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Lettere da un giovane militare (1942-1945). La vicenda di Bruno Terzetti (Perugia, 1920-1979)
L'esperienza di un giovane cresciuto e formato nel fascismo e trovatosi, per scelta consapevole, a ""combattere"""" la guerra in Germania dietro al filo spinato: vicende narrate seguendo fedelmente la documentazione originale e le lettere autografe inviate ai familiari dall'agosto 1942 all'agosto 1945. Bruno Terzetti venne catturato il 9 settembre 1943 a Mantova e deportato in vari campi della Polonia fino a che fu trasferito quello di Wietzendorf. In quest'ultimo lager poté eseguire opere grafiche documentarie con mezzi di fortuna e riuscendo perfino ad allestire una mostra di ritratti. Liberato il 16 aprile 1945, rimpatriò nell'agosto successivo. Nel 1979 era a Perugia, funzionario della Soprintendenza ai Monumenti. Lo scopo di questo lavoro è di non perdere la memoria di quanti hanno provato, nel fiore della gioventù, emozioni, aspirazioni, entusiasmi e delusioni mettendo a dura prova la propria coscienza con scelte difficilissime che taluni non hanno potuto raccontare."" -
Itinerari nel contado perugino. Nei luoghi di Braccio Fortebracci
Una guida che coniuga la suggestione dei fatti storici con il piacere della scoperta, forse inaspettata, dei tesori naturalistici e storico-artistici che ancora oggi il territorio di Perugia sa offrire. La presente guida è stata realizzata dalla classe III° A del corso ""Turismo"""" dell'ITET """"A. Capitini"""" di Perugia, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura, Turismo e Università del Comune di Perugia, nell'ambito delle attività di Alternanza Scuola-Lavoro dell'anno scolastico 2015-2016 e dell'iniziativa """"Perugia 1416"""", dedicata dal Comune di Perugia alla rievocazione storica della presa della città ad opera di Braccio Fortebracci, avvenuta il 19 luglio 1416, dopo che, una settimana prima, il condottiero aveva sconfitto le truppe dei popolari """"Raspanti"""" nella battaglia di Sant'Egidio. L'intento è quello di suggerire al visitatore curioso alcuni percorsi che, sulle """"tracce di Braccio"""", dal centro della città lo accompagnino verso la campagna e i borghi del perugino: gli itinerari si muovono """"a raggiera"""", partendo dal centro, diviso nei cinque rioni cittadini, e aprendosi verso i relativi territori, in quelli che anticamente erano i cinque """"contadi"""" perugini."" -
Da Francesco a Francesco. Voci dalla periferia dell'umano
«Il poeta Francesco, il cui verso oscilla continuamente tra l'oscurità che avvolge di tenebre il mondo e l'aurora che annuncia nuovi giorni (""ottimismo tragico""""), trova straordinari motivi di speranza, di essi si nutre, nella luce che promana dalle parole e dai gesti di Francesco, il Papa proveniente dall'altra parte del mondo e si pone dall'altra parte dell'umanità, quella ferita. Il poeta vuol essere al suo fianco». (Dalla prefazione di don Fausto Sciurpa)"" -
L' unica verità possibile
Vittorio sta per diventare direttore della Banca in cui lavora. Non si sente molto all'altezza, fa fatica a pensare in euro, le nuove tecnologie lo spaventano, è difficile invecchiare. Un uomo rispettato, un uomo qualunque, che un giorno si ritrova preso, intrappolato nella inguaribile abitudine di guardare dalla piccola finestra di casa nel vicolo i ragazzi che di notte si incontrano, si baciano, si abbracciano, come facevano lui e la moglie quando erano giovani. Da questo ""osservatorio"""" improvvisamente scorge avvenimenti incredibili che sconvolgono lui, la sua famiglia e l'intera città. Un giudice cercherà di dare un senso a fatti che in realtà non ne hanno: l'unica verità possibile."" -
L' enigma devoto. Miseria e grandezza del maestro di Raffaello
Il ritratto che il Vasari dedica al Perugino è onesto e feroce: costretto (in gioventù) a dipingere per vivere, e ossessionato dal terrore della povertà, Pietro Vannucci «faceva cose per guadagnare, che e' non avrebbe forse guardato, se avesse avuto da mantenersi». Era infatti - scrive il Vasari - uomo «di poca religione», e il suo lavoro instancabile al servizio di conventi e monasteri nasce da una formula di successo sfruttata con raffinato cinismo. Che un pittore così sostanzialmente irreligioso abbia potuto diventare un vero e proprio campione dell'arte cristiana, e addirittura un «pittore estatico» sulle soglie della santità, è un equivoco grandioso. Di cui sono una spia infallibile e (forse) involontariamente comica le strane fisionomie dei suoi santi e le vistose cadute di stile. Ma indagato con occhio attento e «poliziesco» l'equivoco getta luce su un fenomeno più ampio: la grande crisi della pittura religiosa nel primo Rinascimento. Nel nuovo spazio figurativo la vecchia iconografia con i suoi simboli tradizionali - come la «mandorla», il nimbo luminoso che avvolge le figure sacre - tramonta, o assume, sopravvivendo, fattezze mostruose. -
Ti prenderò per mano
Tra le vie e gli scorci più suggestivi di Perugia, piccola e maestosa città di origine etrusca, nasce la tenera e delicata storia d'amore tra Aldo, clochard quasi rassegnato al suo destino solitario, e Lara, ""donna di mestiere"""" per necessità, sempre fiduciosa di poter garantire a se stessa e al proprio figlio una vita migliore. Due destini simili che si incrociano e attraversano la città nelle ore notturne, quando lei, alla fine del suo lavoro, torna a essere se stessa insieme al suo """"Generale"""", diventando i padroni della città senza essere giudicati. Tanti personaggi alimenteranno una vicenda dalle molteplici tinte, fosche e colorate, come la vita stessa. Il lettore sarà invitato a sospendere il giudizio e ad ascoltare con il cuore."" -
Griferotikòn. Parole e fatti d'amore a Perugia e dintorni
I fatti - come il lettore potrà scoprire scorrendo queste pagine - sono riferiti, in forma narrativa e aneddotica, a temi come il corteggiamento e l'amore, il tradimento e il matrimonio, le tante definizioni di ""esso"""" e di """"essa"""", recentemente riproposte da un Benigni, diavolaccio toscano che ne conosce i mille epiteti, forse più del Belli, citato dall'antropologo Paolo Bartoli. Insomma: le tante espressioni dell'amore fisico e della relativa """"attrezzatura"""", declinata in tutte le possibili varianti, vengono elencate con scrupolosa sfrontatezza. Operazione, di solito, palesemente osteggiata da un atteggiamento che si pone tra la vergogna e il pudore, la riservatezza della buona educazione e i """"belli parlari"""". Parole, frasi, detti raccolti al volo o strappati con non chalance a giovani e anziani, nelle botteghe di campagna e nei bar di città. Col solo scopo, e la responsabilità, di accumulare un sapere linguistico che andava salvato dall'estinzione. La riproposizione di Griferòtikon ha, appunto, lo scopo di diffondere e condividere quel patrimonio."" -
Igea Frezza Federici. Amerina di antica stirpe
Igea Frezza Federici nasce ad Amelia (TR) il 31 maggio 1926. Qui trascorre tutta la sua esistenza e matura un amore profondo per questa località umbra di antiche origini. Gli studi la portano prima a Rieti e poi a Roma, ma lei ritorna nei luoghi dell'infanzia dove sposa Franco Federici. Dall'unione nascono quattro figli: Maria Caterina, Rosa Maria, Raffaele e Domenico. Dedica il suo tempo non solo alla famiglia, come moglie attenta e madre premurosa, ma anche allo studio. Laureatasi in Lettere antiche, ha un'impostazione umanistica che esprime nel suo ben parlare ricco di contenuti e riferimenti culturali. L'amore per la sua terra la spinge a studiare e a raccontare i dettagli del passato amerino, caratterizzato da eventi particolari e famiglie importanti. Sempre attiva nella vita sociale, assume ruoli presidenziali in prestigiose associazioni dove porta un contributo indelebile, molto significativo, di cui gli amerini le sono profondamente grati. Molteplici le sue pubblicazioni. Il giorno che ci ha lasciato la città di Amelia l'ha salutata con l'allegro e popolare suono della banda che lei adorava. -
Resisti cuore. Il tragico nella filosofia dell'Ottocento
Alla fine del settecento, tra i giovani intellettuali tedeschi cresciuti nel culto di Goethe e di Schiller si fa strada la convinzione che ""diagnosi"""" e """"prognosi"""" di quella crisi epocale che essi raffigurano alla stregua di una """"fuga degli dei dal mondo"""" possano darsi solo a partire da un ripensamento delle strutture fondamentali della civiltà europea. Questo cammino a ritroso li porta a fare i conti con il genere tragico, da loro considerato l'ideale presupposto per l'elaborazione di un modello di razionalità dialettico, aperto, in perenne divenire, in grado di non occultare le contraddizioni e di non eludere la sofferenza, ma anzi di adottarle quale punto di partenza della propria speculazione filosofica."" -
Il cervello ritmico. Effetti della previsione temporale su attenzione, percezione e linguaggio
Il ritmo ha qualcosa di magico; ci fa persino credere che il sublime ci appartenga. (Johann Wolfgang Goethe) Seguire un ritmo e muoversi insieme ad esso è, per l'essere umano, un comportamento naturale e apparentemente semplice. In realtà il riconoscimento della struttura temporale di un brano musicale, costituita da ritmo, pulsazione, tempo, metro, coinvolge dinamiche e sistemi neuronali altamente sofisticati, individuati dalle neuroscienze grazie alle metodiche di indagine attualmente disponibili. Durante l'ascolto della musica una parte dell'attività elettrica cerebrale si sincronizza con la componente ritmica, attivando processi di previsione e orientamento dell'attenzione: si capisce e si sente il ritmo perché si è capaci di prevedere ciò che deve ancora avvenire e di creare aspettative in base alle quali organizzare l'attività cognitiva e guidare l'azione. Ma questo processo non è circoscritto alla fruizione musicale, esso si innesca ogni volta che nell'ambiente vi sono riferimenti periodici che indirizzano la performance cognitiva. -
La mia vita per tre. È tempo di stare dalla parte dei bambini
L'autrice di questa raccolta si definisce una donna comune, come ce ne sono tante. Una donna che crede nella forza delle parole, tanto da far suo il pensiero di Alessandro Baricco quando sostiene che la parola è la forma di tecnologia più avanzata. Una donna che attraverso le parole vuole condividere con gli altri ciò che ha dentro, uscendo così dalle mura domestiche per parlare, ascoltare e confrontarsi, per esplorare orizzonti sempre più vasti. Tutto ciò che ha scritto è rivolto al buono, al bello e allo stare insieme, soprattutto con i più piccoli. Lo scrivere per lei è stata come una terapia grazie alla quale ha potuto stare (e non uscire) dentro alle pieghe della vita, amandosi. Dopo un lungo conflitto interiore ha preso coraggio, ha messo in ordine le idee e con la penna in mano, i suoi pensieri hanno preso forma sul foglio. Come sigillo ha poi apposto il cuore. Molti scritti che aveva dedicato al primo figlio sono diventati ""pensieri d'amore per tre"""", avendo avuto altri due bambini. A questi poi si sono aggiunte nuove riflessioni emerse da lunghe passeggiate, da incontri casuali e non, da attimi che le raccontano vite diverse di profonda umanità."" -
Breve storia degli archivi e dell'archivistica. Con un'«Appendice documentaria»
Da un ciclo di lezioni dedicate alla storia degli archivi e dell'archivistica è stato tratto questo breve testo, con l'intento di fornire agli studenti e a tutti coloro che vogliano avvicinarsi alla realtà archivistica uno strumento propedeutico, senza la pretesa di una trattazione esaustiva. Una rapida sintesi che, in forma semplice e accessibile, ha cercato di toccare i fatti salienti di questa storia, delineandone i contesti politici e culturali e seguendone le linee direttrici fino ai nostri giorni, per promuovere, attraverso la conoscenza delle forme di organizzazione degli archivi nelle epoche passate, la sensibilità, soprattutto nei giovani, verso la conservazione della memoria e l'interesse per la ricerca sulle fonti d'archivio. Il volume è arricchito di una significativa «Appendice documentaria» a cura di Maria Grazia Bistoni Colangeli, già funzionaria dell'Archivio di Stato di Perugia. -
L' avventura di una vita. Storie di calcio e dintorni
Undici storie in cui il destino dei personaggi è appeso a un filo. In una Perugia viva e moderna, tra convivenze multietniche, partite memorabili, incontri amorosi, tradimenti, equivoci, sogni e passioni, Brunori racconta le gesta dei suoi antieroi quotidiani, tutti alle prese con qualcosa che può cambiare per sempre la loro vita. E, come in una partita di calcio, basta un piccolo errore o una grande prodezza per definire irrimediabilmente il finale del gioco. «Allo spareggio di Foggia andammo in quindicimila. Ogni tifoso ad andare e tornare percorse mille chilometri. Quindici milioni di chilometri di passione, complessivamente. Più qualche chilometro di stoffa. In tutta la città, da metà settimana, non era stato più possibile trovare un pezzo di stoffa rossa o bianca. Era già stata comprata, tagliata, cucita e infilata nelle aste o utilizzata per gli striscioni». -
L' espansione degli Ospedalieri di S. Antonio di Vienne nel Mediterraneo Occidentale fra XIII e XVI secolo. Archivi e documenti
Nel corso del tardo medioevo, i canonici ospedalieri di S. Antonio di Vienne si diffusero in tutta Europa. Il loro epicentro era una piccola chiesa nel Delfinato, nel SE della Francia, sede delle spoglie del santo egiziano traslate in occidente verso la fine dell'XI secolo. Con il passare degli anni, forti del favore pontificio, e arricchitisi grazie a importanti lasciti da parte dei fedeli, i canonici erano riusciti a edificare una grandiosa abbazia. Diffondendo il culto per il santo patrono, la paura della sua vendetta e il potere taumaturgico delle sue reliquie, i canonici raccoglievano ricchezze in tutta Europa e le recapitavano periodicamente all'abate generale e al Grande ospedale, che aveva sede presso l'abbazia di Saint-Antoine. La loro fama non fu senza macchia: dovettero combattere tanto contro gli usurpatori e le critiche di avidità, quanto contro la cattiva condotta di molti confratelli. Questo studio, attraverso l'esame sistematico dei documenti e il confronto tra le notizie sulle diverse case cerca di approfondire quanto già noto sull'attività dell'ordine nel Mediterraneo occidentale anche al fine di ricostruire i legami tra il centro e le periferie. -
La leggenda di Ittifago e il Lago Trasimeno. Ediz. illustrata
Nonno Armando (Armando Pitassio) è nato più di ottant'anni fa (1936) a Monterotondo (Roma) da una famiglia friulo-istriana. Dopo avere un po' vagabondato, è giunto in Umbria e vi ha messo definitivamente le tende. Si è guadagnato da vivere insegnando e scrivendo di quanto è avvenuto nei Balcani del passato. Poi gli è venuto il capriccio di far avvenire qualcosa, ed è nato Ittifago: un dono al nipotino Bernardo (Milano 2008) e un omaggio al Trasimeno dove nonno Armando abita da oltre vent'anni. In quest'avventura ha voluto avere per compagno il nipote Nicola (Perugia 1996), che ha costretto ad abbandonare per un po' di tempo le percussioni, sua prima grande passione, per illustrare con i suoi disegni i protagonisti delle vicende di Ittifago. -
L profaqle de Esopo e Fedro. Testo perugino
Umberto Alunni Breccolenti ha compiuto un'operazione che va oltre il semplice trasbordo, il transducere del ""tradurre"""", ma ci porta """"oltre"""", calando la parola e il pensiero degli antichi nei tratti essenziali del mondo contadino e artigiano della rustica gente paesana: col suo sapido umorismo, la sua ironica e intelligente visione del mondo. Con qualche indulgenza verso l'utile furbizia, esaltata dalla condanna dei babbei. Come documenta il detto, riferito ai tempi dell'uso del chinino come rimedio contro la malaria: """"p'i malati c'è la china... ma p'i cojoni n c'è meddecina""""! Prefazione di Sandro Allegrini."" -
Scienza e religione in dialogo
Il volume si ripromette di far luce sul rapporto tra scienza e religione. Anziché in conflitto, come si è tradizionalmente ritenuto, esse sono naturalmente in dialogo: la scienza si apre alla religione nella misura in cui non pretende di esaurire l'ambito delle possibilità; la religione si giova del contributo della scienza nella misura in cui riconosce l'importanza della conoscenza della realtà. Tutto ciò però può essere realizzato soltanto a condizione che entrambe abbiano di mira il rispetto della dignità umana e ne favoriscano lo sviluppo. -
Pescatori del Trasimeno. Storie di vita, di pesca e di lavoro. Nuova ediz. Con DVD video
La nuova edizione di questo volume ci conferma che il progetto ha raggiunto il suo obiettivo: dare la possibilità di conoscere il mondo dei pescatori di professione del Trasimeno e il complesso ecosistema in cui essi operano. Per la prima volta si sono raccontati nel loro lavoro quotidiano, attraverso le stagioni, descrivendo le diverse tecniche di cattura e narrando la propria vita, trascorsa in gran parte nel lago. Si sono messi così a fuoco anche i cambiamenti che il Trasimeno ha avuto negli ultimi settant'anni. L'ampio corredo fotografico che ritrae il mondo della pesca di ieri e di oggi, insieme all'intervento dei maggiori esperti di ittiofauna e di problematiche storico-ambientali, fanno di questo libro un contributo importante e duraturo alla divulgazione della cultura della pesca professionale. Integrano l'opera una scheda geo-morfologica del lago Trasimeno; la presentazione delle Istituzioni più importanti, che negli anni lo hanno salvaguardato; il vocabolario della pesca, con i termini specifici usati dai pescatori; alcuni dati statistici riferiti al pescato e i segreti delle principali ricette tradizionali di pesce di lago, rivelati dalle cuoche più esperte. Al libro è allegato un DVD in tre lingue. -
TrasiMemo Arts&Crafts. Un'esperienza di salute mentale tra patrimoni culturali
Il problema della tutela e della gestione dei patrimoni culturali connessi all'artigianato diviene il problema della trasmissione culturale dei ""saperi"""" e dei """"saper fare"""" che, per definizione, non può essere solo didascalica, puramente teorica, esclusivamente didattica. Da quest'ultimo assunto muove l'auspicio di tutti i soggetti coinvolti che nei prossimi mesi si possa avviare una ulteriore fase progettuale interamente dedicata alla concreta riattivazione di pratiche artigianali da svolgere in prossimità (non solo fisica) della sede di """"TrasiMemo"""". A partire dalla ricerca etnografica il gruppo di interessati che si è creato intorno alla """"Banca della memoria"""" sta elaborando dei progetti finalizzati a facilitare l'apertura di attività artigianali a Paciano. La stampa di questo volume è finanziata nell'ambito del progetto """"Trasimemo Arts&Crafts"""": l'utilizzo dei saperi tradizionali per sperimentare la spendibilità lavorativa di giovani in carico al Centro di Salute Mentale del Trasimeno, sede di Magione, dalla Regione Umbria a valere sul Bando finalizzato alla realizzazione di progetti/interventi a valere sul fondo sociale regionale."" -
Shaken. La bambina che attraversò il portone del pianto
Ci sono stati pochi imprevisti o colpi di scena. L'omicidio di Maria Geusa non è stato un thriller con gli itinerari investigativi disseminati di trappole. Non è stato un giallo con la soluzione che arriva solo alla fine. Non è stato un noir con i cattivi tra i personaggi che non t'aspetti. Tutto, se la qualità di un'indagine si potesse misurare a spanne, si è risolto in Giorgio Giorni: il movente è nella sua mente, l'arma del delitto sono le sue mani, c'è solo lui sulla scena del crimine, la scena del crimine è di sua proprietà. La scena mediatica, invece, è stata calcata sempre da una sola protagonista, Tiziana Deserto, madre infausta che con volto duro e sguardo assente avanza tra i riflettori verso un tribunale che non concede attenuanti dinanzi all'orrore. Dietro le quinte, ad attendere un responso già scritto, Massimo Geusa, marito e padre che non rinuncia a sostenere l'innocenza della moglie, difendendo, con lei, un ideale di famiglia irrimediabilmente infranto. Questi gli attori di un dramma che ha sconvolto una coscienza collettiva disorientata e alla strenua ricerca dei propri valori.