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Orizzonti della musica italiana a Costantinopoli nel primo Ottocento. Tre storie
Questa ricerca, avvalendosi di fonti in gran parte inedite, documenta il grande rilievo che la musica italiana ebbe a Costantinopoli durante le riforme Tanzimat attraverso tre storie parallele, negli anni compresi tra il 1828 e il 1856. La prima è quella di Giuseppe Donizetti, fratello di Gaetano, direttore della musica alla corte del sultano Mahmud II e di suo figlio Abdülmecid. La seconda ha come protagonista il dragomanno armeno Giovanni Eremian, che tradusse in turco volgare il Metastasio sacro rileggendolo alla luce delle antichissime tradizioni mistiche dei poeti-cantori dei popoli caucasici. La terza storia è quella del giovane Angelo Mariani, esule nella metropoli sul Bosforo per tre anni, che in veste di direttore d'orchestra al Teatro Naum di Pera sperimentò quella rivoluzionaria concezione del ruolo del direttore che cambiò il corso della storia dell'interpretazione dell'opera italiana. -
Genova, 7 aprile 1828. L'apertura del Teatro Carlo Felice con Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini
Il volume è dedicato al ""Carlo Felice"""" e all'opera che con successo lo inaugurò: Bianca e Fernando, melodramma serio in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Domenico Gilardoni con ampie riscritture di Felice Romani, coinvolto anche negli altri due debutti - Alina, regina di Golconda di Donizetti e Colombo di Morlacchi - che caratterizzarono la stagione di esordio. Nella fattispecie il compositore, potendo giovarsi dei sapienti ritocchi drammaturgici del suo poeta di fiducia, aveva scelto di riprendere un lavoro già presentato due anni prima a Napoli perfezionandone la musica con modifiche poi recepite solo in parte dalla tradizione esecutiva. [...]"" -
Morricone, la musica, il cinema. Nuova ediz.
Unica monografia dedicata a Ennio Morricone ad avvalersi dell'analisi diretta delle sue partiture autografe, Morricone: la musica, il cinema torna in una nuova veste, dopo oltre venticinque anni dalla sua prima pubblicazione. Come in un ritratto cubista, Sergio Miceli scompone e rivela l'identità poliedrica di uno dei protagonisti del secondo Novecento musicale italiano. Pioniere degli studi sulla musica per fi lm in Italia, Miceli è stato il primo ad affrontare il compositore romano in un'ottica musicologica, portando al centro del dibattito una figura fino a quel momento rimasta ai margini dell'establishment culturale. La nuova edizione a cura di Maurizio Corbella, qui anche autore di una nuova prefazione, fa dialogare lo studio di Miceli con le acquisizioni correnti nel campo della storiografi a musicale e della musicologia dei media, alla luce degli sviluppi più recenti della carriera di Morricone. Oltre alle note biografiche e al catalogo completo delle opere, il volume include un'antologia di scritti e colloqui che restituiscono uno spaccato dell'attività trentennale di Miceli su Morricone. -
Wagner antisemita. Un problema storico, semiologico ed estetico
La grandezza di uno dei più importanti musicisti del mondo occidentale può giustificare le prese di posizione più ignominiose? E soprattutto: può giustificare che le si ignori? La manifestazione di queste prese di posizione disgraziatamente non lascia alcun dubbio: le possiamo leggere sia nel suo scritto ""L'ebraicità nella musica"""" (1850) che in altri testi raccolti in questo libro in nuove traduzioni, oltre che in un testo inedito per l’Italia."" -
Musica/realtà (2021). Vol. 126
Paolo Petazzi ""Zu dir, du einzig teure..."""": Baudelaire e il Largo desolato della Lyrische Suite; Beatrice Birardi Bach on air. La musica del Kantor nella radio di regime italiana; Francesco Bracci Musica pianistica soft; Emanuele d'Angelo Boito e Wagner: intorno alla traduzione del Tristan; Sergio Lapedota Ad litteram, ad sensum: tradurre in musica da Edoardo Sanguineti a Biagio Putignano; Mauro Piccinini Two Weeks in November Stravinsky's 1922 Stay in Berlin, and its Consequences."" -
Messa a 4 con strumenti. Partitura. Ediz. critica
La Messa in Fa Maggiore a 4 voci con strumenti di Giuseppe Maria Orlandini (Firenze, 1674-1760), oggetto di questa edizione, vanta molti primati. Insieme con la Missa S. Josephi rappresenta ad oggi l'unica messa completa conosciuta della produzione sacra del compositore fiorentino. Entrambi i manoscritti che ne recano testimonianza, e che denomineremo ""di Praga"""" ad indicazione della loro attuale ubicazione, non sono stati inclusi nemmeno nelle voci biografiche più rilevanti. La presente edizione, perciò, oltre a sancire la riscoperta moderna della Messa, inaugura di fatto lo studio della produzione sacra del compositore, finora affatto trascurata dalla storiografia proprio a causa dell'esiguità delle fonti note."" -
Il paesaggio sonoro. Il nostro ambiente acustico e l'accordatura del mondo. Nuova ediz.
Raccontare il mondo nei suoi aspetti sonori dal ""punto di ascolto"""" dell'essere umano, e forti di una nuova consapevolezza uditiva, migliorare collettivamente il futuro acustico dell'ambiente in cui viviamo. È questo il senso di un'opera fuori da ogni genere, senza precedenti e senza epigoni, in cui un autore eclettico, compositore e colto umanista, ha fuso scienza e poesia, arte e ricerca, lasciando un segno indelebile in tutti gli ambiti della cultura e della creatività in cui sono stati tematizzati il suono e l'ascolto."" -
Catalogo dell'archivio musicale della Cappella Antoniana di Padova. Vol. 1: Manoscritti A-M.
L'Archivio musicale della Cappella antoniana di Padova custodisce fonti manoscritte e a stampa realizzate fra i secoli XVI e XX, ma prevalentemente databili fra il Settecento e la prima metà del Novecento. Purtroppo sono andate disperse quasi tutte quelle di epoche anteriori, compromettendo un'adeguata conoscenza della prassi musicale che nella Basilica del Santo, fino agli ultimi anni del XV secolo, era stata quella del canto monodico, perlomeno fino all'istituzione di una cappella musicale in grado di affrontare le condotte polifoniche rette dal cosiddetto ""canto figurato"""", che prese avvio nel 1497 con la nomina del primo maestro di cappella, il fiammingo fra Pietro de Beaumont."" -
Musica/realtà (2022). Vol. 127
Renato Calza, “Un menu chef-d’œuvre d’ironie attendrie et de volontaire enfantillage”: Noël des jouets di Maurice Ravel Pietro Misuraca, “Una eredità aperta e attiva”: Luigi Rognoni, il suo archivio e l’insegnamento di Antonio Banfi Andrea Lanzola, “E il voler della fortuna son costretto a seguitar”: Marianna Bulgarelli Benti mecenatessa di Metastasio da Napoli a Vienna Emanuele Franceschetti, Mario Peragallo e il (neo)realismo in musica, da Lee Masters a Moravia Gennaro Tallini, Testimoni incogniti nel Fondo Musicale del Seminario Vescovile di Gaeta Sergio Taddei, Un canto in maschera. L’ascesa senza caduta dell’Aria di Malbrough (1781-1814) -
Il tradimento di Leporello. Libretti italiani e dintorni
Suddiviso in cinque parti e venti capitoli, il volume affronta lo studio di titoli rari dalla seconda metà del Settecento a fine Ottocento, ad opera di librettisti noti (Goldoni, Mazzolà, Da Ponte, Sografi, Schmidt, Romanelli, Romani, Cammarano, Somma, Ghislanzoni) o meno (Lorenzi, Sernicola, Del Tufo, Marconi, Pola, Crescini, Dall'Ongaro, Gazzoletti, Sacchero, Guidi), per compositori la cui musica è sempre rimasta in repertorio, come Mozart, Donizetti o Verdi, o quasi (Cherubini, Spontini, Meyerbeer), e per altri che, un tempo popolari, sono ora pian piano riproposti, quali Galuppi, Salieri, Piccinni, Tritto, Mayr, Zingarelli, Pacini, Mercadante, Vaccaj, Coccia, Persiani, Federico Ricci, Cagnoni, o andrebbero riscoperti (Andreozzi, Strepponi, Generali). Oltre a situarli storicamente, talvolta in un contesto internazionale che sconfina verso Praga, Vienna, Parigi o Londra, l'analisi ne considera perlopiù le molteplici componenti, musicale, poetica, drammaturgica. -
La ricerca artistica musicale. Linguaggi e metodi
In questi anni la ricerca artistica musicale si sta affermando come approccio autonomo rispetto a quello musicologico e a quello della teoria e analisi musicale tradizionale. È anche un momento importante per istituzionalizzare la nuova ricerca negli ambienti accademici e in particolare nei Conservatori in Italia. Il presente volume è un prezioso documento di questo momento di passaggio e indubbiamente un testo acuto che analizza da più punti di vista la problematica centrale della ricerca artistica, in ogni tempo, questione che è tornata ad essere ancor più rilevante nell'ultimo ventennio. La complessa e delicata materia è trattata con sapienza e partecipazione da Giusy Caruso, che del resto conosciamo come attenta studiosa e raffinata pianista, avvezza ad affrontare tematiche e repertori che emergono nella cultura del presente. -
Mottetti a quattro voci di scuola romana. Orazio Benevoli (1605-1672), Giuseppe Ottavio Pitoni (1657-1743), Pompeo Cannicciari (1666-1744), Giovanni Giorgi (ca.1690-1762). Ediz. critica
Con un saggio di Marco Gozzi. -
Stanislao Falchi e la Roma musicale della Belle Époque
Apprezzato da Verdi - ma ferocemente stroncato da D'Annunzio - Stanislao Falchi (Terni, 29 gennaio 1851 - Roma, 14 novembre 1922) ebbe una brillante carriera di direttore d'orchestra e compositore, interrotta solo per dedicarsi alla direzione del Liceo musicale di Santa Cecilia di Roma, nel quale insegnava dall'anno stesso della fondazione. Figura centrale dell'ambiente culturale romano tra i due secoli, Falchi ebbe incarichi di primissimo piano e rapporti con i più importanti compositori del periodo (tra i quali spiccano Puccini, Boito, Respighi, Mascagni, Tosti e Sgambati). Trasferitosi nella capitale giovanissimo per completare gli studi, lì svolse l'intera carriera: dal debutto sul podio del Teatro Apollo come sostituto dell'orvietano Luigi Mancinelli (1875) fino alla direzione del Liceo Musicale di Santa Cecilia (1902), incarico che gli fu conferito all'unanimità e che mantenne, unitamente all'insegnamento di Composizione, fino al 1915. Insigne didatta, ebbe tra gli allievi musicisti del calibro di Vittorio Gui, Licinio Refice, Adriano Lualdi, Bernardino Molinari e Vincenzo Tommasini, mentre, come direttore, favorì notevolmente lo sviluppo dell'istituzione ceciliana. -
Organizzare l'opera (1861-1918). Teatri dell'Adriatico Orientale
Il libro offre una panoramica sul sistema di produzione operistica nei teatri d'Istria, Fiume e Dalmazia nel periodo compreso tra 1861 e 1918, alla luce dei network multiculturali tra impresari, direttori teatrali, cantanti, musicisti ed editori. La ricca documentazione inedita proveniente dagli archivi e biblioteche di Pola, Fiume, Zara, Sebenico, Spalato e Ragusa ha consentito per la prima volta di osservare in modo unitario i teatri di queste città per quanto concerne pratiche, procedure e consuetudini organizzative. Sono stati indagati nel dettaglio il meccanismo di sovvenzioni alle stagioni d'opera, il ruolo dell'ammontare della dotazione o assenza di finanziamento pubblico sulla tipologia e qualità di spettacolo, le strategie di mediazione attuate dagli agenti e il modo in cui si strutturava la loro comunicazione. Un importante censimento di impresari e agenti attivi in loco ha portato all'identificazione di chi in prima persona gestiva i complessi network operistici. L'analisi di centinaia di lettere, testimonianza di un costante scambio tra impresari e direzioni, ha consentito di esaminare a fondo le proposte di stagione d'opera. Quali erano le richieste più comuni che gli impresari avanzavano alle direzioni teatrali? Quali erano le condizioni imposte da queste ultime? Chi e sulla base di quali criteri vinceva un appalto? La minuziosa mappatura del repertorio operistico rappresentato nelle singole località ha permesso di riflettere sull'alternanza di titoli italiani, francesi o tedeschi nei cartelloni, così come di tracciare gli spostamenti del materiale di scena e del personale artistico. I contratti o documenti di pagamento ad esso riferiti hanno messo in luce le effettive condizioni lavorative dell'epoca, portando ad una più generale riflessione su vantaggi e svantaggi professionali a carico di cantanti e musicisti che si esibivano presso questi teatri. Microstorie e concreti casi studio in questa ricerca si intrecciano sulla base di un'unica comune macrostoria, che è quella del tardo impero asburgico osservato sotto la lente del vivace mix culturale dato dalla coesistenza dell'elemento croato, italiano e austriaco. -
Annuario della critica musicale italiana 2022
Da Alessandria a Vicenza, passando dalle Isole. L'indice 2022 dell'Annuario della critica musicale italiana traccia un itinerario scomposto ma verosimile. Il cronista di musica non si ferma. O, meglio, non si arresta la voglia di raccontare la musica dal vivo, fattasi più urgente dopo avere misurato per due anni quant'è avvilente non poterla condividere in libertà di movimento e compiutezza di esecuzione (esecutori inclusi) o viverla da ostaggi di bollettini medici e disposizioni sanitarie di sicurezza. Non ne siamo usciti, dicono le ultime indagini. Eppure, lo spettacolo dal vivo ha ripreso fiato. E nonostante le oggettive difficoltà pratiche - allestire un palcoscenico, per la musica come per la parola, è un impegno e un costo - il pubblico ha riacquistato confidenza con teatri, sale da concerto e luoghi eterodossi in cui si potevano, insieme ad altri appassionati, vivere l'ascolto e la visione di una creazione d'arte. -
Quaderni dell'Istituto Liszt. Vol. 22
Leonora Pipia « L’homme de génie, c’est la nature entière qui devient parole ». Il romanticismo letterario nell’esperienza parigina di Franz Liszt Bozhidar Chapkanov Liszt’s late explorations of non-tonal harmonic relationships: A neo-Riemannian analysis of Bagatelle sans tonalité Antonio Grande Liszt, Sonetto 47 del Petrarca. Una lettura narratologica -
La ricerca musicale in Trentino–Alto Adige. Manoscritti, edizioni e frammenti liturgici
La regione Trentino-Alto Adige/Südtirol si caratterizza oggi per una grande vivacità musicale. Le fonti storiche ci dicono che lo stesso accadeva in passato. Tra i manoscritti, frammenti ed edizioni giunti sino a noi, risaltano in particolare i numerosi testimoni dedicati alla musica sacra e liturgica. I contributi raccolti in questo volume ripercorrono, approfondiscono e valorizzano la ricchezza e la varietà dei materiali ancora conservati in gran numero sul territorio regionale e in buona parte pressoché inesplorati. La pubblicazione riprende gli esiti di un convegno svoltosi presso la Libera Università di Bolzano dedicato al tema, aggiornando il lettore sulle più attuali ricerche in una regione ad alta vocazione musicale -
Testo e suono. Musica come qualcosa «che solo coi suoni si può dire»
Questo volume si occupa a vario titolo dei rapporti tra musica e testo e del più scontato – solo in apparenza – rapporto tra musica e suono. Il testo è stato a lungo un riferimento privilegiato per la musica; la musica delle origini era in prevalenza vocale, la prima scrittura della musica era scrittura dei suoni delle parole. Da Schumann che per primo accenna a un significato da rintracciare “tra le righe”, a Schönberg che definisce la musica come qualcosa “che solo coi suoni si può dire”, il percorso che si delinea è quello verso una progressiva autonomia del linguaggio musicale, verso la musica come suono. -
Le messe dei Gonzaga. I codici di Milano, Casale Monferrato, Mantova, Udine
Musiche di Guglielmo Gonzaga, Ottavio Bargnani Francesco Anerio, Francesco Gonzaga Francesco Rovigo, Antonio Taroni. -
L'equivoco del bianco. Percorsi interdisciplinari tra musica, letteratura e arti visive
Tra Otto e Novecento, a partire da Nietzsche, Rohde e Bachofen, si verifica un cambio di rotta nella reinterpretazione del mondo ellenico, visto non più soltanto come il luogo dell’equilibrio apollineo ma come una realtà ambivalente caratterizzata dal manifestarsi di forme di pensiero irrazionali, massimamente sul terreno della pratica rituale: aspetto analizzato e messo in luce dagli studi comparativi di Frazer, Dodds, Burkerdt e Kerényi, veri e propri spartiacque nell’indagine scientifica sulla religiosità del Mediterraneo antico. Legati tra loro da assonanze e rimandi incrociati, i dieci saggi che compongono il presente libro illustrano differenti aspetti di quel Nachleben della civiltà classica che costituisce un parametro di riferimento costante per la letteratura, la musica e le arti visive a cavallo tra i due secoli, evidenziando come tanto l’algida lettura winckelmanniana quanto la visione edenica proposta dal Romanticismo tedesco siano spesso contraddette dall’affiorare di una fenomenologia dell’inconscio capace di farsi portavoce delle inquietudini che costellano la modernità.