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In campo la vita sparisce
Diego Armando Maradona è il giocatore dai piedi d’oro, il principe, il re, il dio del calcio, e il demone in caduta libera verso gli inferi. Quella di Maradona è stata più di una storia sola, è stata la favola del talento che riscatta dalla miseria e poi la fiaba nera del campione che perde se stesso fra i cori, l’avventura di un umanissimo eroe popolare e un racconto picaresco con il pallone al centro, infine la tragedia di un titano abbandonato. Dall’Argentina alla Spagna, fino a Napoli, dal Mondiale dell’86 al doping e di nuovo al Sudamerica, con il suo romanzo-tributo Loris Caruso riconsegna la vicenda di Maradona all’epica cui appartiene di diritto. -
Alternative per il socialismo. Vol. 65
Trimestrale diretto da Fausto Bertinotti. Oggi in Italia con il voto si è inaugurata una nuova fase al di là del dopoguerra che potrebbe essere quella di un’Italia a-fascista, novità o ritorno che sia. Essa si innesta, in ogni caso, sulla grande ristrutturazione dell’economia, della società, delle istituzioni e della politica che abbiamo provato grossolanamente a delineare, come a dire il peggio nella continuità. Da qui si dovrebbe ricominciare per inventare una nuova sinistra anticapitalista. Ricominciare da capo, ci siamo detti in più occasioni. Ora lo slogan dovrebbe avere più forza, visto che non averlo fatto ci ha portato a questo esito sciagurato, con la piena metamorfosi della sinistra istituzionale in una formazione liberale e con la condanna all’irrilevanza di chi ha cercato meritoriamente di sottrarvisi. Al contrario la realtà sociale prodotta da questa ristrutturazione capitalistica e dalle politiche di governo chiederebbe una contestazione radicale e di massa. Ma proprio qui si produce una divaricazione tra la condizione oggettiva e quella soggettiva. La prima propone in tutta evidenza la necessità, sia storica che congiunturale, di una nuova sinistra radicale e anticapitalistica, ne propone cioè la condizione di maturità. Ma essa è drammaticamente contraddetta nel campo della soggettività. Eppure non mancherebbero, neppure qua, i materiali su cui lavorare. Anche in queste miserabili elezioni essi si sono affacciati pur in maniera spuria. Il discredito popolare nei confronti dell’attuale politica è stato senza precedenti. L’astensione di massa lo ha confermato, ma ancor più profonda è la separazione tra il popolo e questa politica, tutta questa politica. Sennonché questa critica passiva è tanto diffusa quanto impotente. Vorrebbe ma non può. Ci sono, in essa, aree che vorrebbero uscirne. Se ne possono vedere i segnali, seppur tenui e contraddittori. -
Identità e continuità dello stato. Un’indagine filosofico-giuridica
Le categorie dell’identità e della continuità dello Stato rischiano di non avere un preciso campo di spettanza e di apparire solo come controparte negativa della successione tra Stati. Giorgio Ridolfi mostra come sia possibile trovare uno statuto argomentativo autonomo per tali categorie solo ricorrendo a un’indagine che arricchisca il loro profilo giuridico con uno filosofico. Questo è possibile sottolineando la partecipazione ai discorsi sull’identità e sulla continuità di versanti che possono essere definiti spirituali, quando non esplicitamente metafisici; tutto ciò viene messo in rilievo a partire dall’analisi di significativi casi storici e di particolari posizioni teoriche. -
E Joe prese il fucile. Cronache dell'Impero USA in via di liquefazione
Da ormai un anno, uno dei punti più caldi del pianeta è uno spicchio di mondo posto nell’Est europeo alle soglie dell’Asia, che ha come epicentro l’Ucraina in guerra. Per il governo ucraino, i russi sono il nemico, i barbari invasori; per i russi l’Ucraina rappresenta il pretesto di Stati Uniti e Nato per annientarli, o almeno ridimensionarne la rilevanza geopolitica. E se sottrarre l’Ucraina alla Russia per impedirle di esistere come potenza euroasiatica è un obiettivo di Washington da almeno trent’anni, con l’ingigantirsi di un rivale come la Cina i tempi si sono fatti stretti, e si è passati ai fatti. Gianni Flamini offre una cronaca ragionata degli avvenimenti che coinvolgono quello che lui definisce l’«impero americano d’Occidente», mettendo in luce come, in politica estera, il biennio Biden non sia poi così diverso da quello del suo predecessore, e come l’Unione Europea, ripiegata sulle posizioni americane, si crogioli nell’illusione di essere un giardino in mezzo alla giungla. -
Nonostante tutto. Franco Cascasi: storia di un imprenditore visionario
Franco Cascasi, un imprenditore illuminato, intuitivo e visionario del Vibonese, sognava di trasformare la storia “segnata” di un territorio, lavorando per il futuro e il bene di una comunità diseredata, immersa in quel Sud dallo sviluppo bloccato, ma viene lasciato solo a combattere contro la ’ndrangheta e i suoi affiliati. Ennio Stamile, per due mandati e sette difficili anni referente di Libera, in Calabria, ha consumato chilometri per andare a vedere, ascoltare, annotare, denunciare e raccontare questa storia. Il suo è un reportage ininterrotto per le strade di una terra maltrattata e oltraggiata, il resoconto di una vicenda sconosciuta e terribile di ingiustizia, una fotografia nitida di un grande reato pubblico. Ma soprattutto è la testimonianza di chi lotta, di chi resiste, pronto a farsi ammazzare per non perdere la dignità e la libertà. -
Manifesto per una teoria critica femminista
«Perché orientare la Teoria critica verso il femminismo – o viceversa – all’inizio del Ventunesimo secolo?». Estelle Ferrarese, una delle voci più interessanti del femminismo francese, si confronta con i grandi nomi del pensiero critico – Theodor W. Adorno e Max Horkheimer, Axel Honneth e Hartmut Rosa – per denunciare i residui patriarcali della Teoria critica francofortese e, insieme, mettere in questione certi presupposti del femminismo americano di Judith Butler e Nancy Fraser, tra le altre. In totale controtendenza con il pensiero dominante, il “Manifesto” individua tre grandi temi attorno a cui ripensare una nuova Teoria critica a partire da una prospettiva femminista: la natura, l’emancipazione e i suoi paradossi, lo stile di vita capitalistico. Diventa perciò centrale affrontare la secolare divisione, mai discussa neppure dal femminismo del Novecento, fra mondo naturale, che farebbe capo alle donne, e mondo sociale, che sarebbe invece di pertinenza degli uomini. -
Iran. Il tempo delle donne
Donna Vita Libertà: sono le parole scandite per mesi nelle strade dell’Iran, in una sorprendente stagione di rivolta guidata dalle donne, ma capace di interpretare un’urgenza di cambiamento trasversale a quasi tutti i gruppi sociali. Cominciate il 16 settembre 2022 con la morte di Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale per un velo male indossato, le proteste si diffondono in tutto il Paese e investono la legittimità stessa della Repubblica Islamica. Una nuova generazione coraggiosa e connessa con il mondo, che non ha vissuto i drammi seguiti alla rivoluzione del 1979 e della guerra con l’Iraq, rivendica libertà e diritti basilari, invocando la fine di un regime percepito come irrimediabilmente corrotto e dittatoriale. Il potere politico-religioso, saldato con quello militare e i potentati economici, sembra solo capace di una spietata risposta repressiva. La protesta risuona potente anche all’estero, con una massiccia mobilitazione della diaspora sul piano mediatico, interrogando l’Occidente su come sostenerla. Ma Teheran guarda già ad altri attori mondiali, come la Cina e la Russia in guerra con l’Ucraina, e la causa della #IranRevolution si intreccia con le ragioni della geopolitica. Comunque vada a finire, l’Iran è già cambiato. Prefazione di Lucia Goracci; Postfazione di Farian Sabahi. -
La vita consapevole. La mindfulness dopo la mindfulness
Viviamo in mondi di vita esposti a intensi e imprevedibili cambiamenti. “Essere umani” si pone sempre più come il perno di trasformazioni che richiedono capacità di visione e consapevolezza. La mindfulness può essere per ognuno un riferimento essenziale, che tuttavia richiede scelte ponderate. Negli ultimi vent’anni si sono affermate pratiche di mindfulness ispirate alle neuroscienze e orientate alla riduzione dello stress in senso quasi-terapeutico e, allo stesso tempo, sono emerse prospettive innovative nell’ambito sia di tradizioni antiche, sia di insegnamenti attenti alla dimensione “secolare”. Imperniato sulla dottrina buddhista del “non-sé”, “La vita consapevole” sottolinea la crucialità di aspetti come la sofferenza, l’etica, la “cura”, la mortalità, partendo dall’ipotesi di fondo che, dopo il clamore suscitato da una mindfulness mediatizzata e scientista, sia oggi possibile dare spazio al nostro desiderio di liberazione attraverso pratiche adeguate alla complessità dei mondi di vita e alla profondità degli insegnamenti buddhisti. -
Per una conversione ecologica
La crisi ecologica è la conseguenza dell’antropocentrismo di matrice ebraico-cristiana, e in particolare del tipo di rapporto uomo-Natura del cristianesimo occidentale? O della successiva distorsione del racconto biblico che ha permesso il dominio dell’uomo sulla Natura? “Per una conversione ecologica” si misura con questi temi a partire dal racconto della Creazione nella “Genesi”, dimostrandone le potenzialità a favore di un cambiamento ecologico nel nostro pensiero, nel nostro stile di vita e nella valutazione della nostra responsabilità. Perché per dare avvio a una “transizione ecologica” sono necessari una nuova comprensione della Natura e il riconoscimento delle violenze che ad essa abbiamo inflitto. Convertire la nostra vita potrà sembrarci scomodo, ma renderà possibile che ce ne sia in abbondanza per tutti anche in futuro. Introduzione di Lorenzo Biagi. -
Etica ambientale. Prospettive di ricerca
L’educazione, l’istruzione e la ricerca italiana hanno intrapreso una svolta ambientale, attestata dall’investimento di un piano di rigenerazione culturale che punta a formare nuove generazioni in grado di vivere in maggiore armonia con l’ambiente. Tale piano aderisce agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, che accostano la transizione ecologica e culturale alla transizione digitale con lo scopo di promuoverle entrambe. Attraverso letture di taglio filosofico, pedagogico, antropologico, sociologico, giuridico, economico e tecnico-scientifico, gli autori di questo testo intendono contribuire a una maggiore consapevolezza critica in ambito ecologico, sostenendo la diffusione di buone pratiche da consolidare nelle generazioni a venire. Prefazione e cura di Roberto Bordoli; Postfazione di Matteo Andreozzi. -
In comune. Nessi per un’antropologia ecologica
Di fronte alla drammaticità della crisi ecologica, tra la paralisi e la negazione, c’è spazio per una terza via? Se il mondo moderno ha concepito l’essere umano e la realtà in termini di partizione e dominio, uno sguardo più profondo permette di accorgersi che questo modello non è l’unico possibile. Seguendo una riflessione che parte dalla Grecia antica e arriva alla saggezza mitica, passando per l’affermazione della scienza moderna e del capitalismo, “In comune” rivendica l’assoluta priorità della dimensione relazionale, di una vita “in comune” appunto, onorando la posizione dell’essere umano nella trama del cosmo. Al di là del mortifero realismo capitalista, l’ecologia rappresenta oggi la possibilità di una vera e propria rivoluzione antropologica. Prefazione di Stefania Consigliere. -
Francamente Franco. Il vero volto di Califano
Franco Califano è stato dimenticato da tutti coloro che non lo hanno mai voluto conoscere veramente: un uomo costantemente alla ricerca della verità, braccata nelle canzoni, inseguita con severa introspezione nella vita. Marino Collacciani, suo amico per anni, traccia un ritratto autentico del cantautore: grazie alle testimonianze di chi l’ha frequentato, e ripercorrendo alcune tappe sconosciute della sua carriera, si impegna a rendere giustizia a quel nome così bistrattato dalla critica. Franco, filosofo e poeta della contemporaneità, è stato capace di declinare la razionalità con il sogno, di individuare i fantasmi dell’isolamento e di trasformarli in compagni di viaggio, indispensabili per staccarsi dalla linea sottile della depressione. Diceva: «Si scrive solitudine, ma si pronuncia libertà», un credo divenuto antidoto al dolore sofferto per troppo tempo. Prefazione di Edoardo Vianello. -
L'origine della geometria
La notorietà dell’”Origine della geometria” di Edmund Husserl – pubblicata come appendice a “La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale” (1936) – è fortemente in debito con la lettura che ne ha dato Jacques Derrida nel 1962. In questo modo il testo ha trovato la via per svolgere un ruolo esemplare nel preservare un approccio propriamente filosofico alla riflessione sulla matematica. D’altra parte, proprio il successo del saggio di Derrida rischia di impedire il contatto immediato con lo scritto di Husserl. Questa nuova traduzione a cura di Niccolò Argentieri, contestualizzata grazie all’affiancamento dei primi paragrafi di “La crisi” e corredata da un rigoroso saggio critico, propone una lingua più aderente alla sintassi husserliana, evitando riformulazioni rischiose sul piano interpretativo, nel tentativo di rilanciare la complessità dell’opera. -
Il melonario
Dopo “Il Renziario” (2018) e “Il Salvinario” (2019), ecco il dizionario delle parole e delle locuzioni utilizzate dall’attuale presidente del Consiglio in libri, interviste, comizi e discorsi ufficiali, interventi radiotelevisivi e post sui social network. L’analisi, sempre a cura di Massimo Arcangeli, si estende al linguaggio del corpo, dalla vera e propria comunicazione non verbale, fatta di gesti (con un focus sulle espressioni microfacciali) e posizioni corporee, alle modalità “espressive” affidate agli abiti indossati da Giorgia Meloni nel corso degli anni. Una silloge che mette bene in evidenza quanto ci sia di nuovo nel linguaggio meloniano e quanto sia invece il frutto di una retorica politica di base sostanzialmente (post)risorgimentale. -
Maria Attanasio. Quattro decadi di bifronte scrittura disobbediente
Undici interventi che da prospettive diverse si confrontano sull’opera di una delle autrici più importanti del panorama italiano contemporaneo, pluripremiata in patria, molto amata e tradotta all’estero. Dall’autobiografia alla filologia, dalla traduzione all’archivistica, dalla pedagogia alle arti visive e alla musica: un viaggio nell’officina di Maria Attanasio, attraverso l’analisi dei tratti più salienti della sua «disobbediente» bi-scrittura verticale di ricerca, impegno e bellezza. Una riflessione profonda sull’operazione di parola-azione di un’autrice capace di rendere l’ininterrotta continuità tra passato e presente, senza metafora, in nome della ricerca, dell’ascolto, dell’empatia verso chi ci ha preceduto, verso chi è stato cancellato dalla Storia, verso chi siamo stati e state. -
Isocrazia. Le istituzioni dell'eguaglianza. Nuova ediz.
Nel XX secolo, due grandi paradigmi politico-sociali sono stati quello liberaldemocratico e quello libertario (nelle sue varie declinazioni socialiste, anarchiche e comuniste). Il primo poggia sull’idea dell’isonomia (o libertà eguale): l’esclusione di ogni discriminazione non giustificata in quanto la legge e i diritti sono gli stessi per tutti. L’altro si basa sull’idea dell’isocrazia (o libertà degli eguali nel potere): soltanto se le tante disuguaglianze semplici tra chi comanda e chi obbedisce si attenuano, la società si apre alla ricerca del pluralismo e dell’eguaglianza complessa. Nicolò Bellanca analizza le principali istituzioni economiche e politiche di una società isocratica, cioè una società “polifonica” i cui tanti suoni, pur intrecciandosi, continuano a distinguersi senza che s’imponga una voce dominante. Il registro dichiaratamente utopistico diventa tuttavia realistico, quando l’autore argomenta le ragioni antropologiche e strutturali per le quali occorre immaginare e praticare questo orizzonte alternativo. -
Oltre l'impotenza della politica. Il partito, i corpi intermedi e l'isocrazia della cittadinanza attiva
A partire dal contributo di Ardeni e Bonaga, pubblicato su «il manifesto» del 19 dicembre 2020, si è sviluppato un dibattito sull’impotenza della politica, l’importanza dei corpi intermedi, il ruolo dei movimenti, il potenziale dell’isocrazia della cittadinanza attiva e il venir meno del partito come luogo di coalescenza ed espressione delle spinte e dei bisogni della società. Il volume raccoglie ventidue contributi e un’introduzione di Pier Giorgio Ardeni e Stefano Bonaga sul vuoto della politica, di idee e prospettive, che riflette la frammentazione del corpo sociale operata nel tardo capitalismo del XXI secolo, dove la crisi della rappresentanza è la manifestazione dell’incapacità della società post-liberale di evolvere in senso progressivo, ovvero di estendere e garantire diritti e libertà alla società tutta, i cui «corpi intermedi» della rappresentanza sono stati prosciugati e resi innocui. Contributi di Pier Giorgio Ardeni, Filippo Barbera, Franco Berardi, Pier Luigi Bersani, Piero Bevilacqua, Stefano Bonaga, Gianni Cuperlo, Luigi de Magistris, Domenico De Masi, Giovanni Durbiano, Fulvio Fammoni, Antonio Floridia, Andrea Garreffa, Franco La Cecla, Giacomo Marramao, Moni Ovadia, Alberto Pedrielli, Rocco Ronchi, Fabrizio Tonello, Rolando Vitali, Nadia Urbinati. Postfazione di Romano Prodi. -
La promessa
Il tema della promessa costituisce il cuore delle Scritture ebraiche ed effonde la sua luce anche sul Nuovo Testamento. È strettamente connesso con la Terra di Israele e si amplia fino a raggiungere una dimensione universale. Pur essendo unica, la promessa si articola in alleanze diverse che non si sostituiscono l’una all’altra ma si completano a vicenda. Per quasi duemila anni, un’errata lettura dei testi cristiani ha considerato un solo aspetto della promessa, ritenuta totalmente realizzata nella figura di Cristo. È giunto il momento di affrontare questo tema in modo nuovo, tenendo conto delle più recenti acquisizioni del dialogo ebraico-cristiano, per ridare spazio a un contenuto delle Scritture che è stato a lungo dimenticato. Qual è la promessa per Israele? Qual è la promessa per le Chiese? Quale promessa per l’umanità? -
L'impero dentro
«Questa è la storia dell’impero che mai svanisce, il regno che non è sorto, eppure potrebbe tramontare». “L’impero dentro” è un’esplorazione in sette tappe del tema dell’esclusione, come atto di colonizzazione dell’altro e di se stessi: un viaggio di formazione nella Berlino dopo il crollo del muro e uno della disperazione verso Occidente, dalle periferie d’Europa; la discesa nel “sottosuolo” di un soldato e la guerra quotidiana delle minoranze etniche; fino al mistero della più grande esclusione, quella di un vecchio padre che scopre il profondo odio nutrito per lui dai suoi stessi figli. Ribellione all’Occidente, morte di Dio? È qui che la scrittura diventa un dialogo a una voce sola, essendo l’Altro totalmente escluso, al di fuori di ciò che è udibile e rappresentabile, perché «chi racconta è un io multiplo, che ha attraversato lo spazio» e restituisce il suo «viaggio dentro». Un viaggio attorno al mondo, nell’impero fuori, per liberarsi di quello dentro. -
Come vuoi morire? Rapita nella Siria in guerra
Il 3 aprile 2013 Susan Dabbous è stata rapita in Siria insieme ad altri tre reporter italiani. A sequestrarli, a Ghassanieh, un villaggio cristiano, è stato Jabhat al-Nusra, un gruppo legato ad al-Qaeda. Portata inizialmente in una casa prigione, è stata poi separata dai colleghi e trasferita in un appartamento con la moglie di un jihadista: Miriam, la nuova carceriera che si sarebbe occupata della sua “islamizzazione”. Con lei l’autrice ha pregato e ascoltato i discorsi di Osama bin Laden, e riflettuto sulla domanda che le è stata posta più volte: «Qual è la tua morte preferita?». Un quesito a cui ha tentato di rispondere sempre con sincerità, perché «quando sei un ostaggio non dici bugie. Così ho parlato da donna a donna con quel linguaggio assolutamente universale fatto di emozioni». Un diario di prigionia, ma anche un inno al coraggio del popolo siriano, che non ha mai smesso di sperare nonostante l’orrore in cui ha vissuto. Introduzione di Alessio Cremonini; Prefazione di Paul Wood.