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Il fuoco della filosofia
Il ""fuoco"""" della filosofia arde in ogni uomo: è il desiderio della verità, della conoscenza, del compimento di sé. Esso ci spinge verso il sentiero della ricerca e, per ogni questione, ci pone davanti a un bivio: da una parte vediamo la strada della """"chiusura"""", che non vuole superare i limiti del mondo visibile, dell'esperienza sensibile; dall'altra parte troviamo il percorso dell'""""apertura"""", che osa trascendere la barriera del finito per orientarsi verso l'infinito, l'assoluto, la verità. Nella nostra temperie culturale è prevalente la prima strada. Si propone di seguire la seconda, che risponde meglio alle esigenze intime dell'essere umano e alimenta il fuoco interiore della nostra spiritualità. Chi segue questo itinerario non si ferma ai confini della finitezza, ma si apre a una dimensione metafisica, in tutto il suo essere, come """"persona"""", secondo le cifre profonde della sua essenza. Esso è, in un certo senso, un """"frontaliere"""", che conosce il limes del mondo finito, ma che nello stesso tempo, sa guardare alla trascendenza dell'infinito."" -
La sartoria di Lacan. Sulle geometrie del desiderio e l'etica del godimento
Sartoriali sono per Lacan le geometrie che studiano lo spazio della soggettività. Campo di queste geometrie è la modellazione dell'abito in cui il soggetto abita o ha Casa. Oggetto della sartoria psicoanalitica è quindi lo spazio-vestito che non solo circonda e avvolge il corpo, ma lo innerva e lo anima internamente. L'essere-fuori in questo caso è anche un essere-dentro. Perciò una geometria dello psichico e dell'intimo non si può fare senza occuparsi di ciò che è ""estensione"""". Allora - se si vuole capire quale sia """"la stoffa"""" su cui lavora Lacan - diventa centrale il problema del cosa sia lo spazio, anche in considerazione dei diversi modi in cui l'argomento è trattato, sia nelle scienze fisico-matematiche, sia nella fenomenologia, sia nella psicoanalisi. Resta il fatto che, per Lacan, topografare lo spazio del soggetto significa cartografare lo spazio-del-desiderio. Questo paradigma lo ritroviamo illustrato anche nella concezione lacaniana dell'estetica e della figurazione pittorica. Parimenti, le geometrie del desiderio spiegano com'è articolato il rapporto spazio/corpo e su quale fondamento riposa l'etica del godimento. Spiegano inoltre cos'è il plus-godimento e come funziona la logica spettrale che presiede alla sua produzione industriale."" -
Il nero Schumacher
Der schwarze Schumacher (1903), ultimo capolavoro di Spillmann, viene qui tradotto per la prima volta in italiano. Quest'opera letteraria mette al centro temi come la giustizia e la democrazia diretta. In una Zugo dall'atmosfera ""gattopardesca"""" il racconto inizia poco prima della lotta politica realmente avvenuta fra il partito di Joseph Anton Schumacher e quello del barone Fidel Zurlauben. Tra subdole manipolazioni, faide famigliari, disuguaglianze e invidie, il Cantone nel Settecento è un piccolo mondo scosso da un pervasivo conflitto sociale, che sfocerà in una profonda spaccatura della popolazione, portando al rovesciamento del patriziato dal governo. Gli aristocratici verranno spogliati della loro autorità dal demagogo Schumacher che per la sua essenza oscura, moralista e radicale verrà soprannominato """"il Nero"""". In un vortice di colpi di scena, amori contrastati, giochi di potere ed esuli, per tutti il destino sarà inesorabile."" -
Dei tra pareti. Le statue di culto nella pratica rituale a Roma
Il volume indaga le diverse ramificazioni della categoria ""statua di culto"""" nel panorama urbano e religioso di Roma. Si prendono in esame la fisionomia, il vocabolario di riferimento, i contesti e l'uso dei simulacra deorum lungo un ampio arco cronologico, dall'età regia a quella tardoantica, cogliendo così le dinamiche manifeste nel rito, nell'immaginario collettivo e nella memoria. L'intento di questa ricognizione nasce dalla necessità di un'analisi generale delle pratiche cultuali relative alla designazione e alla fruizione dei simulacri: mancava infatti un'opera che li prendesse in esame nella loro globalità. Lo studio della costruzione meditata di tali icone offre quindi una visione inedita e complessiva di una particolare forma di interazione con divinità immaginate, parafrasando Tacito, alla stregua di ospiti all'interno dei rispettivi simulacri. Immagini che, come in un gioco di matrioske, erano a loro volta alloggiate tra le pareti degli edifici templari, in un caleidoscopio di riferimenti visuali tanto complesso quanto affascinante."" -
La lama nel corpo. Immagini femminili nell'horror italiano
Il volume racconta l'evoluzione storica del cinema horror e thriller italiano attraverso il filtro del corpo femminile: corpo desiderato, violato, pubblicizzato. Il tema della corporeità, oltre a essere centrale come fonte di attrazione perturbante, propone questioni legate ai rapporti tra generi, sia in un'ottica spettatoriale, sia all'interno della narrazione diegetica e nel sistema dei personaggi. Un libro che vuole oltrepassare le frontiere del gotico degli anni Sessanta, per volgere uno sguardo anche ai decenni post-moderni, i Settanta e gli Ottanta. Tra piacere e violenza, moderazione ed estremismo, il corpo e gli stereotipi femminili riassumono in sé le contraddizioni sociali italiane, basate su potere, conservatorismo e progresso. -
Saldo mi pongo nell'esistenza. La spregiudicata impresa di Rudolf Steiner
Il principio di Rudolf Steiner è quello di un bambino che attraversa il bosco a piedi per tornare a casa la sera, cercando frutti selvatici per aggiungere qualcosa ai magri pasti familiari: è l'inizio di un povero tra i poveri. Uscirà dall'esperienza terrena dopo aver costruito un seguito di migliaia di persone pronte ad ascoltare le innumerevoli conferenze che per anni ha tenuto con ritmi forsennati in tutta Europa, lasciando dietro di sé un numero enorme di appassionati e cultori delle sue opere. Quello che è accaduto tra il principio e la fine - il percorso di vita - è un susseguirsi di eventi e di incontri, di un'indomita dedizione, difficile a credersi possibile. Una dedizione consacrata all'obiettivo di costruire un insegnamento che sia utile alla vita: rimanere saldi nell'impresa di esistere, come individui liberi e responsabili di sé stessi. Postfazione di Salvatore Lavecchia. -
Che c'entriamo noi. Racconti di donne, mafie, contaminazioni
La Trattativa Stato-Mafia e le sentenze emesse hanno riportato all'attenzione il tema della ""contaminazione"""", evidenziato in diversi dibattiti da studiose/i, giornaliste/i e magistrate/i, invitando a un approccio al fenomeno """"più da vicino"""". A una narrazione a partire da sé e dalla consapevolezza, anche non espressa, di complicità e ambivalenze personali nei confronti del fenomeno mafia. La pandemia ha amplificato le risonanze di termini quali """"contagio"""", """"infezione"""", """"contaminazione"""", non più parole astratte ma inscritte nei corpi, diventate esperienze intime, confermando una verità ineluttabile: che l'idea di purezza, di isolamento, di protezione, di non complicità col sistema in cui viviamo è saltata e siamo esposti gli uni agli altri. Partendo da queste considerazioni, è stato chiesto a donne di diversa provenienza di raccontare la propria esperienza reale o immaginaria. """"Non vogliamo concetti o recensioni di saggi; né teorie, se non come risultato contingente del partire da sé. Vogliamo luoghi, date, pensieri incarnati"""", abbiamo specificato. Non pretendiamo una conoscenza esperta delle mafie, ma aspiriamo a condividere la voglia e il rischio di mettersi in gioco, convinte che nei grumi delle singole microstorie, nelle contraddizioni irrisolte, nelle ambivalenze, è possibile rintracciare radici collettive che, se raccontate e condivise, possono dare esistenza ad altre narrazioni inedite."" -
L' eco della valle. Sulle note dello zen
L'eco della valle. Sulle note dello Zen è il racconto dei venticinque anni della straordinaria avventura di vita, spiritualità e musica del tempio Zen So¯to¯ Shinnyoji di Firenze, testimoniati dalle parole sincere e intense della sua Guida spirituale, la reverenda Shinnyo Marradi. L'opera è una sorta di mappa che accompagna il lettore su un sentiero di avvicinamento alla pratica Zen e alla musica non come percorso letterario unitario, ma come Via da seguire che induca alla creazione di un concerto virtuale a tre voci, quella del Lettore, la voce del Suono, e la saggezza del Dharma, l'insegnamento Buddhista immaginato qui come armoniosa correlazione tra Lettura, Ascolto e Parola. Da questo incontro speciale e irripetibile sorge una meditazione sostenuta dalle parole vive che, assieme alle note musicali, invita a muovere i primi passi sulla soglia della porta senza porta del proprio mondo interiore. Protagonisti del volume sono anche gli allievi del tempio che hanno condiviso questi anni di pratica con la maestra Shinnyo: il libro è dunque un unico ""contenitore"""" che racchiude preziosi suoi insegnamenti serali, """"accompagnati"""" da un brano musicale in cinque movimenti eseguito al violoncello, composto esclusivamente per il volume e ispirato dagli scritti. Il testo si articola in cinque sezioni a tema introdotte ciascuna da un saggio seguito da una raccolta di kusen (discorsi serali) sul tema cui fanno seguito dei mondo¯ (domande e risposte tra maestro e discepolo sulla pratica) e chiudono con un movimento del brano. Ogni pagina ci restituisce questo intenso e profondo connubio tra Zen e musica, entrambe discipline che si esprimono al di là delle parole, in un """"suono"""" comune che sviluppa maggiormente la possibilità di incontro tra praticanti e musicisti, come avviene nel tempio Shinnyoji. Il libro per un musicista si trasforma in una sorta di viatico per mettersi in viaggio sulla Via dello Zen, o viceversa un viatico per la musica per un praticante Zen. Talvolta questa tradizione Buddhista può apparire poco accogliente per chi si volesse affacciare alla soglia di una Via spirituale. Ecco perché la reverenda Shinnyo, nel suo compito di kokusai fukyo¯shi, maestra missionaria della scuola Zen So¯to¯, autorizzata a diffondere il Buddhismo fuori dal Giappone, ha preso spunto dalla sua lunga esperienza per presentare in modo colloquiale e interattivo un vasto panorama a tematica zen, corredato armoniosamente dalla poesia delle note musicali in modo che possa raggiungere e risvegliare il cuore di chi la leggerà."" -
La storia dell'arte in dialogo. Singolarità formali e paradigmi antropologici nella pittura barocca
Filo conduttore dei quattro saggi qui riuniti è l'idea secondo cui gli stili pittorici e gli schemi iconografici possano esprimere qualcosa di ulteriore rispetto alla loro valenza estetica e storico-artistica. Un'ulteriorità concettuale che si concretizza nella prossimità della forma visibile, resa a sua volta pensabile dalla consapevolezza di poter concepire la storia dell'arte non solo ed esclusivamente come una disciplina storica ma anche come un'ermeneutica dell'esperienza umana. Riconoscere nelle componenti antropologiche integrate nell'opera d'arte l'alimento stesso della forma dell'opera, e in questa stessa forma l'essenza del contenuto che l'opera veicola, è uno dei principi che anima la presente ricerca. In questo senso la pittura barocca - da quella degli albori, post-manierista e controriformata della produzione lombarda del Morazzone, fino alla stagione finale, qui rappresentata dal cilentano Paolo De Matteis, passando attraverso il ""caravaggismo lorenese"""" di Georges de La Tour, il """"barocco naturalistico"""" del ligure Orazio De Ferrari e la """"commutazione energetica"""" di Rembrandt - rivela tutta la sua ricchezza concettuale, dimostrando quantola metafora della piega deleuziana riesca a esprimere l'idea che l'immagine sia il fuori del pensiero e al tempo stesso la forza che si scatena dentro di esso."" -
Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale. Vol. 58: Ambienti ostili.
La presa d'atto degli effetti deleteri del cambiamento climatico e delle devastazioni ambientali che il capitalismo imprime sui territori è ormai onnipervasiva. Negli ultimi anni, lo sviluppo di tale consapevolezza si è tradotto nel moltiplicarsi di istanze e rivendicazioni incentrate sull'urgenza di un radicale cambio di paradigma. Gli stessi territori che sono stati eletti a laboratorio di forme indiscriminate di estrattivismo si sono trasformati in una fucina di esperienze eterogenee, che vanno dalla radicale opposizione a una coesistenza pacificata con la fonte delle nocività. Sotto queste pratiche, emerge l'ancora drammatica attualità della contrapposizione fra ""salute"""" e """"lavoro"""", che storicamente vede l'applicazione del conflitto di classe alla questione ecologica. Questo numero vuole essere uno sguardo tra i tanti, gettato alle molteplici declinazioni che contraddistinguono il darsi delle lotte ambientali, attraverso una lente storica e analitica. Un approccio atto a mettere a fuoco soprattutto quei contesti in cui lo sfruttamento di ciò che viene definito """"ambiente"""" innesca conflitti asimmetrici, da sempre esistenti e tuttora irrisolti."" -
Kornél Esti. Nuova ediz.
Che cos'è Kornél Esti? Un romanzo, una raccolta di novelle, una biografia? Niente di tutto questo e tutto questo insieme. Nel mezzo del cammino della sua vita Kosztolányi abbandona l'arte della composizione romanzesca di matrice realista per lanciarsi in un nuovo esperimento. Come spesso accade il nuovo non è altro che la rielaborazione dell'antico. E infatti Kosztolányi, riorganizzando molte delle sue novelle, compone un libro diviso in diciotto capitoli ciascuno con un suo titolo alla maniera dei romanzi antichi, dove la varietà delle vicende è controbilanciata dall'unità tematica, dalla tonalità stilistica e dalla presenza del protagonista. Così l'autore crea una forma romanzesca inedita dove il narratore, liberandosi dalle pastoie dell'impersonalità, dialoga con i personaggi e interpella il lettore. Kornél Esti narra le sue storie. Non è spinto da nessuna morale, da nessuna ideologia. L'esperienza di un individuo ha ancora un po' di autorità. I suoi amici lo rimproverano di aver fatto il suo tempo. Esti fa orecchie da mercante, e con lui Kosztolányi che per esplorare il suo presente ritorna non solo all'infanzia e alla giovinezza del suo eroe ma alle radici dell'arte del romanzo, a Boccaccio, al romanzo picaresco. Questo libro è un serbatoio infinito di disincanto e humour, dove un Don Chisciotte ungherese si aggira in una Budapest reale e fantastica in un'epoca in cui la Storia, dopo il crollo dell'Impero Asburgico e la fine della Prima guerra mondiale, non si è ancora incaricata di rendere le avventure dell'uomo su questa terra completamente incredibili o soltanto verosimili. Prefazione di Peter Esterházy. -
Vita e azione. Strutture logico-elementari della pratica e del pensiero-pratico
Il volume si prefigge di rivoluzionare il nostro modo di intendere il pensiero pratico elaborandone logicamente i concetti primitivi fondamentali, in particolare di vita, azione e prassi. Secondo Michael Thompson la moderna filosofia morale ha rinunciato a investigare le strutture logico-elementari del pensiero e del giudizio espresse attraverso questi concetti, diventando così incapace di affrontare le ampie questioni relative al pensiero pratico, quali la socialità, la forma di vita, l'organizzazione pratica del vivente e la relazione con le altre specie. Questo approccio innovativo e di natura marcatamente neoaristotelica, auspica una revisione del nostro modo di intendere l'universo pratico e quindi la natura della nostra specie, prescindendo dagli aspetti meramente biologici ed evidenziando la logica sottostante a ogni atto di auto-comprensione. -
La religione di Spinoza
Questo testo è una raccolta di saggi che Piero Martinetti compose tra il 1916 e il 1939 e pubblicò sulla ""Rivista di filosofia"""", della quale era alla direzione. Vi si evince la lettura di Spinoza nell'intera produzione filosofica martinettiana. Spinoza spicca - insieme a Kant, Schopenhauer e Plotino - tra gli autori preferiti di Martinetti. Per quest'ultimo Spinoza ricopre un ruolo importante, in quanto definisce """"l'indirizzo metafisico del suo pensiero"""". Come mette in rilievo Vigorelli nell'introduzione, il filosofo olandese è per Martinetti un """"autentico mistico della ragione"""". La lettura di questi saggi è fondamentale per chiunque voglia immergersi nel cuore della """"mistica spinoziana""""."" -
Abitare una casa. Il lavoro clinico con gli adolescenti nei servizi di neuropsichiatria
Il volume descrive e racconta il lavoro degli operatori nei servizi della NPIA, a contatto con la domanda di aiuto, con i bisogni espliciti e non visibili e con le gravi patologie adolescenziali e del contesto familiare. I contributi raccolti - scritti da neuropsichiatri, psicologi, educatori - illustrano la complessità del lavoro clinico con l'adolescente, a partire dalle tematiche dell'accoglienza e della valutazione diagnostica, passando per i percorsi di cura e di riabilitazione: psicoterapia, trattamento farmacologico, intervento educativo e socio assistenziale. Confrontandosi drammaticamente con l'agito del paziente, con le rotture dei legami intrafamigliari, con il transfert e controtransfert, e con le proiezioni intense sugli operatori coinvolti, il libro valorizza il ruolo e la funzione del gruppo nel contesto della cura, mostrando la necessità del lavoro di rete all'interno dell'équipe curante. Prefazione di Antonello Correale -
Quel che resta del sacro. Dal mito all'esperienza religiosa, dall'arte alle neuroscienze
Se la nascita del sacro viene fatta spesso coincidere con quella della religiosità, la sua esclusiva collocazione nell'ambito delle religioni appare semplicistica. L'ambiguità del termine stesso si riflette in parte in quella del concetto di spiritualità che può prescindere da quello di divino, che si tende invece a considerare come sua parte imprescindibile. Che la crisi odierna del sacro sia coincisa con la nascita di nuovi ""culti"""" può far pensare a uno stretto legame tra i due fenomeni, ma il confine tra sacro e profano è da sempre indefinito. L'avvento della scienza e delle nuove tecnologie ha sicuramente partecipato al processo di desacralizzazione proprio dei nostri giorni. Le neuroscienze hanno inciso profondamente sulla nostra visione della vita, ma più che avere concorso a determinare questo processo hanno obbligato a ridefinire il concetto di sacro. Su questo tema attuale e affascinante si confrontano in questo libro filosofi, teologi, antropologi e neuroscienziati."" -
Problematiche. Vol. 2: Castrazione. Simbolizzazioni.
Nei corsi universitari ininterrottamente tenuti dal 1962 al 1992 e riuniti col titolo generale di Problematiche, Jean Laplanche ha ripercorso mediante lo stesso metodo analitico il pensiero freudiano, per delinearne l'esigenza che lo muove, dettata dall'oggetto «inconscio» che ne orienta l'evoluzione. «La castrazione fa veramente parte del contenuto primario dell'inconscio oppure, al contrario, è una modalità di difesa rispetto ai nostri desideri, o almeno un modo di organizzazione secondaria di questi ultimi, rivelando così il suo legame privilegiato con il processo di simbolizzazione? «L'interesse fondamentale delle simbolizzazioni dei rituali di iniziazione sta nel fatto che, a differenza della logica e del simbolismo della castrazione, che riconosce solo un'unica opposizione - un simbolo e la sua assenza -, questi rituali sembrano riconoscere e inscrivere due simboli: ovviamente un simbolo maschile, ma anche un simbolo femminile positivo. Non possono essere ridotte alla sola sottrazione: sono altresì creazione di un'apertura, introducono una logica che è più quella del marchio che quella della differenza.» -
Che fare?
Questo testo s'inserisce tra gli scritti inediti, pubblicati negli ultimi anni, che possono gettare nuova luce sul retroterra teorico e strategico sotteso alle prese di posizione pubbliche di Althusser contro la direzione del Partito Comunista Francese (PCF). Come in altri testi di quegli anni, Althusser tenta di contrastare gli effetti del reflusso del 1968 e l'abbandono progressivo della prospettiva rivoluzionaria da parte dei maggiori partiti comunisti europei. I presupposti della prospettiva eurocomunista sono criticati attraverso un attacco, quanto mai duro e articolato, all'""empirismo assoluto"""" di Gramsci. Diversamente dagli altri scritti coevi, la prospettiva non è data dalla """"crisi del marxismo"""" o dai """"limiti di Marx"""", ma dalla necessità di ritornare alla teoria marxista. Tale richiamo alla centralità della teoria è giocato contro la tendenza, giudicata nefasta, a confondere l'""""analisi concreta della situazione concreta"""" con l'osservazione immediata delle condizioni di vita dei lavoratori. Che fare? ci invita così a riconsiderare il rapporto tra l'Althusser degli anni Sessanta e l'Althusser politico, sotto il segno della difesa della """"teoria"""" contro l'affermazione del riformismo nel movimento operaio."" -
Arte e oggetti
Per la prima volta Graham Harman, fondatore dell’ontologia orientata agli oggetti (OOO), tratta insieme e organicamente i temi che gli stanno più a cuore. Frutto di una meditata riflessione riversatasi in altre opere, Arte e oggetti costituisce la base di una nuova estetica, improntata al formalismo, al pluralismo e al realismo. In un mondo popolato da oggetti, la cui dimensione ritratta resta inattingibile, l’osservatore viene sedotto e stupito dal loro fascino. Opponendosi alla critica di matrice relazionistica e olistica, Harman rilegge le avanguardie del Novecento e le attuali forme artistiche. Ispirandosi ai pensatori chiave del formalismo (Kant, Greenberg e Fried), Harman ne elabora una versione weird in salsa OOO, che rilancia il ruolo della bellezza e della teatralità. L’autonomia delle opere d’arte diventa così chiusura che seduce e che spinge lo spettatore a divenire oggetto reale della metafora, sostituendo la banalità del letterale e donando linfa vitale all’esperienza estetica. -
Emozioni
La teoria delle emozioni di William James ha conosciuto, soprattutto negli ultimi decenni, una fama inattesa. L'ipotesi che stati emotivi quali rabbia, amore, tristezza e paura seguano direttamente la percezione dell'oggetto eccitante e si identifichino pertanto con la sensazione dei fenomeni corporei e viscerali che li caratterizzano è stata oggetto di ammirazione e aspre critiche già al suo apparire negli anni '80 dell'Ottocento. È tuttavia in epoche più recenti che tale proposta si è trovata al centro di un fitto dibattito internazionale, che ne ha saputo cogliere nuovi aspetti e problematicità ed è stata assunta come punto di partenza per la costruzione di nuovi modelli esplicativi delle emozioni. Il lettore italiano che volesse tuttavia approcciarsi allo studio delle emozioni in James si troverebbe a dover passare in rassegna svariate traduzioni o antologie tematiche al fine di visionare i tre scritti dello psicologo statunitense sull'argomento. Non esiste, infatti, a oggi, un testo che raccolga in edizione italiana l'articolo del 1884, What is an Emotion, il capitolo sulle emozioni contenuto nel secondo volume dei Principles of Psychology e lo scritto del 1894 The Physical Basis of Emotion. Il presente volume intende venire incontro a questa esigenza, corredando la traduzione di questi tre testi cardine del pensiero di James di un'introduzione, volta non solo a presentare criticamente e sinotticamente gli scritti, ma anche a offrire un resoconto del vivace dibattito sviluppatosi attorno a questa teoria comunemente nota come ""teoria periferica dell'emozione""""."" -
I tabù dell'educazione. Su ciò che la pedagogia non vuol vedere
I tabù sembrano materia vetusta, eppure esiste una provincia del sapere e delle pratiche estremamente delicata e sensibile che ne è ancora afflitta gravemente. Questa provincia è quella dell'educazione (soprattutto italiana, ma non solo) e della pedagogia. Tutta la popolazione incappa nei tabù, ma soprattutto quella fetta che tutt'oggi ne incontra necessariamente un uso istituzionalizzato, ovvero i bambini e i ragazzi. In questo libro, con piglio controeducativo, se ne propone un elenco e un tentativo di elaborazione, senza farsi mancare il sale e il pepe d'autore, già da tempo impegnato a fare il contropelo a una cultura che, ancora capitanata in buona sostanza da monsignor Della Casa e tata Lucia, appare tra le più arretrate e muffose. Qui vengono dunque passati a fil di spada i tabù che concernono il sacro materno, il sesso dei bambini, la morte, il fallimento, quel curioso costrutto micidiale definito scuola, il piacere, l'ozio e diversi altri che ancora incutono tremori nel tapino volgo pedagogico.