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Falsi nomi. La storia d'amore che mancava
Elisabetta e Paolo si innamorano. Alla vita altro non chiedono se non poterlo vivere, il loro amore. La vita, però, scombina le carte. Ma Elisabetta e Paolo non soccombono al destino di Giulietta e Romeo. Non soffrono pene dantesche, come Francesca e Paolo. Non turbano l'armonia di Camelot, come Ginevra e Lancillotto. Elisabetta e Paolo si amano. Si ameranno per sempre. E l'unica lacrima che verserà il lettore sarà di invidia, per quella che è una bella storia d'amore. -
Tommy e Clotilde alla scoperta del castello svevo
"Interessante e coinvolgente l'espediente narrativo usato dall'autrice, che sa catturare l'attenzione dei ragazzi, da lei conosciuti così bene durante la sua lunga e significativa attività di insegnamento. Una passeggiata storica dialogante è il furbo espediente che consente di muoversi con interesse all'interno della propria città, di cui spesso non si conoscono aspetti importanti e significativi, mantenendo costantemente vive motivazione e curiosità."""" (Dalla Prefazione di Rosalba Ranituido). Età di lettura: da 11 anni." -
Italia disunita tra populismo e sovranismo
Il populismo e il sovranismo sono diventati i due temi che oggi sono entrati nel dizionario della politica italiana. Il populismo è l'esaltazione del popolo come unica fonte di legittimazione del potere, che però resta sospettoso nei confronti della democrazia rappresentativa. Nel nostro Paese il populismo si identifica in una criticità e ostilità verso l'Europa. Come per il Sovranismo, anche il Populismo non si sottrae dalle molteplici attribuzioni di significato. Aggiungo che tale movimento trova la sua definitiva consacrazione nella figura di un leader con molto carisma come Grillo, che con il suo Movimento Cinque Stelle nelle ultime elezioni del 4 marzo ha attirato una forte convergenza tra gli elettori, premiandolo. Il sovranismo invece secondo la definizione che ne dà l'enciclopedia Larousse, è una dottrina politica che sostiene la preservazione o la ri-acquisizione della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in contrapposizione alle istanze e alle politiche delle organizzazioni internazionali e sovranazionali. Il risultato italiano, dall'analisi dei dati, dimostra una forte spaccatura fra due fronti: Sovranista-leghista e Populista-penta stellato. -
Il sangue di Natuzza si fa scrittura. La verità sulle emografie
Questo libro non è né una biografia né un freddo resoconto: Francesco Frontera e Francesco Perticone sono due medici che hanno analizzato il DNA della mistica, lo hanno confrontato con le sue ""emografie"""" e sono giunti ad una verità. Una verità raccontata attraverso referti, documenti ufficiali, foto inedite delle emografie. In più i risultati di una consulenza genetico-forense e i commoventi stralci delle conversazioni tra la mistica, la S. Madre di Dio e Gesù. Frontera e Perticone, con l'obiettività del medico e l'animo del credente, offrono al lettore una testimonianza sostenuta da una forte fede che nasce accanto alla scienza. Lucia Bisantis è stata accanto a Natuzza durante i frequenti ricoveri e la sua testimonianza, vissuta nell'intimità dell'amicizia, è ancora più preziosa. Un libro rigoroso privo di sensazionalismi. Una lettera affettuosa e riconoscente di tre figli alla loro """"Mamma Natuzza""""."" -
Resistere. Trincea e prigionia nell'archivio Barberio
Attraverso fonti pubbliche e private (italiane e austro-ungariche) anche inedite l'autore riesce a ricostruire il complesso mondo delle trincee e dei campi di prigionia durante la Prima guerra mondiale. L'esperienza individuale di Bernardo Barberio, capitano nel 142° Reggimento fanteria Brigata Catanzaro, serve all'autore per ricostruire i modi della partenza al fronte, la vita in trincea, i rapporti con la popolazione civile e con le gerarchie militari, le fasi dei combattimenti, la prigionia nei campi austro-ungarici e i tentativi da parte dei prigionieri di resistere alla fame, al freddo, all'abbattimento umano e morale. La ricerca ha permesso il più delle volte anche di dare un nome ai quasi 700 prigionieri transitati dal campo di Dunaszerdahely in Ungheria. Destini individuali e collettivi, grandi e piccoli eventi, narrazione e interpretazione, si intrecciano nelle varie fasi di questa ricerca scientifica offrendo un quadro originale e per molti aspetti unico della Grande guerra a 100 anni dalla sua fine. -
Racconti e riflessioni di un uomo vissuto felicemente
"... uno spaccato della mia vita, intervallato da riflessioni su alcuni aspetti di questa società """"decadente"""", sempre più proiettata, dal punto di vista morale ed etico, al peggio""""." -
Cielo di piombo
Il ricordo di Vincenzo, ex Guardia di Pubblica Sicurezza, corre a quel giorno della fine degli anni '70 e a quella ferrovia che lo avrebbe riportato al suo paese di origine in Calabria. Un terrorista, ferendolo nella Torino delle manifestazioni e delle proteste, aveva segnato il suo destino. Reso inabile a svolgere il suo lavoro, avrebbe occupato un posto da impiegato civile nell'Amministrazione dello Stato. Sono anni furibondi caratterizzati da un fermento che rende incerto perfino ""l'ordine delle cose"""". Vincenzo, da """"sciancato"""", guarda agli avvenimenti nazionali e mondiali dalla sua piccola Artemisia che, se pur appare immobile, corre verso le mode della società. Le limitazioni fisiche non lo sconfortano e, con l'acume dello """"sbirro"""", compie un percorso introspettivo che lo porterà ad analizzare il valore della giustizia, il ruolo dell'informazione e le grandi scelte di una nazione di fronte ad un mondo che cambia. Gli eventi si susseguono e, tra questi, nel marzo del 1981 la riforma del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza della Polizia di Stato che gli faranno comprendere quanto abbia contribuito a quel fondamentale cambiamento."" -
Compagno maggiordomo in casa Mancini
Angelo Lo Gullo ha lungamente militato nel partito socialista italiano ed è stato consigliere comunale di Cosenza nel 1990. Dopo l’inchiesta giudiziaria “Mani Pulite” e la fine della prima Repubblica, ha contribuito, nel Cosentino e in Calabria, a numerose iniziative politiche finalizzate al rilancio della sinistra riformista e democratica. -
Nuovi studi pirandelliani. Vol. 10
Presentazione del teosofo-sofista empedocle callicratide (uomo-dio-telamone-nome che tela-risorge) il mascherato (ctonio) Medico (Ciampa-Del Cinque-Cicheddu) Chirurgo (Pinzone) oculista lettore dell'Iliade (Opera-Giornata Una-Natalizia-Lustrale) Odissea (Opera-Giornata Trinacria-Pasquale-Fisica)"" La lettera iatrosofistica di Omeros-Remos (Poeta del passato/Poema-Nome del presente/Spirito Ecnomo del futuro) Il signore (Colosso Nè-Natale Feace Foco Falaride) della nave (Trireme) di pietra (anima-armonia-tragedia)."" -
Nuovi studi pirandelliani. Vol. 8
"In questo testo Mirella Salvaggio presenta il Colosso Pirandello-Pascal, il Drammaturgo-sole (Puranghellos = messaggero dell'amore - fuoco - zolfo omerico) Basileus Dio (Cristo) Uomo (Anér), il rodio Tiranno Falaride (Lindo) della Città del Tempio della """"Pugna dei Giganti"""": «...Libertà, libertà: una gamba qua, una gamba là...» (""""Quaderni di Serafino Gubbio operatore""""). La poetessa-lettrice dimostra che il Colosso Pirandello-Pascal è l'invisibile vivo Spirito-Personaggio (Eros) da cercare nell'armonia-anima (Psiche) aperta-albaurora-rosa dell'Opera-Giornata Trinacria (tre piedi=aurora mezzanotte mezzogiorno) di Sicilia: «...E tutti in piedi! Perché? Perché? Un gran colpo, un colpo formidabile, come vibrato da un pugno di gigante invisibile, tonò sul tavolino, così, in piena luce...» (""""Il fu Mattia Pascal"""").""""" -
La mala luce
Il Sud, le sue donne, i suoi uomini, l'incoerenza di una natura dall'avvenenza feroce, in una vicenda che racconta la piccola borghesia calabrese, personificata dagli abitanti di un condominio di Palmi, cittadina affacciata sul mare della Costa Viola. La morte di un'inquilina ridà vita a un piccolo universo in cui le persone, per ossequio alle convenzioni sociali, svelano sfaccettature e meschinità del genere umano. La notte di Natale viene spezzata da quattro colpi di pistola. Le reazioni alla morte di una vittima insospettabile si condensano in una curiosità pettegola, della quale il microcosmo del condominio è specchio fedele. Fondamentale il ruolo dei personaggi femminili, sono le donne a prendere le decisioni, a stanare ipocondrie e a strappare risate, spostando le tracce della storia verso direzioni impensabili. Destini spesso insopportabili vengono alleggeriti da una narrazione ironica che tratteggia disincantata la grettezza, l'empatia, l'amore e i tormenti. -
La lettera di don José
Ademaro Tenuti, docente di sociologia, per sua natura ha sempre ricercato qualcosa: la verità storica, il confronto delle fonti all'insegna dell'interesse incontenibile per le sue passioni filosofiche. Attraverso di esse e grazie a quello che i più chiamerebbero il caso approfondisce e indaga sulla sua esistenza, intreccio impensabile ma reale. Con scrittura avvincente e ammaliante, con una costruzione di fabula intensa e ricca, fatta di contemporaneità e ricordi del passato, Francesco Garreffa ci conduce in una sequenza di belle pagine, ambientando sapientemente la storia in contesti paralleli inaspettati e mai scontati. È sempre importante giungere alla verità, ma a volte potrebbe non essere necessario rivelarla: lo spirito elabora e si appaga della voglia di conoscenza, al di là di tutto. -
In un diario
Quasi attirata magneticamente dalla città da cui era partita con la sensazione di essere stata abbandonata, Francesca ritorna a Palermo nella vecchia casa di famiglia. È qui che il passato ritorna prepotentemente nella sua vita sotto forma di un diario. È sorprendente la carica emotiva di quelle pagine ingiallite: è come entrare, in punta di piedi, nel passato e riuscire a guardarlo con occhi nuovi con la voglia di rinsaldare legami che sembravano ormai distrutti. -
Le vestigia dell'antico splendore
Un romanzo che ha il pregio di coniugare atmosfere fiabesche e fuori dal tempo con tematiche estremamente attuali, come quella del rapporto tra l'uomo e la natura. Durante l'esordio viene chiarito l'antefatto della vicenda che costituirà il fulcro del racconto: attraverso la voce del cantastorie Alvaro e del contadino Corcelsio, si narra la storia della felice monarchia, che aveva condotto il Lido verso la pace e la prosperità ideali, e il venir meno poi di queste fauste condizioni. Si scopre così che a innescare il processo di depauperamento della natura e il progressivo incrinarsi della pacifica convivenza con essa, di cui godevano un tempo gli abitanti del Lido, è stato un tragico errore commesso dal monarca. I dettagli restano ignoti fino alla fine del romanzo: solo nell'epilogo verrà infatti svelata la natura dell'errore e la soluzione più consona a porvi rimedio. A dominare il tutto — nel susseguirsi di personaggi, sentimenti e vicende — è la descrizione del Lido: un luogo sconosciuto e misterioso, dove convivono le vestigia di un antico splendore e terre divenute infruttuose e desolate. In questo contesto, lo stile dell'autore, con l'abbondante aggettivazione e l'uso dell'ipotassi, conferisce al fluire della narrazione un'aura fortemente evocativa. L'opera si pregia inoltre della Prefazione di Renato Minore, scrittore e critico letterario, che sottolinea: «Federico Carro prova a raccontare questa storia che gli appartiene, il ""cuore di sentimenti e di affetti"""" che appartiene alla comunità ligure dentro cui ha le proprie radici, nella forma di una fiaba dall'impronta un po' gotica, un po' picaresca, un po' segnata dall'alone di una """"realtà"""" che si impone con i segni distintivi di un vero e proprio descensus i cui segni """"reali"""" sono svaporati nel clima del sogno e della reverie»."" -
Professione medica. Quarantuno raccontano
"Il testo raccoglie 41 racconti di vita professionale messi insieme da due colleghi ed amici, Giacinto Calandra e Lucio Aiello, innamorati della nostra professione e, perché no, anche degli attori della professione stessa: i medici. Entrambi i colleghi, infatti, nei loro curricula hanno in più mandati fatto parte dei Consigli direttivi dell'Ordine provinciale di Cosenza. La lettura del testo è facile, interessante, molto piacevole. Come si può ben capire, si tratta di una serie di episodi di vita professionale che si sono svolti quasi tutti nella nostra provincia in un arco di tempo molto ampio, dal secondo dopoguerra sino ai primi anni di questo secolo... ...Da questi racconti emerge tutta la complessità e, nel contempo, il privilegio che caratterizza la nostra professione... La lettura del volume è utile ai colleghi giovani e non solo sia perché potranno farsi un'idea dei fatti realmente avvenuti e della storia dei luoghi dove oggi essi stessi esercitano la professione, sia per i consigli che fra le righe si leggono nei vari racconti ...Il consiglio più grande e sempre valido che traspare in molti racconti, è quello del parlare con i pazienti: molte difficoltà, si racconta in più episodi, si sono risolte grazie a questo metodo che è ancora più necessario ed utile di fronte alla medicina rivendicativa di oggi!"""" (dalla Presentazione)" -
Alì l'africano
Nonna Gina racconta una storia ai suoi due piccoli nipoti: la fiaba di Alì l'africano. -
L' albero della pace
Nonna Gina racconta una nuova fiaba ai suoi nipoti Anna e Giovanni. -
Filottete. Mia carissima scuola ha un senso la pensione
Poesie in un tempo di scuola... Quando debole vince il pensiero... migrante. -
Brio e malinconia (Sbìu e Malancunia)
"Il libro di Gino Ragusa Di Romano ha il palinsesto delle vibranti malinconie. Il titolo? Suggestivo! La ricchezza è ciò che quel linguaggio-casa testimonia. Un libro che avvia un viaggiare tra scogli e memorie. La parola nei linguaggi della poesia si autoesclude dalla materia. La parola non conosce la materialità. Conosce l'immaginario, la fantasia, la finzione della memoria. Una finzione che è un naufragare tra lo spazio e il tempo. Sottile. Specchiante. Riflesso. Spazio-tempo. Ciò che """"Brio e malinconia"""" emana. Il raccontare del linguaggio è comunque sempre una malinconia. Si pazienta. Si cerca l'oblio. Si giunge alla noia. Ci si abita nella parola. Chi usa la parola ha la necessità di usare il pensiero. Così nel viaggiare tra le percezioni e le emozioni. La poesia di Gino Ragusa Di Romano ha il sublime. L'estetica vive nella letteratura. Senza estetica l'arte non avrebbe senso. In questo camminare scorrendo il vocabolario del linguaggio poetico si corre il rischio di essere annientati dalla folgorazione. Il rischio? Annientati? Certo. Perché la Affabulazione ha il mistero della magia. Nulla accade per caso...""""" -
Dal fondo di un piatto smaltato. Poesie d'amore e d'amori
"Sono inoffensivi illusori contingenti mortali i miei versi. Se Abele avesse avuto una stirpe i miei versi ne avrebbero fatto parte. Sono pieni di pudori hanno il profumo e il suono del croccante. Per questo non ne turberò la compostezza e l'onestà. Sono versi che amano un contatto riservato e intimo. Ringrazio chi vorrà leggerli e chi saprà coglierne il sentimento""""."