Sfoglia il Catalogo ibs034
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8281-8300 di 10000 Articoli:
-
Ho tante albe da nascere. Poesie 2018- 2020
. . . le diverse parti e sezioni di Ho tante albe da nascere percorrono il tempo in direzioni anche opposte ma complementari, con snodi stilistici articolati. La prima parte sviluppa direttamente il motivo conduttore con racconti, flash onirici e sapienziali o frammenti lirici cogliendo in modo circolare la condizione intermedia rappresentata dall'alba: ""All'alba / gli uccelli cantano / note smemorate / all'aria / consegnano una luce / tenuta stretta in gola nella notte."""" Nella seconda parte, articolata in diverse sezioni, il movimento diventa particolarmente fluido, incentrato sui luoghi emblematici del balcone o delle panchine di montagna come punto di ritrovo e di osservazione che evidenzia la trasformazione nel tempo sia come unità quotidiana che nella sua proiezione cosmica. (Dalla Prefazione di Luigi Cannillo)"" -
Essere dove. Poema in due momenti
Essere dove di Romano Morelli è un libro in movimento. Lo è per stessa ammissione dell'autore che nella nota in calce, nel ragguagliarci sulla vicenda compositiva della raccolta, avverte di come la struttura sia mutata e da quella prima sezione, da quel poemetto chiuso, e per certi versi definitivo, sia fiorita la seconda parte che ne costituisce quasi la risoluzione, l'epilogo. Non è un caso che Morelli abbia adottato per definire i due momenti del suo poema, che resta tale nonostante la frattura che apparentemente lo percorre, il termine ""movimenti"""", in conflitto, almeno su un piano meramente lessicale, con quel titolo che pare racchiudere una stasi, un'immobilità - confermata peraltro delle liriche della prima sezione - una paralisi, mentale e spirituale, ancor più che fisica, quasi incurabile. (Dalla Postfazione di Emanuele Spano)"" -
L' uomo delle Fiere di Cambio
Chi è veramente Frate Ugo, al secolo Giobatta Frugoni? Un semplice frate del convento dei Cappuccini di Novi, oppure una spia, un millantatore che, vestendo una tunica da religioso, è ammesso nelle corti più importanti e frequenta le Fiere di Cambio, in cui si regolano i debiti e crediti degli Stati europei? Il teatro degli avvenimenti è il periodo della Guerra dei Trent'anni (1618-1648), quando le diatribe tra gli stati europei sfociarono in scontri sanguinosi che coinvolsero l'intera Europa portando anche il flagello della peste, mentre le questioni economiche e finanziarie cominciavano a rappresentare il vero potere che governava i popoli. ""L'uomo delle Fiere di Cambio"""" è un romanzo storico che pone al centro un personaggio novese, le cui avventure lo portarono nelle corti ducali italiane, a contatto con gli intrighi, le feste e i problemi politici del secolo."" -
Estate corsara
«Così il mondo stava / nel succedersi esatto degli ombrelloni blu. / Una ragazza li attraversa con le gambe lunghe / che reggono sfacciate il senso dell'estate.» Il resto - tutto il resto di lei, della sua vita riempita e svuotata già tante volte «dalla fretta del passaggio», dalla consapevolezza che «occorre sempre attraversare» - è una dichiarazione d'amore, precisa e potente. A chi? A cosa? Per saperlo dobbiamo accettare di essere «trafitti da una freccia di indelebile» e seguirla mentre «passa inosservata in mezzo a una gioia brevissima» per «ricercare / la biglia nella sabbia». Non è facile, per niente; è pericoloso, non poco. Ma ne vale la pena. A te che stai pensando di farti avanti, di avvicinarti a lei, dico solo questo: «Chiedile sotto il crollo degli anni / chi si è salvato, cosa è stato messo al riparo». È una domanda necessaria per stabilire subito credenziali e condizioni: Chi sei? Da dove vieni? Cosa vuoi? In quale stagione pensi di uscire allo scoperto? Quella di Alessandra Corbetta è l'estate: un'estate corsara che non aspetta - e non perdona. (Marco Sonzogni) -
La Collegiata di Novi Ligure: fede, storia e bellezza nel cuore della città
«Dopo il volume sulla Novi guelfa, Andrea Scotto ci regala una nuova incursione storico-artistica nella nostra città concentrando la sua attenzione sull'insigne Collegiata, anticamente la chiesa della piazza per eccellenza, forse l'edificio di culto più rappresentativo di Novi in quanto custodisce la statua della Vergine Lagrimosa, che oltre ad essere la santa patrona costituisce uno straordinario esempio di Vesperbild. Un libro che si legge come una visita guidata, spaziale e temporale assieme... Leggendo quest'opera, così com'era accaduto col volume sulla Novi guelfa, si ha l'impressione non solo di essere realmente immersi nella Collegiata e di essere condotti a capire il significato dei dipinti, degli altari e degli altri arredi che la arricchiscono, ma anche di compiere una visita nel tempo, di scoprire come man mano la Collegiata abbia assunto la fisionomia che tutti conosciamo, con una particolare rilevanza per il periodo barocco, l'epoca d'oro (in tutti i sensi) di Novi grazie alle Fiere di cambio, quando l'edificio ha ricevuto l'impronta che ha mantenuto sostanzialmente fino ai giorni nostri e che i recenti restauri ci hanno restituito.» (dalla prefazione di Gianni Caccia) -
Fine corsa. Una storia giunta al capolinea
C'è un nuovo caso per l'investigatore privato Andrea Rainoldi. Si tratta di far luce sulla morte di un ragazzino, avvenuta sei anni prima e all'epoca archiviata come incidente stradale. Il recente ritrovamento di alcuni disegni, datati il giorno prima della tragedia e attribuibili alla vittima, ha indotto la madre a chiedersi se dietro la morte del suo unico figlio non ci sia da cercare un'altra verità. L'indagine porterà Rainoldi a muoversi fra Asti, la sua città, e Alessandria, dove la giovane vittima abitava con la famiglia. Legata a una brutta storia di pedofilia, la vicenda troverà infine la soluzione lontano dai luoghi in lui si era verificata la tragedia, in quel Polesine dove il grande fiume finisce la sua corsa. Sul piano personale, il tempo dell'indagine coinciderà, per Rainoldi, con la raggiunta presa di coscienza di un rapporto sentimentale ormai concluso e la scoperta di emozioni che credeva dimenticate. -
Il gommone forato. La poesia civile del Realismo Terminale
Come pagine di calendario vedrete scorrere gli eventi su cui, da testimoni scomodi, impegnati sul fronte civile, siamo voluti intervenire, dando vita infine a questa antologia tematica realista terminale. Il susseguirsi di saggi, immagini e testi poetici ha una consequenzialità cronologica, il calendario appunto dell'ultimo quadriennio. Ai poeti è stato chiesto di dare al loro pacchetto contributivo un titolo che fosse un oggetto [. . .] Quasi come una mappa nascosta e trasversale, le cose evocate hanno dato vita ad una dimensione poetico/virtuale, che crea un ulteriore narrare nella narrazione. Sempre insito nelle nostre proposte è l'immaginare un grande libro/palcoscenico, per un Cunto de li cunti realista terminale. Per raccontare chi eravamo, che tipo di società è stata la nostra e cosa ci è accaduto. (Tania Di Malta) Se il tempo è il viaggiare vario di un treno merci, l'anno è un palcoscenico allestito che cambia scena ad ognuno dei quattro atti: queste sono le stagioni. Su quel tavolato si svolge la vicenda umana che, di questi tempi, mescola cronaca e storia come se fossero un'unica cosa. Dacché il mondo è diventato una sola città e gli occhi a mandorla ben si insediano su una pelle nera e quella gialla convive con il polo nord, gli otto miliardi di esseri umani vivono tutti impilati in una catasta, in cui è difficile distinguerli dagli artefatti. Così la vita di un bimbo nel reparto neonatale o di un anzianissimo nella casa di riposo, è paragonabile a quella della batteria di un cellulare. Allora potrò anche dire che la mia esistenza è paragonabile a una penna biro, che si consuma e finisce. In questa visione, si può comprendere facilmente che la poesia civile diventa tutt'altro: provare per comprendere. (Guido Oldani) «Il nostro movimento ha deciso di scommettere su una poesia che si faccia, per dirla con Lukacs, rispecchiamento dinamico e critico del mondo del terzo millennio: dinamico, perché mira a descrivere le trasformazioni epocali in atto; critico, perché le stigmatizza, ponendone in evidenza i risvolti negativi o problematici. [...] I poeti del Realismo Terminale stanno portando avanti un'azione congiunta tanto sul piano strutturale, intervenendo su temi sensibili inerenti all'ambiente, ai flussi migratori, agli stili di vita, all'economia e alle politiche mondiali, quanto sul piano congiunturale, mediante un tallonamento stretto dei fatti di cronaca. Ed è significativo che spesso, senza nulla togliere alla personalità e alla sensibilità di ciascuno, essi si muovano in gruppo, per dare alla loro testimonianza il vigore e il risalto di una battaglia civile.» (da Giuseppe Langella, La vocazione civile del Realismo Terminale, in «Oblio», 45, 2022) -
Un caso pop per l'ispettore Iannacci
Tra sangue e poesia, tra Chandler e Rimbaud, questo romanzo di Rizzo è un pulp letterario imperdibile. Gustosamente complessa, ma anche agile e memorabile, è una lettura da spiaggia proletaria oda salotto borghese: insomma, un libro per tutti. (Andrea Donaera) Giocare con le citazioni, con i cliché, con gli ingredienti del genere, senza cadere nella caricatura non era cosa facile, così come non era facile non fare del detective una sorta di icona, per quanto antieroica, della resistenza a una contemporaneità scialba, vuota e tragicamente ripetitiva. Potete leggervi questo romanzo come un hard-boiled qualunque e divertirvi oppure ricordarvi che, poco al di sotto della superficie, c'è tutto un mondo, e in quel mondo, sudicio, grigio e nauseabondo, siamo invischiati senza saperlo. (Dalla Postfazione di Emanuele Spano) -
Arabesque (2021). Vol. 2
"In questo secondo volume di Arabesque, continuiamo a presentare la vita artistica e letteraria del mondo arabo. Attraverso articoli di approfondimento e un'attenzione particolare rivolta agli esponenti più influenti, esploreremo le caratteristiche più importanti della cultura araba grazie al contributo di arabisti italiani giovani e veterani, a cui si aggiungono le ricerche di noti esperti e accademici arabi. E se il dossier del primo numero ha riguardato il concetto di amore, il dossier che state per leggere tratterà dell'Islam. Nonché del suo impatto sulla vita letteraria e artistica nel mondo arabo"""". (Dall'Editoriale di Amal Bouchareb)" -
Un caso pop per l'ispettore Iannacci
«Giocare con le citazioni, con i cliché, con gli ingredienti del genere, senza cadere nella caricatura non era cosa facile, così come non era facile non fare del detective una sorta di icona, per quanto antieroica, della resistenza a una contemporaneità scialba, vuota e tragicamente ripetitiva. Potete leggervi questo romanzo come un hard-boiled qualunque e divertirvi oppure ricordarvi che, poco al di sotto della superficie, c'è tutto un mondo, e in quel mondo, sudicio, grigio e nauseabondo, siamo invischiati senza saperlo» (Dalla Postfazione di Emanuele Spano). -
Da ere relate
Una prosa poetica conduce l'attenzione filosofica al contenuto metafisico. Da aspetti del criticismo kantiano ad un esito vicino al neotomismo, mentre l'osservazione si fa imprevista. Ancora la prosa d'arte accenna e seduce, avvolge e rivela le possibilità ulteriori del nostro conoscere. -
Terra (Terrae). Riflessioni sul mondo contadino in Cesare Pavese, John Steinbeck e altri autori
«La civiltà contadina di cui mi accingo a parlare non ha perciò necessariamente caratteri reali, ma è un mondo in cui molti possono trovare qualcosa di proprio grazie al messaggio universale degli scrittori che verranno citati; si cercherà così di conciliare, o quanto meno di confrontare, luoghi anche molto diversi tra loro, separati da montagne, da pianure o addirittura dall'Oceano, ma che presentano alcuni tratti in comune che permettono di ritrovare situazioni complementari tra collina e mare, tra montagne, pianure e fiumi [. . .] Ritengo inoltre che il testo che segue possa essere anche un invito a leggere Pavese in modo nuovo, diversamente critico, in un ambito di più ampio respiro e possa essere utilizzato anche didatticamente. A questo fine, nell'ultima parte di questo scritto è stato ricavato uno schema dei personaggi e un ""suggerimento pratico"""" che possono essere d'aiuto in una lettura approfondita effettuata nell'ambito di un curriculum scolastico» (Dalla Prefazione dell'Autore)."" -
Dobby, Yuko e la neve di Joyce
«Alessandro Di Prima si conferma uno dei poeti più originali nel panorama di oggi. Con questo libro ci rassicura sulla possibilità di non cadere nella trappola di un postmodernismo d’accatto, anche quando si prendano le mosse dai presupposti in questa chiave più rischiosi: anzi, è bravissimo a trasformare simili indici di debolezza (atemporalità, scambio immotivato di ekphrasis e psicologia, abbattimento di barriera fra cultura alta e arte popolare o di consumo, lacanismi diffusi) in punti di forza della sua prosodia profonda e della coesione tematica del suo libro [. . .] L’altra peculiarità che vale la pena di porre in primo piano a proposito di questo libro davvero compiuto e appassionante è il nitore descrittivo, la capacità che l’autore mette in campo nel cesellare scene e situazioni, senza mai cadere nelle tentazioni di una trama coesa». (Dalla Prefazione di Alberto Bertoni) -
Arabesque (2022). Vol. 3
«Donne è il titolo scelto per il dossier di questo numero, finito di scrivere pochissimi giorni prima della nascita di mio figlio, che ho scelto di mettere alla luce nella mia patria, l'Algeria e proprio nella città in cui mio padre fu chiamato a svolgere il suo lavoro come primo chirurgo oftalmologo nel periodo successivo all'indipendenza del Paese dalla colonizzazione francese. La città di Ain Defla, fonte di oleandro, omaggiata nei versi del poeta palestinese Najwan Darwish come fulcro di resistenza e in cui mia madre ebbe il coraggio di esercitare lontana dalla sua Damasco, la sua professione da dentista anche in un periodo tanto delicato nella storia dell'Algeria come quello degli anni novanta, assieme a tante donne. Donne arabe e musulmane spesso rappresentate dai media occidentali come figure oppresse e sottomesse, in costante necessità di assistenza sociale e solidarietà occidentale» (Dalla Introduzione di Amal Bouchareb). -
Cronache di fine occidente-La collina del Dingh
Tra minacce di default e liquefazione dei legami sociali, è sotto gli occhi di tutti come la distruttiva sinergia delle crisi – economica e ambientale, sanitaria (pandemia) e militare (guerra) – stia erodendo lo spazio pubblico e le nostre vite [. . .] Tra malinconia e smarrimento, tra amarezza e lucidità, emerge netta la traccia del compito immane che ancora ci attende, perché «qui il problema resta come uscire da questa razza». (Dalla Nota di Lorenzo Gattoni) Cronache di fine Occidente e questo La Collina del Dingh costituiscono un dittico: sempre il villaggio e il mondo (la madia e l’astronave), ma visti ora, sul far della sera, con una nostalgia struggente e pacificata, mentre appaiono, tra le stelle polari dei maestri, le care figure famigliari e il sé bambino. E qui Alleva trema e canta, insieme ad ogni filo d’erba, lo stupore di vivere. La gioia è l’altra dominante tonale del libro, e la nenia, il colloquio, la supplica, l’inno finiscono per testimoniare il valore spirituale più alto dell’uomo, oltre l’uomo, la tensione verticale che, dalla croce all’altalena, dal suono al Silenzio, interroga e ama ogni singola cosa. (Dalla Nota di Marco Munaro). -
Breve storia della filosofia dello spirito. Pensiero e ironia da Talete a Ockham
Le ragioni della filosofia sono le ragioni dell'ironia e dell'umorismo? Se è lecito porre questa domanda, apparentemente acritica e aproblematica nel perentorio e temerario accostamento dei termini, possiamo congetturarne una nascosta identità o, per lo meno, una segreta analogia di natura o, ci vien da dire di spirito? Il nesso che congiunge i due termini, secondo un'ipotesi che media sacro e profano, serio e faceto in una sintesi dialettica, trova il suo luogo teorico d'elezione, il suo punto d'equilibrio nella struttura costitutiva e imprescindibile del pensiero e del linguaggio umani, integrata di finitezza e discorsività, di limite e dialogicità. In fondo, il mistero e la natura del comico, così come dell'ironico, dell'autoironico, dell'umoristico, del satirico, del parodistico, del divertente e affini consiste - è noto ormai da tempo - precisamente nello scaturire e nel riferirsi sistematicamente alla finitudine dell'uomo e delle cose. -
No alla grande guerra (1915-1918)
Il no alla grande guerra affondava le radici nella lotta antimilitarista che a inizio Novecento, dopo la repressione seguita alle proteste sociali del 1898, aveva trovato nuovo vigore. Governo e Comando Supremo dell'esercito adottarono gravi provvedimenti per prevenire e reprimere l'opposizione alla guerra. Tuttavia minoranze politiche e sociali non desistettero dal ribadire il proprio dissenso: in nome di ideali di fraternità universale, in obbedienza al comandamento del ""non uccidere"""". Queste forze controcorrente si sarebbero rafforzate, assumendo carattere di massa, di fronte alle dimensioni del massacro e al suo protrarsi aldilà di ogni più pessimistica previsione."" -
Allegoria e teatro tra Cinque e Settecento: da principio compositivo a strumento esegetico
Sin dalle origini della nostra tradizione romanza il fascino dell’allegoria promana dal suo essere un oggetto di riflessione problematico e sfuggente nel suo carattere di alieniloquium che rinvia ad un’alterità: un tropus che «aliud enim sonat, aliud intelligitur», capace di collegare il «visibile» con l’«invisibile», il profano con il sacro, l’immanente con il trascendente. La sua connaturata ambivalenza, che nei secoli la raffina sia come strumento concettuale dell’interpretazione sia come modalità poetica ed estetica dell’espressione, fa dell’allegoria una categoria cardine, di assoluto rilievo per la conoscenza delle strutture culturali e delle forme rappresentative che contraddistinsero la mentalità e la sensibilità delle diverse epoche storiche. Il volume intende raccogliere la sfida ambiziosa di una perlustrazione sistematica sulla presenza e i caratteri della fenomenologia allegorica nel teatro della prima modernità. -
Ideations of the body. Neurosciences and theory of society
Il soffio da cui trae origine l'anima si esprime attraverso il corpo, e la gioia e il dolore, la creatività e la malinconia, l'egoismo o l'altruismo, sia che nascano da un brivido della pelle o da un'immagine della mente, sono stati ideativi del corpo vivente. -
Grammatiche. Narrazioni, linguaggi, fumetto
Cinque interviste a sei autori sul tema del fumetto, aspettando BilBOIBul. Giacomo Nanni, Lilli Carré, Richard McGuire, Benoît Pretesele e David B., José Parrondo raccontano la loro storia, la loro ricerca e la loro poetica in conversazioni pubbliche con Alessio Trabacchini, Ilaria Tontardini, Franco Minganti, Emilio Varrà, Matteo Stefanelli. Autori di fama internazionale riflettono sulle potenzialità della narrazione per immagini, tra fumetto e illustrazione in un continuo dialogo con altre discipline artistiche e le potenzialità narrative dei nuovi media.