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Il simbolismo evangelico. I 12 apostoli e i 72 discepoli. Il ruolo dei numeri nei libri sacri
Dei 12 apostoli e dei 72 discepoli di Gesù non sappiamo quasi nulla e le leggende sopravvissute sono così mischiate di favole e anacronismi da non essere storicamente ammissibili. L’autore sintetizza in quest’opera postuma le dimostrazioni al riguardo fatte dagli studiosi cattolici, considerando, allo stesso tempo, il problema della genesi di così tante favole e delle fonti o delle ragioni dei loro simbolismi numerici. Non si può, infatti, capire la formazione di tutti questi racconti se non si coglie perché i libri canonici del Nuovo Testamento fissano a 12 il numero degli apostoli e a 72 quello dei discepoli. Da qui la necessità di consacrare uno studio a questi numeri e un saggio sulla letteratura apocrifa dei primi secoli del cristianesimo. -
Teologia e metodo in Pietro Abelardo. Per una lettura della dottrina delle appropriazioni
I testi teologici di Pietro Abelardo consegnano un disegno ambizioso e inedito alla storia del cosiddetto ""pensiero cristiano"""": elaborare, nell'ambito della riflessione sulla fede, degli studi di divinitas, come si diceva allora, un vero e proprio nuovo sapere. Quel sapere che lo stesso Abelardo definisce theologia, usando per la prima volta un termine che, da allora in poi, entra a pieno diritto nella tradizione speculativa. Il saggio vuole esplorare i presupposti metodologici di questa nuova disciplina che, in modo originale rispetto alle consuete forme della sacra doctrina medievale, recepisce insieme le istanze della dialettica classica e dell'episteme aristotelica. Sulla base del fondamento vincolante della fides inconfutabile e indimostrabile alla guisa dei primi principi e nella consapevolezza dei limiti della ragione umana, la theologia si assume il compito di fondare un discorso che superi per via argomentativa l'impasse dell'inconciliabilità degli enunciati che esprimono, a proposito del mistero trinitario, la simultanea unità e pluralità, identità e differenza."" -
Il fine ultimo dell'uomo
L'Associazione Perennia Verba onlus e l' Officina di Studi Medievali da qualche anno realizzano il progetto Prospettive sacre d'Oriente e d'Occidente finalizzato ad approfondire i concetti chiave delle componenti simboliche e dottrinali che permeano le diverse espressioni spirituali dei saperi umani lungo il corso della storia. Scopo precipuo del progetto è di porre a confronto le maggiori culture del sacro d'Oriente e d'Occidente per metterne in evidenza le peculiarità e, ove possibile, le similitudini, le concordanze e le differenze, per ciò che attiene al tema della natura e dell'intima essenza dell'uomo lungo la prospettiva delle principali espressioni del pensiero religioso e filosofico dell'umanità. Il progetto, che coinvolge studiosi maturi e giovani in formazione, ha fino ad ora segnato al suo attivo ben tre Seminari di studio, mentre il quarto, sul tema, ""Il simbolismo: grammatica del sacro"""", si svolge a Palermo ai primi di marzo del 2012, proprio a ridosso della pubblicazione degli Atti dei primi due incontri, """"Il fine ultimo dell'uomo"""" (Palermo, 21-22 maggio 2005) e """"Rivelazione e conoscenza"""" (Siracusa, 6-9 dicembre 2006)."" -
Dall'uno ai molti. Creazione o manifestazione? Prospettive sacre d'Oriente e d'Occidente. Atti del 3° seminario di studi (Mazara del Vallo, 5-7 dicembre 2008)
Il volume che qui presentiamo raccoglie gli interventi degli studiosi che si sono confrontati sul problematico rapporto di interazione tra l'Uno e i Molti, secondo le categorie teologico-filosofiche della Creazione e della Manifestazione. -
L' identico e il diverso. Testo latino a fronte
Composto prima del 1116, il ""De eodem et diverso"""" è dedicato a Guglielmo, vescovo di Siracusa (che tiene il seggio episcopale della città siciliana dal 1108 appunto al 1116), cui Adelardo indirizza la praefatio."" -
I saperi mediterranei. I laboratorio internazionale. Ediz. italiana e spagnola
Saggi di: Pietro Di Marco, Alessandro Musco, Jesús Paniagua Pérez, Luciana Pepi, Antonio Reguera Feo, Salvador Rus Rufino, María Asunción Sánchez Manzano, Patrizia Spallino. -
Judaica civitatis siracusarum. Vita, economia e cultura ebraica nella Siracusa medievale
Frutto di una paziente ricerca in archivi siciliani e spagnoli il presente lavoro ha il merito di esaminare i diversi aspetti (economici, politici, sociali e culturali) della vita degli ebrei della città di Siracusa, conosciuta nel Medioevo come una delle ""aljamas"""" più colte, ricche e vivaci di tutta l'isola. Le fonti sulla comunità ebraica siracusana, nota agli studiosi per lo spessore culturale attestato da manoscritti di argomento astronomico-scientifico e dispersi in diverse parti del mondo, attestano l'integrazione delle attività ebraiche nel tessuto sociale ed economico cittadino e rivelano la presenza di esponenti di rilievo dell'ebraismo siciliano impegnati in una rete di relazioni con il potere centrale e con l'amministrazione locale."" -
La parabola gentilis. Con la quaestio quam clamauit palam saracenis in Bugia e l'opuscolo di Jean Quidort...
Tommaso Le Myésier (m. 1336) è uno dei lullisti più prossimi e influenti della tradizione rappresentata dalle opere di Raimondo Lullo (1232-1316). Tra i due si creò un rapporto di maestro-alunno a partire dalla prima visita di Raimondo Lullo a Parigi negli anni 1287-1289, quando Le Myésier era ancora un socius della Sorbona. La Parabola gentilis (La parabola del gentile), può essere considerata una riscrittura del prologo del Liber de gentili et tribus sapientibus di Raimondo Lullo, che intende approfondire le tematiche trattate dal testo originale, come per esempio la nozione di intelligere pro credere. Si tratta del dialogo di un gentile con un cristiano, con un giudeo e con un musulmano sui principi e le dottrine proprie di ciascuna delle religioni che essi rappresentano. Il presente lavoro offre l'edizione critica della Parabola gentilis, la cui lettura permette di approfondire la conoscenza del lullismo e, più direttamente, la tradizione della lettura e trasmissione del Liber de gentili et tribus sapientibus (c. 1274-1283) di Raimondo Lullo. Seguono, per una lettura sicura del testo, l'edizione della Quaestio quam clamauit palam Saracenis, preambolo alla Parabola scritto... -
L' eccelsa rupe. Studi, ricerche e nuove prospettive storiche sulla rocca di Cefalù
Nella dinamica storica del Mediterraneo, anche Cefalù può rivendicare un proprio ruolo, di cui è partecipe la rupe stessa, che imprime alla Città un suggello indelebile, dandole nome e forma. La rocca va scoperta passo dopo passo, con fatica e desiderio, per guadagnarsi lentamente l'incanto di uno scorcio e godere le meraviglie di un paesaggio che muta ad ogni sguardo, che cangia ad ogni incedere. Per questo sentire per tanti altri palpiti ancora, la rocca di Cefalù - lo dico senza iperbole - è autentico rifugio dell'anima, è ricerca della Verità, è una finestra aperta nella propria interiorità, è luogo eccelso, uno dei più eccelsi che questa terra di Sicilia possa averci mai donato. -
Il pastoralismo in Sicilia. Uno sguardo antropologico
Negli ultimi sessant'anni l'economia siciliana è stata interessata da una serie di cambiamenti che hanno interagito nella trasformazione di intere aree, provocando talvolta sconvolgimenti antropologici i cui esiti sono ancora in fase di definizione. Il pastoralismo ovino, afflitto attualmente da problemi di carattere congiunturale e strutturale, appare fortemente ancorato a sistemi di produzione tradizionali, timidamente aperti al confronto con le dinamiche politico-economiche contemporanee. Il libro indaga da una parte la dimensione storica della pastorizia isolana e l'ergologia pastorale, dall'altra il modo in cui i pastori reinventano e riadattano la propria cultura, nonché i processi di costruzione e ridefinizione culturale legati al comparto. -
Modo di legare i libri. Un inedito manuale manoscritto del XVIII secolo
L'inedito manoscritto sulla legatura libraria Modo di legare i libri, custodito in un volume miscellaneo presso l'Archivio Storico dell'Abbazia di San Martino delle Scale (Palermo), si inserisce nell'alveo della tradizione libraria martiniana, contribuendo ad arricchirne la già celebre e secolare storia. Nella sua semplicità formale e tematica questo manoscritto condensa in se i molteplici aspetti tipici del secolo in cui è stato redatto, il XVIII, storiograficamente noto ai più come il ""secolo dei Lumi"""". Tra le sue righe vergate quasi di getto, senza troppa attenzione alla forma e alla calligrafia, ma solo alla possibilità di fissare nero su bianco appunti e riflessioni di un anonimo maestro legatore, ritroviamo vivido e attualissimo tutto il fermento culturale di quegli anni, a testimonianza (peraltro non del tutto scontata) del fatto che le influenze culturali ed """"enciclopedistiche"""" del XVIII secolo hanno avuto modo di varcare anche la soglia del monastero di San Martino, fino ad addentrarsi all'interno del laboratorio del nostro anonimo legatore."" -
Le «Glosae super Platonem» di Guglielmo di Conches. Vol. 1: princìpi e le cause, I.
Le ""Glosae super Platonem"""" di Guglielmo di Conches si inseriscono in, e sono il """"cuore"""" di, un percorso ermeneutico e teoretico che nell'""""arco"""" di un ventennio conduce il maestro chartriano ad affrontare, alla luce della traduzione e del commento del Timeo redatti nel IV secolo da Calcidio, i principali temi dell'attualità filosofica, riconducibili alle scienze naturali, sia nei loro aspetti generali sia tramite l'approfondimento di contenuti particolari, e alla teologia razionale, esito della tradizione culturale caratterizzata dalla ricerca della ragionevolezza della fede..."" -
Il De Topicis differentiis di Severino Boezio
Il ""De topicis differentiis"""" di Severino Boezio (ca. 480-524 d. C.) venne composto intorno al 522 d. C., poco prima della carcerazione e morte del filosofo romano. L'opera, meglio d'ogni altra, illustra l'arte con cui è possibile risolvere ogni genere di quaestio; il suo metodo opera mediante il ricorso ai """"luoghi"""" o sedi operative della mente in grado di generare i principi delle argomentazioni-tipo, le quali sono utilizzate in ogni ambito del sapere. Boezio ereditava tale insegnamento da una duplice tradizione, greca e latina : la prima (risalente ai Topica di Aristotele e mediata attraverso Temistio) era di natura eminentemente dialettica, mentre la seconda (derivata dai Topica di Cicerone) era di natura prevalentemente retorica. Alla luce delle divergenze riscontrate, lo studioso romano intraprese la stesura del """"De topicis differentiis"""" proprio allo scopo di mostrare la possibile via di conciliazione tra quelle due tradizioni filosofiche. La dottrina dei luoghi operativi della mente, infatti, avrebbe dovuto permettere il superamento dell'opposizione tra dialettica e retorica - un contrasto affine, per certi versi, a quello odierno tra filosofia analitica e filosofia ermeneutica..."" -
Sub umbra alarum tuarum. I Perollo e le lotte per l'egemonia nella Sciacca della metà del Quattrocento
Il volume ripercorre per quasi un secolo la storia della famiglia Perollo, dall'insediamento nel territorio di Sciacca al seguito di Guglielmo II Peralta, fino al tentato omicidio di Antonio Luna, conte di Caltabellotta. L'ascesa della famiglia nel nuovo territorio, le lotte in cui si inserì per conquistarne la leadership e mantenerla, raccontano anche la storia del centro demaniale saccense nel XV secolo che fu, come altre terre, luogo di traffici di diritti regi per finanziare le guerre di Alfonso V. E così le vicende dei Perollo, dei loro avversari Amato e Buondelmonti e degli altri protagonisti della politica cittadina di questi anni, si intrecciano con quelle di coloro che acquistarono tali diritti - Romeo Corbera, Giovanni Ventimiglia, Gisberto Dez Far (o Isfar), Bernardo Requesens - legando gli avvenimenti di Sciacca al più vasto teatro della Storia del Regno. -
Scritti di filosofia e cultura medievale
Il volume raccoglie un'ampia selezione di scritti di Alessandro Musco (1950-2014), già Professore di Storia della filosofia medievale nell'Università di Palermo e Presidente dell'Officina di Studi Medievali. Testimonianze della poliedrica molteplicità di interessi e della varietà di itinerari e prospettive di ricerca filosofica dell'Autore, i contributi si concentrano fondamentalmente su diversi temi e problemi del pensiero medievale, trattati sulla linea di un'attenta ricostruzione critico-storiografica, mai separata da un'acuta riflessione speculativa. Dal complesso dei diversi argomenti presi in esame, emerge un programmatico impegno a cogliere la straordinaria complessità e l'inesauribile ricchezza del Medioevo filosofico, visto come scenario dialettico in cui si delineano questioni e riflessioni capaci di far maturare la consapevolezza delle differenze e di imporsi, ancora oggi, come principi di germinazione del pensiero. Ciò in uno sforzo di riscoprire e ripensare le radici e le diramazioni di un patrimonio culturale carico di senso e di valore per il presente e il futuro. Alcuni scritti riguardano anche l'attività di instancabile promotore di studi medievistici. -
P. Antonio Matera dei Frati Minori Conventuali (1872-1967) a cinquant'anni dalla morte
P. Francesco Costa OFM Conv, catanese, da lunghi anni risiede a Roma; ha insegnato liturgia, storia francescana e metodologia nella Pontificia Facoltà Teologica di San Bonaventura. È autore di numerose pubblicazioni relative al francescanesimo: biografie di insigni maestri e ricercatori, monografie su conventi (San Francesco di Catania, San Francesco di Trapani e il suo ""Collegio""""), storie degli studi nell'Ordine Francescano, sulla facoltà nella quale ha insegnato, sulle Biblioteche francescane medievali, su testi liturgici, ecc."" -
Le «Glosae super Platonem» di Guglielmo di Conches. Vol. 2: Ornatus mundi.
Nel secondo libro delle Glossae super Platonem di Guglielmo di Conches, cui è principalmente dedicato il volume, sono ribaditi e ulteriormente sviluppati i due suoi principali filoni di interesse, già evidenti nel primo libro e nelle sue precedenti opere e costituiti da un approccio razionale ai temi teologici, e in particolare alla trinità, e da una competente e spiccata sensibilità filosofico-naturalistica, che sfocia nella descrizione analitica dell'ornatus mundi, cioè degli effetti razionali e uniformi, e per ciò stesso conoscibili universalmente e necessariamente, delle cause seconde. Entrambi tali filoni sono peraltro sorretti dalla motivazione etica e pedagogica che caratterizza l'ideale umanistico coltivato dai maestri della scuola cattedrale di Chartres e che dà all'opera del filosofo originario di Conches un'implicita ma chiara valenza politico-culturale, resa del tutto esplicita, anche sotto forma di retractatio, nel successivo Dragmaticon philosophiae, cui è dedicato il terzo e ultimo capitolo in quanto culmine maturo dello svolgimento dei suoi interessi e dell'ultraventennale riflessione interpretativa sul frammento del Timeo di Platone. -
Scienza, arte e cultura nella Sicilia normanna. Ediz. bilingue
La Sicilia di età normanna è un ambito storico capace di attirare incessantemente l'attenzione di studiosi delle più svariate discipline nello sforzo di offrire un continuo e dialettico arricchimento di saperi e conoscenze su un periodo tra i più fortunati della millenaria storia dell'isola. Il modo più adeguato di studiare la Sicilia dei secoli XI e soprattutto XII deve però fondarsi sulla consapevolezza che sotto la dominazione normanna l'isola è stata un formidabile catalizzatore di apporti culturali molteplici che non possono risaltare in tutte le loro valenze impiegando un'ottica incentrata rigidamente sull'isola e sulla sua pretesa unicità, ma solo perseguendo un processo di ricerca comparativo che riesca a evidenziare origine e diffusione dei vari apporti culturali, spaziando attraverso il Mediterraneo e le sue culture, in particolare quella islamica. Solo così possono liberamente affiorare flussi di competenze e saperi, in ambito scientifico, artistico e, in generale, culturale, paragonabili a quelle acque vivificatrici, rappresentazione metaforica della creazione e, indirettamente, della potenza creativa del sapere, che ricorrono con frequenza in vari contesti... -
Eutopia. Giardini reali e immaginari tra Settecento e Novecento
Vissuto da sempre dall'umanità come uno spazio utopico di bellezza, unione perfetta di natura e cultura, il giardino a partire dal Settecento aspira a diventare immagine ""reale"""" del Paradiso perduto, sulla scorta di una riflessione teorica che coinvolse letterati, filosofi e poeti come Addison, Walpole, Kant, Schiller, Goethe e molti altri. In Germania la teoria del giardino privilegerà quell'estetica della percezione atta a suscitare """"sentimenti morali"""", come insegnerà il massimo filosofo tedesco del giardino Christian Cay Lorenz Hirschfeld, che con la sua opera Theorie der Gartenkunst darà il via alla """"moda"""" del giardino cosiddetto """"sentimentale"""", oggetto di entusiasmo, ma anche di critiche spietate. Gli studi qui raccolti, partendo da un'analisi del testo di Hirschfeld, indagano le ricadute della sua teoria nella costruzione sia di giardini reali sia immaginari tra Settecento e Ottocento e ne approfondiscono alcuni aspetti nell'opera di Goethe, le cui riflessioni sul giardino paesaggistico investono anche l'architettura, oppure si trasformano in suggestioni poetiche ispirate alla moda del giardino cinese."" -
Le due vite di Pietro Abelardo. Appunti per una biografia intellettuale. Vol. 1: Peripateticus Palatinus.
Le opere di Abelardo, nonostante la loro incerta cronologia, e ciò che sappiamo della sua vita ne manifestano la ""modernità"""", in quanto esprimono, e in qualche caso contribuiscono a determinare, le peculiarità culturali della prima metà del XII secolo, le innovazioni culturali, e in questo senso gli elementi di novità che segnano gli anni (1102 ca.-1142) in cui il Palatino è attivo negli ambienti culturali della Francia centro-settentrionale. Da questo punto di vista, si può apprezzare la sua partecipazione, seppure prevalentemente indiretta, al movimento della civiltà, il suo essere testimone dell'accelerazione dei processi di razionalizzazione, corrispondente alla capacità di intercettare la domanda di razionalità formulata dalle componenti emergenti della società e posta ai suoi ceti dirigenti. Tale sensibilità riformatrice del Maestro di Le Pallet appare frutto della convergenza della sua originale interpretazione dell'interiorismo agostiniano e della ricerca del fondamento della logica di origine aristotelica nella sostanza prima in funzione della valorizzazione del ruolo sociale, spirituale e morale dell'individuo.""