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Canto per due stagioni
"Canto per due stagioni"""" mette due storie diverse una accanto all'altra: """"La primavera di Tino"""" e """"L'ultimo settembre"""". Da una parte il bambino che lotta per crescere e affrontare la vita, dall'altra il vecchio che cerca di ritrovare le origini da cui si è dipanato il percorso della sua esistenza. Sullo sfondo due stagioni della storia, l'energia innovativa e distruttiva degli anni Settanta e il vuoto colorato e uniforme del Duemila. Su questo scenario si muovono i due protagonisti, Tino e Alfio, che senza conoscersi nè sfiorarsi fanno il loro percorso di andata e ritorno da e verso l'infanzia, in cerca di un equilibrio che dia un senso alle stagioni estreme della vita. """"Scorsi con la mente i luoghi dov'ero cresciuto e tutto l'allegro vagare della mia infanzia mi riportava a quel pomeriggio, immobile in strada davanti al sangue di Fonso. Era come se la vita mi avesse sempre ingannato fino a quel giorno. Dentro quale città mi avevano cresciuto senza avermi mai detto nulla?""""." -
Non v'impegnerò il cuore. Antonia Maria di Castellamonte nella Torino barocca
Antonia si sveglia alle prime luci rasserenata dalla visione sognata: la mamma giovane e sorridente che le abbandona la mano, invitandola a correre senza paura sul prato fiorito. ""La mamma mi sollecita una decisione"""", riflette, """"ma non mi fa intendere quale sia il prato fiorito. È forse il matrimonio giacché lo è stato il suo?"""". Ritorna allo scrittoio nella luce ancora scarsa del primo mattino. Riprende in mano la penna, soppesandola lungamente. D'un tratto, stringendo i denti, come le capita nei momenti di maggior tensione, affida al diario la sofferta decisione: """"Domenica 14 novembre 1666. Credo che la mamma in sogno mi abbia invitato ad accettare il matrimonio in cui dovrei inoltrarmi come in un prato... sento di doverle ubbidire, anche se non vi troverò dei fiori. Non ho la forza per oppormi. Tutti però dovranno credermi felice, anche mio padre. Ma mi vendicherò del sopruso: non v'impegnerò il cuore""""."" -
Un posto altrove
Sembrò a lui che la strada dovesse percorrere un tragitto lungo e regolare per poi giungere direttamente in cielo, l'unico luogo abbastanza grande da poter contenere la sua straripante felicità. All'interno dell'abitacolo stava un piccolo uomo reso immenso dall'intensità quasi dolorosa del suo sentimento. Sul suo volto un lieve sorriso. La mente imbevuta di lei come una spugna perduta nel mare. Mentre il sonno lo invadeva e tutte le membra si distendevano, intanto che il respiro diventava regolare e la mente cominciava a perdersi, pensò che così dev'essere il morire: un lento lasciarsi andare verso l'ignoto, un abbandonare la nostra isola per navigare verso l'oceano infinito e misterioso che ci circonda, senza più pensare, indifferenti ormai al nostro mondo e alle sue leggi. Difficile dire esattamente che cosa fosse avvenuto in lui, ma qualcosa, un che di antico, una specie di austero legame con i grandiosi spazi che si innalzano fin quasi verso il cielo, aveva cominciato a farsi sentire nel suo animo. -
Buio in sala
Una tranquilla ricerca storica si trasforma nella seconda indagine del professor Bignami. Morti sospette tra il Settecento e i giorni nostri sconvolgono le normali esistenze di bancari e insegnanti. A chi interessa scoprire quello che accadde nel lontano diciottesimo secolo, e perché il prof, detective involontario, rischia di nuovo la vita nelle montagne tra il Piemonte e la Liguria? Una storia intrigante, con una suspense crescente, dove il male si annida terribile, e insospettabile. -
So dove parcheggi
Un giustiziere implacabile, un vecchio amore, imprenditori senza scrupoli, un oscuro politico con lunghe mani che non si sporcano mai, sicari polacchi dalla cultura sopraffina. Il professor Bignami si ritrova per la terza volta invischiato in una storia lugubre, accompagnato dall'affascinante Ceci sempre più protagonista. La vicenda si snoda in quella terra tra Piemonte e Liguria dove sotto una coltre di neve candida si annidano velenosi serpenti. Nessuna pietà nella lotta tra il bene e il male. -
Pecore matte
"Pecore matte"""" è il libro d'esordio di Maria Tarditi, pubblicato la prima volta nel 2001. Ritorna oggi con tutta la sua forza: un intreccio vorticoso di follia, morte, miseria e guerra sulle colline dell'alta langa, dove alla fine nonostante tutto la vita trionfa. Protagonista è Nuccia, una donna che racconta la propria esistenza dall'infanzia alla maturità, tra immensi dolori e grandi speranze, accompagnata nel bene e nel male dalla comunità, che aiuta e soffoca, ma che è pur sempre il presente, il passato, il futuro." -
Donne alla ricerca di una ragionevole felicità
Una storia di donne: innamorate, infelici, odiose, fortunate, avventuriere, sedotte e abbandonate, sposate, vedove, matrone, giovani sagge e illuse anziane... Estherina è al centro di questa vicenda ""al femminile"""" nella seconda metà dell'Ottocento, nelle Valli Valdesi e in Riviera, un intreccio di sentimenti tra nascite inaspettate e lutti prematuri, dove ogni personaggio sa dove andare, ma trovare la strada giusta non sembra così semplice. La Trossarelli, alla sua sesta fatica letteraria, si conferma una narratrice sicura, che manovra storie complesse dall'Italia all'Inghilterra, tra grandi amori e piccole miserie quotidiane."" -
Segnali dalla terra
Un romanzo fatto di tre storie - desiderio, solitudine e crimine - intrecciate da un ""giallo"""" inquietante e reale: quello dei cerchi nel grano che qualche anno fa apparvero misteriosamente in un campo del cuneese. La terra parla agli uomini, ma troppo spesso gli uomini sono sordi ai suoi richiami. """"Segnali dalla terra"""" è un romanzo che esplora con sincera partecipazione il mistero più grande, quello del senso della vita e dell'amore. """"Allungò la mano e le sfiorò il volto. Sotto di loro il grano continuava ad essere percorso da lunghe onde leggere, seguendo gli aliti di vento come la superficie di un oceano smeraldo. Laura si fermò, una sospensione frutto di sorpresa ma anche di curiosità, poi sollevò la sua mano e la appoggiò su quella di Flavio. Si guardarono, non trovando una fine alla profondità del loro sguardo, poi lei portò la mano di lui alle labbra e la baciò""""."" -
Il mutevole permanere dell'antico. Giuseppe Terragni e gli architetti del razionalismo comasco
Sono ancora utilizzabili, per la costruzione dello spazio contemporaneo, quelle antiche matrici architettoniche che hanno contribuito a dar forma alla civiltà occidentale? Lavorando pazientemente, come personaggi interessati alle vicende, abbiamo condotto una serie di incursioni, nell'ambito della storia del linguaggio architettonico e degli insediamenti, per saggiare il modo del ""permanere-mutevole"""" delle matrici all'interno delle figure architettoniche prodotte in un determinato tempo e spazio. Verso Giuseppe Terragni in un viaggio nel continuo confronto generazionale, nel tentativo di fare proprie e attualizzare le eredità dei padri. Un viaggio nella città del razionalismo comasco, accompagnato da figure amiche, quali il compagno di studi Renato Tomirotti ed il Professore, Enrico Mantero."" -
Certi riguardi
Certi riguardi sta in bilico tra il vecchio mondo contadino e i fermenti rivoluzionari e studenteschi della città. Un romanzo di formazione dove una ragazza per la prima volta incontra l'amore, l'impegno politico e le prime, e non ultime, delusioni della vita. Ecco su in alto il bisnonno Giovanni, rigido e fiero nel suo ritratto sfocato, con un gran cappello piantato sulla testaccia bianca; i baffi imponenti non riuscivano a nascondere del tutto le narici enormi. Si raccontava che un commerciante di Mondovì, venuto a Vallescura per concordare un trasporto di legna, non sapendo dove abitava il carrettiere né come si chiamava, si fosse rivolto ad un passante chiedendogli dove stava un tale ""alto, brutto, con due narici da cavallo""""... Una certa tensione percorse le file degli autonomi solo quando la FGCI intonò lo slogan """"Brigate Rosse! Brigate Nere! Il vostro posto! È nelle galere!"""", ma durò poco: agli urli, ai fischi, ai lanci di lattine, la polizia rispose serrando più da vicino gli schieramenti."" -
La peste, la strega e l'antiquario
Una donna trascinata al rogo nel Seicento sulle colline di Langa, un quadro misterioso in un mercatino di Cherasco, una ragazza dalle sembianze antiche appare e scompare. L'avvincente romanzo va avanti e indietro nei secoli, dall'Inquisizione ai lager, da una sinagoga ad una cascina, che fu convento. Roberto e Aurora (antiquario e restauratrice) sono coinvolti in un giallo senza tempo, duro, senza pietà. Un libro, una storia, un racconto, il primo sapore, quello vero, lo senti alla fine e ti soffermi lì, senza ragione, a riflettere, più o meno a lungo, su quanto ti è rimasto dentro. -
Piante e tradizioni a Cosio d'Arroscia
Un viaggio alla riscoperta delle tradizioni nell'entroterra ligure, e in particolare nell'antico borgo montano di Cosio d'Arroscia(IM). Nella società agricolo-pastorale dell'Alta Valle Arroscia, che è andata via via scomparendo dal secondo dopoguerra ad oggi, le piante rappresentavano la risposta alle esigenze della vita quotidiana e al lavoro nei campi, trovando impiego nei più svariati settori: medicinale e veterinario, alimentare e domestico, artigianale e agro-pastorale, ma anche religioso e ludico. Recuperare le antiche conoscenze legate alle piante, tramandate di generazione in generazione, prevalentemente per via orale, e sopravvissute fino a oggi solo nella memoria degli anziani, rappresenta un mezzo per conferire il giusto valore a questo bellissimo territorio delle Alpi Liguri e trasmettere alle nuove generazioni la conoscenza del patrimonio culturale che lo contraddistingue. Nel testo sono presentate 65 schede relative alle principali piante d'interesse etnobotanico, 290 illustrazioni a colori, con fotografie di ambienti, manufatti e particolari delle singole specie, ma anche dettagli inusuali, ottenuti grazie a indagini microscopiche. Per ogni pianta sono riportati nome scientifico e dialettale, breve descrizione, impieghi e proprietà. -
Acna: gli anni della lotta
Un libro, un pezzo di storia italiana. L'ACNA e la Valle Bormida, una vicenda drammatica lunga un secolo, conclusa (ma forse no) nel 1999 con la chiusura dello stabilimento di Cengio. La cronaca di Pellerino narra gli anni dal 1986 al 1999, anni di lotte, di dimostrazioni, di lunghi viaggi a Roma, Torino, Strasburgo, Milano, ovunque per testimoniare la tragedia di una terra, uccisa dall'inquinamento della fabbrica che dava lavoro, ma nello stesso tempo avvelenava fiumi, campi, vigne. Questa è la storia della gente che ha creduto in un sogno, quello di tornare a vivere una valle ""pulita"""", gente che si è spesa senza mai arrendersi, pacificamente, ma con fermezza, e alla fine, anche grazie a politici e parroci, amministratori e giornalisti, ha vinto una battaglia grande. Per il presente, ma soprattutto per il futuro. Un libro per non dimenticare, una testimonianza di etica e di civiltà."" -
L'illusoria libertà del pensiero. Il gioco complesso dei nostri condizionamenti
I guai del considerare la vita secondo schemi altrui e del farsene condizionare fino a perdere l'autonomia di pensiero. Rendersi indipendenti dai pregiudizi e dai preconcetti dei gruppi di cui facciamo parte, dei maestri di pensiero, dei creatori di schemi, di ideali e di mode. È un manifesto contro tutti i razzismi e contro tutti i fideismi. È il libro che denuncia il nostro condizionamento a credere nell'autorità e nelle sue verità. Spiega il danno causato all'umanità dalla sua propensione a farsi suggestionare da ogni credo venduto bene: predisposta com'è a una solida fede in chiunque si arroghi il diritto di predicare idee e opinioni, con la pretesa che nessuno possa sentirsi libero di discuterle o di dubitarne. Il concetto di ""condizionamento a credere"""" è approfondito attraverso un'analisi della storia e dell'attualità: un'analisi da cui si rileva quanto siano inconsueti, per noi, i modi di ragionare dovuti a un minimo di autonomia di pensiero, in confronto a quelli basati sull'abitudine e sulle convinzioni assorbite con l'educazione"" -
La favola nel piatto-A plateful of fables. Ediz. bilingue
"Quando ho conosciuto Cesare, sono rimasto colpito dal suo spirito stravagante che si diverte a scombinare i dati della realtà, che li modifica e li ricerca continuamente: lui dipinge come fanno i bambini che intingono i loro pennelli nella meraviglia delle cose, mischiano i colori facendo emergere quello che all'occhio normale sfugge. La stessa vena creativa che lo accompagna quando si diverte a esaltare i sapori, lavorando in cucina, dietro ai fornelli. L'anima resta quella di un bambino, piena di curiosità e di apparenti stravaganze, un giovane Potter a scuola di magia che ha saputo attingere conoscenze millenarie della nostra tradizione. Un ristorante che è davvero un angolo di paradiso; all'esterno sovrastato dal cielo luminoso della Langa, irriso dalla luna, con i cipressi che sembrano colonne di un tempo pagano. Dentro, si resta stupefatti per i percorsi di alchimia, i momenti espressivi giocati sulla tela o con gli ingredienti in un piatto. Il mio augurio è che Cesare non resti intrappolato nelle pagine del libro ma che la sua fantasia e il suo cuore dal libro trovino mille magie da regalare ai nostri sogni.""""" -
Errabondi e vagabondi. Resoconti e racconti dalle metropoli dell'ultimo ventennio prima del Duemila
Tre ore di sosta forzata all'aeroporto di Abidjan ad aspettare che Zeba, la levatrice, finisca il turno di notte. Il suo nome me l'ha dato Jean, il fratello che lei mantiene agli studi in Italia. L'aeroporto di recente costruzione è simile a quello di molte altre città di questa parte del mondo. Movimenti continui di folle in arrivo e in partenza. Volti scuri e fogge del vestire inconsuete. Quando la smetterò di guardare curiosa questi visi neri e riconoscerò le persone al di là della cortina dei colori? Quelli dei vestiti sono belli e vivacissimi. Bello anche l'africano qui davanti a me, alto, ieraticamente avvolto nella sua tunica di un viola acceso lunga fino ai piedi. Anche le donne indossano vestiti lunghi che segnano fianchi opulenti. Poco prima dell'alba, l'aeroporto è quasi deserto. In giro si vede soltanto qualche inserviente e ragazzi in cerca di mance e di scarpe da lucidare. Me lo hanno chiesto almeno in tre, uno dopo l'altro: il terzo non sono riuscita a scansarlo in tempo e me lo sono trovato chinato davanti a me a spazzolare la stretta striscia di cuoio dei miei sandali aperti. -
La lunga strada
"I personaggi di Sergio Vigna sono imprigionati in una situazione tristemente emblematica della nostra epoca: un matrimonio fallito, una figlia indesiderata, una relazione clandestina, il trauma della separazione, i disturbi comportamentali. Ma da questo groviglio soffocante la storia decolla per un viaggio minuziosamente realistico eppure favoloso. Partendo da solo in caravan con la sua bambina che non parla più alla ricerca del paese di Babbo Natale, Filippo non sa neppure lui se sta fuggendo da un dolore insopportabile o inseguendo una guarigione non prevista da nessun medico. La risposta arriverà nel gelo del nord, con un incontro che ribalterà le parti e trasformerà Corinna nella vera protagonista del romanzo."""" (Alessandro Barbero)" -
La dama blu
Un nuovo scenario e nuovi personaggi per i noir di Bruno Vallepiano. Non più Mauro Bignami nè la sua fidanzata Ceci ad indagare, magari loro malgrado, su torbide storie. E non più la montagna come sfondo alle loro vicende. Questo nuovo romanzo muove i suoi passi partendo da Carrù e si sposta verso la cintura torinese per trasferirsi in qualche momento a Savona e sul mar Ligure. C'è un nuovo personaggio che si fa largo; si chiama Matteo Tarditi ed è un ispettore di polizia che, proprio in virtù delle proprie origini carrucesi, viene indirizzato verso un'indagine che in qualche modo risveglia la Dama Blu, quella seicentesca figura che ancora oggi si anima ed aleggia, eterea e inafferrabile, nelle sale del castello. Ma cos'è stato a risvegliarne i ricordi, ad animarne l'apparizione? Un mistero che nulla avrà a che fare coi fantasmi o con un passato così lontano, bensì con una vicenda losca, un delitto efferato. A quel mistero ed ai veli azzurri della secentesca damigella di Carrù, il tutto, flebilmente, si aggrapperà. Lo farà attraverso un filo sottile ed intricato che qualcuno riuscirà a dipanare tra un bicchiere di Dolcetto ed una corsa lungo il Tanaro. -
La sfinge della vite
Chi è Corso Ciuti? Un ragazzo sui trent'anni che da tempo porta sul naso un paio di occhiali dalle spesse lenti, un laureato in entomologia agraria che non esercita la professione, un cameriere che lavora alla sera nella pizzeria dell'amico Ranieri, un fidanzato in perenne conflitto con la bella Mara, insofferente ogni giorno di più nel vederlo perdersi dietro ad ogni fatto inconsueto che turba la quiete di una piccola città di provincia, un tormento per l'agente di polizia Giorgio Lentini, anch'egli suo amico fin dai tempi del liceo. Corso è tutto questo, è un individuo che sceglie di non scegliere, che rifiuta istintivamente tutto ciò che può omologarlo al modo di vivere comune. Corso non è un gabbiano da discarica, perché vuole librarsi alto nel cielo ed osservare il mondo sopra le teste di coloro che troppo spesso si rifugiano nel rassicurante aspetto delle apparenze, che si accontentano di ciò che si mostra ovvio, senza minimamente metterlo in discussione. Seguendo la sua ""voce"""", il suo istinto irrefrenabile, egli combatterà contro chi si ostina a considerare casuali alcuni fatti di cronaca dei quali lui stesso è testimone, in un gioco d'azzardo che metterà più volte a repentaglio la sua incolumità."" -
Storia di Dronero a fumetti
"È un piacere per me, come penso lo sia per tutti i cittadini autentici e di complemento, leggere e gustare le vicende di questa storia locale, che si inserisce a pieno titolo nella più ampia storia nazionale ed europea in modo non banale non sporadico. L'averla illustrata con il sistema del fumetto poi la rende viva, percettibile anche a chi ha meno dimestichezza con lo scritto e, data l'immediatezza delle immagini, la fa gustare ancora di più, rendendola vivace e decisamente autentica. C'è una caratteristica, nei personaggi droneresi, illustri e non, di qualsiasi tempo: quella di aver amato con veri sentimenti la propria terra. Uno di questi è senz'altro Piero Benedetto, il quale ce lo dimostra, insieme con Sergio Garino, con il frutto di questa fatica non semplice e di rara bellezza. Auguro di cuore che venga apprezzata come merita."""" (Carluccio Romeo)"