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La società degli altri. Ripensare l'ospitalità
Vedere attraverso l'altro vuoi dire vedere in se stessi e vedersi in quanto stranieri. E ciò perché l'estraneità, paradossalmente, è la condizione della nostra appartenenza, della nostra cultura, il focolare della nostra dimora. Nell'epoca della globalizzazione dci capitali e delle società multietniche, siamo diventati noi stessi altri tra altri e dunque immancabilmente stranieri. Per questo è importante parlare oggi di un diritto ospitale, perché l'ospitalità esiste proprio finché rimaniamo estranei gli uni agli altri. In linea con la tradizione umanistica e con gli strumenti offerti dalla riflessione sociologica, questo breve lavoro cerca di ripercorrere problematicamente il tema dell'ospitalità, in tutte le sue ambivalenze e contraddizioni e propone uno sguardo teso alla comprensione dell'altro (lo straniero, il migrante, l'estraneo), nel suo stesso apparire all'orizzonte fenomenologico dell'intersoggettività. -
Note
Un catalogo sui generis, realizzato in occasione dl una mostra che si terrà in contemporanea in varie librerie italiane: un omaggio a Guido Scarabottolo, illustratore e grafico che da alcuni anni cura e crea le copertine Guanda. In questo 'bloc-notes' si alternano disegni che i lettori hanno appena imparato a conoscere, perché già diventati copertine; e altri che invece apprezzeranno in futuro, perché destinati a diventare il volto di un libro, o forse no... Una raccolta prefata da importanti autori italiani e segnata dall'inconfondibile estro artistico di Scarabottolo, dalla sua sconfinata fantasia, che lascia spazio, però, alle 'note' di chi vorrà sfogliare questo catalogo, pagine bianche da riempire con frasi tutte da inventare. -
Una nuova terra
Autrice di culto negli Stati Uniti, già premiata con il Pulitzer al suo esordio narrativo nel 2000, Jhumpa Lahiri torna con profonda sensibilità e maturità stilistica sui temi a lei cari. Si passa da Boston a New York, da Londra a Roma, dall'India alla Thailandia: scenari diversi per raccontare storie di esilio e di perdita, di amore deluso o negato, di maternità e conflitti famigliari. Al centro, le gioie e i drammi quotidiani di giovani immigrati di origine indiana, il loro senso di non appartenenza, le loro vite divise tra due paesi e due culture, tra la nuova libertà e il radicamento nella tradizione. Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, Ruma, una giovane madre indiana trasferitasi da poco a Seattle, riceve la visita del padre vedovo: il nonno instaura un tenero legame con il nipotino, ma non riesce a confidare alla figlia un segreto che potrebbe sconvolgerla; nel secondo, una donna bengalese, emigrata negli Stati Uniti con il marito che la famiglia ha scelto per lei, trova conforto alla solitudine in un amore proibito. Un'altra storia, quella di Hema e Kaushik, si dipana in un terzetto di racconti tra loro collegati, seguendo, dall'infanzia alla maturità, le vite di una ragazza e di un ragazzo che per un inverno hanno vissuto nello stesso appartamento a Cambridge: la loro è una vicenda in cui i sentimenti si intrecciano in modo rapsodico ma straordinariamente intenso. In questa magistrale sinfonia in otto movimenti, padri e madri, mariti e mogli, fratelli e sorelle, amici e amanti si incontrano e si scontrano; si osservano impietosi, assistono impotenti alle rispettive sconfitte e infelicità; vivono una vita apparentemente sospesa, in bilico tra rinuncia e speranza, finché un evento improvviso, come una conflagrazione, rovescia le prospettive e trasforma ogni cosa. -
Per una sinistra reazionaria
È un vero e proprio pamphlet, una riflessione che parte dai fatti della più recente cronaca politica per ricavarne una possibile ricetta di rinnovamento per la sinistra italiana, l'indicazione di una svolta che sia culturale ancor prima che politica. E in particolare Arpaia sofferma la sua attenzione sull'abitudine alle rivendicazioni della sinistra più radicale del panorama nazionale, per sottolinearne contraddizioni e incongruenze: fino a proporre una vera e propria rotta ""reazionaria"""", un nuovo possibile modello di """"cultura di sinistra"""" che tenga conto, oltre che dei diritti, anche e soprattutto dei """"doveri"""" e dei valori sociali di cui la sinistra dovrebbe essere portatrice. Perché è proprio a partire dal senso del dovere di ognuno che si potrà costruire una società più giusta e vivibile per tutti."" -
Come essere felici in un mondo imperfetto. La vita e l'amore secondo Goethe
Johann Wolfgang Goethe, autore di opere celeberrime come .I dolori del giovane Werther e Faust., ebbe una vita lunga e appagante, spesa non solo al servizio della letteratura, ma a contatto con le esigenze concrete del governo e dell'amministrazione pubblica, oltre che arricchita dal calore degli affetti e dell'amicizia. Dal racconto romanzato di John Armstrong emerge una personalità affascinante per la versatilità e la vastità di interessi e talenti (dal disegno alle discipline legali, dalla gestione delle miniere agli studi di ottica, botanica e anatomia), che ha molto da insegnare anche a noi, qui e ora, proprio perché agli antipodi rispetto allo stereotipo romantico che vuole il genio poetico e l'estro creativo spesso associati alla sregolatezza e all'incapacità di scendere a compromessi con le difficoltà quotidiane. Letta in questa chiave, la storia della vita di Goethe - inscindibile dalle vicende delle sue opere e dei suoi personaggi, eppure più grande e complessa - ci spinge dunque ad affrontare i disinganni e i fallimenti come occasioni per maturare: è un invito a trarre il meglio dalle condizioni e dalle opportunità che ci offre il mondo imperfetto in cui viviamo, piuttosto che farci paralizzare da ribellioni sterili e rancorose. -
La moglie del generale
Mentre la Guerra civile americana è ormai alla fine, a Redemption Falls, la capitale di un immaginario territorio di frontiera nel Nordovest degli Stati Uniti, James O'Keeffe fatica a svolgere il ruolo di governatore, abbandonato da Washington e guardato con sospetto dai suoi rudi concittadini. Irlandese di nascita, con un rocambolesco passato da oppositore della Corona britannica, O'Keeffe è sposato con un'ereditiera di New York, la bella e ombrosa Lucia-Cruz McLelland. Il loro matrimonio - un'unione tormentata, cui sono dedicate alcune delle pagine più intense del romanzo - è però in crisi da un pezzo. Quando, dopo anni di separazione, Lucia decide comunque di raggiungere il marito nei selvaggi territori del West, trova non solo un uomo spaesato e distante, ma anche, con lui, un misterioso ragazzino, probabilmente uno dei tanti orfani del conflitto. Né lei né O'Keeffe - figura eroica e feroce, capace di grandezza e di meschinità, vero emblema di un periodo tempestoso e cruento - possono immaginare che, dal Sud al Nord, una giovane donna stia attraversando il paese alla ricerca proprio di quel ragazzino, in un lungo viaggio che avrà conseguenze sorprendenti sulla loro vita e sul destino di molte altre persone. -
Nel nome del padre
È la notte di Natale, in un mondo che si prepara a festeggiare, comunque e dovunque. È la notte di Natale per tutti, ma non per Luca, che è solo in casa, abbrutito dall'alcol e dal dolore, sul punto di compiere un atto disperato, sconsiderato, l'ultimo... E forse non lo può fermare nemmeno il telefono, che squilla a vuoto.... Ma come siamo arrivati a questo punto? Ecco che in una serie di flashback incrociati ripercorriamo la storia d'amore di Luca e Sonia, l'incontro, la decisione di creare una famiglia, la nascita della piccola Alice, alla quale Luca assiste sgomento e incredulo come tutti gli uomini, e poi via via tutti i passi in fondo banali che conducono una coppia alla distruzione... Qui comincia il calvario di Luca, che è quello di molti padri separati: la moglie gli impedisce di vedere la bambina, approfittando in modo subdolo di un vuoto legislativo che vede gli uomini pieni di obblighi ma privi di diritti. E mentre gli amici di sempre (tra i quali un certo Michele, poliziotto... Vi ricorda qualcuno?) cercano di stargli vicino e di aiutarlo come possono, a Luca non resta che lottare con incredulità, sconcerto, dolore, rabbia, incontrandosi con altri uomini nella sua situazione, studiando maniacalmente le leggi, cercando di far pesare il meno possibile a sua figlia questa situazione. -
Il comico
È il 1975 a Glasthule, un villaggio vicino a Dublino. I Bay City Rollers dominano le classifiche discografiche mentre in tv imperversano i telefilm di Starsky e Hutch. Delle bombe che esplodono nell'Irlanda del Nord e della crisi economica arriva solo un'eco molto vaga nella vita di Paddy. Perché lui ha sette anni e, anche se ancora non lo sa, questo è l'anno che cambierà per sempre la storia della sua famiglia: un padre che si guadagna da vivere consegnando il pane, ma coltiva il sogno di fare il comico, perché ha il dono di far divertire la gente; una madre sempre più delusa e distante; i litigi frequenti, la sera, mentre i bambini sono a letto; l'amicizia con una vecchia signora che diventa per loro quasi un angelo custode. E mentre Paddy si trova troppo presto di fronte alla fine dell'infanzia, è la scoperta di suo padre, della sua umanità fatta di coraggio e debolezze, ad aiutarlo a crescere e a insegnargli a ridere della follia del mondo. -
Iesus puer. Testo latino a fronte
Apparso nel 1690, nel clima storico appena successivo alla liberazione di Vienna dall'assedio dei Turchi, il poema ""Iesus Puer"""" del gesuita Tommaso Ceva fu accolto con entusiasmo in Italia come in Europa, dove fu tradotto in tedesco e in francese. Muratori, nel trattato """"Della perfetta poesia italiana"""", lo considerò esemplare per la capacità dell'autore di far vedere le cose per mezzo di vivissime immagini. Ceva costruisce la trama partendo dalla tesi, illustrata dal gesuita portoghese Sebastiào Barradas, secondo cui Gesù, ancora bambino, manifestò agli abitanti di Nazareth la sua divinità; i meccanismi che ne determinano lo sviluppo sono ricavati dai Vangeli apocrifi, dalla letteratura agiografica, nonché dall'opera di Ireneo di Lione contro le eresie. Ma ben più significativa risulta la presenza di modelli rintracciabili negli autori latini (soprattutto, Virgilio, Ovidio, Stazio, Claudiano), neolatini (Battista Mantovano, Sannazaro, Vida, Mascardi) e italiani (come Tasso e Marino). Questa edizione indaga e ricostruisce, nel documentato commento di Felice Milani, la tradizione letteraria che sta alla base del poema. L'autore afferma che il poema, dai personaggi in parte illustri in parte umili che conducono l'azione, assume la natura di comico-eroico. I personaggi umili sono i contadini, le donne, le ragazze e i bambini di Nazareth e di Engaddi: ma dietro di loro noi intravediamo in realtà la gente della campagna milanese."" -
I quaderni dell'ingegnere. Testi e studi gaddiani. Vol. 1
Rinasce, dopo la scomparsa di Dante Isella, il grande filologo e critico che ha rinnovato gli studi gaddiani dagli anni '80 del Novecento in avanti, la prestigiosa rivista gaddiana da lui ideata e diretta dal 2001. Gli allievi e amici del Comitato scientifico hanno voluto conservare inalterata la rigorosa struttura pensata da Dante Isella, che si manifesta con evidenza nel sottotitolo, ""Testi e studi gaddiani"""". La rivista si era posta da subito sulla stessa linea critica delle Opere di Carlo Emilio Gadda dirette da Isella per Garzanti e conta anche all'incirca sulla medesima équipe di collaboratori. Una Presentazione di Isella al primo numero (2001) faceva capire con chiarezza il molto lavoro fatto e ciò che restava da fare: il recupero, il censimento e la conoscenza dei materiali autografi: dai testi creativi e documentari inediti, alle importantissime lettere con amici, editori e ad altre testimonianze; ai sondaggi bibliografici (molto nutriti, essendo cresciuti tantissimo negli ultimi decenni gli studi su Gadda) e alla pubblicazione, come in un album, di immagini gaddiane di varia tipologia (ritratti, fotografie, disegni sull'autore e dell'autore) e presi da varie fonti. Le rubriche fisse della rivista rispondono dunque a queste necessità: Testi; Documenti, Iconografia; Studi; Archivio; Strumenti."" -
Filosofia per dame
Dizionari filosofici ne sono stati scritti tanti, ma di solito trattavano di cose come Dio, la sostanza, la fine di tutte le cose e la libertà. E parlandone spesso in tono oracolare. Qui si tratta invece di dare risposte, e possibilmente pratiche e attuabili, a dei lettori indeterminati, sebbene si supponga che il destinatario sia principalmente femminile. Anche se, come è noto, non si sa mai. I temi, poi, non sono solo quelli più canonicamente metafisici come l'essenza del dono o dell'amore, l'esercizio della memoria e l'addestramento alla pazienza. Comprendono anche i temi - classicissimi ma classicamente reputati non filosofici - del lasciarsi, dello stress, del marito pantofolaio, dei corteggiatori forse molesti, delle vacanze e dei suoceri, così come quelli più moderni o postmoderni delle gaffes sul web o delle complicate amicizie di Facebook. Sino a temi che forse nessun filosofo ha mai trattato, come il modo per gestire le liti di condominio, mettere al posto loro gli impiccioni e superare la paura degli animali schifosi. Esercizio intelligente di filosofia pop, questo libro vuole prima di tutto sfatare un mito, quello secondo cui il filosofo sarebbe colui che pone le domande, e non dà le risposte, perché non le ha o (peggio) le tiene per sé. E poi vuole spiegare come anche l'esponente di una categoria problematica, piena di tipi a dir poco bizzarri, può dire qualcosa di sensato, di utile (e possibilmente non noioso) per tutti. -
Il ragazzo che apriva la fila
Le esperienze affettive più forti e intense, quelle che non si potranno più dimenticare, che si verificano in quel fragile momento di passaggio che è l'adolescenza; quelle che, pur nella sofferenza, sanno comunque condurre un essere umano alle soglie della sua vita adulta. Almudena Grandes ha scelto di raccontare cinque storie che fotografano questo delicato varco: e sono storie di coraggio, di conflitto con l'ambiente circostante, storie d'amore e di educazione sentimentale. Come quella del ragazzo che racconta la sua tragedia sotto la maschera dell'innocente cronaca di una partita di calcio; o le vacanze di Carlos, che si riveleranno invece un passo decisivo nelle sue scelte politiche; o ancora la storia di Maite, che cucina le ricette dei suoi stessi tormenti interiori mentre apparentemente si prende cura del padre invalido. Cinque storie che raccontano di adolescenti, tutti alle prese con eventi che li sovrastano ma che li porteranno a un'inaspettata maturazione. -
Sulla tirannia
Che Fernando Pessoa non fosse solo uno straordinario poeta, ma anche un brillante e originale pensatore lo confermano le migliaia di documenti usciti dal suo ormai mitico baule e dai quali emerge il ritratto di un intellettuale a tutto tondo, capace di frequentare con analogo talento tanto i più diversi generi letterari quanto i più inusuali filoni tematici. Tra questi, nella selva di appunti e progetti rimasti per la maggior parte inediti mentre il poeta era in vita, il filone forse più consistente per l'entità dei materiali e per la continuità dell'ispirazione - è quello di argomento socio-politico, a cui sono riconducibili le prose che compongono questo volume. Sotto il titolo di ""Sulla tirannia"""" si trovano qui riuniti alcuni testi scritti da Pessoa nell'arco di quasi un ventennio, che testimoniano il suo inesausto interesse, soprattutto teorico, per le varie questioni inerenti al """"governo della cosa pubblica"""", messo a fuoco, oltre che dalla prospettiva contingente del polemista (nel saggio intitolato """"Società segrete"""", del 1935), anche da quella più generale di un vero e proprio sociologo della politica (in quello dal titolo """"L'opinione pubblica"""", del 1919). Ne scaturiscono, tra gli innumerevoli spunti di riflessione, pagine di acuta disamina su fenomeni sociali quali le maggioranze e la formazione del consenso, nonché su concetti fondamentali come la democrazia e la libertà."" -
Una vita all'«improvvisa»
All'apertura del sipario appaiono due ampi schermi sui quali sono proiettati un manifesto e una scenografia della commedia dell'arte. Entra in scena Franca. Comincia così la storia della vita di Franca Rame: una vita stracolma di esperienze che suo marito Dario, il figlio Jacopo, gli amici l'avevano ripetutamente invitata a raccontare, senza riuscire a vincere le sue resistenze. Finché un giorno Dario, aprendo il cassetto di un armadio, incappa in una grande busta di appunti. Curioso, di nascosto si fionda nella lettura: storie che raccontano di Franca bambina, della sua straordinaria famiglia di attori del teatro ""all'italiana"""" le cui origini risalgono a cinque secoli fa, della corriera chiamata Balorda con cui si spostavano di piazza in piazza, dell'incontro con Dario, della loro vita e del loro lavoro teatrale comune, del successo di pubblico e della tormentata vicenda in Rai, dell'impegno sociale e politico, con spettacoli di denuncia - dalla corruzione alla mafia, dal golpe cileno alla morte di Pinelli -, delle battaglie e delle censure, dello stupro subito, fino all'impegno come senatrice. """"Adesso provaci un po' a raccontarmi che non ce la fai a scrivere le tue storie! Queste cosa sono?!"""" le dice Dario sbattendo sul tavolo il malloppo. Discutono, litigano con accanimento, poi Franca sbotta: """"E va bene, ci sto! Mi impegno a farne uno scritto da teatro... perfino un libro se vuoi! Però pretendo che tu mi dia una mano"""" Dario fa una risata e come un fulmine si mette a lavorare."" -
L'amore e lo sghignazzo
Eretici, giullari, provocatori e trasgressori, ma anche sante e angeli: sono i personaggi che popolano i racconti di Dario Fo, voci fuori del coro che compongono le vicende di una storia ""alternativa"""". Eretica sarà dichiarata Mainfreda, della famiglia dei Visconti di Milano, colei che nel tredicesimo secolo raccolse l'eredità di una donna e di un angelo gigantesco, capaci da soli di difendere l'abbazia di Chiaravalle dal saccheggio furioso dei mercenari lanzichenecchi. Non eretica, ma pur sempre trasgressiva nel nome dell'amore, è Eloisa, quando ormai invecchiata racconta il suo incontro con il famoso Abelardo, la loro folle e irresponsabile passione, la terribile punizione che a lui toccherà in sorte. Trasgressori e provocatori furono senz'altro gli autori comici dell'antica Grecia, da Aristofane a Luciano di Samotracia. Ed è dunque sui loro testi, non su quelli della storia ufficiale che Fo cerca la verità della civiltà classica a cui altrimenti non si potrebbe accedere: parole di un teatro lontano, ma che parla di tirannia e di falsa democrazia, della loro mistificazione."" -
La sparizione
Natalia ha diciassette anni, studia al liceo, è una ragazza graziosa, con una vita normale. Ma il dolore bussa alla sua porta: il padre, un medico di Lugano, muore d'infarto e lei, per affrontare il lutto, si rifugia con la madre nella loro casa di Corvesco, tra le montagne del Canton Ticino. E lì un delitto sconvolge il suo già difficile equilibrio. Natalia, di colpo, smette di parlare. I suoi ricordi sono confusi, forse ha visto qualcosa, ma non riesce a esprimersi: lo shock le ha chiuso la bocca. Suo padre ha lasciato in giro delle carte che nascondono un mistero inquietante, e nel paese cresce la tensione. Natalia ha paura, non sa più di chi fidarsi, fugge. Ma poi fa uno strano incontro. Il caso vuole che a Corvesco abiti anche Elia Contini, il protagonista dei precedenti romanzi di Andrea Fazioli. Il fatto che abbia smesso di fare il poliziotto privato e si arrabatti in un giornale di provincia non toglie nulla alla sua curiosità e alla sua vocazione a tuffarsi nei guai. Così, suo malgrado, Contini si trova alle prese con un nuovo enigma: cosa faceva Natalia nel bosco, da chi si sentiva minacciata? Attorno all'ex detective e alla ragazza che tace si muovono personaggi soltanto in apparenza irreprensibili: poliziotti, medici, avvocati. È nella geografia circoscritta del Canton Ticino che si succedono i colpi di scena di una storia il cui sottile filo d'ironia non cancella i risvolti drammatici. -
Latitudine dei sogni. Testo spagnolo a fronte
In questa raccolta di poesie, Carmen Yáñez sembra attraversare in un solo movimento l'ampio atlante che comprende la sua vita, dal Sud America all'Europa, senza mai staccarsi dai tenaci ricordi che la seguono. Forse non ricorre a caso l'immagine della lumaca, animale antico che si porta addosso la sua casa e la sua storia, tutto quello che ha, e al suo passaggio depone ""la scia della traversata, schiuma brillante della fuga"""". Ma i ricordi, in queste liriche meditative, sospese in un'atmosfera quasi trasognata (""""acque profonde, in cui si moltiplicano gli arcani""""), sembrano proiettare ombre discrete, finalmente pacificate, che si allontanano dai demoni consueti - la dittatura, l'esilio - di questa poetessa capace di rara fermezza morale come di inconsuete vibrazioni d'amore. Così nascono versi che sarebbero piaciuti a García Lorca: """"Era piena la luna quando tacque il suo amante? In quale pantano conficcò la spada?"""", sinopie che si aprono al colore, con un suggestivo rigore formale: """"Davanti a questo mare acceso di malve"""". Su tutto, un'attenzione paziente alle cose, ai gesti, ai sentimenti quotidiani (""""le onde piccole della pena""""), che sono il segno di una riconciliazione con la vita, scrutata in una perplessa lontananza."" -
Il mio nome è Jamaica
Tel Aviv, autunno 2006. A un congresso di storici dell'ebraismo Dana incontra l'amico e collega Santiago, che non vedeva da un paio d'anni. L'uomo è trasandato e particolarmente inquieto: del resto è comprensibile, considerata la sua tragica situazione familiare. Dopo la morte della moglie, infatti, Tiago ha perso anche il figlio ventenne in un incidente d'auto. Qualche giorno dopo il loro incontro, Santiago annuncia la decisione di partire per la città santa di Safed e la sera tardi Dana riceve una telefonata da un posto di frontiera israeliano. L'uomo ha superato senza autorizzazione i controlli, è nei guai e dà di matto. Le sue condizioni sono davvero preoccupanti: è convinto di essere un ebreo, esige di essere chiamato Jamaica, inveisce contro tutto e tutti. Dana riesce a portarlo via e i due vanno insieme a Parigi, dove si ritrovano coinvolti nella rivolta delle banlieues, con Tiago che non accenna a smettere di farneticare. Ma le frasi che lui ripete ricordano qualcosa a Dana, una vecchia cronaca del Seicento nella quale il figlio di uno spagnolo e di una inca racconta la propria vita, lui che si finge cristiano vejo ma in realtà è ebreo. E allora alla donna viene da chiedersi quanta follia ci sia davvero in Tiago... -
Buio d'amore
Ha tanti aspetti l'amore in questa raccolta di racconti dal titolo esplicativo che evoca il buio, il buio come mistero insondabile, come vuoto di certezze dove la ragione si smarrisce e rimane solo la forza inesplicabile della passione. L'amore è ricerca e perdita, tormento ed estasi, gelosia e confusione, ma soprattutto paura. Paura di non farcela, di non essere amati, di essere lasciati, di non capire e non essere capiti, di non saper scegliere... Come nel racconto intitolato ""Valentina"""": una ragazza bella e disinvolta non sa decidersi tra un grande amore del passato e il suo rapporto del presente, fino alla sorprendente, bizzarra, soluzione finale. O ancora in """"Ci amavamo"""", nel quale una promessa d'amore porta la protagonista, dopo la morte del suo amore clandestino, a seminare sconcerto e dolore tra chi ha conosciuto l'uomo per onorare una promessa che gli aveva fatto. Ma l'amore è anche la saggezza centenaria della brillante nonnina del protagonista di """"Una"""", che sa che il nipote """"prende fuoco come un fiammifero e dopo una settimana corre già dietro a un'altra topina"""" e che legge nelle carte il complicato intreccio di relazioni fallimentari del ragazzo. Un """"diario intimo"""" provocante e originale, che esplora tutte le sfaccettature dell'essere in due, dell'amarsi e del perdersi."" -
L' amore, un'estate
È un'estate sul finire degli anni Cinquanta a Rathmoye, cittadina nella campagna irlandese, e tutto scorre come sempre, tra la fiera del bestiame e qualche acquisto sulla via principale. Ma basta poco per spezzare l'equilibrio. La presenza in paese di un giovane sconosciuto che si aggira in bicicletta con la macchina fotografica al collo genera sospetti e chiacchiere. Il suo nome è Florian Kilderry ed è giunto a Rathmoye per vendere la vecchia villa di famiglia. Un'attempata signorina decide di tenerlo d'occhio, ed è proprio lei che, da poche parole innocenti scambiate per strada sotto gli occhi di tutti, intuisce il fiorire di un sentimento tra il misterioso Florian e Ellie. Ellie è sposata da qualche anno con Dillahan, un agricoltore che vive tormentato dal dolore per una tragedia che l'ha colpito in passato e che si dedica solo al suo lavoro per attutire lo strazio. Il silenzio assordante della vita solitaria che conduce, la nostalgia di un amore vero mai sperimentato, la monotonia della quotidianità accendono nell'animo innocente di Ellie una scintilla di passione verso Florian. E l'estate acquista nuovi, pericolosi colori.