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Il lunedì esistenziale e la domenica della storia
Scritto nel 1944, poco prima che Fondane fosse deportato e ucciso ad Auschwitz, questo testo dà voce alla sua particolare declinazione del pensiero esistenziale. Fondane accusa molti autori che si definiscono esistenzialisti tra cui Camus, Jaspers e lo stesso Sartre - di aver abbandonato l'esistente per l'esistenza, contribuendo all'avvento della ""domenica della Storia"""", ovvero il luogo e il tempo in cui la Storia - hegelianamente intesa come suprema razionalità - gode del proprio trionfo sugli individui ridotti a semplici mezzi. Occorre un atto di """"irrassegnazione"""" per realizzarsi come eccezione rispetto alla Storia, sull'esempio di Kierkegaard, Dostoevskij, Nietzsche, esponenti di un nuovo tipo di filosofia capace di riattivare il reale in tutta la sua ricchezza. Capace di inaugurare un """"lunedì esistenziale"""" in cui il singolo riesca a spingersi oltre lo scorrere della Storia, attendendo il tempo in cui potrà porsi pienamente come esistente irriducibile. Un pensiero che, se sembra collassare nella tragedia dell'Olocausto, in realtà proprio di fronte a essa emerge in tutta la sua forza profetica."" -
Novalis. Pensiero, poesia, romanzo
Spesso citato e richiamato nei campi più diversi per via dei suoi fulminanti e affascinanti ""frammenti"""", Novalis (Georg Friedrich Philipp Freiherr von Hardenberg, 1772-1801) viene qui studiato e analizzato in un orizzonte complessivo e finalmente unitario. L'autore prende attentamente in considerazione ogni tappa speculativamente significativa dell'opera di Novalis, mostrando come l'esito poetico-letterario della scrittura novalisiana non sia frutto di improvvisazione, anche """"illuminata"""", ma si saldi strettamente ai suoi presupposti teoretico-estetici. L'immagine che ne scaturisce non è perciò più quella di una figura isolata e dedita al culto dell'irrazionale, bensì quella di un pensatore certamente """"romantico"""" ma nel significato migliore di questo termine, in felice e produttivo scambio con le correnti filosofiche, scientifiche e poetiche della sua epoca. Kant, Hemsterhuis e Fichte, assieme agli studi di fisica e medicina, si rivelano i punti di riferimento privilegiati di quelli che non tanto, e non più certo soltanto, vanno considerati come """"frammenti"""", quanto piuttosto parti integranti e coerenti di un'opera centrale dell'età romantica tedesca ed europea."" -
Sulla stupidità dell'idolatria. Meditazione su Geremia. Vol. 2
"È legge fatale dell'esperienza umana il fatto che l'uomo tende ad assomigliare a ciò che ama e an-cor più a ciò che adora. Questo è il motivo per cui l'immagine che l'uomo si fa di Dio è così rilevante. Se l'uomo adora un Dio impersonale, finirà per perdere lui stesso il senso della sua trascendenza personale e della sua responsabilità; se adora un Dio solo potente, tenderà a porre la forza come valore supremo dell'esistenza; se considera il successo come bene assoluto (dio), sarà portato a privilegiare il desiderio di apparire rispetto all'importanza di """"essere"""". Gli idoli plasmano l'uomo a loro immagine e somiglianza; l'uomo plasma se stesso, la sua vita, secondo la forma dei suoi dei. Se dunque gli idoli sono """"nulla"""", l'uomo che corre dietro a loro tenderà a diventare lui stesso """"nulla"""": non vivrà più come una creatura perché ha rifiutato il creatore; ma non riuscirà a vivere come Dio perché non lo è e non lo può diventare."""" (Luciano Monari)" -
Ripartire da Edith Stein. La scoperta di alcuni manoscritti inediti
"La recente pubblicazione del volume di Francesco Alfieri, Die Rezeption Edith Steins, testimonia che, offrendo una rassegna completa della bibliografia esistente, l'autore ha tessuto una vera e propria tela, ha creato uno spazio di incontro e di dialogo tra studiosi e lettori di Edith Stein, europei e extraeuropei, finora rimasti perlopiù sconosciuti gli uni agli altri. Dal lavoro di Alfieri è derivato in ma-niera sorprendente un effetto di rinnovamento degli studi steiniani. Si sono dischiuse, infatti, nuove prospettive di ricerca, sono stati scoperti inediti significativi, nuova luce è stata gettata su aspetti ancora oscuri della biografia intel-lettuale della santa patrona d'Europa. Il presente volume può essere considerato un'importante espressione di una nuova generazione di contributi che vogliono esplorare l'intensità con cui la figura di Edith Stein parla a chi vive nel nuovo millennio."""" (Dalla Prefazione di Laura Boella)" -
Israele e i popoli. Per una teologia politica ebraica
Pochi giorni prima che Hitler diventasse Cancelliere, Martin Buber, una delle figure più autorevoli dell'ebraismo tedesco, partecipò a un convegno insieme a relatori nazionalsocialisti, neo-nazionalisti e antisemiti, in cui discorso teologico e fede politica finirono fatalmente per sovrapporsi. L'incontro fu organizzato da Jakob Wilhelm Hauer, ordinario di Indologia all'Università di Tubingen, di lì a poche settimane non solo fervente sostenitore della dittatura, ma anche informatore dei servizi segreti di Himmler. La partecipazione di Buber al convegno e l'adesione di Hauer al nazismo diedero luogo a un significativo intreccio biografico. A distanza di ottant'anni riemergono dagli archivi documenti che permettono di ricostruire - anche grazie ad altri scritti coevi (come la disputa con il teologo cristiano Karl Ludwig Schmidt), carteggi inediti e fotografie d'epoca - un'intricata vicenda rimasta finora ignorata. Una vicenda, non priva di contraddizioni e ambiguità, che pone in una nuova luce lo stesso essere e pensarsi ebreo di Buber, sulla base di una riflessione teologico-politica che nasce calandosi all'interno di un clima culturale, nella Germania fra le due Guerre, ostile all'integrazione ebraica nella nazione tedesca. -
Nell'intimità di Paolo VI. Pensiero alla morte, Testamento, Meditazioni
"Chiudo gli occhi su questa terra dolorosa, drammatica e magnifica, chiamando ancora una volta su di essa la divina Bontà. Ancora benedico tutti. Roma specialmente, Milano e Brescia. Alla Terra santa, la Terra di Gesù, dove fui pellegrino di fede e di pace, uno speciale benedicente saluto. E alla Chiesa, alla dilettissima Chiesa cattolica, all'umanità intera, la mia apostolica benedizione."""" (dal Testamento di Paolo VI)" -
La rivoluzione eucaristica
"'Lo Spirito soffia dove vuole', dice Cristo. E ora, mentre sono qui in questa chiesa e Lo guardo, immagino che vi sia un altro uomo dall'altra parte del mondo che non Lo conosce ma che avverte in se stesso lo stesso, medesimo sospiro d'amore"""". (Arnoldo Mosca Mondadori)" -
L'Oriente in Occidente. L'opera di Rufino di Concordia
Rufino di Concordia, tra la fine del IV secolo e gli inizi deL V, è, insieme a Girolamo, il protagonista del processo di trasmissione in Occidente dell'eredità di Origene, ma non solo di questa: Eusebio di Cesarea, Basilio, Gregorio di Nazianzo sono da lui tradotti, entrando così a far parte di un patrimonio condiviso più largamente. Rufino fa dialogare gli autori greci, che aveva letto e meditato in Oriente, con i lettori latini del suo tempo, adeguando il suo metodo di traduzione a questo ampio e consapevole progetto culturale. Gli studi contenuti nel volume, percorrendo con attento esame la sua opera di traduzione, restituiscono a tutto tondo una delle personalità più importanti per la cultura dell'Occidente tardo antico. -
Edmund Husserl e Edith Stein. Due filosofi in dialogo
Le scuole filosofiche rappresentano comunità di ricerca attorno a un focus unitario: perciò soffermarsi sul rapporto tra Edith Stein e il suo maestro Edmund Husserl è un modo per indagare la nascita della scuola fenomenologica nel Novecento. Se non è possibile comprendere cosa sia la fenomenologia limitandosi alle opere dei discepoli di Husserl, tanto più è necessaria una conoscenza approfondita del Maestro per comprendere ciascuno degli allievi, anche quando se ne siano poi allontanati. I testi qui raccolti scavano nelle indagini husserliane e mostrano che senza un riferimento a Husserl non è possibile parlare della filosofia della Stein: seguendo le riflessioni di entrambi ci si trova ad affrontare i grandi temi della filosofia occidentale, riguardanti il conflitto fra realismo e idealismo, metafisica e antimetafisica. Due itinerari sì divergenti, eppure meno di quanto si ritenga comunemente: una approfondita lettura dei testi husserliani consente di ascrivere il filosofo a un peculiare ""realismo trascendentale che conduce ad aperture metafisiche"""", avvicinandolo così alla Stein. Tale prospettiva, facendo luce sul legame fra i due pensatori, insieme fa emergere i nodi teoretici della fenomenologia nel suo complesso, di carattere antropologico, gnoseologico, metafisico: qual è il senso dell'essere umano, la sua possibilità di conoscenza e trascendenza? Un percorso di chiarificazione della """"cosa stessa"""" che è il filo conduttore dei contributi di questo volume."" -
Antico Testamento, apocrifi e Nuovo Testamento. Un viaggio autobiografico
La biografia di uno studioso, così come i suoi libri di riferimento, tracciano le linee del suo filone di ricerca e, perché questo si possa dire tale, ne aprono altri. È quanto si può dire dell'avventura intellettuale contenuta in queste pagine: un racconto personale che diviene espressione di un metodo più universale di lavoro, quello che Sacchi chiama ""storico-filologico"""". Dove la filologia è l'inizio ma anche il compimento della ricerca storica, perché non si dà pensiero sulle origini del cristianesimo che non sia un continuo attingere ai testi. Questo spiega l'allargarsi degli studi biblici di Sacchi, dalla formazione con Giorgio Pasquali al Nuovo Testamento; dall'Antico Testamento agli apocrifi, ai rotoli di Qumran, alla letteratura apocalittica, rileggendo le origini cristiane - e la stessa figura di Gesù - alla luce del giudaismo dei primi secoli e delle sottese teologie (del Patto, della Promessa). Percorsi che si intrecciano e tornano su loro stessi, proprio perché osservati con quel distacco critico che deriva dalla oggettività del testo, e sono coronati dall'edizione, a cura di Sacchi, di grandi opere, come gli Apocrifi dell'Antico Testamento e la Bibbia dei Settanta. Prefazione di Luca Mazzinghi."" -
Teologia e letteratura. Supplementi
"La rivelazione di Dio è attestata in un libro, la Bibbia, che è anche letteratura: in essa si possono trovare molteplici generi letterari, che rispecchiano il modo abituale di comunicare. Nel corso del tempo questa 'biblioteca' è diventata la fonte di ogni comprensione del mistero di Dio nella sua manifestazione agli umani. Dalla letteratura biblica sono sorte nuove forme letterarie per dire il medesimo mistero. Anzitutto la teologia nelle sue diverse articolazioni, che si è modellata in forma ora poetica, ora narrativa, ora argomentativa. Se nella tradizione scolastica si è prestata attenzione soprattutto a quest'ultima modalità, non sono mancati teologi che hanno richiamato la necessità di dare spazio alla poesia e alla narrazione. Il libro di Ballarmi dà conto dei tentativi di dire l'evento della rivelazione secondo i molteplici registri dell'espressione umana. Infatti, rinchiudere il Mistero nella sola argomentazione sarebbe ridurlo alla misura della ragione privandolo della ricchezza del sentimento"""". (Giacomo Canobbio)" -
Girolamo Seripando. La sua vita e il suo pensiero nel fermento spirituale del XVI secolo
La grande biografia di Jedin dedicata a Girolamo Seripando, tra i protagonisti del Concilio di Trento, per la sua portata teologico-filosofica si può considerare una pietra miliare per comprendere, al di là di chiusure ideologiche, la storia della Chiesa, la dottrina e la storiografia successive. Illuminanti in tal senso le parole di Benedetto Croce, che nel 1937 recensì su ""La critica"""" il primo volume allora uscito: """"Con questa monografia del Jedin, la vita e l'opera di Girolamo Seripando ottiene finalmente la trattazione esatta e piena che da molto tempo si desiderava. Il Seripando ebbe una sua parte nel configurare la vita morale e religiosa d'Europa mercè dell'atteggiamento che egli prese e l'azione che esercitò nel Concilio di Trento, nei dibattiti intorno alla dottrina della giustificazione per la fede, punto capitale della divisione dei protestanti dai cattolici. [...] Altri (come il Gothein) notò già che alla formola nata da quelle obiezioni e proposte del Seripando si dovette la possibilità nella Chiesa stessa cattolica di un movimento come il giansenismo, che non fu mai possibile dimostrare eretico. Ora del modo in cui si formò il pensiero del Seripando su questo proposito, e di tutte le particolarità delle discussioni che egli sostenne in Trento, il Jedin offre preciso ragguaglio, che se ha, come è naturale, un interesse precipuamente teologico, non manca neppure di qualche interesse filosofico""""."" -
Che cosa è la contemplazione
Pubblicando nel 1951 questo testo di Merton, don Giuseppe De Luca offriva al lettore il distillato di ciò che il monaco trappista intendeva per contemplazione: al di là della psicologia dell'io, è possibile all'uomo trascendersi, verso gli altri e le altre religioni, ovvero verso ciò per cui sta il nome di Dio, la Trascendenza. Un atto dello spirito - la contemplazione - che, più che mai oggi, ci interpella per evitare chiusure confessionali e disinnescare conflitti religiosi. -
Filologia ed ermeneutica. Studi di letteratura italiana offerti dagli allievi a Pietro Gibellini
Sommario: G. Zava, Interpretazione e ironia nelle immagini del Petrarca queriniano; E. Gambin, La ""metafora medica"""" nei carmi in onore di Raffaello Sanzio; E. De Bortoli, La fonte biblica nella Gerusalemme conquistata; E. Maiolini, Appunti sull'ira nei Promessi Sposi; M. Salvini, Gli spettacoli popolari nei sonetti e nelle note di G.G. Belli; M. Sipione, Le poesie religiose in lingua di Giuseppe Gioachino Belli; E. Ripari, Nuove primizie e reliquie di Giosue Carducci; M. Belponer, Filologia e mitopoiesi tra le antologie latine di Pascoli e i Conviviali; F. Suppa, La guazza nelle carte pascoliane; D. Maksimovic Janjic, Esempi di reciproche influenze lessicali fra Pascoli e D'Annunzio; D. Fedele, Schegge di estetica dusiana nelle lettere a D'Annunzio; S. Campardo, L'Elettra di D'Annunzio; M. Rasera, Annotazioni sulle Colpe altrui di Grazia Deledda; R. Cupo, Per l'edizione critica di Belmoro di Corrado Alvaro; S. Lucchetta, Le redazioni del Plutone casareccio di Giorgio Vigolo; B. Mirisola, Giorgio Vigolo tra psicoanalisi e mito; V. Tabaglio, Una possibile lettura delle poesie di Giorgio Vigolo; N. Di Nino, De Sica e la polemica sociale; D. Ferrai, Giannetto Valzelli; S. D'Ambrosio, Sul romanzo storico postmoderno; V. Puleo, Sul mito di Orfeo ed Euridice in Gesualdo Bufalino; C. Di Franza, Gli animali nella poesia di Giovanni Raboni; L. Bolzonello, Patrizia Valduga e Giovanni Raboni; E. Sbrojavacca, Roberto Calasso e il ritorno degli dèi."" -
Una teologia della predicazione
La teologia cherigmatica, che ha per oggetto l'annuncio dell'azione salvifica di Dio nel Cristo, sorge dalla presa di coscienza della necessità che la teologia dogmatica, tradizionalmente sistemata in una struttura di tipo scolastico, venga riproposta all'uditore nella forma di predicazione di salvezza (Kerygma). Lungi dal rinnegare il valore oggettivo di un ""corpus"""" di verità esposto in una salda trama di concatenazioni logiche, la cherigmatica lo presuppone e vi si appoggia, ma lo presenta a partire dall'idea centrale della salvezza soprannaturale così da acuire nel fedele il senso del sacro nell'essere e nella vita. Non per questo si deve intendere la cherigmatica come un semplice strumento pragmatico, che serva ad """"adattare"""" la Rivelazione ai singoli secondo considerazioni psicologistiche, o come tributaria di qualsivoglia """"analisi esistenziale"""" minacciata da un pericolo di soggettivazione della realtà religiosa: la cherigmatica è saldamente ancorata al dato scritturistico. Il noto teologo austriaco Hugo Rahner in quest'opera si propone di riflettere sul fondamento dogmatico della missione sacerdotale indicando la via per la quale il prete - ma anche il laico che aspira a cognizioni sostanziali - può pervenire a informare dogmaticamente il suo pensiero, la sua predicazione, tutto il suo modo d'agire."" -
Robert Boyle. Un naturalista scettico
"Se dovessimo definire Robert Boyle, l'espressione più opportuna sarebbe indubbiamente quella che egli stesso impiegò come titolo del libro che rappresenta il suo testamento intellettuale, 'Il Virtuoso Cristiano'. Boyle incarnò infatti in modo esemplare quella metamorfosi del virtuoso che ebbe luogo a partire dalla metà circa del XVII secolo, quando la figura del gentiluomo pio dedito al sapere entrò progressivamente tra gli attori del rinnovamento delle scienze naturali. Da erudito interessato alle curiosità naturali e depositario di un sapere improntato alla tradizione classica, egli cominciò a guardare agli sviluppi della nuova scienza, pur conservando quell'eclettismo caratteristico dei gentlemen di inizio secolo. Accanto alle scienze naturali, Boyle coltivò interessi letterari, si occupò di filosofia morale e di esegesi biblica. I suoi studi teologici, insieme all'autorità di cui godeva come filosofo della natura, fecero di lui un protagonista del dibattito sul rapporto tra nuova filosofia e religione che animò la scena culturale inglese nei decenni successivi alla Restaurazione. Per Boyle, come per altri nomi della scienza seicentesca, lo studio del mondo naturale non fu affatto slegato da presupposti di carattere metafisico e teologico, come l'immortalità dell'anima e la resurrezione del corpo. Analizzando il contesto in cui emergono questi temi e il loro significato, il volume aiuta a comprendere la figura di Boyle come 'teologo laico'.""""" -
SMSR. Studi e materiali di storia delle religioni (2015). Ediz. multilingue. Vol. 81/1: Retorica, scuola, religioni ad Antiochia (IV-V sec. d.C.)
Sezione monografica / theme section: Retorica, scuola, religioni ad Antiochia (IV-V sec. d.C.) - Rhetoric, school, religions at Antioch (4th-5th c.)- Chiara Spuntarelli, Introduzione- Giancarlo Rinaldi, Antiochia nel secolo quarto. Interazioni tra pagani e cristiani e note prosopografiche- Andrea Pelizzari, Retori e scuole ad Antiochia e in Oriente nella corrispondenza degli ultimi anni di Libanio (388-393)- Catherine Saliou, Parole et religion à Antioche au IVe siècle. Une approche spatiale- Alberto J. Quiroga Puertas, The Palimpsestic City. Fourth Century A.D. Antioch through Spatial RhetoricSergio Zincone, Ispirazione biblica e echi della tradizione classica nel De educandis liberis di Giovanni Crisostomo- Chiara Spuntarelli, Universalismo e provvidenzialismo cosmico nel progetto educativo di Teodoreto di Cirro. -
Humanitas (2015). Vol. 2: Il dialogo ebraico-cristiano. A cinquant'anni da Nostra Aetate.
Sommario: M. Giuliani, Presentazione; P. De Benedetti, Rav Giuseppe Laras, maestro e amico; L. Klenicki, Dalla contesa al dialogo. Sulla svolta di Nostra Aetate; P. Stefani, Vaticano II ed ebrei. La voce di due cardinali, Agostino Bea e Giacomo Lercaro; D. Garrone, L'avvio della riflessione sull'antisemitismo nel protestantesimo tedesco del secondo dopoguerra. Alcuni documenti; A. Luzzatto, Tra fedi e religioni, il difficile ma necessario sentiero della fratellanza; G. Borgonovo, Leggere il Primo Testamento da cristiani. Profezia, compimento e superamento della ""sostituzione""""; E. L. Bartolini De Angeli, Il contributo delle donne al dialogo cristiano-ebraico; C. Milani, Appunti per una storia dei colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli; M. Cassuto Morselli - G. Maestri, Rav Elia Benamozegh e la mistica di Shaul/Paolo; J. Levi, Il dialogo interreligioso oggi, a cinquant'anni da Nostra Aetate; P. Alborghetti, Gli studi di Giuseppe Laras sul Medioevo ebraico; F. Dapor, Maimonide e il primato dell' aggadà secondo David Hartman; M. Giuliani, Il dialogo non è (solo) diplomazia. Sui rapporti tra ebrei e cristiani in quanto """"questione halakhica""""; M. Giuliani, Ricordo di suor Ada Janes (1936-2015)."" -
Monoteismo e distinzione mosaica
"Mette conto prendere le mosse dal celebre incipit di Thomas Mann alle 'Storie di Giacobbe', costituente il primo tomo della 'Joseph-Tetralogie', non solo perché l'opera indicata segna uno dei più densi ripensamenti del Dio biblico che il Novecento abbia prodotto; non solo, occorre aggiungere, perché Jan Assmann ha dedicato ad essa un denso volume, ma anche perché vale quanto lo scrittore di Lubecca osserva nel finale di quella celebre pagina: ci sono eventi in cui la memoria, cosciente dell'inesausta ulteriorità che segna il destino della ricerca storica - di orma in orma, di duna in duna, e così in un 'regressus ad infinitum' -, anziché sprofondare nella sabbia mobile di un'origine inattingibile, perduta per sempre, anziché smarrirsi nella selva inestricabile delle tracce, si ferma, si acquieta, sosta su un lembo estremo, si arresta su una soglia. Un inizio di questo genere. legato alla memoria storica, è quanto Assmann ha fissato nella 'distinzione mosaica'. (dall'introduzione di Roberto Celada Ballanti)" -
Testimoniare la fede. Omelie giovanili (1915-1916)
Il corpus di omelie di Romano Guardini costituisce una parte tutt'oggi inesplorata della sua produzione. Il volume presenta per la prima volta in italiano le prediche giovanili di Guardini: dodici omelie tenute nel 1915 ed una tredicesima datata l'anno seguente. Di particolare interesse poiché mostrano gli esordi di una feconda attività di predicazione. Il filo rosso che percorre queste omelie è il desiderio di unire la fede della Chiesa alla vita del singolo uomo: la fede illumina il quotidiano e la reale esistenza umana, non quella ideale o sognata. In tale contesto si comprendono le sue esortazioni sulla possibilità della preghiera e dell'affidamento al Signore in ogni condizione e momento. Una insistenza più che mai necessaria negli anni della Grande Guerra, che lo portano a riflettere con particolare attenzione sull'importanza della famiglia e sul ruolo fondamentale della madre.