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La profezia nel pensiero del Rinascimento e della prima età moderna
Profezie e profeti popolano in gran numero il paesaggio pubblico del Rinascimento e della prima età moderna. Agitata da eretici e dissidenti o propagandata dalle autorità istituzionali, di contenuto teologico o legato a rivolgimenti sociali, la profezia si presenta come una delle forme più potenti di comunicazione politica e religiosa, rivendicando un valore di verità e un’efficacia carismatica tali da renderla uno degli oggetti privilegiati della riflessione storica e filosofica dell’epoca. I contributi raccolti in questo volume affrontano alcuni dei più importanti momenti della riflessione sulla profezia e i suoi poteri tra il primo Cinquecento e gli inizi del Settecento. In questo arco temporale molto vasto, rivoluzionato da epocali cambiamenti intellettuali e sociali, il problema della profezia, che nell’età dei Lumi si ritrarrà sullo sfondo, si intreccia ancora a nodi decisivi del pensiero politico-religioso e della cultura filosofico-scientifica. Pomponazzi, Machiavelli, Campanella, Hobbes, Spinoza, Bayle e Vico sono i pensatori che il volume mette in dialogo per rispondere ad alcune questioni fondamentali: che cosa si intende per profezia? Che rapporto sussiste tra il sapere profetico e le tipologie di conoscenza più suscettibili di accertamento e di verifica? Quali sono i nessi tra conoscenza naturale, ispirazione religiosa e comunicazione politica? Di quale tipo di linguaggio si avvale il profeta? Nel cercare di rispondere, il libro si propone tanto come uno strumento di ricerca per gli specialisti, quanto come un percorso introduttivo, scritto in un linguaggio chiaro e accessibile, a uno degli aspetti più avvincenti della storia della cultura europea della prima età moderna. Da questo percorso emerge il corpo a corpo tra il pensiero filosofico e il fenomeno profetico che ha avuto luogo, con esiti non scontati, all’alba della modernità. -
La voix humaine
"La voix humaine"""" è una delle opere più note e longeve di Jean Cocteau, e ha pieno titolo per rientrare nel canone del Teatro europeo, soprattutto in virtù della sua forza espansiva: il testo ha mostrato sin dalla sua prima rappresentazione una ininterrotta capacità di fornire spunti di rilettura, rielaborazione e citazione che non accenna a diminuire. Il testo, la sua simbologia, il significato che veicola - diretto, ma profondissimo - hanno reso """"La voix humaine"""" un’icona del nostro tempo. Al suo apparire, nel 1930, """"La voix humaine"""" fu un lavoro rivoluzionario, sia per la sua struttura (un dialogo-monologo), sia per la centralità che il mezzo di comunicazione, e dunque la tecnologia, rivestono nel contesto della narrazione. Il testo di Cocteau continua a parlarci ancora oggi, trasformandosi e influenzando fonti diverse: dall’opera, alla musica pop, al rock, al cinema." -
Montesquieu tra stoicismo e federalismo
Montesquieu è stato il primo scrittore politico a studiare scientificamente tutte le istituzioni umane, antiche e moderne, asiatiche ed europee, africane e americane; il primo a formulare i princìpi della separazione dei poteri e dell'autonomia della giustizia; il primo a teorizzare la repubblica federativa e il primo a rintracciare sistematicamente le cause profonde degli eventi umani in fattori sia ambientali che culturali, sia geografici che storici. Oltre a questi indubbi 'primati', non sempre adeguatamente ed esplicitamente riconosciutigli, il volume mette costantemente in luce lo stoicismo, il realismo e l'antidispotismo di Montesquieu, nonché la sua strenua difesa della dignità umana. -
In punta di piedi
«Qui c'è la vita con tutte le sue vicissitudini; i suoi incantamenti davanti ad una natura che coinvolge e trascina; che si fa misura e riflesso di un sentire profondo e generoso. D'altronde che cosa è la poesia se non che rivisitazione di paesaggi e intime riflessioni sul vissuto? È così che la realtà si traduce in immagine; è così che perde il suo reale impatto per trasformarsi in visioni coccolate da un sentire pregno di nostalgia, di nòstoi. Di questo ha bisogno il canto; di fatti sedimentati in animo e tornati a vivere in sintagmi e fonemi che fluiscano con melodia; che con ritmo eufonico concretizzino la morbidezza del poièin; e l'animo fecondo della Puccinelli affida il suo sentire a foglie fragili e bizzarre atte a concretizzare l'idea di un'esistenza fuggitiva e precaria; un verde che attende quell'immane sciagura che tutto sottrae e porta via.» (Dalla Prefazione di Nazario Pardini) «Come la «foglia, verde lucente con le nervature» che per Dostoevskij nei Demoni diventa emblematica di una bellezza metafisica, così, dal magma di pensieri, sentimenti, tensioni emotive, sogni vicini e lontani, talora infranti, e ricordi che popolano questi versi, emergono ""piccole foglie fragili e bizzarre, scomposte dalla brezza"""". Sono le «idee peregrine», intimamente connesse a sogni e ideali mai dimenticati, che scompaginano l'ordinarietà dell'esistenza e imprimono uno slancio che eleva verso altro.» (Dalla Postfazione di Giulia Gigante)"" -
A novel that didn't sell. An introduction to literary OSINT
“Who’d invent a job like that?” Condor asks aloud halfway through his via crucis. This book traces a history of OSINT in its literary dimension, i.e. of the practice of Open Source Intelligence as applied to literary and fictional products. As Condor admits, his job seems the product of a lunatic imagination. Indeed, it was a current practice of “reading” in the Cold War era, long before the advent of the internet transformed OSINT readers from a very peculiar kind of humanists, as Condor was, into typeapproved data collectors. Paolo Caponi teaches English Literature at the Università degli Studi di Milano. His studies have been centred prevailingly on the Elizabethan and contemporary theatre. He has recently published Otello in camicia nera. Shakespeare, la censura e la regia nel ventennio fascista (Roma, Bulzoni, 2018). He has collaborated with the Piccolo Teatro and with Teatro Franco Parenti, Teatro Arsenale and Teatro Elfo-Puccini in Milan. -
Il paradosso della civiltà culturale ambrosiana
Questo volume riprende l’argomento della prima monografia di Giovanna Rosa dedicata alla capitale morale e ne costituisce il perfetto compimento, disegnando la parabola della cultura ambrosiana dall’Unità a oggi attraverso una serie di approfondimenti cronologicamente successivi. La prima delle quattro parti in cui è divisa la raccolta si apre con un capitolo dedicato a Milano quale motore della cultura letteraria della modernità e svolge il compito di un’articolata introduzione che traccia il perimetro della ricerca. Il discorso parte dall’epoca postunitaria per arrivare alla produzione di Gadda, mette in luce il ruolo propulsivo della civiltà ambrosiana e le non poche contraddizioni che la caratterizzano e la condizionano, alle quali va ricondotta la mancata vocazione egemonica nazionale di Milano. La seconda sezione si concentra su tre autori della Scapigliatura, studiando l’aristocratico umorismo di Carlo Dossi, idiosincraticamente sintonizzato con l’illustre tradizione lombarda, la militanza di Ambrogio Bazzero, che lavora con meticoloso impegno sulla misura breve, e la lettura controcorrente del Risorgimento da parte di Roberto Sacchetti (finalmente un romanzo). Seguono, nella terza parte, le due immagini contrastive e complementari della città operosa, quella di Verga e quella dei palombari sociali, all’altezza di una data cruciale, il 1881 dell’Esposizione nazionale (e della pubblicistica che la accompagna). Chiude il libro una sezione tutta novecentesca: dopo il saggio su Testori e quello sull’infaticabile Oreste del Buono, ecco il capitolo dedicato alla casa editrice Feltrinelli (“nata con una forte vocazione d’impresa a marchio ambrosiano”), conclusione coerente con lo spiccato interesse per la mediazione editoriale che è uno dei fils rouges dell’attività critica di Giovanna Rosa. -
Quattro prediche 1792-1793
Fra il 1792 e il 1793, Hegel tenne a Tubinga quattro prediche incentrate sulla discussione della giustizia di Dio, del significato dello spirito di riconciliazione, del senso della fede in Cristo e dell’avvento del regno di Dio. Le Vier Predigten rappresentano un vero e proprio laboratorio in cui presero forma alcuni problemi teorici che accompagnarono Hegel nella gestazione di una filosofia della totalità capace d’essere un’espressione caratteristica, e ad un tempo personale, di quell’anelito verso l’Assoluto animatore del pensiero tedesco post-kantiano. -
La televisione italiana sulle riviste per ragazzi. Dal 1954 al 1964
L’esordio della prima programmazione televisiva della Rai, avvenuta nel 1954, ha coinciso con una stagione particolarmente felice della stampa periodica per ragazzi che, grazie a settimanali come il «Corriere dei Piccoli», «Il Giornalino» e «Il Vittorioso», ha contribuito all’educazione e alla crescita identitaria di generazioni di lettori bambini negli anni della ricostruzione postbellica. Come hanno guardato al nuovo medium comunicativo queste riviste, come lo hanno raccontato e vi si sono rapportate? Dopo un’iniziale diffidenza della stampa per ragazzi verso la televisione, si osserva una progressiva attenzione nel corso degli anni Sessanta sia attraverso articoli dedicati alla programmazione televisiva sia tramite la ripresa di noti personaggi e storie che dallo schermo approdano alla carta stampata e viceversa. Sulle pagine del «Corriere dei Piccoli» il pupazzo di Topo Gigio è il precursore di un fenomeno nuovo e crescente che si svilupperà negli anni a venire e a cui faranno seguito personaggi come Mago Zurlì, Scaramacai, Bonanza e molti altri. Allo stesso tempo alcuni personaggi del giornale entrano anche nel piccolo schermo, come Bibì e Bibò, Mio Mao, il Signor Bonaventura. Il bambino degli anni Sessanta è un lettore nuovo, mediatico che tuttavia non dimentica la bellezza della parola e il valore degli spazi della corrispondenza come possibilità comunicative e di dialogo identitario. Nella stampa periodica per ragazzi degli anni Sessanta è presente una valutazione maggiormente positiva delle potenzialità educative del nuovo mezzo televisivo e prevale uno sguardo di apertura, di incontro che diviene progressivamente scambievole alleanza multimediale tra mondo delle riviste e televisione verso la costruzione di nuovi orizzonti culturali creativi e generativi. -
Imagines agentes opuscula 1969-2020
3 tomi indivisibiliImagines agentes réunit articles et essais composés entre 1969 et 2020. Ces opuscula offrent un itinéraire qui comprend l’Étrurie, l’Italie antique et la Grèce et proposent une réflexion allant du monde archaïque au monde hellénistique gréco-romain. Le mythe, la religion et les programmes figuratifs des monuments sont au centre d’une enquête fondée principalement sur l’analyse des images. Le titre du recueil, en se référant à l’art de la mémoire défini par les anciens rhéteurs, veut évoquer plus précisément les stratégies de la recherche entre mémoire et histoire, sémiologie et iconologie, visée critique et capacité d’empathie. C’est pourquoi les Imagines agentes, en présentant de multiples scènes où s’incarne le passé, entendent aussi interroger notre présent : ut poesis historia.Françoise-Hélène Massa-Pairault, née en 1944, est Directrice de recherche émérite au Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS). Ancienne élève de l’École Normale Supérieure (ENS) et ancien membre de l’École française de Rome (EFR), elle a enseigné langue et littérature latine à l’ENS, obtenant en 1983 le titre de Docteur d’État de la Sorbonne. Ses recherches archéologiques l’ont conduite à Tarquinia, Bolsena, Marzabotto. L’Année étrusque en Toscane, sous le patronage de l’UNESCO, en 1985, et l’exposition de Venise sur les Étrusques au palais Grassi, en 2000, comptent parmi les manifestations auxquelles elle donna une contribution scientifique. À l’origine de nombreux congrès et séminaires entre Paris (ENS-UMR Archéologies d’Orient et d’Occident), Rome (EFR) et Naples (Centre Jean Bérard), elle a aussi collaboré avec de prestigieuses institutions italiennes dont l’Instituto Italiano per gli Studi Filosofici. Savant connu internationalement, elle a obtenu en 1996 le prix de la culture de la Présidence du Conseil des Ministres de la République italienne pour son ouvrage Iconologia e politica nell’Italia antica et en 2003 une mention spéciale du prix Salvatore Valitutti de la Province de Salerne pour son ouvrage La formazione del cittadino e la creazione dell’École Normale. -
Cocktail partigiani. Parole e immagini in fondo al bicchiere
Uno scrittore-barman, dodici fumettisti, un liquorificio sociale, una fabbrica recuperata, un museo della Resistenza, un sito giornalistico di inchiesta e una grande associazione culturale e di promozione sociale: ecco gli ingredienti di Cocktail partigiani, una raccolta di racconti dedicati ai miscugli alcolici ciascuno dei quali commentato da un fumettista. L’autore è Gabriele Brundo, barman di un locale nei caruggi di Genova, animatore di un laboratorio di scrittura. Dal suo incontro con Checchino Antonini, giornalista di Popoff Quotidiano, e con l’Amaro Partigiano – dunque con le esperienze di Rimaflow di Milano e degli Archivi della Resistenza di Fosdinovo (MS) – scaturisce il progetto di mescolare i suoi racconti di viaggio con i disegni, un ricettario di cocktail a base di liquori e vini autoprodotti e gli interventi di Stefano Carmassi e dirigenti Arci di Toscana, Liguria e Roma su produzione e consumo consapevoli e responsabili di bevande alcoliche – sia dal punto di vista della sicurezza, sia da quello della qualità dei prodotti e del lavoro – sui rituali del consumo dell’alcol e della letteratura, su quelli di una socialità da riconnettere e sulla relazione con le reti “fuori mercato” e dell’economia solidale. Un libro per rimescolare e rimescolarci. -
Ostraka. Rivista di antichità (2021). Vol. 30
Contributi di Mario Torelli, Eleonora Frongia Mancini, Tonio Hölscher, Pedro Rodríguez Oliva, Francesco Marcattili, Stefano Bruni, Elvia Giudice, Michele Gras, Panagiotis Konstantinidis, Luigi Lafasciano, Theodoros Mavrogiannis, Germana Scalese, Luigi Todisco, Pier Giovanni Guzzo. -
Rivista di filologia e letterature ispaniche (2020). Ediz. bilingue. Vol. 23
Antonietta Molinaro, Poetas áureos y sus textos en el cancionero ms. brancacciano V A 16: Lope, Góngora, Catalina de Zamudio y Liñán de Riaza (con una nota final sobre el Testamento de Celestina)Sara Longobardi, Narración y argumentación en las Cartas familiares del abate Juan Andrés sobre Nápoles Assunta Scotto di Carlo, «Punzantes notas de los pájaros cantores». Tormento di Galdós e le forme del melodrammaIda Grasso, Cernuda en exilio. Memoria de los lugares y cambio de las tópicas en Como quien espera el alba (1941-1944) Roberto Mondola, Alfonso Reyes y Pedro Salinas reescriben el Cantar de Mio Cid: dos ejemplos de traducción intralingüística diacrónica NOTEIvette Martí Caloca, El autor ausente: reivindicación de un estudio sobre Melibea RECENSIONIGiovanna Fiordaliso, Antonio Enríquez Gómez, Política angélica, edición crítica, estudio y notas de F. Gambin, Huelva, Universidad de Huelva, 2019. Bibliotheca Montaniana, 39, pp. 292 -
Philinq. Philosophical inquiries (2021). Vol. 2
EssaysGiovanni Tuzet, Is deduction a source of knowledge? Vailati on pragmatism and prediction, p. 5Laura La Bella, The essence of human freedom between Heidegger and Kant: Seinlassen and freie Gunst in the contemplative experience of the Being of beings, p. 25Matteo Plebani, Wittgenstein and the philosophical significance of not solving the paradoxes, p. 37Ernesto Graziani, Presentism and the pain of the past: A reply to Orilia, p. 49Focus. Philosophy of art. New directionsElisa Caldarola and Jerrold Levinson, Introduction, p. 65Andrea Maistrello, On fraudulence in art, p. 69Elisa Caldarola, On tags and conceptual street art, p. 89Iain Campbell, Sonic obstacles and conceptual nostalgia: Preliminary considerations on musical conceptualism and contemporary art, p. 111Xavier de Donato Rodríguez, Environmental integralism: New prospects for the ontology, the aesthetics, and the ethics of architectural works, p. 133Marcello Ghilardi, On the way to a cross-cultural thought: Steps between European and Sino-Japanese aesthetics, p. 153Remei Capdevila-Werning and Sanna Lehtinen, Intergenerational aesthetics: A future-oriented approach to aesthetic theory and practice, p. 171Alice Barale, “Who inspires who?” Aesthetics in front of AI art, p. 195Timothy Deane-Freeman, Chronopolitics in a minor key: Afrofuturism and social death, p. 221Laura T. Di Summa, Identity and style: Fashionable, collective, and personal, p. 239Past PresentPaolo Babbiotti, Mathis Marquer, Nikhil Krishnan Commentary to B. William’s French introduction to Ethics and the Limits of Philosophy, p. 259Bernard Williams, Ethics, a matter of style? Introduction to the French edition, p. 269 -
Simmel studies. New series (2021). Vol. 25-1
Simon LafontaineIdeal Potentials in Action: Schutzian Affinities inSimmel’s View of LifeOlli PyyhtinenRelations Along, not Between: Incorporating Becominginto Relational Sociology (via Life-Philosophy) Luca SerafiniGeorg Simmel’s Social Aesthetics and the Digital Public SphereLuca GuizzardiMother, Mothers: Forms and Contents of Maternity. A SimmelianInterpretation of Surrogate Motherhood ReviewsAuthors -
In memoria aeterna erunt justi. La cappella gentilizia di Santa Cristina. Architettura e storia di un antico luogo sacro del Mugello: dagli Ubaldini Da Rabatta ai Lapi, dai Borri ai Brunori Ceroni
La storia di una piccola sconosciuta cappella gentilizia come quella di Santa Cristina potrebbe sembrare apparentemente un'esercitazione puramente formale, specialmente se limitata all'osservazione del solo aspetto esteriore, architettonico, già di per sé singolare. Ma questa storia è molto più incisiva per il territorio nel quale è collocata, il Mugello, per ciò che in essa è contenuto proprio dal punto di vista storico, allargandosi anche alle interessanti connessioni con la vicina Romagna. All'interno si racchiudono le vicende non solo di importanti personaggi in essa sepolti che nei secoli hanno inciso direttamente nel contesto sociale di questo particolare ambito territoriale, ma quelle degli esponenti più importanti che fanno parte delle quattro famiglie che la hanno posseduta: gli Ubaldini Da Rabatta, i Lapi, i Borri ed i Brunori Ceroni. Questo non è uno dei tanti instant book che ci vengono propinati continuamente dal consumismo d'oggigiorno, ma un lavoro meditato, vangato e rivangato per anni ed anni, per approfondire tutti gli aspetti singolari contenuti nei risvolti delle varie storie qui narrate, storie che non vanno dimenticate ma trasmesse doverosamente a quanti verranno dopo di noi. -
Atlante dei paesaggi terrazzati del Trentino
I paesaggi terrazzati sono un patrimonio produttivo e culturale di primaria importanza per il Trentino. Secoli di lavoro hanno modellato i versanti delle vallate per renderli adatti all'attività agricola. Questa lunga e faticosa azione collettiva di modellazione morfologica rende i nostri paesaggi rurali, unici e irripetibili. La crisi che ha investito l'agricoltura di montagna a partire dagli anni sessanta dello scorso secolo ha inciso pesantemente su questo patrimonio. Coltivare un terrazzamento richiede molto impegno, non sempre compensato da produzioni in grado di competere con quelle di pianura. Queste dinamiche hanno portato ad un progressivo abbandono delle aree terrazzate, soprattutto nelle zone più marginali ed acclivi, dove le produzioni meccanizzate e specialistiche non riescono ad affermarsi. A partire dal 2015 il Forum dell'Osservatorio del paesaggio ha sollecitato un'azione sistematica di studio e documentazione dei paesaggi rurali terrazzati del Trentino. L'Atlante rappresenta l'esito di questa azione che si è tradotta in una ricognizione approfondita del territorio trentino ed in uno studio di caratterizzazione delle aree terrazzate attive e abbandonate. Questo volume riporta in sintesi gli esiti della ricerca che, l'Atlante documenta in sedici volumi, con circa mille mappe tematiche, rappresentazioni numeriche e cinquemila scatti fotografici georeferenziati. Tutta la documentazione raccolta in questi anni di studio è consultabile nella collana del ""Rapporto sullo stato del paesaggio"""" pubblicata integralmente nel sito dell'Osservatorio del paesaggio all'indirizzo https://www.paesaggiotrentino.it/. Il volume accompagna la rappresentazione degli esiti delle analisi effettuate nel contesto dell'Atlante, con una serie di interventi di inquadramento storico e di riflessioni sul futuro di questi luoghi così preziosi e affascinanti."" -
Scrivere la libertà. Corpo, identità e potere in Goliarda Sapienza
Con Scrivere la libertà, Alberica Bazzoni offre un'analisi organica dell'opera di Goliarda Sapienza (1924-1996), ripercorrendo l'evoluzione della sua scrittura tra autobiografia e finzione. Ne emerge il ritratto di un'artista ricca di movimenti e ambivalenze, spesso in anticipo sul proprio tempo sia nei terni che nelle forme letterarie. I temi della libertà, del corpo, dell'identità, dell'impegno politico e la rappresentazione antinormativa di genere e sessualità — centrali nell'opera di Sapienza — sono esplorati con strumenti filosofici che spaziano dal marxismo al femminismo, dalla psicoanalisi e la fenomenologia alle teorie queer. Intrecciando analisi testuale, contestualizzazione storico-letteraria e riflessione teorica, questo libro mostra in particolare come la narrativa di Sapienza dia voce a un'aspirazione radicale alla libertà che conduce a una riconfigurazione della relazione tra corpo, linguaggio e politica. Muovendosi tra materialismo e performatività, Sapienza si smarca dal postmodernismo e affida alla scrittura letteraria il compito di nutrire il desiderio attraverso il riconoscimento del dolore e la creazione di nuovi immaginari. -
Digital girls. Le ragazze e la ridefinizione dei rapporti di genere online e offline
Quali relazioni ci sono tra i media digitali e le performance di genere nei vissuti delle ragazze? Cosa trovano le ragazze nei siti di social network? In che modo questi luoghi incontrano i loro vissuti? La diffusione dei media digitali è cresciuta in ogni ambito della vita. In questo scenario, il volume si interroga sui processi di soggettivazione online e offline delle ragazze. Dialogando con la letteratura sul rapporto tra genere, tecnologie digitali e processi di soggettivazione, Digital girls indaga non semplicemente la relazione con i social network, ma anche gli spazi di azione nella vita quotidiana. L'autrice lo fa attraverso una prospettiva nuova, che porta l'attenzione sulle ragazze come soggetti attivi, prendendo le distanze da posizioni di panico morale e da visioni deterministe delle tecnologie. Partendo dallo sguardo e dall'esperienza di ragazze tra i 15 e i 19 anni, l'autrice esplora gli immaginari e i modelli di genere legati all'uso dei media digitali con l'obiettivo di comprendere come queste tecnologie siano capaci di sostenere o, al contrario, di sfidare le norme sui corpi, la sessualità e le relazioni. Prefazione di Carmen Leccardi. -
Il futuro nel presente. Percorsi letterari tra Italia e Francia
Le ipotesi di vita al di là del tempo — e collocate in anni, quando non millenni, ancora lontanissimi — colpiscono l'immaginario per la suggestione delle previsioni che risultano perfettamente centrate persino se viste dalla nostra attuale prospettiva. Lungo l'asse Italia-Francia si scandagliano le opere di Mercier (L'an 2440), Ghislanzoni (Abrakadabra), Della Sala Spada (Nel 2073!), Mantegazza (L'anno 3000), Salgari (Le meraviglie del Duemila) e altri coevi autori francesi del tardo Ottocento a vario titolo impegnati a tessere un composito affresco della futurologia letteraria e a immaginare un domani migliore in cui collocare il presente angoscioso. Nelle previsioni degli scrittori esaminati trovano spazio molti ritrovati pioneristici della nostra generazione che esercitano un indubbio fascino per il solo fatto di essere stati ipotizzati già a partire dal Settecento. Alcune derive sono indubbiamente tragiche; di contro, emergono anche visioni non mutilate negli aspetti più difficili da declinare, e cioè la fiducia in un presente migliore e la possibilità di vivere, risanati, dopo avere fatto l'esperienza di un futuro inquietante. Presentazione di Perle Abbrugiati. -
Après Berman. Des études de cas pour une critique des traductions littéraires
Adressé en premier lieu aux étudiant.e.s en langue, traduction et littérature françaises, mais aussi aux acteur.rice.s, spécialistes et aux personnes passionnées par la traduction, ce livre a pour but de fournir une première approche de la critique bermanienne des traductions littéraires entre le français et l’italien.À travers un choix d’études de cas portant sur des traductions de Proust, Rimbaud, Camus, Pennac, Chamoiseau entre autres, cet ouvrage vise à montrer comment développer une réflexion critique quand on aborde l’analyse d’une traduction.Plusieurs problématiques sont traitées, depuis les retraductions de classiques jusqu’aux traductions d'œuvres contemporaines; le dernier chapitre fournit des éléments pour l’écriture d’une note sur la traduction.