Sfoglia il Catalogo ibs040
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2821-2840 di 10000 Articoli:
-
Nostra signora filosofia. Sul divenire donna del pensiero
Nell’intento di delineare una postura filosofica femminile ma estranea al femminismo, questo volumetto inscena una rappresentazione ironica e una rivisitazione figurale del “divenire donna”, proposto ormai quarant’anni fa da Deleuze e Guattari: in compagnia di alcuni dei pensatori più sfuggenti o, al contrario, apparentemente più aderenti al cliché teorico “maschile” – Derrida, Foucault, lo stesso Deleuze da un lato; Nietzsche, ma anche Lacan e Sloterdijk dall’altro –, l’autrice gioca a decostruire e de-istituzionalizzare la figura del filosofo, senza però rinunciare a interrogarsi sulle metamorfosi storiche del femminile, e sulla possibile sopravvivenza della filosofia. -
Studi marxiani
Se si volesse racchiudere in una breve indicazione il risultato del lavoro di analisi riversato in questi ""Studi marxiani"""", non si andrebbe lontano dal vero se si dicesse che si è qui tentato di “spaiare” in Marx e nel marxismo italiano la cifra (economico-politica) del “plusvalore” dalla cifra (veritativo-speculativa) del “materialismo storico”. Perché la prima pare ancora molto utile per leggere il presente neocapitalistico, mentre la seconda pare non solo sbagliata, ma anche molto datata. E in effetti, si tratta di una cifra ottocentesca, che la storia filosofica e culturale del Novecento ha, di fatto e in molti modi, archiviato. Avere offerto argomenti per l’operazione di “spaiamento”, quando – negli anni settanta – tutti ne osannavano la saldatura è (forse e ancora) il merito di queste pagine. E del resto un’operazione siffatta, inevitabile su qualunque sapere “regionale” che si presenti con la pretesa di essere la forma del sapere assoluto dell’Intero del senso, resta sempre di utilità speculativa per chi ama la filosofia, perché invita a riflettere su certe mosse radicali che una partita teorica così alta pone necessariamente in campo."" -
Qabbalah e traduzione. Un saggio su Paul Celan traduttore
Perché i poeti traducono poesia? Questo saggio cerca di offrire una risposta attraverso l’analisi dell’opera letteraria di Paul Celan (1920-1970), il più grande poeta in lingua tedesca del Novecento. Celan visse contemporaneamente due vite letterarie: scrisse poesia esclusivamente in tedesco ma tradusse in tedesco da molte lingue – inglese, francese, russo, italiano, ebraico e portoghese. Questo saggio esamina la biblioteca personale di Celan ma anche la sua fascinazione per la teoria della traduzione di Walter Benjamin e la storia del misticismo ebraico di Gershom Scholem. Celan sancì un’alleanza poetica tra qabbalah e traduzione, combinando l’idea di una lingua santa con l’idea di una lingua pura. Quest’alleanza aveva un fine supremo: redimere la lingua tedesca dal proprio tragico passato di essere stata l’idioma del nazionalsocialismo. -
Ecocene. Per un postumano tecnopolitico o ecopolitico?
La nostra è l’era dell’estremo. Viviamo lo stordimento di un’evoluzione accelerata da non poterne percepire l’immaginario: ogni realtà aumentata è spinta fino a toccare un punto estremo, dove il contatto si sposta continuamente, resta lontano, perde distanza. Ecocene parla del passato, del presente e del futuro, del saccheggio e della violenza sulle donne e sulla natura, dell’umano divenire postumano, delle multidirezionalità temporali prodotte dall’intelligenza artificiale, dalle tecnologie del bios, dal macchinico. Non è un cambio di paradigma ma un salto di civiltà. L’inizio di una Nuova Era, il punto di svolta di una compressione evolutiva, un cambriano tecnologico nel quale il corpo avrà l’aspetto ibrido del cyborg. L’evoluzionismo tecnologico dell’Antropocene eleva l’innovazione a unica linea di sviluppo e di pensiero, travolge il senso del limite, lo estremizza e radicalizza. La sfida è se la nostra superiore intelligenza emotiva – insolitamente travolta dall’afflato ecologico – saprà trovare una via di mezzo, responsabile e praticabile. L’era che inizia potrebbe allora essere l’Ecocene, l’era ecologica dell’egualitarismo ecosistemico. -
Sdoppiamenti. L'ermeneutica politica di Joachim Ritter nella Germania del Novecento
Hegeliano di sinistra durante la Repubblica di Weimar e non esente da un ferale hegelismo politicamente di destra durante il terzo Reich, Joachim Ritter (1903-1974) sviluppò, nel secondo dopoguerra, uno specifico hegelismo di “centro”, insistendo sulle scissioni reciprocamente supportive, nel moderno mondo liberale, tra società civile e stato, tra esistenze soggettive e norme oggettive, tra tradizioni storiche e politica contemporanea. Nella Germania Ovest della ricostruzione tali posizioni furono particolarmente utili per declinare in un senso democratico-liberale rapporti tra esistenziale, sociale e politico che erano stati precedentemente asserviti in modo totalitario. D'altro lato, le “scissioni” impostate da Ritter mantenevano degli aspetti irrisolti e potevano costituire degli ambigui sdoppiamenti omissivi verso il passato, come autori della generazione a lui successiva – quali Blumenberg, Habermas, Tugendhat – non hanno mancato di rilevare. Studiare gli scritti di Ritter, nella loro correlazione con le diverse situazioni politiche che hanno attraversato significa affrontare questioni non marginali dei dibattiti novecenteschi sui rapporti tra politica ed ermeneutica storica. -
Ripensare l'abitare smart. Il contributo del paradigma della giustizia spaziale
Essere smart è divenuta oggi la parola d’ordine dominante nel dibattito circa quale configurazione i luoghi che abitiamo debbano assumere. Alla comprovata popolarità e diffusione del concetto di smartness, che conserva una certa vaghezza di significato tra i suoi punti di forza, non corrisponde però una riflessione altrettanto accurata e puntuale su che cosa significhi essere smart per una città e su quali siano i processi di giustizia o di ingiustizia che una smart city può produrre e riprodurre. Il libro intende muoversi in tale direzione proponendo un’analisi critica del concetto di smart city che sappia tener conto del fattore della spazialità come elemento rilevante di contenuto, comprese le sue implicazioni simboliche. Attraverso l’applicazione del paradigma della giustizia spaziale, l’indagine consente il rilievo di questioni epistemologiche, di metodo e di contenuto, che inibiscono la realizzazione di una città che sia smart e al contempo capace di promuovere un abitare inteso alla fioritura dell’umano. Nella convinzione che la compenetrazione di queste due anime rappresenti una sfida non solo per le politiche pubbliche ma anche per l’impresa tecnologica. -
L'artista dell'essere. Arte e bellezza nel pensiero di Antonio Rosmini
Quando proviamo ad accostarci al tema della bellezza ci troviamo di fronte a un ostacolo insormontabile, quasi fossimo arrestati da un muro davanti a cui – ha detto Simone Weil – «tutto ciò che è stato scritto al riguardo è miserabilmente ed evidentemente insufficiente». Eppure la filosofia non ha rinunciato a tentare la scalata di quel muro e grandi pensatori (Kant, Schelling, Croce) hanno dedicato gran parte delle loro migliori energie a sondare le tracce del mistero della bellezza. Tra questi autori non è ancora debitamente considerato Antonio Rosmini, nonostante una profonda riflessione sui temi dell’arte e della bellezza accompagni gran parte della sua vasta produzione filosofica, dal giovanile saggio Sull’idillio fino all’ultimo capolavoro incompiuto, la Teosofia. Un lungo percorso di pensiero in cui Rosmini ha incontrato una personalità d’eccezione come Alessandro Manzoni, dando vita a un prezioso sodalizio intellettuale e umano. Il presente volume mira a offrire una ricostruzione organica su un aspetto non marginale e poco conosciuto del pensiero rosminiano: un ambito che non chiameremmo tanto estetica quanto callologia, ossia una riflessione ontologica sul bello. -
Le lacrime di Lacan. Fenomenologia di un'amicizia
Le biografie dicono che Jacques Lacan e Maurice Merleau-Ponty si incontrarono la prima volta al seminario di Alexandre Kojève, ma precisano che l’amicizia nacque successivamente, coinvolgendo le rispettive famiglie e consolidandosi nel tempo. Le lacrime di Lacan indaga questa amicizia, verificando come due uomini diversi per formazione e temperamento abbiano trovato il modo di colloquiare, influenzando i rispettivi percorsi intellettuali. Non senza contrasti e divergenze: poiché ogni relazione amicale comporta un problema di transfert, ovvero di identificazione, ma in quanto relazione di (e nel) pensiero non può prescindere dalla possibilità di un disaccordo. Del resto solo così gli amici possono esistere, restando contemporaneamente fedeli a un’appartenenza e disponibili alla differenza. Poiché l’amicizia non esiste senza l’amico, e non c’è alcuna ontologia che possa farla consistere in se stessa, ancorandola al cielo delle idee. Essa è sempre il risultato di un incontro e di una scelta d’oggetto, dunque di un’elezione e di un giudizio. Dal che discende che non è l’amicizia che manca, ma il sapere che la riguarda. -
L'uomo analogico
Il libro analizza questioni di etica applicata lette attraverso un’antropologia normativa che ha il proprio fondamento nella dottrina dell’analogia. L’idea centrale è che, così come l’essere si dice in molti modi, allo stesso modo l’uomo, che è poi colui che dice l’essere, si dice in altrettanti modi. Nel dire “l’uomo è”, non c’è predicato che possa colmare adeguatamente quanto preannunciato dal verbo. Questa forma di trascendenza, intravista dall’analogia dell’essere, viene messa a tema nei diversi ambiti di filosofia morale applicati all’attuale contesto tecno-scientifico. Normalmente appannaggio dei pochi esperti di filosofia antica e medievale, la dottrina dell’analogia viene qui dispiegata nel suo potenziale esplicativo in rapporto a temi come la percezione, la conoscenza, la fisiognomica, la libertà, il digitale, il Transumanesimo, l’intelligenza artificiale, l’eterno ritorno e la morte. Lungi dall’essere un’idea antiquata, l’analogia viene presentata come il tratto specifico del pensiero umano che non subisce l’obsolescenza dei tempi digitali, anzi ne determina il corso. -
Per una metafisica del proprio. La letteratura
In un breve scritto del settembre del 1933, The Cult of the Individual, Bertrand Russell sosteneva che «le persone che al giorno d’oggi credono che la terra sia piatta non hanno alcuna possibilità di persuadere gli altri (sensible people), e stanno semplicemente affermando il loro diritto di essere stupidi». Le pagine di questo libro tentano una riflessione sulla questione che emerge da un’affermazione come questa, particolarmente in un momento storico nel quale questo diritto – a cui le parole del filosofo inglese fanno riferimento – sembra, anche grazie a circostanze (apparentemente) contingenti, volersi e doversi affermare con maggiore forza. Dario Giugliano concentra la sua analisi sul mondo che “precede” l’era di internet, soffermandosi invece sulla questione della letteratura come forma canonicamente privilegiata della possibilità della trasmissibilità del senso. È sulla crisi di questo mondo – che è insieme causa ed effetto della perdita del potere affidato al linguaggio – che occorre volgere ancora una volta il nostro sguardo, quello di un’estetica che si fa ontologia. -
Libertà inquieta. Ricerche su male e volontà tra XIV e XVI secolo
Tutti gli uomini desiderano il bene e la felicità. Nessuno, infatti, desidera il male e l'infelicità. A cavallo tra la fine del Medioevo e la prima età moderna, queste massime fondamentali dell'etica occidentale vengono messe in discussione da una parte rilevante della cultura europea. Le ragioni di questa operazione vanno cercate in un nuovo modo di guardare alla libertà. Mentre il tardo Medioevo volge al tramonto, filosofi e teologi si interrogano sui limiti e sulla potenza della volontà, attraverso la costruzione di ipotesi immaginifiche che possano mettere in crisi la centralità – per la comprensione della natura del desiderio umano – del bene e della felicità. È possibile volere il male in quanto tale, l'infelicità o anche la propria non esistenza? E ancora: è possibile rifiutare Dio, pur godendo della visione beatifica; e anche odiarlo, volendo che Egli non sia? Questo libro affronta un passaggio storico del pensiero europeo verso la Modernità da una prospettiva in apparenza ristretta, ma in realtà significativa per comprendere le radici di un modo di intendere la libertà individuale come assenza di qualunque vincolo e come capacità di oltrepassamento di qualunque limite. -
Le forme del contingente. Per un'ontologia e una politica dell'esperienza
«Com’è fatta l’esperienza? E come diventa possibile?» Attorno a queste domande ruota l’indagine della filosofia dal momento in cui Kant le ha poste nella loro radicalità. Facendo uso del pensiero di Gilles Deleuze e Félix Guattari, il libro intende provare a rispondere proponendo una teoria dell’esperienza che sia all’altezza del contemporaneo e che prenda in considerazione componenti fondamentali quali le sensazioni del corpo, la costruzione del linguaggio e il disegno di un orizzonte di senso condivisibile. Proprio a partire da questo aspetto si può arrivare a vedere che le condizioni di possibilità dell’esperienza non sono eterne, ma cambiano con il variare degli assetti sociali e politici. Così una politica dell’esperienza avrà anche la vocazione non tanto di operare una scelta tra alternative date, bensì di trasformare i confini stessi di ciò che è possibile, attraverso un uso ambiguo del mito e una liberazione della potenza dell’immaginazione, per iniziare a pensare una prassi al contempo d’analisi e di partecipazione. -
Il giardino interminato (nei dintorni dell'Io)
«Voglio che si agisca e si prolunghino le faccende della vita finché si può, e che la morte mi trovi mentre pianto i miei cavoli, ma incurante di essa, e ancor più del mio giardino non terminato». Così scriveva Montaigne nel suo Filosofare è imparare a morire. Forse si può prendere questo auspicio come filo conduttore per una riflessione intorno all'Io. Montaigne sembra infatti lontano dai due atteggiamenti che vanno per la maggiore quando si tratta di Io. O la sua celebrazione, come se fosse l'unica cosa che conta al mondo, che va accresciuta attraverso le sue proprietà, stagliandosi sugli altri. O il suo svilimento, la sua sparizione, il suo essere ridotto a effetto sostanziale di proiezioni immaginarie. In questo libro si prova invece ad affrontare questo concetto, fra i più celebri e maltrattati dalla filosofia, individuandolo a partire da ciò che è nei dintorni dell'Io: il tu, gli altri, le cose, gli animali, gli oggetti, insomma, il ""mondo"""" come groviglio delle contingenze e spettacolo della propria destinazione individuale."" -
Studi jaspersiani. Rivista annuale della società italiana Karl Jaspers (2020). Vol. 8: Influssi e interferenze: Karl Jaspers e i contemporanei
Karl Jaspers attraversò il Novecento, e lo fece dispiegando diverse sensibilità e competenze: da medico e psicopatologo, da filosofo dell’esistenza, da osservatore della storia e delle trasformazioni sociali e politiche. Fu ricettivo rispetto a tradizioni di studio autorevoli e correnti di pensiero in formazione, entrò in dialogo, diretto o mediato dagli studi, con alcune tra le voci più significative e influenti della cultura tedesca del secolo, da Dilthey a Weber, dai circoli di sociologi a quelli letterari e kierkegaardiani, dall’indirizzo fenomenologico alle scuole psichiatriche. Di questa ampiezza di studi e versatilità di pensiero sono testimonianze le plurime candidature al Premio Nobel che Jaspers attirò, pur senza mai arrivare a vincere l’ambito riconoscimento. Di questo intreccio di “influssi e interferenze” si occupa il volume VIII (2020) della rivista «Studi jaspersiani» dedicato a documentare il rapporto di Karl Jaspers con i suoi contemporanei. Ne risulta un viaggio attraverso il secolo che è anche un percorso di scoperta attraverso le discipline, e insieme traccia del cammino di un uomo mosso dal desiderio filosofico più originario: continuare a conoscere l'uomo. -
Pulsioni e legami. Approcci filosofici alla sessualità
Fornire una comprensione adeguata della sessualità umana significa accettare la sfida della complessità, che si esprime non solo facendo ricorso a vari ambiti disciplinari, ma anche accogliendone il differenziarsi delle pratiche. Al giorno d’oggi non esiste autore, né scuola di pensiero, né indirizzo scientifico, che possa vantarsi di aver compreso appieno tale ambito dell’esperienza umana, che presenta ancora tratti di oscurità. Numerosi sono stati tuttavia i tentativi di confrontarsi a viso aperto con tale tema. Tentativi che sono andati oltre la formulazione di buone ipotesi di lavoro, fornendo alla comunità scientifica determinanti indicazioni per proseguire la ricerca. Pulsioni e legami. Approcci filosofici alla sessualità si presenta come uno strumento di lavoro dal duplice obiettivo. Da un lato, si propone un’ampia ermeneutica con cui viene ricostruito l’approccio di tre tra gli autori che più hanno influenzato gli studi sulla sessualità: Sigmund Freud, Michel Foucault e Judith Butler. Dall’altro lato, si coglie l’occasione per fornire una visione della sessualità incentrata sull’approccio generativo. -
Teleplastia. Saggio sulla psiche interrotta
Questo libro insegue una parola, il prefissoide tele, che ha una strana natura. Indica la lontananza proprio quando, nei suoi composti, si associa alla prossimità dell'affetto, all'intimità del movimento, all'attitudine di plasmare forme. Telepatia, telecinesi, teleplastia. Tra queste, in primo piano è la teleplastia, facoltà di creare forme a distanza, a mani libere, che agli inizi del Novecento ha ammaliato filosofi, psichiatri, scienziati non intimiditi da ciò che accadeva dietro le tende dei setting medianici. Siamo negli anni in cui nasce e si assesta la psicoanalisi, e dunque il magnetismo del tele coinvolge anche la neonata disciplina. Cos’è infatti la psicoanalisi se non il tentativo di concepire una relazione fondata sul non-rapporto? Tra coscienza e inconscio, tra psiche e corpo, tra analista e paziente. Figure unite nella loro rottura e inaccessibilità. La sfida è quella di abbandonare la concezione classica della causalità psichica a favore di una causalità sconcertante che istituisce legami a distanza. La soggettività ci apparirà come uno sfogliettamento di scritture e superfici parallele, tenute insieme da un legame selvaggio che, a stento, chiameremmo ancora storia. -
Etica e natura
La natura, intesa in primo luogo (dalla nostra prospettiva umana) come l’ambiente di cui facciamo parte assieme agli altri organismi che coabitano il nostro pianeta, è senza dubbio la nostra “casa”, con la quale – è ormai consapevolezza diffusa – abbiamo intrattenuto un rapporto quanto meno problematico, oggi esacerbato dalla globalizzazione. Ma oltre a questo tema, già di per sé decisivo, il rapporto tra etica e natura coinvolge anche altre questioni formidabili, come il problema del naturalismo, di cui sarebbe difficile non vedere i risvolti in campo politico e sociale, e la polarità naturale/artificiale, sempre più importante alla luce delle questioni inerenti al machine learning e alle sue implicazioni. Il rapporto tra natura, religione e diritto completa infine il panorama dei temi che questo volume ha voluto indagare, in modo esauriente e persuasivo. -
Ateismo religioso e religione atea. Genesi e destinazione dell'antropoteismo feuerbachiano
In un’epoca sospesa tra l’eclissi e il ritorno del religioso, può l’antropoteismo di Feuerbach avere ancora un peso nella ridefinizione del concetto di ateismo, intendendolo quale espressione di una nuova modalità dell’essere religiosi? Partendo dall’idea di un’autentica esperienza religiosa anche in assenza della fede in Dio, il presente volume si propone di contribuire alla riapertura della discussione su un filosofo ancora oggi in parte frainteso, interrogandosi sulla possibilità di concepire religione e ateismo come opzioni mai del tutto antitetiche. Questa ipotesi viene verificata mettendo in dialogo l’ateismo religioso di Feuerbach con la posizione religiosamente atea di autori contemporanei quali Vattimo, Panikkar, Gauchet e Taylor, qui riletti e reinterpretati come pervasi dal tentativo feuerbachiano di costruire una religione laica e secolare. -
Animalità del soggetto, soggettività animale. Il contributo della fenomenologia di Edmund Husserl a un'etica per l’ambiente
I problemi ambientali e la cosiddetta “crisi ecologica” hanno interessato la filosofia già a partire dagli anni ’60. Si è sviluppata, così, l’Environmental Philosophy, una riflessione filosofica che, preoccupata dall’emergenza ecologica, ha cercato di ripensare le modalità di relazione tra l’essere umano e l’ambiente naturale. Ad oggi, tuttavia, nessuna delle varie proposte teoriche ed etiche avanzate da questo movimento filosofico sembra in grado di incidere efficacemente sulla prassi e di produrre in essa dei cambiamenti effettivi. Il libro prende le mosse dall’ipotesi che tali difficoltà dipendano da una mancanza di interrogazione critica della nozione di soggetto e si propone di ripensare caratteristiche e confini della soggettività utilizzando la lente della fenomenologia husserliana, concentrandosi, in particolare, sulle riflessioni che Husserl dedica alla questione animale. Ne emerge una riscoperta attualità del pensiero husserliano, legata alla sua capacità di offrire un’interpretazione originale della soggettività e di sollecitare al ripensamento delle soluzioni di etica ambientale già esistenti alla luce delle strutture e delle dinamiche dell’esperienza. -
Stile e idea
Stile e Idea è una raccolta di scritti selezionati dallo stesso Schönberg per dar vita a un volume unitario con cui il compositore chiarisce e sostiene la necessità delle sue innovazioni, anche nei termini politici di una decisa presa di posizione contro gli orrori perpetrati dal nazismo. La dodecafonia si può infatti leggere come la creazione di un nuovo universo fatto di relazioni eque e non prevaricanti. Il tono dei saggi – a volte leggero, a tratti ironico, spesso concettoso – apre un varco sulla profondità del pensiero di Schönberg, la cui musica è ancora oggi, nel XXI secolo, la più rivoluzionaria e moderna. Il volume è arricchito da un ampio saggio introduttivo e da un esteso apparato di note e commenti volti a contestualizzare e approfondire il testo originale anche tramite confronti dettagliati tra la prima edizione e le successive.