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Il giornalino di Gian Burrasca. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 9 anni. -
Le avventure di Benjamin Bunny. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 5 anni. -
L' albero del riccio
Età di lettura: da 10 anni. -
La guerra su tre fronti. Nuova ediz.
La guerra su tre fronti è un'opera di propaganda, pubblicato in America con il titolo ""War and The Future: Italy, France and Britain at War""""."" -
Discronia. L'uomo giusto al momento sbagliato o l'uomo sbagliato al momento giusto? Nuova ediz.
Clara vive in Olanda da due anni, da quando è scappata dall'Australia in seguito alla fine della relazione con Owen. Un incontro fortuito o, come direbbero i greci, il Kairos - tempo opportuno, la convince a tornare a Melbourne, per cercare di ricostruire la storia d'amore con il suo professore/mentore. Le sue vicende amorose seguiranno, però, percorsi alternativi a quelli che aveva immaginato, perché la realtà è discronica, fa agitare il tempo e ne scombussola il ritmo; così Sebastian si intrufola nella vita di Clara, reclamandone l'amore e offrendole la certezza di un sentimento concreto. La riflessione resta aperta: il Kairos che ha spinto Clara a tornare a Melbourne voleva ricongiungerla con Owen o farle incontrare Sebastian? L'amore esiste in quanto tale o è solo un sentimento declinato dagli eventi? -
Come una farfalla. Ediz. illustrata
"C'era una volta"""", iniziano così le fiabe. E così prende vita la storia da fiaba del piccolo Timmy. Un topino carino che ama fantasticare e sognare. Chi di noi non sogna? Culliamo la mente dei nostri piccini, per non farli smettere di sognare, insieme a Timmy! Età di lettura: da 4 anni." -
La schiava Isaura. Nuova ediz.
La Schiava Isaura narra le avventure e le disgrazie di una bellissima schiava mezzosangue in cerca della sua libertà. Nel più classico dei triangoli d'amore popolari: il cattivo Leoncio, l'eroina Isaura, e l'eroe Alvaro. Si enfatizza la pura bellezza bianca di Isaura, che non denunciò il suo status di schiava. -
La carta da parati gialla. Nuova ediz.
Molti e molti lettori l'hanno chiesto. Quando il racconto uscì per la prima volta, sulla rivista New England Magazine del 1891, un medico di Boston inviò una protesta a The Transcript. Una storia del genere non doveva essere scritta, disse; avrebbe fatto impazzire chiunque l'avesse letta.Un altro medico, in Kansas credo, scrisse definendola la migliore descrizione della pazzia incipiente che avesse mai visto, e - perdonatemi - se fossi stata lì?Ora la storia della storia è questa:Per molti anni ho sofferto di un grave e continuo esaurimento nervoso tendente alla malinconia - e oltre. Durante il terzo anno (più o meno) di questo disturbo mi sono recata, in fede e con qualche timida speranza, da un noto specialista in malattie nervose, il più noto del paese. Quest'uomo saggio mi mise sul letto e applicò la terapia del riposo, con la quale il mio fisico ancora in forma rispose così prontamente che egli concluse che non c'era nulla di grave in me, e mi mandò a casa con il solenne consiglio di ""vivere il più possibile una vita domestica"""", di """"dedicare solo due ore di vita intellettuale al giorno"""", e di """"non toccare mai più la penna, pennello o matita"""" finché avessi vissuto. Questo nel 1887."" -
Ritratto con dedica. Nuova ediz.
Ritratto con dedica ambientato nella Milano del 1929. Si narra la storia della giovane Sofia Pecci, una giovane donna piena di gioie e speranze e un segreto ben custodito nel cuore. Tra i suoi sogni: diventare cantante d'opera e calcare le scene del grande teatro alla Scala. Cosa succederà? -
La mia storia. Ediz. illustrata
I paragrafi conclusivi di questo libro sono stati scritti nella tarda estate del 1914, quando gli eserciti di ogni grande potenza in Europa si mobilitavano per una guerra selvaggia, senza risparmiarsi, crudele e barbara - l'uno contro l'altro, contro le nazioni piccole e poco aggressive, contro le donne e i bambini indifesi, contro la stessa civiltà. Quanto mite, rispetto ai dispacci dei quotidiani, sembrerà questa cronaca della lotta militante delle donne contro l'ingiustizia politica e sociale in un piccolo angolo d'Europa. Ma lasciate che rimanga così com'è stato scritto, con la cosiddetta pace e la civiltà, e un governo ordinato come sfondo di un eroismo come quello di cui il mondo è stato raramente testimone. La militanza degli uomini, attraverso tutti i secoli, ha bagnato il mondo di sangue, e per queste gesta di orrore e distruzione gli uomini sono stati premiati con monumenti, con grandi canti ed epopee. La militanza delle donne non ha danneggiato nessuna vita umana salva la vita di coloro che hanno combattuto la battaglia della giustizia. Il tempo da solo rivelerà quale ricompensa sarà assegnata alle donne. -
Alessandra. Imperatrice di Russia. Nuova ediz.
Alessandra - Imperatrice di Russia Alice d'Assia-Darmstadt; antichità storica della famiglia; memoria di Santa Elisabetta d'Ungheria e di Maria Stuarda. - Rimasta orfana all'età di sei anni, la bambina viene cresciuta dalla nonna, la regina Vittoria; forte l'impressione delle abitudini e dello spirito inglese. - Fidanzamento con lo Zarevic Nicola. Romanzo esaltato. Diario dello Zarevic; annotazioni mistiche della sposa: ""Comunione nella gioia e nella sofferenza"""". - Morte inaspettata dell'imperatore Alessandro III, il 1° novembre 1894. Avvento di Nicola II. Un compito travolgente e sovrumano per il nuovo zar. - Conversione di Alice, che la Chiesa ortodossa chiamerà d'ora in poi Alessandra-Feodorvna"" -
La tragica Imperatrice. Conversazioni intime con Eugenia. Nuova ediz.
Le conversazioni dell'autore Maurice Paléologue con Eugenia de Montijo, Imperatrice di Francia e moglie di Napoleone III -
Codino
Dall'incipit del libro: ""– Dove mai l'ho visto? – si chiese Lilì Margot fissando coi suoi insolenti occhi azzurri l'individuo che la cameriera aveva appena introdotto. – Dove mai ho visto quella faccia? E all'improvviso ricordò. A Montreux, due mesi innanzi, mentre aspettava sul quai il battello in partenza, si era fermata oziosamente a guardare una vetrina d'ombrelli: quella faccia l'aveva vista sul manico di un en-tout-cas di seta grigia. Ella gettò la sigaretta, soffiò con veemenza il fumo dalle nari, si sollevò a metà dalla dormeuse dove stava sdraiata. Le gambe fine e nervose, strette nella calza di seta rosa, sbucarono fuori fin quasi al polpaccio."""""" -
Fine d'anno
Fine d'Anno di Paola Drigo - Dall'incipit del libro: In berretto e mantello, con una valigetta in mano, Alberta si affacciò all'uscio della mia stanza da letto e disse: – Vuoi che resti? Se non ti senti bene non parto. Notai il suo seno aggressivo che l'ampio scialle di pelliccia non riusciva ad attenuare, il seno della donna matura che esiste senza un perché, senza una giustificazione; e nel viso grasso e olivastro gli occhi vivacissimi rimasti miracolosamente giovani, ridenti e un po' ironici, occhi di diciott'anni, dei tempi del Sacro Cuore. – No assolutamente, – risposi – ti sei sacrificata anche troppo. La mia indisposizione è cosa da nulla. Parti, parti senza pensiero. Ci abbracciammo. Sulla soglia ella si voltò, si soffermò ancora un attimo a guardarmi agitando la mano piccola guantata di grigio. -
La fortuna
La Fortuna di Paola Drigo - Dall'incipit del libro: Volete che vi dica francamente il mio pensiero? – proseguì il dottor Fabrizi imbaldanzito da due bicchieri di vin spumante. – Se il contino non piglia un'altra strada, corre un brutto rischio. La ragazza è onesta, c'è di mezzo un aspirante fidanzato, e i fratelli di lei, due colossi, il cui pugno vale una schioppettata. Badate a me. Cinque anni or sono ho assistito a un processo per omicidio, dove l'imputato era un giovanotto del popolo, garzone fornaio, e il morto un benestante, figlio del sindaco del paese. Orbene, pare che questi si fosse preso qualche libertà (intendiamoci, libertà relativa!) colla giovinetta sorella del fornaio; fatto sta che il fratello, avvertito della cosa, ha aspettato una bella sera il damerino dietro una siepe e l'ha caricato di tali pugni e pedate da lasciarlo per morto. Infatti tre giorni dopo se n'è andato all'altro mondo. Bene? I giurati hanno assolto il fratello…. E non basta! Il popolo l'ha portato in trionfo, – por-ta-to-in-tri-on-fo! – non vi dico altro! -
La partenza di Sise
La Partenza di Sise di Paola Drigo - Dall'incipit del libro: Oggi parte Sise. Par questa circostanza solenne gli hanno fatto un'accurata toilette; gli hanno tosato il mantello roano che il freddo aveva reso un po' ispido e lungo; gli hanno regolato la coda e la criniera, messo una bella coperta verde-scuro filettata di giallo, come a cavallino rispettabile si conviene. Oggi parte. Dell'importanza di questo avvenimento Sise non si rende conto. E poichè è giovane, ed è vivace, drizza le orecchie, sbuffa dalle frogie, sgambetta gaiamente verso la stazione, e di tanto in tanto fa qualche salto d'allegria. Nina, la cavallina bianca, che è stata per quattro anni la sua compagna, quando l'ha visto uscire dalla stalla, lo ha salutato con due nitriti lunghi e appassionati, ma certo senza sapere, anche lei, – per abitudini di amitié amoureuse, – e Sise, sgambettando distratto, le ha risposto con un nitrito breve e impaziente, quasi per convenienza, come a dire: – Che anticaglie! Sise va a Roma. È chiamato a più alti destini. Fra pochi giorni si pavoneggerà per il Corso o per Villa Borghese. Non tornerà mai più quassù. Ma non lo sa, e perciò non si volta neppure indietro guardare il Grappa, e i paesini arrampicati a mezza costa dove ci ha portati tante volte col suo bel trotto preciso facendo giulivamente tintinnare il campanello, nè la villa colle due torri, e la bella scuderia dove trovava sempre un fieno profumato e un alto e soffice letto. Non si volta neppure a guardare Pig, l'uomo di stalla, che per quattro anni ogni mattina lo ha strigliato e spazzolato amorevolmente; Pig, l'uomo brutto dal cuor dolce e dall'aspetto feroce, sopranominato in casa «il buon Venerdì». -
La signorina Anna
La Signorina Anna di Paola Drigo - Dall'incipit del libro: Quella sera d'ottobre, dalla corriera autobus che fa servizio in quel remoto angolo di provincia, scesero nel cortile del Leon d'Oro due soli viaggiatori: un vecchio signore e una signorina. Lui alto, viso acceso, capelli e baffoni bianchi, portamento rigido e un po' impettito di vecchio militare; lei, una figuretta gentile e minuta, velata di nero. Padre e figlia, parevano; e vestivano ambedue in gran lutto, modestamente. Ella portava una valigetta. S'incamminarono tosto, preceduti da un ragazzotto che faceva saltellare sul selciato il carretto carico del loro bagaglio, sotto i portici di via Nazario Sauro, e suonarono alla porta della signora Zenobia, che affittava abitualmente un quartierino ammobiliato. Dovevano essere attesi, perché l'uscio si schiuse subito, e nell'andito apparve zoppicando la signora Zenobia in persona, con un candeliere in mano. Non erano ancòra le sette, ma nella borgata incominciavano a brillare i primi lumi, e siccome cadeva qualche gocciolina di pioggia, le strade si erano fatte improvvisamente deserte. L'arrivo dei due forestieri passò perciò inosservato e senza suscitare curiosità. Il giorno dopo però, al Caffè Centrale, uno dei notabili del paese, che aveva la figliuola al Convento delle Orsoline, forniva a un crocchio d'amici notizie di quei due. Il vecchio era un ex colonnello di cavalleria in pensione, e la signorina, sua figlia, raccomandata da una gran dama di Torino alla Superiora delle Orsoline, era la nuova maestra d'inglese venuta a sostituire Miss Smoll, morta di vecchiaia due mesi prima. Pareva che fossero piemontesi e nobili. Si chiamavano De Friours. Ma anche queste notizie suscitarono scarso interesse. Uno degli ascoltatori disse soltanto: — Una piemontese a insegnar l'inglese! E il bene informato rispose: — Mah!… E come si trattava di gente onesta modesta e povera, nessuno si occupò più dei De Friours, e la loro vita cominciò a svolgersi tranquillamente. -
Brand
Brand di Henrik Ibsen - Dall'incipit del dramma: ATTO PRIMO. L'azione ha luogo ai nostri giorni e si svolge lungo la riva d'un fiord, in una provincia della Norvegia Occidentale. Un altipiano coperto di neve; la nebbia vi è spessa e greve – piove; è quasi buio. Brand, vestito di nero, uno zaino sulle spalle, cammina in direzione di occidente, avanzando a stento; ha un bastone alla mano. Dietro a lui, un contadino col suo figlio vanno nella stessa direzione. CONTADINO. Olà, quel forestiero, non andare così svelto! Dove sei, ora? BRAND. Sono qui. CONTADINO (gridando). Tu smarrisci la strada. Guarda come la nebbia si fa più densa; quasi non si vede la punta del proprio bastone. -
Hedda Gabler
Hedda Gabler di Henrik Ibsen - Dall'incipit del libro: Un gran salone severamente ammobigliato, ma con eleganza e gusto. Nel fondo porta grande, i cui battenti spalancati lasciano vedere un'altra stanza, più piccola, ammobigliata nello stesso stile del salone. A destra del salone, porta a due battenti che conduce in anticamera. A sinistra porta a vetri spalancata, che lascia vedere una serra. Nel mezzo del salone tavolo coperto da un tappeto, attorno diverse sedie. A destra, sul davanti della scena, un gran camino, una poltrona, un cuscino da piedi e due sgabelli. Nel fondo, a destra, divano che forma angolo, e davanti al quale piccola tavola rotonda. Sul davanti della scena a sinistra piccolo divano. A sinistra presso la porta a vetri un pianoforte. A destra e a sinistra della porta degli étagères con statuette e ninnoli diversi. Nella seconda stanza appoggiato al muro, un divano con davanti una tavola e alcune sedie. Sopra questo divano vedesi il ritratto di un vecchio generale. Sospesa v'è una lampada. Nel salone vasi con mazzi di fiori. Mazzi di fiori anche sulle sedie. Tappeti in tutte e due le stanze. È giorno. Il sole batte sulle invetriate. Destra e sinistra dell'attore. -
Rosmersholm
Rosmersholm di Henrik Ibsen - Dall'incipit del libro: Il teatro ibseniano è forse l'unico che in tutto il corso del XIX secolo abbia raggiunto un valore di classicità e possa perciò legittimamente collocarsi nella storia della letteratura drammatica accanto ai grandi modelli antichi. Per quanto paradossale sembri a prima giunta un'affermazione di tal sorta, di fronte alla fama di tanti moderni drammaturghi e soprattutto avendo l'occhio alla copiosa svariatissima produzione, onde le diverse nazioni europee hanno arricchito la scena, credo non sia difficile ai più riflessivi persuadersi della sua verità. In mezzo a tanta farragine che rimane o rimarrà di vitale? Basti per tutti l'esempio decisivo della Francia, che coll'assidua fecondissima creazione de' propri scrittori ha fatto vivere e tuttora alimenta i nove decimi di quanto viene alla ribalta nei teatri del mondo civile. Si tratta qui, come in altri campi, di prodotti effimeri, che traggono il lor valore da elementi occasionali e contingenti, destinati quindi a sicuro oblio. Rispecchiano momenti specifici della coscienza e della vita, suscitano interessi che sono appunto tanto più vivaci quanto meno duraturi, ma non giungono mai a fissare, attraverso una tecnica definitiva, qualcuno di quegli elementi umani di valore universale ed eterno, che soli infondono perenne vitalità di poesia nell'opera d'arte.