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Alpini. Trincee, dolori e grandi gesta
La storia degli alpini comincia ufficialmente in una data precisa: il 15 ottobre 1872, con il decreto di costituzione firmato a Napoli dal re Vittorio Emanuele II. Ma è all’iniziativa di altri due personaggi che si deve il traguardo: il capitano di fanteria Giuseppe Perrucchetti e il ministro della Guerra Cesare Ricotti Magnani. Celebrati per le imprese militari come per l’impegno al fianco della comunità, amati per lo spirito di sacrificio come per l’inconfondibile penna sul cappello, gli alpini rappresentano un pezzo fondamentale dell’identità italiana. Il loro mito si diffonde con la Grande Guerra, consolidando nell’opinione pubblica alcuni dei tratti distintivi del corpo – resistenza di fronte alle difficoltà, tenacia, senso del dovere – e continua, con orgoglio, ancora oggi. Attraverso le grandi firme del «Corriere della Sera» e le voci di membri del corpo alpino, che in pace e in guerra si sono distinti e che a queste pagine consegnano la propria testimonianza, Alpini ripercorre una storia di cui, centocinquant’anni dopo, non si può che andare fieri. -
La ragazza perfetta
Cosa può spingere una donna di quarantasei anni a togliersi la vita, quando ha ottenuto tutto quello cui poteva aspirare? Una brillante carriera nel mondo della matematica, indicata dal padre e abbracciata con successo; un marito affettuoso che questo mondo condivide; un figlio prodigioso con cui scoprire la forma più profonda d’amore. Perché proprio lei, Adèle, che rifulgeva circonfusa di luce, stimata, adorata, rispettata persino su un terreno, quello scientifico, tradizionalmente dominato dagli uomini, ha deciso di spegnere la sua stella per sempre? Sembrava avere tutto, e invece, evidentemente, non aveva niente, niente che le rendesse almeno sopportabile la permanenza sulla terra. Con queste domande che le affollano la testa, Rachel ripercorre i momenti di un’amicizia totale, assoluta, che la lega a Adèle dall’adolescenza e si è sviluppata nel segno della contraddizione tra due ambienti sociali e due visioni del mondo: quella dei Deville, letterati di rango, che crescono Rachel a pane e Proust, e quella dei Prinker, di estrazione più modesta, nella cui casa la scienza impera con la pervasività quasi fanatica di un culto. La scelta di un indirizzo scolastico non è dunque banale: è una presa di posizione, una filosofia di vita, la premessa inderogabile per un futuro riconoscimento. Mentre Adèle eccelle, Rachel prova a inseguirla, fallisce, sceglie il silenzio. Esita, finché sarà il suo talento a scegliere per lei. La ragazza perfetta di Nathalie Azoulai è il romanzo di una doppia formazione, in cui rivalità e intima fusione si alternano in un corpo a corpo insieme tenero e violento. Due menti eccellenti e due sensibilità finissime si fronteggiano e si compenetrano, nell’aspra lotta che ogni donna affronta quando cerca il suo posto nel mondo. Soprattutto se è una donna eccezionale. -
Shackleton. Una biografia
Nel 1915 il tentativo di Ernest Shackleton di attraversare il continente antartico fallì prima di cominciare: la sua nave, Endurance, finì intrappolata tra i ghiacci del Polo Sud, i suoi uomini furono costretti a combattere una strenua battaglia tra la vita e la morte in uno dei luoghi più inospitali del pianeta, lontanissimi da ogni possibilità di soccorso. La sopravvivenza in condizioni proibitive e il salvataggio finale saranno ricordati come una delle imprese più epiche e inimmaginabili mai realizzate, e Shackleton guadagnò una fama più duratura di quella che gli avrebbe consegnato l’effettiva conquista dell’Antartide. L’aura mitica che circonda quella sfortunata spedizione non ha mai smesso di essere d’ispirazione, per esploratori che ne hanno ricalcato le orme e narratori che l’hanno ricordata in tutte le forme: Ranulph Fiennes ne offre qui un racconto da un punto di vista personalissimo e privilegiato, data la sua esperienza diretta in inferni simili: «nessuno dei biografi di Shackleton ha mai trascinato una slitta stracolma tra i pendii costellati di crepacci del ghiacciaio Beard - more, né attraversato distese glaciali ignote all’uomo, né marciato con i piedi in cancrena per migliaia di chilometri, a enorme distanza dal mondo civilizzato». -
Le monetine di Roosevelt. Una storia dell'umanità attraverso i vaccini
Pochi ricordano che l'uomo ebbe la meglio sull'epidemia di poliomielite anche grazie a un appello a donare pochi spiccioli, rivolto agli americani dal presidente Roosevelt. Lui stesso era costretto da quel male su una sedia a rotelle e la sottoscrizione, finanziando il vaccino antipolio, contribuì a una svolta nella storia della medicina. Ma non è l'unico virus che è stato arginato per merito di un vaccino, basti pensare al vaiolo e alla prima vaccinazione di massa imposta da Napoleone alle sue truppe. O agli studi di Pasteur sulla rabbia e ai vaccini contro tetano e difterite che seguivano la geniale intuizione di Edward Jenner di inoculare una piccola quantità di agente infettivo per conferire l'immunità. Molti dei pionieri della vaccinazione sono stati osteggiati o costretti a emigrare, per essere riabilitati solo in seguito. E pochi si soffermano su coloro che si sottoposero per primi al vaccino in assenza di garanzie sulla sua sicurezza ed efficacia. Ognuna delle vicende dimenticate che Giuseppe Remuzzi ricostruisce è stata un passo da gigante non solo per la sanità ma per la stessa evoluzione della specie. E senza quelle storie di fallimenti e successi non sarebbe stato possibile arrivare oggi in tempo record alla nuova frontiera del vaccino a mRNA contro il Covid-19 e le sue varianti con cui ancora ci confrontiamo. -
Il telaio magico. Brevi lezioni sul cervello
Nel grande affresco della Cappella Sistina dipinto da Michelangelo si trovano immagini che richiamano dettagli anatomici del corpo umano e in particolare del cervello. E proprio dalla possibile lettura di quei disegni del grande artista rinascimentale ha inizio il viaggio che compie Giulio Maira alla scoperta della bellezza di quel telaio magico che ci rende unici e diversi da tutti gli altri esseri viventi: un organo che non è sede solo dell’intelligenza ma dei nostri sensi e delle emozioni più profonde. Grazie alla sua lunga attività come neurochirurgo, l’autore ha studiato dall’interno misteri e meccanismi del funzionamento della «macchina più complessa dell’universo». E ci accompagna ora in quest’indagine che spazia dai sentimenti all’intelligenza artificiale, dalla percezione del bello alla felicità, dai neurotrasmettitori alla coscienza, dalla vita alla morte. -
Il gioco
Quando Rossella Catrambone, studentessa modello, scompare, è inevitabile che i sospetti si appuntino sui due ripetenti bulli dell’ultimo banco: Mansur detto Momo, italiano di seconda generazione, e Francesca, colonna dell’estrema destra del quartiere periferico di Torre Bruciata. I sospetti della polizia, si intende, ma non quelli del loro professore di lettere, Paolo Romano, che decide di aiutarli a scoprire la verità (e a restare fuori dalla galera). Ma i giorni passano, la ragazza non ricompare e si accumulano indizi inquietanti quanto stranamente letterari: una pista porta a Edgar Allan Poe, una a Giordano Bruno, una ai surrealisti... intanto, il professor Pastore, il complottista della scuola, è convinto che la chiave di tutto sia nascosta nei sotterranei del Vaticano e, quel che è peggio, lo dice in televisione. È solo l’inizio di una pericolosa caccia al tesoro a cui i tre saranno costretti a giocare in compagnia di strani alleati: una preside favorevole alle droghe sintetiche e un bibliotecario ex criminale. Li salveranno i libri, o sono proprio le parole a uccidere? Un giallo, un complotto, una commedia dal ritmo incalzante, un percorso scanzonato ma ricco di cultura tra le pagine, il pensiero e gli autori di un secolo di letteratura: questo romanzo multiforme è in se stesso un gioco. Libero, appassionato e imprevedibile, perché i libri non finiscono mai di sorprendere. -
Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato
Come in un vero e proprio «diario ritrovato» Vincent van Gogh ci racconta, giorno per giorno, le ultime settimane della sua vita trascorse nel villaggio di Auvers-sur-Oise, a nord di Parigi. Un’autobiografia ideale e poetica, fatta anche di tanti ricordi, in cui Marco Goldin presta le sue parole al grande pittore olandese, con un passo narrativo coinvolgente e sempre fedele alle fonti storiche e all’epistolario. La scena si apre il 15 maggio 1890, quando Van Gogh lascia ancora fresco sul cavalletto l’ultimo quadro a Saint-Rémy, in Provenza, prima di andare a Parigi dal fratello Theo. E prima di prendere il suo ultimo treno per Auvers. Da lì in avanti il racconto si snoda avvincente, tra le strade strette di quel villaggio, la casa del dottor Gachet, le distese di erba medica su cui galleggia il rosso dei papaveri, il fiume che scorre lento, la chiesa con un cielo smaltato di azzurro come una vetrata gotica. E infine i campi di grano come un appuntamento con il destino. Van Gogh in mezzo al giallo di quel mare, con le presenze evocate non solo di Theo ma anche di molti altri personaggi. Un romanzo struggente e stretto alla vita fino al limite estremo. -
La vita in tasca
Mattia vive a Milano con la madre, divorziata. Non va bene a scuola e ha smesso di impegnarsi, anche perché è entrato in un brutto giro: Jonathan, uno dei suoi compagni meno raccomandabili, lo ha preso sotto la sua ala protettiva e Mattia non è più una vittima di bullismo ma in compenso rischia di perdersi. Anche Malik vive con la madre, vedova, in Ghana. Lui a scuola ha tutti dieci e un talento per la matematica. Anche per questo è stato deciso che emigrerà dallo zio Zuri a Nizza: in Europa avrà un futuro migliore. Mattia e Malik, con i loro tredici anni diversamente problematici, hanno entrambi un viaggio da affrontare: per Malik è un pericoloso tragitto attraverso il deserto e poi per mare, accompagnato dai trafficanti di uomini. Per Mattia è un percorso incerto che deve portarlo a trovare un suo posto nel gruppo dei coetanei, una sua più precisa e vincente identità. Ai due ragazzi, con le loro ambizioni e paure, con le vittorie e le ribellioni della loro età, la vita ha riservato opportunità e sfide molto diverse. -
Una giornata particolare
Cosa provava Cristoforo Colombo il giorno in cui partì per andare oltre l’orizzonte? Cosa significava per Dante intraprendere un incredibile viaggio all’Inferno? Quando Spartaco decise di spezzare le catene che lo tenevano prigioniero? In quale modo San Francesco riuscì a convincere il Papa che non avrebbe distrutto ma salvato la cristianità? Dodici giornate memorabili, dodici eventi, dalla scoperta dell’America alla disfatta di Caporetto, dal processo di Artemisia Gentileschi alla strage di Capaci, che hanno trasformato l’Italia e il mondo intero. Per conoscere in un appassionante racconto le svolte principali della nostra storia e il coraggio delle persone che hanno saputo cambiarla. Storie scritte per i più giovani che ci restituiscono il senso e il valore della memoria. -
Le due mogli di Manzoni
Teresa non si sarebbe mai aspettata di innamorarsi di Alessandro Manzoni ancora prima di incontrarlo di persona. Eppure, non è tipo da perdere la testa facilmente: è una giovane vedova benestante con un figlio, una posizione sociale, una cultura che le permette di brillare nei salotti della Milano ottocentesca. Così quando anche lui rimane vedovo della prima moglie Enrichetta, stroncata dall’ennesima gravidanza, un amico devoto combina un incontro galeotto durante una prima della Scala. Le nozze si celebrano nel gennaio del 1837 ed è un matrimonio fin da subito pieno di passione, ma Teresa si ritrova matrigna di sette difficili figli di primo letto, nuora di una suocera impossibile e moglie di un uomo assai diverso da quello che si aspettava: pieno di nevrosi, problematico e incapace di amare. Un anno dopo l’altro, una delusione dopo l’altra, mentre intorno si compiono gli avventurosi destini dell’Italia da unificare, persino il sentimento forte che la lega ad Alessandro rischia di vacillare. La voce di Teresa che racconta la sua storia è la voce di ogni donna che ama troppo e queste pagine, impeccabili nella ricostruzione storica, trasportano la sua vicenda nella dimensione universale dell’amore che esalta ma che può anche distruggere. Manzoni, svelato in una luce intima e nuova, scende dal piedistallo e ci appare umano, con le sue tenerezze e le sue miserie. Così che in questo romanzo si incontrano e si riconoscono, come in una vertigine, il tempo dei protagonisti e il nostro, la vita e la letteratura. -
Il taglio freddo della luna
Gli ultimi istanti di quiete, l’ultimo lampo di spensieratezza: è l’inizio del pranzo di fine estate che Marina Pietrofesa Cortese, matriarca ottantenne, ha imbandito per la famiglia, in uno degli eleganti lidi della costa ionica lucana. Certo è strano che Wlady, nipote prediletto di Marina, non sia arrivato, ma la sua assenza è solo un’increspatura nell’atmosfera dorata che avvolge quella famiglia di antichi latifondisti. Ben diversa la giornata di Viola Guarino, chiamata ad analizzare una scena del crimine che sembra una quinta teatrale: il professor Vittorio Ambroselli ucciso come Marat nella vasca da bagno della sua casa ricca di opere d’arte. Uno come Ambroselli, riflettono gli inquirenti, tra cui l’affascinante sostituto procuratore Loris Ferrara, poteva avere molti nemici: era il fisico della Fossa Irreversibile in cui, a pochi chilometri da lì, negli anni Cinquanta, erano state nascoste le scorie nucleari americane. E quando viene a galla la relazione di sua figlia diciassettenne, Ginevra, con il giovane Wlady – la cui assenza comincia ad assumere i contorni di una scomparsa – i due casi appaiono inequivocabilmente collegati. La soluzione si trova solo nel presente o in un passato che, come le scorie nucleari, è sepolto nelle profondità della colpa? L’ultima estate dell’innocenza: un evento, un’esperienza, un topos che per i protagonisti di questa storia torna e si ripete come una maledizione. -
L' agenda della milanese 2023
"Questa che leggerete, riempirete di appunti e appuntamenti, sfoglierete alla ricerca di un consiglio, non è l'agenda della milanese, ma delle milanesi e dei milanesi. Amiche e amici, lettori, paesaggisti, musicisti, critici cinematografici che ci hanno dato i loro posti segreti da passaparola, reali e virtuali, per vivere la città. Un'agenda corale, l'agenda di Milano."""" Michela Proietti Dopo il """"La Milanese"""" arriva l'agenda per affrontare il prossimo anno nel modo più organizzato, cool e... milanese." -
Il bambino che faceva digerire gli orsi. Appunti sulla diseducazione del fanciullo
Tutto comincia in una colonia estiva, di quelle in cui i bambini andavano a passare le vacanze come si deve, ovvero in un’orgia di espiazione e sofferenza. Maurizio Milani era uno di quei bambini e le colonie le ricorda bene, ma solo con il passare del tempo ha capito che quel periodo estivo non era una punizione fine a se stessa, sebbene lo sembrasse parecchio. Era una via alternativa all’arte, ormai quasi dimenticata, dell’educazione dei fanciulli. Un approccio, per di più, che torna oggi di estrema attualità. A che serve in fondo educare i più piccoli? Meglio diseducarli, per renderli più pronti al mondo cinico, ignorante e scemo che affronteranno. Ed è qui che l’universo della colonia ha qualcosa da insegnarci, perché addestra a una vasta gamma di attività che torneranno utili nella vita adulta: lavarsi poco, abbandonarsi a scherzi di dubbio gusto e dispetti di indubbia crudeltà, mentire all’autorità costituita, fidanzarsi soffrendo. Per tacere del lavoro minorile e del ritrovamento di salme illustri, per esempio quella di Ippolito Nievo (poteva forse mancare?). -
In vasca con Fede. Come affrontare le piccole grandi sfide di ogni giorno
È CAPITATO A TUTTI: arriva il momento della lezione a cui proprio non vuoi andare. In piscina, può essere la respirazione sott’acqua, oppure i tuffi, o magari non sai come cavartela con il dorso o, forse, vorresti soltanto… schizzare gli amici e fare merenda! Ma il nuoto non è solo fatica e brividi, è una passione che può ispirare anche fuori dall’acqua. Com’è successo a Federica Pellegrini, che ha affrontato tante prove difficili per questo grande amore. A cominciare dal rinunciare alla sicurezza dei braccioli, per poi scrutare il pelo dell’acqua dal blocco di partenza scoprendo che non è poi così alto come sembra… Un racconto in dieci brevi episodi, assieme a cinque nuovi amici curiosi e diversi tra loro. Con Fede che accompagna tutti in vasca mostrando che, con coraggio, si possono affrontare le piccole e grandi prove dello sport. E anche quelle della vita. Per diventare tutti un po’ campioni, ognuno a modo suo. Ma soprattutto: crescere un giorno dopo l’altro. -
Ultima fermata. Il grande intrigo della politica italiana
In sette mesi sulla scena politica italiana abbiamo assistito a un gigantesco gioco di specchi, in cui quasi nulla è stato davvero come sembrava. E in cui i protagonisti - più o meno consapevolmente - hanno posto le basi per una trasformazione radicale nell'assetto della Repubblica. Da dicembre 2021 a luglio 2022 la più autorevole figura internazionale a disposizione dell'Italia, l'ex presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, è passato dall'essere il presidente del Consiglio con un piede e mezzo al Quirinale alla rappresentazione vivente di come il Palazzo sia in grado di logorare chiunque. Nascosto dietro la coda dell'emergenza della pandemia e l'esplosione di una guerra che si combatte alle porte dell'Europa, in quei duecento giorni si è consumato un clamoroso susseguirsi di colpi di scena, dalla rielezione di Mattarella alla Presidenza della Repubblica alla prima campagna elettorale estiva della storia nazionale. Un percorso accidentato che Tommaso Labate ricostruisce con sapienza attraverso dettagli inediti e rivelazioni strappate ai protagonisti: dai messaggi di Casini durante la corsa mattutina a Villa Borghese al pallottoliere a casa Berlusconi per contare voti e deputati, dalle incertezze della Lega alla scissione dei Cinque Stelle, dal gioco di Meloni alle mosse di Renzi, dalle uscite di Grillo ai silenzi di Draghi. Un reportage dietro le quinte dei palazzi del potere per leggere il presente e il futuro politico del Paese. -
Divertimento con rovine. La nostra vita tra guerra e pandemia
Che ne è stato del benessere e della pace in cui l’Occidente si è cullato per decenni? La pandemia che si è abbattuta sul pianeta e la guerra in Europa stanno investendo con diabolico sincronismo non solo la salute, l’economia, le relazioni internazionali e le pratiche sociali quotidiane, ma anche la nostra mentalità e le nostre credenze. Saldando i propri effetti con quelli della globalizzazione, i due “Eventi Fatali” mostrano in modo spettacolare come anche le convinzioni che apparivano più salde possano dissolversi. Sono così tornati sul tappeto alcuni importanti temi, tra cui il progresso, l’identità personale e il divertimento, tre ambiti su cui la modernità sta imprimendo duramente la sua impronta. La fiducia del progresso sembra convertita nel suo contrario a causa dei guasti prodotti, soprattutto sull’ambiente, da innumerevoli “eccessi di progresso”. L’identità personale è resa fluida e quasi dissolta dal mondo digitale, che ha reso possibili identità fake e generato interi mondi paralleli. Chiusure e confinamenti hanno mostrato che il divertimento è un bisogno così radicato che neanche le pandemie riescono ad abbatterlo, sebbene anch’esso dia un potente contributo a offendere il pianeta. -
Globalizzazione. Le piaghe e la cura possibile
Le piaghe che si sono abbattute sull'Egitto, secondo la Bibbia, erano dieci. Le piaghe che si stanno abbattendo sul mondo in cui viviamo sono almeno sette: il disastro ambientale, lo svuotamento della democrazia sversata nella repubblica internazionale del denaro, la società in decomposizione, la spinta verso il transumano, l'apparizione dei giganti della rete, la pandemia, la guerra alle porte d'Europa e la crisi nell'approvvigionamento di risorse, dal gas al grano. Ma è un numero destinato a salire: inflazione e recessione, crisi finanziarie, carestie, migrazioni, altre guerre. Tutti anelli sconnessi di una stessa catena, perché non siamo alla «fine della storia» ma alla fine della globalizzazione. Un esito che evidenzia la crisi di trent'anni del modello globalista cui l'Occidente ha aderito acriticamente. Il nuovo libro di Giulio Tremonti è una riflessione sulla deriva delle società occidentali ma anche un appello per evitare il disastro finale attingendo al vecchio «arsenale della democrazia»: «Oggi il rischio è che la divisione prevalga sull'unione, come replica della dividente maledizione dei guelfi contro i ghibellini, che lo smarrimento e la paura prevalgano sulla speranza, che la rassegnazione prevalga sull'orgoglio. E l'urlo sulla voce. Ci sono dei modi per evitarlo: uno è mettere a punto una cura che freni il dominio assoluto del mercato, l'altro è recuperare le risorse e i valori di fondo della nostra comunità». -
La storia cancellata degli italiani
Dai simboli del fascismo ai segni lasciati dal colonialismo, dalla toponomastica al cinema e alla letteratura fino a ricorrenze del calendario civile come il Giorno del Ricordo: sull'esempio delle proteste americane, anche in Italia si è diffusa un'ondata di revisionismo nei confronti di protagonisti e avvenimenti del passato considerati politicamente scorretti. Un'indignazione che chiede la cancellazione di targhe stradali, memorie, film, dipinti che non rispondono ai canoni etici attuali. I Sentinelli e altri gruppi, versione italiana dei social justice warrior, attaccano le statue che rimandano a capitoli di storia controversi e a personaggi che hanno agito secondo lo spirito del tempo cui appartenevano. Ma le conseguenze talvolta sono paradossali. Dino Messina racconta, in un saggio ricco di storie e polemiche, gli eccessi e i rischi di questa mano di vernice rossa con cui si vogliono imbrattare la statua di Indro Montanelli ai giardini comunali di Milano, l'architettura dell'Eur e molte altre tracce del nostro passato. Se si è arrivati a correggere opere artistiche rinascimentali, e a censurare la Commedia di Dante, che fare allora della statua dei «Quattro Mori» a Livorno o di quella dell'esplorato - re Vittorio Bottego davanti alla stazione di Parma? I neoborbonici propongono di chiudere il museo dedicato al «razzista» Cesare Lombroso e «disarcionare» il generale Enrico Cialdini. Ma le asperità del passato non si possono nascondere e la complessità della storia non obbedisce alle ipersensibilità del presente. -
Data di nascita
Veniamo al mondo ciechi. Nel senso di inconsapevoli: esposti a un bombardamento di esperienze, ignari di chi siamo, incerti sui confini sfumati tra l’io e il mondo. Passare dalla percezione alla conoscenza è un’impresa che ci impegna tutta la vita. Ed è così che nasciamo molte volte: magari con la scoperta del sesso, o con il primo grande dolore, la prima ingiustizia. La nascita può essere anche una morte, e viceversa. Qual è questo momento, come si manifesta, a che prezzo? Undici autrici e autori di primo piano della nuova scena letteraria italiana si cimentano con l’impresa di narrare questa svolta. Racconti come gemme che ci restituiscono il senso dell’unicità delle esperienze di vita nella molteplicità dei destini, e illuminano una verità: forse questo istante di epifania non è mai stato così significativo e intenso come oggi, per generazioni che lo vivono sempre più presto e che sanno riconoscerlo con singolare maturità. Scrive Teresa Ciabatti: «Non si finisce mai di nascere, dicono gli undici scrittori, diversissimi tra loro, accomunati tuttavia dalla generazione. Far parte della generazione cresciuta da sola, i ragazzi madre come li definisce Achille Lauro. Cresciuti senza adulti in quanto i genitori lavoravano, e i nonni non c’erano (lontani, morti). Eccoli bambini liberi con il mondo a portata di mano – fosse anche una televisione o un computer attraverso cui immaginare. -
L'atomo inquieto
Uno straccione misterioso che abita in una baracca. Un incidente. Una notte tra la vita e la morte in cui riemerge il mistero di un passato inimmaginabile. Perché quell’uomo si è trovato, per decenni, al centro della storia. È stato un professore di fisica noto e reputato a Roma, ma scomparso in un giorno di primavera del 1938, presunto suicida. È stato uno scienziato al servizio di Hitler, in corsa contro il tempo per costruire l’arma definitiva, la bomba capace di vincere la guerra. È stato un paziente in un sanatorio altoatesino, precario rifugio per ex nazisti braccati. È stato un tecnico di laboratorio in Venezuela, dopo essere arrivato in Sud America in compagnia di Adolf Eichmann. E poi è tornato di nuovo in Italia, ha attraversato altri luoghi e altre identità, fino a non averne alcuna se non quella di un disperato che campa di poco e niente in terra ionica: come a voler espiare, facendosi fantasma in vita, i troppi errori di troppe reincarnazioni. Ettore Majorana, perché di lui si tratta, in quell’unica notte rende in prima persona la sua confessione: una vicenda di guerre e di intrighi, di amore e di pericolo, attraverso cui il filo rosso della scienza e del progresso corre tingendosi, a tratti, di sangue. Mimmo Gangemi riporta in vita una delle figure più interessanti ed enigmatiche del Novecento distillando dagli scarsi indizi e dalle molte congetture sulla sua scomparsa una sontuosa e avvincente narrazione. E ci restituisce un Majorana insieme fedele alla realtà storica e pienamente contemporaneo, nella tensione estrema tra scienza e morale che percorre la sua vita e nel dilemma tra dovere e libertà che segna anche il nostro tempo.