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Breve storia di un'ingratitudine. Victor Cousin nell'album di famiglia della scuola repubblicana
Oggetto di un misconoscimento colpevole da parte dei suoi successori, Victor Cousin è il protagonista di un disegno di riforma complessiva dello Stato a partire dall’integrazione dell’elemento popolare nel circuito educativo. Il successo della sua pedagogia politica d’ispirazione nazionalista e classista - che influenzerà la riorganizzazione delle agenzie di formazione, nonché i criteri di reclutamento del corpo docente - lo reintegra a pieno titolo nella storia dell’istruzione pubblica repubblicana e nella tradizione dell’Etat Enseignant. L’ideologo del governo di Luglio, su cui convergono il biasimo e le accuse sprezzanti dei suoi numerosi detrattori, sa mantenere una visione straordinariamente lucida dei grands enjeux dello Stato moderno, che lo riscatta dall’immagine incolore dell’opportunista e squarcia il velo sui limiti di una tradizione politica marcata dal persistere di un’inconfessata vocazione dirigista ed élitista. -
Il sistema delle arti. Storia e ipotesi
Cosa facciamo quando riconosciamo un oggetto come opera d’arte? Su quale “sistema implicito” di idee o su quale “senso comune” fondiamo il discorso sulle arti? Come classifichiamo oggetti e saperi artistici sempre più complessi ed eterogenei? È ancora legittimo parlare di sistema delle arti? Per rispondere a queste domande, Giuseppe Di Liberti cerca una nozione di sistema capace di raccogliere “la sfida della complessità” che le arti costantemente ci lanciano. A partire da un’originale applicazione della teoria generale dei sistemi al discorso contemporaneo sulle arti, il volume compie un articolato itinerario storico sulle organizzazioni dei saperi artistici dall’antichità ai giorni nostri, individuando quattro modelli: catalogo, comparazione, classificazione e sistema. E se l’inizio del Novecento segna l’inevitabile crisi del sistema delle belle arti tradizionalmente inteso, il dibattito sulla sistematica dei concetti fondamentali della scienza dell’arte degli anni Venti rappresenta un decisivo punto di svolta verso l’organizzazione di un sistema delle idee e dei problemi artistici. Questo passaggio offre il fondamento storico-teorico all’ipotesi lanciata da questo lavoro: un “grado zero” del discorso, un nucleo omogeneo di concetti – mimesis, rappresentazione, ritmo, corpo, dettaglio e tecnica – costruito come sistema aperto di idee in reciproca relazione. Lo scopo del sistema è quello di offrirsi come strumento di comprensione delle opere d’arte nella loro singolarità e dello scambio tra la presentificazione dell’oggetto artistico e la sua individuazione da parte del fruitore. -
Della natura umana
Che cosa di più antico e attuale del tema della natura umana? E, soprattutto, che cosa di più filosofico del che cosa è la natura? I filosofi greci e Lucrezio dicevano natura e omettevano l’aggettivo umana. L’omissione mostra la strada da percorrere: l’universo umano è una delle articolazioni dell’intera natura; la natura tout court, a sua volta, è quella che è perché ha al suo interno l’articolazione della specie umana con le sue novità, le sue libertà. Le culture, non solo quelle degli umani ma anche quelle degli animali non umani, come modi di essere della Natura. -
Dinamiche giuridiche nella società dell'informazione. Tra privacy e sicurezza
Nella ‘società dell’informazione’, in quanto società tendenzialmente globale imperniata sull’uso dei mezzi infotelematici, emerge la crescente necessità di tendere ad una nuova ‘società della conoscenza’, quale graduale evoluzione verso un sapere tecnologico maggiormente a misura d’uomo. Ciò significa un livello di sviluppo caratterizzato sul piano normativo, etico e giuridico, da un accresciuto senso di consapevolezza dei rischi, responsabilità e precauzione, in linea con i richiami dell’Unione Europea non solo ad una più produttiva ‘economia della conoscenza’, ma anche all’indispensabile riconoscimento di princìpi condivisi e diritti fondamentali. In tali dinamiche della complessità sociale, assume un significato determinante il nesso dialettico di ‘unità nella differenza’ tra elementi eterogenei ma tutti imprescindibili, quali privato e pubblico, libertà individuale e controllo sociale, privacy e sicurezza. -
Ragion pratica e normatività. Il costruttivismo kantiano di Rawls, Korsgaard e O'Neill
La normatività pervade le nostre vite. Nell’agire quotidiano ci scopriamo soggetti a regole e norme di comportamento, linguaggio e pensiero che avvertiamo ineludibili. In ambito morale la normatività di tali vincoli assume un rilievo addirittura paradigmatico. Diciamo di «sentirci in dovere di» fare e dire qualcosa o di «essere obbligati» da una situazione o verso qualcuno. Nel nostro quotidiano commercio con il mondo usiamo il vocabolario del «dovere» e dell’«obbligazione» al fine di render conto, a noi stessi e ad altri, delle azioni che intraprendiamo. La filosofia morale degli ultimi trent’anni ha provato in vario modo a rendere conto della forza normativa delle considerazioni morali. Tra le proposte più trascurate, e solo di recente divenuta oggetto di aspre discussioni e confronti polemici, vi è quella del ‘costruttivismo kantiano’. Riprendendo da Kant il concetto di ragione pratica, e individuando nel «punto di vista pratico» la prospettiva propria dell’agente razionale, il costruttivismo vuole giustificare la forza normativa dell’etica a partire da processi razionali, riflessivi e deliberativi, interni a tale punto di vista. Il costruttivismo pretende così di salvaguardare la kantiana autonomia della ragione, e la connessa supremazia del pratico, evitando di reperire le basi autoritative dell’etica nella particolare conformazione della natura umana o in presunti fatti mondani indipendenti. Lo scopo principale del presente lavoro è indagare le specificità teoriche di tale proposta. -
L'enigma del colore
Il colore non è solo una proprietà sensibile dei corpi, ma un fenomeno complesso capace di evocare significati affettivi o emozionali e contenuti simbolici propri, condensando in forma di immagine valori, ideologie e contenuti politici. È per questo che possiamo ricorrere al colore come mezzo di comunicazione per veicolare credenze, rappresentazioni identitarie e per mobilitare azioni individuali e collettive. Come rendere ragione di tali fatti e pratiche correnti? Si tratta innanzitutto di mettere in evidenza il fatto fisico del colore, e l’esperienza fenomenologica degli artisti che testimoniano l’intrinseca disposizione del colore all’ambiguità e alla polivalenza. Questa ambiguità consente di preparare un approccio e trattamento simbolico che permettono altresì di rendere conto dell’universalità di una costante archetipica e delle molteplici variazioni culturali – siano esse mere codificazioni convenzionali – le quali tuttavia non si confondono con un senso arbitrario e un puro relativismo culturale. L’approccio pragmatico e performativo del colore, specialmente in campo politico, contribuisce a illustrare il dibattito teorico – antitetico e perfino paradossale – sulla natura ed essenza del colore, proprio alla scienza e alla filosofia, ma anche di fare del campo simbolico – e delle applicazioni pratiche – un livello di significazione autonomo, capace di riunire pratiche empiriche spesso contraddittorie. -
Babelonline print. Vol. 6: Incontro con la filosofia africana.
La filosofia africana è un soggetto poco conosciuto, confuso con un deposito di tradizioni popolari di origine imprecisata, colorate con gli stereotipi del folklore. Un pregiudizio tacito e tenace la esclude dalla filosofia in senso canonico, dalla sua storia e dai suoi metodi. La filosofia africana è invece un capitolo complesso della storia delle idee degli ultimi due secoli: è impossibile pensarla senza le diaspore nere o comprenderla senza conoscere le personalità che l’hanno realizzata, ignorandone il cosmopolitismo linguistico e l’ideale etico, svalutandone l’impegno totale al servizio della dignità dell’uomo e della libertà, in Africa e nel mondo. In questo numero vengono pubblicati saggi rappresentativi delle sue origini e dei suoi percorsi, presentandone alcuni padri fondatori e aprendo lo spazio alle nuove prospettive di ricerca che impegnano oggi i loro eredi. Con l’auspicio che questo assaggio susciti il desiderio di conoscerla in tutta la sua ricchezza. -
Esperienze di disegno industriale. Lavori di quattro anni di corso. Ediz. illustrata
Bernardino Pittino (Udine 1948) architetto e designer. Diplomato al Liceo artistico di Firenze, nel 1971 si laurea in architettura a Venezia e nel 1999 consegue un Master in ergonomia. E’ iscritto dal 1972 all’ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Udine di cui è consigliere e per il quale coordina anche corsi di aggiornamento per gli iscritti. Dal 1969, collabora con industrie occupandosi di progettazione del “prodotto”, del supporto grafico e degli allestimenti. Si occupa anche di progettazione edilizia, pubblica e privata e di architettura degli interni. Dal 2002 è docente presso l’ Università di Udine, facoltà di Ingegneria, corso di laurea in Architettura. -
Die wunder Mailands. Die wunden Mailands-Meraviglie e mere voglie di Milano
Diciamoci la verità, questa città non la ama più nessuno. Tutti, per primi gli stessi milanesi, la vedono brutta, insopportabile, grigia, senza storia. Una volta non era così: ci fu un momento, dopo la guerra, dove ognuno si sentiva parte attiva di un motore più grande, tutti tesi fino allo spasimo per migliorare il loro futuro e il futuro di questa città. Era gente come Don Ciccio, per intenderci. Poi, d'incanto il quarto d'ora è passato e Milano è rimasta a leccarsi le ferite. Oggi vive di una gloria che non si merita più e di una nostalgia per la ""capitale morale"""" assolutamente deprimente. Eppure in certe giornate come questa la sua bellezza è ancora assoluta."" -
Sensibilia. Vol. 2: Vincoli-contraints
In quali diversi modi la nozione di “vincolo” agisce ed assume rilevanza nei vari ambiti di riflessione teorica o elaborazione pratica, dalla logica all’estetica, dalla progettazione architettonica alla legislazione dei beni culturali, dalla percezione più o meno “ingenua” all’interpretazione artistico-giuridica, dalla pianificazione economica alla teoria politica della rappresentanza, dalla teoria dell’argomentazione all’epistemologia? Che differenza è riscontrabile tra vincoli costrittivi di tipo normativo (constraints) e vincoli “liberamente” autoimposti (self-binding)? Secondo quali differenti dinamiche i vincoli sono soggetti a evoluzione, sviluppo o, eventualmente, progresso? Come e dove sono aggirabili o negoziabili? Il volume raccoglie gli atti del secondo seminario annuale (2008) di Sensibilia. Colloquium on Perception and Experience, dedicato al tema “Vincoli/Constraints”. L’obiettivo del Colloquium è promuovere un confronto tra aree di ricerca diverse intorno a temi e problemi comuni. Il leitmotiv scelto per il ciclo seminariale del 2008 consente un’ampia riflessione comparativa (filosofica, ontologica, scientifica, psicologica, fenomenologica, storico-artistica, antropologica, semiotica, estetologica, mediologica, ecc.) nonché la possibilità di individuare e tematizzare ulteriori e forse imprevisti momenti di connessione e risonanza. Se il vincolo è comunque qualcosa che offre resistenza, il fascio di problemi che qui si raccoglie insieme può probabilmente far luce sulla sua natura composita proprio perché costringe a guardare di traverso. Saggi di: Luca Bortolotti, Riccardo Brunetti/Franco Delogu/Carmela Morabito, Alessia Cervini, Paolo D’Angelo, Fabrizio Desideri, Maria Giuseppina Di Monte, Michele Di Monte, Alessandro Ferrara, Elio Franzini, Elena Gagliasso, Tonino Griffero, Domenica Fioredistella Iezzi, Pierre Jacob, Micaela Latini, Diego Marconi, Maria Vittoria Marini Clarelli, Giorgio Nisini, Herman Parret, Giovanna Pinna, Manrica Rotili, Herner Saeverot, Stefano Semplici, Francesco Sorce. -
Serpe bianca, serpe nera
Quella che gli storici chiamano la «strage di Mérindol» fu compiuta nel 1545 a danno di una florida comunità valdese nel tratto di Provenza che interessa i due versanti del massiccio del Luberon. Provocò un numero di morti che non poterono mai essere contati, ma furono di certo ben più di tremila. Questo romanzo racconta la grande prova di resistenza, di durata, di cui si fanno protagonisti alcuni scampati, capaci di ricreare un piccolo Eden a qualche giorno di marcia da un simile orrore. Si pone però un problema fondamentale: di fronte al male assoluto, si deve praticare il ricordo, in omaggio ai caduti e a monito per il futuro, oppure dimenticare, in modo da disarmare il male, da togliergli tutto il veleno? Temi come le guerre di religione, l’intolleranza, l’impossibilità di mediare tra parti accecate da lunghi precedenti di reciproche violenze, emergono nel racconto, mostrando tutta la loro attualità, tutta la loro carica di domande a cui è sempre più urgente, oggi, dare risposta. -
Giustizia in contumacia
Giustizia in contumacia è una scrittura tra il romanzo, il diario e la poesia, di una donna di fronte all’incredibile assurdità di un eclatante caso giudiziario. Un’esperienza di vita talmente devastante da invadere la sfera del quotidiano che assume a volte i tratti dell’incubo, altri dell’indignazione e in altri dell’invettiva. Un tuffo nelle cattive acque dell’ingiustizia, percepita con profondo smarrimento e delusa sofferenza. Un dialogo con le grandi voci della letteratura che hanno condiviso con la protagonista diffamazioni, stupide etichette, accuse kafkiane di colpevolezza. Un colloquio dove anche il silenzio e i non-detti hanno la stessa forza del pensiero e dell’azione. Un percorso terminato in piena assoluzione, ma che ha sortito inevitabilmente gli effetti di una “denegata giustizia”. Un’incantata passeggiata tra approfondimenti psicologici dell’oggi e memorie del passato, dall’intenso afflato poetico. Nata a Caltanissetta, Concetta Cimino oggi risiede a Palermo, coniugando ad un’intensa attività lavorativa una sempre più fervida produzione letteraria. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Palermo. È dirigente presso il Dipartimento Formazione Professionale dell’Assessorato regionale al Lavoro. Responsabile, per la Regione Sicilia, del progetto di cooperazione internazionale “Pacef – PActo para la Capacitaciòn y el Empleo Femenino”. Ha pubblicato i romanzi Giuro sulla libertà, Lussografica, Caltanissetta 1998 e Fiori di Capperi, Cofise, Palermo 2001; le raccolte di poesie Pensieri in libertà, Lussografica, Caltanissetta 2000, Ogni giorno è una vita, Cofise, Palermo 2000 e La donna che fu figlia, 2006; Una passeggiata dell’anima in Sicilia, 2002; Le favole del mare, 2003; I tre coriandoli rossi, 2004. -
Twin Peaks. David Lynch e la filosofia. La loggia nera, la garmonbozia e altri enigmi metafisici
Creato da David Lynch e Mark Frost, Twin Peaks è un telefilm di culto ricchissimo di spunti filosofici e metafisici. A farla da padrone è la celebre Loggia Nera, con i suoi bizzarri e sovente crudeli abitanti, ma anche il resto della serie offre diverse occasioni di riflessione. Essa ci consente di far scendere in campo correnti filosofiche (o “para-filosofiche”) come la Kabbalah e lo gnosticismo, oltre che vari pensatori, tra cui Ludwig Wittgenstein e Martin Heidegger. Da un lato questo saggio fornirà un resoconto di ciò che è accaduto a Twin Peaks e soprattutto nella Loggia Nera – cioè mostrerà che le vicende e le simbologie di questo universo narrativo, considerate spesso confuse o incomprensibili, seguono una logica rigorosa e mai casuale –, dall’altro cercherà di far emergere la metafisica implicita e onirica di Twin Peaks e, per estensione, di tutta l’opera di David Lynch. -
Affa Taffa
Ban Revelant e il suo amuleto Affa Taffa si sono inventati uno strano passatempo: tradurre lettere d’amore su commissione. Finché un giorno, per vincere la scommessa col compagno di banco e conquistare la prima ragazza, Ban manomette una traduzione, poi un’altra e un’altra ancora. Ma quando riesce finalmente a infilarsi nella vita di Ute e Daniel, accade qualcosa di imprevedibile. Si ritrova catapultato dal Friuli alla Francia, in un viaggio che lo porta alla scoperta della verità sulla sua famiglia e su se stesso. Fino a fare i conti con un’omosessualità sempre celata. Affa Taffa è una fiaba moderna, che dietro il sorriso apre uno spaccato inclemente sulla provincia italiana. Con un lieto fine soltanto apparente. -
L' opera inaugurale. Gli scrittori lettori della Comédie Humaine
Un Balzac trasgressivo, eretico, eccentrico viene esplorato da un’insolita schiera di critici d’eccezione della Comédie humaine: i suoi scrittori-lettori, da Henry James a Hugo von Hofmannsthal, da Oscar Wilde a Rainer Maria Rilke, da Robert Louis Stevenson ad August Strindberg. Letture utopistiche, dialoghi a distanza da autore ad autore, raffinati esercizi di riflessività autoriflessiva, queste nuove configurazioni dell’opera balzachiana si inscrivono sotto il segno di un’esigenza di radicale trasformazione – della lettura, della scrittura, dei possibili del romanzo, della relazione ambivalente con i “Maestri” da intrecciare interminabilmente. -
Doppio mondo dell'occhio e dell'orecchio. Senso e verità nella filosofia della percezione
La differenza fra percezione visiva e uditiva ha caratterizzato la cultura occidentale sin dalle sue origini. Partendo dall’interpretazione di questo «dualismo percettivo» si ricostruisce il problema del rapporto immagine/parola, o immaginario/simbolico, -
La natura del riconoscimento. Riconoscimento naturale e ontologia sociale nello Hegel di Jena
Che cos’è il riconoscimento? Si tratta di un fenomeno normativo di costruzione istituzionale che si avvia da se stesso, oppure esiste una dimensione naturale del riconoscimento che ci rivela qualcosa di importante sulla genesi e sulla struttura della socialità umana? Esplorando la costellazione di pensiero in cui il riconoscimento inizia ad emergere, questo studio offre una nuova interpretazione del pensiero jenese di Hegel. La nozione di ‘riconoscimento naturale’ è così ricostruita quale elemento chiave dell’epistemologia e dell’ontologia sociale – del Geist –, prospettando insieme un modello teorico che può offrire valide soluzioni ai problemi in cui incorrono le posizioni contemporanee, da Honneth a Brandom e Ricoeur. -
La pattumiera della storia
I beni culturali, invenzione tutta occidentale – e relativamente recente – nella storia delle idee, racchiudono in sé una stratificazione di significati notevole: da un lato il concetto di bene proprio del platonismo, di natura essenzialmente spirituale; dall’altro l’idea di bene in senso economico, in cui “valore” è essenzialmente il capitale incorporato in un certo oggetto. Proprio l’Italia, Paese dove la tutela dei beni archeologici, monumentali e artistici è stata attuata per la prima volta già in epoca medievale, si accinge ora a vendere i suoi reperti (definiti da un Ministro della Repubblica “il nostro petrolio”) al miglior offerente. Si tratta di un mutamento radicale di paradigma, che sembra segnare la vittoria irreversibile dell’economia di mercato su ogni altro approccio. A tale mutamento, che si auspica essere non irreversibile, questo libro è dedicato. -
La vita perfetta di Mirza Mazhar Jan-I-Janan...
Shamsuddîn Habîbullâh Mîrzâ Mazhar Jân-i Jânân (1699-1781) fu uno dei protagonisti della vita culturale e spirituale di Delhi in un periodo denso di calamità e disordini. Fu un poeta raffinato, un esegeta colto e profondo, un asceta e un maestro. La sua figura, tuttora largamente sconosciuta al di fuori dell’India, ha in realtà rappresentato una delle massime espressioni del Sufismo nell’epoca moderna. Le storie ci raccontano di un Mîrzâ Mazhar, figlio di nobili, che sin dalla più tenera età manifestò i segni di una profonda indole amorosa, tanto che egli stesso riconobbe che «l’inquietudine della passione e dell’amore è il lievito della mia natura». Fu discepolo dei più importanti maestri della Naqshbandiyya-Mujaddidiyya, fino a diventare sotto ogni aspetto l’erede del Mujaddid-i Alf-i Thânî, “Il Rinnovatore del secondo millennio dell’Islâm”, Shaykh Ahmad Sirhindî (m.1624). È quasi inevitabile, sfogliando gli scritti naqshbandî riguardanti gli aspetti metodici della via iniziatica, che ci si imbatta in qualche notizia riferita a Mîrzâ Mazhar e ai suoi modi di condurre i discepoli, di guarirli dalle malattie del corpo o da quelli interiori, di leggere in profondità nel loro essere più intimo. Morì per mano di un assassino fanatico, che lo ferì mortalmente ma che gli lasciò anche il tempo, durante un’intensa agonia, di ribadire per l’ultima volta il senso dei suoi insegnamenti. Ci rimangono i suoi discorsi, le sue lettere e le sue poesie, e gli episodi della sua vita, tramandati dai suoi discepoli. -
Quaderno dell'istituto di psicoterapia del bambino e dell'adolescente. Vol. 30: l figlio nel groviglio della coppia.
Soggetto attivo di questo quaderno può essere considerata la coppia in sé, che trova spazio sia nel seminario condotto dalla Dott.ssa Norsa - Il bambino come sintomo della collusione di coppia - sia nella giornata organizzata dalla Dott.ssa Capuzzo - Genitori separati figli divisi -, che nel contributo portato dalla Dott.ssa Vegetti Finzi - Parole che feriscono, parole che curano: quando i genitori si dividono. La dimensione intrapsichica e quella interpersonale, in una diade coniugale, si presentano sempre intrecciate, per questo il bambino può entrare nella collusione di coppia come testimoniano le esemplificazioni cliniche della Dott.ssa Arena e dalla Dott.ssa Vitali. L’assenza di una buona qualità del legame della coppia coniugale può provocare effetti molto distruttivi sia per il bambino sia per i genitori. Vengono trattati aspetti legati al come e quando parlare ai bambini, alle reazioni che essi possono mettere in opera di fronte alle crisi della coppia coniugale ed all’evento separazione nello specifico. Oltre ad alcuni psicologi psicoterapeuti, un magistrato ed una mediatrice familiare dialogano in modo interlocutorio, in questo volume, in qualità di specialisti spesso in contatto diretto con gli attori coinvolti nella separazione stessa, mostrando come sia fondamentale non trincerarsi in un rigido corporativismo, ma condividere una cornice di senso in cui si inscrivono le emozioni intrinseche alla separazione. Il lavoro della Dott.ssa Robutti - Introduzione alla prospettiva psicoanalitica intersoggettiva - si colloca tangenzialmente come cornice al tema centrale del quaderno, riportando all’attenzione i più importanti costrutti psicodinamici sottesi alla nostra professione di psicoterapeuti, focus nell’osservatorio del lavoro. INDICEGiornata di studio coordinata da Diana Norsa, 17 Marzo 2007 “Il bambino come sintomo della collusione di coppia”D. Norsa: Natura, origine del legame di coppia e sue vicissitudini nel ciclo di vita della coppia. G. Arena: Esemplificazione clinica di psicopatologia nell’infanzia Bruno –Voglio la Gonna di Velluto Rossa–. R. Vitali: Esemplificazione clinica di psicopatologia nell’adolescenza Arianna –La Bella e la Bestia–.Giornata di studio coordinata da Wally Capuzzo, 19 Aprile 2008 “Genitori separati, figli divisi”A.M. Caruso: La nuova normativa in materia di separazione dei coniugi e di affidamento condiviso dei figli. W. Capuzzo: Risvolti psicodinamici delle separazioni genitoriali sui bambini. C. Cavatorta: Le parole silenziose dei bambini. E. Armano, W. Capuzzo, C. Cavatorta, V. D’Anchise e M. Fumagalli: Riflessioni sull’applicazione della nuova legge sui bambini. A. Robutti: Introduzione alla prospettiva psicoanalitica intersoggettiva. S. Vegetti Finzi: Parole che feriscono, parole che curano: Quando i genitori si dividono. RecensioniR. Vitali: T.H. Ogden, L’arte della psicoanalisi. Cortina, Milano, 2008.