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Lo statuto dell'illecito civile anticoncorrenziale tra giustizia compensativa e regolazione del mercato
La Direttiva 2014/104/UE, recepita in Italia con il Decreto Legislativo n. 3/2017, cristallizzando l'acquis comunitario sul punto, riconosce a chiunque abbia subito un danno causato da violazione degli articoli 101 e 102 TFUE il diritto al risarcimento. Il legislatore europeo detta le condizioni di esistenza della obbligazione risarcitoria, rinviando, per gli aspetti non regolati, al principio di autonomia procedurale, salvo il rispetto dei principi di effettività e di equivalenza. Il complesso normativo che ne risulta è un mosaico composito: gli articoli 101 e 102 TFUE, la Direttiva 2014/104/UE, il decreto legislativo 3/2017, i principi elaborati dalla Corte di Giustizia in materia, le norme italiane che compongono il sistema di responsabilità extracontrattuale. L'intersezione di fonti differenti - tale per cui la disciplina dell'illecito civile da danno anticoncorrenziale non può più essere ricostruita solo facendo riferimento al combinato disposto degli articoli 2598 e 2043 c.c. - provoca un arricchimento delle funzioni, che giustifica la ricerca. In particolare, il lavoro si propone di indagare secondo quale paradigma della responsabilità extracontrattuale operino i limiti al principio di autonomia procedurale e secondo quali logiche vadano ricostruite le norme volte a colmare le lacune di disciplina nell'illecito civile anticoncorrenziale. Il riconoscimento a chiunque sia stato danneggiato dalla condotta anticoncorrenziale del diritto al risarcimento del danno risponde ad una esigenza diversa da quella esclusivamente compensativa, perché il fine è anche quello di garantire la piena effettività delle norme a tutela del mercato concorrenziale. La ricerca mira a comprendere in che misura la logica regolatoria, condotta sulla base di modelli di ragionamento economici, possa combinarsi con la funzione compensativa del rimedio e a predisporre, nel caso di azioni civili anticoncorrenziali, norme ad hoc volte ad assicurare il raggiungimento dei due obiettivi. L'autore Giulia Puleio è dottoressa di ricerca in Scienze giuridiche, curriculum Diritto privato, presso l'Università di Pisa e l'Università di Brema. -
Veicolare l'inclusione attraverso il patrimonio. Alcuni risultati del progetto Inclusive Memory dell'Università Roma Tre. Ediz. italiana e inglese
Il volume contiene i risultati della seconda parte del progetto interdipartimentale Inclusive Memory. Promozione e sviluppo di una memoria comune e inclusiva attraverso percorsi innovativi di didattica museale, finanziato dall'Università degli studi Roma Tre. Il progetto pone le sue fondamenta sull'idea di museo quale luogo educativo, non solo nei termini canonici (museo come spazio educativo), ma soprattutto in riferimento al concetto di integrazione sociale e culturale. Esso mira a promuovere la costruzione di una memoria sociale comune e condivisa realizzata tramite un sistema di inclusione che passa attraverso il luogo museale. Inclusive Memory prevede la partecipazione di numerose realtà nazionali e internazionali di fruizione, comunicazione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. -
Nuovi scenari in agricoltura
Il volume contiene gli Atti del Convegno svoltosi a Catanzaro il 27 giugno 2019, su una materia che costituisce oggetto di un più ampio progetto diretto a promuovere, per un verso, la diffusione di un approccio olistico alla cultura agronomica, continuamente armonizzandola con le virtuose dinamiche della biodiversità, della protezione dell'ambiente, della tutela degli eco-sistemi nell'orizzonte complessivo della circolarità e, per l'altro, una più convinta presa di coscienza della cultura della 'sostenibilità', quale sintesi che non potrà lasciare prevalere l'uno a scapito dell'altro degli interessi coinvolti nella molteplicità delle sottese prospettive assiologiche (ed ideologiche). Bensì quale espressione di un continuo e massimo sforzo diretto ad unire e coniugare, in un equilibrio endemicamente mai rinvenuto ma sempre ricercato, i fattori necessari per la stessa vitalità della specie umana, oramai consapevole che la sostenibilità (nella sua totalità) costituisca l'unica via per il suo avvenire e per l'accreditamento di un futuro possibile. L'interprete - nel recepire l'invito all'apertura verso la multidisciplinarietà ed ad una ritrovata unitarietà di intenti tra scienza teorica e scienza applicata - è atteso ad una severa prova di maturità con un'assunzione di responsabilità verso il futuro che attende chi verrà dopo di lui. -
Diritto e teologia nell'Inghilterra elisabettiana. L'epistolario Gentili-Rainolds (1593-1594)
Diritto e teologia nell'Inghilterra elisabettiana. -
Animali e umani: il tentativo di un inquadramento razionale e unitario dell'animale anche nel nostro sistema giuridico
La declinazione giuridica dei rapporti fra l'uomo e gli animali rappresenta, oggi, un tema in grado di collegare l'attualità aneddotica quotidiana con la disciplina giuridica. E ciò anche in virtù di un crescente interesse, non solo giuridico, per un dibattito che, partendo dal piano teorico, filosofico, etico si è allargato al dato giuridico, abbracciando molteplici branche del diritto positivo. E ciò in reazione ad una lunga tradizione filosofica occidentale che ha sempre posto una netta cesura fra l'Homo sapiens ed il regno animale, con una tradizionale visione utilitaristica che progressivamente sta cedendo il passo ad una ottica più animalista, in cui quest'ultimo viene accomunato all'uomo per la natura di essere vivente. Di modo che, accanto alla dottrina tradizionale che rimane ancorata ad un inquadramento dell'animale come oggetto di proprietà così come affermata nel nostro e nelle principali codificazioni di Civil Law ma anche nel case law inglese e Nord Americano, sta, progressivamente, emergendo una corrente di pensiero che, prendendo spunto dal riconoscimento all'animale della natura di essere senziente, cerca di costruire per loro uno status di soggetti giuridici attraverso il riconoscimento di alcuni diritti sul modello di quelli umani. In tale contesto, l'autore, seguendo la distinzione fra animali domestici, oggetto di proprietà, ed animali selvatici che possono diventare tali, dopo l'esame del dato codicistico ha effettuato una rassegna dei principali settori giuridici in cui sono disciplinati i rapporti uomo/animale, esaminando quelli propri del settore agraristico, con le norme, di origine comunitaria e internazionale, a tutela dell'animale di allevamento e poi di quello di compagnia e quello destinato alla sperimentazione, per continuare con quello ambientale con le disposizioni a tutela delle specie selvatiche e la disciplina della caccia e del commercio di tali specie per poi proseguire con l'ambito penalistico dei maltrattamenti sugli animali. Il tutto al fine di mettere in evidenza se ed in che misura la variegata provenienza delle norme e la loro interpretazione da parte della giurisprudenza ne consentano la riconduzione ad un corpus unitario, con una propria coerente collocazione all'interno delle categorie generali del diritto. -
Giuristi e loro opere. Un itinerario. Figure di giuristi, prefazioni, presentazioni, editoriali, saggi, recensioni, segnalazioni
Il volume racchiude scritti che ben testimoniano l'evoluzione del diritto civile italiano dal 1961 al 2021. Generi letterari diversi - recensioni, editoriali, saggi - pubblicati, in ordine cronologico, tutti rivolti a tracciare figure di giuristi o loro specifiche opere, costituiscono un percorso di studio teso ad escludere qualsiasi separatezza tra il giuridico e il sociale, in un continuum utile a cogliere le tensioni metodologiche e oprattutto ermeneutiche. Legge ""data"""" e legge """"interpretata"""" onfigurano un unitario procedimento conoscitivo che, avente necessariamente fini applicativi, impone il recupero nominativo della """"fattualità"""". Nella consapevolezza che """"tirannia dei valori"""" e """"dittatura del relativismo"""" sono «deviazioni intellettuali», è improponibi e concepire la scienza giuridica come neutrale e la legalità come semplice concatenazione logico-linguistica."" -
Stato, religioni e sindacato nella disciplina del lavoro alle dipendenze delle autonomie regionali
A venti anni esatti dalla riforma del Titolo V della Costituzione, il bilancio del decentramento legislativo in materia di pubblico impiego è quello di un esperimento mal riuscito: legislazione regionale di cattiva qualità, contenzioso costituzionale ingovernabile, tendenze accentratrici della legge statale, tentativi abortiti di restaurazione dell'antico regime sono le poste, tutte passive, di quel bilancio. La causa di fondo? Un difetto comune del regionalismo italiano, qui più accentuato che in altri settori: l'avere promosso un disegno di differenziazione normativa senza significative differenze degli interessi da regolare. Porre rimedio alla precarietà delle fondamenta affinché sia preservata la stabilità dell'edificio: questo è oggi l'officio più urgente. Adempierlo significa sforzarsi di ridisegnare il sistema delle fonti di disciplina del pubblico impiego regionale a partire da una rigorosa determinazione del perimetro della potestà legislativa delle regioni. È quanto si propone di fare il libro, che si offre come strumento di comprensione dello stato attuale della disciplina e di riflessione sui suoi possibili assetti futuri. -
La tutela del patrimonio fotografico Alinari e la sua digitalizzazione
La tutela del patrimonio fotografico Alinari e la sua digitalizzazione. -
Note in tema di procedimento di interdizione ed inabilitazione
L'interdizione e l'inabilitazione, che l'ordinamento italiano tutt'oggi contempla quali istituti diretti ad incidere con effetti estintivi sulla capacità di agire, sono pronunciate ad esito di un iter procedimentale sulla cui esatta fisionomia gli interpreti da sempre dibattono. L'inquadramento dogmatico del giudizio riesce difficile in considerazione del peculiare oggetto del giudizio stesso, che per quanto accostabile a quello dei procedimenti lato sensu costitutivi di situazioni giuridiche soggettive presenta d'altro canto rispetto a questo delle rilevanti specificità. Muovendo da questa constatazione, l'a. si propone anzitutto di evidenziare come le peculiari caratteristiche della situazione giuridica incisa dalla sentenza di interdizione o inabilitazione non siano affatto ostative all'idoneità di quest'ultima al giudicato sostanziale, ma si riflettano semmai sulla configurazione del potere di azione. Ed invero, nel caso di specie, il potere di agire in giudizio è attribuito ai soggetti legittimati a tutela di semplici interessi e non, invece, di una situazione giuridica soggettiva (per quanto meramente «strumentale») che a costoro faccia capo; di qui la qualificazione del giudizio di interdizione ed inabilitazione come procedimento di natura contenziosa, inscrivibile nel genus della tutela di cognizione, che tuttavia si discosta dal modello «usuale» del processo costitutivo con connotazione soggettiva e richiama piuttosto alla mente la figura del processo a contenuto oggettivo. Al contempo, le specificità che connotano il procedimento di interdizione ed inabilitazione sotto il profilo del coinvolgimento di un interesse «superindividuale», nonché del carattere diffuso e fungibile della titolarità del potere di azione, lo avvicinano alla fisionomia tipica delle c.d. azioni popolari; rispetto alle quali, d'altra parte, il giudizio costitutivo dell'incapacità legale di agire presenta degli innegabili tratti distintivi. In sede di disamina della struttura del giudizio di interdizione ed inabilitazione, ed in specie della sua configurazione soggettiva, l'a. si sofferma fra l'altro sulla questione del ruolo processuale duplice facente capo a taluni soggetti (individuati dalla legge in funzione della loro «vicinanza» al soggetto interdicendo o inabilitando), il cui coinvolgimento nel giudizio può assumere le forme di una vera e propria partecipazione in qualità di parte o, in alternativa, di un mero coinvolgimento con finalità istruttorie. L'indagine è arricchita da alcune annotazioni di diritto comparato nonché, nella sua parte conclusiva, dall'individuazione - in prospettiva internazional-privatistica - dell'ambito della giurisdizione italiana e del regime di circolazione in Italia dei provvedimenti stranieri costitutivi dell'incapacità. -
Mezzi aerei a pilotaggio remoto: questioni teoriche e profili applicativi
La riflessione a tutto tondo proposta, con metodo interdisciplinare, sui mezzi aerei a pilotaggio remoto - il cui uso si sta progressivamente diffondendo ben oltre l'iniziale utilizzo militare - parte dalla consapevolezza che i droni, pur rappresentando un'indubbia opportunità da saper cogliere e valorizzare per la tutela delle persone e del territorio, presentano inedite insidie e aggressioni alla persona umana ed ai suoi diritti fondamentali, in primis il diritto alla riservatezza. L'opera, unendo aspetti tecnici e scientifici, costituisce un punto di vista originale ed un unicum nelle trattazioni sui droni: accanto ed oltre la necessaria ricognizione dell'evoluzione normativa (internazionale, europea ed italiana), ripercorre la storia del loro impiego e costituisce un'accurata indagine dei profili più problematici, quali l'allocazione degli eventuali danni cagionati. Il lavoro si sofferma sui possibili usi dei droni a fini di tutela ambientale, come la salvaguardia della biodiversità e la lotta al cambiamento climatico, attraverso tecnologie (InSAR) che consentono la realizzazione di imaging utilizzabile per il monitoraggio e la mappatura del territorio adoperata, in particolare, dai progetti ARDAS e SMUREP, sino ad ipotizzare, sulla scorta dell'esperienza pugliese del Distretto Tecnologico Aerospaziale, nuovi modelli di business e scenari futuri quali le automobili volanti e gli spazioplani, con la conseguente erosione del confine tra spazio atmosferico ed extra-atmosferico. L'armonico intrecciarsi e sovrapporsi di prospettive multidisciplinari lascia intravedere percorsi e soluzioni innovative con ricadute anche di tipo pratico, con la consapevolezza che, anche con riferimento ai droni, la persona e la sua tutela costituiscono il crocevia e la stella polare di scienza e tecnica. -
Donne e politica in Umbria fra Resistenza e ricostruzione
In questo libro studiose e studiosi di storia contemporanea e sociologia politica indagano sul ruolo pubblico delle donne umbre dalla Resistenza contro il nazifascismo agli anni Cinquanta. Come ha messo in evidenza una ricerca a partire dagli anni Settanta, le donne in Italia uscirono dalla partecipazione attiva alla Resistenza, espressa in varie forme, conquistando diritti civili e politici da esercitare nella nuova società del dopoguerra, per molti tratti ancora immersa in una cultura patriarcale. In questi capitoli dedicati alle donne umbre riecheggiano le testimonianze e i ricordi di coloro che, coscienti dei loro diritti acquisiti, si affermarono come cittadine attive, diventando protagoniste della scena politica dell'Umbria nell'epoca repubblicana. Tra le tante testimonianze e ricordi vi sono quelli dell'eugubina Walkiria Terradura, partigiana combattente, che rimarrà icona della memoria della Resistenza sull'Appennino umbro-marchigiano. Ma vi sono anche ex partigiane che plasmano l'associazionismo femminile regionale e nazionale dell'Unione donne italiane e del Centro italiano femminile e che partecipano attivamente alle elezioni amministrative del 1946 e al Referendum istituzionale Monarchia/Repubblica. Appena ottenuto l'elettorato attivo e passivo, la cittadinanza femminile è ancora incompiuta e debole in una regione e in un paese dove il conflitto tra Dc e Pci, agli inizi della guerra fredda, esercita un grosso peso sulla definizione del ruolo sociale delle donne nell'Italia della ricostruzione e degli anni Cinquanta. La figura di Mirella Alloisio, partigiana ligure, umbra d'adozione, insegnante, resta emblematica per la lotta politica nelle associazioni e nei partiti per l'affermazione dei diritti delle donne. Sfera privata e pubblica si intrecciano e si rafforzano nel complesso lavoro politico delle donne che assumono cariche amministrative, come Elsa Damiani Prampolini, pediatra, eletta sindaca di Spello per il Pci dal 1946 al 1960. Difficoltà e successi, sconfitte e speranze attraversano le pagine di questo libro e fanno sorgere domande sulle soglie varcate dalle donne nei propri territori, non solo umbri, figure spesso rimaste nell'ombra o nel silenzio della storia e della memoria. -
Il «pactum de non petendo»: struttura e disciplina
Dietro al nome di pactum de non petendo vi è una figura antica, ma tutt'oggi tanto diffusa nella prassi dei traffici contemporanei, quanto foriera di interrogativi che riguardano la sua qualificazione giuridica. Oltre all'analisi delle caratteristiche di tale negozio nel nostro diritto vigente, uno sguardo alle sue origini e un viaggio oltralpe alla ricerca delle categorie forgiate dagli autori tedeschi sul tema agevoleranno il percorso verso l'elaborazione di una proposta ricostruttiva, che - con razionalità e coerenza - coniughi ogni elemento della disciplina del pactum de non petendo, al fine di giungere all'armonica collocazione del medesimo all'interno del nostro sistema giuridico, nonché, più in generale, nell'ambito delle categorie riconducibili alla tradizione civilistica europea. Lo studio affronta diversi aspetti del regime giuridico del patto di non chiedere: dalle conseguenze concernenti la mora del debitore ai rapporti con figure affini (come la transazione), dalla relazione con le norme in tema di prescrizione agli effetti nei confronti di terzi qualificati, quali condebitori e successori, inter vivos e mortis causa. -
Stagioni del diritto civile. A colloquio con Rino Sica e Pasquale Stanzione
L'insidia odierna non è più costituita dal battagliero uso alternativo del diritto e dal rozzo egualitarismo che lo animava, né dall'uso improprio ed esclusivo dell'analisi economica del diritto attraversata, del resto, da un ampio ripensamento critico, quanto, all'opposto, dall'appagarsi di un formalismo disincantato, fondato su una legalità ""senza aggettivi"""", dovuta all'impotenza del giurista, imbevuto di pensiero debole e di aristocratica indifferenza per i contenuti. Oggi come ieri s'impone una forte assunzione di responsabilità, nella consapevolezza che il valore della persona umana, centrale nel sistema ordinamentale, incide sulla nozione di ordine pubblico, sui limiti e sulla funzione dell'autonomia negoziale, sull'interpretazione degli atti che ne sono manifestazione, sull'individuazione dei confini dell'illecito e del suo fondamento; insomma, incide sull'intero assetto dei """"rapporti civili""""."" -
Il contratto «conformato» quale statuto normativo del mercato energetico
L'indagine mette in luce l'attitudine degli apporti eterointegrativi dell'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente volti a funzionalizzare la contrattualistica energetica al perseguimento di una «economia sociale di mercato fortemente competitiva». Il contratto conformato dall'autorità diviene traghettatore dei valori ordinamentali nel rispetto della triade «sicurezza - libertà e dignità» ex art. 41 cost. e nel solco del green new deal europeo. In questa direzione si pongono le delibere volte a correggere i market failures quali, a titolo esemplificativo, quelle dirette a disciplinare la morosità dell'utente finale del segmento della fornitura di energia, disponendo imponenti deroghe alla disciplina di diritto comune; i provvedimenti riequilibratorii delle posizioni di debolezza degli attori del mercato alla luce del principio di uguaglianza sostanziale; la disciplina del bonus energia ed, ancóra, sempre nella direttrice di una latitudine assiologica della regolazione, sono attenzionate le prescrizioni tariffarie ed informative con funzioni ecologiche. Nell'evocata prospettiva, un ruolo centrale è assunto dal controllo giurisdizionale non soltanto sui provvedimenti dell'autorità ma anche sullo stesso contratto. Tale sindacato va condotto alla luce del complesso e unitario sistema ordinamentale sí da garantire al contratto il ruolo di parte integrante dello statuto normativo del mercato di riferimento. -
Comunione legale tra coniugi. Flessibilità tipologica e tutele ordinamentali
La ricerca scientifica rivisita l'istituto della comunione legale tra coniugi in funzione dell'individuazione del carattere della flessibilità che permea l'intera disciplina del regime patrimoniale. L'indicata prospettiva di indagine del regime della comunione legale porta, in prima istanza, a dover ripensare i rapporti tra le prescrizioni codicistiche e i princìpi costituzionali che rappresentano nel loro insieme un prisma che permette una rilettura attualizzata delle tutele giuridiche predisposte a favore della comunione e dei singoli coniugi. La riflessione sistematica conduce, quindi, a ricostruire le tante interconnessioni tra la comunione legale e gli altri rami disciplinari, con particolare interesse verso alcune figure giuridiche quali il rifiuto del coacquisto e le tutele patrimoniali dei coniugi. -
Libera circolazione. Regioni, colori, provvedimenti. Atti del webinar (Cagliari, 25 marzo 2021)
La pandemia, o meglio la sua gestione, ha esacerbato il conflitto tra lo Stato e le Regioni: il Governo ha denunciato la inefficiente azione regionale nel contrasto alla diffusione del Covid-19; le Regioni si sono lamentate perché lo Stato non ha garantito il necessario supporto ai territori, mettendo in crisi la forma di Stato regionale italiana. Molte Regioni, tra il 13 marzo e il 1° aprile 2021, hanno adottato ordinanze che vietavano l'accesso nei rispettivi territori ai non residenti se non per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute. Il divieto ha colpito, in particolare, la possibilità di raggiungere le cosiddette seconde case, sollevando tra gli studiosi dubbi di legittimità costituzionale in riferimento al principio costituzionale della libera circolazione e, ancor di più, al principio per cui le Regioni non possono ostacolare in alcun modo la circolazione sul territorio nazionale. Il Volume raccoglie le riflessioni sul tema di alcuni costituzionalisti, proposte durante il webinar organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Cagliari nel marzo del 2021. -
Il sistema giuridico del bilancio nella legalità costituzionale
Il sistema di bilancio compendia e congiunge molteplici questioni giuridiche. Dalle fonti, all'atto giuridico, ai vizi e rimedi e, innanzitutto, alla funzione costituzionale di controllo dell'economia. Prima della dimensione prettamente contabile il sistema di bilancio pone una sequenza di questioni giuridiche che sollecitano la massima sensibilità e competenza dell'interprete. Princípi, clausole generali, norme tecniche, going concern, substance over form, competenza, adeguatezza contabile, chiarezza, veridicità e correttezza, stato patrimoniale, conto economico, nota integrativa, relazione sulla gestione, criteri di valutazione, meritevolezza, sostenibilità, nullità e annullabilità del bilancio, esprimono concetti desunti da norme che regolano interessi e valori giuridici. -
I rapporti di lavoro nelle fondazioni lirico sinfoniche
Le problematiche dei rapporti di lavoro nelle fondazioni lirico-sinfoniche si collegano a quelle degli enti pubblici trasformati nei quali la presenza pubblica sul versante finanziario e organizzativo permane rilevante. Si tratta di contesti nei quali il regime delle assunzioni, anche dopo la loro privatizzazione, è disciplinato da norme vincolistiche, sia per quanto attiene alla capacità degli enti di assumere nuovo personale, limitata dal regime delle dotazioni organiche, sia per quanto attiene alle modalità delle assunzioni che devono avvenire mediante pubbliche selezioni. Tale contesto organizzativo risulta pertanto caratterizzato da un composito ed originale quadro normativo che costituisce il motivo della presente riflessione, la cui finalità è quella di rappresentare il contenuto delle attività che i prestatori di lavoro sono tenuti ad effettuare nel particolare settore considerato. -
Mafie, imprese, lavoro. Diritto del lavoro e normativa di contrasto
La diffusione delle organizzazioni criminali di matrice mafiosa oltre i territori originari, il loro radicamento in differenti settori economici e, in particolare, la penetrazione delle mafie negli spazi dell'economia legale, e non più solo nella dimensione dell'illecito, confermano la natura multidimensionale e metamorfica di questo fenomeno criminale e la necessità di contrapporvi una strategia di contrasto altrettanto complessa e articolata che tenga in adeguata considerazione il lavoro e la sua tutela. L'analisi della normativa di contrasto è condotta in una prospettiva giuslavoristica con l'obiettivo di mettere in evidenza i punti di forza e di debolezza dei principali strumenti adottati, il loro impatto sulle relazioni di lavoro e le ripercussioni che si determinano sul piano del bilanciamento dei diritti. La mappatura delle misure predisposte per contrastare l'attività dei gruppi mafiosi consente di selezionare alcune direttrici di intervento funzionali a migliorare la strategia di contrasto, a partire da un maggior coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, e, più in generale, fa emergere la necessità di contemperare in maniera più equilibrata interessi contrapposti, un'esigenza rispetto alla quale l'esperienza del diritto del lavoro, e finanche delle sue più recenti vicissitudini, offre un punto di osservazione privilegiato e suggerisce peculiari strumenti, tecniche e modelli di intervento. -
Profili civilistici del «dieselgate». Questioni risolte e tensioni irrisolte tra mercato e sostenibilità
Le vicende giudiziali che si sono sviluppate a seguito dello scandalo relativo alle emissioni truccate noto come «dieselgate» rivelano una dimensione problematica che coinvolge direttamente il diritto privato europeo. Le prime decisioni intervenute in Germania e in Italia sul caso, specie se raffrontate con la definizione raggiunta in via transattiva in USA, evidenziano i limiti dell'enforcement realizzato attraverso la disciplina delle pratiche commerciali sleali ed inducono a riflettere sull'effettività della tutela dei consumatori europei, avuto particolare riguardo alla sostanziale svalutazione del pregiudizio ambientale arrecato dalla condotta della casa automobilistica. Dedicando specifica attenzione all'utilizzo di comunicazioni commerciali in cui si millantavano prestazioni ecosostenibili dei veicoli, lo scritto s'interroga sulla possibilità di qualificare in termini più articolati il fenomeno del greenwashing, tenendo conto dell'interesse non patrimoniale dei consumatori all'acquisto di un bene a basso impatto ambientale, così da assegnare al principio dello sviluppo sostenibile una funzione non meramente programmatica, nella consapevolezza del suo stretto legame con la solidarietà costituzionale.