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Fede e superstizione nella Calabria post-tridentina. Fonti archivistiche e a stampa
La ricerca analizza le procedure adottate a difesa della fides catholica nella Calabria post-tridentina. La prima parte del lavoro propone una disamina del problema attraverso lo studio dei concili provinciali e dei sinodi diocesani celebrati tra il 1564 e il 1597, demandati a dettare norme particolari a corredo delle norme universali in tema di contrasto all'eresia e ai comportamenti assimilati. La seconda parte del lavoro raccoglie una silloge di scritti inediti. Si tratta di trascrizioni di brani, estratti dalle fonti consultate, ritenuti particolarmente significativi. -
Volando con Pindaro. Sogno... volevo volare sui colori dell'arcobaleno, ma Icaro mi ha rubato le ali
«L'intraprendenza, passione, lo stretto legame dei giovani con l'elettronica d'oggi: computer, telefonini, pone in disagio gli attori di un mondo più antico, romanticamente ""vecchio"""". Retrocedo a scolaro per cimentarmi con le nuove lettere dell'alfabeto moderno. Mi trovo perplesso di fronte ad una lavagna a me ignota, luminosa, munita di tasti, frecce, che registra whatsapp , voci, messaggi. Ti avvia ad un mare, ove, nocchiero, puoi navigare. Lo dicono """"internet"""". Offre gli approdi negli angoli più remoti del globo. Mi impegno a capire, analfabeta moderno, per imparare almeno a firmare! """"Suonato"""", come pugile seduto nell'angolo, mi rialzo, pronto a sprigionare ogni mia forza acquisita, concentrata su fogli sbiaditi dal tempo: appunti di storia, filosofia, fisica, storia dell'arte, le più recenti nozioni di anatomia, del Taoismo cinese: ricordi consumati negli stanzoni di un classicismo scolastico, universitario, autonomo, echi di voci auliche di docenti autorevoli, passati alla storia. Quanta polvere negli anfratti di un cervello invecchiato! Svolazzando come farfalla, mi poso su ognuno, commosso, li leggo, li esprimo su fogli più bianchi in toni, considerazioni, ironia dell'uomo nella tarda maturità, li offro alla critica, al giudizio degli altri. Nel risveglio di un sogno esprimo il mio futuro, la mia ricchezza, la mia applicazione. In fondo, danzando sul ring, restituisco i colpi nel mio linguaggio usuale.» (Dall'Introduzione)"" -
Gerusalemme o morte. Un #MeToo di mille anni fa
Federico I Hohenstaufen, detto il Barbarossa, è un sovrano illuminato, più moderno che mai, che sogna l'Europa unita, il disegno non riuscito di Carlo Magno. Cerca in ogni modo la convivenza civile senza ricorrere alla spada. Sue le leggi che proteggono le donne e gli ebrei. L'11 maggio 1189 Federico I lascia la città imperiale di Ratisbona (odierna Regensburg) diretto a Gerusalemme per la ""crociata dei tre re"""", cui partecipano anche le corone di Francia e Inghilterra. Il suo poderoso esercito naviga sul Danubio. Poi i Dardanelli e l'ostile Turchia, infine il fiume Salef con la svolta del 10 giugno 1190. Il romanzo è dominato dalla figura dell'imperatore, ma hanno un ruolo importante anche il figlio Federico, coraggioso e impetuoso, due giovani donne poliglotte, la gitana Runa e l'ebrea Ruth, che diventano abili spie e spezzano cuori, e lo scudiero Sabellicus, sordomuto ma più perspicace di chiunque altro. Cruciale è anche il ruolo del fedelissimo tesoriere-scrivano Sigiboto, che gestisce un serpentone di uomini e cavalli."" -
Centone romantico
«Il titolo di questo volume è stato suggerito dal convincimento che la poesia vera - l'osservazione, tuttavia, vale per qualsiasi altra manifestazione d'arte -scaturisce da impulsi interiori, da stati emozionali (amore, gioia, simpatia, paura, patimento, odio o altro), che sono peculiari dell'essere. Se non fosse così, la creatura umana - complessa, libera, dotata d'intelligenza, sentimento, discernimento -, priva delle sue specificità, non apparterrebbe alla specie esclusiva cui Dio, creandola ""a sua immagine e somiglianza"""", l'ha destinata. Chi non crede può non condividere tale asserzione, ritenendo, probabilmente, l'unicità dell'uomo null'altro che frutto di processi selettivi di ordine naturale.»"" -
Ci accomunavamo le reti e le stelle. Pensieri e parole di una comunità scolastica nel tempo del distanziamento sociale
In questo corposo libro raccontano tutti, tutti i protagonisti di una comunità scolastica che all'improvviso perde ogni riferimento topologico concreto, viene sfrattata dall'abituale impianto organizzativo liquefacendosi in un nuovo assetto esistenziale che è quello del mondo virtuale. Raccontano il dirigente scolastico, raccontano i docenti, raccontano gli studenti dei corsi mattutini e dei corsi serali, raccontano gli educatori, raccontano gli amministrativi, raccontano i genitori. Tutti. E tutti raccontano con parole concernenti la scuola, - Parole di scuola, come direbbe la preside-scrittrice M.P. Veladiano - quelle parole costitutive e irrinunciabili che definiscono ogni comunità scolastica. -
Un' etica minima per un pianeta in via di estinzione
L'etica, a maggior ragione quella minima, che qui si reclama e si propone dipende dalla 'buona volontà' di voler condividere alcuni valori (per esempio i diritti dell'uomo), ma anche principi, regole, norme, convenzioni che potrebbero risultare, se universalmente riconosciuti, una cifra valoriale per assicurare un avvenire alle generazioni future e all'eco-sistema terra nel suo insieme. Quel che si cerca, non è un consenso ampio, un'etica in generale, (ne sono state formulate tante nella storia del pensiero occidentale). L'etica minima, che qui si propone, invece, è una cifra che, se riconosciuta e condivisa globalmente, vuole corrispondere alla necessità di poter garantire la sopravvivenza della vita sul pianeta terra e la sopravvivenza dell'eco-sistema terra nelle sue tante differenziazioni specificità e diversità, non da ultimo, e nella sua amplissima complessità, in generale. L'etica, come sempre pensata, è, come si sottolineava, un orientamento a valori, principi, regole, convenzioni, per un con-vivere comune, pacifico dei popoli, nelle co-partecipazioni e collaborazioni internazionali, possibilmente ragionate, in senso razionale ma anche e soprattutto in senso morale. Razionalità e moralità sono vie non parallele di quest'etica universale minima dell'unione/comunione della fratellanza del governo dei popoli, ma due istanze unite o urgentemente da unire, inscindibili e ineludibili, per il bene della casa comune: la terra. L'etica, come si faceva rilevare, non ha un fondamento universalmente condivisibile, anzi è priva di ogni fondamento e lascia ognuno alla sua libertà di scelta e di argomentazione, alla possibilità di decidere, di seguire o no, determinate norme, abbracciare o rifiutare determinati principi e regole. L'etica richiama però anche alle conseguenze delle proprie decisioni e del proprio agire. Libertà di scelta non può significare fai 'quello che vuoi' né potrà mai giustificare i danni che crei e che potresti creare all'altro e all'ambiente con il tuo voluto o non voluto sconsiderato, egoistico, squilibrato e in ultima analisi, irragionevole e immorale comportamento. -
Come fiore nel deserto. Viaggio tra cinema e poesia
La raccolta poetica: Come Fiore del Deserto è il dialogo tra più linguaggi creativi, tra poesia e cinema, in chiave antropologico-esistenziale per provare a svelare ed “accogliere verità sconosciute” (O. Ciapini). Un viaggio tra i significati “manifesti” e “latenti” (O.C.) di opere filmiche che si traduce in suggestioni poetiche all’interno di un percorso corale di trasformazione in senso creativo. È un progetto che è “mèta e nuova partenza” (S. Vivona) in un viaggio di crescita personale che vede la scrittura come approdo sicuro nel mare in tempesta. Lo sguardo poetico si rivolge alla complessità del vivere, cercando le parole per decifrare “un mondo ostaggio di se stesso/vestito di vecchie/usate/ paure” (S.V.), spaziando dalla ricerca identitaria all’incontro ed alle relazioni, tra gioie e dolori, attese, illusioni e speranze, alla ricerca della Bellezza da costruire con le proprie mani e da proteggere come un “Fiore del Deserto/fragile e coraggioso” (S.V.) che cresce in condizioni difficili ma che, quando sboccia, è di rara bellezza. Prefazione di Ombretta Ciapini. -
Racconti brevi e sciolti
"Cos'è lo scrivere se non un istinto di sopravvivenza, un patto con se stessi, col mistero di ognuno di noi, che viene disvelato quando non si è già più, quando si è già ombra o semmai ricordo, per qualcuno, che è stato testimone della nostra quotidianità. Questo vale per gli scrittori più o meno famosi. Non è il mio caso. Non sono uno scrittore, né più né meno, famoso. Sono una persona, che scrive o meglio che pensa storie mentre fa spesa, cucina, intorno ad altri, che vivono le loro vite.""""" -
Degli stupori ancora
"Qualora mi si chiedesse di segnalare poli di rinnovabile energia semantica sull'asse di questo testo di Alfonso Cardamone, indicherei il mare e la notte. Il mare vi è, infatti, il luogo dell'incontro dell'essere e del divenire, specchio del moto concorde e mediterraneo del pensiero di Parmenide e di quello di Eraclito, officina del fare e disfare di cui si coglie il suono laborioso; nella sua ininterrotta mutevolezza che coincide con un consistere perennemente rime-morante, voce mai silente di richiamo all'origine, il mare riflette la condizione elettiva e la natura della poesia. La notte, di suo, vi sta così che attrae e sgomenta: è con Campana l'inganno delle varie immagini nel mostrarsi del caos, affatturati da un'avventura in cui si entra senza paracadute, ma è pure lo spazio della apparizione della cometa, la lampeggiante eco di un altrove, la traccia lunare di una civiltà antica e nuovissima redenta da logiche di dominio, la promessa sull'onda di sogni-aurighi di un viaggio che ristora, di una svolta possibile, sperata. Anche la notte, siffattamente, abbraccia un talento e il poter essere della poesia.""""" -
La difesa del synoro tra Kalabria e Loukania
Attraverso una ricostruzione innovativa e sostanzialmente linguistica il saggio analizza la struttura complessa di un limes bizantino: il cosiddetto Synoro, un istmo che mette in connessione le sponde tirrenico-ioniche. L'autore, per descrivere l'unicità di tale territorio, supplisce alla mancanza di fonti documentarie ed epigrafiche sia attraverso il ricorso ad alcune agiografie che con l'analisi di numerosi toponimi. Ed è proprio il sapiente dosaggio di tale materiale a restituirci un suggestivo affresco del camminamento sinnico e dei suoi insediamenti durante l'epoca alto medievale: più una cerniera che una autentica frontiera, un'insula di cultura greca adagiata tra l'odierna Basilicata e la penisola calabrese - mai conquistata dai popoli germanici - dove i rhomaioi si sono insediati dal 540 al 1080. La suddetta area, in posizione strategica per Costantinopoli, era stata devastata dalla guerra gotica: per questo essa venne in primis frequentata dai cosiddetti monaci ""basiliani"""", e poi preservata militarmente dai limitanei bizantini, mediante un imponente sistema difensivo edificato prima del Nono secolo: a partire da quell'epoca le truppe imperiali occuparono definitivamente l'istmo, controllandone gli itinerari viari e gli scali marittimi, ripopolandolo e favorendone lo sviluppo economico. Il Synoro fu realizzato con il kastellion di Tursi, unitamente ad un porto militare posto nel golfo di Taranto, con torri e kastra di dimensioni minori sorti lungo il fiume, e con il kastellion di Lauria, a sua volta munito di un porto ubicato nel Golfo di Policastro: un vero e proprio antemurale, che servì a tutelare la Calabria bizantina da possibili invasioni dei longobardi, il popolo guerriero stanziatosi nei Principati di Benevento e Salerno che curiosamente rimaneva immune dalle varie pestilenze che colpivano l'Italya. Grazie alla narrazione di vicende mai indagate e ad avvenimenti storici mai approfonditi il lettore potrà riconoscere la particolare morfologia di quest'antica area geografica e sociale, nonostante l'incuria abbia contribuito a disperdere i resti dei kastra e delle torri e a occultarne le tracce: si tratta insomma di un'immagine suggestiva di quel tempo lontano, che ci permette di guardare alla storia del Mezzogiorno con occhi diversi."" -
Medjugorje & C. L'allegra brigata
Si contano finora circa un migliaio di siti di apparizioni mariane, fra cui hanno destato maggiormente scalpore quelle di Medjugorje. Iniziate il 24 giugno 1981 e ancora attive, sono caratterizzate dalla continuità e regolarità delle manifestazioni della Vergine in terra erzegovese, ma non solo. A quattro decenni dal loro inizio, con questo libro si intende fare un'analisi completa del fenomeno, aliena da falsi stereotipi, spesso confezionati ad arte e per finalità di ogni tipo. Il volume fa il confronto con altre apparizioni parallele per estrinsecarne le caratteristiche comuni e scrutarne anche gli aspetti psicologici), in occasione dei cinquant'anni di uno dei momenti più difficili della Repubblica. -
Il gioco dei tarocchi
"Il gioco dei tarocchi"""", testo coltissimo quanto fantasioso, è contenuto nell'ottavo volume (1781) di """"Monde primitif analysé et comparé avec le monde moderne"""", monumentale opera di mitologia comparata scritta da Antoine Court de Gébelin, pastore protestante, massone ed erudito vicino agli illuministi. Senza questo piccolo saggio, quello che nel Settecento era un semplice gioco di carte non si sarebbe forse mai trasformato nella tecnica di divinazione più diffusa in Occidente. Lo studioso vi afferma infatti, perentoriamente e per la prima volta, l'ascendenza egizia dei tarocchi, proiettandone il concepimento nel passato più remoto. I tarocchi, e in particolare i 22 trionfi, sarebbero dunque ciò che rimane del mitico Libro di Toth, occultato nella forma di un mazzo di carte e portato in Europa dagli zingari. La disinvolta ricostruzione storica e le ardite allegorie di Court de Gébelin sarebbero state superate dalle ricerche successive, ma la mania egizianista del Secolo dei Lumi era un terreno fertile per simili teorie e, solo quattro anni dopo, l'Occultista Etteilla avrebbe pubblicato il primo manuale di divinazione per mezzo dei tarocchi. Si spalancavano così le porte di un immaginario che non ha perso nulla del suo ambiguo fascino e, mentre guida le profezie dei cartomanti, continua a ispirare artisti e scrittori." -
Orizzonti di gloria
Durante la Prima Guerra Mondiale, sul Fronte occidentale i soldati francesi ricevono l'ordine di assaltare il ""Formicaio"""", una roccaforte tedesca; la mossa appare subito azzardata, perché diretta contro un presidio praticamente inespugnabile. Dopo il prevedibile fallimento dell'attacco, che causa ingenti perdite, viene aperta un'inchiesta con lo scopo di trovare un capro espiatorio al disastro annunciato. Così, un piccolo gruppo di uomini scelti a caso tra i ranghi inferiori viene trascinato dinanzi alla Corte Marziale con l'accusa di codardia. Il processo che ne segue è la farsa agghiacciante di una pachidermica e impietosa macchina di potere, che passa da una forma di orrore omicida a un'altra, guidata in realtà solo dagli astrusi interessi di una minoranza. Scritto nel 1935 e adattato per il grande schermo nel 1957 da Stanley Kubrick, """"Orizzonti di gloria"""" è una storia di coraggio e sacrificio: un romanzo, scritto da un reduce e ispirato a fatti realmente accaduti, che possiede sia il realismo viscerale del diario di guerra che il senso kafkiano dell'allegoria."" -
Prima e dopo
Nel settembre 1901, Paul Gauguin s'imbarca per le Isole Marchesi, un remoto arcipelago a nord-est di Tahiti. Approdato nell'isola di Hiva Oa, si stabilisce nel villaggio di Atuana, dove acquista un terreno e con l'aiuto degli indigeni vi costruisce una grande capanna. Dovrebbe essere un nuovo inizio, ma la salute sempre più precaria, le angustie materiali e la frustrazione per il cinismo del mondo dell'arte alimentano in lui un'inquietudine crescente. L'artista si sente a un punto di non ritorno. La situazione precipita quando nel 1903 viene incriminato perché, difendendo alcuni nativi, oltraggia un gendarme; multato e condannato a tre mesi di carcere, muore stroncato da alcol e sifilide. Scritto da Gauguin nei suoi ultimi drammatici mesi, ""Prima e dopo"""" è l'estrema confessione di un uomo che vuole mettersi a nudo: un redde rationem in note sparse, nel quale si susseguono entusiasmi e sarcasmi, incanti e disillusioni. Pensieri e ricordi fluiscono rapsodici come nei sogni: la bellezza del popolo maori; le idee sull'arte e sulla religione; la brutalità e l'ipocrisia dei presunti civilizzatori... E poi van Gogh, Manet, Cézanne, la Bretagna, Arles e altro ancora, perché accanto all'arte """"ci sono molte cose da dire e bisogna dirle""""."" -
La manutenzione dell'amore
In una società in continua trasformazione, dove i ruoli tendono a mutare velocemente, l'amore è un sentimento che rischia di essere considerato sempre uguale. In realtà è una dimensione complessa dell'animo umano, difficile da decifrare e attraversato da continui cambi di identità, che determinano di volta in volta un modo diverso di amare. Per questo, diventa necessaria la ""manutenzione"""" costante della propria vita sentimentale, che non significa essere sempre all'altezza delle sfide che ci troviamo davanti, ma essere in grado di conservare e proteggere il nostro amore, come se si trattasse di una pianta rara e bisognosa di cure. Per seguire e comprenderne le mutazioni, Umberta Telfener, esperta psicologa e psicoterapeuta, ne ripercorre le principali fasi: dall'amore patriarcale all'esaltazione del legame di coppia romantico, dalle paure emotive del postmoderno all'attualità incerta e paradossale dell'ipermoderno. Fasi in cui il lettore potrà riconoscere se stesso e scoprire la natura della sua relazione, capirne quali sono le conseguenze emotive e come muta il linguaggio dei sentimenti a seconda delle età. Ricco di spunti suggestivi - i film da vedere o i giochi di coppia che possono migliorare la nostra vita amorosa - """"La manutenzione dell'amore"""" è un viaggio nell'anima del più nobile dei sentimenti, con un invito esplicito: anche nell'amore, comprendere chi siamo è il primo passo verso l'armonia."" -
Io sono Jonathan Scrivener
James Wrexham, trentanovenne pensoso e solitario, è impiegato in un tetro studio legale quando accetta l'offerta che potrebbe cambiargli la vita: diventare segretario del signor Jonathan Scrivener. Assunto senza aver mai incontrato il suo datore di lavoro, Wrexham si ritrova da solo nell'appartamento di Scrivener, riceve vaghe istruzioni attraverso un avvocato e, poco a poco, comincia a sospettare di essere vittima di un diabolico esperimento. La bizzarra serie di ospiti che ha libero accesso alla casa - una giovane dall'eterea bellezza, un playboy, un cinico alcolista, una vedova che potrebbe aver ucciso il marito - non contribuisce di certo a chiarirgli le idee. Spiriti inquieti, tutti questi personaggi hanno una storia da raccontare sul conto di Jonathan Scrivener, ma le versioni non collimano e l'assente padrone di casa appare di volta in volta come un degenerato, un simpatico avventuriero, un misantropo, un attore fallito o un artista di genio. Chi è l'uomo che si nasconde dietro questa personalità multipla? E che cosa vuole veramente dal sempre più perplesso segretario? Prefazione di Henry Miller. -
Friedrich Nietzsche. Dal radicalismo aristocratico alla rivoluzione conservatrice. Quattro saggi di Arthur Moeller van den Bruck
È la stessa cosa leggere Nietzsche quando è ancora vivo il ricordo della Comune di Parigi e leggerlo quando la lotta di classe cede il passo al conflitto tra la Germania e le altre potenze europee? Ed è la stessa cosa leggerlo dopo la guerra, quando una sconfitta disastrosa ha mostrato la fragilità del Reich? Questo libro ricostruisce le interpretazioni nietzscheane di Arthur Moeller van den Bruck, padre della Rivoluzione conservatrice e precursore di Spengler, Heidegger e Junger. Moeller ridefinisce la filosofia di Nietzsche adattandola ai salti della storia europea tra gli ultimi decenni del XIX secolo e la fine della Prima guerra mondiale. Il Nietzsche artista e profeta che tramonta assieme all'Ottocento rinasce così nel passaggio di secolo come il filosofo-guerriero di una nuova Germania darwinista; per poi diventare, nella Repubblica di Weimar, l'improbabile teorico di un socialismo mistico e spirituale. Tre diverse letture emergono perciò da tre diversi momenti della storia europea e stimolano il passaggio dal pensiero liberalconservatore alla Rivoluzione conservatrice. In appendice, la prima traduzione italiana dei quattro saggi di van den Bruck su Nietzsche. -
Prof - Dj
Nicola, insegnante e disk jockey, una vita accompagnata dalla grande passione per la musica. Nel 1993, all'età di quindici anni, entra in un negozio di dischi, vivendo un'esperienza che sarà il battesimo del suo percorso artistico. Attraverso il racconto della sua vita come deejay e professore, ci coinvolge nella vita di un docente che con la didattica e la musica punta a un unico obiettivo: trasmettere ai giovani il messaggio del ""sano divertimento""""."" -
Le poesie
Nella sua prefazione al volume, il Premio Nobel Wole Soyinka rammenta che ""Mussapi non vizia il suo lettore - o, per dirla in modo più accurato, il suo complice, il suo compagno di viaggio - con uno spiegamento di metafore mentre evoca le figure storiche o gli archetipi. Persino le emozioni - concesse raramente, e quasi a malincuore - si trasformano in immagini archetipiche del viaggio umano"""". E così il tratto distintivo della poesia mussapiana può essere colto nella sempre elegante compostezza di intonazione e nella naturale ampiezza di respiro dove estro e sensibilità poetica sanno spaziare in un'articolata e progressiva architettura della parola dalla nitida forza comunicativa pienamente ravvisabile nel percorso fin qui tracciato da Mussapi. E con altrettanta sapienza Yves Bonnefoy nel saggio introduttivo a quest'opera ricorda a noi lettori come il poeta sappia ascoltare """"il sé profondo"""" per poi muovere """"coraggiosamente, verso di lui in pagine che sono come un assopimento, ma per un risveglio in un altrove; ed egli non sa dove. Perché non bisogna credere che questa apertura del sé ai suoi arcani si accompagni in lui all'illusione di poter penetrare i loro sensi ultimi""""."" -
I più deserti luoghi
Olga Misurati, una donna di quarantasette anni, è scomparsa nel nulla da oltre due settimane. Il portiere del suo palazzo, preoccupato, rintraccia uno zio. L'appartamento è deserto: Olga ha lasciato solo una valigia aperta, come se stesse per partire per chissà dove, e un diario, dove racconta i suoi ultimi mesi. Solitaria, dimessa, ha dedicato tutta la sua vita al fratello, Leandro, con cui vive nella grande casa di famiglia: dopo la morte della madre, devastata dalla depressione, il padre si è rifatto una vita in Australia. Olga accudisce il fratello disabile e quasi cieco, risvegliatosi per miracolo da un coma durato dieci anni. Fra le tante stanze disabitate dell'appartamento, dove regna un «silenzio plumbeo e misterioso», una in particolare racchiude un universo segreto. Dietro una porta blindata, nascosta a sua volta da un vecchio arazzo, si trova la «sala gialla», dove nulla può filtrare dal mondo esterno. È un luogo magico, un tempio dell'interiorità, dove spira «un alito freddo» e indefinibile, l'oro delle tappezzerie sbiadito dal tempo. È qui che Leandro si trasforma: investito da una sorta di potere sciamanico, coinvolge la sorella nel «Gioco», in cui evoca paesaggi illusori ma estremamente vividi. Ma cos'ha spinto Olga alla fuga? Quali segreti ha affidato alle pagine del suo diario? Cosa nasconde il rapporto morboso tra fratello e sorella? Silvana Gandolfi, già autrice di libri per bambini, esordisce con un noir psicologico fra ambienti goticamente moderni, teatro di solitudini irrimediabili, quotidiane. Sono i «più deserti luoghi», dove vagano anime senza speranza, perennemente in bilico fra ricordi, presenze impalpabili, lucidi deliri: in fondo, «la pazzia non è che un modo oscuro di dire verità profonde».