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Eros, corpo, notte. Ricerche immaginali
Eros, Corpo e Notte sono figure simboliche perlopiù escluse dalle forme di riflessività, dagli approcci di ricerca e dai linguaggi che dominano la nostra cultura da tempo guidata da un pensiero astratto, distanziante e chiarificatore. Anche quando le esperienze legate all’Eros al Corpo e alla Notte divengono temi di riflessione pedagogica la tendenza diffusa è di analizzarle “dalla parte della luce”, di inserirle nelle categorie attinte dai saperi scientifici che affollano il campo dell’educazione, di disciplinarle o controllarne la carica dirompente imbrigliandole in rigorosi discorsi concettuali. La ricerca immaginale propone di riconoscere e meditare queste e altre dimensioni della vita e dell’esperienza educativa rivolgendosi al sapere umbratile, sensuale e magmatico condensato in opere d’arte di particolare densità simbolica, affidandosi ad una modalità conoscitiva ricettiva, affettiva e partecipativa che mira a riconnettere il nostro sguardo al corpo animato del sapere e del mondo. Il testo raccoglie tre ricerche di “pedagogia immaginale” orientate da questo approccio che attraversano i mondi simbolici dell’Eros (Valentina Meggetto), del Corpo (Elisa Rossoni) e della Notte (Sara Riva) elaborati dall’immaginazione creatrice di artisti dallo sguardo diffuso, spregiudicato e appassionato come Pablo Neruda, Stephen Frears e Johannes Brahms; Francis Bacon, Dylan Thomas e Kim Ki-duk; Rainer Maria Rilke, Stanley Kubrick e Mark Rothko. -
Sul problema del linguaggio nella fenomenologia di Husserl
Dal suo esordio editoriale con Filosofia dell’Aritmetica (1891) fino alla pubblicazione del primo volume delle Idee (1913) Husserl affronta il problema del linguaggio, attraversandolo lungo le sue ricerche psicologiche e fenomenologiche in quanto punto di passaggio inevitabile in una rigorosa considerazione dei modi intenzionali di vivere della coscienza. I segni, gli indici, le espressioni in questa prospettiva si rilevano come altrettanti ostacoli rispetto ad un rapporto proprio perché diretto con le cose ed ancora come supporti indispensabili in una progressione del pensiero, significativa ed intuitiva, scientifica o comune che sia. Segni, significati ed intuizioni si incrociano nella fenomenologia husserliana, secondo modi caratterizzati da continui rimandi di senso, dove ogni momento della sintesi risulta indispensabile rispetto agli altri, tra vuoti e pieni, nuovi vuoti, nuovi pieni in un orizzonte sempre aperto perché semiotico, significativo ed intuitivo. -
L.PH.G. Lingua philosophica graeca. Dizionario di greco filosofico
Sono stati qui identificati e descritti, in circa 300 lemmi, i concetti principali della filosofia greca, cioè del pensiero che sta al fondamento della tradizione culturale dell’intero Occidente. Non si tratta però di un compendio: quanto piuttosto della messa a punto di uno strumento di base utile a chi voglia essere sempre in grado – come diceva Epicuro – «di venire in aiuto a se stesso», una volta che sia risultata chiara l’importanza di tenere a mente la propria storia e l’impronta della propria esistenza. Inoltre, cinque vocabolari (greco-italiano, latino-greco, inglese-greco, francesegreco, tedesco-greco) permettono di raggiungere, per percorsi intrecciati, i lemmi di riferimento; si spera così di venire incontro anche all’esigenza di chi, soprattutto oggi, deve affrontare testi e saggistica di ambito filosofico in lingua straniera, ma che non sempre è in grado di cogliere le corrispondenze più corrette. -
Tra Oriente ed Occidente. Interviste sull'intercultura ed il pensiero orientale
In un tempo che è sempre più ossessionato dalla costruzione di identità in cui rispecchiare le proprie miserie e nobiltà, è necessario ricominciare da principio. La forma dell'intervista o del dialogo con gli studenti, semplice e lontana da tecnicismi, costituisce la migliore introduzione ad un diverso modo di pensare che, concentrandosi sugli elementi fondamentali, fa emergere la portata concettuale delle esperienze filosofiche orientali, evitando le secche dell'esotismo e del monoculturalismo. -
Il cigno magico. Diario di un educatore
Viene qui presentato un ricchissimo materiale, che riporta alla luce un servizio d’avanguardia - l’“Asilo di Piazza Aquileia” - diventato poi “Centro Studi e ricerche di psicopedagogia della prima e seconda infanzia”. La ricerca del suo fondatore Loris Rosenholz, che pone al centro del suo lavoro la “pedagogia della relazione”, è iniziata a Milano negli anni ’60 e si è conclusa negli anni ’80, sviluppandosi poi a Trieste e in altre Regioni. Il Cigno Magico ci porta a riflettere, ancora una volta, sulla necessità di offrire ai bambini - nel settore privato e pubblico - un ambiente ottimale dove l’accudimento emotivo favorisca la loro crescita intellettuale e sociale, prima del loro ingresso a scuola. Dott.ssa Mimma Noziglia -
La sovranità scomposta. Sull'attualità del leviatano
Una lunga tradizione interpretativa considera il Leviatano di Thomas Hobbes il testo in cui ha preso forma il dispositivo logico-concettuale con cui la modernità ha pensato la politica. I tre studi qui contenuti “scompongono” la teoria hobbesiana per metterne in evidenza alcune aporie che manifestano oggi, nell’apparente crisi della sovranità statale, una cogente attualità. Nella dottrina di Hobbes l’individuo, presentato come presupposto della sovranità, è anche prodotto di una biopolitica che della sovranità è correlato essenziale; la natura umana è segnata dalla scissione tra bisogno di riconoscimento e affermazione di quella individualità irrelata che è premessa necessaria della rappresentanza politica; la condizione umana viene sospesa in un presente astorico pensato come intrascendibile, per eliminare ogni pulsione al mutamento. Senza voler risolvere le tensioni tra sovranità e biopolitica, riconoscimento e rappresentanza, eternità e mutamento, questo libro mostra la centralità di queste aporie tanto nel momento di affermazione della scienza politica moderna, quanto negli odierni processi di soggettivazione. -
Come la vita si mette al lavoro. Forme di dominio nella società neoliberale
Che alla precarizzazione del lavoro si accompagni da tempo, paradossalmente, l’estensione della logiche manageriali ai più svariati aspetti della vita, è un fatto riconosciuto. Nonostante le dure repliche della crisi economica, una diffusa retorica continua a spingerci ad accogliere con entusiasmo la flessibilità e il rischio, a trattare le nostre capacità cognitive, creative, persino affettive, come un capitale da investire, lasciandoci alle spalle il fardello delle solidarietà e dei diritti. Tuttavia, più ancora dei dispositivi di controllo e persuasione messi in campo, impressiona la facilità con cui ad essi ci assoggettiamo. Che piega devono prendere desiderio e godimento affinché l’intera esistenza si metta al lavoro? È questa una tra le domande di fondo che, nei saggi qui pubblicati, legano tra loro prospettive diverse, filosofiche, sociologiche, psicoanalitiche, volte tutte a riflettere sui modi in cui il nostro essere e sentirci soggetti si costruisce, si modella e si dissolve attraverso il lavoro, la sua mancanza o il suo eccesso, lo sfumare dei suoi confini, in un rapporto sempre più ambiguo tra lavoro e libertà. Testi di Giovanni Leghissa, Federico Chicchi, Marco Focchi, Massimiliano Roveretto, Massimiliano Nicoli, Beatrice Bonato, Graziella Berto. -
Il valore dei concetti. Filosofia e criticà
Negli ultimi scritti, Foucault ripete che il lavoro storico-filosofico va orientato verso una critica della ragione politica. Cosa significa orientarsi, teoricamente, verso questo compito? Il volume inquadra la problematica della critica della ragione attraverso la riscoperta dei fondamenti teorici della storia delle scienze di Bachelard, Canguilhem e Cavaillès, la cui «filosofia del concetto, della razionalità e del sapere» ne rappresenta una delle più profonde elaborazioni. Contro lo storicismo hegeliano e attraverso la ripresa della filosofia di Kant e Nietzsche, gli epistemologi propongono una storia nella forma della non-identità, la cui vocazione è di essere al servizio della reale portata comprensiva dei concetti. Il volume ricostruisce, da un lato, l’intricato rapporto tra la riflessione degli epistemologi e la rinascita dell’hegelismo francese in Koyré, Kojève, Hyppolite, Wahl; e dall’altro cerca di tracciare una possibile genealogia di questa singolare tecnica di lavoro sui concetti, soffermandosi su alcuni aspetti del pensiero di Althusser, Lacan e Foucault. Solo una storia dei concetti nella forma della non-identità permette di accedere alla storicità della vita e della conoscenza della vita; solo sostituendo il reale dei concetti alla loro idealità, è possibile tracciare una storia del governo dei viventi, senza gettare sul rapporto tra vita e politica uno sguardo da fine del mondo. Solo preservando i diritti della critica contro quelli della logica della storia, il pensiero si libera da quell’erudizione che stordisce, per tornare al servizio della vita. -
Sul materialismo leopardiano. Tra pensiero poetante e poetare pensante
Questo studio attraverso il cristallo della scrittura, riscopre la filosofia di Leopardi, osserva la luce e le rifrazioni del suo pensiero, ne rintraccia le origini e i cromatismi, scomponendone il ricco spettro, in grado di unire le tonalità più profonde della filosofia al chiarore lattiginoso della poesia. Innanzitutto, è un’osservazione che mira a delineare la complessità dello status specifico del Leopardi pensatore-poeta, al fine di meglio comprendere quanto ancora il recanatese abbia da dire alla nostra società contemporanea, non solo da cantore, ma da acuto esploratore del mondo. Il percorso si dirige direttamente al cuore pulsante del meditare leopardiano. Attraverso un viaggio diacronico, l’analisi penetra nei meandri del pensiero, seguendone l’evoluzione, risalendo alle matrici prime del suo interrogare, ancora acerbo negli scritti giovanili, e tra questi le Dissertazioni filosofiche, per poi riscontrare il graduale affinarsi degli strumenti e degli interessi propri del filosofo. L’indagine allora si concentra principalmente all’interno del diario intellettuale dello Zibaldone, vera fucina dove il riflettere diviene profonda analisi materialista del reale. Un ultimo piano d’indagine consiste, poi, nell’osservare il mondo leopardiano come luogo d’incontro tra generazioni, tra culture, come classico della modernità che valica i confini, talvolta eccessivamente angusti, delle nazioni e dei saperi, risuonando in ogni uomo come eco cosmica del proprio io interrogante. -
Post. Vol. 2: Letterature. Su alcune intersezioni, tangenze e asintoti tra filosofia e letteratura
“Io sono fatto di acqua. Non ve ne potete accorgere perché faccio in modo che non esca fuori. Anche i miei amici sono fatti di acqua. Tutti quanti. Il nostro problema è che non solo dobbiamo andarcene in giro senza essere assorbiti dal terreno ma, anche, che dobbiamo guadagnarci da vivere. In realtà c’è un problema ancora più grosso. Dovunque andiamo non ci sentiamo a casa nostra. Perché?” Philip Dick Unite in molti dipartimenti, protocolli di ricerca, scaffali accademici e librari, filosofia e letteratura – “pratiche del vero” e “pratiche del bello”, come si potrebbe approssimativamente definirle – sono segmenti noti del nostro universo culturale. Ma che spazio vi occupano esattamente? Si dice “letteratura” e si pensa a Pavese; “filosofia” e si pensa a Cartesio. Eppure, c’è del filosofico in Pavese e del letterario nei filosofemi cartesiani. Di più: i contorni di quei due grandi contenitori che chiamiamo “filosofia” e “letteratura” sono perennemente oggetto di contesa, tra definizioni, creazioni di canoni, sovrapposizioni e trinceramenti, tangenze e cerniere. La metaforica matematica adottata in copertina suggerisce alcune modalità, sondate dai diversi contributi del numero, in cui questa relazione si può dispiegare. Jean-Luc Nancy, nome di spicco dell’attuale scenario filosofico francese, ci aiuta nell’esplorazione di questi territori: una ricca intervista colora alcune delle pagine di questa seconda uscita di Post. -
L'aritmetica del pirata Newton
Questo libro, nato da una sperimentazione condotta nella scuola primaria, intende offrire agli insegnanti uno strumento per affrontare alcuni temi di aritmetica, usuali e non, mediante l’impiego di problemi proposti sotto forma di gioco. Il libro è accompagnato dal fascicolo “La ciurma del Pirata Newton” che raccoglie i 30 giochi qui presentati e che, pensato per i ragazzi, propone qualche spunto intrigante anche per i lettori più adulti. -
Vicini, lontani
Il concetto di prossimo sembra essersi evaporato o addirittura scomparso, rileva Luigi Zoja: dialoghiamo coi lontani, ma tendiamo a disinteressarci di chi ci è più vicino. Fabio Dei sostiene invece che la sfera della prossimità è viva e vegeta, e che continuiamo a vivere in universi addomesticati e locali che gli stessi mezzi di comunicazione rafforzano. Lontananza del vicino e vicinanza del lontano: fertilità sorprendente degli ossimori, dello scontro dei codici. Bausinger parla di una vicinanza estranea, e Clemente di lontananze vicine. La tecnica del lontano ha avvicinato cose e persone. Ma la temporalità che nuota nel flusso evenemenziale preclude sguardi lunghi, sia avanti che indietro, rendendo più effimere le nostre contiguità. Tesi e approfondimenti che rimandano a una più grande questione: come guardano e giudicano il mondo gli intellettuali? Come erano gli intellettuali organici di ieri, e come sono i disorganici di oggi, i sans papier migrati nella rete? E cosa c’è alla radice del disagio degli uni e degli altri? È vero che si sono smarriti, conformati, autoesclusi e che hanno rinunciato alla statutaria loro funzione critica ed eretica? Il dibattito è in corso, e il tema non si poteva eludere. Cosimo Caputo, Pietro Clemente, Stefano Cristante, Stefania De Donatis, Fabio Dei, Duccio Demetrio, Luciana Dini, Carlo Formenti, Sivia Gravili, Eugenio Imbriani, Charo Lacalle, Daniele Lamuraglia, Franco Martina, Angelo Nestore, Mimmo Pesare, Alessio Rotisciani, Diana Salzano, Angelo Semeraro, Lelio Semeraro, Luigi Zoja. -
L' autocoscienza e la prospettiva sul mondo. Solger, Rickert e Husserl
Il testo suddiviso in due saggi nasce da una serie di considerazioni sulla filosofia tedesca dalla fine del Settecento agli inizi del secolo scorso, attraverso pensatori quali Kant, Solger, Rickert e Husserl, chiudendo idealmente un lavoro di ricerca comune tra i due autori. Ciò che unisce i due lavori è un filo comune dato dalla riflessione sul pensiero kantiano e soprattutto dall’unità autocoscienziale dell’‘Io penso’. Se nella prima parte , dedicata a Solger, si evidenzia l’imprescindibile funzione ordinatrice dell’‘Io penso’ per approdare ad una riflessione sulla fantasia, intesa quale medio superiore situato tra una trascendenza noumenica e un’apparenza fenomenica, nella seconda parte si presenta un itinerario dedicato al pensiero di Rickert e Husserl, che prende avvio da una considerazione sui valori per giungere all’intenzionalità propria dell’autocoscienza. Inoltre, sia gli argomenti che pensatori quali Solger e Rickert, proprio nel loro essere poco conosciuti e dibattuti, rendono il volume maggiormente interessante e possibile portatore di un nuovo dibattito. -
L'eco-logia del visibile. Merleau-Ponty teorico dell'immanenza trascendentale
L'eco-logia del visibile si pone come tentativo di dare descrizione dell'ambiente e delle sue condizioni di abitabilità. Attraversando le regioni interconnesse di Mondo, Terra e Natura, grazie alla filosofia di Merleau-Ponty, si torna a riscoprire il grado zero del sensibile che accomuna uomini, animali e cose. Mettendo in atto un movimento di regressione genetica, corrispondente a una vera e propria archeologia dell'origine, il volume cerca di desedimentare quegli strati macrofenomenici che permettono di accedere lateralmente alle fessurazioni dell'Essere. Prendendo le mosse dall'immanenza del sensibile il pensiero può insinuarsi tra le pieghe dell'Essere, sulla base di un'iniziazione empirica al trascendentale, che nel chiasma rivela la coappartenenza di visibile e invisibile la cui cifra ultima è la reversibilità della carne. -
Il carteggio Betti-Tardy (1850-1891)
Il volume raccoglie le 128 lettere che si scambiarono, tra il 1850 ed il 1891, Enrico Betti, uno dei matematici più brillanti dell’800 italiano, Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa e Senatore del Regno, e Placido Tardy, anche egli matematico, prestigioso Rettore dell’Università di Genova. Nel loro scambio epistolare essi condividono la profonda passione per la matematica, gli interessi politici e la tensione verso gli ideali del Risorgimento. Le loro lettere, oltre che uno strumento specifico per arricchire la comprensione puntuale del periodo storico nel quale la Scuola Matematica italiana si struttura e raggiunge livelli di eccellenza, tratteggiano elementi di costume, abitudini e stili culturali di indubbio interesse per lo studio delle radici del nostro presente. -
Lavoro, merce, desiderio
Lavoro, merce, desiderio: questi tre termini traducono due fenomeni epocali e ancora ineludibili del Novecento, l’uno appartenente alla sua genealogia speculativa, l’altro a quella economicopolitica. Se infatti in Occidente la straordinaria crescita del capitalismo post-fordista e post-taylorista, nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale, ha portato ad una radicale metamorfosi della ‘struttura’ marxiana del lavoro ed alla comparsa di nuove forme di produzione e consumo delle merci, negli stessi decenni l’incontro-scontro del marxismo con la psicoanalisi freudiana e post-freudiana ha fornito all’analisi sociologica classica, incentrata sui rapporti di produzione e sulla sovrastruttura ideologica, la dimensione della profondità: nella teoria sociale ha fatto il suo ingresso l’inconscio e, con esso, il desiderio. A partire da due lezioni di Deleuze coeve alla pubblicazione dell’Anti-Edipo (1972), gli interventi qui raccolti s’interrogano sulle recenti trasformazioni del lavoro, sulla sua immateriale materialità in una società ancora segnata dall’esperienza dell’alienazione e inconsciamente, infantilmente legata al desiderio della merce. In una sorta di autoanalisi collettiva, essi pongono a diversi autori (da Adorno a Marcuse, da Castoriadis a Baudrillard, da Foucault a Simone Weil), e in diverse prospettive ermeneutiche, il medesimo problema psicopolitico: l’inoltrepassabilità storica del capitalismo, sulla soglia tra il ventesimo e il ventunesimo secolo. Testi di Gilles Deleuze, Ferruccio Andolfi, Gianvito Brindisi, Fabio Ciaramelli, Vincenzo Cuomo, Eleonora de Conciliis, Leonardo V. Distaso, Roberto Finelli, Aldo Meccariello, Gabriele Miniagio. Immagini di Gabriele Di Matteo, Meri Gorni, Domenico Antonio Mancini, Vito Pace, Angelo Ricciardi, Anton Roca. -
Chiasmi international. Ediz. italiana, francese e inglese. Vol. 12: Merleau Ponty. Filosofia e immagini in movimento.
Chiasmi international 12 présente un inédit exceptionnel : un extrait du premier cours donné par Merleau-Ponty au Collège de France, l’une des très rares occurrences où il analyse le cinéma en son sens littéral d’art du mouvement. C’est pourquoi un dossier spécifique, « Cinéma et philosophie du mouvement », est ensuite consacré à cette question. Il contient six études, dont celles de deux co-directeurs de Chiasmi international, Mauro Carbone et Pierre Rodrigo. Cette livraison recueille en outre des essais explorant l’ontologie de Merleau-Ponty et sa réflexion sur la danse et la peinture. On y trouvera aussi deux textes particulièrement remarquables : un article de Renaud Barbaras, directeur honoraire de notre revue, et un entretien avec Andrea Camilleri, le célèbre écrivain italien de nouvelles policières dont le travail a été influencé par Merleau-Ponty. Chiasmi International 12 presents an extraordinary, unpublished extract from the first course Merleau-Ponty taught at the Collège de France. It is one of the few places where he speaks of cinema and its literal sense of movement. Thus, a “Special Section” called “Cinema and the Philosophy of Movement” is devoted to this topic. It contains six essays, two of which were written by Chiasmi International editors, Mauro Carbone and Pierre Rodrigo. Moreover, this issue collects a wide scope of essays, focusing specially on Merleau-Ponty’s ontology and on his reflection about dance and painting. It also presents two particularly remarkable texts: an article by Renaud Barbaras, Editor Emeritus of our journal, and an interview with Andrea Camilleri, the famous Italian detective novelist, whose works were influenced by Merleau-Ponty. Chiasmi International 12 presenta uno straordinario inedito, un estratto dal primo corso che Merleau-Ponty tenne al Collège de France. Si tratta di uno dei pochi luoghi in cui il filosofo francese parla di cinema e del problema del movimento. Per questo la rivista ospita un dossier intitolato “Il cinema e la filosofia del movimento”, che accoglie tra l’altro due saggi a firma di Mauro Carbone e Pierre Rodrigo, co-direttori della rivista. Questo numero raccoglie d’altra parte saggi che coprono un ampio spettro tematico, spaziando dall’ontologia di Merleau-Ponty alla sua riflessione sulla danza e la pittura. Chiasmi International 12 presenta inoltre due testi di particolare rilievo: un articolo di Renaud Barbaras, nostro direttore onorario, e un’intervista ad Andrea Camilleri, il celebre scrittore italiano di detective stories il cui lavoro è stato influenzato, tra l’altro, dall’incontro con il pensiero di Merleau-Ponty. -
La fragilità della virtù. Dall'antropologia alla morale e ritorno nell'epoca di Kant
«Un volume originale e convincente, sostenuto dalla rara capacità di coniugare un impianto storiografico estremamente rigoroso e documentato con un’acuta sensibilità ermeneutica e teoretica. Laura Anna Macor – alla quale si devono già alcuni saggi fondamentali sul pensiero tedesco tra Sette e Ottocento – ricostruisce con grande precisione i termini in cui la domanda sull’umano si pone al tramonto dell’illuminismo. Senza rincorrere improbabili mode di “attualizzazione” forzata, ma lavorando piuttosto con acume e finezza interpretativa, l’autrice lascia che dalle pieghe dei testi emerga la tensione irrisolta fra le determinazioni scientifiche acquisibili tramite la ricerca antropologica e le irrinunciabili esigenze di libertà dell’etica». Il problema per eccellenza della morale è quello del rapporto con la natura: in che misura all’uomo è concesso un margine di autonomia all’interno della fitta rete di condizionamenti, fisiologici e sociali, che influiscono sul suo comportamento? In che misura l’uomo non si illude, quando è convinto di agire in maniera disinteressata? In che misura la portata oscura di alcuni moventi ne maschera l’effetto, provocando una condotta apparentemente inspiegabile e insensata? Queste domande, e altre analoghe, determinano la riflessione morale nell’epoca di Kant, in un variegato mosaico di approcci empirici che arricchisce notevolmente la coeva immagine dell’uomo, ma mina allo stesso tempo le basi della virtù. Seguire i sentieri interrotti, le deviazioni e le rivoluzioni di questa geografia dell’umano è lo scopo del presente volume. -
Episteme. Un laboratorio dei saperi e delle pratiche educative nella scuola superiore. Vol. 4
Episteme, ovvero il sapere scientifico. Abbiamo scelto questo antico termine per indicare un vero e proprio laboratorio dei saperi e delle pratiche educative. E un simbolo, il labirinto delle monete di Creta. Perché questo simbolo? Il labirinto è un problema, rappresenta infatti la ricerca dell’unico percorso che conduce a una meta, la quale può essere all’esterno (in tal caso l’abilità consisterà nell’attraversare il labirinto uscendo dalla parte giusta) oppure al centro del labirinto (da dove poi si può uscire ripercorrendo a ritroso il cammino percorso). Quest’ultimo è il caso del labirinto di Creta, che nella sua iconografia tradizionale è unicursale, ovvero è un falso labirinto, consistente in una sola strada tortuosamente aggrovigliata, del tutto priva di biforcazioni o incroci: non è possibile perdervisi, perché non ci sono alternative o scelte. Il significato della parola “labirinto” sembra richiamare un luogo nel quale ci si perde per via delle molte strade alternative. Questo significato è coerente con il nostro: un percorso lungo, tortuoso e ineluttabile verso una meta definita, che non si sa se sia buona o cattiva. Forse, una volta raggiunta la meta, scopriremo che i nostri problemi sono appena iniziati. -
L'ordine spontaneo. Un salto nell'alto
Nei decenni del secondo dopoguerra va combattendosi una lotta sorda tra due opposte concezioni della vita e della società. Si scontrano le differenti mentalità dell’organizzazione e della spontaneità, con il corredo quanto mai variegato di conseguenze che esse riflettono sulla convivenza concreta. Sui campi sconvolti gli uomini s’accapigliano senza immaginare come sia in gioco il loro destino fatale. La lotta decisiva è tra modi inconciliabili di intendere l’esistenza complessiva e la vita singolare di ogni uomo; dipende dall’esito di questo conflitto se per i tempi venturi vivremo soggiogati, oppure potrà inaugurarsi un evo di libertà. Ma ormai dilaga l’esercito dell’idea ordinante. Allo schieramento di fede tetragona si oppongono pochi uomini sparsi: contro le uniformi, a che valgono delle ragioni femminili? In una guerra del genere non si vedono battaglie, non si odono scoppi; non c’è equivalenza nella contesa: si sta combattendo una lotta impari...