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Il giardino dei piccoli. Microricerca sulla pietà popolare in un paese del Sud
Nella bimillenaria vicenda cristiana, il fenomeno della pietà popolare è ricorrente fin dai primi secoli. Negli ultimi decenni la cultura cattolica prova a comprendere le manifestazioni variegate di questa ""religio domestica"""" come ricchezza, e le mediazioni popolari come modalità d'incarnazione e d'inculturazione della Parola nella vita umana. Anche nel contesto meridionale, il perdurare di forme diffuse e tradizionali di religiosità popolare - principalmente legate alle processioni, ai pellegrinaggi, alla Settimana Santa e della Passione, alle devozioni mariane e al culto dei santi, alle loro raffigurazioni artistiche, alla festa patronale e alla pratica dei voti - ripropone ciclicamente il suo universo simbolico e valoriale come manifestazione religiosa e provocazione ecclesiale, specie laddove l'espressione della gestualità, dei sensi e della sensibilità personale nell'atto comunicativo della fede sembra contestare la funzione """"un po' ingessata"""" del rito liturgico."" -
Bucare le mani. L'epoca nebulosa e il ris...volto
"Troppe sono le nubi del nostro tempo e difficili da penetrare. Come una coltre di ferro, esse nascondono il significato degli avvenimenti, rendono opaca la finalità delle scelte, sminuiscono la consistenza dei valori di riferimento, attenuano la forza dei desideri..."""" (mons. Vito Angiuli). Don Gionatan De Marco, sacerdote della diocesi di Ugento - Santa Maria di Leuca, che ha iniziato il suo cammino di vita cristiana ricevendo il battesimo dalle mani di don Tonino Bello, prova ad attraversare questo ispessimento esistenziale, e legge nelle parole d'amore incise dal Cristo sulla croce, un vento di novità che risolve tutte le nebulosità della storia." -
Ti racconto. Ascolta, è il mio cuore che parla
Nonno Peppe propone dieci racconti al nipote Lorenzo. -
Camera 18. «Baffi?« «Fì!»
Il libro, nato per sostenere la ricerca contro le leucemie, racconta la malattia e alcuni episodi di vita di Luca Bassi, giovane psicologo di Torrazza Coste (Pv) affetto da linfoma, che ha lasciato un'inconfondibile traccia di vitalità interpretando l'esistenza con serietà e leggerezza, impegno non disgiunto da freschezza e ironia. Personalità veramente godibile e composita, la sua. Il racconto è di mamma Piera - tanto ispirata dal figlio da scrivere di getto e quasi sotto dettatura - ma anche del ""mitico"""" papà Lorenzo e dei tanti familiari e amici che offrono la loro coinvolgente testimonianza, corredata da significative immagini."" -
Tempo pittore. Emozioni, spazio, infinito
Il tempo smorza le tinte forti e attiva una patina di mistero sulla tela pittorica. Non così nell'esistenza e nella scrittura di Giuseppe Selvaggi, pendolare con il cuore e con la mente fra la terra d'origine (la Puglia, Bisceglie) e quella d'adozione (la Lombardia, Milano). La maturità umana e la lettura esistenziale di cui è capace, favoriscono i toni della riflessione e la delicatezza del verso poetico che costella le pagine di questo libro; l'attaccamento alla vita e l'immersione negli eventi ripropongono le tinte accese e la robustezza del linguaggio in prosa che introduce le liriche. Ascolta il vento e veleggia nei sentimenti l'autore, in moto perpetuo fra i balconi e i sottani, le nebbie e i cieli tersi, le partenze e gli arrivi, la contemplazione del paesaggio e le voci pressanti della metropoli. Estatico e materico, impalpabile e sanguigno, poeta e scrittore, pittore e scultore, cultore delle radici nella liquidità odierna. -
Il centro
La presente opera nasce quando l'autore scopre il piano di demolizione del Centro di Addestramento Professionale, costruito dal padre, Paolo De Leo (""il Professore"""", protagonista del racconto), su progetto di Michele Gargano (""""l'Architetto"""", nel testo) e poi caduto in disuso e nell'incuria. Si tratta della narrazione degli eventi che portarono alla costruzione di questo edificio, simbolo della dedizione e della tenacia di un individuo, """"il Professore"""", la cui vicenda umana richiama in modo esemplare quella dell'emancipazione di quanti avevano nella dignità del lavoro e nella possibilità dell'istruzione la sola speranza di riscattare la propria esistenza dalla condizione di braccianti, in un Mezzogiorno connotato da tratti ancora feudali."" -
Il sorriso mancante. Itinerario negli atri del cuore
La vita frenetica di ogni giorno ci impedisce di confrontarci con il nostro essere. Quanto davvero ci amiamo? Quanta importanza attribuiamo alla nostra persona? Che non sia maschera, ma espressione di libertà e di autocoscienza! Agnese Rizzoli è il sorriso mancante di questo libro: cerca risposta alle sue infinite domande, insegue nell'altro una vicinanza affettiva, desidera raggiungere un orizzonte che però le appare sempre più distante. Ama le sfide e non si arrende, accoglie qualsiasi situazione sfoderando l'arma più forte di cui dispone: fingersi felice, pur consapevole di non esserlo. Attraverso un turbinoso viaggio negli atri del cuore, intravede nell'ombroso abisso una lama di luce che riaccende il suo sorriso... -
Sola con me stessa. Alla ricerca del cambiamento
Il volume evoca un percorso introspettivo alla scoperta della propria identità. Fin dove è possibile guardarsi dentro e trovare il proprio ""io""""? Il libro propone un viaggio attraverso i dubbi e le incertezze dell'adolescente che sta per affacciarsi a una nuova realtà, scandagliando la propria anima. L'amore, l'amicizia, il senso della vita, le fragilità, il proprio corpo, segnano le tappe fondamentali di questa riflessione."" -
Le storie fanno la storia. Breve raccolta di storie nella Scuola di lingua italiana «Igino Giordani» - Centro di accoglienza «don Vito Diana» della Caritas Bari-Bitonto
La scuola di lingua italiana per stranieri è attiva a Bari dal 2012, intitolata a Igino Giordani presso il Centro Caritas ""don Vito Diana"""". Ha per finalità l'integrazione, ed è fondata sulla gratuità. Proprio perché orientata al sapere, favorisce la conoscenza della persona, la prossimità, l'incontro fra diversi, la solidarietà, l'inclusione. Fra una lezione e l'altra, gli studenti Irma, Hashim, Marica, Sures, Svetlana, Hadi, Elhadj, Layla e Khalid si raccontano, dicono la propria storia. Anche gli stranieri sono persone che hanno un vissuto, non solo numero. """"Storie che fanno la storia"""", sostengono i docenti. """"Storie da ascoltare con sacro rispetto"""", osserva il direttore Caritas don Vito Piccinonna in introduzione."" -
Canzoni d'amore. Poesie
L'amore è la costante dei componimenti. Per l'autrice amare significa passione, godimento, ma al contempo tempesta, naufragio. Croci e delizie si alternano consapevolmente. Nascono così questi versi: dalla nostalgia di un periodo trascorso, dal sogno di un amore ideale. -
Una rondine che fa primavera. Don Pietro Pappagallo, Giusto tra i Giusti
Impossibile dimenticare l'eccidio perpetrato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. 335 le vittime della più efferata rappresaglia compiuta in Europa durante la seconda guerra mondiale. Tra le esistenze violate, anche quella di don Pietro Pappagallo, unico sacerdote nella carneficina. ""Una rondine che fa primavera"""", testo ispirato e di forte impatto emotivo, è la versione cartacea dell'omonimo spettacolo teatrale rivolto ai bambini e a quanti, come don Pietro, sono ancora innamorati della libertà, della democrazia, dell'umanità oppressa e da liberare. Don Pietro, sacerdote che vola alto e attinge risorse dalle vette dello spirito, non teme le """"fosse"""". Non c'è minaccia capace di contenere il suo netto rifiuto della violenza bellica, il fermo ripudio della discriminazione razziale, la volgare e sistematica azione liberticida esercitata dalla tirannide. Sembra che dica: """"Ci hanno seppellito, ma eravamo semi"""". Di pace, di fratellanza, di dignità umana, di tutela dei piccoli, di testimonianza cristiana, di salvezza. Questo è l'orizzonte valoriale: un """"nido etico"""" da cui spiccare il volo ancora oggi."" -
Il pittore di cieli e altri sogni
Per dipingerli, i cieli bisogna contemplarli, forse anche attraversarli, entrarci fisicamente: in quelli che ci sovrastano e in quelli di dentro. Così fa Roberto Russo in queste pagine. Il sogno, per lui, è lo spazio di un'altra primavera, di un'altra vita possibile: più giusta, che sembrava smarrita, superata, perduta, ma può essere recuperata, per davvero o con l'immaginazione che sana. Una vita più degna di essere proposta e vissuta. Dove la felicità è un disegno a portata di mano anche nello scenario più ostico. Che permette di toccare il cielo con un dito. O, in alternativa, con una penna leggera, o con un pennello a setole morbide se non di martora, o con un set di matite color pastello, capaci di accarezzare le corde dell'animo umano e di ascoltarne la musica. Così fa Roberto, da provetto ritrattista e ricercato cultore di suoni qual è. -
Luci nella sofferenza. Il Vescovo ai giovani nel tempo del coronavirus
Mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, su invito della Pastorale Giovanile diocesana propone quattro riflessioni divulgate via web in Quaresima, vere luci nella notte della sofferenza caratterizzata dal coronavirus. Nel mistero della Croce di Cristo, rilegge il senso del dolore e della compassione umana, guardando alla Pasqua. -
O' Scià. Da Lampedusa, nel Mediterraneo di transizione
Tre sguardi sul Mediterraneo, mare di transizione: il diario di viaggio dell'Autore a Lampedusa, la profezia di don Tonino Bello sul ""grande lago di Tiberiade"""", il commento biblico al testo di Isaia su """"Quanto resta della notte"""". """"O' scià"""" è l'espressione che dà il tono all'opera. Viene insegnata in gergo dialettale non appena si mette piede sull'atollo più a Sud d'Europa. È un """"Ciao"""" dal forte contenuto affettivo. Vuol dire anche """"Mi sei caro"""", """"Amore mio"""", """"Fiato mio"""", """"Mio respiro"""", """"Ti voglio bene"""", """"Mi stai a cuore"""". Come l'""""I care"""" di don Milani. Espressione multiuso che fa il pari con accoglienza e desiderio d'inclusione. Come si sposa, allora, la tenerezza che permea la cultura dell'Isola di Lampedusa, con il """"porto chiuso"""" e inospitale che ne ha dominato a lungo l'immagine per motivi di """"sicurezza""""? In questo libro dagli sguardi plurimi, c'è finalmente luce e respiro."" -
Verde al verde. Contro i disegni opachi e i sogni asfaltati di nero di chi non vuole bene ai bambini
Questo è un libretto glocal. Orgoglioso di esserne autore. Scorre lungo due coordinate: ""pensare globale, agire locale"""". Dal macrocosmo al microcosmo. Non proclama valori, li afferma dal basso. È un libretto. Anche le sue dimensioni lasciano intendere che non risolve i problemi del mondo. Ma ne raccoglie l'eco, per ascoltarla e applicarla con senso di responsabilità a un'evidenza del contesto cittadino. Violato. Perché non è credibile adottare e agitare parole dal respiro universale, magari sul buen vivir degli abitanti dell'Amazzonia, se poi si rimane muti sullo scempio operato nel giardino dietro casa. Pagine dalla visione green dell'autore; uno sguardo sulla città come appare o come potrebbe essere, coniugando la realtà con elementi d'identità culturale, desideri di benessere comunitario, aspirazioni proiettate nel futuro dei bambini: non meritano una strada a doppia corsia, che entri quasi nelle aule scolastiche, dove potrebbe esserci un prato. Tutto qui! E non è poco."" -
«Tutte le generazioni mi chiameranno beata». Riflessioni mariane
I numerosi titoli e le molteplici immagini con cui la Vergine Maria viene venerata da secoli presso i cristiani, esprimono il profondo amore che il popolo di Dio ha sempre nutrito nei confronti della dolcissima Madre di Cristo, e la devozione con cui ci si è rivolti alla sua materna intercessione in ogni necessità della vita. Questo lavoro proviene da una terra profondamente mariana e intende offrire una riflessione partendo da ciò che il Concilio Vaticano II ha voluto sottolineare circa il rapporto tra Maria e il mistero di Cristo e della Chiesa, in cui ella è pienamente inserita, attingendo dalla Sacra Scrittura e dalla tradizione patristica, soprattutto orientale. Scopriremo come realmente si sono realizzate in pieno e sempre si realizzano in ogni tempo, le parole profetiche che la Vergine di Nazareth pronunciò di se stessa quando andò in visita alla parente Elisabetta: ""Tutte le generazioni mi chiameranno beata""""."" -
Con occhi di madre. Meditazioni per la Via Crucis
Da un esperto di mariologia come don Fabrizio Gallo, la Via Crucis che registra il dialogo prolungato tra Madre e Figlio: una Madre addolorata e un Figlio sofferente, una Madre che cerca il Figlio, pronta a unirsi a lui per offrire tutta la sua vita. Per amore, solo per amore. -
Come erba nella savana. Storie di vita migrante
C'è l'analisi e ci sono i volti. La riflessione e l'esperienza. C'è la storia e ci sono le storie. A fronte di chi vorrebbe rendere indistinta la vicenda migratoria, fatta da anonimi o al massimo di numeri, in questo libro dall'approccio concreto e umanissimo, fondato su esperienze di accoglienza e inclusione, c'è tanto spazio per l'incontro, la riflessione, la conversione. L'universo migratorio è variegato, di difficile e univoca identificazione. Il fenomeno è oggetto di contesa politica, di distrazione e orientamento di massa. Questo è un libro per capire e per posizionarsi nel contesto. Intronizza la persona migrante con le sue angosce e le sue speranze, i suoi sogni e le sue urgenze. E, su tutto, ci riconsegna il termine giustizia nella sua verità. -
Non solo rime. Poesie narrative e altro
Tanti oggetti, ma anche tante vite, su cui brilla la luna e palpitano le stelle... È vasto e complesso l'universo simbolico di Maria Palomba. Come la sua curiosità. Una realtà principalmente popolata da affetti, ma anche da cose palpitanti e trasfigurate dalla fantasia, in cui il sogno e il ricordo occupano un posto privilegiato. La ""narrazione"""" è caratterizzata dal linguaggio semplice, quotidiano, contemporaneamente aperto tanto allo stupore e alla freschezza del fanciullino, quanto alla """"pesantezza"""" e profondità dal vissuto."" -
Gaudium et spes. Mons. Francesco Cacucci e la Comunità del Santuario
Al termine del mandato episcopale durato ventuno anni a servizio della Chiesa locale di Bari-Bitonto, la Comunità del Santuario Santi Medici e l'omonima Fondazione esprimono gratitudine nei confronti dell'Arcivescovo Francesco Cacucci pubblicando i suoi principali interventi rivolti a questa particolare porzione del popolo di Dio. Hanno segnato un tempo di Grazia. Il volume, ricco anche di un ampio inserto fotografico, prende il titolo dallo scritto augurale indirizzato alla Comunità dall'amato vescovo a conclusione della Visita Pastorale del 2007, ed è l'occasione per rileggere il cammino compiuto facendo memoria di quanto vissuto e celebrato per rinnovare la fedeltà a Cristo e al suo Vangelo volgendo lo sguardo con profezia e carità al futuro.