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Cuore del Sahel
Faydé ha preso la sua decisione. Andrà a Maroua, a servizio nella casa di qualche fulani benestante, come hanno fatto le sue amiche, che tornano al villaggio per le festività ben vestite e cariche di doni per le proprie famiglie. Per sua madre, Kondem, la sola idea è insopportabile. Lei sa bene che vita fanno le domestiche in città, e non vuole che sua figlia sperimenti sulla propria pelle la stessa sofferenza e la stessa umiliazione che l’hanno fatta tornare in montagna giurando: mai più. Ma Faydé la riporta alla realtà: che futuro ci può essere dove la terra è arsa, i raccolti sempre più scarsi, la sicurezza minata dall’incalzare dei miliziani di Boko Haram? Il marito di Kondem, Douala, è sparito, nessuno sa dove sia, se rapito, arruolato, oppure morto, e Kondem ha dei figli da sfamare. Col cuore pesante, non può che lasciarla andare. Faydé è sveglia e impara presto, soprattutto la legge antica che governa le relazioni sociali fra i padroni e la servitù: «una domestica resta una domestica, anche se fa un buon lavoro e viene apprezzata. Non farà mai parte della famiglia», le rammenta l’amica Bintou. Con coraggio e intelligenza pian piano trova il suo posto e impara a difendersi dagli occhi che la scrutano e dalle mani che la cercano come una potenziale preda. Il vero pericolo si annida però dentro di lei, in una passione tanto travolgente quanto impossibile che vince la sua anima ancora pura. E lì, a Maroua, persino l’amore più sincero parla la lingua dell’esclusione e del determinismo sociale. Con la scrittura limpida che l’ha rivelata al grande pubblico con Le impazienti, Djaïli Amadou Amal ci consegna un altro potente ritratto femminile e ci conduce per mano in un viaggio al termine di una notte lunghissima e impenetrabile. Ma, nonostante tutto, all’orizzonte scorgiamo una luce di speranza, di fiducia nella forza inesauribile che ciascuna donna sa trovare dentro di sé. E che può cambiare le cose, persino nel cuore spietato del Sahel. -
Come non perdersi in un bicchiere d'acqua
Quando Cara Romero perde il suo posto in fabbrica a causa della Grande Recessione, ha ormai più di cinquant’anni e deve, una volta ancora, ricominciare tutto daccapo. Costretta alla trafila degli uffici di collocamento, in una torrenziale confessione riversa la storia della sua vita su un’anonima consulente del lavoro: le turbolente vicende sentimentali; la nostalgia per la Repubblica Dominicana da cui è fuggita; le relazioni in un condominio newyorkese assediato dalla gentrificazione; la lotta continua per sopravvivere alle difficoltà economiche e alla burocrazia americana. La fiducia in el Obama e nei pastelitos come strumenti per appianare ogni difficoltà e dirimere i conflitti (e quando sembrano non bastare, ci sono sempre le carte e gli oroscopi). I rapporti con la vicina Lulu e la sorella Angela, intensi, litigiosi, indissolubili. E, infine, il tormentato legame con il figlio Fernando, che porta all’estremo il suo viscerale senso materno e la sua capacità di accettare e accogliere l’inconcepibile. Cara si rivela ai nostri occhi come una creatura irresistibile, candida e saggia come può esserlo solo una donna che ha molto sofferto, conservando intatto l’amore per la vita: una combattente che, con l’unica arma di una sapienza antica, ingenua e tutta femminile, tiene miracolosamente la testa a galla nelle acque più tempestose. Senza mai perdere il sorriso. -
Filosofia del suca
Lo ha pensato ogni filosofo, anche se magari non lo ha detto (o lo ha detto in un'altra lingua): suca. Si tratta infatti dell'argomentazione filosofica per eccellenza, perché ha molti significati e si può dunque inserire con profitto in diversi sistemi concettuali. Nel corso della storia, è stata capace di ispirare a Cartesio la prima (e migliore) versione del suo celebre Cogito. Di sedurre Wittgenstein con la sua nitidezza, che si avvicinava al sogno di una lingua perfettamente aderente alla realtà («Su ciò di cui non si può parlare: suca»). E non si tratta solo di un concetto centrale per la cultura del passato, ma anche di uno strumento per disegnare un futuro di armonia tra i popoli. Francesco Bozzi, siciliano e quindi filosofo, affronta in questo libro l'impresa di sviscerare le varie anime del suca, restituendone le molte sfumature ideali e sociali, storiche e psicologiche. Lo fa rinnovando la grande tradizione del dialogo filosofico, con buona pace di Platone. E con rigore concettuale e vis umoristica ci accompagna alla scoperta di una parola magica che ha cambiato la storia e può cambiarci la vita. -
Sarabanda
Quando, un lunedì di ottobre, il mercante d'arte Bastien Scorff sale a bordo di un aereo per Brest, mille pensieri affollano la sua mente. «Non si è mai al riparo da un miracolo»: così commenta, tra sé e sé, l'invito ricevuto via telefono da un certo Abraham Kerven ad andare a valutare niente di meno che... un Gauguin! Il possessore del dipinto è stato molto vago rispetto alle circostanze che gli hanno consegnato tra le mani questa enorme fortuna. Non ha mandato foto, né si è diffuso in dettagli: ha parlato di un «bene di famiglia» e ha richiesto massima discrezione. Bastien è intrigato: se fosse davvero un originale del maestro, avrebbe risolto tutti i suoi problemi e ripianato i debiti. L'occasione è ghiotta, vale la pena di andare a vedere. «Due cosce aperte su una superficie blu, un blu cobalto, simile a un cielo saturo», un omaggio all'Origine del mondo di Courbet: raffigura senza veli un'antenata dei Kerven, Marie-Jeanne Henry, soprannominata Marie la Bambola. È la locandiera di Pouldu, ritrovo di tanti artisti dell'epoca, amante segreta di Gauguin nonché bisnonna dei gemelli Kerven, il cui onore sarebbe stato tutelato nascondendo l'osceno ritratto. Questa è la storia, secondo i proprietari. La firma sembra originale, e il dipinto è sconvolgente. Bastien è combattuto fra il sospetto che nutre per i due fratelli e il desiderio di concludere il più grande affare della sua carriera. Ma mentre, tornato a Parigi, fa le sue prime mosse, la riapparizione del dipinto scatena una serie di conseguenze incontrollabili, come un invito al ballo in una danza in cui i confini tra vero e falso sfumano, le figure si scompongono e ricompongono con furia indiavolata e tutti perdono l'orientamento per fermarsi, alla fine, senza più fiato. Nella Sarabanda di Jean-Luc Coatalem il noir e il grottesco, il pittoresco e l'inquietante si confondono con le atmosfere della lontana Bretagna: una terra dall'aspro esotismo, che prende voce attraverso un coro dissonante di personaggi ambigui e sfuggenti, lanciati in una folle corsa verso il proprio destino. -
L' ebrea errante
Beatrice de Luna Mendes, nata in Portogallo nel 1510, avrebbe potuto essere solo la moglie, assai benestante, di un commerciante di spezie di successo, Francisco Mendes, ebreo «marrano» convertito per aver salvi vita e beni, come tanti in quel tempo fosco di battesimi forzati e condanne per eresia, roghi di sinagoghe e autodafé. Ma quando il marito muore, e lei si trova a gestire la sua immensa fortuna per conto della figlia Brianda di appena sette anni, la vita della donna cambia. Deve dissimulare la sua vera fede, difendersi da chi vorrebbe approfittare di una donna sola, prendere in mano la responsabilità dell’impresa di famiglia, e non solo: decide che porterà avanti anche l’attività più segreta dei Mendes, usando il denaro e il potere di cui dispone per cambiare il destino di altri ebrei perseguitati, meno fortunati di lei. Dapprima si trasferisce nelle Fiandre, dove la stretta dell’Inquisizione è meno forte. Poi, nell’Europa sconvolta dalle guerre di religione, affronta una vita vagabonda: da Anversa a Venezia (dove riprende il suo nome, Grazia Nasi, che le era stato tolto con la conversione), a Ferrara, ad Ancona e infine a Istanbul, dove diventa una figura di rilievo presso la corte di Solimano il Magnifico. Edgarda Ferri anima la storia di una donna libera, disegnandola contro lo sfondo fastoso e fosco del Cinquecento europeo, arricchendola di dettagli in un racconto dagli orizzonti larghi, pieno di profumi, atmosfere e avventura, sfolgorante di coraggio. -
Agnus Dei. Gli abusi sessuali del clero in Italia
Negli ultimi decenni gli abusi sessuali del clero sono stati occasione di scandalo in quasi tutti i paesi cattolici, che hanno avviato inchieste indipendenti per misurare l'ampiezza del problema. Solo in Italia e in Spagna le conferenze episcopali si rifiutano di collaborare, all'interno di una Chiesa in cui l'abuso è tuttora considerato una trasgressione del sesto comandamento senza tuttavia che il diritto canonico ne consideri l'effetto e le conseguenze per le vittime. Le autrici di questo libro, redattrici o collaboratrici di «Donne Chiesa Mondo», mensile dell'«Osservatore Romano», per la prima volta cercano di capire la situazione italiana, confrontandola anche con quella degli altri paesi, a partire dall'unico archivio sugli abusi disponibile in Italia, quello della «Rete L'Abuso», fondata e diretta da una vittima. Ne emerge un quadro molto preoccupante, di fronte al quale la Chiesa sembra non muoversi. Quali sono state le posizioni dei papi degli ultimi anni, Benedetto XVI e Francesco? E da dove possiamo ripartire? Occorre anzitutto l'esplicita condanna degli abusi e un ripensamento della sessualità, cui segua una riconciliazione con le vittime che passi anche da indennizzi economici per aiutare le persone a ricostruire la propria integrità. Solo così la Chiesa potrà riacquistare credibilità di fronte ai fedeli. -
Al di sopra della legge. Come la mafia comanda dal carcere
Nel giugno del 1992, sull'onda dell'emozione e dello sdegno per la strage di Capaci in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone, il Parlamento adottò un nuovo regime di restrizione per i detenuti di mafia. Un passo decisivo ma anche l'inizio di un braccio di ferro tra Stato e mafia che è tutt'altro che finito. Sebastiano Ardita, magistrato in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata, per nove anni al vertice del dipartimento penitenziario, ci accompagna in un viaggio che è una preziosa testimonianza personale e un originale racconto dietro le quinte di vent'anni di giustizia - e ingiustizia - in Italia. Come è cambiata la mafia in questi anni? E chi comanda davvero dietro le sbarre? Come è possibile che si verifichino episodi come le rivolte incendiarie del marzo 2020, con decine di morti ed evasi e scarcerazioni di boss in circuiti di alta sicurezza? E perché potrebbe succedere di nuovo? L'autore ripercorre l'evoluzione della lotta a Cosa Nostra, ricorda il sacrificio dell'agente di custodia Giuseppe Montalto e il suo incontro in carcere con Bernardo Provenzano, spiega la strategia dei Graviano e fa luce sul potere dei leader mafiosi più irriducibili. Ma il suo è anche un atto di accusa sui limiti della classe politica e sulla condizione delle nostre prigioni che sono, ancora troppo spesso, i luoghi in cui comincia una carriera criminale. -
La vita lunga. Lezioni sulla vecchiaia
Hanno pagato «il prezzo più alto» non solo a causa della pandemia, ma anche di una cultura della produttività che li considera troppo spesso un peso. Ma gli anziani, secondo il papa, sono invece «una benedizione per la società». Con diciotto catechesi qui raccolte per la prima volta Francesco ha sviluppato un nuovo importante percorso di riflessione interamente dedicato al senso e al valore della vecchiaia attraverso la parola di Dio, da Genesi ai Vangeli, per spiegarne la ricchezza e trasmettere «saggezza all’umanità». Quello del pontefice è un autentico appello alla riscoperta dell’arte di invecchiare. Perché non può essere solo una questione di «piani di assistenza», ma di «progetti di esistenza» per un’età della pienezza e dell’apporto gioioso. Al centro di queste «lezioni» è il rapporto intergenerazionale, una questione di primo piano in quest’epoca segnata dal calo demografico. Gli anziani sono «un vero e proprio nuovo popolo», osserva il papa, «mai siamo stati così numerosi nella storia umana», eppure «il rischio di essere scartati è ancora più frequente». Ma non ci si può limitare al cambiamento quantitativo, è in gioco «l’unità delle età della vita», ossia «il reale punto di riferimento per la comprensione e l’apprezzamento della vita umana nella sua interezza». Il nuovo libro del pontefice è accompagnato dai suoi più rilevanti interventi sul tema e presentato da Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, che delinea un vero e proprio itinerario storico e culturale nel valore della vecchiaia. -
La mia Babele
Una nascita rocambolesca, un battesimo in articulo mortis che gli regala almeno tre nomi, un’infanzia da predestinato alla gloria in quanto figlio unico, un difficile apprendistato da «sardoparlante» (per di più con gli occhiali) nella scuola di lingua italiana, una precoce lettura del Conte di Montecristo senza sapere cosa fosse un abate... La storia del protagonista di questo libro, che forse ne è anche l’autore, è segnata da un’incessante lotta con l’angelo, e l’angelo è il linguaggio. Inutile stupirsi se, dopo un breve e infelice passaggio a Medicina, la scelta sarà laurearsi in Italianistica, in una Bologna illuminata dalla predicazione laica di Ezio Raimondi, per poi diventare scrittore, per di più tradotto all’estero. Si aprono così le porte di una Babele popolata di esseri strani, i traduttori, il cui compito preciso sembra essere travisare ciò che scrivi, ma nel modo giusto: perché tradurre significa tradire, per far vivere il testo non solo in un’altra lingua ma in un’altra cultura. E il testo, si suppone, ringrazia; ma l’autore? La vita diventa letteratura, che a sua volta innerva la vita: accade nelle pagine di questo memoir letterario in cui si rincorrono ricordi d’infanzia e storia sociale, incontri e autoanalisi, avventure in terra italiana e straniera e riflessioni attraverso le lingue, non solo d’Europa. In un racconto che per esser vero non è tuttavia meno apocrifo, Marcello Fois conduce il lettore all’appuntamento più importante, quello con la parola giusta, capace di illuminare una pagina come una vita.Proposto da Elisabetta Mondello al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:rn«Un memoir intenso e autoironico che, fin dalle prime pagine, coinvolge il lettore in una riflessione profonda sulle parole e sulla scrittura. Sulla difficoltà a trovare una voce, un lessico, un modo per raccontare ciò che si sente e si vuole comunicare. Per tutti concretizzare un’emozione o un pensiero in una frase, cioè tradurre sé stessi in parole, è un percorso da costruire nel tempo. Ma per il protagonista dei primi capitoli del libro, il Fois bambino e poi adolescente cui la sorte, fin dalla nascita, sembra riservare non scorciatoie ma complicazioni, l’operazione di traduzione diviene più complessa: è «sardoparlante», cresciuto in una lingua madre forte. Per lui, la conquista delle parole per raccontarsi vuol dire anche apprendere una seconda lingua, l’italiano, acquisire un vocabolario, una struttura di pensiero, una sintassi. Popolato dai personaggi centrali nella vita di Fois e nel mondo della cultura e dell’editoria del secondo Novecento – Ezio Raimondi, Piero Gelli, Giulio Einaudi -, La mia Babele è un memoir brillante ma intenso che si fa romanzo di formazione e romanzo picaresco, attraversando i vari territori emozionali del lavoro letterario, dalla felicità per la conquista delle parole all’ansia per un loro possibile stravolgimento nelle traduzioni straniere, oggetto della seconda parte del libro, dedicata al mondo della post-scrittura.» -
I milanesi si innamorano il sabato
Questa storia si apre con una donna nuda, morta con la cintura di un accappatoio attorno al collo, ma che non è detto sia stata strangolata. Continua con un sospettato mezzo siciliano, mezzo tunisino e mezzo croato, misterioso per intero. Si inoltra in un'operazione di contrasto al narcotraffico, che potrebbe essere legata al delitto ma anche no. Insomma: è una storia in cui quasi niente è come sembra. Poche le certezze, per il puntiglioso ispettore Giovanni Armani e l'acido procuratore Giacomo Cacciaguerra, che indagano sull'omicidio a fianco - ma preferirebbero starne ben lontani - del disastroso ma inspiegabilmente fortunato agente Salvo Buonfine. E pensare che Armani, quando in seguito a una tragedia sul lavoro ha dovuto farsi trasferire da Milano, aveva pensato che la questura di Como, città d'origine della sua famiglia, sarebbe stata un porto tranquillo. Eppure, forse, tra i colpi di scena di un'investigazione complicata si nasconde anche un colpo di fulmine. Dopo la fortunata tetralogia riminese con protagonista Costanza Confalonieri Bonnet (che torna in un prezioso cameo anche in questo nuovo romanzo), Gino Vignali cambia atmosfere e personaggi ma mantiene intatti il tono scanzonato e il ritmo incalzante che contraddistinguono i suoi gialli. Suspense, erotismo, umorismo sono gli ingredienti vincenti di un romanzo che, giocando abilmente con dubbi e ossessioni, incertezze e desideri, incanta il lettore in un riverbero di luci e ombre. Come l'acqua del lago, quando sembra calma ma non lo è. -
Dicerie della notte
Un fiume che scorre, come il tempo, che trascina via tutto: i giorni, i ricordi, in questo caso anche un uomo e la sua vita. Il fiume è il Tevere e il corpo che si è impigliato tra la vegetazione accanto alla banchina è quello del professor Valerio Borromeo. A trovarsi coinvolto in un'indagine involontaria è un suo ex studente, Gregorio: magistrato a Roma, attraversa un periodo di crisi personale e professionale, tra la separazione che lo ha costretto a tornare a vivere con il padre e un caso mediatico e giudiziario che rischia di rovinargli la carriera. Sulle prime, l'inchiesta sulla morte del suo ex insegnante di filosofia - omicidio, suicidio o incidente? - è un'occasione per sfuggire a un presente che lo preoccupa. Ma il passato in cui viene trascinato è quello dell'anno della maturità e in particolare di una notte che gli ha cambiato la vita, tingendogli di bianco i capelli all'improvviso e stringendo il nodo da cui, forse, ogni possibilità di felicità è stata soffocata. È ancora possibile sciogliere quel nodo? Gli incontri con i suoi amici di una volta - Flaminia, affascinante e capricciosa, e Paolo, brillante e ombroso - non aiutano a risolvere il dilemma. Né a capire cosa sia successo davvero, chi ci fosse su quella banchina, la notte in cui il professor Borromeo è caduto nel fiume. Questo romanzo è un giallo dell'anima prima che dei corpi. Un'indagine, sì, ma sul tempo: sugli amori che non riesce a corrodere, sulle ferite che non è in grado di rimarginare, sul modo in cui torce e sfuma la memoria. Perché il tempo non è un fiume: forse, piuttosto, è un gorgo. -
Cuore di lupo
Huan è un cucciolo di lupo, e non un cucciolo qualsiasi: nonostante il suo aspetto un po' bizzarro, con quelle orecchie troppo lunghe e il muso troppo corto, sa di essere nato per diventare capobranco, come suo padre. Ma quando le fiamme di un incendio si portano via la sua famiglia, deve cavarsela da solo. Proprio nel momento del massimo pericolo, a salvargli la vita è un misterioso esemplare di un'altra specie: è femmina, priva di pelo, sposta gli oggetti usando strani artigli e cammina su due zampe soltanto. Nessuno dei suoi simili, da quelle parti, ha mai visto una ragazzina. Tuttavia, in quella strana creatura Huan intravede qualcosa che gli è molto familiare, una solitudine che viene da dentro, una sottile estraneità. Il sentimento di chi è nato per cambiare qualcosa nel mondo che lo circonda. Per un po' i due vivono insieme, ma quando si imbattono nel Branco della Rupe Nera, Huan deve tornare con la propria specie: non solo per salvare la vita alla sua nuova amica, ma anche perché così vuole la natura. Gli uomini con gli uomini. I lupi con i lupi. Nei mesi che seguono, il cucciolo affronta le prove e gli scontri necessari per crescere e diventare il migliore tra i suoi simili, ma non riesce a dimenticare la ragazzina. Le specie a cui appartengono sono nemiche, ormai lo ha capito, eppure tra loro due si è forgiato un legame troppo forte e vero per potersi spezzare. Tra battaglie con i branchi rivali e lotte per il potere, tradimenti e amicizie, morte e redenzione, si dipana in queste pagine una delle storie più antiche del mondo: l'alba dell'alleanza tra gli esseri umani e i cani. Un'epica potente; la storia di un amore che si fa scelta, evoluzione e destino. -
È quando sogni
Dalle carte di Walter Bonatti riemerge una singolare raccolta di citazioni da lui trascritte nel corso di una vita, riguardanti i temi che più gli stavano a cuore: l’avventura, la natura, la montagna, la dignità, la forza, l’amarezza, la solitudine… Perle estratte dai propri libri e da quelli degli autori più amati (e non solo), frasi colte al volo, descrizioni piene di poesia: gli spunti e le suggestioni che hanno ispirato la vita e la scrittura del grande alpinista. È quando sogni disegna un viaggio dentro lo studio e la biblioteca di Bonatti, alla scoperta di chi e che cosa seppe emozionarlo. Riusciamo così a intravedere il suo laboratorio, ma anche qualcosa di più, perché in filigrana vi si leggono scorci di intimità, quasi un richiamo a quel diario che Bonatti non tenne mai. I mille brani qui selezionati sono organizzati in un “dizionario” che alterna le parole di Bonatti e quelle degli altri autori. Ne risulta un dialogo a distanza, in cui frammenti che appartengono a personaggi e storie differenti si inanellano nel racconto di un’unica, straordinaria avventura del corpo e della mente. -
Sulla roccia. La mia montagna di parete in parete
Anna Fleming comincia ad arrampicare nel 2008, diciottenne, sui muri di una chiesa sconsacrata di Edimburgo. La parete indoor trasforma il suo corpo in una rete di muscoli, membra, sensi, nervi, cellule e neuroni; un «essere attivo, capace di pensare e di sentire». Ma è soltanto con la scoperta della roccia che il climbing assume per lei una dimensione esaustiva che la mette in piena comunicazione con il proprio sé e con la natura che la circonda. Da principiante terrorizzata a fortissima prima di cordata, la sua storia ci accompagna, parete dopo parete, nella scoperta della consistenza e della «personalità» delle diverse formazioni geologiche: dal gritstone del Peak District e dello Yorkshire al basalto e al gabbro dell'isola di Skye, dall'ardesia del Galles del Nord all'arenaria della Scozia più impervia. Ogni paesaggio, e ogni tipo di roccia, rivela sfide e piaceri unici: il viaggio di Anna è un percorso di formazione, di affinamento delle sue capacità, alla ricerca del senso autentico che si manifesta nell'immersione nella grandiosità della natura. ""Sulla roccia"""" è ben più che un libro epico sull'arrampicare. Al racconto «sportivo» dei successi, dei pericoli, delle difficoltà e degli incidenti che fanno parte dell'esperienza di ogni climber, Anna Fleming affianca un punto di vista, un sentimento tutto femminile che ci porta dentro la «rivoluzione» rappresentata dalle donne, con il loro stile e le loro qualità specifiche, in un mondo tradizionalmente declinato al maschile. Lo slancio poetico della sua scrittura ci restituisce con intensità l'esperienza totale dell'essere a tu per tu con una dimensione infinitamente più antica e più vasta dei muscoli e della mente che tentano di dominarla."" -
Volodymyr Zelensky. Nella mente di un eroe
Dalle 6 del mattino del 24 febbraio l'immagine del presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky è indissolubilmente legata ai suoi pantaloni kaki, alla maglietta militare, alla faccia mal rasata esibita in video dalla sua residenza di Bankova, a Kyïv, da dove non si è mosso dal giorno in cui l'esercito russo ha varcato i confini della sua Ucraina, additandolo come l'«obiettivo numero uno» e trasformandolo nel capo militare di un Paese in guerra. Zelensky ha incitato i suoi cittadini con parole roventi: «Putin ha dichiarato guerra all'Ucraina e a tutto il mondo democratico. Vuole distruggere il mio Stato, il nostro Stato, tutto ciò che abbiamo costruito, tutto ciò per cui viviamo. Mi rivolgo agli ucraini e in particolare ai soldati: siete coraggiosi, indistruttibili, siete ucraini». E così Zelensky è diventato l'incarnazione dell'eroismo e della resistenza di un popolo intero, che combatte una battaglia tra la vita e la morte per la propria libertà. Dall'inizio delle ostilità Zelensky si è allontanato da Kyïv una sola volta: per andare a Buca, e i suoi orrori lo hanno invecchiato di vent'anni. Il comico che ha conquistato la celebrità nelle vesti di Vasilij Goloborod'ko, il professore di storia che è diventato presidente nella serie Servant of the People, ha sulle proprie spalle l'esito di una partita sanguinosa e decisiva, e ne sente tutto il peso. Per drammatica ironia della sorte, lui che aveva fatto ridere fino alle lacrime i suoi compatrioti si trova a essere protagonista dell'unica scena della serie che non era ancora stata girata: la guerra in cui è stato trascinato da Putin. Soltanto che ora è tutto terribilmente reale. In Volodymyr Zelensky. Nella mente di un eroe, Régis Genté e Stéphane Siohan, giornalisti con una profondissima conoscenza del territorio e attualmente impegnati come corrispondenti dalla guerra in corso, ci raccontano la parabola di quest'uomo così fuori dal comune: nel suo finale si scrive il destino dell'Ucraina, dell'Europa, di tutti noi. -
Un' Italia da vignetta
Dalla prima caricatura del re Vittorio Emanuele III, disegnata a cinque anni di età, ai ritratti satirici dei governanti di oggi. Le vignette di Emilio Giannelli raccontano ogni giorno lo spirito e il costume degli italiani, della loro classe politica, il populismo, la crisi dei partiti: sempre con la chiave dell'ironia, del sarcasmo, della battuta fulminante e di quel mondo visto con l'occhio della gente comune. Questo libro raccoglie i disegni più belli e recenti, con molti inediti, di una carriera iniziata al «Travaso» prima di conoscere Forattini che lo portò a «Repubblica» e di passare poi al «Corriere della Sera», con cui collabora da oltre trent'anni. E per la prima volta il grande caricaturista, senese della Contrada del Drago, racconta anche sé stesso e come sono nate le sue vignette e i suoi personaggi, gli incontri, il carattere, i piccoli segreti, i colpi messi a segno e i tentativi di censura nell'arco di una vita, passando dal Quirinale a Palazzo Chigi, dal Parlamento ai grandi fatti di cronaca. Grazie alla penna complice e brillante di Paolo Conti, Giannelli ripercorre un pezzo di storia del Paese tra satira e cronaca, costume, giornalismo e politica. Prefazione di Luciano Fontana. -
Fate i cattivi
Il protagonista di questa storia è un bambino di nome Filippo. Un ragazzino così povero, ma così povero che per risparmiare tutti lo chiamano semplicemente Pippo. Alle soglie dell’ennesimo Natale in cui si prevedono pochi regali, lui e i suoi fratelli, Peppe, Ciccio e Carletto, studiano un piano perfetto. Uno stratagemma ingegnoso per riuscire ad accaparrarsi una montagna di carbone da vendere al mercato per diventare miliardari: fare i cattivi. «Sì, ma attenti! Non basterà certo una cattiveria da niente! Bisogna essere cattivissimi! E sarà pure divertente, mi sa.» Una favola di Natale che con sensibilità e leggerezza svela le nostre contraddizioni, stupisce, diverte e ci regala un lieto fine che scalda il cuore. -
La casa del padre
La casa del padre nasce da una pagina bianca. Quella su cui è arenato Ismael, scrittore di successo che non riesce più a trovare ispirazione. All’impasse creativa si aggiungono i fantasmi ridestati dalla convivenza con il padre: Ismael è costretto a entrare, recalcitrante, in un regno popolato da silenzi che riprendono voce, gli scavano dentro, come quegli spari in montagna che continua a sentire nella testa. Atti mancati, bugie gravide di conseguenze come nuvole nere che nessun vento disperde. A fianco di Ismael, paziente, servizievole, c’è sempre stata Jasone. Jasone così attenta, così brava a rivedere i suoi testi, sempre al suo fianco. Ma, ultimamente, nei suoi occhi si è accesa una luce diversa, ha sempre qualcosa da fare, qualche posto in cui andare, si muove nello spazio come se custodisse un segreto. È Jauregi, l’editore del marito e suo vecchio compagno di università, che ha fatto scoccare la scintilla, risvegliando una donna che sembrava sepolta, superata. E poi c’è Libe, la sua amica per la pelle: a differenza del fratello Ismael, è stata in prima fila nella militanza politica. Sembra guardare tutti dall’alto del suo ardimento, della sua coerenza, dell’impegno. Mentre Ismael osservava, da lontano, lei era dentro il conflitto basco. Ora è a Berlino, e convive con Kristin, sembra ancora sicura di sé, ma il ritorno alla casa del padre riaccende in lei paure che non sapeva nemmeno di provare. Karmele Jaio ci porta al cuore di un altro conflitto, antichissimo, sociale, esistenziale. Quello fra l’uomo e la donna, fra i ruoli, le posizioni, le reciprocità. Indaga sull’incapacità di mettersi l’uno nei panni dell’altra, e sulla meraviglia che accade quando i segreti uniscono, invece di dividere. -
Il desiderio di volare. Dedalo, Icaro e il terribile Minotauro
Margherita è una maestra mitica. Talmente speciale che i suoi allievi dicono abbia dei superpoteri. Presta attenzione a ciascuno di loro, nessuno escluso, ed è riuscita a far costruire una biblioteca con il tetto di vetro, da cui scrutare il cielo! Soprattutto, a Margherita piace raccontare tantissimi miti, i preferiti dei suoi studenti. Come quello del leggendario re di Creta, Minosse, circondato da sfarzo e bellezza. Del suo mostruoso segreto, l’esistenza del Minotauro, e dell’intervento di Dedalo, il migliore architetto di tutta la Grecia, per costruire un imponente labirinto in cui nasconderlo. Dell’indicibile sacrificio al quale riuscirà a scampare solo l’eroico Teseo con l’aiuto di Arianna. Di una tremenda vendetta e del destino di Icaro. -
Il miglior nemico di Roma. Storia dei Goti: rivali e alleati dell'Impero
Siamo abituati a leggere la storia dalla parte di Roma; qui per la prima volta il punto di vista è quello del popolo barbaro: dei suoi costumi, delle sue leggende, della sua cultura. Una storia affollata di protagonisti indimenticabili, dal «Piccolo lupo» che convertì i Goti al Cristianesimo, a Fritigern, prima alleato e poi nemesi dei Romani a Adrianopoli, per arrivare al loro grande capo, Alarico, che li porterà quasi per sbaglio a saccheggiare Roma. Quarant’anni di migrazioni all’interno dell’Impero trasformeranno i Goti: sempre sul filo del rasoio, finiranno per assomigliare ai loro vicini Romani, sviluppando al contempo una nuova civiltà romano-germanica. Un destino di grandezza sembra attenderli, ma un nuovo popolo si affaccerà alla storia con prepotenza per contenderne lo scettro.