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Muse senza mito. Meteore esistenziali vissute nell'ombra
Irma Seidler, Nadia Baraden, Colette Peignot (Laure), Denise Klossowski e Simone Boué sono le muse qui celebrate per il loro sentire, per la raccolta e controllata personalità, protagoniste indiscusse su un palcoscenico della vita privo di uditorio, muti pensieri senza ambizioni filosofiche, esistenze inconsuete in lotta contro l’astrazione concettuale, volti femminili capaci di elevare la solitudine a motivo di grandezza. Sono donne che hanno toccato con mano la vita e, così facendo, hanno dimostrato quanto, a volte, un pensiero intenso, nel quale la produzione dell’opera sarebbe solo una sbiadita deviazione dall’esistenza, lo si può incontrare in maniera inattesa nelle pieghe più nascoste e impensate dell’essere, in quelle singolarità la cui biografia coincide con un destino a tratti oscuro e impenetrabile. Queste muse, vissute lontano da qualsiasi consacrazione accademica, non hanno nulla a che fare con quelle icone femminili di cui ricordiamo l’importanza nella storia del pensiero. Non le troveremo mai inventariate in un manuale di filosofia contemporanea. Hanno fatto una scelta estrema, quella di ritirarsi in una zona d’ombra, un luogo buio solo a tratti accessibile alla luce. -
Etica per la persona, Natura, libertà, felicità
Questo studio non ha l'ambizione di occuparsi dell'etica nella sua interezza, ma ha l'ambizione di occuparsi pienamente dell’oggetto più particolare dell'etica, quello senza il quale l'etica non si dà. Non ha senso, infatti, parlare di etica se non in riferimento alle persone. Questo non significa che solo gli esseri umani, in quanto persone, sono capaci di compiere il ""bene"""" e il """"male""""; piuttosto, proprio perché essi possono essere soggetti morali, allora ha senso definirli """"persone"""". Nella prima parte del volume, si indaga dunque il concetto di """"persona"""" nei suoi addentellati storici e teoretici, per poi proporne una definizione che fa leva sulla diade natura-libertà. Nella seconda parte si indaga la questione di quale sia il bene per la persona così intesa, delineando una concezione di """"felicità"""" come compresenza dei vissuti della soddisfazione e della grazia, ed esplorando le dimensioni emotiva, relazionale, e socio-politica della persona."" -
Orizzonti quotidiani. Introduzione alla conoscenza dei confini
Ci si preoccupa dei confini quando sono la scena di drammi esistenziali, come quelli vissuti dai migranti in cerca di diritti umani negati. È più difficile farlo quando la vita civile scorre pacifica, ma non è meno importante. Il libro ribalta la conoscenza dei confini con un metodo transdisciplinare che prende inizio dalle pratiche della vita quotidiana. La chiave di lettura è l’idea che siano i cittadini a produrre la materia di cui sono fatti i limiti: una materia viva e dinamica, non rigida come i muri e le recinzioni. Ciò significa anzitutto conoscere i confini come “orizzonti quotidiani” prima di ogni loro appropriazione da parte dei poteri costituiti. Essi sono effetti della convivenza umana con gli svantaggi e i vantaggi di cui siamo testimoni. Fatti a immagine della convivenza, ne riflettono le contraddizioni: l’ospitalità e l’ostilità, la fiducia e la diffidenza, l’appartenenza e l’estraneità. Sono come gli ircocervi, animali fantastici composti per metà da un capro e per metà da un cervo. -
L'enigma sinfonico. Investigazioni tra teologia e musica
Questo testo, in cui la teologia dialoga con la filosofia e la musica, non tratta di filosofia della musica, né del bello o dell’espressione musicale, tutte questioni che rientrano di diritto nello spazio dell’estetica della musica, ma tiene conto del rapporto della musica con le altre espressioni della creatività umana per provare a comprendere il mistero dell’uomo e del mondo, il significato della vita e della morte, del presente e dell’avvenire. La musica, infatti, non solo fa parte di tutte le culture e delle tradizioni dei popoli più diversi, ma accompagna ugualmente tutte le più importanti esperienze umane: il dolore, il piacere, l’odio, l’amore, la tristezza, la gioia. Accompagna e segna la vita e la morte. Anche per questa ragione, forse, nel corso dei secoli è sempre stata utilizzata dalle diverse civiltà per dare forma a ciò che sfugge alle parole e suscita emozioni uniche e a volte difficili da comunicare. Ebbene, grazie al riferimento ad alcuni importanti compositori (da Bach a Mozart, da Stravinskij a Schönberg, da Debussy a Messiaen) e alle loro opere, si tenterà di gettare lo sguardo sulla vita e sulla morte, ma anche su quelle esperienze estreme che hanno fatto sperimentare all’umanità, già qui e ora, il paradiso e soprattutto l’inferno. -
Schegge messianiche. La narrativa militante della Jewish Renaissance statunitense degli anni Settanta e Ottanta del Novecento
Negli Stati Uniti del periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta si sviluppa la cosiddetta Jewish Renaissance, una reviviscenza letteraria e culturale di ampie proporzioni, definita come il ""secondo atto"""" della jewish-american literature. La nuova schiera di scrittori si caratterizza per la volontà di riscoprire e riattualizzare – valorizzando – le proprie origini culturali, privilegiando in esse la dimensione religiosa. Nonostante l'indubbio valore all'interno della produzione coeva, queste prove letterarie sono state appena lambite, se non del tutto ignorate, dalla critica. In essa un filone particolarmente interessante è quello messianico, sviluppato da Arthur A. Cohen, Jerome Weidman e Cynthia Ozick. Al cuore della narrativa di questi autori si colloca un tentativo di ridefinizione dell'ebraismo contemporaneo in chiave militante, una sorta di """"attivismo messianico"""", all'insegna della partecipazione e della responsabilità del singolo davanti alla crescente secolarizzazione e al diffuso antisemitismo."" -
Sipario italiano. Attori e spettatori della contemporaneità
Attraverso gli attori e gli spettatori di una complessa contemporaneità, il sipario italiano spalanca sul mondo la sua recita e s’interroga sull’uomo. Lo fa mandando in scena artisti eccelsi e guitti inguardabili, terapeuti che guariscono e altri che ammalano, pensatori che anticipano il futuro e chiacchieroni che vendono fumo. L’autore ha preferito i primi ai secondi, inserendoli all’interno di una trama capace di restituire un senso e un percorso, una possibile alternativa alla pochezza che abbiamo davanti, al respiro corto di un’attualità disperata. Basta un canto di Dante, un pensiero di Emil Cioran, una recita di Carmelo Bene, un’intuizione di Sigmund Freud, un libro di Emanuele Severino, una poesia di Umberto Saba, un romanzo di Cesare Pavese, un racconto su Napoleone e il cielo si rischiara, l’uomo riprende il cammino verso qualcosa che lo libera ed eleva. Solo la cultura può salvarci. Come scrive Eugenio Borgna nella prefazione: “Un libro straordinario nelle sue altezze e nelle sue vertiginose profondità”. -
Insoliti percorsi d'arte
Il saggio di Di Gioia e Tarditi guida attraverso percorsi atipici nella storia dell’arte, per mostrare il forte legame che sussiste tra le rappresentazioni artistiche e gli accadimenti della vita. Gli autori approfondiscono alcuni dei principali temi che agitano l’esistenza e l’animo umano, quali l’amore e la morte, la solitudine, il rapporto con la vecchiaia, la dimensione del lavoro inteso come fatica ed espressione di valori universali, interpretando inoltre le grandi trasformazioni della storia tramite il prisma dell’opera artistica. Ne sono un emblema la linea curva, che, in antitesi alla compostezza della linea retta, si presenta proprio nei momenti di crisi, o il grido ribelle con cui l’Eva di Masaccio prorompe nell’Umanesimo; altri esempi sono la riscossa del mutamento sulla staticità nella pittura impressionista e la rivoluzione anticlassica di Picasso che prende vita ne Les Demoiselles d’Avignon. Impreziosisce il volume la Prefazione di Vittorio Sgarbi, in grado di farne emergere in modo brillante lo spirito e gli scopi. -
L'infinito tangibile. Vincent Van Gogh, Il Giardiniere, L'Arlesiana
Le opere di Vincent Van Gogh esercitano da sempre un intenso impatto emotivo sull’osservatore, ma dietro le immagini si celano spesso contenuti latenti che hanno origine nel mondo interiore dell’artista. È questo il caso di due capolavori nelle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Il Giardiniere e L’Arlesiana, realizzati a poca distanza di mesi l’uno dall’altro nel periodo in cui l’artista era rinchiuso nell’istituto per malati mentali di Saint-Rémy. L’anno passato nel manicomio fu per il pittore un periodo di solitudine e di profonda malinconia: tra crisi psichiche, pensieri di morte, speranze di rinascita e desiderio di superare il tempo contingente mediante la pittura. L’interpretazione iconografica, stilistica, metaforica dei due dipinti riflette i diversi momenti di questo percorso interiore, rivelando significati inediti. Il libro ripercorre la formazione religiosa e culturale dell’artista, il suo rapporto conflittuale con l’amico Paul Gauguin, l’elaborazione di un personale concetto di ritratto moderno, nonché la ricerca costante di una dimensione sacra dell’arte e dell’esistenza. -
In viaggio tra terra e cielo. Vita possibile di Dante
Attraverso il fortuito ritrovamento di un manoscritto dantesco, una persona nota al poeta, ma non intimo a sufficienza da conoscerne i sentimenti personali, si assume il compito di tramandare le riflessioni appuntate dall’esule fiorentino. Spiccano tra queste gli appunti affettuosi rivolti alla donna amata, ma anche le chiose di carattere politico e morale. Il messaggio eterno di denuncia e di redenzione rivolto al mondo che ha smarrito la retta via diventa così la risultante di un percorso che fonde esperienza esistenziale e trasposizione poetica. -
Comunque nude. La rappresentazione femminile nei monumenti pubblici italiani
Che immagine emerge della donna attraverso la nostra statuaria pubblica femminile? Questo libro scaturisce dall’indagine svolta dall’associazione Mi Riconosci tra il 2021 e il 2022, che ha censito le statue pubbliche italiane dedicate a donne realmente esistite, a figure anonime collettive o a personaggi letterari. I risultati della ricerca, che ha ricevuto un’eco mediatica enorme anche a livello internazionale, hanno confermato che la presenza femminile nella statutaria pubblica è molto bassa, ma soprattutto ha evidenziato come buona parte delle statue esistenti perpetui stereotipi sessisti, incasellando le donne rappresentate nei ruoli di madre/moglie/santa o seduttrice. Il rilievo dato poi al corpo femminile, spesso ipersessualizzato, è una caratteristica ricorrente che fa riflettere sui nostri modelli culturali: sembra che una donna, per ottenere attenzione, debba essere nuda. Perché? -
Un ghetto al tramonto. Tre studi sull'ebraismo mantovano nel Settecento
La comunità ebraica di Mantova fu una delle principali dell'Europa della prima età moderna. Questi tre studi, che accompagnano altrettanti documenti finora inediti, raccontano la storia della tardiva trasformazione, e caduta del ghetto, attraverso importanti episodi che riguardano la vita degli ebrei che lo abitavano, e delle istituzioni che lo reggevano. Il primo tocca gli aspetti dell'istruzione, fondamentale per l'ebraismo dalle origini fino ad oggi; il secondo, dà una prospettiva esterna, da parte di un funzionario imperiale, sulla condizione giuridico-sociale degli ebrei mantovani con riferimento alle altre comunità che vivevano nell’Impero asburgico di metà Settecento; il terzo, riguarda la storia di un piccolo tribunale civile interno alla Comunità, negli ultimi anni della sua vita, prima che l'amministrazione napoleonica vi ponesse fine, come ad altri residui di amministrazione ""privata"""" (come le corporazioni) tipici dell'Antico Regime. Istruzione, giurisdizione, litigiosità lenti fondamentali (insieme ad altre, naturalmente), tra pedagogia, diritto pubblico e diritto privato, per comprendere la storia di un ghetto e di donne e uomini che per secoli lo hanno abitato. Postfazione di Michela Andreatta."" -
Schermi nemici. I film di propaganda della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista Italiano (1948-1964)
La Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano sono stati i principali protagonisti della storia politica italiana del secondo dopoguerra, incarnando, in una logica bipolare, sistemi di valori e visioni del mondo contrapposti. Lo scontro tra le due compagini avviene anche attraverso gli strumenti della propaganda e il cinema, il principale medium del Novecento, ricopre un ruolo rilevante nella battaglia delle idee. I due partiti, infatti, predispongono sezioni cinematografiche allo scopo di produrre autonomamente o commissionare a case di produzione esterne film di propaganda. Questo lavoro prende in esame gli audiovisivi promossi dalle due compagini nel periodo compreso tra il 1948 e la seconda metà degli anni Sessanta, ovvero la fase più intensa della Guerra fredda, che fa da sfondo alla contesa tra cattolici e comunisti. Il raffronto tra le pellicole mostra la netta contrapposizione tra le parti, le ideologie antitetiche, le narrazioni contrastanti di una stessa realtà. In breve, restituisce i contorni della lotta feroce che in quegli anni ha diviso il Paese attraverso le appartenenze separate a due culture politiche opposte, di cui troviamo traccia ancora nel presente. -
Il medico di se stesso. Testo francese a fronte
Nel 1682, il grande chirurgo Jean Devaux debutta con successo nel campo della letteratura con un libro, Il medico di se stesso, che sarà ristampato molte volte. Il successo è spiegabile: Devaux non solo spalanca le porte del tempio della medicina al volgo profano, ma addirittura apre una finestra sul mondo dei medici e dei malati, meritando un posto non infimo in quella schiera di moralisti francesi del XVII secolo, che vanta nomi eccellenti come Pascal, La Rochefoucauld e La Bruyère. L’osservatorio di Devaux è collocato fra le miserie dei malati e gli affari dei medici, e non già fra gli splendori, le schermaglie culturali e le meschinità morali dei frequentatori di salotti. E dal suo particolare osservatorio, egli parla al lettore non di medici e malati in bella teoria, bensì dell’uomo medico e dell’uomo malato nel concreto svolgimento delle umane esperienze. -
Rileggere il piccolo Hans
Il testo di Leader è un’occasione unica per rileggere, e insieme ripensare, il celebre caso clinico del piccolo Hans, il bambino di cinque anni analizzato da Freud che costituisce un inevitabile riferimento per tutta la psicoanalisi infantile. Leader lo riprende in esame ricostruendo l’effettiva vicenda del trattamento del bambino, al secolo Herbert Graf, a partire dalle recenti documentazioni tratte dagli archivi freudiani e dal lavoro degli storici. Il quadro che ne risulta è illuminante e stimola più di una significativa riflessione a riguardo, al di là delle semplificazioni o stereotipizzazioni che ne sono state a lungo prodotte. Esso permette di vedere la fobia di Hans sotto un’angolatura differente e di sollevare importanti questioni cliniche sulla logica edipica e la natura della funzione simbolica. -
L'appetito vien parlando. Un'esperienza di cura e riabilitazione dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione
Il libro nasce dall’esigenza di documentare e trasmettere un’esperienza di cura che da diversi anni impegna l’équipe multidisciplinare del Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Fermo. Un’esperienza clinica originale, per certi versi innovativa, che coinvolge le diverse figure professionali dell’équipe (psichiatri, psicoterapeuti, dietisti, educatori, infermieri, ecc.) in una presa in carico del paziente che fa della pratica del Pasto Assistito il momento terapeutico culminante dell’intera attività riabilitativa. Attraverso una pluralità di voci, il libro racconta una modalità di trattamento dei DCA che ritiene determinante il ruolo della parola, della relazione e dello scambio sia per la riduzione dell’angoscia legata all’assunzione del cibo, che per la reale (e stabile) trasformazione del rapporto del soggetto con l’oggetto fobico. -
Borderline. Lo sfondo psichico naturale
La condizione del soggetto borderline sembra sfuggente e caotica. Il borderline oscilla imprevedibilmente tra estremi opposti e tavolta reagisce in modo parossistico alle vicende umane, alternando in modo vorticoso le emozioni. In realtà è possibile individuare uno stato esistenziale di base, da cui scaturisce la miriade di sintomi scomposti che i pazienti originano. Tale condizione viene qui definita come il fondo psichico naturale, perché costituisce la matrice spazio-temporale di base di tutta la soggettività. Questo stato si ritrova nel fenomeno della dissociazione, attraverso cui la persona non sente di vivere un’esperienza soggettiva. Questo volume propone una lettura del soggetto borderline non solo attraverso le conoscenze derivanti dalla psichiatria, ma anche dalla fenomenologia, dalle neuroscienze, dalla filosofia e dalla letteratura. Il libro è la sintesi del lavoro di un gruppo di studio guidato da Antonello Correale, docente di Psicologia delle dipendenze presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana. Postfazione Franco De Masi. -
L'irrinunciabile. Alla radice dei bisogni
Al centro di questo libro c’è la questione dei bisogni, che oggi va pensata radicalmente in modo nuovo, sia sul piano filosofico sia su quello politico. L’esperienza della pandemia, della scarsità di beni vitali sul nostro pianeta e delle guerre ha spinto le autrici a interrogarsi sulla radice dei bisogni. L’esperienza soggettiva ha costituito il timone per guidare il pensiero della condizione umana dei bisogni secondo la pratica femminista del partire da sé. L’idea di fondo del libro è che non si tratta tanto di soddisfare i bisogni ma di sostare in essi, sperimentandoli e comprendendoli dall’interno, perché questo può portare alla trasformazione dei contesti e a far vivere nuove pratiche creative, punto d’avvio per altre forme di convivenza. Il valore simbolico dei bisogni trova la radice prima nell’infanzia, quando, nel legame con la madre, si vive l’intreccio tra bisogni e desiderio di comunicazione. Tale rapporto è un circolo simbolico e materiale, reso insignificante dal patriarcato, prima, e dalla cultura economicista, oggi. L’obiettivo che queste pagine si propongono è quello di mostrare come il legame tra bisogni, desiderio e linguaggio costituisca la trama velata del nostro presente, che appare allora da scoprire e produrre. -
L'etica della cura
Quando Carol Gilligan in ""Con voce di donna"""" (1982) ha enunciato l’idea che le donne abbiano un modo diverso di pensare la morale rispetto agli uomini, non si è accontentata di estendere la divisione di genere alla sola morale. Gilligan ha portato alla ribalta un concetto che è stato largamente ignorato e reso invisibile: la “cura”. Concentrandosi sul “prendersi cura”, la preoccupazione per gli altri, l’etica della cura affronta la questione del legame sociale in un modo diverso: mette la vulnerabilità, la dipendenza e l’interdipendenza al centro delle nostre relazioni. In tal modo, l’etica della cura rende udibile la voce dei più fragili e mette in guardia contro le derive al tempo stesso commerciali e burocratiche delle nostre società neoliberali. Fabienne Brugère ci offre una sintesi delle ricerche sul concetto di cura e ci mostra come questa filosofia costituisca oggi un vero e proprio progetto per la società."" -
Filosofia del cuore. Pascal, l'Occidente e la sovrapolitica
"Filosofia del Cuore"""" è il primo scritto teoretico che si rivolga esplicitamente alla """"peculiare istanza"""" dell'uomo, in senso fisico e metafisico: il Cuore. Ispirandosi alla tesi di Pascal, """"il Cuore ha le sue ragioni che la ragione non intende"""", Ricordi trae spunto dai suoi più importanti interlocutori, Heidegger, Gadamer, Severino. In tal modo propone una dura critica all'epoca del divertissement spettacolare, sulla quale le democrazie occidentali si sono adagiate senza comprendere la necessità di una Sovrapolitica, come nella lezione di Jaspers e Arendt, verso un Accordo sull'Essere. Anzitutto nella rilettura della """"Parola occidentale"""", in particolare nell'ermeneutica della tragedia di Dante, Shakespeare e Kleist, si potrà intravedere il sentiero di un nuovo percorso filosofico che si apra alla libertà-per-l'Amore, nel sereno eroismo dell'ultimo approdo, verso l'autentico """"Teatro della Pace""""." -
Sulla chimica. Discorso preliminare (1759)
Il testo è il ""Discorso preliminare del traduttore"""", contenuto in Peter Shaw, """"Leçons de chymie, propres à perfectionner la physique, le commerce et les arts"""", Paris, Jean-Thomas Hérissant, 1759. In realtà la traduttrice, che non si firma per scelta, come farà in ogni suo scritto, onde non rivelare di essere una donna, fa molto di più che tradurre il testo di Shaw. Non solo interviene e corregge l’autore, ma soprattutto offre un dettato che si presenta come una vera e propria opera originale che può essere sganciata, senza alcun problema, dal testo di Shaw. Il Discorso è infatti una vera e propria genealogia della Chimica, una grande pagina di Storia della Scienza, una messa a punto delle strutture, delle condizioni e del metodo che reggono il discorso sulla chimica come scienza a sé, liberata dalle grinfie dell’alchimia, e non più appendice della fisica e della medicina.""