Sfoglia il Catalogo ibs026
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6861-6880 di 10000 Articoli:
-
Fantasy blues
"Il ritmo cadenzato del blues sembra guidarci nel mondo profondo di Loredana Bottaccini, che con versi puliti, frementi, immediati rivela le due anime della sua poetica. Se ama infatti perdersi in paesaggi brumosi che richiamano descrizioni dal sapore gotico, non trascura di certo momenti in cui affetti e sentimenti irrompono sinceri e coinvolgenti. Davanti ai nostri occhi si dipanano così immagini di vita lontana, ricordi ancestrali, paesaggi di un'Africa solitaria o dell'Irlanda, terra amata e desiderata; la natura si popola di fanciulle che danzano lievi, i capelli al vento, lo sguardo ridente, farfalle capaci di colmare la sua solitudine, rondini che migrano verso oltremare... Non è possibile rimanere insensibili a questo grido d'amore e ci accorgiamo di provare le stesse emozioni, di condividere lo stesso moto di meraviglia di fronte al creato. Corrispondono anche all'animo della poetessa prati e giardini in cui crescono senza controllo piante e fiori selvatici. Una vita apparentemente fragile, alla ricerca continua di un calore regalato dal sole, metafora dell'amore che scalda il suo animo, altrimenti gelido e solitario. Solo l'amore, infatti, è capace d'infondere gioia, nella consapevolezza che la pace può nascere solo dalla capacità di leggere dentro noi stessi.""""" -
Creature
Sergio Maletti è un giovane ingegnere, che si divide tra il lavoro, le uscite con l'amica Vittoria e qualche relazione sentimentale di scarsa importanza. Una sera, in un locale della movida milanese, incontra Mara: donna bellissima e sensuale. Il loro è un amore travolgente, tanto che appena pochi mesi dopo, si sposano con rito civile alla presenza degli amici e dei parenti di Sergio. Mara, che ha confessato al fidanzato di essere rimasta sola al mondo, non invita nessuno. La loro storia assume ben presto i connotati della favola: sono giovani, sono belli, sono felici, hanno un lavoro che li gratifica. Durante la luna di miele, però, i primi segnali che forse qualcosa non è esattamente come appare. Chi è infatti la splendida creatura che ha conquistato Sergio? E come si interseca l'ossessione di Mara per una vecchia casa, fulcro di misteriose scomparse ed episodi inspiegabili? Nonostante il tentativo di giustificare gli anomali comportamenti della moglie, l'evidenza assume i contorni dell'incubo, a cui occorre decidere se assoggettarsi o reagire. -
Fuori dall'ordinario
La tranquilla cittadina di Ponticello, sulla costa della Maremma Toscana, è sconvolta nel giro di poche settimane da quattro eventi delittuosi: la morte violenta di tre giovani donne e la scomparsa di un bambino. Le testate giornalistiche, locali e nazionali, ne danno ampio risalto. Si parla da un lato di un serial killer capace di colpire senza lasciare traccia alcuna e dall'altro di possibili scenari che variano dalla fuga volontaria alla pedofilia. Il quotidiano locale Il Golfo è diretto da un giornalista di eccellenza, Aldo Nardi, che dopo essersi occupato per anni di cronaca nazionale, si è ritirato in provincia per scollegarsi da politiche editoriali che non condivide. Con l'istinto del vero segugio, grazie a una fonte anomala, affronta un'indagine parallela rispetto a quella della procura. Nardi si interroga sulla possibilità che, sia gli omicidi sia la scomparsa del piccolo Giacomo, coinvolgano interessi locali e personaggi di alto profilo. Nel frattempo, compare a Ponticello uno sconosciuto, stranamente abbigliato in nero e un cappello Galvin in testa, la cui identità diventa un'ossessione per il giornalista, chiamato a decidere se la ricerca della verità vale sempre il prezzo richiesto. -
Le strane circostanze
Quattordici racconti che tratteggiano spaccati di esperienze similari e aliene a un tempo. Caoticamente eclettici nel loro susseguirsi e nel linguaggio, sovente crudo e diretto, a volte gergale; sempre costellato di metafore e allusioni, perlopiù sessuali, più sboccato che lascivo, un po' guascone. Il sesso quindi: un sesso brullo, senza amore, neanche particolarmente allegro, spesso greve, fatticcio, spoglio e didascalico, tanto più bello e sincero quanto squallido. Altre volte il linguaggio si fa più curato, elegante, e indugia su descrizioni accurate degli ambienti e dei personaggi, per poi fluire impaziente a definire le trame. Alcune sono narrazioni amaramente divertenti, a tratti scollacciate, spinte e licenziose, che fanno intuire un approccio alla sessualità e alla vita dalle sfumature rusticane, volutamente grossolane, un misto di farsa e commedia. I personaggi sono per lo più soggetti veraci di periferia, figli di quella nostalgica cultura rionale e rurale, schiavi dei loro atavici pregiudizi, inclini alla supremazia delle passioni. Si muovono con protervia nell'alveo di una disincantata ordinarietà, gelosi e succubi dei propri vizi sublimandoli a fondamenti dell'esistere. Si insinuano poi, avulse e stridenti, situazioni kafkiane, che decretano la fine di una vita o l'inizio di un incubo. Poiché la vita, in fondo, non è altro che una magmatica poliritmia di strane circostanze. -
Il mallo verde
Alla notizia della scomparsa della nonna Assunta, quattro sorelle accompagnano la loro mamma nel paesino sperduto nella campagna intorno a Benevento dove viveva l'anziana. Sono donne molto diverse tra loro, abituate alla vita frenetica e concreta della grande città. Nella casa della nonna hanno passato la loro infanzia, e i ricordi hanno un gusto dolceamaro. Ma quella è anche una terra intrisa di antiche leggende ancora radicate nel profondo. Come quelle sulle janare, le misteriose streghe della tradizione contadina. Se ne rende bene conto Danila, che spinta forse solo dal caso o forse da qualche gioco del destino, fa delle curiose scoperte rovistando tra gli oggetti appartenuti a Assunta. Ecco che trova un ciondolo con un albero di noce, simbolo del legame tra il reale e il sovrannaturale, e un misterioso unguento dal profumo insopportabile. E in un attimo, la ragazza si ritrova in cielo, a volare sopra i tetti e sopra i campi, libera ed esterrefatta. Ma come è possibile? Quale segreti si nascondono nella storia di sua nonna? E che parte ha lei nel mito oscuro delle janare? Da lì in poi, la vita di Danila prende una piega del tutto imprevedibile, e i luoghi che hanno ospitato i suoi sogni candidi di bambina divengono teatro di un nuovo, incredibile capitolo. Là non troverà solo la magia, perché dietro uno sguardo speciale, per lei ci sarà pure un inaspettato e travolgente amore. Ma non sarà affatto semplice venire a capo di tutta la faccenda, perché gli accadimenti la metteranno alla prova, e la curiosità dovrà scontrarsi col bigottismo della gente impaurita. -
Il moro di Firenze
Quando in una sera di inizio Quattrocento rientra nella sua casa di Santo Spirito, Filippo Bargelli, ricco mercante fiorentino consacrato solo al proprio lavoro, non si può immaginare che la storia stia per travolgerlo. Storia che nel suo caso ha le sembianze di un giovane moro venuto dalla Spagna, Asmodeo, che bussa alla sua porta per parlare di affari. Nella Firenze dello splendore, degli intrighi e della finanza, si dipanano i mille colpi di scena di un racconto seducente. La sulfurea volontà di Asmodeo, sostenuta dai denari di Filippo, si insinua irresistibile nelle pieghe della società fiorentina, stretta tra le rapacità dei mercanti, gli opportunismi dei politici e le ipocrisie degli ecclesiastici. È l'alba di un mondo tutto nuovo. La modernità della finanza spregiudicata sbaraglia il vecchio sistema economico di matrice feudale, spazzando via vecchi poteri e consegnando gli allori della gloria a chi è più scaltro, dinamico e spietato. Asmodeo matura un enorme potere, e regala alla città che lo ha ospitato un lustro che sarà eterno. Ma il caso è sempre pronto a stravolgere le carte in tavola. E poi i fiorentini, si sa, ne sanno una anche più del diavolo. Giacché è vero che la storia in un modo o nell'altro viene sempre scritta dai vincitori, è suggestivo immaginare che non tutto nel passato sia poi andato proprio nel modo che a noi posteri è stato narrato. E che in fondo, non tutto ciò che gli uomini credono di controllare, oggi come ieri, sia davvero nelle loro mani... -
Il tocco della notte. Il rito
Celeste, per tutti Ste, sembra una sedicenne come tante altre: la scuola, gli amici, qualche ragazzo carino intorno, un carattere estroverso per nascondere le insicurezze, la difficoltà di crescere solo con la sua mamma, tanti dubbi sul futuro e la paura di non fare le scelte giuste. Ma come tutte le altre non è, perché Celeste è una strega. Celate agli occhi dei normali, nel nostro mondo si muovono un gran numero di esseri magici, creature della luce e della notte, ognuna con proprie caratteristiche. Streghe, fate, vampiri, mannari, tanti altri, e poi i cacciatori, destinati a salvaguardare con le buone o con le cattive il fragile equilibrio tra le razze. In mezzo agli ordinari pensieri di adolescente qualsiasi, Ste si trova a dover fare i conti con la propria natura e con i poteri ancora da sviluppare che essa le dà, nonché con la storia segreta della propria famiglia, che scopre essere coinvolta in un misterioso e complicato progetto riguardante le relazioni tra le diverse fazioni magiche. È l'inizio di un'avventura dalle mille sfaccettature, che la porterà a scoprire verità sorprendenti, conoscere nuovi amici molto particolari, affrontare situazioni spericolate. Ma soprattutto intraprenderà un viaggio alla ricerca di se stessa e della chiarezza dei propri desideri, per capire quali siano davvero le sue aspirazioni e che cosa può invece lasciarsi alle spalle. -
Corpora mundi
Un lungo soggiorno sull'isola di Lanzarote è per Antonio, professore di Filosofia dai metodi di insegnamento discussi, la più preziosa delle occasioni per spingere agli estremi la propria riflessione sul materialismo dei corpi e sulla libertà della ricerca del piacere fisico. C'è un legame tra Antonio e quel luogo. Secoli fa, il piccolo paradiso atlantico fu sconvolto da eruzioni inarrestabili. Dalla terra emerse el Diablo, spirito distruttore fatto di magma. Con la sua lava segnò in modo irreversibile l'isola, regalandole un panorama incredibile, tanto aspro quanto carico di fascino. Lanzarote appare dunque a Antonio come la realizzazione fisica del proprio intimo, perennemente attraversato da passioni di bruciante carnalità, teso alla ricerca della verità ultima dell'uomo e della natura. Innervato dalla concezione materialista di Lucrezio, per lui è la corporeità a costituire il vero cardine della vita, il solo faro che guida il suo agire nel mondo e il suo relazionarsi con gli altri. Arriva a compenetrarsi con il paesaggio che ha attorno, scatenando una sensualità esasperata che travalica i limiti convenzionalmente accettati. Ma quando ci si spinge sempre più verso un estremo, ci si espone a conseguenze imponderabili. Oltre l'atomismo, c'è il moltiplicarsi della realtà possibile, e ciò che percepiamo come dato certo può arrivare a sfaldarsi in un indistinto probabile. Opera intensa e coraggiosa, che si distacca via via dallo schema della fiction per conquistare nuovi spazi poetici di potente simbolismo. -
Il filo rosso
Il profondo legame tra Isacco e Maddalena è quasi fisicamente palpabile, così come il loro disperato bisogno di amore e accoglienza. Figli di una madre giovane e sbandata, incapace di un qualsiasi gesto d'amore nei loro confronti, e di due padri diversi mai conosciuti. Vittime predestinate del compagno della donna, violento e collerico. Spetterà a Isacco, fin da quando è poco più che un bambino, occuparsi della sorella minore, introversa e timida. Maddy, come affettuosamente la chiama il fratello, nasconde un terribile segreto che non riesce a condividere neppure con lui. L'evolversi degli eventi, li condurrà a una separazione cui Isacco però non sa rassegnarsi. Il suo è un passato che non si lascia dimenticare, ma che non gli impedisce di guardare avanti, nel tentativo di costruire per sé e per Maddy quella vita che ragazzini spaventati, serrati in camera, sognavano ascoltando i deliri alcolici della madre e le urla del suo compagno. Una narrazione commovente, coraggiosa e nonostante tutto piena di speranza. -
La voce degli spiriti
Natacha è una medium, ovvero ha una sensibilità particolare, in grado di ricevere messaggi da anime che non fanno parte del nostro mondo. Avendo sviluppato capacità di scrittura automatica medianica, può far sì che le sue mani siano usate per trascrivere le parole che alcune di esse desiderano dettare. In questo libro vengono raccolti i messaggi di Callisto e di Fatima, due spiriti superiori. Attraverso quanto la medium riesce a scrivere sotto la loro influenza, essi offrono indicazioni e spunti di riflessione destinati a chi vive sulla terra. Sono diversi i temi che gli spiriti analizzano: dalle qualità delle anime, al percorso che esse devono affrontare, ai sentimenti che devono spingerle nella vita terrena così come in quella spirituale. Parlano di amore, di libertà, di fratellanza, del necessario distacco da una dimensione egoistica, capace solo di alimentare la paura. E poi della morte, spingendoci a rovesciare la concezione esclusivamente dolorosa di un evento luttuoso. Vengono date anche notizie sull'Aldilà, e rivelati alcuni particolari di un più grande e complesso insieme di piani di esistenza. Callisto e Fatima illustrano chi siano i medium, quale sia il loro scopo, e ci raccomandano di distinguere tra quelli che lavorano secondo il volere di dio e invece quelli che sono solo dei millantatori. La spiritualità riveste un ruolo importante per ogni essere, ma viene spesso accantonata a favore di un materialismo cieco, che sminuisce la nostra parte più preziosa, quella che ci vede tutti scintille di un luminoso disegno divino, alla quale è invece opportuno ritornare. -
Fiori di luna
Silloge intensa, cui la poetessa affida l'arduo compito di esplorare l'animo umano e cogliere senza lacrimevole pietismo emozioni e sofferenze vissute durante la Pandemia. Nei giorni sempre uguali e senza certezze, la solitudine diventa l'unica compagnia e spinge a scavare nell'io profondo, rivelando con una sincerità sconvolgente emozioni forti e vibrazioni d'inquietudine esistenziale sulla sorte del vivere. Ben consapevole della piccolezza di noi uomini e donne, l'autrice invita a riflettere sui nostri comportamenti e sull'importanza di valori fondanti come l'amore per la natura, l'amicizia, il gusto della lentezza, la bellezza in tutte le sue forme. Un cammino intimo che una moderna versificazione rende percepibile, reale. Le cose si fanno veste, colore, involucro di brandelli d'anima, metafore di voci e silenzi, albe e tramonti, allegorie di un sentire, che la poliedrica artista offre alla sensibilità del lettore. Diventa allora naturale scorgere un forte legame tra il suo linguaggio pittorico e la scrittura, mai banale, alla ricerca di percorsi sempre nuovi. Anche il titolo, messaggero dell'anima, evoca notti illuminate dalla luna e fiori pallidi dalla vita breve, straordinari nella loro semplicità, elementi di un panismo vissuto, di fondamentale importanza quando la realtà sembra sfuggire. I versi, brevi, ricchi d'immagini surreali e metaforiche, liberi dalla prigionia di una punteggiatura classica, incidono a fuoco gli attimi sofferti grazie a un lessico denso che rende al meglio il pensiero nell'appassionata e riuscita sperimentazione di uno stile felicemente personale. -
Frammenti di noi
Nella notte tra il 19 e il 20 maggio 2012, in tutto il Nord Italia si avverte una prima forte scossa di terremoto, con epicentro tra le provincie di Modena, Ferrara e Bologna. Pochi giorni dopo, una seconda terribile scossa. Autorità locali e Protezione Civile allestiscono centri di accoglienza, campi e luoghi di raccolta per gli sfollati, che sono diverse centinaia. I mass media si riversano nelle località più colpite per documentare e in qualche modo raccontare la tragedia. Ma solo chi c'era ha la reale percezione del disagio, della paura, del senso di fragilità che comporta non essere più al sicuro in casa propria. Morena Festi, in un diario anomalo e toccante, c'era e testimonia lo stato d'animo di chi alla prima scossa è corso in strada, nei cortili, incredulo per un avvenimento così inaspettato. La quotidianità ne esce stravolta, le pareti di casa, che da sempre sono simbolo di sicurezza, diventano nemiche, pericoli a cui sfuggire. La serenità, se così possiamo chiamarla, sta nell'essere all'aperto. Poi, la seconda scossa, più forte della prima, arriva direttamente al cuore, ravvivando una paura con cui le persone avevano appena iniziato a convivere. Il tempo passa, lenisce le ferite. I lavori di restauro sono lunghi, cambiano la fisionomia dei luoghi e ancora non se ne vede la fine. Morena Festi, intanto, si affida alla scrittura per mettere in ordine i suoi pensieri e le sue sensazioni di sopravvissuta. Poi, nel 2019 un virus sconosciuto colpisce indiscriminatamente. E rileggendo i suoi appunti, la scrittrice si accorge di un sintomatico paradosso: se durante il terremoto l'unione era elemento di forza, in pandemia le persone sono costrette a stare isolate. Situazioni diverse, la stessa paura, la stessa determinazione a non arrendersi. -
Il mago egiziano
Vincere la sfida del tempo, rendere incorruttibile ciò che è destinato al decadimento. Questa è la sfida che ossessiona Girolamo Segato, egittologo e anatomista, che consacra la propria vita a studi spregiudicati tra medicina e alchimia, alla ricerca del segreto oscuro della pietrificazione. Per mezzo di essa, qualunque elemento biologico trascenderebbe a uno stato imperituro, immutabile, splendente. Siamo in una delle epoche più gloriose dell'archeologia, quell'Ottocento che dischiude all'Occidente i mille arcani delle civiltà antiche. Moderno uomo universale, Girolamo esplora le vestigia dell'antico Egitto, nero di enigmi e dorato di magia, alla caccia di quei grandi saperi perduti con cui i sacerdoti consegnavano le salme dei faraoni al corso delle ere. Attorno a lui altri uomini coraggiosi, viaggiatori, mercanti, diplomatici, che animano un mondo pieno del gusto sfrontato della vera avventura. E poi l'amico Pellegrino, il solo a conoscere da vicino il desiderio di Girolamo, e l'amata Isabella. Ma certe ricerche non possono passare inosservate a coloro che in nome di dio da sempre precludono agli uomini la conoscenza più profonda della natura. L'organizzazione chiamata Ecclesia è grande, potente, tanto invisibile quanto spietata, ha occhi ovunque e zanne fameliche. Vive nel segreto, e terribili segreti nasconde. Non può permettere che la scienza insidi il mistero definitivo della morte. -
Voci dal Molise. Francesco Jovine e Lina Pietravalle
L'anima di una terra scorre negli inchiostri degli autori che l'hanno vissuta e cantata. Francesco Jovine e Lina Pietravalle sono state voci eccellenti di un Molise profondo, lembo di terra spesso misconosciuto e condizione esistenziale velata di oscuro. Al centro della vicenda letteraria dei due autori sta il mondo contadino di quasi un secolo fa, brulicante di una quantità di creature umane, tanto piccole davanti a una natura spietata e ancestrale, quanto titaniche nello sforzo di renderla generosa, prospera, famigliare. Uomini e donne di una campagna infinita, sempre sospesa tra il magico e il dramma, sono raffigurati nelle loro vicissitudini di vita, di lavoro, di morte, di amore, con la vividezza di un linguaggio originale, capace di cogliere sentimenti primitivi e inarrestabili, così puri da echeggiare nel mito. Gioconda Marinelli e Maria Stella Rossi compongono un dittico di saggi in cui la rigorosa ricerca storica si eleva sulle ali di un'emozione appassionata, propria di chi quella terra fiera, aspra e segreta la porta nel cuore. Il loro testo, omaggio a scrittori tanto amati, è un raffinato invito a riscoprire due importanti interpreti della letteratura italiana del Novecento, le cui pagine custodiscono intatto il fascino di luoghi, eventi e tradizioni di un tempo che sembra distante, ma le cui radici sono ancora forti, e preziose per riconoscere una propria identità personale e sociale. -
La città è morta
Silloge di racconti idealmente divisa in due parti: ""Dislocazioni"""" e """"La città è morta"""". I racconti della prima sezione si muovono attorno all'idea di confine, esplorano la terra di nessuno tra reale e irreale, tra vita e morte, passato e futuro. Che si tratti di un essere né vivo né morto, alla ricerca di sentimenti che non gli sono stati forniti, di un uomo cui è stata sottratta la capacità di sognare, di un chimico che ha perso ogni ancoraggio temporale, del passeggero di un treno la cui destinazione gli è ignota, la realtà di ciascuno di loro ha subito una dislocazione. I protagonisti sono stati espulsi dalla propria vita e proiettati in una esistenza fuor di sesto. Anche quando si muovono, il loro movimento è solo un'illusione, un viaggio verso una destinazione che non conoscono o in cui non credono, una passeggiata lungo le strade di una città che è allo stesso tempo se stessa e il proprio contrario. Nella seconda sezione, le città conquistano il centro del palcoscenico; diventano immagini di una più ampia dissoluzione, lenti in cui si riflettono le metamorfosi dei loro abitanti. I passi dei protagonisti echeggiano nel silenzio di città semi-organiche afflitte da malattie terminali, tra la folla di città storiche in avanzato stato di decomposizione, nella desolazione di città in cui si muovono presenze non umane o da cui gli umani sono banditi. I personaggi dei racconti sono allo stesso tempo testimoni, vittime e artefici di un destino incommensurabilmente più grande di loro, la cui comprensione gli è negata a priori. Universi distopici, di natura ibrida, al cui fascino, a volte venato di macabro, è impossibile sottrarsi."" -
La chiave del tempo
"La chiave del tempo"""" è il titolo dell'originale silloge d'esordio del Poeta e, insieme, una bella metafora che ne racchiude l'essenza. Possedere questa chiave permette di cogliere il segreto della vita, operazione molto complessa, necessaria però per capire noi stessi e aprirsi agli altri. Difficile certamente, ma Andrea Creuso riesce a raccontare il proprio mondo interiore con una sincerità a dir poco spiazzante e con la semplicità che non teme di essere sola, nell'autenticità del suo sentire. Una ricerca che intraprende passo dopo passo, senza stancarsi, mentre il pensiero scorre fluido, alla scoperta attenta delle più intime vibrazioni, dei ricordi che sembravano quasi scomparsi e che invece riemergono a tratti. Il tutto nel silenzio, che non è mancanza di parole o vuoto di paura, bensì amico e guida di un viaggio verso profumi, suoni, immagini sognate... Il silenzio è luogo vivo, dove il pensiero vede con altri occhi, quelli di un bambino, il fanciullino di pascoliana memoria forse, mentre ciò, che gli altri considerano vera realtà, è solo frastuono quotidiano, in cui velocità e indifferenza corrono senza guardare al passato, senza assaporare i sapori, le emozioni... senza carpire l'intensità della vita. Tutto questo ci confida il Poeta in versi brevi, limpidi, liberi dalle catene della metrica classica, dove si rincorrono metafore a voler rilevare quanto, grazie al silenzio, ogni aspetto della nostra vita possa essere recuperato e goduto fino in fondo." -
Il portale del tempo
Domenico Novio, insegnante in un liceo romano, torna in Sicilia su insistenza della sorella minore, Sara. Sono passati vent'anni. Domenico si è sposato e separato, ha un figlio. Sara vive nella casa di famiglia con tre figli, un marito che ben presto si rivela ex e due zie zitelle. Nel tentativo di riannodare i fili di ciò che è rimasto in sospeso, riprende confidenza con i ricordi, con la memoria di un passato che lo ha visto bambino, adolescente e poi giovane universitario insofferente, incapace di dare un senso ai difficili rapporti tra i genitori: impenitente seduttore lui, apparentemente sottomessa lei. Ma, cambiando prospettiva, i gesti, le parole, le sensazioni provate da bambini assumono, da adulti, un significato completamente diverso. Metaforicamente il viaggio nel suo passato avviene attraverso un portale del tempo, le cui aperture episodiche e saltuarie rivelano alcuni frammenti, alcuni compagni di vita: il primo amore, l'amico del cuore, il bullo del quartiere. -
Il falco di Eleonora
Per il contesto in cui si mosse, il destino e l'importanza delle sue scelte, maturate in assoluta autonomia di giudizio e di azione, la figura di Eleonora d'Arborea si tinse subito di tratti leggendari. Nella Sardegna medioevale, si trovò, dopo l'eccidio del fratello Ugo, a ricoprire la carica di Giudice, all'epoca un sovrano, nominato da una sorta di parlamento locale, le Coronas de logu. Era quello un momento particolarmente difficile. La giudicessa infatti ereditava, dal padre e dal fratello, la guerra che da anni i sardi combattevano contro i re aragonesi per salvare la propria indipendenza. Eleonora seppe, finché visse, mantenere tale indipendenza, con le armi e con le trattative, senza piegarsi a ricatti e intimidazioni. Ma fece di più: fu autrice della Carta de Logu, una Costituzione singolarmente illuminata per i tempi, tanto da rimanere in vigore ancora per secoli dopo la sua morte, addirittura anche dopo la fine del Giudicato d'Arborea. A sessant'anni, durante un'epidemia di peste, la giudicessa morì. Nel romanzo, Eleonora rievoca, durante la febbre dell'agonia, la sua lunga vita. Ne rivive le vittorie e le sconfitte, le perdite e le separazioni, gli affetti più cari e i conflitti, le sfide che aveva dovuto affrontare con determinazione e coraggio. E, ricorrente, le ritorna nel sogno, un antico ricordo: il suo falcone prediletto, appartenente a quella particolare specie che la giudicessa protesse in un articolo della Carta de Logu, e che perciò, ancora oggi, viene chiamato in tutte le lingue, Falco di Eleonora. -
Cervelli fritti per merenda
Pulp, eccessi, solitudini, psicosi e un senso di vuoto che toglie il respiro. Otto racconti per altrettanti eterogenei spaccati di vita in cui l'alienazione e il disagio finiscono per confluire in un linguaggio iperrealista che cola rapidissimo dalla prima all'ultima pagina. La violenza, gratuita e spogliata di intenzioni etiche, risparmia poche di queste storie, cesellate secondo stili diversi, che affrontano temi introspettivi. Dallo squallore del cosiddetto mondo civilizzato del racconto ""Il mattatoio delle anime dannate""""; alla devastante autopsia dell'anima di una bambina abusata in """"Lilly"""", narrato in prima persona e senza l'utilizzo di dialoghi; al crimine orrendo commesso da un uomo e una donna, seguendo diversi percorsi, nel racconto """"L'innocenza della carne"""". La forza e l'originalità di Simone Nepa è nella contaminazione tra violenza, lirismo, sarcasmo e ironia per dipingere un mondo sconfitto e cinico che, tuttavia, sa anche ridere di se stesso come nel caso di """"Non si va a cercare la sanità mentale nei bar"""". In ultima analisi, una lunga carrellata di fatti e personaggi, dove gli uni sfumano indissolubilmente negli altri, dove ci si chiede qual è il senso di questa vita e si trova la risposta migliore nell'attesa, almeno al momento. Tanto, come dice uno dei personaggi, alla fin fine la vita è una teoria inesatta."" -
Innovazione tecnologica
In un'Italia distopica, mentre un terribile nubifragio sconvolge la città, il dottor Paolo Morricone, a capo di un importante progetto di ricerca sulle tecniche di ibernazione, viene ritrovato privo di vita nel suo laboratorio. Accanto a lui, in stato di incoscienza, il fratello Dave, che si era prestato a fare da cavia restando ibernato all'interno di una macchina fino a poco tempo prima. I dati biometrici del soggetto non presentavano alcuna anomalia. Dalle registrazioni audio delle procedure di risveglio, effettuate dallo stesso Morricone, parrebbe che nessuno si sia introdotto nel laboratorio. A ucciderlo è stata dunque la cavia? E se sì, in preda a un raptus oppure a seguito di dissapori familiari? E come si inserisce nel quadro l'ambiguo John Smith e la dottoressa Rebecca Gunta? A destabilizzare il quadro un anomalo commissario e un discusso chirurgo. Nell'arco di una sola terribile giornata, le vite dei protagonisti si intrecciano e si scontrano fra di loro. Chiamati in causa uno per uno, costretti a mettere in dubbio le proprie sicurezze e a prendere l'iniziativa, con conseguenze imprevedibili. Forse solo la loro capacità di reagire potrà dare una nuova dimensione a quello che accade, trasformando la crisi in un'occasione di svolta. Modanese riesce a sfumare, in una narrazione a tratti onirica, le caratteristiche tipiche del genere giallo e a ricomporlo in una riflessione su un tema prioritario: la libertà di scelta.