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Canzoni e sonetti-Song and sonnetts
John Donne, uno dei massimi poeti inglesi, visse tra la seconda metà del XVI secolo e la prima metà del XVII secolo: epoca di grandi fermenti e di intensi scambi. È un poeta che esprime, meglio di tanti altri, le tensioni della sua età e l'esigenza di allungare lo sguardo sulla vita, la cultura e la letteratura del Continente europeo, in particolare, dell'Italia, della Francia e della Spagna, paesi visitati dal poeta. John Donne, che non aveva reciso del tutto le radici medioevali, avvertì, inevitabilmente, gli effetti dell'impatto col pensiero scientifico e critico della nuova cultura rinascimentale, profondamente segnata dal naturalismo telesiano, dal De Revolutionibus Orbium coelestium (1543), in cui Niccolò Copernico propone il sistema eliocentrico, in opposizione a quello geocentrico di Tolomeo e, nel campo della ricerca filosofica, dall'empirismo, teorizzato da Francis Bacon nel suo Novum Organum del 1621, che afferma l'importanza, ai fini della conoscenza, della percezione sensoriale, vagliate dalla critica dell'intelletto. Punto terminale di tale processo è il razionalismo di Descartes (XVII secolo), che afferma la funzione del pensiero come attività. In questo nuovo clima, la Fede, che è tema fondamentale nella poesia di Donne, viene a trovarsi ad un bivio: contrapporsi, radicalmente, alle novità imposte dalla scienza rinascimentale oppure trovare con esse punti di conciliazione. La seconda ipotesi è quella perseguita da Sir Thomas Browne (1606-1682), autore di Religio Medici (1643). Il XVII secolo, in cui forti sono ancora la coscienza e la cultura medievali, è un periodo nevralgico per la storia della civiltà inglese: il passaggio all'età moderna non è più procrastinabile. Nel campo della poesia è, appunto, John Donne che rompe, definitivamente, gli argini, accostando la Fede a certe verità obiettive, ad esempio, all'amore. Tale scelta fa emergere il conflitto tra passione e ragione, certamente, motivo di turbamento della coscienza dell'individuo; ma, d'altro canto, come si fa a pensare alla vita, prescindendo dall'amore e dalla passione, che sono verità connaturali all'essere? E John Donne, esaltando e valorizzando quest'ultima connotazione, risolve il dissidio a suo modo e, perciò, intreccia i temi dello spirito e dei sensi, e lo fa con assoluta naturalezza e senza reticenze. Lo spirito del Medioevo non si è, però, ancora spento, e il poeta si rende conto che certe questioni possono toccare la suscettibilità dell'individuo e, perciò, egli affronta tali argomenti con sincerità e chiarezza, ma da poeta autentico ed esperto, ricorre, con grande perizia, ad una pedagogia molto efficace, che non disdegna l'uso di strumenti di notevole effetto e suggestione, consolidati, ormai, nella poesia, come l'emblematismo, la similitudine, l'allegoria, la metafora. E l'esito è, in molti casi, straordinario, tale da garantire a John Donne un posto di assoluto preminenza nella letteratura non solo inglese. -
Donne di Napoli
"... Comunque sia, la Napoli di Seminara è una città essenzialmente """"moderna"""", non arcaica e/o pittoresca, dove vengono evocate le arterie commerciali, le vetrine che Ortensia e Antonietta ammirano, le automobili; una città 'moderna' dove i personaggi vivono in appartamenti (e non in bassi), fanno feste, si divertono, e aspirano ad una vita comoda e borghese (Ortensia sogna di arricchirsi grazie ad investimenti in borsa). Viene messa in scena una città 'normale', resa vivace e originale dalla scelta dei protagonisti, essenzialmente donne, giovani, non sposate (o separate come Antonietta) che non rientrano negli schemi tradizionali della società. Ne riparleremo. Posso condividere in parte il giudizio di Pizzarelli per cui il romanzo 'avrebb[e] potuto essere ambientat[o] in qualunque altro luogo senza nulla perdere e nulla guadagnare', insistendo però sul carattere indispensabile della dimensione cittadina di Donne di Napoli..."""" (dall'Introduzione di Erik Pesenti Rossi)" -
Kajin e la tenda sotto la luna. Storie di rifugiati siriani in territorio greco
Il libro è il racconto dell'esperienza che Enzo Infantino, impegnato da anni in difesa dei diritti umani, ha fatto nei campi profughi greci, dove ha portato il suo sostegno solidale alle migliaia di rifugiati, che per mesi hanno sostato forzatamente a Idomeni e negli altri insediamenti governativi. Qui è riuscito a instaurare rapporti sinceri di amicizia con due famiglie curdo siriane e altri, ha contribuito a creare una rete solidale, che ha legato la Calabria alla Grecia, facendo da supporto o intermediario con istituzioni e singoli. Un'esperienza di tale natura meritava di essere raccontata e divulgata, per diventare monito, riflessione, denuncia. Questa la percezione immediata di Tania Paolino, coautrice, questo l'obiettivo del libro, il quale si configura come una miscellanea di vite vere e verosimili. I due autori si sono confrontati e raccontati, perché anche in questo, come in ogni scritto, ci sono immancabilmente spunti autobiografici, insieme hanno guardato e decifrato ogni singola foto o video, raccogliendo il grido di dolore ma anche di speranza di quelle persone, facendosene interpreti e mediatori.. -
Codice Quazel. Il diritto come una favola
Codice Quazel non è un libro di fantascienza, né tantomeno si sviluppa sugli intrecci misteriosi tra storia e religione. È un libro che intende, invece, provare a spiegare ai ragazzi il diritto e le regole della società, attraverso il racconto di una storia fantastica nella quale non mancano i colpi di scena e i sentimenti. Un inno al rispetto reciproco tra culture diverse e distanti che alterna momenti delicati e commoventi a tenere esaltazioni di valori fondamentali per la realizzazione di una società migliore. È un libro che cerca di realizzare i propri obiettivi didattici mediante chiari inviti alla riflessione alleggeriti nel racconto da tante situazioni divertenti, a tratti persino comiche. Chi è Quazel? Quazel è un giovane alieno che per fatalità si ritrova sulla Terra. Catapultato in un altro mondo da un lontano pianeta, dopo un primo momento di scoramento, la sua breve e forzata permanenza si trasformerà ben presto in un'esperienza di amicizia grazie all'incontro con dei coetanei preadolescenti. La sua permanenza sulla Terra sarà oltremodo segnata anche e soprattutto dalla voglia di scoprire tutto dei suoi nuovi amici e delle regole che governano le loro relazioni. La curiosità del giovane alieno sugli usi e i costumi dei terrestri si concentrerà infatti proprio sul tema dei diritti dei minori. Perno essenziale intorno cui ruota appunto la storia di Quazel. Il libro offre pertanto diversi spunti di analisi su temi da approfondire, dispensa tante notizie utili e soprattutto pone all'attenzione del lettore alcune pagine di diritto, attraverso essenziali richiami, in piccolissime dosi, alla Costituzione italiana, alla Convenzione dei diritti dell'Uomo e alla Convenzione dei diritti del fanciullo. Insomma, un libro ""jus in fabula"""" cioè """"Il diritto come una favola"""" - dal neologismo dell'autrice - che genitori e figli potranno leggere insieme affinché nelle giovani generazioni maturino la conoscenza e il rispetto delle regole, precondizione necessaria per una società più sana e giusta. Età di lettura: da 10 anni."" -
Illusione d'amore
"Si parla sempre di rinnovamento della politica e le soluzioni che si propongono sono tante, molte di meno di quelle che si praticano, purtroppo le intenzioni di favorire l'ingresso e la partecipazione attiva dell'universo femminile nella vita politica non hanno sortito grande successo perché dal punto di vista statistico le donne, nel nostro paese, sono rimaste ancora una minoranza rispetto agli uomini. Qualcosa a dire il vero si è fatto, come le leggi che mirano ad equilibrare il numero dei componenti di entrambe i generi negli organismi democratici, basta girarsi intorno per notare come i massimi rappresentanti delle istituzioni siano quasi sempre uomini. Non abbiamo mai avuto fin ora un premier e un Presidente della Repubblica donna, questo è un dato da rilevare. E questo vale anche per tanti altri settori. Il giorno in cui siederà a Palazzo Chigi o al Quirinale una donna forse si potrà dire che qualcosa è cambiato e che il rinnovamento della mentalità e della classe politica si è realizzato o si sta realizzando. Gli orrendi crimini di violenza sui bambini e sulle donne, come più volte ha affermato il vero rivoluzionario Papa Francesco; c'è bisogno con urgenza che nel Codice Penale sia previsto l'ergastolo. La violenza sulle donne che in questi giorni è su tutti i giornali merita una riflessione e il legislatore dovrebbe modificare da subito il Codice Penale con l'ergastolo. Lo scopo che noi dell'Osservatorio ci prefiggiamo con questo libro è di sensibilizzare in modo particolare le scuole, i giovani e le famiglie e, naturalmente questa classe politica."""" (Carlo Mellea)" -
Equivoci
L'antologia è composta da sei racconti che declinano in diverse ambientazioni il tema dell'equivoco, inteso sia nel senso di sostantivo (errore di interpretazione provocato da uno scambio fortuito di elementi) che di aggettivo (espressione verbale che si presta a essere interpretata in più modi). L'equivoco è il filo conduttore che unisce i personaggi dei racconti, uno scrittore che ha evidenti problemi nei rapporti con l'altro sesso e li confida all'amico psichiatra, un commissario di Polizia alla ricerca di un maniaco omicida, un anziano colonnello in pensione con nostalgie per un colpo di Stato mancato, un innamorato sotto psicofarmaci che tiene a bada con difficoltà la sua dissociazione mentale. Ma ciò che accomuna realmente i diversi personaggi è la loro estrema solitudine, anche quando sembrano integrati pienamente nella comunità di cui fanno parte, in una società spersonalizzante come quella attuale che non consente a nessuno, nel suo vivere nella moderna società industrializzata (""società del consumo"""" per dirla con Marcuse), di mostrare in modo chiaro all'esterno la molteplicità del proprio essere."" -
Cinema italiano: forme, identità, stili di vita
II cinema è italiano. Questa affermazione decisa apre il volume di Roberto De Gaetano sulla tradizione del nostro cinema dagli anni trenta del Novecento ad oggi. Con la modernità cinematografica il cinema rifonda le sue forme e rivela al tempo stesso la sua essenza, perché ci riconsegna un reale senza più la mediazione dell'azione e della narrazione, attraverso una vicinanza alla ""vita indiscriminata"""", che viene restituita in un intreccio di rivelazione ed invenzione. In questa, il cinema italiano ha giocato un ruolo fondativo per una serie di ragioni che vengono ampiamente analizzate nel libro, e che riguardano anche la storia culturale di un Paese, animato da un'alternanza tra scetticismo e fiducia, adesione patetica e distacco comico dal mondo. Quest'alternanza ha dato vita ad una innovativa, e per molti versi unica, invenzione e contaminazione di forme, che giunge felicemente fino all'oggi. II libro si misura con autori che vanno da De Sica a Rossellini, da Monicelli a Germi, da Antonioni a Pietrangeli, da Ferreri a Petri, per giungere al cinema contemporaneo e a figure come Martone e Servillo, Bellocchio e Moretti, e ad opere quali Gomorra - La serie e Loro."" -
Racconti. Quel giugno del 1943
Quel giugno del 1943, intorno alla metà del mese, verso le quattro di un imprecisato mattino, il piccolo Angelo, col suo papà e con un fratellino che aveva un paio d'anni più di lui, lasciava le rosse terre del contado di Vittoria - buone per lo più a produrre l'uvaggio per quel tipo di vino che, dal suo particolare colore, viene detto Cerasuolo - e partiva verso l'ignoto. I tre avevano come unico mezzo di locomozione - utile anche per il trasporto di qualche sacco di iuta e di qualche misero indumento - una bicicletta, che il papà, con Angelo appollaiato sulla canna e l'altro figlioletto a cavalcioni sul portabagagli, spingeva, pedalando con la forza della disperazione, per l'angosciosa tristezza di quei miseri anni di guerra; e con la forza che gli infondeva la speranza di procurare almeno il pane ai suoi figli e alla sua sposa. Andavano i tre, verso le terre ubertose del centro della Sicilia, verso le terre ""nere"""" di un contado opulento di feracità e trionfante di turgide spighe di grano duro..."" -
Non voglio morire
Il libro, dopo una prima introduzione che illustra il fenomeno della violenza di genere nel mondo e in Italia, cerca di spiegare come riconoscere i primi campanelli di allarme quando si incontra un uomo violento e quali siano i pericoli che si insidiano nei social-network. L'autrice, infine, racconta due storie vere di donne che sono riuscite a riprendere in mano la propria vita fidandosi delle Istituzioni. ""Nell'interessante volume scritto da Luciana Maiolino, poliziotta impegnata sul campo, donna coraggiosa e sensibile, troverete tutte le indicazioni normative indispensabili per affrontare tematiche tanto importanti quanto complesse. Il lavoro certosino svolto da questa investigatrice di razza consente a quanti s'avvicinano a questi fenomeni criminali (di questo si tratta) di essere pronti ad affrontarli. Luciana Maiolino ha conosciuto, aiutato, consigliato decine di vittime dello stalking. Dalla lettura del testo si comprende con estrema chiarezza quanto rilevante sia l'apporto concreto che gli esponenti delle forze dell'ordine debbono assicurare a quanti denunciano gli stalker o le stalker."""" (dalla Prefazione di Arcangelo Badolati)"" -
Solo andata
Il titolo richiama il viaggio in treno che portò l’autore da Cosenza a Roma, ancora bambino, per scelta dei genitori, che avevano deciso di vivere nella “ grande città”. Quella scelta, l’Autore non l’ha mai sentita sua e il legame con Cosenza ha pesato molto, addirittura fuori misura e si è tradotto in una testarda fedeltà che ha attraversato il tempo dello studio, del lavoro e della famiglia. Il ritorno è stato ripetutamente cercato e alla fine è sembrato che potesse finalmente realizzarsi. La riscoperta della realtà, però, in questo caso la natìa Cosenza è sempre molto diversa da quella percepita con la lente della memoria. La conclusione dell’Autore è che, anche nel suo caso, il ritorno da difficile è diventato impossibile e questa conclusione si motiva con il racconto della città di come era e di come oggi è diventata. -
La scuola che serve all'Italia. L'opera dei genitori, docenti e volontariato in rete
"La buona scuola"""" di cui mi occupo in questo mio lavoro è quella a cui faccio riferimento nel titolo e nel testo; la scuola che, in certi aspetti, coincide con quella che il MIUR ha codificato non in modo definitivo, se ancora - come mi suggerisce Luciano Corradini - continua il torrente di iniziative ministeriali per realizzarla nel disegno organico più completo. La mia proposta è un'ipotesi sperimentale che ciascuna istituzione può realizzare nell'ambito dell'autonomia didattica; è una speranza per i giovani nel caso fossero supportati dalla rete dei genitori, dei docenti e dei volontari in dialogo per costruire una società sulla misura della dignità e a prescindere dal colore della pelle, della religione professata e della cultura di appartenenza..." -
Felix e la gatta di Montaigne. Scritti di vita civile cosentina
In ""Felix e la gatta di Montaigne"""" sono ricordati alcuni significativi episodi, dalla prima infanzia alla giovinezza dell'autore, dagli incontri con persone semplici ma di nobili sentimenti alle frequentazioni con artisti, scrittori, poeti e docenti che lo hanno arricchito spiritualmente ed umanamente. Vivendo poi a Cosenza alcuni momenti sono stati oggetto di osservazioni e polemiche non infruttuose, offrendo l'opportunità di riflettere sulla storia con le sue manifestazioni sempre imprevedibili ma ricorrenti che, a quanto pare, nulla o poco hanno insegnato."" -
L'anima e l'azione. Scritti su cinema e teatro
La prima antologia in italiano degli scritti di György Lukács sullo spettacolo riunisce le pagine più importanti della riflessione del filosofo ungherese su alcuni dei nodi cruciali delle estetiche novecentesche: la crisi del dramma, la separazione tra forme teatrali e drammaturgiche, la nascita della regia, l’emergere delle esperienze postdrammatiche, l’origine e l’ontologia del cinema. Scritti nel corso di più di mezzo secolo, i testi di Lukács ripercorrono criticamente l’evoluzione dei cinema e del teatro nel passaggio dal classico al moderno, dalle rivoluzioni delle avanguardie storiche a quelle delle neoavanguardie. Messa da parte ogni lettura ideologica, attraverso un percorso di storicizzazione e riattualizzazione, il volume offre al lettore uno strumento indispensabile di comprensione del presente, riscoprendo la straordinaria, e per certi versi sorprendente, modernità del pensiero di Lukács. -
La notte della città. Storie di ordinaria collusione e tre scioglimenti
Lamezia Terme, una cittadina come tante del Mezzogiorno d'Italia. Alle notevoli potenzialità di sviluppo e ai numerosi beni paesaggistici e culturali, fa da contrasto una forte e sempre più preoccupante presenza criminale, diffusa e radicata nel tessuto economico e istituzionale, che ne ostacola la crescita e ne compromette il futuro. Tanto che a fine 2017 il Comune di Lamezia ha conosciuto il terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Il libro racconta la storia degli ultimi 30 anni di Lamezia Terme nel tentativo di chiarire cause e responsabilità dell'infiltrazione dei gruppi criminali nelle istituzioni. Nell'analisi, Lamezia diventa occasione di studio per individuare possibili vie d'uscita dalle collusioni affaristico-mafiose e riprendere un cammino di civiltà e giustizia. A partire da alcune proposte per migliorare la legge 221 sullo scioglimento dei consigli comunali e dalla riflessione sulla necessità della partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica, l'autore richiama tutti alle proprie responsabilità. In questo la Scuola, la Chiesa, lo Stato, i mass media e tutti i cittadini devono fare molto di più di quanto stanno facendo. Prefazione di Attilio Bolzoni. -
Amare Pavese
Cesare Pavese. Uno scrittore che ha attraversato le malinconie dell'amore in un vissuto di esistenze e di parole. Lo scrittore che non ha mai creduto nel realismo, e non credendoci, non lo ha mai accettato sia nel linguaggio che nelle forme. La metafora di Leucò è una costante nei suoi scritti. Uno scrittore osteggiato e, anche, temuto perché la sua poesia e il suo romanzo hanno fatto scuola, ovvero hanno creato degli indirizzi letterari, metaforici e linguistici sul filo di una profonda metafisica in linea con la grecità dell'ulissismo e dei simboli. Il racconto di Pavese di Pierfranco Bruni è un percorso in cui gli archetipi della sua infanzia ritornano costantemente a fare luce all'interno della sua inquietudine - foresta. Si racconta degli amori e, in particolare, d Constance Dowling, il suo ultimo amore, che darà i versi di ""verrà la morte..."""". Una originalità straziante che Bruni mette in evidenza attraverso un sostegno mistico e antropologico - umanistico di un Pavese che tenta di percorrere i labirinti dell'anima. Pierfranco Bruni è convinto, e in questo lavoro è sottolineato, che il Novecento letterario, nella sua complessità, si apre con D'Annunzio e si chiude con Pavese. Un viaggio tra l'estetica e il mito in una saggezza tra Mediterranei e Oceani. In questo navigare il linguaggio pavesiano si incontra, soprattutto, la differenza tra il senso di disperazione e di tragico, il cui centro è dato dalla conoscenza profonda di Nietzsche, sul quale Pavese ha dedicato molto suo lavoro. Cesare Pavese era nato a Santo Stefano Belbo il 9 settembre del 1908. Muore, suicida, il 27 agosto del 1950."" -
Fata Morgana Web 2018. Un anno di visioni
Da ""Dogman"""" di Garrone a """"The Post"""" di Spielberg a """"Loro"""" di Sorrentino, dal """"nuovo"""" film di Orson Welles, """"The Other Side of the Wind"""", ai film di Eastwood, Polanski, Anderson, Soderbergh, Rohrwacher e Martone, da serie tv come """"Gomorra"""" e """"The Americans"""" a due speciali, uno sui film del Sessantotto e un altro, cuore del presente annuario, dedicato al cinema italiano contemporaneo, questo volume racconta tutto ciò che di importante e degno di memoria è apparso sugli schermi del cinema, e non solo, nel 2018."" -
Aspersa
"Bianca, figura centrale di Aspersa, ama memorizzare i luoghi e le persone nei loro spostamenti. La sua passione, a partire dai dodici anni, 'dopo aver fatto gavetta con scatti esclusivi e unici conservati gelosamente nella sua mente, vasta e piena di ricordi, suggestioni, odori, musica', trova naturale applicazione nella macchina digitale. Bianca vive nel centro storico di Cosenza e di questo luogo 'unico' coglie, con autentico candore, la calda, difficile dolente umanità. Il centro storico finisce per essere coi sui umori, odori, sapori il vero protagonista del romanzo. Stefania Chiaselotti 'ferma' Cosenza 'vecchia' nella sua dimensione materiale e immateriale in pagine che - grazie ad uno stile tutto suo - diffondono una malinconia energetica, che avvince e intriga."""" (Enzo Ferraro)" -
Stoccatùri
"Le storie trattate nel libro """"Stoccatùri"""" mi sono state raccontate da persone che ho incontrato nel piccolo borgo dove sono nato, Petronà. Si tratta di gente semplice ed umile, abituata ad una vita segnata da pesanti lavori e tante privazioni, impegnata ogni giorno a procurarsi solo ed esclusivamente il poco di cui vivere. Uomini e donne di cui si è ormai persa la memoria, viaggiatori instancabili fra Sila e marina, spesso con carichi enormi sulle spalle o - come usavano le donne - sulla testa. Gente di un tempo che non tornerà mai più, o che forse è prossimo a tornare. Persone che collaboravano per alleviare i disagi di una vita vissuta in assenza di ciò a cui oggi nessuno saprebbe rinunciare: le comodità. Per quel popolo di dimenticati esistevano solo le scomodità! Niente petrolio o energia elettrica, quindi niente motori, automobili, luce elettrica, acqua corrente calda e fredda, niente tv, telefonino e tutte le odierne tecnologie che ci hanno reso diversi dai nostri predecessori ai quali per vivere bastavano l'acqua, l'aria, madre terra e quattro stoccatùri.""""" -
Una voce nel vento
Una storia come tante... di quelle che non hanno la forza di imporsi e scivolano tra la disattenzione o l'indifferenza. Ma è la storia di una vita piena di ansie, timori, aspirazioni giuste o sbagliate. L'autore tenta di trattenere una voce perché non si disperda nel vento. -
Il mio secondo manifesto della pittura mineralica
«Il manoscritto del Secondo Manifesto della pittura Mineralica era già pronto nella stesura definitiva da parecchi anni, ma mio marito esitava a pubblicarlo. In seguito vi ha aggiunto come prima parte ""Riflessioni preliminari utili per il lettore che si accinge a leggere questo Secondo Manifesto"""", decidendo finalmente di darlo alle stampe per consentire al lettore di fare un passo avanti rispetto al primo libro “Confronto (sottotitolo: La giovane pittura calabrese)”, e puntare lo sguardo con maggiore attenzione sulle origini esulI' essenza di questo nuovo stile, tutto calabrese, nato nei primi anni '60 a Catanzaro Marina ad opera di mio marito e di Pino Masci, e che via via ha raccolto il consenso di altri pittori del luogo.» (Dalla presentazione di Maria Elidia Docimo)""