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Agalma. Vol. 44
“Ágalma. Rivista di studi culturali e di estetica” è una rivista semestrale fondata a Roma nel 2000 da Mario Perniola, insieme a Gianni Carchia e ad altri intellettuali italiani e internazionali. È diretta da Luigi Antonio Manfreda. Condirettrice Ivelise Perniola. -
Le residenze di corte del Regno d’Italia (1805-1814). Architettura ed etichetta in età napoleonica
Tra i diversi fattori di modernizzazione che l’epoca napoleonica contribuì a diffondere nella Penisola italiana un ruolo significativo va riconosciuto a una cultura dell’abitare nata dall’incontro tra la tradizione settecentesca e la diffusione di nuovi modelli internazionali. Il presente volume affronta la questione nell’ambito delle residenze di corte del primo Regno d’Italia (1805-1814), interrogandosi sulle loro trasformazioni alla luce delle prescrizioni relative all’etichetta dei palazzi imperiali. I palazzi di Milano, Monza, Brescia, Mantova, Modena, Venezia, Stra e Ancona erano infatti edifici preesistenti da adeguare al nuovo status di dimora reale, mentre l’individuazione di una reggia nel contado bolognese fu l’occasione per avviare un’ambiziosa proposta progettuale alla scala territoriale. -
Quaderno dell'Istituto di psicoterapia del bambino e dell'adolescente (2022). Vol. 55: Crescere nella conoscenza del mondo interno e dell'ambiente
In questo volume vengono proposti contributi seminariali volti ad approfondire tematiche emergenti legate alla sempre più articolata conoscenza della complessità del funzionamento mentale e dei cambiamenti culturali — e al contempo psicologici — insiti nella definizione dei ruoli familiari e delle funzioni parentali, con quanto ne deriva a livello del campo interindividuale e generazionale. Come completamento allo sguardo del panorama attuale proponiamo diversi contributi presentati al 13° Convegno Nazionale dei Gruppi Italiani di Psicoterapia Psicoanalitica dell'Adolescenza (AGI PPsA) dal titolo Crescere nonostante: la creatività dell'adolescente tra soggettività e relazioni, la cui riflessione mira a delineare la complessità del processo evolutivo nel trovarsi a crescere nonostante i lockdown, le quarantene, ma anche i lutti e i timori per il futuro, processo che ha richiesto all'adolescente e al suo ambiente di mettere in campo tutto il proprio potenziale generativo e creativo per ""emergere nell'emergenza""""."" -
Insegnare adagio. Un contributo alla didattica
A cosa serve sostare lentamente in educazione? È forse scorgere i giusti equilibri tra una via rapida e una saggezza pigra alla conoscenza? Una scuola lenta non significa aspettative rilassate. Insegnare adagio sostiene l’attenzione paziente del discente al sapere; essa può produrre opportunità cognitive attive per la creazione di significati e di pensiero critico, che non possono essere sempre possibili con modalità di trasmissione delle informazioni e delle conoscenze accelerate. Attraverso una breve sintesi di esperienze riconducibili al tema dello Slow Teaching, il testo illustra progettualità didattiche che possono trovare nelle classi l’habitat ideale per essere percorse e sperimentate. Gli approcci diventano strumenti per una riconfigurazione dei processi di insegnamento-apprendimento. Insegnare adagio è provare ad allestire percorsi didattici dallo stile meridiano… una pedagogia dell’accuratezza, che procede con un’andatura tranquilla, ma non immobile. Il testo è rivolto primariamente a futuri docenti, a insegnanti delle scuole primarie e secondarie, ma anche a quanti sono impegnati in contesti di ricerca educativa, offrendo stimoli e riferimenti teorici anche per avviare ricerche nei contesti scolastici. -
Filosofia morale-Moral philosophy (2022). Vol. 2
ARTICOLI/ARTICLES: Alberto Bondolfi, Attorno alla dottrina della “guerra giusta” – la sua evoluzione storica dall’antichità alla prima modernità - Antonio Da Re, Esempio ed esemplarità in Kant, tra etica minima ed etica massima - Massimo Reichlin, Mill on Conscience: A Sentimentalist Account - DISCUSSIONI: LA GUERRA E LA PACE / WAR AND PEACE: Andrea Aguti, Si può davvero essere pacifisti? - Carlo Altini, L’universalità e il particolarismo della guerra e della pace. Uno sguardo attraverso i diritti umani - Roberta De Monticelli, Ore stellari. Le grandi occasioni perdute per un rinnovamento della civiltà nel Novecento - Giangiuseppe Pili, War is not our Profession – Paradoxes for a Moralization and Morality of War - Alessio Salviato, La responsabilità morale delle multinazionali nel conflitto tra Russia e Ucraina - Lorella Ventura, Herder’s Insights on the “Modern” Justification of War: A Teaching for the Present? - RECENSIONI/REVIEWS: G. Battistoni, Azione e imputazione in G.W.F. Hegel alla luce dell’interpretazione di K.L. Michelet, Istituto italiano per gli Studi Filosofici Press, Napoli 2020 (Stefania Achella) - Giovanni Magrì, Popolo, Nazione ed esclusi. Tra mito e concetto, Castelvecchi, Roma 2020 (Stefania Lombardi) - Matteo Santarelli, La filosofia sociale del pragmatismo. Un’introduzione, Biblioteca Clueb, Bologna 2021, (Armando Manchisi) - Stefano Bacin, Kant e l’autonomia della volontà. Una tesi filosofica e il suo contesto, Il Mulino, Bologna 2021 (Roberto Mordacci) - Rahel Jaeggi, Critica delle forme di vita, Mimesis, Milano-Udine 2022 (Alessandro Volpe)- -
Abiura. Le parole della giurisdizione tra inquisizione e garanzie
Il linguaggio nel processo penale è strumento di garanzie o esercizio di potere? A questa domanda tenta di rispondere il libro, confrontando il linguaggio delle sentenze dell’Inquisizione con quello di alcune sentenze penali d’oggi, evidenziandone analogie mai immaginate. Nell’Inquisizione le parole erano quelle del giudizio morale, erano strumento di dominio etico sull’individuo e sulla società. Di questo uso delle parole abbiamo ancora oggi le tracce in non poche sentenze penali, nelle quali l’etica prevale sul diritto, la morale sul fatto, lo stile soggettivistico su quello impersonale. L’analogia tra i linguaggi rileva analogie nei possibili destinatari immaginari delle parole del giudice: allora la comunità dei fedeli, oggi il popolo e i social. La questione è urgente: le parole della giurisdizione non dovrebbero essere garanzia che frena il potere anziché sua sregolata amplificazione? -
Giornale critico di storia delle idee (2021). Vol. 2: Filosofia e generi letterari nel XVIII secolo-Philosophy and literary genres in the eighteenth century
"Giornale Critico di Storia delle Idee” è una rivista internazionale di filosofia impegnata nel campo degli studi culturali e della storia delle idee. La rivista si presta a essere fruita come strumento di preziosa integrazione culturale per studiosi interessati alle discipline filosofiche, ma anche letterarie, artistiche, storiche e antropologiche." -
Sopra un bosco di chiodi
Black Italy, Giovanni Carli, Egidio Cutillo, Gianluca Drigo, Dario Gentili, Jacopo Leveratto, Sara Marini, Vincenzo Moschetti, Alberto Petracchin, Gabriele Torelli, Francesca Zanotto, Luca Zilio. -
Funzione e forma. Le funzioni formali nella musica strumentale di Anton Webern
In questo studio, Piero Venturini analizza alcune strutture fondamentali della musica strumentale di Anton Webern. In particolare, il testo si concentra sul nesso che, nella musica di Webern (specificatamente nella sua produzione atonale e dodecafonica), inanella “funzione” e “forma”, significato strutturale del dettaglio compositivo e costituzione del complessivo piano formale del brano. È stato detto molte volte che la musica di Webern, pur nella sua brevità, costituisce un microcosmo perfettamente strutturato. Quando osserviamo con accuratezza le partiture di Webern, ci accorgiamo che esse fanno emergere un mondo sonoro di straordinaria coerenza e nitidezza. Piero Venturini, nell’analizzare quelle pagine, utilizza un ideale microscopio, per farci addentrare nella miniaturizzata sintassi weberniana. In Webern, tutto è essenziale: ogni più microscopico dettaglio costituisce il “segreto” del tutto. Il testo ci accompagna nella struttura microcristallina della materia musicale weberniana, analizzando uno dei modi più coerenti di far colligere i suoni che la storia musicali registri. -
Wilhelm Furtwängler. Pensare e ricreare la musica
Questa breve, densa monografia che Alberto Fassone dedica a Wilhelm Furtwängler restituisce la figura del leggendario direttore d’orchestra e compositore tedesco sotto una luce squisitamente filosofica, speculativa. Lungi dal costituire un estrinseco intreccio di interessi, la filosofia e la musica qui convergono, nel mostrare le loro analogie strutturali nella cosa stessa. In queste pagine, possiamo analizzare la personalità di Wilhelm Furtwängler come pensatore e come musicista “pratico”, come teorico e come compositore, come finissimo analizzatore della materia musicale, e come lettore della grande letteratura e della grande filosofia. Collocata al crocevia di dibattiti filosofici essenziali, la figura di Furtwängler tratteggiata da Alberto Fassone acquista tutta la sua importanza e la sua peculiarità intellettuale, ben oltre i confini di una mera “archiviazione” storico-musicale. La figura di Furtwängler che possiamo qui apprezzare è quella di un pensatore-musicista, che maneggia e custodisce i segreti della composizione, riflettendo incessantemente sul tormentato percorso che consente di realizzarli nella vivente pratica dell’interpretazione musicale. -
La città totale. Potere e resistenza nella scrittura di Ulrich Peltzer
Nato a Krefeld ma berlinese d'adozione, Ulrich Peltzer (1956) è autore di sette romanzi e di numerosi saggi teorici. La collocazione editoriale e la ricezione della sua opera, insignita di molteplici premi, ne attestano la rilevanza artistica e intellettuale, alla quale non corrisponde però una commisurata produzione di studi critico-letterari, anzi del tutto assenti nella germanistica italiana. Al fine di colmare tale lacuna, questa monografia propone un inquadramento ragionato della scrittura di Peltzer nel contesto della letteratura contemporanea e, al contempo, un confronto con la tradizione novecentesca. La verifica delle strategie estetiche di Peltzer e l'analisi dei suoi romanzi ""Bryant Park"""" (2002) e """"Teil der Lösung"""" (2007) legittimano la scelta della metropoli come oggetto del discorso critico e lente prospettica. In quanto spazio fenomenologico del moderno, la metropoli favorisce una riflessione transdisciplinare sui mutamenti culturali, sociali e urbanistici del presente: in particolare, sulla rideterminazione dei rapporti tra soggetto e potere entro un sistema intrinsecamente totalitario, qui definito """"città totale""""."" -
La creatività come metodo sociologico
A differenza della speculazione astratta e del puro fantasticare, la creatività è un’attività immaginativa in grado di fuoriuscire dalla dimensione ideativa per oggettivarsi in prodotti originali: artefatti, invenzioni, scoperte scientifiche, opere estetiche, pratiche comportamentali, ecc. Non è soltanto una facoltà mentale. Nelle relazioni della vita associata, la creatività fuoriesce dall’interiorità individuale per incanalarsi nelle spirali del pensiero collettivo che costruiscono la realtà sociale. Opera anche nella comunità scientifica mutandone, ciclicamente, l’ordine paradigmatico entro il quale fondare le sue certezze teoriche e metodologiche. Ma come può agire il pensiero poietico all’interno della conoscenza sociologica? L’ipotesi esplorata dal saggio è quella di intendere la creatività come un metodo empirico-ideale orientato a comprendere, tra arte e scienza, qualcosa di nuovo dalla realtà enigmatica, complessa e mutevole del sociale. -
Shift. International journal of philosophical studies. Ediz. italiana e inglese (2020). Vol. 1-2: The Italian tradition today
SAGGI/ESSAYS: Daniela Calabrò, Excedere/Vivere vitam. Philosophy and Art in Carlo Michelstaedter - Corrado Claverini, La circolazione mondiale del pensiero italiano - Gianfranco Ferraro, La conversione del Principe. Un paradigma (anche) italiano - Rita Fulco, Pensare e istituire. Roberto Esposito e la vocazione filosofica dell’Europa - Sandro Gorgone, Con-esserci e comunità. Esposito interprete di Heidegger - Giulio Goria, Potenza dell’immaginare. Vico tra antichi e moderni - Enrica Lisciani-Petrini, Il “pensiero della vita” italiano. Un excursus tra passato e presente - Federico Luisetti, Contronature nel pianeta neoliberale - Mena Mitrano, The Poetics of (Italian) Theory - Federica G. Pedriali, COE – Cultural Emissions Europe. From Ecocriticism and the Posthuman to Roberto Esposito - Patricia Peterle, Contaminações e impurezas: um modus operandi - Constanza Serratore, “Dispositivo” y “Subjetividad” en el pensamiento de Roberto Esposito - Luca Viglialoro, Estetica e Italian Thought. FIGURAZIONI/FIGURATIONS: Claudio Infante, Opere scelte 1990-2000 STUDI E RICERCHE/STUDIES AND RESEARCHES/VARIA: Tim Christiaens, General Intellect, Conscious Organs: Marx’ Aristotelian Theory of Alienation in the Machine Fragment - Federico Di Blasio, Letture operaiste di Gramsci. Il caso Negri - Andrea Di Gesu, Fondazionalismo, anti-fondazionalismo, post-fondazionalismo: per una nuova cartografia dell’Italian Thought - Marianna Esposito, Rethinking Non-violence with Simone Weil - Alexandra Khaghani, Agamben et la question du dialecte - Paolo Missiroli, Contro l’oggettività della tecnica. Un percorso sull’uso critico delle macchine a partire da Panzieri - Marco Piasentier, La macchina antropologica e il suo rovescio - Evelina Praino, Agamben ed Esposito sulla comunità: analisi e implicazioni di una lettura divergente - Paola Puggioni, Il pensiero della differenza sessuale nell’Italian Theory - Valentina Surace, Immunità e auto-immunità: Roberto Esposito e Jacques Derrida in divergente accordo - Elia Zaru, Teoria e prassi, dialettica e soggettività. La Scuola di Francoforte nel pensiero politico di Antonio Negri. ARCHIVI/ARCHIVES: Roberto Esposito, Unfinished Italy - EFFETTI/EFFECTS: Massimo Adinolfi, Pensare il presente - Jean-Marc Rouvière, L’épidémie, la philosophie et la fraternité- RECENSIONI/REVIEWS: R. Esposito, Pensiero istituente. Tre paradigmi di ontologia politica, di Paolo Missiroli - A. Davis, Donne, razza e classe, di Chiara Langerame. -
Per una filosofia non teologica. Nuova ediz.
Nel 1973 Mikel Dufrenne decide che la seconda edizione de Le Poétique sia accompagnata da un testo impegnato nel confronto diretto con due autori rispettati ma anche considerati enigmatici: Maurice Blanchot e Jacques Derrida. Per una filosofia non teologica non è però soltanto un’eccezionale interpretazione e la messa in stato di accusa di due pensatori influenti. Al fondo dei loro tristi e sublimi pensieri si intende svelare la nostalgia del teologo e la fascinazione del discorso apofatico. Oltre la pars destruens, Dufrenne concede al lettore un’espressione schietta e generosa della sua più profonda ispirazione etica: un pensiero estetico e fenomenologico che rivendica i diritti e la forza di una filosofia della presenza, una filosofia della Natura in grado di restituire all’uomo, su un piano di coraggiosa immanenza, tutta la ricchezza di senso dell’essere al mondo. -
Chronos. Scritti di storia della filosofia
Un percorso nella storia della filosofia volto a indicare la perennità delle questioni metafisiche – l’essere, la verità, il tempo – e la loro fecondità per il presente e per il futuro. A mostrarlo è un itinerario in sei momenti che vanno dal pensiero greco al XXI secolo, con una particolare attenzione a Nietzsche e a Heidegger e con indagini rivolte a Eschilo, Euripide, Platone, Lucrezio, Plotino, Machiavelli, Spinoza, Rousseau, Leopardi, Gentile, Husserl, Gehlen, Canetti, Arendt, Marcuse, Ricoeur, Derrida, Mazzarella. Indagini nelle quali si delinea la struttura temporale del mondo e della filosofia che tenta di comprenderlo. Chronos è la potenza che rende possibile l’emergere della molteplicità dalla stabilità e unicità dell’essere. Gli enti possono essere soltanto differenza che si separa dall’intero ma che lo manifesta in ogni istante, gli enti possono essere soltanto flusso che sta e che si trasforma, possono essere soltanto tempo, nella complessità, identità e differenza di αἰών, καιρός, χρόνος. -
Lo spirito del mondo. L'inquietudine del divenire. Discorsi su Hegel
Rendere l’idioma filosofico di Hegel a noi come più “contemporaneo”, restituire, cioè, un’immagine di Hegel non solo “ritrovato”, ma da ri-trovare nella crisi del presente, davanti al rischio e alle sfide del sapere mondano. Perseguendo tali intenzioni, l’Autore, nella parte prima del libro, “attualizza” la problematica della potenza del negativo nell’orizzonte della storia della filosofia occidentale che rilegge Hegel. Nella seconda, ricostruisce criticamente la scena (e la drammaturgia) filosofica hegeliana che configura il destino del soggetto tra conflitto, desiderio e riconoscimento. Nella terza, specifica gli aspetti essenziali del rapporto tra Hegel e le morfologie della modernità inerenti al suo discorso filosofico sulla soggettività, la libertà e l’anatomia della società civile. Nella quarta, tematizza, in una cornice storico-filosofica, il nesso tra soggettività, storia e vita nel passaggio da Hegel a Dilthey. Nella quinta, con Hegel oltre Hegel, rilegge l’ermeneutica filosofica del Novecento che dialettizza la relazione tra filosofia ed esperienza “attraverso” Hegel. Nella sesta, discute l’intreccio tra filosofia, politica e rivoluzione in Hegel nel “conflitto delle interpretazioni” speculare della filosofia politica contemporanea. Nell’ultima, la settima, delinea, in forma di glossa, una mappa interpretativa dell’inquietudine del divenire centrata sulla dialettica hegeliana tra filosofia, tempo e spirito. Nella postura filosofica di Antonio De Simone, Hegel, nei suoi impulsi di libertà, conserva ancora una “storicità vivente”, ulteriore, indicativa, non ordinaria, ineffabilmente disturbante il brusio dell’esperienza della contingenza vissuta irrazionalmente nella sua maschera tragica. All’ingresso del XXI secolo, Hegel, con la sua “eredità” concettuale, permane un interlocutore “costellativo”: una riserva di senso, un pensiero inquieto capace di disvelarci la questione dell’essere. -
Bioetica, diritti e intelligenza artificiale
Il presente volume raccoglie i contributi del gruppo di ricerca CIRB sull’intelligenza artificiale con l’intento di costituire un laboratorio di riflessione sul tema nelle sue diverse declinazioni, filosofica, etica, giuridica, medica, tecnico-scientifica. Quella tra bioetica e intelligenza artificiale, come si evidenzia nell’introduzione del Curatore, è una relazione ancora da costruire. Ci troviamo all’alba di un tempo in cui le applicazioni dell’IA si prestano potenzialmente ad essere presenti in quasi tutte le attività dell’uomo, dando nuovo significato allo sviluppo tecnologico così come classicamente inteso. Emerge l’interrogativo di fondo: l’intelligenza artificiale è solo strumento “meccanico” per quanto avanzato o va oltre il suo stesso “creatore”, l’uomo e l’umano, segnandone una nuova dimensione? Delle due l’una: o l’IA comporta solo una nuova tecnologia dell’umano, in una dimensione che resta antropocentrica, oppure la nuova rivoluzione tecnologica, segnata da un’intelligenza destinata a superare, a sostituire quella umana, arrivando a prescindere da questa, comporterà una trasfigurazione stessa dell’identità dell’uomo. -
Marxismo ed esistenzialismo: due filosofie dell'Europa. Lukács e Jaspers si incontrano a Ginevra (1946)
Nel settembre del 1946, in un tempo sospeso e fluido in cui si tenta di istituire la pace mentre all’orizzonte si profila il rischio di un nuovo conflitto, si tengono in Svizzera Les rencontres internationales de Géneve, incentrate su una riflessione intorno allo spirito europeo. Protagonisti indiscussi degli Incontri sono Karl Jaspers e György Lukács, intenti a delineare nell’esistenzialismo e nel marxismo due vere e proprie filosofie dell’Europa. Mentre Jaspers intravede il futuro dell’Europa nella creazione di un nuovo ordine mondiale in cui il vecchio continente mantenga la neutralità, Lukács crede che si possa “vincere la pace come si è vinta la guerra” solo attraverso un’alleanza fra democrazia formale e reale. Si tratta dell’ultimo sforzo per pensare un’Europa unita o del primo atto della Guerra fredda intellettuale? Il volume presenta la traduzione italiana del quarto entretien incentrato su un confronto intorno al concetto di totalità, ed è corredato da articoli di giornale, resoconti, bilanci e lettere. Testi di: Jaspers, Lukács, Wahl, Merleau-Ponty, de Salis, Starobinski, Goldmann, Baldacci, Flora, Contini, Ackermann. -
L'idea di Europa nel pensiero di Edmund Husserl. Attualità e inattualità
Che significato ha oggi parlare di Europa? Quali sono i modi possibili della convivenza interculturale? Questa “con-vivenza” è “tolleranza”, “com-prensione” o “com-unione”? C’è reciprocità? Queste tematiche pratiche vengono affrontate attraverso l’analisi teoretica dell’idea di Europa in Husserl, che altro non è che l’idea di una certa comunità, una “comunità di filosofi” che producono il rinnovamento teoretico-pratico dell’origine della filosofia. La “filosofia dell’Europa” è, dunque, un’universalità della razionalità intesa come pensiero etico, dove l’essere filosofo indica, nel senso più ampio del termine, ogni persona che, con “qualsiasi mezzo”, sceglie un’intenzione eticamente rivolta all’humanitas. Non un’Europa geo-partitica, ma un’Europa etica è la sfida politica della fenomenologia husserliana, per la quale il telos motivante è la felicità condivisa, che può esistere solo nel suo stesso prodursi attraverso gli individui che la sperimentano in prima persona. -
Società, stati, conflitti. Le origini storiche della geopolitica europea (secoli XVI-XX)
Gli avvenimenti recenti legati alla crisi ucraina hanno dato una clamorosa evidenza ai temi geopolitici, portando in primo piano i mutamenti nei rapporti strategici intervenuti gradualmente in Europa dopo il crollo dell’impero sovietico. L’intenzione del saggio non è quella di ripercorrere gli eventi di cronaca, ma di ricostruire il loro retroscena storico, mettendo a fuoco le relazioni tra stati nel vecchio continente e la loro evoluzione, dalle origini dell’età moderna fino alla fine del Novecento, sia sotto il profilo delle modalità tecnico-militari di conduzione della guerra, sia in relazione all’alternanza tra fasi di egemonismo e multipolarismo. Un’attenzione particolare viene dedicata, nella parte conclusiva del libro, alla perdita di centralità dell’Europa. Generata dai conflitti mondiali, la mancanza di iniziativa europea si protrae a causa della scarsa coesione dovuta ai particolarismi, ai limiti della moneta unica, al coinvolgimento europeo nell’espansionismo statunitense seguito al crollo dell’URSS.