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Il «Libro d'herbe» di Gherardo Cibo tra arte, natura e scienza. Ediz. illustrata
Vissuto nella seconda metà del XVI secolo, Gherardo Cibo, affascinante e poliedrica figura di artista e naturalista, è l'autore del Libro d'herbe, un raffinato piccolo manoscritto che si conserva presso la Biblioteca Marucelliana di Firenze. -
Third Pisa colloquium in logic, language and epistemology. Essays in honour of Mauro Mariani and Carlo Marletti
In honour of Enrico Moriconi, to celebrate his 70th birthday and retirement. It consists of twelve original short essays by some of his friends, colleagues and former students, in the areas of general logic, proof theory, history of logic, philosophy of mathematics, epistemology and philosophy of language, mainly focusing on some of his favourite research topics. -
Umoristi spagnoli a teatro. Vol. 1
Quando degli umoristi scrivono per il teatro, lo spettatore (e, in questo caso, il lettore) viene catapultato in uno scenario inusitato, che si apre ad ammiccamenti, a nonsense e a svolte inattese. Spirito d'innovazione, estrosa disinvoltura e tanto humor permeano queste due commedie, ora in traduzione italiana, scritte a quattro mani dai tre autori, amici e promotori di una ""rivoluzione"""" umoristica tra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso. Non furono gli unici in Spagna – tant'è che il gruppo di umoristi venne considerato dalla storiografia letteraria una vera e propria «generazione» – ma si distinguono perché iniettano di spirito assurdo e paradossale le pièces, sorprendono e disorientano il pubblico, rovesciando la percezione della realtà."" -
Sulla libertà e la schiavitù-De la liberté et de la servitude. Ediz. bilingue
Il ""De la liberté et de la servitude"""" pubblicato da Francis de La Mothe Le Vayer nel 1643, rappresenta il lucido e innovativo contributo moderno alla filosofia morale e politica di un pensatore bifronte, privatamente critico del potere, pubblicamente difensore della monarchia francese. Denunciando le contraddizioni dei filosofi che credono di essere liberi in catene e dei cortigiani che scelgono volontariamente di servire per ottenere vantaggi fittizi, La Mothe ridiscute la possibilità da parte dell'uomo di diventare veramente libero. Introduzione di Federica De Felice."" -
Flora empolese. Elenco della flora vascolare della terra d'Empoli
Data la scarsa variabilità ambientale e l’elevato grado di antropizzazione, il territorio empolese è stato in passato oggetto di scarsa attenzione da parte dei botanici, spesso più attratti da aree di maggiore interesse naturalistico come le montagne o le coste. Da botanico per professione e per passione ho ritenuto quasi un imperativo morale porre le basi per una conoscenza completa delle caratteristiche della flora vascolare dell’empolese, la terra dove sono nato, cresciuto e tuttora vivo. La ricerca ha evidenziato una discreta diversità floristica: oltre 650 specie, tra cui piante di interesse fitogeografico e conservazionistico: alcune endemiche italiane, altre normalmente presenti a quote significativamente maggiori, o infine specie che presentano proprio nell’empolese le stazioni più interne in Toscana. Tra le esotiche, purtroppo è rilevante in negativo la presenza di numerose aliene invasive. Il mio auspicio è di stimolare curiosità e interesse per la flora spontanea da parte della popolazione. Di questi tempi, infatti, a parte le piante “utili” o alimentari, il resto dei vegetali tende a essere visto come una sorta di generico e anonimo verde che fa da sfondo alle nostre vite (un fenomeno noto anche come “cecità alle piante”). È infine necessario divenire consapevoli dell’aggravarsi, negli ultimi anni, del fenomeno delle invasioni biologiche e dell’importanza della tutela della biodiversità, in ragione dell’elevato numero di specie aliene e di una gestione del territorio non sempre ottimale dal punto di vista naturalistico. -
Mefisto. Rivista di medicina, filosofia, storia (2021). Vol. 5/2
Rivista di medicina, filosofia, storia. -
Dino Terra e la favola
Autore di formazione culturale variegata e dagli orizzonti internazionali, Dino Terra si interessa di favorire gli intrecci tra cultura letteraria e scientifica in opere ibride (narrativa breve e lunga, teatro, saggi) che fanno in sé convergere una grande complessità di letture, saperi e visioni. I contributi di questo volume trattano dei modi in cui, nell’ampia gamma dei generi fatti interagire nella scrittura di Terra, si inserisce una dimensione come quella favolistico-fiabesca che, nel Novecento italiano, ha spesso avuto una funzione di messa in discussione, quando non anche sovversione, della sensibilità corrente e del canone realista egemone. Nel configurarsi come strumento di critica all’individuo, ai costumi e alla società, il linguaggio della favola in Terra accoglie in sé l’onirico e il mitico, lo scientifico e il magico. Scienza e magia non sono da vedersi in antitesi, configurandosi bensì come due diversi modi coi quali la volontà umana lotta per domare la natura. La letteratura stessa diventa magia, col meraviglioso da leggersi come una delle chiavi per interpretare il mondo e innestarsi quindi nella realtà tramite un percorso altro rispetto al realismo di stampo naturalista; uno in cui gli aspetti morali e antropologici e l’interrogazione metafisica precedono la resa del quadro storico, sociale e politico.La trama del favolistico intessuta nella materia del reale dà vita in Dino Terra a un realismo ulteriore, multidimensionale, che inscrive nel testo una forte dimensione etico-morale, propria dell’uomo che si guarda allo specchio in cerca della verità e di ciò che è in sé profondo. -
Oberdan Chiesa. Un uomo, una vittima, un mito
Il 16 luglio 1947 iniziò a Livorno un processo fondamentale per far luce sull’allora recente passato nazifascista della provincia. Nella gabbia degli imputati figuravano molte delle autorità “repubblichine” labroniche, chiamate a rispondere della condanna a morte per rappresaglia di un prigioniero comunista, Oberdan Chiesa. Costui per non era una figura qualsiasi. Nonostante la giovane età aveva alle spalle un passato da esule, volontario antifranchista in Spagna, prigioniero di guerra e confinato politico. Rientrato a Livorno in seguito alla caduta del fascismo, dopo l’8 settembre 1943 si era avvicinato alla nascente Resistenza livornese, venendo arrestato prima di assumere un incarico dirigente. Nonostante ciò, anche dopo l’esito del processo per individuare i colpevoli della sua morte, il ricordo della sua triste vicenda ci mise del tempo prima di affermarsi incontrastato e diventare il caso più esemplificativo della durezza della guerra civile combattuta tra il 1943 e il 1945 nella provincia di Livorno. Per quale motivo? Lo scopo di questa ricerca è quello di provare a rispondere a questa domanda di fondo, ripercorrendo tutte “le vite” di Oberdan. Non solo la sua biografia, vale a dire il periodo da emigrante in Algeria e in Francia, l’esperienza nella Guerra civile spagnola, nei campi di detenzione per i volontari internazionali, o quella da confinato a Ventotene, ma anche quanto accadde alla sua memoria dal secondo dopoguerra ad oggi. Quello che emerge è un affresco piuttosto significativo della nostra storia recente, costellata da esempi positivi come quello di Oberdan ma anche da tentativi di mistificazione e insabbiamenti da parte di quelle forze politiche ancora nostalgiche del passato regime. -
La festa della parola. Le fiabe di Giovan Battista Basile
Leggete Lo cunto de li cunti di Giovan Battista Basile e v’imbatterete in una lingua strabordante, ricca di giochi e d’invenzioni, che celebra la vita nella sua anomalia, nei suoi paradossi, nelle sue contraddizioni e nelle sue pieghe sorprendenti. In questo libro non troverete un commento storico, letterario o psicologico all’opera del grande scrittore campano. Le cinque fiabe di cui si scrive – L’ignorante, La selva d’agli, I due fratelli, Il catenaccio e L’orsa – sono il pretesto per l’esplorazione e la lettura degli elementi linguistici essenziali al viaggio della vita, quando i pregiudizi, i timori, le fantasie intorno a sé e all’Altro si volgono in parodia e non sono più il fondamento del conformismo familiare o sociale. Avvalendosi della beffa, dell’esagerazione e della stravaganza, la lingua di Basile offre la chance di sfatare, man mano che vanno enunciandosi, le certezze soggettive di chi si fa personaggio. Fino all’approdo a una felicità che non deve più nulla al canone. Quando nella giornata s’instaura il gerundio – ovvero quando nessuno, vivendo, è più quello che pensava di essere né ha più quanto che pensava di avere –, quando il fratello non è più negato – ovvero l’invidia non la fa più da padrona –, quando il padre e la madre sono mito nella parola e non più ruoli sociali, quando la questione donna non si risolve nella parità di genere, allora della vita cogliamo il gusto: il gusto del destino inedito, non più assegnato dall’appartenenza alla genealogia familiare o sociale. E nessuno è più vittima, nemmeno vittima di se stesso. -
Jonas Mekas. Cinema e vita
Vera e propria leggenda del cinema sperimentale e d'avanguardia e primo cantore del film di famiglia come forma d'arte, Jonas Mekas (1922-2019) ha dedicato la vita all'immagine in movimento: dalla pellicola al video, dalle installazioni al web. Il cinema è stato per lui — prigioniero lituano in un campo di lavoro nazista ed emigrato a New York alla fine della guerra — il filo con cui ricucire la ferita con la realtà, trasformando il dolore per la perdita della propria terra in spazio di accoglienza e celebrazione della vita. Il suo Diary Film, nato per necessità e per «disperazione», trasforma il cinema degli accadimenti minuti, del quotidiano in una rivoluzione dello sguardo e in un atto politico. Questo libro percorre tutto l'arco della vita e dell'opera multiforme di Mekas, in cui la pratica artistica si intreccia a quella critica e curatoriale: dalla diffusione del New American Cinema alla fondazione dell'Anthology Film Archives. In occasione del centenario dalla nascita, questa è la prima monografia a lui dedicata in Italia. -
Baretti a Lisbona nel 1760: Lisbona sulla «bilancia dell’Europa» da una prospettiva italiana
Giuseppe Baretti (Torino, 1719) fu originalissimo scrittore, padre della moderna critica militante, poeta, poliglotta e traduttore, autore di teatro fra tanto altro. Soggiornò a lungo in Inghilterra dove fu lessicografo/lessicologo, docente di Italiano, e morì a Londra nel 1789. Viaggiò nell’Europa del proprio tempo: ad esempio in Spagna e in Francia. Nel 1760 fu tra i primi a visitare il Portogallo ancora provato dal terribile sisma del novembre 1755, e ne lasciò una testimonianza fra le più suggestive e problematiche in termini di letteratura, giornalismo, curiosità antropologica, multicultura e interculturalità, nelle Lettere familiari ai fratelli (1762-1763) e nel loro rifacimento inglese A Journey from London to Genoa (1770). Ne dà conto questo volume, corredato da un inserto iconografico prezioso, e in cui sono raccolti gli interventi di alcuni noti studiosi, la maggior parte portoghesi, al Seminario di studi del 29 settembre 2019: organizzato congiuntamente a Lisbona dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Tricentenario della Nascita di Giuseppe Baretti – istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (ora MiC), con D.M. n. 26 del 30-01-2019, su istanza del CISESG-Centro Internazionale di Studi Europei Sirio Giannini di Seravezza –, dalla SHIP-Sociedade Histórica da Independência de Portugal e dal CLEPUL dell’Università di Lisbona, l’Academia Lusófona Luís de Camões, l’Instituto Fernando Pessoa, l’Observatório da Língua Portoghesa. Saggi, nell’ordine, di Daniela Marcheschi, Luísa Marinho Antunes, José Eduardo Franco, Annabela Rita, Miguel Real. -
Ofioliti. An international journal on ophiolites and modern oceanic lithosphere. Vol. 47
Since 1976, Ofioliti provides an international forum for original contributions and reviews in the field of the geodynamics, petrology, geochemistry, biostratigraphy, stratigraphy, tectonics and paleogeography applied to ophiolitic terrains and modern oceanic lithosphere, including their sedimentary cover. Studies of topics such as geodynamics of the mantle, the evolution of orogens including ophiolites and paleoceanography are also welcome. -
Kyrie eleison. Testamento spirituale di un prete «imboscato»
«Prete “imboscato” è un modo spregiativo per indicare chi, scegliendo un insegnamento laico o la ricerca scientifica, non svolge un ministero né parrocchiale né curiale. È un giudizio malevolo, che ha troppo pesato e condizionato la mia vita di ricercatore universitario, togliendomi entusiasmo e serenità. Questo mio testamento è un colloquio interiore, un esame di coscienza, tenuto nel mio spirito davanti a Dio. Quasi una pubblica confessione, che anela al perdono, che domando e che offro. Parlo di me, di come ho inteso e vissuto i tempi e gli avvenimenti; e di come ora tutto il mio passato risuoni nel mio ricordo».Amleto Spicciani, nato a Pescia nel 1934, prete diocesano, cappellano di Sua Santità, è stato ricercatore e docente universitario di storia medioevale. Fra i suoi lavori, per le Edizioni ETS: Benefici livelli feudi. Intreccio di rapporti tra chierici e laici nella Tuscia medioevale (Pisa, 1996); La sinodo atrebatense celebrata nell’anno 1025 da Gerardo, vescovo cameracense e atrebatense (Pisa, 2004); Protofeudalesimo. Concessioni livellarie, impegni militari non vassallatici e castelli. Secoli X-XI (Pisa, 2006); Uomini di Chiesa. Vescovi e preti nella cultura e nella società toscana tra XIX e XX secolo (Pisa, 2013); Feudalesimo lucchese. Frammenti sparsi (Pisa, 2015). -
Il cinema a Pisa. Dalle origini alla Grande Guerra 1897-1915
In questo volume, gli autori intendono riportare alla memoria dei pisani un’epoca antica, quando la ‘fotografia animata’ venne presentata per la prima volta in città e in che modo si intrecciò – in tempi rapidi – con la loro vita, radicandosi infine nel tessuto urbano. Nelle cronache del tempo, le prime ‘proiezioni’ vengono considerate soltanto come un evento eccezionale che senza alcun preavviso si introduce nel contesto sociale e nella cultura di un territorio. Non si comprese subito la loro capacità di stravolgere i modi della fruizione visiva fino ad allora noti e dunque di modificare completamente l’immaginario collettivo di tutta una popolazione, indipendentemente dal censo e dal livello di istruzione. Nella stampa locale ci si limitò a descrivere le reazioni degli spettatori e i commenti fatti nei circoli culturali e negli altri luoghi di ritrovo cittadini; non si intuì che questo genere di immagini avrebbe fatto nascere una specifica letteratura, a volte colta, a volte umoristica, infine anche vernacola. Lo scopo degli autori non è unicamente quello di riscoprire la ‘storia del cinema’ a Pisa e di studiarne le origini per far riemergere un aspetto ‘archeologico’ dimenticato, ma piuttosto di ricostruire le basi sulle quali innestare nuova viva passione per uno spettacolo ancora attuale, sempre innovativo e proiettato verso il futuro. -
Diversità sotto torchio. Rappresentare e divulgare l'immagine dell'Altro tra Rinascimento e Barocco
Lo straordinario potere delle immagini consente ai pensieri di viaggiare velocemente tra le culture attraverso lo scambio di informazioni visive che forgiano la nostra esperienza dell’Altro. Il volume si è proposto di inseguire per l’Europa i fogli disegnati o incisi che hanno contribuito a comunicare le fasi salienti della storia dell’uomo, dalla scoperta dell’America allo sviluppo dell’economia dell’alterità, incrementato dall’inevitabile fascino per l’esotico suscitato dalle esperienze personali e visive di popoli lontani, o persino sconosciuti, divenuti improvvisamente vicini e familiari. Tra Quattro e Settecento sono soprattutto le incisioni a veicolare la forma della diversità, sia essa religiosa, etnica e fisica e a istituire in contraltare l’inaspettato dialogo tra l’Olanda di Rembrandt e l’India dei Mughal. -
Pianeta Varda
Fotografa, regista, scrittrice, disegnatrice, spettatrice, pensatrice... più semplicemente: artista. Difficile chiudere in una sola definizione il percorso di Agnès Varda (1928-2019), una figura chiave della cultura contemporanea, una narratrice instancabile che ha saputo utilizzare in modo sempre personale e spesso sorprendente tutte le forme della comunicazione audiovisiva, iniziando alla fine degli anni Quaranta con la fotografia per poi inaugurare, superati i settant'anni, una felice carriera di artista visuale. In mezzo, tanto cinema, di finzione e documentario, dagli anni Cinquanta, quando debutta nel lungometraggio con ""La pointe courte"""" (1955), definito da André Bazin """"un vero miracolo"""", fino all'anno della sua scomparsa, quando presenta al Festival di Berlino """"Varda par Agnès"""" (2019), un viaggio personale nella propria avventura di cineasta, ideale chiusura di un percorso autobiografico che occupa l'ultima parte della sua carriera. Il successo """"nouvelle vague"""" di """"Cleo dalle 5 alle 7"""" (1961) è solo la prima tappa di un cammino in cui, nel corso di più di sei decenni, Varda ha attraversato stagioni molto diverse tra loro, segnate da importanti cambiamenti tecnologici, culturali e linguistici, sempre intuendo il modo più fecondo di continuare e, insieme, rinnovare il proprio percorso artistico. E, soprattutto, senza mai smarrire quella stupefazione per la vita, la realtà, i luoghi e le persone che segna in modo costante la sua produzione. Attraverso ventidue parole chiave - da America a Memoria, da Voce a Spiagge, da Cinema a Donne, da Autoritratto a Parigi... - il libro compone un ritratto di Varda, scritto e visivo, il più possibile esauriente e, insieme, aperto, mobile, stratificato: un ritratto in grado di dare conto della costellazione di passioni, curiosità, incontri ed esperimenti attraverso i quali Agnès Varda ha raccontato la realtà e, insieme, se stessa. Un pianeta umanissimo e gioioso, di cui resta ancora molto da esplorare. Postfazione di Gian Luca Farinelli."" -
Blityri. Studi di storia delle idee sui segni e le lingue (2021). Vol. 2
Blityri è la prima rivista italiana dedicata specialisticamente alla storia delle teorie semiotiche e linguistiche (esplicite e implicite), proponendosi come strumento di ricerca e luogo di discussione sui temi concernenti le idee sul segno e sul linguaggio, in chiave contemporaneamente teoretica e storica. -
I diritti di partecipazione fra teorie, sfide e realtà. Una ricerca pedagogica al femminile
Il complesso rapporto che lega i diritti di partecipazione dei più giovani proclamati e difesi dagli adulti e il loro effettivo esercizio nella quotidianità rappresenta uno dei paradossi più noti a livello pedagogico. Infatti nonostante siano passati trent'anni dall'approvazione della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e siano stati compiuti numerosi interventi di natura educativa, politica e legislativa, è tuttora evidente la difficoltà da parte della collettività di collaborare strettamente con i giovani, di saperli ascoltare e di saperli rendere responsabili e partecipi nella costruzione della vita civica e sociale. Il volume, frutto di una ricerca svolta in parte all'estero, analizza a più riprese tali criticità e propone degli spunti operativi e riflessivi che chi, a vario titolo, si occupa di educazione può cogliere per cercare di promuovere nelle sue relazioni una cultura del rispetto e del dialogo. Per concludere, le testimonianze delle ragazze italiane e spagnole offrono un contributo interessante e originale per comprendere come si sentano le giovani d'oggi quando esercitano i propri diritti di partecipazione all'interno di una società pressoché adultocentrica. -
Gioiosa fiducia. In ricordo di Umiliana Cardelli detta Ada (1951-2014)
Umiliana Cardelli l’abbiamo tutti conosciuta come l’Ada. In questo libro è ricordata nei diversi aspetti della sua ricca personalità; eppure chi l’ha incontrata e conosciuta anche soltanto come operatrice nei gruppi di mutuo aiuto degli alcolisti pensa che abbia potuto cogliere l’aspetto più maturo ed essenziale della sua vita, da cui poi tutto è dipeso. -
Chiamatemi Marconi. Storie di mare
Un romanzo scritto a quattro mani che racconta le incredibili avventure di ""Marconi"""", un marinaio partito dalla Garfagnana, nell'Appennino tosco-emiliano, in un'epoca, quella a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’80, così lontana dal nostro odierno sentire da sembrare quasi """"mitica"""". Singapore, Patagonia, Canada e New York fanno da sfondo a inseguimenti, imboscate, tempeste e naufragi, ai quali si intrecciano risse, racconti di fantasmi e gesta di mitici capitani. Storie vere che, per quanto surreali e ingigantite dal passaparola possano sembrare, descrivono la vita vissuta di un uomo che, come lui stesso ama ribadire, non racconta mai bugie.""