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Le nullità documentali. Dal neoformalismo al documentalismo
L'idea che lo ""scrivere"""" richiesto a pena di nullità di un contratto non possa che integrare una forma ad substantiam actus (artt. 1325 n. 4, 1418, 2° comma, c.c.) sembra quasi costituire un dogma attraverso il quale viene decodificata ogni realtà documentale. L'invito che si presenta in queste pagine è di provare a sottoporre a nuova verifica i limiti di possibilità e validità dei presupposti logici e assiologici sui quali è stato costruito questo rassicurante convincimento. Si tratta, in particolare, di rovesciare la prospettiva abituale, sottraendo le fattispecie esaminate all'idea che si tratti di mere proiezioni (o estensioni) dei vincoli di """"forma"""": i benefici che ne deriveranno non sono pochi dal punto di vista sistematico, né poco rilevanti dal punto di vista pratico. La posta in gioco è l'esatta comprensione del fenomeno che, ormai da decenni, si sta sviluppando sotto i nostri occhi. Il riferimento è alla possibilità di riconoscere il documentalismo che governa il nuovo diritto dei contratti; ossia un fenomeno in cui i documenti sono chiamati a svolgere un ruolo inedito rispetto al passato, quantomeno nella portata che è dato sempre più spesso constatare nella legislazione speciale. L'indagine su questa lenta ma chiara mutazione assumerà come punto di osservazione la riflessione sulle nullità documentali; figure rispetto alle quali si pone forse più vistosamente, rispetto ad altre, la difficoltà di tracciare un profilo documentale che possa dirsi autonomo rispetto alla disciplina positiva della «forma scritta» intesa in senso tecnico-giuridico."" -
Piero Calamandrei. Dagli anni senesi all'attuazione della Costituzione (1920-1956)
Introduzione di Francesco Frati. -
Le sfide del Centro Linguistico di Ateneo. Innovazioni, didattica e internazionalizzazione del sistema universitario
"La pandemia ha reso più urgente l'avvio di un auspicabile processo nazionale di riforma dei Centri Linguistici di Ateneo, già troppe volte rimandato nell'ultimo decennio ma oramai non più procrastinabile, per essere all'altezza delle sfide del presente. In questa prospettiva l'Università degli Studi di Napoli Federico II ha promosso il convegno Sfide del CLA nell'Università digitale. Innovazione didattica e internazionalizzazione del sistema universitario (Napoli, 27 novembre 2019), i cui atti si pubblicano in questo numero dei Quaderni del CLA, a cura di Natasha Leal Rivas e Alessio Mirarchi. Nell'insieme i saggi raccolti offrono una visione pluriprospettica del nostro universo quotidiano, che si fonda sulla ricchezza del plurilinguismo e del multiculturalismo, sul dialogo tra le nazioni, sulla solidarietà tra i popoli"""". (Dalla presentazione di Pasquale Sabbatino)" -
Un dibattito sulla ponderazione
A partire dall'affermarsi di un paradigma nuovo di Stato di diritto centrato sulla costituzione e sulla costituzionalizzazione di diritti fondamentali sì pienamente esecutivi ed azionabili, e dunque dall'emergenza di un intenso controllo giurisdizionale delle leggi, il ragionamento del giudice ha assunto una rilevanza ed una pregnanza finora sconosciuta all'interno della modernità giuridica. Lo Stato moderno si afferma innanzitutto come Stato legislativo, e il suo materiale giuridico primigenio e supremo è la Legge. In questo quadro il giudice è tendenzialmente, come dice ancora Max Weber una sorta di automa che riproduce il dettato del legislatore, una macchina di ripetizione della norma di legge. Ma con la costituzione dei diritti fondamentali, garantita da una corte di giustizia la funzione giurisdizionale si arricchisce di competenze e di tecniche interpretative. E dinanzi alla proclamata operatività dei diritti fondamentali trasforma prima questi in pretese «oggettive», poi in «valori» e «princìpi». Ma come applicare questi diritti che ora non sono più azionati dai loro titolari, i cittadini, perché comunque «oggettivi», e che si configurano come «princìpi»? Dalla sussunzione tradizionalmente usata per applicare le norme, «regole» - si dice ora -, si passa alla «ponderazione». Il passaggio dall'una all'altra forma di ragionamento giuridico viene approvata e certificata da più di una corte, non senza spesso l'entusiasmo del neofita. Ma cos'è la «ponderazione»? Siamo sicuri ch'essa come tecnica applicativa non sottoponga il diritto e la sua funzione ad una tensione e «torsione» eccessiva e non dia luogo a forme di autocompiacimento giudiziale? -
Liberalità fra struttura ed effetti
L'opera prende spunto dalla decisione della Cassazione, a Sezioni Unite, del 27 luglio 2017, n. 1872, la quale, dopo avere esaminato talune figure riconducibili alla previsione di cui all'art. 809 c.c., ha deciso che il trasferimento di strumenti finanziari dal conto deposito titoli intestato al beneficiante a quello intestato al beneficiario dà vita ad una donazione tipica e non ad una donazione indiretta. La sentenza offre l'occasione per verificare, in una prospettiva oggettiva della causa, come la qualificazione della fattispecie dipenda dalla sintesi degli effetti giuridici essenziali sì da espungere dal relativo procedimento ogni elemento del profilo economico, idoneo ad incidere soltanto sulla disciplina. La verifica della tesi viene condotta sia sul piano teorico-generale sia analizzando talune ipotesi di liberalità indirette causalmente distinte da quella tipica ed al suo esito si rivela idonea a giustificare gli argomentati processi interpretativi sui quali essa complessivamente si fonda. -
Islamic financial law
The financial crisis has aroused the interest of jurists and economists not only on its causes but also on the different reactions provoked in a financial world in which religion is able to influence rulemaking and the behaviours of market players. The Islamic financial system, characterized by a risk-sharing approach and by the prohibition of pure gambling or investments in 'toxic' assets, showed a greater resistance to the crisis. The study of Islamic financial markets, therefore, beyond the analysis of the underlying religious values leads us to consider the feasibility of legal transplant in the Italian legal systems of contractual and financial practices typical of the Islamic world. -
La controdichiarazione testamentaria
L'opera mira a stabilire se nel testamento - diretto nei suoi termini esatti a realizzare interessi e bisogni, individuali e sociali, del defunto - possano trovare spazio, in una eterogenesi di funzioni ed effetti, una dichiarazione testamentaria ricognitiva di pregresse liberalità non donative, una dichiarazione perequativa dei diritti di riserva dei legittimari, una dichiarazione ricognitiva di anteriori liberalità a tacitazione della quota di legittima e, soprattutto, una controdichiarazione di precedenti liberalità dissimulate. Quest'ultima figura in particolare - esclusa dalla giurisprudenza per essere il testamento un atto d'ultima volontà ontologicamente diverso dall'atto tra vivi - è oggetto di ripensamento anche quando è resa dalla parte che non ha un interesse contrario al fatto dichiarato, perché, in tema di simulazione relativa, il riscontro nel testamento dell'esistenza di una volontà liberale consente agli eredi e aventi causa di confermare la donazione dissimulata nulla nel proprio interesse e per rispetto della volontà del defunto. Il lavoro affronta così anche la problematica dell'atto di conferma di una donazione dissimulata nulla. -
Princípi e clausole generali. Tre livelli di indistinzione
Principi e clausole generali hanno condiviso molteplici vicende, per lo più in controversie di natura ermeneutica. La storia interviene a illuminare la teoria, collegando distinzioni e indistinzioni tra principi e clausole nello sviluppo della complessità sociale. La vaghezza giuridica non è un dato intrinseco, ma funzione del contesto applicativo. I problemi contemporanei di regolazione portano all'applicazione dei principi, luoghi di elaborazione discorsiva della pluralità. Si delinea, in particolare nella dottrina tedesca, un diritto riflessivo, capace di apprendere e prendere la vaghezza sul serio: non problema da rimuovere per via interpretativa, ma luogo critico di produzione normativa autonoma, mediata dall'operare incessante dei processi di costituzionalizzazione. Anche in tal caso la dimensione storica mostra quanto nel Novecento la resistenza all'integrazione giuridica dei processi di apprendimento dai conflitti sociali abbia nuociuto al diritto civile, paralizzandolo in una comprensione di sé quale matematica formale. L'apprendimento costituzionale rimuove il comodo paradigma dell'apparenza delle certezze. -
La rilevanza causale delle interazioni psichiche nel diritto penale. La causalità psichica nella fattispecie monosoggettive
La rilevanza causale delle interazioni psichiche nel diritto penale. -
Condizionalità europea e giustizia illiberale: from outside to inside? I casi di Ungheria, Polonia e Turchia
L'indipendenza del potere giudiziario, principio fondamentale dello Stato di diritto, è anche un elemento del «patrimonio costituzionale comune europeo». Il suo rispetto è ormai un contenuto fondamentale della condizionalità europea, con specifico riguardo alle relazioni esterne, mentre, in passato, l'indipendenza dei giudici era del tutto assente nella «prima generazione» di condizionalità, che interessava esclusivamente la dimensione interna dell'Unione. Il volume esamina il diverso ruolo della giurisdizione e delle garanzie di cui essa dispone nelle liberaldemocrazie e nelle c.d. «democrazie illiberali». Attraverso un'analisi condotta con metodo comparato, si analizzano gli effetti della EU Rule of law quale formante della «seconda generazione» della condizionalità economica interna all'Unione. Si considerano gli scenari aperti da tale mutamento di prospettiva, approfondendo i temi della «giustizia illiberale» e dell'impatto della condizionalità economica sull'evoluzione dell'Unione europea. -
Termini e conformazione del regolamento negoziale
L'esame dei termini apposti ad atti di autonomia negoziale, per la selezione e la realizzazione degli interessi in concreto perseguiti dalle parti, muove dalla scomposizione della tradizionale concezione monolitica e astratta del dies quale elemento accidentale, per approdare alla configurazione teleologico-funzionale delle clausole temporali come coefficienti idonei a concorrere, in modo rilevante, alla regolamentazione e alla conformazione del rapporto giuridico quale «ordinamento del caso concreto». -
Echi di memoria e controcanti. Montale, Sereni, Fortini ed Orazio
Il messaggio della lirica oraziana, più che costituire la base dell'impianto poetico, in realtà fornita dall'impressione empirica soggettiva, più che imprimere forma al contenuto poetico, è talvolta la leva che consente a Montale (e, di scorcio, a Sereni e a Fortini) di attivare quel processo che favorisce l'emersione della propria identità esistenziale. Nella triade 'disperata' sembra risvegliarsi la consapevolezza di essere quel che non fu, nella sua essenza, il poeta antico. La «recidiva speranza» di Sereni come anche la 'disperazione calma' di Caproni sono l'approdo di una riflessione esistenziale in cui naufraga il precetto di 'cogliere l'attimo'. Le icone del bivio e del varco, in cui si compendia l'universalità dell'esperienza umana, nella loro funzione di correlativo oggettivo, sono elevate a simbolo di immagini poetiche capaci di sconfinare imponendosi sui limiti temporali. L'incidenza del vate latino di età augustea sui poeti del nostro tempo, che, comunque, produce un effetto e contrario, è occasionale, il rilievo della traccia può essere in qualche caso labile: Montale, va da sé, esprime il suo mondo autonomamente, a prescindere da qualsiasi confronto, associabilità o dissociabilità; in un momento altro da quello della ispirazione iniziale, successivo nel senso psicologico e non cronologico, può accadere che il suo pensiero s'imbatta, grazie ad un'eco di memoria, nel pensiero conservato in un testo antico, e che tra i due registri si rivelino antitesi definitive, e così puntuali da apparire nel testo recentior coscientemente antinomiche al testo vetustior, ed intenzionalmente evocate per fini comparativi. Il profilo delle incompatibilità è successivo all'atto creativo, mai potrebbe rivelarsi produttivo di esso. -
Tendenze evolutive del modello israeliano. Lo stato e la sinagoga
Le incertezze di ordine tassonomico che connotano il modello israeliano, imputabili al pluralismo giuridico e alla stratificazione delle fonti di produzione, sono acuite dallo speciale, ed intricato, rapporto esistente tra diritto religioso e diritto statuale. Israele nasce, nel 1948, come stato laico, che garantisce la libertà di religione e di coscienza; tuttavia l'assenza, nel Foundation of Law Act 1980, del riferimento al culto e all'adorazione di Dio, non impedisce il richiamo a valori universali e, segnatamente, ai principi di libertà, giustizia ed equità della tradizione ebraica. Israele è, dunque, una «democrazia con una differenza», dovuta proprio alla difficoltà di conciliare il suo essere stato ebraico e democratico al tempo stesso. Questo carattere duale si riflette in tutte le componenti dell'ordinamento giuridico israeliano, e, soprattutto, nel diritto di famiglia e delle persone, tradizionalmente appannaggio dei tribunali religiosi, dove tangibili sono le spinte nel segno della secolarizzazione. Il tentativo di preservare un ragionevole punto di equilibrio tra diritti che traggono la loro fonte nell'ebraismo e diritti di matrice democratica rappresenta la sfida e il progetto costituzionale del sistema israeliano nel suo complesso. Un punto di svolta particolarmente importante è rappresentato dalla trasformazione, a partire dagli anni novanta dello scorso secolo, della Corte Suprema, che è divenuta l'interlocutore privilegiato verso il quale indirizzare i principali dilemmi relativi all'identità collettiva della nazione. -
Il mestiere di fare impresa
Non si è imprenditori per nascita, né il titolo si consegue con una laurea. Si diventa imprenditori coltivando i propri talenti, accrescendo capacità e competenze, superando i propri limiti. ""Il mestiere di fare impresa"""" è indirizzato a chi sta già lavorando o sta studiando e vorrebbe Fare Impresa. Una lettura rapida consente di acquisire gli elementi per valutare e capire il proprio grado di potenziale imprenditore. Scorrevole come un racconto richiede poche ore di lettura per avere un quadro sul profilo dell'imprenditore, sul rapporto con i soci e sulla finanza per la nuova impresa. Il volume è rivolto al mondo della scuola e dell'università, agli imprenditori che vogliono innovare e a tutti i potenziali neo-imprenditori. Studiosi di organizzazione, giornalisti, operatori di media e siti Web, possono trovare esempi e storytelling che illustrano l'evoluzione del Fare Impresa."" -
Fine vita: antichi dilemmi e questioni irrisolte
Il tema, estremamente complesso e delicato, coinvolge una miriade di implicazioni e di risvolti non solo etici, medici e giuridici, ma anche politici e sociali. Punto iniziale di riflessione è il ruolo del consenso e/o del rifiuto di trattamenti sanitari prima della l. 22 dicembre 2017, n. 219 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento) che ha introdotto significative, anche se non risolutive novità, e della quale sono stati individuati i più significativi principi ispiratori, tracciando un quadro relativo all?evoluzione del pensiero, non solo della dottrina, circa la necessaria centralità del consenso. Il consenso informato risulta essere presupposto fondamentale per un?efficace espressione della libertà di autodeterminazione terapeutica, sempre affiancato da specifici ed ulteriori requisiti del consenso stesso. Una delle tematiche più dibattute risulta legata infatti alla capacità d?agire: sviluppandosi in merito il c.d. superamento della dicotomia capacità giuridica-capacità d?agire e la valorizzazione della c.d. capacità di discernimento. Su tali premesse si innesta il dibattito aperto dalla l. n. 219 del 2017, nella quale acquista definitiva centralità appunto il consenso informato, al fine di soddisfare la necessità di un equo bilanciamento tra il diritto alla vita e quello all?autodeterminazione del paziente interessato. Il lavoro, muovendo dal dato normativo, apre ad ulteriori problematiche connesse: all?obiezione di coscienza, alla pianificazione delle cure tra paziente e medico, all?eutanasia, all?accanimento terapeutico, all?alimentazione e idratazione artificiale. L?attenzione si incentra poi sulle DAT (disposizioni anticipate di trattamento) al fine di inquadrarne il ruolo, i contenuti, nonché i requisiti di forma, e, tra gli altri, la revocabilità. Nella consapevolezza che ciò che prevale è la volontà di salvaguardare i beni punto di riferimento oggettivo di tale personalissimo atto il quale, proprio a causa del suo particolare modo di essere, si atteggia sempre come significativa espressione del potere di autonomia negoziale assoggettato, tuttavia, ad una regolamentazione ben diversa da quella relativa agli accordi contrattuali non avendone il carattere economico. Emerge sulle disposizioni anticipate di trattamento un panorama con ancora molte zone d?ombra: la l. n. 219 del 2017 non sembra aver sciolto del tutto le perplessità sollevate in ordine alla configurabilità, nelle DAT, dei requisiti dell?attualità, della ponderatezza e della specificità del consenso, che appaiono fondamentali tanto per la validità di quest?ultimo quanto per la legittimazione stessa del trattamento sanitario. -
Dibattito sulle ricerche della dottrina civilistica nel biennio 2017-2018
Il volume raccoglie gli Atti della Scuola Estiva 2019, organizzata dall'Associazione dei Dottorati di Diritto Privato (A.D.P.), nei giorni 11-14 settembre 2019, a San Benedetto del Tronto. Con un confronto dialettico su talune ricerche recenti della dottrina civilistica, si riflette, in particolare, sui princípi identificativi del sistema ordinamentale, sull'operatività delle clausole generali e sulla sostenibilità dell'ordinamento giuridico. Sono analizzati alcuni profili delle libertà dell'individuo e dei diritti della persona. È indagata la tematica dei beni e dei diritti reali, con particolare attenzione alla nozione di c.d. bene comune e alle vicende dispositive del diritto di proprietà. Ampio spazio è dedicato alle più attuali questioni in tema di rapporti obbligatori, autonomia negoziale, illecito e responsabilità civile. -
Manuale di diritto delle donazioni
Le donazioni si pongono quale momento di confronto tra le vicende mortis causa e lo strumentario inter vivos, quale occasione negoziale di verifica di istituti della materia contrattuale, che a volte trovano, con riferimento agli atti di liberalità, una significativa riprova nella pratica. -
L'organizzazione del lavoro intellettuale
Contributo alla teoria della personalità della prestazione. -
Un letterato alle Porte Scee: Ugo Ojetti
«In quell'anno [1946], espressione d'un clima di gioia e di stanco sollievo per la fine della disastrosa seconda guerra mondiale, fecondo tracciato di miseria e volontà di rinascita d'un paese e di un popolo umiliato e vitale, moriva a Fiesole Ugo Ojetti, uno scrittore semplice e difficile secondo la geometria dell'immagine dotato d'un carattere omerico nella volontà e nella forza; a ben riflettere, caravaggesco per lo stile e la propensione all'utilizzo, in soffuse atmosfere sospese in chiusi orizzonti, di rapidi fasci di luce illuminanti le banali essenze e le indefinite qualità umane di vite incapsulate dalle prefissate condizioni sociali, giudicate ""tout court"""" assolute e non suscettibili di dubbiose analisi interiori atte a innescare la libera ricerca d'un diverso e più determinante autore»."" -
Il progetto della biblioteca
Il libro rappresenta un'esplorazione nell'architettura della biblioteca come luogo simbolo e funzione rigenerativa della città attraverso riferimenti e molteplicità di piani di lettura che aprono a diverse ipotesi di indagine e di discussione profondamente legate alla condizione contemporanea. Innanzitutto nel formulare, in una forma densa e problematica, una questione che investe la cultura in tempo di nuove tecnologie. Di fatto il tema trattato nel libro si presenta oggi con una carica di problematicità mai vista in precedenza determinata, soprattutto, dal progressivo prevalere dei testi digitali su quelli cartacei e dall'uso sempre più diffuso di Internet. La scelta del tema non risponde a un attaccamento acritico dell'autore al passato e a un desiderio di riproposizione ideologica e nostalgica di una realtà avviata a profonde trasformazioni; la questione è che la comunicazione digitale non è una opzione che indebolisce la funzione culturale del libro, né tantomeno della ""biblioteca"""" intesa come spazio fisico con un profondo carattere di luogo capace di accogliere gli uomini e di favorirne il costituirsi di libere e significative relazioni. Un ultimo livello di riflessione attraversa i contenuti del volume. Ricerca e didattica sono intese come dimensioni da valorizzare come campi in necessaria e forte relazione reciproca per una proficua innovazione del sapere universitario.""