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Pensieri superstiti. Ediz. ampliata
«Gli aforismi di Lidia Sella sono fotogrammi della sua interiorità. Ne ri?ettono la natura complessa, il coraggio e la curiosità intellettuale. Rispecchiano il suo modo di guardare il mondo, e l'essere umano. Esprimono una cifra stilistica incline all'immagine poetica e all'estrema sintesi. Un'estenuante ricerca del termine più appropriato conduce l'autrice a una scrittura limpida ed evocativa al tempo stesso, utile a cogliere, plasmare, e veicolare, un inedito apparato di intuizioni, concetti, correlazioni. Questi frammenti dal forte contenuto scienti?co e ?loso?co tradiscono uno scon?nato desiderio di conoscenza. Pongono interrogativi, reclamano risposte, suggeriscono insolite prospettive. E, mentre sondano le emozioni raggrumate nelle cavità di corpo, mente e cuore, aprono a inesplorati spazi di coscienza. Comunicano sete di orizzonti, e di in?nito. Veleggiano verso un ""oltre"""" eroico, e meta?sico. Lidia Sella, sempre in con?itto con sé stessa, sedotta tanto dalla logica e dalla concretezza quanto dal sogno dalla fantasia dall'irrazionale, si mostra anche molto lucida, e critica, verso le storture della nostra società.» (Dalla Prefazione di Gino Ruozzi)."" -
Nomadesimo
«Valentina Neri giace in un letto immaginario, il letto volante di Frida Kahlo dal cui ventre escono tutti gli incubi nati, appunto, tra il dolore e l'estasi. È lei, Valentina, che prosegue idealmente, assecondando il vortice ventoso della sua isola magica, le strofe mancanti della poesia ""Ti meriti un amore"""" (F. Kahlo), dove in un grido solitario la pittrice tende le mani al di là del tempo, fora le dimensioni meta parallele, e giunge a toccare con dita gelide le dita incandescenti che hanno scritto questo libro. Poesie che sembrano scorticarsi dentro una stanza blindata ma è solo apparenza, queste poesie sono ripetute come un Mantra sulle dune di Piscina o nei labirinti affascinanti dell'interno, in spazi infiniti, dove misteriosi richiami preistorici rimandano all'origine del mondo, a un canto che pervade i silenzi di scenari immoti.» (dalla Prefazione di Mauro Macario)"" -
Cronache di misteri e di follie
"Con una forte attenzione alla profondità dell'animo umano, scandagliato con fine psicologismo (dettato anche dalla propria formazione, ma mai banalizzato) e sensibilità umana, Matilde Jonas costruisce personaggi vivi e credibilissimi che si muovono in storie sempre in bilico tra due opposti, e usa una cifra stilistico-espressiva che sa adeguarsi alle pieghe di un discorso che passa con leggerezza dalla riflessione filosofica al tratto realistico, dal momento surreale alla poeticità di certi momenti."""" (Dalla Postfazione di Mauro Ferrari)" -
Nel tremore degli anni
"C'è una forza inesplosa nell'ultimo lavoro di Filippo Ravizza. Forza di parole che si ripetono come un mantra o una cantilena dolce. Forza di tempi e luoghi, così felicemente opachi, fatti di rimandi, ritorni, richiami. Forza di idee, figlie di una generazione che si misura con il nuovo, partendo dalle ceneri di una stagione, il Novecento, che non può essere rimossa, liquidata. Ravizza, dopo La coscienza del tempo, poteva scrivere solo questo libro, terribilmente dolce, puro come il suo sguardo lancinante, da vedetta che osserva oltre e cerca risposte, contorni. Si respira aria di Raboni in molti passaggi di Nel tremore degli anni, ma Ravizza è se stesso pienamente in un libro che, a me pare, rappresenti il punto più alto della sua lunga stagione poetica"""". (Ivan Fedeli)" -
Rivelazioni d'acqua
"La poesia di Camilla Ziglia accade in sé ed è in sé compiuta, come nella migliore tradizione di un ermetismo che affonda le radici nel Novecento e supera i suoi limiti di fruibilità grazie alla forza nitida di una parola piena, vibrante. Sono versi terribili e dolci, quelli di Rivelazioni d'acqua: esondano tra ritmi e pause con naturalezza, emergono dal fondo per darsi alla luce, per dirla con Ungaretti, portando con sé un segreto, un velo capace di mimetizzare la realtà, destrutturarla, ricostruirla su piani altri: è il lago il luogo d'incontro, la sua lentezza paziente dove tutto si cala, galleggia, affonda, riemerge, in una terra di nessuno, un non luogo dove appartenersi, e pur per poco, meravigliarsi"""". (Dalla Prefazione di Ivan Fedeli)" -
Scomparsa. Tragedie in versi
"Tre testi teatrali il cui denominatore comune è, primariamente, la trasmissione di un valore profondo inerente il perduto e il mancante, e la sensitività con cui si porge. Il giardino di Emone inscena, avvalendosi di pochi appigli al mito di Antigone, una meditazione originaria riguardo ciò che viene sacrificato, che (in apparenza) scompare ed è da preservare, ossia resta come bene investito (seppellito), che perdurerà come lascito e dono. Scomparsa svolge, in una tensione drammaturgica tenacemente rituale, medianica, stregata, rarefatta (ma scevra da manierismi), una trama che conduca l'essere, una volta """"slogatosi"""", a dislocarsi, al proprio àmbito parallelo, con il fine di scorgere un senso altro dell'esistenza. Liberazione ci relaziona, in tre situazioni ambientali differenti, dello stato di assoggettamento, acclarato o desunto, di qualsiasi natura esso sia - magari anche prigionia nel modello imposto o nel dogma o in un fardello familiare o nel proprio corpo o nel mondo stesso... -, e delle tipologie di lotte o stratagemmi per affrancarsi. Un teatro di parola, dove senso plurimo, risonanza metafisica, musica, immagine ecc. lavorano di concerto con la riflessione emozionale.""""" -
Ancora meno
"C'è un vasto e mosso spaziare in figure e nuclei tematici in questa nuova raccolta di Luigi Cannone. A volerne accennare fin da subito, i centri nevralgici del libro sono il tempo e il vuoto, l'ombra del nulla e la morte, colti (sentiti) in interrelazione dinamica con i loro antipodi percettivi: lo spaziotempo dell'estasi e il """"pieno"""" - di fiori, di uccelli, di cieli - della natura, la luce materica del mondo e la passione d'amore. [...] Al riparo, per così dire, di una plurisecolare tradizione, Cannone si addentra qui senza alcuna remora intellettuale, e con discreta ingegnosità costruttiva, in una duttile, laocoontica e stilisticamente orientante forma-pensiero, e si permette di riempire i suoi testi di presenze d'impronta lirica smaccata, le rondini «che in tondo girano», l'albero """"esasperato"""" che non muore, il quotidiano che s'incanta dell'anima, la grazia nelle pupille sorprese ecc."""". (Dalla Prefazione di Massimo Morasso)" -
Orizzontale/Verticale. Lettera a un medico
"Surreximus a mortuis, caro Dottore, noi risorgemmo dalla terra dei morti, ci levammo a sedere sul cuscino di organza delle nostre bare di frassino, terra alla terra, polvere alla polvere, e ci guardammo intorno stupiti per il fatto di essere ancora vivi quando il resto dell'umanità, gonfia di boria come un otre, spaparanzata sul suo trono di polvere e argilla cotta, ci credeva morti (morti erano loro, senza saperlo, così come il saggio può credersi il parto di un sogno mentre non è che il disegno sempre cangiante e vario che impreziosisce l'ala di un lepidottero, because the angle of the light striking the wing changes, perché a cambiare è l'angolo di incidenza della luce sulle ali della farfalla, e non certo il nostro sguardo citrullo e fisso)...""""." -
La buona educazione
"È sulla soglia, di qua dall'infinito territorio della vita, che si situa l'occhio poetico di Ivan Fedeli, uno dei poeti più autorevoli e originali delle ultime generazioni. La """"finestra sul cortile"""" da cui osserva lo spettacolo della vita è occasione e punto di vista per creare, in questo libro, un inventario della memoria che con naturalezza si fa storia e infine fiaba. Un passo oltre la trilogia di Campo lungo, Gli occhiali di Sartre e La meraviglia, questo La buona educazione ricostruisce, in versi affabili ma ricchi di soluzioni stilistiche e tonali che rimandano allo stupore del Fanciullino, un passato che travalica il personale: i ricordi a cui il poeta attinge fanno parte della meraviglia di fronte a una vita in cui figure intraviste un attimo, osservate dall'alto o emerse dalla memoria, attingono allo stesso serbatoio umano che tutti condividiamo"""". (Mauro Ferrari)" -
Forma mentis
"Forma mentis raccoglie in sé le suggestioni della produzione precedente e le porta a piena maturazione, aprendo a nuovi sviluppi una ricerca magmatica e originale. Innanzitutto il recupero della memoria. Il lago, che è riparo e luce, pulsa nel chiaroscuro del ricordo generando atmosfere mosse e incerte, come accade nella pittura impressionistica, fino a ricreare un senso di attesa metafisico, in cui tutto ciò che accade è per sempre [...] In questo spazio ideale trova forza il linguaggio dell'Autrice, spesso evocativo e, in modo più marcato rispetto alla precedente produzione, visivo. Talvolta i frammenti dei testi scivolano nella poesia pura, portando il lettore a un senso proiettivo di stasi e di identificazione con le frequenti pause descrittive che rallentano il ritmo della parola stessa, quasi tutto fosse immobile, scivolato altrove per sempre"""". (Dalla Prefazione di Ivan Fedeli)" -
Ballerina di fila
Una storia di iniziazione sentimentale ambientata nel mondo ormai perduto della grande rivista musicale italiana. La scoperta dei sensi e dell'universo femminile coinvolge un giovane attore al debutto. Tra le ballerine di fila spicca la figura di una ragazza del nord Europa che si renderà artefice della crescita evolutiva del suo compagno di scena nell'ambito di un amore difficile e struggente. Lo scenario incornicia un mondo fiabesco: la vita del varietà viene svelata dietro le quinte, nei teatri delle grandi città fino ai più malandati locali di paesini dove i grandi comici del passato evocati compivano la loro missione d'allegria. L'autore racconta ciò che ha vissuto in prima persona in quel magico mondo di cui forse oggi è l'ultimo testimone. -
Il giovane dolore
Sembra tutta giocata, strutturata, da qualsiasi prospettiva analitica la si voglia guardare, sulla classica e però (perciò!) mai risolta tematica del doppio, intonata ed eseguita tutta d'un fiato in chiave di due, [questa] raccolta di versi. Un titolo, come si vede, tradizionale, forte d'immediatezza lirica, descrittivo a suo modo e a suo modo evocativo, che sembra non nasconder nulla ma che in realtà ci pone già di per sé di fronte a una doppia interpretazione: che vorrà dire, davvero, ""giovane dolore""""? Istintiva e automatica, una prima chiave di lettura ci sembra essere questa: il giovane dolore è quello che si prova da giovani, è quello del giovane, anzi: di un giovane: Raffo stesso, il ragazzo Raffo, come conferma subito il contenuto della raccolta. (Dalla Postfazione di S. Piersanti) Nella raccolta, Raffo, e certo con lo charme che da sempre lo distingue, rimemora appunto il suo dolore giovane rappresentandolo però come addirittura sorridente, e la ragione di tale sorridere, in grado di rendere cangiante questo dolore, dipende dal suo convivere con la svagatezza, mentre una volta isolato nell'apparir del vero (per citare Leopardi) (Dalla postfazione di S. Aman)"" -
Campo 87
«Si chiama Campo 87 l'area del Cimitero Maggiore di Milano che la giunta meneghina ha dedicato alle 128 vittime per Covid 19. A questo luogo elettivo è dedicato, partendo dalla stringente attualità e approdando ad uno stadio di eccellenza d'arte, di letteratura e di Ethos, il nuovo libro di poesia di Claudio Pagelli, mirabilmente e, viene da dire, senza riserve, sapientemente tradotto in milanese dall'autrice dialettale Giovanna Sommariva. Si tratta di un libro che tocca le corde di chi legge, che impone una riflessione, personale e sociale, sui destini dei singoli, sul destino stesso della poesia, così intimamente e irredimibilmente legato alle sorti umane, di quella condizione contemporanea che il grande Mario Luzi ebbe a indicare come ""sopravvivente umanità dell'uomo"""".» (Dalla Prefazione di Manuel Cohen)"" -
L' editoria italiana: uno sguardo sul territorio Puntoacapo Editrice
Rapida, attenta analisi dell'Editoria italiana derivata dalla Tesi di laurea dell'Autrice, la ricerca si concentra sulle caratteristiche e novità introdotte da Puntoacapo Editrice. La casa editrice Puntoacapo è una ditta individuale fondata da Cristina Daglio, titolare e direttrice amministrativa, e Mauro Ferrari, direttore editoriale, nel 2008 a Pasturana, in provincia di Alessandria. I due fondatori si avvalgono della collaborazione di uno staff autorevole composto da poeti e critici, una collaborazione che offre numerosi vantaggi: oltre ad esempio alla selezione di testi originali e all'avanguardia, questo aspetto di outsourcing permette di abbattere i costi e concentrarsi sulla qualità dei titoli e del lavoro di promozione. Questa casa editrice è nata con lo scopo di colmare gli spazi lasciati liberi dalla grande editoria: la creazione di un catalogo che sia un punto di riferimento, principalmente, per la poesia, lasciando naturalmente anche uno spazio per la prosa e la narrativa, è l'obiettivo di Puntoacapo. Per questo motivo vengono scelti solo autori di qualità che nel curriculum hanno maturato una carriera letteraria. -
Mal'Anconìa-Mal d'Ancona
"Si resta colpiti dalle venature che innervano questo libro, dal sentimento di nostalgia, passando per una diffusa percezione della perdita, fino alla presenza di numerose voci, quasi un teatro (con tutti i registri del tragico, del lirico, dell'epico e del comico o ironico) di figure e figuranti di una rappresentazione di piazza bruegheliana, toccando anche le corde della memoria emotiva e, al contempo, dell'ironia nei lampi di giudizio racchiusi in mirabili, fulminanti clausole aforismatiche, forniscono l'entità o la misura, il grado di elaborazione di testi e di pensiero."""" (Dalla Prefazione di Manuel Cohen)" -
Untitled#
Vero e proprio «romanzo in versi», Untitled# rappresenta una narrazione in cui è possibile esperire la dispersione del «soggetto», in un mondo dove non è più possibile mantenere un dialogo poetico con la natura e con gli altri esseri viventi. Il poeta sa che occorre «raschiare le parole / dai fogli / e rinunciare al possesso» delle stesse interrogandosi sul senso della scrittura e sulla funzione della letteratura (e dell'arte tout court) all'interno della nostra società. Da qui la ricerca di una diversa modalità di lettura, che ha portato Longo a mettere in discussione lo stesso concetto di libro inteso come ""oggetto"""" fisico così come si è configurato nella civiltà occidentale."" -
Libri come fiumi carsici. Storie di libri e scrittori nel totalitarismo comunista
Questo libro non è un saggio di critica letteraria, non è un saggio storico, non ha alcuna pretesa di completezza. Non sono un professionista della scrittura bensì un lettore appassionato. Le opere e le vite degli autori che cito in questo libro mi hanno avvinto ed emozionato. Sono storie di esistenze complicate, tormentate, spesso tragiche. Tutti questi scrittori sono legati da un filo conduttore: il bisogno di raccontare e di testimoniare; di operare affinché il ricordo di schegge di storia personale o collettiva non vada perduto. La scrittura, che si tratti di saggistica o di narrativa, è stato lo strumento da loro usato. -
Le nove fasi
Può una donna rinascere fuggendo da una vita costruita su bugie? Il primo luglio 2019 Allegra lascia l'Italia da sola e vaga senza meta per giorni finché si ritrova a Parigi, luogo che la riporta con la memoria a un passato recente, a un matrimonio felice con un marito che la ama, in una borghesia confortevole e confortante. Una vita che non è più sua. Fugge di nuovo quindi, da ciò che conosce e la fa soffrire, e sale su un aereo diretto a Nizza, dove spera di chiudere definitivamente la porta sul passato. Il suo inconscio però si oppone, i ricordi la tormentano e non le lasciano pace, costringendola ad affrontare una dura realtà. -
Il paese dei campanelli
Tutto comincia con la scuola. Con il suono di una campanella (come si usava un tempo). Perché ci si conosceva e, forse, si cominciava a scoprire il mondo. Nelle persone, negli incontri, nelle esperienze piccole e grandi. Si può anche tornare lì, sui banchi (o sulle cattedre) di una volta per trovare, se ci si riesce, qualche risposta o per rimettere in moto emozioni, ricordi e qualche nostalgia. -
Boghes. Voci
Sono tante e variegate, non a caso, le boghes che trovano spazio tra queste pagine pregne di musicalità e storie di ieri e di oggi: voci che ripercorrono i vecchi sentieri degli affetti e dei ricordi familiari tra i profumi della campagna e le sfumature malinconiche del cielo di Sardegna, così come quelle che ci portano oltre Tirreno e non solo. Voci che si declinano, nel passaggio da un registro linguistico all'altro, in storie di fatica e profonda, intima sofferenza; voci in un certo qual modo sognanti e rassegnate, timide e coraggiose, placide e tempestose che si rifugiano fra le stagioni dell'anima o le lacrime della pioggia d'autunno, così come nel canto dei grilli o semplicemente nel silenzio trasmutatosi in chijina de luna (""cenere di luna""""). (Dalla Prefazione di Laura Vargiu)""