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Da Roberto Grossatesta a Jonathan Barnes. Dialoghi a distanza sulla teoria della dimostrazione in Aristotele
Quando nel XIII secolo gli Analitici secondi di Aristotele divennero noti nella cultura universitaria di lingua latina, i commentatori si trovarono ad affrontarne tutte le sfide: cioè a chiarire cosa è la scientia, la forma più alta e certa di sapere, come essa si esprima nella forma più perfetta di sillogismo, la dimostrazione, e ad esaminare tutte le sue complesse esigenze logiche e metodologiche. Le riflessioni di Roberto Grossatesta, Simone di Faversham, Egidio Romano nel XIII secolo, e di Giovanni Buridano nel XIV presentano però anche un sorprendente gioco di assonanze (e divergenze) con interpretazioni contemporanee del pensiero aristotelico. In questo libro Mario Mignucci, Richard McKirahan, Michael Ferejohn, Jonathan Barnes e altri studiosi incrociano con le loro considerazioni i percorsi degli autori medievali: si dispiega così davanti a noi una polifonia di voci in dialogo, sebbene a distanza di secoli, sui caratteri dei nessi predicativi tipici delle premesse del sillogismo dimostrativo. -
Franco Borsi. Architetto, storico dell’architettura, docente e promotore di eventi culturali. Atti della giornata di studi (Pistoia, 6 ottobre 2018)
La giornata di studio ""Franco Borsi. Architetto, storico dell’architettura, docente e promotore di eventi culturali"""" è stata organizzata dal Cedacot in collaborazione con la Provincia di Pistoia e con l’ordine degli Architetti pianificatori paesaggisti e conservatori di Pistoia. Testi di Cristina Acidini, Cosimo Ceccuti, Mauro Cozzi, Alessandro Gambuti, Ezio Godoli, Francesco Gurrieri, Claudia Lamberti, Cristiana Torti, Corinna Vasic’ Vatovec. Bibliografia di Maria Cristina Buscioni."" -
I sogni del signor K. e altre storie
«... si va a ritroso per ritrovare il tempo che non è più ma che sopravvive inconsapevolmente nella memoria e che ora si va facendo via via più nitido. Le immagini sono quelle del passato e i più lontani protagonisti della vita, personaggi che sembravano dimenticati, si animano di nuova vita, come se risuscitassero e sfilassero dinnanzi a noi come in un vecchio album di fotografie. Il presente allora è messo tra parentesi, quasi dimenticato, come una bolla di sapone che galleggia pigra e isolata nell'aria.» «Le nuvole corrono veloci nel cielo di Gerusalemme: passano da ovest a est e richiamano un lontanissimo, immaginario passato e un futuro che rapido giunge, portatore di angosce sconosciute e di altre dense nuvole scure, di passioni inconfessate, di speranze e di tragedie. Domani altre nuvole, bianche candide, grigie e scure, apportatrici di tiepide piogge o di violenti temporali, corrono veloci nel vasto cielo; altri sogni confusi, sbiaditi e torbidi come tutti i sogni.» «La vita è uno strano tessuto dai colori più impensati: gli accostamenti di colore non seguono regole precise, ogni popolo ama accostamenti diversi, ogni uomo ama i colori più disparati. La vita può accostare colori che fino ad allora sembravano nemici dichiarati, ma dopo improvvisi cammini in nuove strade, diventano pieni di armonia e dolcezza. Ci sono logiche che sul momento ci sfuggono, ma quando chiudiamo gli occhi e ci lasciamo trasportare dalle nuvole che corrono, all'improvviso si coglie il senso della strada percorsa anche se in apparenza assurda o quanto meno tortuosa.» -
Tirami fuori da qui
È il momento che precede l’alba, l’ora in cui la luce inizia a spandersi silenziosa come nebbia.rnDavanti a me, a qualche centinaio di metri, il campanile scalcinato di una chiesa. Giù in strada i lampioni perdono forza a contrasto col giorno imminente, ed ecco che dapprima lo avverto, corrosivo, annichilirmi i sensi, ma non capisco; che cosa succede? Che cos’è che mi chiama? E d’un tratto lo vedo, muoversi tra le macchine parcheggiate, con lo sguardo maledetto rivolto verso l’alto, puntato su di me come chiodo nella Croce. -
Pisa 1937.XV. Correva l'anno...
La scelta di raccontare un tempo tanto diverso dai nostri giorni è motivata dalla curiosità – che l’autore ha coltivato da tempo – di conoscere più da vicino come fossero la città, l’Italia e il mondo in un anno che fu quello della sua nascita. Non è il racconto di vicende personali o familiari ma il tentativo di “decifrare” quei giorni e cercare di scoprire qualcosa di più della politica, del costume, dei fatti, degli umori di quel tempo che fu così particolare nella storia d’Italia. L’autore è andato a frugare nella memoria dell’ormai esigua pattuglia dei superstiti, ha consultato documenti, libri, riviste, quotidiani fino a realizzare un mosaico dei 365 giorni che formarono il 1937. Che era anche il XV di quella che fu definita «Era fascista». Una ricerca che ci offre, oltre ai fatti della cronaca, anche il clima degli anni Trenta che, da soli, rappresentano un’intera epoca. -
Conversando di storia. Per i cinquecento anni della Chiesa toscana di Pescia
Questo è un libro dei “perché”, ma dei perché con l’interrogativo, come domande di curiosità, e non certo materiale per fare un libro di storia. -
Bombardano Pisa! Cronache dal diario di Gradaletto Fagi. Testo vernacolare
“Il 31 agosto 1943 era una di quelle sfolgoranti giornate estive in cui colori e luci sembrano celebrare il trionfo della vita. La piacevole brezza mattutina aveva ormai ceduto alla calura invitante ai torpori pomeridiani. Pisa con le sue antiche memorie intatte giaceva illuminata dal sole lungo le sponde del suo fiume quando l’incanto della natura fu brutalmente violato dalla protervia degli uomini.” -
La Città degli esclusi
Nel corso della sua lunga storia, la città come luogo di scambi ha rappresentato una forma di vita associata, basata sulla promessa di inclusione, integrazione ed emancipazione. Al contrario, con la globalizzazione, che tende a fare del mondo un unico mercato competitivo, la città è diventata il luogo in cui si consuma e si esalta l'esclusione come forma prevalente di socializzazione. In conseguenza di ciò, la città globale appare reclusa nel suo presente, del tutto sprovvista delle risorse che le sarebbero necessarie per affrontare l'avvenire che in ogni caso le viene incontro. L'immaginario dell'esclusione che la domina sfocia in una forma di miopia autodistruttiva, che il libro si propone di denunciare e, nei limiti del possibile, contrastare. -
Il leone con gli occhiali. Ediz. a colori
Il leone con gli occhiali è un racconto illustrato incentrato sui valori della gratitudine e dell'ottimismo. Piccola metafora sulla diversità per bambini che si trovano a dover portare gli occhiali, questa storia vuole contribuire con leggerezza e allegria a fare vedere apparenti debolezze come tratti di forza e originalità. Il protagonista è per l'appunto un simpatico leone, scelto dai direttori di un circo per far parte del loro spettacolo. Un giorno, però, durante un'esibizione, il leone ha un piccolo incidente e l'indomani un altro. Così, si inizia a sospettare che non veda più bene e viene portato da un oculista, uscendone con un bel paio di occhiali! Ritornato abilissimo nelle sue evoluzioni, il leone — anche grazie ai suoi ""occhi nuovi"""" — diventa una vera celebrità. Si ritrova, così, a fare un numero in coppia con una leonessa, innamorandosene subito, pur temendo di non piacerle per via dei suoi occhiali, ma lei lo sorprenderà... come sorprenderà anche noi lettori. Età di lettura: da 4 anni."" -
Lo schermo e l'acquario. Scienza, finzione e immersività nel cinema degli abissi
In che modo gli acquari ci parlano del cinema come macchina di visione? È possibile che queste miniature della vita acquatica ci rivelino la natura delle immagini in movimento? Lo schermo e l’acquario si interroga sulla sfida estetica che il mare ha da sempre lanciato alla settima arte: molti film hanno infatti esplorato uno dei più misteriosi territori del pianeta facendoci sprofondare in una dimensione onirica e spiazzante, un’esperienza lontana dalle abituali sensazioni provate in superficie. Per fare questo, l’acquario ha funzionato da costante modello di riferimento. Con un percorso attraverso l’archeologia dei media, ricco di documenti originali, il libro riflette sull’esperienza cinematografica a partire dall’universo subacqueo e mostra come due mondi apparentemente lontani si siano più volte sovrapposti generando incontri inattesi. Coi suoi cristalli trasparenti l’acquario ha funzionato per il cinema come una perfetta metafora dei limiti della visione. -
Il Novecento e il prisma della modernità. Contributi sull’eredità inevasa del moderno
"Precisazione, complicazione, ibridazione, completamento, revisione, ecc. – del quadro pratico-teorico ereditato della modernità – sono altrettanti modi con cui buona parte del Novecento ha cercato di non recidere una connessione di pensiero che l’evento storico andava viceversa esaurendo (nel duplice e antitetico senso di una sua dissoluzione non meno che di un suo tentato compimento). La situazione attuale pare allora quella di uno stallo per cui tale nesso di pensiero non si presta a essere dissolto né, in prima battuta almeno, a essere compiuto. La paradossalità del frangente è tale che ci è sembrato doveroso tornare a riflettere su una simile connessione, a complicare e a transitare daccapo lo spazio logico delle sue possibili risoluzioni."""" (dall’Introduzione)" -
Pan all'ombra dei flauti
È possibile un mondo migliore? Quale umanità è uscita dagli ultimi, ""lunghissimi"""", cento anni di storia? Quale rapporto tra l'uomo e la natura? Sono proprio questi, gli interrogativi che muovono la narrazione per immagini del libro di Mauro da Caprile. L'autore ce ne suggerisce una possibile soluzione attraverso un percorso, in parte storico ed in parte simbolico, sviluppato come un """"graphic novel"""". L'ultimo secolo di avvenimenti costituisce l'orizzonte temporale, in buona parte anche autobiografico, scelto da Mauro per la sua riflessione per immagini. Ne vengono ripercorsi molti momenti e snodi significativi: le due guerre mondiali, i totalitarismi – in primis il Fascismo – la ricostruzione ed il cosiddetto """"boom economico"""" del secondo dopo guerra italiano, la """"cortina di ferro"""" ed il mondo diviso tra le due superpotenze USA e URSS, la globalizzazione economica e culturale, le devastazioni ambientali, i nuovi mezzi di comunicazione di massa, la digitalizzazione. Si tratta di un percorso visivo e didascalico coinvolgente, di un'avventura nel tempo e nello spazio, al confine tra sogno e realtà. Evocazioni mitologiche, scenografiche storiche e di fantasia, costituiscono il linguaggio di Mauro da Caprile. La luce, l'armonia cromatica ed il ritmo, rendono visionaria e fantastica la narrazione. Per compiere questo viaggio, all'interno del quale si compenetrano e si mischiano le esperienze, le emozioni del vissuto e del mondo interiore dell'autore, con i fatti storici e sociali, Mauro ha scelto due protagonisti simbolici; due motori della narrazione: il dio Pan della mitologia classica e Peter Pan, il personaggio nato dalla penna del romanziere scozzese James Barrie. Pan o Fauno è un'ancora gettata verso la classicità, riferimento sempre presente nella nostra cultura di italiani; una spinta a cercare l'equilibrio, la rassicurante evidenza delle nostre radici."" -
Poetry Vicenza. Festival di poesia contemporanea e musica 2020
La sesta edizione del festival ""Poetry Vicenza"""", nel 2020, ospita le letture di 23 poeti da varie parti d'Italia e d'Europa, un collegamento speciale dalla Cina, cinque mostre d'arte legate alla poesia, eventi su grandi protagonisti del mondo poetico del Novecento, una esclusiva finestra sulla poesia italiana contemporanea (in collaborazione con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati di Ca' Foscari, Venezia), incontri per i giovani di cinque istituti superiori della città, e letture in palazzi istituzionali, gallerie d'arte e spazi culturali. Gli artisti coinvolti sono: Bruno Ceccobelli, Vanni Cantà, Giusto Pilan, Maurizio Gabbana, Giorgio Borroni, e Marina Marcolin. Anche quest'anno la musica è co-protagonista, non solo grazie a musicisti professionisti ma anche grazie a numerosi poeti che sapranno valicare il confine tra la poesia e la musica, trasformandosi in speciali interpreti e performer della parola."" -
Analytica
Esempi originali dell'intreccio delle sottili trame che legano la pratica strumentale alla ricerca, alla didattica, all'approfondimento storicocritico, i temi proposti indagano, con approcci diversi e differenti metodologie di analisi, anche sperimentali, composizioni significative di musicisti attivi tra Ottocento e Novecento. Luca Brignole e Daniele Nava nel rilevare, nei compositori esaminati, numerosi riferimenti alla tradizione musicale, portano alla luce rapporti creativi tra passato e presente, seppur nel gioco continuo di vicinanza e lontananza dai modelli. Rinaldo Nani ricorre a nuove metodologie di analisi matematica, selezionate tra i moltissimi approcci della recente specifica letteratura, che consentono di rilevare elementi strutturali o schemi ricorrenti nascosti nella tessitura musicale di alcune opere di Felix Mendelssohn. Tale indagine evidenzia la coesistenza della perfezione formale con la tecnica brillante propria del pianista-virtuoso e il geniale connubio tra creatività e uso degli stilemi. -
Poesia e ripetizione lessicale. D'Annunzio, Pascoli, primo Novecento
La ripetizione di parole, come del resto la ripetizione tout-court, è senza dubbio uno degli aspetti più caratteristici del linguaggio poetico. Questo studio ne esamina le realizzazioni in un periodo decisivo per la formazione della lingua della poesia italiana moderna: quello che va dalla duplice, fondativa esperienza di D'Annunzio e Pascoli, ai poeti che, nel primo quindicennio del Novecento, si confronteranno con la loro lezione, per continuarla o più spesso per avversarla. Condotto con gli strumenti dell'analisi stilistica, lo studio non solo offre una descrizione esauriente e comparativa dei sistemi iterativi di questi autori, ma, soprattutto, ne indaga il funzionamento, cercando di capire a quali effetti espressivi i fenomeni di ripetizione sono di volta in volta adibiti, e a quali ragioni profonde di poetica obbedisce il loro impiego. Allo stesso tempo, in una prospettiva storica, la ripetizione è indagata alla luce degli importanti mutamenti che interessano la lingua poetica italiana al cambio di secolo, come la liberazione metrica e l'evoluzione della sintassi in direzione tendenzialmente paratattica. -
Giovanni Gaetano Rossi. Compositore e direttore d'orchestra dell'Ottocento
Giovanni Gaetano Rossi (1828-1886), compositore, direttore d'orchestra presso il Regio Teatro, stimato didatta e direttore della Regia Scuola di Musica, è stato un importante protagonista della vita musicale di Parma. La storica edizione di Aida al Regio — seconda in Italia dopo la Scala — realizzata nel 1872 sotto l'attenta supervisione di Giuseppe Verdi, suggellerà il successo personale di Rossi e la progressiva sua notorietà. Il Municipio di Genova lo chiamerà come direttore d'orchestra al Carlo Felice in sostituzione di Angelo Mariani. Operista minore ma attento agli stimoli della nascente musica strumentale, vince a pari merito con Antonio Bazzini il primo Concorso istituito dalla Società del Quartetto di Milano per la composizione di una Ouverture. Borgo San Donnino (l'odierna Fidenza), città natale di Rossi, ospitò la prima dell'opera di maggior successo, La contessa d'Altenberg (scenografo l'illustre concittadino Girolamo Magnani). -
Tradizione e innovazione. Atti del Convegno per il 35° anniversario della fondazione della R.L. Enrico Fermi n°1046 all'Oriente di Pisa (Pisa, 2 Marzo 2020)
Un filosofo, una psichiatra e un fisico a dialogare di tradizione e innovazione. È quanto ha proposto, per festeggiare i suoi primi 35 anni, la Loggia ""Enrico Fermi"""" appartenente alla Massoneria Universale del Grande Oriente d'Italia. All'appuntamento di Lunedì 2 marzo 2020 nell'Hotel Galilei a Pisa si sono confrontati il filosofo Pierluigi Barrotta, la psichiatra Liliana Dell'Osso e il fisico Franco Cervelli, tutti e tre dell'Università di Pisa. Ha aperto i lavori il presidente del Collegio Circoscrizionale della Toscana Luigi Vispi, mentre le conclusioni sono state affidate al Gran Maestro del GOI, Stefano Bisi."" -
Quaderni stefaniani. Studi di storia, economia e istituzioni. Vol. 39
Studi di storia, economia e istituzioni. -
L'espressione delle emozioni
Le emozioni si contagiano? In che cosa consistono? Sono atti della vita psichica o mere reazioni fisiologiche accompagnate da un corteo di espressioni che finiscono per esserne l'unica sostanza? A queste domande – ancora attuali – il grande psicologo francese Georges Dumas dedicò gran parte della sua ricerca. In questo volume vengono riproposti – tradotti dal francese – alcuni dei suoi saggi più significativi sulla questione con lo scopo di dare un contributo storico al dibattito scientifico attuale. -
Roberto Berrugi. Iterum. Una seconda volta. Catalogo della mostra (Pisa, 16 ottobre-6 novembre 2020). Ediz. illustrata
Sono oltre cinquanta le opere esposte, realizzate dal 2012 ad oggi, all'interno della mostra ""ITERUM – Una seconda volta"""", e descrivono in un percorso creativo disseminato di forme futuristiche e innovative, il mondo che Berrugi disegna, grazie alla sua capacità di dialogare col metallo, scaldandolo e modellandolo con armonia e saldando fra loro il pesante e desueto materiale di vecchi e inutilizzabili componenti automobilistici. All'interno del catalogo una selezione di opere racconta l'universo-Berrugi, analizzato attentamente dal curatore Alessandro Schiavetti e con un testo di approfondimento dell'archeologa Chiara Tarantino. La mostra raccontata nel catalogo, si articola in un percorso suggestivo che trasforma, pezzo dopo pezzo, l'ideale di staticità e il concetto di obsoleto in un verace e mai banale sistema di nuove fusioni e forme, leggiadro e a tratti ironico. Le forme definite e originali degli automi mitologici messi in parallelo con i personaggi dell'antichità, e delle altre sculture fuoriescono come da una stratigrafia archeologica futura; sfociano in una sinuosa ed erotica installazione di astratti realizzati con vecchi radiatori che in maniera raffinata, raccontano come piegati dal vento, nuvole increspate di un cielo in tempesta e vele rapide e alte di una futura epopea metallica. L'installazione degli astratti, apre le porte alle opere dedicate alla mitologia, motore portante della mostra, dove Berrugi, identificato come metaforicamente come Efesto nel mentre produce le armi per gli eroi dell'antichità, racconta di automi e robot ispirati alle grandi figure del passato mitologico, come Ettore, Achille, Pelope ed Enomao, o come i tre Kouroi acefali. Il tutto passando poi per l'incredibile ventaglio del mondo dedicato al suono e alla musica con futuristici strumenti musicali dalle linee iperrealiste, a tratti incredibilmente pop, in un continuo divenire nel fondersi di originalità e di bello estetico. Un maestro della metal-art che riesce a rendere leggero il pesante e che porta avanti con serietà il concetto del riutilizzo artistico dei materiali di scarto, con particolare attenzione al contenimento dello spreco e all'ambiente.""