inglese (2019). Vol. 25
Riassegnare centralità storica alle ""cose del gioco"""" (ludica, appunto), al senso della festa, al ruolo dello sport: è questo il terreno sul quale intendiamo lavorare. È un lavoro che punta a cogliere momenti sottovalutati della generale vicenda storica, con attenzione particolare ai contesti sociali e antropologici. È un lavoro che si colloca all'intersezione tra forme diverse della ricerca, senza istituire gerarchie o deleghe. È un lavoro circolare, dall'indagine alla documentazione, dalla selezione dei materiali alla cura editoriale. «Ludica», insomma, vuole contribuire a rafforzare lo spessore critico di comportamenti e attitudini che assumono ampia rilevanza in una società connotata da istanze culturali diffuse, da una crescente dimensione del tempo libero, oggi e, ancor più, domani. Gli ambiti troppo spesso classificati come """"poco seri"""" e lasciati ai margini, diventano quelli sui quali l'indagine si annuncia più fertile, la riflessione più urgente. La rivista contiene perciò interventi di carattere assai vario, apparati informativi, saggi in forma monografica su temi di rilievo. I contributi vengono di norma pubblicati in lingua originale, accompagnati da riassunti in tre lingue, così da rispondere alle esigenze del panorama internazionale degli studi, offrendo un comune nodo di relazioni e di scambi.""