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Progetto Patto Educativo
Qual è il ruolo dell'educazione all'interno di una comunità? Quali sono i fattori che possono aiutare bambini e ragazzi a integrarsi e a ritagliarsi uno spazio e un ruolo nella società? Attraverso questa pubblicazione l'Amministrazione del Comune di Torreglia (Padova) registra gli esiti di un progetto pluriennale che si è posto l'obiettivo di rispondere a tali interrogativi, un processo che coinvolgendo tutti gli attori del percorso formativo - genitori, educatori, specialisti, associazioni, per arrivare, infine, all'intera collettività - mira a evidenziare il ruolo di una comunità nello sviluppo del singolo individuo, dove ogni adulto concorre, attraverso il modello che rappresenta, alla crescita dei più giovani. Uno spazio ""aperto"""", di dialogo e di confronto, un percorso in divenire dove l'educazione e le connessioni tra le persone risultano essere elementi imprescindibili nella formazione dei cittadini di domani."" -
Paradosso. Rivista di filosofia (2021). Vol. 2: sfide del perdono, Le.
«Il perdono eccede ogni possibile logica economica di scambio ed esige, da chi perdona, un sacrificio coraggioso»: in questi termini si esprime Vladimir Jankélévitch nel sostenere che perdonare significa scardinare ogni rapporto tra colpa e punizione. Dopo le catastrofi storiche e umane del XX secolo, il tema del perdono si inserisce nella riflessione filosofica in maniera cogente mettendo in evidenza i limiti e le responsabilità del pensiero occidentale per il suo coinvolgimento in quel capitolo di storia. Oggi la questione riemerge in tutta la sua urgenza. In questo momento storico i morti - per guerre, indifferenza, pandemia, pena di morte perfino - non cessano, nel loro silenzio, di rivolgere un appello alla coscienza dell'Occidente e alle coscienze di noi tutti; eppure, attraverso questo stesso silenzio essi non smettono di accordarci ""qualche cosa"""" di molto simile al perdono. Sulle tracce di Dostoevskij e dei grandi filosofi del Novecento, che forse più di altri, per necessità storiche, si sono interrogati sulle sfide, sui paradossi, sulle ambiguità del perdono, si cerca qui di coglierne filosoficamente il senso o il non-senso o, meglio ancora, la pluralità di senso."" -
La facoltà di lettere e filosofia. Duecento anni di studi umanistici all'università di Padova
Il volume ricostruisce la storia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova, al compiersi del suo ottocentesimo anno dalla fondazione, dagli anni in cui le riforme napoleoniche, e poi la dominazione austriaca, hanno riorganizzato l’Ateneo superando l’antico assetto dello Studium in cui i docenti e gli studenti si riconoscevano nelle due universitates di origine medievale dei “legisti” e degli “artisti”. Nascono in quel giro d’anni, tra fine Settecento e inizio Ottocento, le Facoltà come strutture dell’Ateneo, con la funzione che esse hanno avuto per i due secoli successivi, sviluppando una storia durata all’incirca duecento anni, seppur con grandi trasformazioni a diversi livelli nell’avvicendarsi delle stagioni politiche e culturali attraversate, fino alla loro soppressione con la legge n. 240/2010, la cosiddetta Legge Gelmini. Nei saggi qui raccolti si è cercato di evidenziare il contributo che i docenti che hanno insegnato nella Facoltà patavina hanno dato agli studi umanistici nel corso di due secoli, l’Ottocento e il Novecento, ripercorrendo le vicende “interne” alle molte e diverse discipline durante quei duecento anni. -
Gino Fogolari. Una vita in difesa del patrimonio artistico
Gino Fogolari fu un protagonista del dibattito intellettuale e artistico nell'Italia del Novecento. Formatosi sotto Francesco Novati all'Accademia scientifico-letteraria di Milano e alla Scuola di Perfezionamento di Adolfo Venturi a Roma, fu incaricato del riordinamento della Pinacoteca napoletana e della direzione del Museo di Cividale, per approdare infine alle Gallerie dell'Accademia di Venezia assumendo anche la nomina di Direttore e di Soprintendente del Veneto. Il volume ripercorre la vita e la carriera di Fogolari, con un focus sul periodo trascorso alla guida delle Gallerie di Venezia, caratterizzato da un'intensa attività museale. Come Soprintendente si è concentrato sulla difesa del patrimonio durante la Grande Guerra e sulla restituzione delle opere d'arte italiane. Infine, l'analisi dell'attività matura ha permesso di illuminare le possibili motivazioni del trasferimento ""forzato"""" alla Soprintendenza siciliana e l'agognato rientro in laguna. Ne emerge il ritratto di un tenace protettore del patrimonio storico-artistico, studioso e critico militante, che seppe far convivere il ruolo istituzionale con quello di animatore della scena artistica e politica del XX secolo."" -
La via d'uscita
Quali possibilità vi sono che tra due coniugi, pur legati, si risolva un’aspra contrapposizione? Possono le rispettive pretese trovare un equilibrato punto d’incontro? Esiste un compromesso possibile quando il conflitto nasce da una diversa visione della vita che li attende insieme? Virgilio Bocca, architetto alla soglia della pensione, vive diviso tra i ricordi del passato – un’esistenza trascorsa tra storiche amicizie d’infanzia e un’intensa vita sociale – e il nuovo presente sconvolto dall’arrivo improvviso, e inaspettato alla sua età, dell’amore per una donna che in breve tempo diventerà sua moglie. Questa nuova vita lo porrà di fronte a scelte e compromessi, dibattuto tra il desiderio di un’esistenza tranquilla, in un mondo creato a propria misura dalla moglie, e il richiamo forte delle origini, del suo passato, il richiamo del mare. -
Giudecca
Così vicina e così lontana da Venezia: la storia della Giudecca riflette questa duplice natura. Fin dai tempi più antichi scelta come sede di attività produttive pericolose e allo stesso tempo luogo ideale, dove edificare ville e conventi che poi Napoleone distrusse o trasformò in caserme e nelle nuove carceri. Con l’inizio della rivoluzione industriale in laguna, l’isola cambia veste: quegli stessi spazi divennero preziosissimi per la costruzione delle fabbriche e la mole del mulino Stucky cambiò definitivamente il paesaggio. L’istituzione di orfanatrofi, case famiglia, istituti per l’infanzia abbandonata o tubercolosa ne rimarcò nuovamente il destino di luogo di emarginazione. Poco più di un secolo dopo, l’irreversibile crisi costrinse alla chiusura di tutti gli opifici e così anche alla Giudecca, alla fine del Novecento, l’“industria del forestiero” divenne pressoché l’unica attività produttiva dell’isola. Al posto di ciminiere, capannoni e istituti religiosi o laici sorsero così abitazioni di lusso, sempre più spesso acquistate da stranieri che volevano possedere una casa che fosse vicina a Venezia, ma, nello stesso tempo, distante dagli itinerari dei tour organizzati. -
I disegni del Principe. La collezione di Alberico XII Barbiano di Belgioioso al Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco
Discendente di una nobile famiglia milanese, uomo di cultura, collezionista eclettico, attraverso numerosi incarichi diplomatici presso i maggiori centri europei il principe Alberico XII Barbiano di Belgioioso d’Este ha dato vita entro i primi anni Novanta del Settecento a una formidabile raccolta di opere grafiche, che con oltre novemila fogli tra stampe e disegni è ricordata dai suoi contemporanei tra le maggiori presenti a Milano a quel tempo. Grazie all’inventario post mortem dei beni di Alberico XII stilato dal pittore Giuseppe Bossi nel 1813, si è potuta ora restituire una completa fisionomia della raccolta, di cui circa un terzo è giunto fino a noi e si conserva nelle collezioni civiche del Castello Sforzesco. Questo ingente patrimonio è oggi diviso tra il Gabinetto dei Disegni e la Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli”. Il presente volume ne ricostruisce la parte a disegno, mentre il catalogo online della Raccolta Bertarelli ci racconta in parallelo una passione per il segno stampato all’insegna di un’altissima qualità, evidenziando, nell’insieme, una peculiare cifra collezionistica e l’ambizione del principe a emulare i maggiori esempi europei. -
Chioggia. Rivista di studi e ricerche (2022). Vol. 61
Un corposo e approfondito articolo sulla nobiltà chioggiotta apre il numero. Vengono proposti due articoli su Salvatore Todaro, del quale nel 2022 è ricorso l’ottantesimo della morte: uno, quello della sezione didattica, è stato svolto dagli alunni della scuola elementare a lui intitolata; l’altro, d’impronta filosofica, ricostruisce il suo pensiero proponendone un’analisi. La sezione iconografica presenta delle immagini pittoriche sia di Chioggia che della foce del Po. Altri articoli arricchiscono il numero: su Felice Zennaro, pittore e patriota di Pellestrina; su Natale Schiavoni: viene proposta l’ipotesi che il San Cristoforo con il Bambino di San Francesco Vecchio sia un suo inedito. Attraverso il “Segnalibro” si dà conoscenza di alcune recenti pubblicazioni. Nella parte finale si segnalano alcune iniziative svoltesi nel territorio di Chioggia. Gli indici dal primo numero (1988) al n. 60 (2022) chiudono il fascicolo. A leggerli si vede il cammino fatto. Essi rappresentano un importante strumento per gli studiosi che vogliono conoscere la rivista “Chioggia” e per coloro che intendano avviare delle ricerche su Chioggia e il suo territorio. -
Storia dell'arte in Europa
A distanza di trent’anni dalla sua stesura viene pubblicata una inedita e lungimirante storia dell’arte in Europa raccontata, con sensibilità non usuale al tempo in cui fu scritta, da Decio Gioseffi, storico dell’arte specialista soprattutto di prospettiva. Dalle grotte di Altamira al Rinascimento maturo, si raccolgono e si amplificano nel testo classi di problemi che permettono all’autore – a partire dal rapporto con l’eredità dell’Antico, che è sempre vivo e amatissimo – di occuparsi dell’intera filiera dell’arte occidentale. I passaggi dedicati a collocare la produzione artistica nella società e nella storia sono cruciali. L’opera di Gioseffi si dispiega in un ampio tessuto connettivo fatto di bellissime pagine che parlano anche di moda, letteratura, ingegneria e tecnologia, strategia militare, storia delle lingue. -
Giancarlo De Carlo. Ritorno a Venezia
Un rapporto di lunga data lega Giancarlo De Carlo allo Iuav, dove insegna dal 1955, chiamatovi da Giuseppe Samonà, al 1983, quando lascia Venezia per Genova. De Carlo arriva a Venezia quando Samonà stava chiamando ad insegnarvi gli architetti, gli urbanisti e gli storici della disciplina più impegnati nella battaglia per l’architettura moderna e più convinti della necessità di mettere il paese al passo con la cultura internazionale. Nel clima vibrante di quegli anni De Carlo è protagonista di innovative avventure culturali, alimentate dalle fruttuose e stimolanti frequentazioni internazionali e dalle iniziative che incessantemente avvia: come quella dell’ILAUD, Laboratorio Internazionale di Architettura e Urbanistica (1997-2003). Dopo il trasferimento a Genova, De Carlo torna allo Iuav nel 1997 e vi resta fino al 2003 quando decide che anche quella straordinaria avventura è giunta al termine. Lascia tuttavia a Venezia e ai suoi allievi di ogni parte del mondo – e ai suoi collaboratori, autori di alcuni dei saggi compresi in questo libro – i risultati di straordinarie introspezioni sulla città e di coraggiose sfide progettuali per il suo futuro. -
Io non sono un trans. La storia di una ragazza che doveva ritrovare sé stessa
Quando Rosa si presenta per la prima volta nello studio dell’Autrice, la psicoterapeuta Roberta Rosin, non ha la minima idea di quale sarà il percorso che la attende, sa solo che così non può più andare avanti. Non si conosce, non si sente a suo agio con il proprio corpo, con la propria dimensione affettiva e sessuale. Confusamente, avverte di dover esplorare la propria identità sessuale, inclusa l’identità di genere. Per questo ha preso una decisione: chiedere aiuto per capire chi è veramente. ""Io non sono un trans"""" racconta la vera storia di Rosa: la sua vicenda così come il percorso psicologico da lei affrontato sono la fedele ricostruzione di quanto accaduto nel percorso terapeutico. Pagina dopo pagina, verranno restituite le tappe più significative dell’esistenza di una persona incapace di riconoscere i propri stati emotivi, di provare e tradurre le proprie emozioni, e però convinta di dover affrontare un percorso di Affermazione di Genere per risolvere il proprio disagio esistenziale. Rosa si dichiara fin da subito disposta a sostenere il peso e a pagare le conseguenze di questa difficile scelta. Ma il suo sorprendente percorso la porterà a un approdo inatteso."" -
Paradosso. Rivista di filosofia (2022). Vol. 1: Heidegger e i poeti
«Perché i poeti?» si domanda Heidegger in un saggio della raccolta ""Sentieri interrotti"""". L’interrogazione sul tema della poesia e sul ruolo del poeta rappresenta lo snodo determinante per comprendere il senso della «svolta» nel contesto del pensiero heideggeriano dalla metà degli anni Trenta. Rispetto all’argomentazione filosofica tradizionale, e dunque al linguaggio concettuale, con la poesia si apre per Heidegger la ricerca di una via linguistica alternativa che dischiuda la verità e dica l’essere in quanto evento. Definita «linguaggio originario», la poesia è intesa dal pensatore come il modo privilegiato di accadere della verità dell’essere. Il volume si propone di restituire la feconda complessità del dialogo di Heidegger con i suoi poeti d’elezione. Si tratta di un confronto che riguarda sia la poesia dell’antica Grecia (Omero, Pindaro, Eschilo, Sofocle), sia quella tedesca (Trakl, George, Hölderlin, Hebel, Rilke, Goethe, Mörike, Celan, Silesius), francese (Char, Rimbaud) e giapponese (Bashō). Ne emerge una riflessione su questioni decisive e attuali relative all’essenza e al ruolo dell’arte, alla funzione del linguaggio, al destino della tecnica e al senso della verità."" -
BitGlobal
Il denaro inganna anche quando è virtuale.rnrn«I Romani l’avevano già capito: la parola credito viene dal verbo credere, vale a dire aver fiducia: la moneta sta tutto in questo. Se si ha fiducia che sarà accettata in pagamento, qualsiasi cosa può servire da moneta: denti di balena, conchiglie, sigarette, pietre. Persino algoritmi.»rnrnUno dei più importanti studi legali italiani.rnDue avvocati in lotta per comandarlo. rnUn fondo d’investimento pieno di soldi, ma che ha ancora poco tempo per trovare qualcosa in cui investirli.rnMesi di ricerche serrate e alla fine una scoperta: bitcoin, moneta virtuale che consentirebbe di commerciare liberamente facendo a meno di qualsiasi banca e di qualsiasi Stato.rnUna trattativa frenetica tra Milano, Londra e l’isola di Jersey.rnUn’acquisizione conclusa sul filo di lana.rnE poi?rnrnRomanzo dalle molteplici chiavi di lettura, segnato da un ritmo davvero mozzafiato, BitGlobal è al tempo stesso un trascinante thriller, un dissacrante spaccato del mondo della finanza e dei grandi studi legali, una vertiginosa immersione nei meccanismi della crittografia e un’affascinante analisi delle origini e delle contraddizioni irrisolte del sistema monetario attuale. Un libro in cui la moneta, e i meccanismi che ne regolano la circolazione, finiscono per rivelarsi un paradigma delle relazioni umane e dell’insopprimibile bisogno dell’uomo di credere in qualcosa, anche a costo di essere ingannato. -
Operazione Levante
Stanley Kavanagh, ex militare alcolizzato ed esperto di informatica, è in cerca di vendetta dopo aver perso moglie e figlia nell’attentato al Bataclan.rnRobert O’Malley è il vicedirettore della CIA. Teme un nuovo attacco negli Stati Uniti e ha bisogno di Kavanagh per scandagliare il deep web in cerca di ulteriori prove.rnDick Meyer scrive i discorsi del presidente Obama: ed è solo quando il suo mandato sta per scadere che Nadwa Musamih, bella giornalista piena di inquietanti segreti, preme per incontrarlo.rnE quando Miša Bogdanov, ex agente russo finito a contrabbandare armi e petrolio in Siria, viene rapito dai jihadisti dell’ISIS, iniziano a delinearsi i contorni del più grande attentato mai compiuto sul suolo americano… Ma una task force si muove nell’ombra per prevenirlo. Nome in codice: Operazione Levante.rnTra agenti doppiogiochisti e interessi contrapposti, messaggi in codice nascosti in videogame e rapporti d’intelligence, questo thriller ci porta dentro le operazioni occulte che giorno per giorno salvaguardano il nostro mondo da chi vorrebbe portare l’inferno sulla terra. -
Che cosa ho in testa. Immagini di un mondo in cui valga la pena
"Ho provato a domandare a un folto numero di giovani scrittori italiani di mettere a fuoco un'esperienza, un'avventura umana, una visione, un dettaglio significativo di un mondo in cui valga la pena muoversi, lavorare, in una parola, esistere. Non ho chiesto né dichiarazioni né prese di posizione, ho chiesto semplicemente una ricognizione sulle generose contraddizioni della vita in comune, un accadimento vissuto in prima persona, per dar corpo a un breve fulminante racconto. Hanno risposto in molti, e tutti sono riusciti ad attingere al loro sentimento del tempo e delle cose, esprimendo, nella forma più propria, una proiezione della vita al di là della generica strategia dell'indignazione e di un possibile filtro ideologico. Certamente sono racconti anche politici, ma nel senso che è politica l'immaginazione quando forza il presente e scardina i luoghi comuni. Piuttosto che un'antologia questo è il tentativo di una coralità."""" (Alberto Rollo)" -
Simmetrie
«Le mie due vite cucite insieme dal destino, poliamore, irruenza e irrazionalità combinate, non riusciva a cancellarle, Keral e Gérard, due vite in una, non posso rinunciare, è la mia simmetria amorosa.»rnrnOlympia, come capita a molte donne, vuole che nella sua vita ci siano due uomini. Per una questione di simmetria. Ma anche per una forma piuttosto marcata di bipolarità. Sposa Keral e ama Gérard. Incontra Gérard in una camera senza vista, dove consuma il suo amore ossessivo – un’attrazione chimica che diventa dipendenza, droga, stupefazione. La moglie di Gérard, Sabine, aspetta un figlio dal seme di uno sconosciuto e Keral subisce le attenzioni dell’antiquaria Clarissa. Il gioco di coppie e di intersezioni acquista via via una ridondanza che non si placa mai, come se amare ed essere amati obbedissero a un progressivo spostamento di tasselli, che all’intarsio perfetto lascia seguire febbre e disordine. E allora il gioco simmetrico si complica, soffre, si spezza: Olympia è ricoverata in una clinica psichiatrica e lì rivede, nella stanza luminosa della sua degenza, Gérard. Qualche mese più tardi decide di rivelare, ai suoi due uomini inconsapevoli, che è incinta. Li convoca ma Keral non arriva: ha avuto un incidente, è in coma. Olympia e Clarissa si alternano in terapia intensiva davanti al letto di Keral. Una nuova forma di geometria degli affetti, della cura. Di stanza in stanza, da quella oscura della passione a quella inondata di luce della clinica, alla camera senza pareti in cui Olympia, a New York, lascia che si rinsaldino i legami di famiglie arcipelago, la storia dipana emozioni, snodi, potenzialità, deliri, condivisioni – ma soprattutto una ricerca di simmetria sentimentale che sembra obiettivo e malìa, destino e strategia, malattia e racconto: in una parola, vita. -
La ragazza che voleva diventare una geisha
Un'originale e dettagliata incursione nella cultura giapponese e, al contempo, una riflessione sulla ricerca della propria identità, sulla realizzazione di sé e sul destino: perché viaggiare è sempre un po' fare i conti con se stessi.rnrnQuando Thad incontra Pam, l'amore è inevitabile. Lui è un po' sognatore e un po' ribelle: da bambino ha letto la storia di Musashi di Eiji Yoshikawa e così si considera un samurai della Bretagna. Lei, dal canto suo, ha deciso di diventare una geisha: si veste da geisha, vive come una geisha e gestisce un negozio di bonsai sulla Rive Gauche a Parigi. Entrambi nel Giappone e nelle tradizioni del mondo fluttuante vedono un'altra vita, una salvezza dalla propria infelicità: per questo amarsi e stare insieme sarà come sognare che tutto sia vero. Chi si rifugia nei sogni, però, spesso ha paura di vivere. Ed è per paura che Thad, una mattina, esce da casa di Pam e l'abbandona per sempre, partendo per il Giappone alla ricerca di se stesso. Ma può la geisha della Rive Gauche vivere senza il suo samurai? -
Fuoco resta con me
I sogni, le paure, il desiderio d'amore, ma anche la cattiveria dei coetanei, il cyberbullismo, le difficoltà nel rapporto con gli adulti: Fuoco resta con me ci porta nel viaggio intenso, emozionante e a volte terribile per diventare grandi.rnrn""Due giorni insieme e mi sembrava già che fossimo sorelle. Non si può quantificare l'affetto col metro del tempo. Mai a nessun'amica ho voluto tanto bene. Proprio quando penso che sono caduta in un buco nero, che siamo state sconfitte, che la paura m,i sta per ingoiare, ecco: allora succede l'inaspettato.""""rnrnSatine è bellissima, popolare, sportiva, vincente, e sta insieme a Nico, il più desiderato del liceo. Ma dentro di sé comincia a sentire che non può fidarsi davvero di nessuno: non del suo ragazzo, non della sua presunta migliore amica e certamente non di sua madre, sempre pronta a giudicarla. Carola è introversa, sognatrice, emotiva, e fa di tutto per passare inosservata. Il suo unico amico è sempre stato suo padre, ma adesso lei ha un segreto troppo grande, inconfessabile, che la sta allontanando anche da lui. Due così non sono mai state amiche, e non potranno mai esserlo, giusto? Invece, in una notte di inizio estate, mentre i loro compagni si scatenano per festeggiare la fine della scuola, succede qualcosa che cambia le vite di Carola e Satine per sempre. All'improvviso, le due ragazze si ritrovano complici e alleate: non possono e non vogliono tornare a casa, davanti a loro c'è solo la fuga. Comincia così un'incredibile avventura on the road che le porta a mettere in gioco e in discussione tutto quello che hanno e che credevano di essere. Dietro un'apparente sicurezza possono nascondersi dolcezza e fragilità; un aspetto anonimo può mascherare un'anima forte e luminosa; la vera amicizia, quella più forte di ogni cosa, può nascere nelle situazioni più inaspettate. I sogni, le paure, il desiderio d'amore, ma anche la cattiveria dei coetanei, il cyberbullismo, le difficoltà nel rapporto con gli adulti: insieme alle sue indimenticabili protagoniste, """"Fuoco resta con me"""" ci porta nel viaggio intenso, emozionante e a volte terribile per diventare grandi."" -
Che cos'è la psichiatria?
«Il punto che mi pare renda di grande attualità la ristampa - ora che si conferma un diverso trattamento della sofferenza mentale - di un volume in cui i problemi della chiusura, dell'apertura, del significato dell'istituzione, del lavoro, dei farmaci, della terapeuticità dei rapporti, del rischio della libertà del malato come primo elemento di riduzione del potere del medico, rimbalzano di discussione in discussione nelle assemblee di reparto, in quelle di comunità, nelle riunioni dei medici e degli infermieri, nelle analisi degli operatori che già prevedono di dover via via ""distruggere l'equilibrio raggiunto per uscire da quello che può diventare un nuovo sistema chiuso""""...» Dalla prefazione di Franca Ongaro Basaglia che ha curato nel 1997 questa ristampa, a trent'anni da """"Che cos'è la psichiatria?"""" ovvero dall'avvio dell'esperienza di Gorizia. Parole allora nuove nel mondo oscuro dove la follia stava rinchiusa, mondo soprattutto di miseria, violenza e soprusi."" -
Il fiore pungente. Il prete che si è scoperto uomo
Un prete di strada, una coscienza critica fuori e dentro la Chiesa, il fondatore dì una comunità sempre aperta all'accoglienza degli ultimi, gli stessi cantati dal suo amico Fabrizio De André. Don Andrea Gallo è «un prete che si è scoperto uomo» e in questo libro racconta a Fabia Binci e Paolo Masi la sua vita, le sue idee, il suo mondo, animato dallo spirito più autentico del Vangelo ma anche attento a far sì che l'insegnamento di Cristo, un uomo che si fece ultimo tra gli ultimi, sia sempre calato nella realtà quotidiana. Dall'esperienza come missionario in Brasile a quella come cappellano del carcere minorile di Genova, dall'uscita dalla congregazione salesiana alla fondazione della Comunità di S. Benedetto al Porto, un luogo in cui «dopo tanti anni, la porta è sempre aperta». E poi la visione intransigente nei confronti della politica e della società, i maestri che hanno segnato il suo percorso (Don Bosco, Dom Hélder Camara, Papa Giovanni XXIII, Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira ma anche Che Guevara e Gandhi) e, soprattutto, tutti quegli esseri umani che, anche se non lasceranno tracce del loro passaggio nella Storia, incontrando Don Gallo si sono sentiti amati su questa terra, «alcuni forse per un attimo, altri per un periodo più lungo, alcuni per tutta la vita».